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La potatura

L'olivo se viene lasciato crescere e sviluppare naturalmente, assume di solito una


forma piuttosto irregolare, globoso-conica e cespugliosa, con chioma sviluppata
prevalentemente in ampiezza o in altezza a seconda della varietà. Il potatore, senza
troppo contrastare la tendenza dell'albero, ne deve guidare la crescita in modo che le
varie parti della chioma risultino distribuite nello spazio con equilibrio e con buona
esposizione alla luce; deve anche curare che vengano disposte in modo da rendere
facili e rapide le operazioni da compire sull'albero, come la stessa potatura e la
raccolta delle olive.
Esistono, generalmente, due tipi di potatura: la potatura di formazione delle giovani
piante e la potatura di produzione.La prima si differenzia in forme che presentano
uno scheletro ben definito sin dall'inizio, con chioma che comincia ad una certa
altezza da terra; sono ottenute con una potatura relativamente energica che ritarda
l'inizio della fruttificazione (a questo gruppo appartengono il vaso policonico, la
palmetta, la ipsilon ed il monocono); forme inizialmente cespugliose, con chioma
che comincia vicino terra, ottenute con una potatura relativamente leggera che
favorisce una precoce entrata in produzione; queste forme, mantenendo nel tempo
gran parte della chioma fruttificante molto vicina a terra, permetteranno inizialmente
una raccolta più facile (questa potatura ha lo scopo di contribuire a mantenere nelle
giuste proporzioni l'attività vegetativa e quella produttiva e di ridurre il più possibile

esempio di potatura per


esempio di potatura esempio di potatura di riforma di vecchia
raccolta meccanica
a vaso policonico pianta
(ARSSA CS)
potatura di predispone la pianta a una coltivazione e raccolta meccanizzata.
allevamento
potatura di permette di determinare la forma della chioma e il portamento dell'albero adulto (a cono, a vaso, a
impianto vaso cespugliato ecc.) e si effettua nei primi anni dopo la messa a dimora definitiva.
potatura di si pratica per cambiare l'aspetto della chioma, per ridare forma originaria ad una pianta
riforma abbandonata e in disordine vegetativo o per correggere errori di potatura di impianto. La riforma
si fa anche quando bisogna cambiare la conformazione delle piante per gelate o incendi e
comporta il taglio di grosse parti della pianta e la loro sostituzione con polloni vigorosi e
accuratamente selezionati.
potatura di sfrutta la meravigliosa "immortalità" dell'olivo per rendere produttivi vecchi oliveti o alberi
ringiovanimento gravemente danneggiati dal gelo; comporta il taglio del tronco alla base e l'allevamento di due o
tre polloni scelti fra i più robusti tra quelli che spunteranno dalla ceppaia.
potatura di va effettuata subito dopo la fine del periodo delle gelate, poichè il freddo ostacolerebbe il
produzione processo di cicatrizzazione dei tagli sul legno, ma prima del termine del periodo di germoglio
delle piante.
ANNOTAZIONI

La potatura dell'olivo si deve eseguire


annualmente mediante l'uso di forbici
(e/o coltelli da innesto) sui rami da poco
sviluppati; si adopera, invece, il segaccio
(e l'accetta) solo quando si vuole
modificare o correggere la forma della
chioma, sostituendo rami vecchi e grossi
con quelli nuovi. Il taglio dei rami si
esegue netto, liscio e obliquo, in questo
modo l'acqua piovana scivola via
facilmente e si evita la possibilità che le
ferite si infettino.
(elaborato da www.olionovoextra.it)

La potatura dell’ulivo è un intervento utile per mantenere in


perfetto stato la chioma inoltre la potatura di ogni fruttifero, anche quella dell’ulivo, serve ad
aumentare la produzione della pianta.

Quindi sia che l’ulivo venga coltivato in pieno campo oppure che si trovi all’interno di uno spazio
più esiguo la potatura dell’olivo è indispensabile per il mantenimento e la formazione della pianta.

Per quanto riguarda la potatura dell’ulivo darò in questo post dei criteri di massima ma non consigli
dettagliati perché ogni zona olivicola ha sviluppato un proprio sistema di potatura che tiene conto
sia delle caratteristiche del luogo sia delle cultivar che vi prosperano.
Per quanto riguarda le regole generali della potatura dell’ulivo una delle prime cose da sapere è che
puoi avere due risposte differenti dalla pianta.

Può essere che l’ulivo, sottoposto a potatura per il ringiovanimento della chioma, continui ad avere
una vegetazione vigorosa.

In questo caso i tagli di ritorno, dove si elimina il ramo apicale più alto per sostituirlo con quello
sottostante, devono essere fatti lasciando i rami che hanno inserzione cilindrica.

Se invece l’abbondante produzione della pianta tende a ridurre il suo sviluppo vegetativo il taglio di
ritorno verrà eseguito lasciando solo i rami con inserzione conica che tendenzialmente portano a un
maggior sviluppo vegetativo.

Perché eseguire la potatura dell’ulivo?

La potatura dell’ulivo si esegue per:

-regolare l’accrescimento e la distribuzione dei rami a frutto

– favorire un elevato rapporto fra superficie fogliare e legno

– fare in modo che la chioma sia ben esposta alla luce e all’aria anche nelle sue parti interne

-limitare il fenomeno dell’alternanza produttiva che significa un anno di abbondante produzione


seguito da un anno di produzione molto scarsa.

Potatura di allevamento e di mantenimento della pianta di ulivo

Nella fasi di accrescimento della pianta si esegue una potatura


detta di allevamento.

Questa è una potatura che deve essere contenuta.

Quindi nei primi due tre anni di vita della pianta limitati ad eliminare i rami secchi e rotti e a
tagliare i polloni e i succhioni.

I primi, i polloni, si sviluppano ai piedi della pianta, mentre i secondi, i succhioni, crescono sul
tronco e sulle branche principali sotto forma di rami lunghi e dritti.

Se i polloni levano linfa ed energia alla giovane pianta i succhioni possono turbare l’equilibrio della
chioma e vanno per questo motivo eliminati.
Quando poi la pianta diventa adulta si passa alla potatura dell’ulivo detta di mantenimento che sarà
di media intensità.

I motivi per i quali si esegue li ho spiegati nel capitolo precedente.

Quando la pianta è vecchia e perciò diventa più accentuato il fenomeno dell’alternanza allora la
potatura sarà più energica.

Potatura dell’ulivo cenni generali

Nell’uliveto la potatura dell’ulivo è la seconda operazione in ordine di importanza ,dopo la raccolta


delle olive, che abbisogna del maggior numero di ore di manodopera.

Per questo motivo occorre che sia gestita nel modo migliore per evitare sprechi e più elevati costi di
produzione.

Innanzitutto nella potatura di allevamento si è constatato come potare la pianta severamente sia
controproducente sia per la sua crescita che per la sua entrata in produzione.

Inoltre anche una potatura di mantenimento troppo severa porta a squilibri produttivi e vegetativi
che è poi difficile correggere.

Quindi la potatura dell’ulivo deve essere attuata in modo mirato e se è quella di allevamento che sia
leggera.

Inoltre non bisogna tagliare rami di diametro troppo grande per evitare grossi tagli che fanno più
fatica a cicatrizzarsi.

Ecco perché anche se è più oneroso la potatura va eseguita tutti gli anni così i polloni e i succhioni
non hanno la possibilità di crescere e perciò di avere rami troppo grandi.

Taglia sempre in prossimità di una gemma ma il taglio deve essere contrario rispetto a quest’ultima
per evitare che l’acqua scorrendo possa danneggiarla.

Le diverse forme della potatura dell’ulivo

La potatura dell’ulivo si divide in diverse forme di potatura.

La prima è la potatura secca chiamata anche d’inverno o “a legno” perché viene praticata quando la
pianta è in riposo.

Il periodo durante il quale è possibile eseguirla va da gennaio a marzo.

Un’altra forma di potatura dell’ulivo viene detta potatura verde chiamata anche “d’estate”, “di
completamento” o di “rimonda”.

L’ultima forma di potatura dell’ulivo è quella straordinaria che si esegue in ben specifici casi.

Potatura secca
L’ulivo fruttifica sui rami dell’annata precedente e le sue
formazioni a frutto sono il brindillo e il ramo misto.

Nel ramo misto come dice la parola stessa vi sono gemme che producono rami a legno e altre
invece che portano i frutti.

Le gemme a legno sono quelle terminali e le prime coppie sottostanti.

Per questo motivo il ramo, che continua tramite le gemme a legno a svilupparsi, col tempo tende a
cadere giù formando i cosiddetti “grondacci” che sono i più grandi portatori di frutti.

Dove il “grondaccio” curva maggiormente si formeranno dei nuovi rametti.

Con la potatura dell’ulivo secca si elimineranno parte di questi rametti mentre un’altra parte verrà
lasciata per rinnovare il “grondaccio” quando si sarà esaurito o noterai che la sua lunghezza si è
fatta eccessiva.

Questo è un particolare a cui bisogna fare molta attenzione nella potatura dell’ulivo secca perché
consente, rinnovando e potando i “grondacci” in modo mirato, di avere sempre un’ottima
fruttificazione.

Adesso voglio spendere due parole sui succhioni che dritti e solitari crescono sia sul fusto che sui
rami.

Vanno eliminati sia con la potatura secca che con quella verde.

Tuttavia se una branca è rotta o rovinata si può allevare un vigoroso succhione che la sostituisca.

La potatura verde

Con la potatura verde, che come dice il nome si esegue quando l’ulivo è in vegetazione, si elimina
la parte erbacea eccedente che è spuntata da aprile a luglio sia sulla parte del ceppo che sui rami.

Si tolgono i rami rotti o danneggiati e anche quelli piccoli se si notano muffe o altre malattie.

Si eliminano i polloni e i succhioni che si sono formati e che in questo modo non hanno il tempo di
lignificare interamente.

La potatura dell’ulivo verde è sempre una potatura leggera di formazione che dà il vantaggio,
essendo la pianta in vegetazione, che i tagli si rimarginano rapidamente.

La potatura straordinaria
Questo tipo di potatura dell’ulivo si esegue raramente perché va a
modificare in maniera profonda la pianta.

E’ una severa potatura di rinnovamento.

Per esempio la si esegue quando una grossa branca non più produttiva, o molto poco produttiva,
viene eliminata e sostituita con un vicino vigoroso pollone.

Il taglio siccome è ampio va levigato e spennellato o con mastice o con poltiglia bordolese.

Di regola questo pollone va scelto fra uno di quelli esterni a meno che non si voglia restringere la
chioma.

Potatura straordinaria viene definita anche la “slurpatura” che consiste nella rimozione del legno
morto a causa di una malattia chiamata “ carie dell’ulivo”.

Il legno morto o danneggiato dalla “carie dell’ulivo” si toglie con uno strumento particolare
chiamato “sgorbia” togliendo sino al legno vecchio ma sano per curare e arginare la malattia.

Questo procedimento faticoso e lento va effettuato con attrezzi affilati ed è necessario per dare
nuovo vigore a una pianta malata.

Conclusioni

In questo post ho spiegato gli interventi principali della potatura dell’ulivo tecnica non semplice ma
indispensabile per ottenere piante sane e produzione regolare.

Si diventa buoni potatori innanzitutto conoscendo ed applicando le nozioni di base poi osservando
operare i potatori esperti senza però sopravvalutare tutto quello che dicono.

Principalmente però si impara la potatura con la pratica sbagliando e correggendosi.

Poco per volta acquisterai l’esperienza pratica che ti consentirà di ben potare il tuo uliveto.

Ricorda che nell’esecuzione di tutte le operazioni di potatura dell’ulivo devi tenere presenti sia le
caratteristiche della varietà sia quelle della tua zona che può essere più o meno esposta, più o meno
calda d’estate o fredda d’inverno.

Con la pazienza, con il tenere ben a mente tutte queste variabili e soprattutto esercitando il tuo
spirito di osservazione col tempo diventerai anche tu un ottimo potatore.

Un’ultima cosa mi sento di consigliarti di non avere fretta: prima di tagliare pensa bene, osserva la
pianta da lontano e ricorda sempre che le piante vanno trattate con rispetto e delicatezza.
A questo punto questo post sulla potatura dell’ulivo volge al termine.

Ti ho indicato le nozioni principali in modo che anche tu possa potare correttamente i tuoi ulivi e
spero ti siano di utilità.

Se poi ti interessano notizie sulla raccolta delle olive, l’operazione più importante e dispendiosa di
un uliveto, ho scritto un post che potrebbe interessarti.

la potatura
La potatura riveste,tra tutte le pratiche colturali, un ruolo fondamentale per la produzione.

Nella nostra zona praticamente non è mai esistita una vera e propria forma di allevamento,
cosicchè le piante nel tempo sono cresciute in forma irregolare.
La potatura era basata esclusivamente sul concetto di rimonda (rinnovamento periodico e
casuale delle branche di diverso ordine). In sostanza si eliminavano solo rami secchi o cariati
senza tener conto di null'altro.
Per questo gli olivi sono cresciuti a dismisura con ceppaie molto estese costituite da molti rami
che col tempo sono divenuti veri e propri alberi indipendenti.

Ora si tende a ristrutturare il vecchio albero in modo da rendere agevoli tutte le operazioni
colturali (potatura, trattamenti antiparassitari e raccolta).
Si pensi al nuovo metodo di stendere le reti: cucite una all'altra fino a formare un'unico
lenzuolo grande quanto tutto il podere.
Chi ha già adottato questo sistema ha anche notato come sia ingombrante e poco pratica la
vecchia ceppaia composta da tanti rami: molto meglio un'unico tronco vigoroso e ben formato.

L'albero "moderno" non deve superare l'altezza di 3,5-4 metri e il diametro della chioma di 5-
5,5 metri.

La forte espansione diametrale della chioma e la migliore illuminazione della superficie esterna
assicurano sensibili incrementi produttivi che devono essere sostenuti da adeguati apporti
nutritivi attraverso una corretta tecnica di coltivazione e possibilmente anche da irrigazione.
La forma che viene ad assumere la chioma può definirsi un vaso piatto acefalo ed è chiamata
"forma di allevamento ad ombrello".

La struttura ad ombrello sostanzialmente si


consegue attraverso l'impostazione di due
branche opposte che, ad una certa distanza
dall'inserzione, si biforcano in quattro
branche ortogonali permanenti (branche
principali) inserite a coppia su due diversi
livelli del tronco in posizione terminale.
Lo sviluppo iniziale di ciascuna branca avrà

un andamento leggermente ascendente. su ciascuna branca principale si stimolerà la


formazione di branche secondarie, che
assumeranno posizione orizzontale per
assicurare l'espansione della chioma.

Sulle branche secondarie, per sucessive


ramificazioni, si imposteranno le
branche terziarie a pendaglie
(pendane, in dialetto).
Sulle pendaglie si formeranno numerose
branchette ricche di rametti di un anno in
grado di assicurare un'abbondante
fruttificazione ed un continuo
rinnovamento di germogli destinati a
fruttificare l'anno successivo.

Questa forma di allevamento nella nostra


zona si raggiunge con relativa facilità in
quanto la cultivar Taggiasca ha un portamento pendulo.
Insitiamo sulla necessità di mantenere un'unico tronco, sia per accelerare l'operazione di
ristrutturazione della pianta, ma anche per l'effetto estetico più gradevole che conferisce alla
pianta il singolo tronco rispetto alla chioma policaule (ceppaia con tanti tronchi), ed anche per
favorire le operazioni di "sbattitura" e di posa delle reti.

L'albero è vivo, cresce, si muove.


È dunque necessario mantenere la forma mediante le potature che dovrebbero essere
annuali.
Qui di seguito si spiegherà come dovranno essere condotte.
Partendo dalla base, ceppo, si avrà cura di eliminare tutti i germogli. (sinonimi: succhioni,
polloni, maschi; in dialetto: sagatte, sferle)
È necessario lasciarne uno o due solo se si prevede di eliminare il tronco principale perchè
guasto.
Il tronco e le branche principali dovranno essere libere da polloni e rami da frutto; i rametti da
frutto devono essere tutti all'esterno della chioma e un pollone deve essere lasciato solo per
formare una branca secondaria se l'albero ne è sprovvisto.

Un succhione dovrebbe essere lasciato all'innesto delle branche principali con le branche
secondarie perchè "succhiando" linfa permette una migliore irrorazione dell'albero ed evita la
formazione di altri polloni che insorgono numerosi specie in prossimità di tagli.
Questo maschio sarà eliminato l'anno seguente quando, divenuto ingombrante, darà fastidio
oppure farà salire l'albero oltre l'altezza desiderata.

Se l'albero è ancora informe, a causa di ristrutturazione, i polloni che dovranno essere lasciati
per ricostruire le future branche principali e/o secondarie, devono essere scelti tra quelli più
orizzontali.

Nel caso si fosse in presenza di ceppaia policaule, occorrerebbe selezionare il ramo più bello,
diritto e vigoroso sul quale impostare la forma ad ombrello.
Gli altri rami dovrebbero essere spuntati in modo tale che la chioma dei secondi rimanga sotto
e non interferisca con l'espansione della chioma dei primi.
Negli anni successivi, mano a mano che l'albero principale si espande, si provvederà
all'eliminazione graduale.

Lo sfoltimento delle pendaglie, deve essere fatto con oculatezza per non correre il rischio
di eliminare i rametti di un'anno, che sono quelli fruttiferi.
Innanzi tutto occorre curare bene la ramificazione delle pendaglie e per fare ciò, come si vede
nell'immmagine a lato, eliminare i rametti
interni.

Per quanto riguarda i rametti fruttiferi,


guardiamo l'immagine a lato dove sono
presi in esame i rametti degli ultimi due
anni: il ramo grosso è di due anni mentre i
piccoli sono dell'anno scorso e quelli
superiori sono fruttiferi, mentre quelli
inferiori hanno esaurito la loro produttività
e sono quelli da eliminare.
Mai eliminare quelli in punta del ramo di 2
anni!

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