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Università degli Studi di Roma Tre

Dipartimento di Ingegneria Industriale Elettronica Meccanica


Sicurezza Industriale e Analisi dei Rischi

I concetti di: Rischio, Danno,


Prevenzione e Protezione
Sicurezza: Introduzione

Il presente corso è articolato su un totale di 10 capitoli.


Ogni capitolo contiene immagini e link a specifici articoli del
Decreto Legislativo 81 del 9 aprile 2008 (D. Lgs 81/08).
Il D. Lgs. 81/08, chiamato anche Testo Unico Salute e Sicurezza, è il
riferimento legislativo più importante nel panorama italiano della
Sicurezza.
Al termine della consultazione del materiale didattico sono
previste due prove di autovalutazione del proprio apprendimento
propedeutiche al test finale.
Il superamento del test finale determina il completamento del
corso.
Sicurezza: Introduzione
Premessa.

Un tempo la sicurezza sui luoghi di lavoro era compito esclusivo del


datore di lavoro. Con l’entrata in vigore del D. Lgs. 626/94 e, in
seguito, del D. Lgs. 81 del 9 aprile 2008, questa attività diviene
obbligo “sia del datore di lavoro”, “sia del lavoratore” ( tramite una
partecipazione attiva e personale) sia dalle cosiddette “nuove figure”.
Tale collaborazione tra questi attori si pone come obiettivo quello di
creare all’interno del contesto aziendale una fattiva collaborazione
e partecipazione in materia di salute, sicurezza ed igiene sul
luogo di lavoro con la finalità di perseguire i punti di seguito
evidenziati:
Sicurezza: Obiettivi
• Puntare all’obiettivo degli infortuni zero comporta lavorare su un’
efficace prevenzione, sul coinvolgimento di tutti e su una
formazione -informazione adeguata.

• Il lavoratore deve far diventare la prevenzione parte integrante del


proprio modo di lavorare.

• Il datore di lavoro deve considerare che un’organizzazione del


lavoro più sicura, non rappresenta costi aggiuntivi, ma diminuisce
invece le perdite in denaro dovute agli infortuni e favorisce il
miglioramento della qualità dei prodotti e dei servizi offerti.
Sicurezza: esempio
La Sicurezza è quella parte del sistema di
Sistema di gestione aziendale rivolta alla
gestione
aziendale
definizione e all’attuazione della Politica
di Prevenzione degli Incidenti (Infortuni
e Malattie Professionali)

Sicurezza!!

Essa deve essere pensata non come un


Unità peso, un vincolo cui sottostare, ma
Sicurezza
produttiva come un mezzo per migliorare la

qualità del servizio aziendale.
100kg
Uomo: Malattie Professionali, Infortuni.

Lavoratori, clienti, altro…

Patrimonio: danni alle strutture.

Animali: danni a carico della fauna.

Ambiente: danni sugli ecosistemi, ecologia.

Perché si verifica un incidente?


Perché si verifica un incidente?
Perché si Verifica un incidente?
Altro Ambie nte
Errore umano 5% 2%
11%

Affidabilità
appare cchiature
29%

O rganizz az ione
53%

La causa principale di incidenti è da imputarsi a motivi organizzativi ovvero a


mancata applicazione di procedure esistenti, scarsa formazione, non chiara
distribuzione ruoli, comportamenti scorretti…
Come fare?
Le aziende devono dotarsi di un sistema di gestione della sicurezza
affidabile e concreto che coinvolga i lavoratori nella percezione dei
rischi cui sono esposti nello svolgimento della attività lavorativa.

Gli elementi in gioco sono tre:

Pericolo

Danno

Rischio
Pericolo, Danno, Rischio
Pericolo
E’ una proprietà, una caratteristica, una qualità intrinseca di un
elemento (materiale, impianto, macchina, sostanza) avente il
potenziale di causare danno.

La fotocopiatrice costituisce un potenziale


pericolo in quanto apparecchio sotto
tensione.

Danno
E’ la conseguenza della manifestazione
incidentale del pericolo. In questo esempio
Elettrocuzione
Dinamica di un incidente
La dinamica incidentale prevede la presenza di un pericolo (fotocopiatrice),
la manifestazione incidentale dello stesso (cortocircuito), e la
determinazione di una conseguenza dannosa (elettrocuzione).

Incidente.

Evento pericoloso. Conseguenza.


Cos’è il Rischio
Il concetto di rischio viene utilizzato per sintetizzare la dinamica incidentale
appena esposta. Essò può essere definito come la manifestazione
incidentale di un evento pericoloso i cui effetti determinano un danno.

Esso viene calcolato come il prodotto fra la probabilità di accadimento di un


determinato evento incidentale moltiplicata per la magnitudo del danno
atteso:

R= P x D
dove:
R è uguale a Rischio,
P è uguale alla Probabilità che si verifichi un evento (pericoloso)
D è uguale a Danno, o Gravità o Magnitudo del danno stesso.
Probabilità di accadimento
La probabilità di accadimento di un evento pericoloso può essere
stimata attraverso diverse metodologie.
Essa è definita come:

N eventi incidentali
Pa =
N totale di esposizioni al pericolo
Questo approccio tuttavia, pur essendo molto preciso, richiede una
serie di informazioni non sempre di facile disponibilità.
E allora?

Si può ricorrere ad un approccio qualitativo e definire delle classi di


probabilità
Probabilità di accadimento
In base al numero di accadimenti su un determinato periodo di tempo
ritenuto significativo (anno, giornata lavorativa, etc.), un evento e
dunque la sua probabilità di accadimento può essere ritenuta:

• Improbabile;
• Possibile;
• Probabile;
• Molto probabile;
Danno
Allo stesso modo della probabilità di accadimento, anche il danno
deve essere stimato per poter procedere ad una corretta valutazione
del rischio.
La magnitudo del danno è definita come l’insieme delle giornate
lavorative perse a seguito dell’incidente:

M d =  Numero di giornate lavorative perse

Anche in questo caso però, si può ricorrere a delle classi di danno….


Danno
Il danno può essere classificato in base all’entità della conseguenza
generata dall’evento incidentale.
Esso può essere:

• Lieve
Prognosi inferiore a 3 giorni;
• Modesto
Prognosi oltre 3 giorni e fino a 40 giorni;

• Grave
Prognosi oltre 40 giorni;
• Gravissimo
Conseguenze permanenti (inabilità) o morte;
Se dunque il rischio
viene calcolato come
prodotto tra probabilità
di accadimento e
magnitudo del danno,
utilizzando le classi
appena definite e
attribuendo a ciascuna
un valore tra 1 e 4 si
ottiene una matrice.
Incrociando i rispettivi
valori si ottiene il
rischio.
L’entità del rischio ottenuta combinando classi di probabilità e di
danno viene classificata come di seguito:

• Molto basso (Area verde chiaro)


• Basso (Area verde scuro)
• Medio (Area blu scuro)
• Alto (Area rossa)
Definita l’entità del rischio, che peraltro è obbligo di legge, quale è
il passo successivo? In altre parole qual è la finalità della
valutazione del rischio? Certamente non un calcolo fine a se
stesso...
Il Rischio viene calcolato così da definire la migliore tipologia di
intervento da attuare ed i tempi di attuazione dell’intervento.
Possiamo schematizzare il rapporto tra rischio e tempo di intervento come segue:

Rischio Molto basso Lungo termine

Rischio basso Medio termine

Rischio medio Urgente

Rischio alto Immediato


Una volta definita la priorità dell’intervento ovvero la sua maggiore
o minore urgenza, occorre identificare come intervenire ovvero
selezionare la migliore soluzione per eliminare il rischio e, ove ciò
non fosse possibile, ridurlo.
Gli approcci possibili sono due:

Prevenire (prevenzione)
Prevenire significa agire affinchè sia meno probabile
l’accadimento incidentale

Proteggere (protezione)
Proteggere significa agire per ridurre la magnitudo o la gravità
dell’incidente
Prevenire significa agire prima che si verifichi l’incidente.
Proteggere significa agire dopo che si è verificato l’incidente
potendo limitare soltanto il danno.

Prevenzione Protezione
L’efficacia di queste metodologie di intervento appare ancor più
evidente se rapportata alla definizione analitica di rischio.
Si tratta infatti di misure che perseguono la finalità di ridurre il
rischio:
R= P x D
Prevenzione Protezione

Trattandosi infatti di un prodotto, è possibile ridurre il valore stesso


del rischio riducendo uno dei fattori (o entrambi) e dunque ridurre
la probabilità di accadimento (P) significherà prevenire,
ridurre la magnitudo del danno (D) significherà proteggere.
Università degli Studi di Roma Tre
Dipartimento di Ingegneria Industriale Elettronica Meccanica
Sicurezza Industriale e Analisi dei Rischi

Organizzazione della prevenzione aziendale

Il datore di lavoro:
Obblighi non delegabili
D.Lgs. 81/08: le figure di riferimento
Campo di Applicazione: il decreto in oggetto dispone misure per la
tutela della salute e per la sicurezza dei lavoratori durante il lavoro, in
tutti i settori di attività privati o pubblici;
Per la sua attuazione, esso prevede diversi soggetti, che, a vario titolo,
debbono contribuire alla gestione della sicurezza in azienda
Definizioni.
Lavoratore: persona che presta il proprio lavoro alle dipendenze di un
datore di lavoro;
Datore di lavoro (dirigenti e preposti): il soggetto dotato di poteri di
gestione, decisione, spesa.
Servizio di prevenzione e protezione dai rischi: insieme delle
persone, sistemi e mezzi esterni o interni all'azienda finalizzati
all'attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali
nell'azienda.
D.Lgs. 81/08: le figure di riferimento

Campo di Applicazione: il decreto in oggetto dispone misure per la


tutela della salute e per la sicurezza dei lavoratori durante il lavoro, in
tutti i settori di attività privati o pubblici;
Definizioni.
Lavoratore: persona che presta il proprio lavoro alle dipendenze di un
datore di lavoro;
Datore di lavoro (dirigenti e preposti): il soggetto dotato di poteri di
gestione, decisione, spesa.
Servizio di prevenzione e protezione dai rischi: insieme delle
persone, sistemi e mezzi esterni o interni all'azienda finalizzati
all'attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali
nell'azienda.
D.Lgs. 81/08: le figure di riferimento
Responsabile del servizio di prevenzione e protezione RSPP:
persona designata dal datore di lavoro in possesso di attitudini e
capacità adeguate;
Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza RLS: persona,
ovvero persone, eletta o designata per rappresentare i lavoratori
per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza
durante il lavoro, di seguito denominato rappresentante per la
sicurezza.
Medico competente: medico in possesso di uno dei titoli
(specializzazione in medicina del lavoro o in medicina preventiva
dei lavoratori o in tossicologia industriale/ igiene industriale o
docenza o libera docenza in medicina del lavoro o in medicina
preventiva dei lavoratori e psicotecnica o in tossicologia
industriale o in igiene industriale.
art. 2 – il datore di lavoro
Datore di Lavoro: il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il
lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l’assetto
dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria
attività, ha la responsabilità dell’organizzazione stessa o dell’unità
produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa.

Potere decisionale = ORGANIZZAZIONE, GESTIONE, CONTROLLO

Unità produttiva: stabilimento o struttura finalizzati alla produzione


di beni o all’erogazione di servizi, dotati di autonomia finanziaria e
tecnico funzionale.
art. 17 – Obblighi non delegabili
Articolo 17 - Obblighi del datore di lavoro non delegabili
1. Il datore di lavoro non può delegare le seguenti attività:
a) la valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del
documento previsto dall’articolo 28;
b) la designazione del responsabile del servizio di prevenzione e
protezione dai rischi.
art. 28 – Obblighi N.D. del DdL
Articolo 28 - Oggetto della valutazione dei rischi
1. La valutazione […] , anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e
delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella
sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la
sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti
gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli
collegati allo stress lavoro-correlato, […], e quelli riguardanti le
lavoratrici in stato di gravidanza […], nonché quelli connessi alle
differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri Paesi e quelli
connessi alla specifica tipologia contrattuale attraverso cui viene resa
la prestazione di lavoro e i rischi derivanti dal possibile rinvenimento
di ordigni bellici inesplosi nei cantieri temporanei o mobili
art. 28 – Obblighi N.D. del DdL
Articolo 28 - Oggetto della valutazione dei rischi
2. Il documento di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a), redatto a
conclusione della valutazione può essere tenuto […] su supporto
informatico e, deve essere munito […], di data certa o attestata dalla
sottoscrizione del documento medesimo da parte del datore di lavoro,
nonché, ai soli fini della prova della data, dalla sottoscrizione del
responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o del rappresentante dei
lavoratori per la sicurezza territoriale e del medico competente, ove
nominato e contenere:…
art. 28 – Obblighi N.D. del DdL
Data certa
Finalità: certificazione dell’esistenza di un documento in una
determinata data.
Metodi.
a) ricorso alla c.d. "autoprestazione" presso uffici postali prevista dall'art. 8
del d.lg. 22 luglio 1999, n. 261, con apposizione del timbro direttamente sul
documento avente corpo unico, anziché sull'involucro che lo contiene;
b) apposizione della c.d. marca temporale sui documenti informatici (art. 15,
comma 2, legge 15 marzo 1997, n. 59; d.P.R. 10 novembre 1997, n. 513;
artt. 52 ss. d.P.C.M. 8 febbraio 1999). Apposizione di firma digitale;
c) invio documento con P.E.C.
d) apposizione di autentica, deposito del documento o vidimazione di un
verbale, in conformità alla legge notarile;
e) registrazione o produzione del documento a norma di legge presso un
ufficio pubblico.
art. 28 – Obblighi N.D. del DdL
I contenuti
… e contenere:
a) una relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la
salute durante l’attività lavorativa, nella quale siano specificati i criteri
adottati per la valutazione stessa. La scelta dei criteri di redazione del
documento è rimessa al datore di lavoro, che vi provvede con criteri di
semplicità, brevità e comprensibilità, in modo da garantirne la
completezza e l’idoneità quale strumento operativo di pianificazione
degli interventi aziendali e di prevenzione;
b) l’indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e
dei dispositivi di protezione individuali adottati, a seguito della
valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a);
c) il programma delle misure ritenute opportune per garantire il
miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza;
art. 28 – Obblighi N.D. del DdL
Articolo 28 - Oggetto della valutazione dei rischi
… e contenere:
d) l’individuazione delle procedure per l’attuazione delle misure da
realizzare, nonché dei ruoli dell’organizzazione aziendale che vi
debbono provvedere, a cui devono essere assegnati unicamente
soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri;
e) l’indicazione del nominativo del responsabile del servizio di
prevenzione e protezione, del rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza o di quello territoriale e del medico competente che ha
partecipato alla valutazione del rischio;
f) l’individuazione delle mansioni che eventualmente espongono i
lavoratori a rischi specifici che richiedono una riconosciuta capacità
professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e
addestramento.
art. 28 – Obblighi N.D. del DdL
Articolo 28 - Oggetto della valutazione dei rischi

3. Il contenuto del documento di cui al comma 2 deve altresì rispettare


le indicazioni previste dalle specifiche norme sulla valutazione dei
rischi contenute nei successivi titoli del presente decreto.

3-bis. In caso di costituzione di nuova impresa, il datore di lavoro è


tenuto ad effettuare immediatamente la valutazione dei rischi
elaborando il relativo documento entro novanta giorni dalla data di
inizio della propria attività.
art. 29 – Obblighi N.D. del DdL
Il metodo.
1. Il datore di lavoro effettua la valutazione ed elabora il documento in
collaborazione con il RSPP e con il MC.

2. Le attività di VdR sono realizzate previa consultazione del RLS.


art. 29 – Obblighi N.D. del DdL
Il metodo.
3. La valutazione dei rischi deve essere immediatamente rielaborata […] in
occasione di
• modifiche del processo produttivo o della organizzazione del lavoro
significative ai fini della salute e sicurezza dei lavoratori
• in relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione o
della protezione
• a seguito di infortuni significativi o quando i risultati della sorveglianza
sanitaria ne evidenzino la necessità.
A seguito di tale rielaborazione, le misure di prevenzione debbono essere
aggiornate.
Nelle ipotesi di cui ai periodi che precedono il documento di valutazione dei
rischi deve essere rielaborato nel termine di trenta giorni dalle rispettive
causali.
art. 29 – Obblighi N.D. del DdL
Il metodo.
4. Il DVR ed il DUVRI (art. 26, comma 3) devono essere custoditi
presso l’unità produttiva alla quale si riferisce la valutazione dei
rischi.

5. I datori di lavoro che occupano fino a 10 lavoratori effettuano la


valutazione dei rischi sulla base delle procedure standardizzate di
cui all’articolo 6, comma 8, lettera f). Sono escluse le attività che
rientrano nel campo di applicazione dell’art. 31, comma 6, lettere a),
b), c), d), f) e g)
6. I datori di lavoro che occupano fino a 50 lavoratori possono
effettuare la valutazione dei rischi sulla base delle procedure
standardizzate di cui all’articolo 6, comma 8, lettera f).
6-bis. [omissis]
art. 29 – Obblighi N.D. del DdL
Il metodo.
6-ter. […] Sono individuati settori di attività a basso rischio di
infortuni e malattie professionali, sulla base di criteri e parametri
oggettivi, desunti dagli indici infortunistici dell’INAIL e relativi alle
malattie professionali di settore e specifiche della singola azienda.
6-quater. [Omissis].

7. Le disposizioni di cui al comma 6 (possibilità di utilizzo delle procedure


standardizzate per aziende ≤ 50) non si applicano alle attività svolte nelle
seguenti aziende:
a) aziende di cui all’articolo 31, comma 6, lettere a), b), c), d), f) e g);
b) aziende in cui si svolgono attività che espongono i lavoratori a rischi
chimici, biologici, da atmosfere esplosive, cancerogeni mutageni, connessi
all’esposizione ad amianto;
c) [omissis]
art. 29 – Obblighi N.D. del DdL
Art. 31, comma 6, lettere a), b), c), d), f) e g)
a) nelle aziende industriali a rischio di incidente rilevante (D.Lgs.
334/99, aziende che lavorano sostanze tossiche, molto tossiche,
comburenti, esplosive, infiammabili, pericolose per l’ambiente oltre
determinati limiti di soglia);
b) nelle centrali termoelettriche;
c) negli impianti ed installazioni di cui agli articoli 7, 28 e 33 del
decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230 (Nucleari);
d) nelle aziende per la fabbricazione ed il deposito separato di
esplosivi, polveri e munizioni;
e) nelle aziende industriali con oltre 200 lavoratori;
f) nelle industrie estrattive con oltre 50 lavoratori;
g) nelle strutture di ricovero e cura pubbliche e private con oltre 50
lavoratori.
Università degli Studi di Roma Tre
Dipartimento di Ingegneria Industriale Elettronica Meccanica
Sicurezza Industriale e Analisi dei Rischi

Organizzazione della prevenzione aziendale

Il Datore di Lavoro e i dirigenti:


Obblighi delegabili ex art. 18 D.
Lgs. 81/08
art. 18 - Obblighi delegabili
Il datore di lavoro e i dirigenti, che organizzano e dirigono
le stesse attività secondo le attribuzioni e competenze ad
essi conferite, devono: …

«dirigente»: persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri


gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, attua le
direttive del datore di lavoro, organizzando l’attività lavorativa e vigilando su di
essa
art. 18 - Obblighi delegabili
Medicina del Lavoro

a) nominare il medico competente per l’effettuazione della


sorveglianza sanitaria […].
g.1) inviare i lavoratori alla visita medica entro le scadenze previste
dal programma di sorveglianza sanitaria;
g.2) richiedere al medico competente l’osservanza degli obblighi
previsti a suo carico nel presente decreto;
g bis) comunicare tempestivamente al medico competente ogni
cessazione di rapporto di lavoro;
bb) vigilare affinché i lavoratori per i quali vige l’obbligo di
sorveglianza sanitaria non siano adibiti alla mansione lavorativa
specifica senza il prescritto giudizio di idoneità.
art. 18 - Obblighi delegabili
Antincendio e primo soccorso
b) designare preventivamente i lavoratori incaricati dell’attuazione
delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, di
evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e
immediato, di salvataggio, di primo soccorso e gestione emergenza;
m) astenersi, salvo eccezione debitamente motivata da esigenze di
tutela della salute e sicurezza, dal richiedere ai lavoratori di
riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste
un pericolo grave e immediato;
t) adottare le misure necessarie ai fini della prevenzione incendi,
gestione di pericolo grave e immediato, evacuazione dei luoghi di
lavoro. Tali misure devono essere adeguate alla natura dell’attività,
alle dimensioni dell’azienda o dell’unità produttiva, e al numero delle
persone presenti;
art. 18 - Obblighi delegabili
Antincendio e primo soccorso

e) prendere le misure appropriate affinché soltanto i lavoratori che


hanno ricevuto adeguate istruzioni e specifico addestramento
accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e specifico;
h) adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso
di emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di
pericolo grave, immediato ed inevitabile, abbandonino il posto di
lavoro o la zona pericolosa;
art. 18 - Obblighi delegabili
Informazione, Formazione e addestramento

i) informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un


pericolo grave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni
prese o da prendere in materia di protezione;
l) adempiere agli obblighi di informazione, formazione e
addestramento […];
art. 18 - Obblighi delegabili
Obblighi verso il RLS
n) consentire ai lavoratori di verificare, mediante il rappresentante dei
lavoratori per la sicurezza, l’applicazione delle misure di sicurezza e di
protezione della salute;
o.1) consegnare tempestivamente al rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza, su richiesta di questi e per l'espletamento della sua funzione,
copia del DVR […]; il documento è consultato esclusivamente in azienda
o.2) consentire al RLS di accedere ai dati relativi agli infortuni sul lavoro
denunciati all’INAIL;
p) elaborare il […] DUVRI e, su richiesta di questi e per l’espletamento
della sua funzione, consegnarne tempestivamente copia al RLS. Il
documento è consultato esclusivamente in azienda;
s) consultare il RLS nelle ipotesi di cui all’articolo 50;
art. 18 - Obblighi delegabili
Obblighi verso il RLS

v) nelle unità produttive con più di 15 lavoratori, convocare la riunione


periodica […];
aa) comunicare in via telematica all’INAIL […] in caso di nuova elezione o
designazione, i nominativi dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.
art. 18 - Obblighi delegabili
DUVRI
p) elaborare il documento di cui all’articolo 26, comma 3, […] e, su
richiesta di questi e per l’espletamento della sua funzione,
consegnarne tempestivamente copia ai RLS. Il documento è
consultato esclusivamente in azienda;
u) nell’ambito dello svolgimento di attività in regime di appalto e di
subappalto, munire i lavoratori di apposita tessera di riconoscimento,
corredata di fotografia, contenente le generalità del lavoratore e
l’indicazione del datore di lavoro.
art. 18 - Obblighi delegabili
Obblighi connessi ai CONTROLLI

c) nell’affidare i compiti ai lavoratori, tenere conto delle capacità e delle


condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e alla sicurezza;
d) fornire ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione
individuale, sentito il responsabile del servizio di prevenzione e protezione e
il medico competente, ove presente;
f) richiedere l’osservanza da parte dei singoli lavoratori delle norme
vigenti, nonché delle disposizioni aziendali in materia di sicurezza e di
igiene del lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei
dispositivi di protezione individuali messi a loro disposizione;
z) aggiornare le misure di prevenzione in relazione ai mutamenti
organizzativi e produttivi che hanno rilevanza ai fini della salute e sicurezza
del lavoro, o in relazione al grado di evoluzione della tecnica della
prevenzione e della protezione;
art. 18 - Obblighi delegabili
Impatto sociale ed ambientale
q) prendere appropriati provvedimenti per evitare che le misure tecniche
adottate possano causare rischi per la salute della popolazione o
deteriorare l’ambiente esterno verificando periodicamente la perdurante
assenza di rischio;

Comunicazioni
r.1) comunicare in via telematica all’INAIL […], entro 48 ore dalla ricezione
del certificato medico, a fini statistici e informativi, i dati e le informazioni
relativi agli infortuni sul lavoro che comportino l’assenza dal lavoro di
almeno un giorno, escluso quello dell’evento;
r.2.) comunicare in via telematica all’INAIL […], entro 48 ore dalla
ricezione del certificato medico, a fini assicurativi, i dati e le informazioni
relativi agli infortuni sul lavoro che comportino un’assenza dal lavoro
superiore a tre giorni […];
art. 18 - Obblighi delegabili
Culpa in vigilando

3-bis. Il datore di lavoro e i dirigenti sono tenuti altresì a vigilare in


ordine all’adempimento degli obblighi di […] preposti e lavoratori,
ferma restando l’esclusiva responsabilità dei soggetti obbligati ai
sensi dei medesimi articoli qualora la mancata attuazione dei predetti
obblighi sia addebitabile unicamente agli stessi e non sia riscontrabile
un difetto di vigilanza del datore di lavoro e dei dirigenti.
art. 18 - Obblighi delegabili
Culpa in vigilando

Per culpa in vigilando (C in V) si intende letteralmente “colpa nella


vigilanza”. La C in V viene utilizzata per descrivere la responsabilità
di un fatto illecito accaduto che viene attribuito ai soggetti obbligati
alla sorveglianza di particolari persone che non possono o vengono
ritenute non in grado di rendersi conto delle proprie azioni personali.
La vigilanza del DdL si concretizza pertanto in:

• scegliere preposti capaci di svolgere pienamente il controllo (Culpa


in eligendo);
• stabilire regole e procedure note;
• adottare un codice sanzionatorio interno
art. 18 - Obblighi delegabili
Altri obblighi (verso RSPP e MC)

2. Il datore di lavoro fornisce al servizio di prevenzione e protezione


ed al medico competente informazioni in merito a:
a) la natura dei rischi;
b) l’organizzazione del lavoro, la programmazione e l’attuazione delle
misure preventive e protettive;
c) la descrizione degli impianti e dei processi produttivi;
d) i dati di cui al comma 1, lettera r) e quelli relativi alle malattie
professionali;
e) i provvedimenti adottati dagli organi di vigilanza.
Università degli Studi di Roma Tre
Dipartimento di Ingegneria Industriale Elettronica Meccanica
Sicurezza Industriale e Analisi dei Rischi

Organizzazione della prevenzione aziendale

I Preposti e i Lavoratori:
Obblighi ex artt. 19-20 D. Lgs. 81/08
Il Preposto
Articolo 2, lett. e - Definizione
«preposto»: persona che, in ragione delle competenze professionali e nei
limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico
conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l’attuazione
delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei
lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa.

Articolo 299 - Esercizio di fatto di poteri direttivi


1. Le posizioni di garanzia relative ai soggetti di cui all’articolo 2, comma 1, lettere
b), d) ed e), gravano altresì su colui il quale, pur sprovvisto di regolare investitura,
eserciti in concreto i poteri giuridici riferiti a ciascuno dei soggetti ivi definiti.
Il Preposto - art. 19
1. In riferimento alle attività indicate all’articolo 3 (tutti i settori di attività, privati
e pubblici, e a tutte le tipologie di rischio) i preposti, secondo le loro attribuzioni e
competenze, devono:
a) sovrintendere e vigilare sulla osservanza da parte dei singoli lavoratori
dei loro obblighi di legge, nonché delle disposizioni aziendali in materia di
salute e sicurezza sul lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei
dispositivi di protezione individuale messi a loro disposizione e, in caso di
persistenza della inosservanza, informare i loro superiori diretti;
Il Preposto - art. 19
b) verificare affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate
istruzioni accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e
specifico;
c) richiedere l’osservanza delle misure per il controllo delle situazioni di
rischio in caso di emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso
di pericolo grave, immediato e inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o
la zona pericolosa;
Il Preposto - art. 19
d) informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un
pericolo grave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da
prendere in materia di protezione;
e) astenersi, salvo eccezioni debitamente motivate, dal richiedere ai
lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui
persiste un pericolo grave ed immediato;
Il Preposto - art. 19
f) segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente sia le
deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di
protezione individuale, sia ogni altra condizione di pericolo che si verifichi
durante il lavoro, delle quali venga a conoscenza sulla base della formazione
ricevuta;
g) frequentare appositi corsi di formazione secondo quanto previsto
dall’articolo 37.
Il Lavoratore - definizione
Articolo 2 - Lavoratore
Persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge
un’attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro
pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di
apprendere un mestiere, un’arte o una professione.

Al lavoratore così definito è equiparato: il socio lavoratore di cooperativa o


di società, anche di fatto, che presta la sua attività per conto delle società e
dell’ente stesso; il soggetto beneficiario delle iniziative di tirocini formativi
e di orientamento […]; l’allievo degli istituti di istruzione ed universitari e il
partecipante ai corsi di formazione professionale […]; i volontari del Corpo
nazionale dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile.
Il Lavoratore - obblighi
Articolo 20 - Obblighi dei lavoratori
1. Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di
quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli
effetti delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione, alle
istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro.

2. I lavoratori devono in particolare:


a) contribuire, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti,
all’adempimento degli obblighi previsti a tutela della salute e sicurezza sui
luoghi di lavoro;
b) osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai
dirigenti e dai preposti, ai fini della protezione collettiva ed individuale;
c) utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparati
pericolosi, i mezzi di trasporto, i dispositivi di sicurezza;
d) utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro
disposizione;
Il Lavoratore - obblighi
e) segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto
le deficienze dei mezzi e dei dispositivi, nonché qualsiasi eventuale
condizione di pericolo di cui vengano a conoscenza, adoperandosi
direttamente, in caso di urgenza, nell’ambito delle proprie competenze e
possibilità per eliminare o ridurre le situazioni di pericolo grave e
incombente, dandone notizia al rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza;
Il Lavoratore - obblighi
f) non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di
sicurezza, di segnalazione o di controllo;
g) non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono
di competenza ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di
altri lavoratori;
h) partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati
dal datore di lavoro;
i) sottoporsi ai controlli sanitari previsti dal presente decreto legislativo o
comunque disposti dal medico competente.
Il Lavoratore - obblighi
3. I lavoratori di aziende che svolgono attività in regime di appalto o subappalto,
devono esporre apposita tessera di riconoscimento, corredata di fotografia,
contenente le generalità del lavoratore e l’indicazione del datore di lavoro. Tale
obbligo grava anche in capo ai lavoratori autonomi che esercitano direttamente la
propria attività nel medesimo luogo di lavoro, i quali sono tenuti a provvedervi per
proprio conto.
Università degli Studi di Roma Tre
Dipartimento di Ingegneria Industriale Elettronica Meccanica
Sicurezza Industriale e Analisi dei Rischi

Organizzazione della prevenzione aziendale

I consulenti tecnici:
il ruolo del RSPP e del MC
Il servizio prevenzione e protezione (art.31)

1. Il datore di lavoro organizza il servizio di prevenzione e protezione


all’interno della azienda o della unità produttiva, o incarica persone o
servizi esterni.

2. Gli addetti e i responsabili dei servizi, interni o esterni, devono


possedere specifiche capacità e requisiti professionali.

5. Ove il datore di lavoro ricorra a persone o servizi esterni non è per


questo esonerato dalla propria responsabilità in materia.
Il servizio prevenzione e protezione (art.31)

6. L’istituzione del servizio di prevenzione e protezione all’interno


dell’azienda, ovvero dell’unità produttiva, è comunque obbligatoria nei
seguenti casi:
a) nelle aziende industriali a rischio di incidente rilevante D. Lgs. 334/99;
b) nelle centrali termoelettriche;
c) negli impianti ed installazioni nucleari;
d) nelle aziende per la fabbricazione ed il deposito separato di esplosivi, polveri e
munizioni;
e) nelle aziende industriali con oltre 200 lavoratori;
f) nelle industrie estrattive con oltre 50 lavoratori;
g) nelle strutture di ricovero e cura pubbliche e private con oltre 50 lavoratori.
8. Nei casi di aziende con più unità produttive nonché nei casi di gruppi di
imprese, può essere istituito un unico servizio di prevenzione e
protezione. I datori di lavoro possono rivolgersi a tale struttura per
l’istituzione del servizio e per la designazione degli addetti e del
responsabile.
Il servizio prevenzione e protezione (art.34)

Svolgimento diretto da parte del datore di lavoro


1. Salvo che nei casi di cui all’articolo 31, il datore di lavoro può svolgere
direttamente i compiti propri del servizio di prevenzione e protezione dai
rischi, di primo soccorso, nonché di prevenzione incendi e di evacuazione,
nelle ipotesi previste nell’All.II, dandone preventiva informazione al RLS.
2. Il datore di lavoro che intende svolgere i compiti di cui al comma 1, deve
frequentare corsi di formazione, di durata minima di 16 ore e massima di
48 ore, adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro e relativi
alle attività lavorative
3. Il datore di lavoro che svolge i compiti di cui al comma 1 è altresì tenuto a
frequentare corsi di aggiornamento (5 anni, 6/14 ore).
Il servizio prevenzione e protezione (art.34)

Allegato II
1. Aziende artigiane e industriali fino a 30 lavoratori
2. Aziende agricole e zootecniche fino a 30 lavoratori
3. Aziende della pesca fino a 20 lavoratori
4. Altre aziende fino a 200 lavoratori
Il servizio prevenzione e protezione (art.33)

Compiti
Il Servizio P. e P. provvede:
a) all’individuazione dei fattori di rischio (pericoli, ndr), alla valutazione dei
rischi e all’individuazione delle misure per la sicurezza e la salubrità degli
ambienti di lavoro, nel rispetto della normativa vigente sulla base della
specifica conoscenza dell’organizzazione aziendale (risk assessment);
b) ad elaborare, per quanto di competenza, le misure preventive e
protettive di cui all’articolo 28 e i sistemi di controllo di tali misure;
c) ad elaborare le procedure di sicurezza per le varie attività aziendali;
d) a proporre i programmi di informazione e formazione dei lavoratori;
e) a partecipare alla riunione periodica di cui all’articolo 35;
f) a fornire ai lavoratori le informazioni di cui all’articolo 36.

3. Il servizio di prevenzione e protezione è utilizzato dal datore di lavoro.


Il servizio prevenzione e protezione (art.32)

Capacità e requisiti
1. I requisiti professionali dei responsabili e degli addetti devono essere adeguati alla natura
dei rischi presenti sul luogo di lavoro e relativi alle attività lavorative.

2.1. […] è necessario essere in possesso di diploma di istruzione secondaria superiore nonché
di un attestato di frequenza, con verifica dell’apprendimento (VdA), a specifici corsi di
formazione (Modulo A(28) e Modulo B(12-68)).

2.2. Per lo svolgimento della funzione di RSPP è necessario possedere anche un attestato di
frequenza, con VdA, a specifici corsi di formazione in materia di ergonomia, stress lavoro-
correlato, organizzazione e gestione, tecniche di comunicazione etc. (Modulo C(24)).

5. Coloro che sono in possesso di laurea […] magistrale sono esonerati dalla frequenza ai
corsi di formazione A e B.

6. I responsabili e gli addetti dei servizi di prevenzione e protezione sono tenuti a frequentare
corsi di aggiornamento (5 anni, 28/60).
Il medico competente (art. 38)
Il medico competente (art. 38)
Titoli e requisiti del medico competente
1. Per svolgere le funzioni di medico competente è necessario possedere uno
dei seguenti titoli o requisiti:
a) specializzazione in medicina del lavoro o in medicina preventiva dei
lavoratori e psicotecnica;
b) docenza in medicina del lavoro o in medicina preventiva dei lavoratori e
psicotecnica o in tossicologia industriale o in igiene industriale o in
fisiologia e igiene del lavoro o in clinica del lavoro; […]
3. Per lo svolgimento delle funzioni di M.C. è altresì necessario partecipare
al programma di educazione continua in medicina […]
4. I medici in possesso dei titoli e dei requisiti di cui al presente articolo
sono iscritti nell’elenco dei medici competenti istituito presso il Ministero
del lavoro, della salute e delle politiche sociali.
Il medico competente (art. 39)
Svolgimento dell’attività di medico competente

1. L’attività di medico competente è svolta secondo i principi della


medicina del lavoro e del Codice etico della Commissione internazionale
di salute occupazionale (ICOH).
Il medico competente – Codice etico
Codice Etico Internazionale per gli Operatori di Medicina del Lavoro.
1. La Medicina del Lavoro è al servizio della salute e del benessere sociale
dei lavoratori.
2. Agli Operatori di Medicina del Lavoro spetta il compito di proteggere la
vita e la salute del lavoratore, nel rispetto della dignità umana e nel
mantenimento dei più alti principi etici durante l’attuazione delle strategie e
dei programmi di Medicina del Lavoro.
Integrità nella condotta professionale, imparzialità, segreto professionale e
rispetto della privacy del lavoratore fanno parte di questi obblighi.
3. Gli Operatori di Medicina del Lavoro sono esperti che devono godere
della piena indipendenza professionale nello svolgimento delle loro
funzioni.
Il medico competente (art. 39)
Svolgimento dell’attività di medico competente
2. Il medico competente svolge la propria opera in qualità di:
a) dipendente o collaboratore di una struttura esterna pubblica o privata,
convenzionata con l’imprenditore;
b) libero professionista;
c) dipendente del datore di lavoro.
5. Il medico competente può avvalersi, per accertamenti diagnostici, della
collaborazione di medici specialisti scelti in accordo con il datore di lavoro
6. Nei casi di aziende con più unità produttive, nei casi di gruppi d’imprese
nonché qualora la valutazione dei rischi ne evidenzi la necessità, il datore di
lavoro può nominare più medici competenti individuando tra essi un
medico con funzioni di coordinamento.
Il medico competente - Obblighi (art. 25)
a) collabora con il datore di lavoro e con il servizio di prevenzione e
protezione alla valutazione dei rischi, anche ai fini della programmazione,
ove necessario, della sorveglianza sanitaria, alla predisposizione della
attuazione delle misure per la tutela della salute e della integrità psico-fisica
dei lavoratori, all’attività di formazione e informazione nei confronti dei
lavoratori, per la parte di competenza, e alla organizzazione del servizio di
primo soccorso […]
b) programma ed effettua la sorveglianza sanitaria […];
c) istituisce, aggiorna e custodisce una cartella sanitaria e di rischio per
ogni lavoratore sottoposto a sorveglianza sanitaria; tale cartella è conservata
con salvaguardia del segreto professionale […];
d) consegna al datore di lavoro, alla cessazione dell’incarico, la
documentazione sanitaria in suo possesso, nel rispetto delle disposizioni […]
(privacy);
Il medico competente - Obblighi (art. 25)
e) consegna al lavoratore, alla cessazione del rapporto di lavoro, copia della
cartella sanitaria e di rischio […]; l’originale della cartella sanitaria e di
rischio va conservata […] da parte del datore di lavoro, per almeno dieci
anni […];
g) fornisce informazioni ai lavoratori sul significato della sorveglianza
sanitaria cui sono sottoposti e, nel caso di esposizione ad agenti con effetti a
lungo termine, sulla necessità di sottoporsi ad accertamenti sanitari anche
dopo la cessazione della attività che comporta l’esposizione a tali agenti;
i) comunica per iscritto, in occasione delle riunioni di cui all’articolo 35 i
risultati anonimi collettivi della sorveglianza sanitaria effettuata […];
l) visita gli ambienti di lavoro almeno una volta all’anno […];
n) comunica, mediante autocertificazione, il possesso dei titoli e requisiti al
Ministero del lavoro.
Il medico competente - S.S. (art. 41)
2. La sorveglianza sanitaria comprende:
a) visita medica preventiva;
b) visita medica periodica per controllare lo stato di salute dei lavoratori ed
esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica. La periodicità di
tali accertamenti, qualora non prevista dalla relativa normativa, viene
stabilita, di norma, in una volta l’anno. […];
c) visita medica su richiesta del lavoratore, qualora sia ritenuta dal medico
competente correlata ai rischi professionali o alle sue condizioni di salute,
suscettibili di peggioramento a causa dell’attività lavorativa svolta […];
d) visita medica in occasione del cambio della mansione onde verificare
l’idoneità alla mansione specifica;
e) visita medica alla cessazione del rapporto di lavoro […].
e-bis) visita medica preventiva in fase preassuntiva;
e-ter) visita medica precedente alla ripresa del lavoro, a seguito di assenza
per motivi di salute di durata superiore ai sessanta giorni continuativi […];
Il medico competente - S.S. (art. 41)
2-bis. Le visite mediche preventive possono essere svolte in fase
preassuntiva, su scelta del datore di lavoro, dal medico competente o dai
dipartimenti di prevenzione delle ASL.
3. Le visite mediche preassuntive non possono essere effettuate per accertare
stati di gravidanza;
4. Le visite mediche di S.S., a cura e spese del datore di lavoro,
comprendono gli esami clinici e biologici e indagini diagnostiche mirati al
rischio ritenuti necessari dal medico competente. […] Nei casi ed alle
condizioni previste dall’ordinamento le visite suddette possono essere altresì
finalizzate alla verifica di assenza di condizioni di alcol dipendenza e di
assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti.
5. Gli esiti della visita medica devono essere allegati alla cartella sanitaria e
di rischio;
Il medico competente - S.S. (art. 41)
6. Il medico competente, sulla base delle risultanze delle visite mediche di
S.S. cui al comma 2, esprime uno dei seguenti giudizi:
a) idoneità;
b) idoneità parziale (temp. o perm.), con prescrizioni o limitazioni;
c) inidoneità temporanea;
d) inidoneità permanente.
6-bis. Il medico competente esprime il proprio giudizio per iscritto dando
copia del giudizio medesimo al lavoratore e al datore di lavoro.
7. Nel caso di espressione del giudizio di inidoneità temporanea vanno
precisati i limiti temporali di validità.
9. Avverso i giudizi del M.C. è ammesso ricorso, entro trenta giorni dalla
data di comunicazione del giudizio medesimo, all’organo di vigilanza
territorialmente competente che dispone, dopo eventuali ulteriori
accertamenti, la conferma, la modifica o la revoca del giudizio stesso.
Il medico competente - S.S. (art. 42)
Provvedimenti in caso di inidoneità alla mansione specifica
1. Il datore di lavoro in relazione ai giudizi espressi dal M.C. attua le misure
indicate e qualora le stesse prevedano un’inidoneità alla mansione specifica
adibisce il lavoratore, ove possibile, a mansioni equivalenti o, in difetto, a
mansioni inferiori garantendo il trattamento corrispondente alle mansioni di
provenienza.
Università degli Studi di Roma Tre
Dipartimento di Ingegneria Industriale Elettronica Meccanica
Sicurezza Industriale e Analisi dei Rischi

Organizzazione della prevenzione aziendale

Il Rappresentante dei Lavoratori per la


Sicurezza - RLS
RLS
Articolo 2, lett. i - Definizione
«rappresentante dei lavoratori per la sicurezza»: persona eletta o
designata per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti
della salute e della sicurezza durante il lavoro.
RLS
Articolo 47 - Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
2. In tutte le aziende, o unità produttive, è eletto o designato il
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.
3. Nelle aziende o unità produttive che occupano fino a 15 lavoratori il
r.l.s. è di norma eletto direttamente dai lavoratori al loro interno oppure è
individuato per più aziende nell’ambito territoriale o del comparto
produttivo.
4. Nelle aziende o unità produttive con più di 15 lavoratori il r.l.s. è eletto
o designato dai lavoratori nell’ambito delle rappresentanze sindacali in
azienda. In assenza di tali rappresentanze, il rappresentante è eletto dai
lavoratori della azienda al loro interno.
Rappresentanze sindacali in azienda.
RSU. La rappresentanza sindacale unitaria (RSU), è un organo collettivo rappresentativo di
tutti i lavoratori, senza alcun riferimento alla loro iscrizione ad un sindacato, che sono
occupati in una stessa realtà lavorativa, pubblica o privata.
RSA. La Rappresentanza Sindacale Aziendale (RSA) è eletta dagli iscritti ad un particolare
sindacato. La RSA tutela i soli iscritti al sindacato.
RLS
Articolo 47 - Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
6. L’elezione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza […], avviene
di norma in corrispondenza della giornata nazionale per la salute e sicurezza
sul lavoro […] (28 aprile).
7. In ogni caso il numero minimo dei rappresentanti è il seguente:
a) un rappresentante nelle aziende ovvero unità produttive sino a 200
lavoratori;
b) tre rappresentanti nelle aziende ovvero unità produttive da 201 a 1.000
lavoratori;
c) sei rappresentanti in tutte le altre aziende o unità produttive oltre i 1.000
lavoratori.
8. Qualora non si proceda alle elezioni, le funzioni di rappresentante dei
lavoratori per la sicurezza sono esercitate dai rappresentanti territoriali o
di sito produttivo.
RLS
Articolo 50 – Attribuzione dell’R.l.s.
1. Fatto salvo quanto stabilito in sede di contrattazione collettiva, il
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza:

a) accede ai luoghi di lavoro in cui si svolgono le lavorazioni;


b) è consultato preventivamente e tempestivamente in ordine alla
valutazione dei rischi, alla individuazione, programmazione,
realizzazione e verifica della prevenzione nella azienda o unità
produttiva;
c) è consultato sulla designazione del responsabile e degli addetti al
servizio di prevenzione, alla attività di prevenzione incendi, al primo
soccorso, alla evacuazione dei luoghi di lavoro e del medico
competente;
RLS
Articolo 50 – Attribuzione dell’R.l.s.
d) è consultato in merito all’organizzazione della formazione;
e) riceve le informazioni e la documentazione aziendale inerente alla
valutazione dei rischi e le misure di prevenzione relative, nonché
quelle inerenti alle sostanze ed ai preparati pericolosi, alle macchine,
agli impianti, alla organizzazione e agli ambienti di lavoro, agli
infortuni ed alle malattie professionali;
RLS
Articolo 50 – Attribuzione dell’R.l.s.
f) riceve le informazioni provenienti dai servizi di vigilanza;
g) riceve una formazione adeguata (32 ore e 8/anno aggiornamento);
h) promuove l’elaborazione, l’individuazione e l’attuazione delle
misure di prevenzione idonee a tutelare la salute e l’integrità fisica dei
lavoratori;
i) formula osservazioni in occasione di visite e verifiche effettuate
dalle autorità competenti, dalle quali è, di norma, sentito;
RLS
Articolo 50 – Attribuzione dell’R.l.s.
l) partecipa alla riunione periodica di cui all’articolo 35;
m) fa proposte in merito alla attività di prevenzione;
n) avverte il responsabile della azienda dei rischi individuati nel corso
della sua attività;
o) può fare ricorso alle autorità competenti qualora ritenga che le
misure di prevenzione e protezione dai rischi adottate dal datore di
lavoro o dai dirigenti e i mezzi impiegati per attuarle non siano idonei
a garantire la sicurezza e la salute durante il lavoro.
RLS
Articolo 50 – Attribuzione dell’R.l.s.
2. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza deve disporre del tempo
necessario allo svolgimento dell’incarico senza perdita di retribuzione (100
ore/anno NdR), nonché dei mezzi e degli spazi necessari per l’esercizio delle
funzioni e delle facoltà riconosciutegli.
4. Il R.l.s., su sua richiesta e per l’espletamento della sua funzione, riceve
copia del DVR.
5. I R.l.s. dell’impresa committente e delle imprese appaltatrici, ricevono
copia del DUVRI.
6. Il R.l.s. è tenuto al rispetto delle disposizioni di cui al decreto legislativo
30 giugno 2003, n. 196 e del segreto industriale relativamente alle
informazioni contenute nel DVR e nel DUVRI.
7. L’esercizio delle funzioni di R.l.s. è incompatibile con la nomina di
RSPP o ASPP.
RLS
Articolo 48 – R.l.s. T
1. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale esercita le
competenze del r.l.s. […] con riferimento a tutte le aziende o unità
produttive del territorio o del comparto di competenza nelle quali non sia
stato eletto o designato il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.
2. Le modalità di elezione o designazione del R.l.s. T sono individuate dagli
accordi […], stipulati dalle associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori
comparativamente più rappresentative sul piano nazionale (OO. SS. ed Enti
bilaterali).
3. Tutte le aziende o unità produttive nel cui ambito non è stato eletto o
designato il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza partecipano al
Fondo di cui all’articolo 52.
RLS
Articolo 48 – R.l.s. T
4. Per l’esercizio delle proprie attribuzioni, il R.l.s. T accede ai luoghi di lavoro nel
rispetto delle modalità e del termine di preavviso individuati dagli accordi di cui al
comma 2. Il termine di preavviso non opera in caso di infortunio grave.

5. Ove l’azienda impedisca l’accesso al r.l.s. T, questi lo comunica […] all’organo di


vigilanza territorialmente competente.

7. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale ha diritto ad una


formazione particolare concernente i rischi specifici esistenti negli ambiti in cui
esercita la propria rappresentanza, tale da assicurargli adeguate competenze sulle
principali tecniche di controllo e prevenzione dei rischi stessi. […] il percorso
formativo minimo è pari a 64 ore iniziali, da effettuarsi entro 3 mesi dalla data di
elezione o designazione, e 8 ore di aggiornamento annuale.
8. L’esercizio delle funzioni di rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
territoriale è incompatibile con l’esercizio di altre funzioni sindacali operative.
RLS
Articolo 49 – R.l.s. SP
1. Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza di sito produttivo sono
individuati nei seguenti specifici contesti produttivi caratterizzati dalla
compresenza di più aziende o cantieri:
a) i porti;
b) centri intermodali di trasporto;
c) impianti siderurgici;
d) cantieri con almeno 30.000 uomini-giorno;
e) contesti produttivi con complesse problematiche legate alla interferenza
delle lavorazioni e da un numero complessivo di addetti mediamente
operanti nell’area superiore a 500.
2. Il R.l.s. SP è individuato, su loro iniziativa, tra i rappresentanti dei
lavoratori per la sicurezza delle aziende operanti nel sito produttivo.
RLS
Articolo 52 - Sostegno alla p.m.i., ai R.l.s. T, e alla pariteticità

1. Presso l’INAIL è costituito il fondo di sostegno.


Il fondo […] ha quali obiettivi il:
a) sostegno ed il finanziamento […] delle attività dei R.l.s. T, anche con riferimento
alla formazione;
b) finanziamento della formazione dei DdL delle p.m.i., dei piccoli imprenditori
[…], dei lavoratori stagionali del settore agricolo e dei lavoratori autonomi;
c) sostegno delle attività degli organismi paritetici.
2. Il fondo è finanziato:
a) da un contributo delle aziende che si avvalgono di R.l.s. T, in misura pari a due
ore lavorative annue per ogni lavoratore occupato presso l’azienda ovvero l’unità
produttiva […].
3-bis. In fase di prima attuazione il fondo è alimentato con i residui iscritti nel
bilancio dell’INAIL […].
4. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale redige una relazione
annuale sulla attività svolta, da inviare al Fondo.
Università degli Studi di Roma Tre
Dipartimento di Ingegneria Industriale Elettronica Meccanica
Sicurezza Industriale e Analisi dei Rischi

Sicurezza del Lavoro


Riunione periodica art. 35
Art. 35 – Riunione periodica
1. Nelle aziende e nelle unità produttive che occupano più di 15 lavoratori, il datore
di lavoro, direttamente o tramite il servizio di prevenzione e protezione dai rischi,
indice almeno una volta all’anno una riunione cui partecipano:

a) il datore di lavoro o un suo rappresentante;


b) il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi;
c) il medico competente, ove nominato;
d) il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.
Art. 35 – Riunione periodica
gli Input
Nel corso della riunione il datore di lavoro sottopone all’esame dei partecipanti:

a) il documento di valutazione dei rischi;

b) l’andamento degli infortuni e delle malattie professionali e della sorveglianza


sanitaria;

c) i criteri di scelta, le caratteristiche tecniche e l’efficacia dei dispositivi di


protezione individuale;

d) i programmi di informazione e formazione.


Art. 35 – Riunione periodica
gli Output
Nel corso della riunione possono essere individuati:

a) codici di comportamento e buone prassi per prevenire i rischi di infortuni e di


malattie professionali;

b) obiettivi di miglioramento della sicurezza complessiva sulla base delle linee


guida per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro.
Art. 35 – Riunione periodica
La riunione ha altresì luogo in occasione di eventuali significative variazioni delle
condizioni di esposizione al rischio, compresa la programmazione e l’introduzione
di nuove tecnologie che hanno riflessi sulla sicurezza e salute dei lavoratori.

Nelle unità produttive che occupano fino a 15 lavoratori è facoltà del rappresentante
dei lavoratori per la sicurezza chiedere la convocazione di un’apposita riunione.

5. Della riunione deve essere redatto un verbale che è a disposizione dei partecipanti
per la sua consultazione.
Università degli Studi di Roma Tre
Dipartimento di Ingegneria Industriale Elettronica Meccanica
Sicurezza Industriale e Analisi dei Rischi

Sicurezza del Lavoro

D.U.V.R.I. Obblighi art. 26 (DUVRI)


Art. 26 - DUVRI
Articolo 26 - Obblighi connessi ai contratti d’appalto
Il datore di lavoro, in caso di affidamento di lavori, servizi e forniture
all’impresa appaltatrice o a lavoratori autonomi all’interno della propria
azienda, o di una singola unità produttiva della stessa […]:

a) Verifica […] l’idoneità tecnico professionale delle imprese appaltatrici


o dei lavoratori autonomi in relazione ai lavori, ai servizi e alle forniture da
affidare. La verifica è eseguita, per lo meno, attraverso le seguenti modalità:
1) acquisizione del CCIA;
2) acquisizione dell’autocertificazione dell’impresa appaltatrice o dei lavoratori
autonomi del possesso dei requisiti di idoneità tecnico professionale […]
Art. 26 - DUVRI
b) fornisce dettagliate informazioni sui rischi specifici (agenti materiali)
esistenti nell’ambiente e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate
in relazione alla propria attività (Mappatura dei pericoli)

In caso di affidamento lavori, i datori di lavoro (anche in subappalto):

a) cooperano all’attuazione delle misure di prevenzione e protezione dai


rischi sul lavoro incidenti sull’attività lavorativa oggetto dell’appalto;

b) coordinano gli interventi di protezione e prevenzione dai rischi cui sono


esposti i lavoratori, informandosi reciprocamente anche al fine di
eliminare rischi dovuti alle interferenze tra i lavori delle diverse imprese
coinvolte nell’esecuzione dell’opera complessiva.
Art. 26 - DUVRI
Il datore di lavoro committente promuove la cooperazione e il
coordinamento, elaborando un unico documento di valutazione dei rischi
(DUVRI) che indichi le misure adottate per eliminare o, ove ciò non sia
possibile, ridurre al minimo i rischi da interferenze.

Ovvero…
Art. 26 - DUVRI
…Ovvero
individuando, un proprio incaricato, in possesso di formazione, esperienza
e competenza professionali, adeguate e specifiche in relazione all’incarico
conferito, nonché di periodico aggiornamento e di conoscenza diretta
dell’ambiente di lavoro, per sovrintendere a tali cooperazione e
coordinamento.

Questa facoltà è concessa solo ai settori di attività a basso rischio di infortuni e malattie
professionali, con riferimento sia all’attività del datore di lavoro committente sia alle attività
dell’impresa appaltatrice e/o dei lavoratori autonomi
Art. 26 - DUVRI
L’elaborazione del DUVRI, non è dovuta in caso di:

- Affidamento di servizi di natura intellettuale;


- Mera fornitura di materiali o attrezzature;
- Lavori o servizi la cui durata non è superiore a cinque uomini-giorno -
u.g. (sempre che essi non comportino rischi di incendio elevato[…], attività in
ambienti confinati […], presenza di agenti cancerogeni, mutageni o biologici, di
amianto o di atmosfere esplosive […]).

Per uomini-giorno si intende l’entità presunta dei lavori rappresentata dalla somma delle
giornate di lavoro necessarie considerata con riferimento all’arco temporale di un anno
dall’inizio dei lavori.

u.g. = ∑%
$&' "#$ ; con N= numero lavoratori coinvolti
Art. 26 - DUVRI
Risposta in solido
Ferme restando le disposizioni di legge vigenti in materia di responsabilità
solidale per il mancato pagamento delle retribuzioni e dei contributi
previdenziali e assicurativi, l’imprenditore committente risponde in solido
con l’appaltatore (e con i subappaltatori), per tutti i danni (cagionati da
agenti materiali da interferenza e non da «rischi specifici») per i quali il
lavoratore, dipendente dall’appaltatore o dal subappaltatore, non risulti
indennizzato (INAIL).
Art. 26 - DUVRI
Nei singoli contratti devono essere specificamente indicati, a pena di nullità dei
contratti stessi (art. 1418 C.C), i costi delle misure adottate per eliminare o ridurre
al minimo i rischi derivanti dalle interferenze delle lavorazioni.

A tali dati possono accedere, su richiesta, il rappresentante dei lavoratori per la


sicurezza e gli organismi locali delle organizzazioni sindacali dei lavoratori
comparativamente più rappresentative a livello nazionale.

Nell’ambito dello svolgimento di attività in regime di appalto o subappalto, il


personale occupato dall’impresa appaltatrice o subappaltatrice deve essere munito di
apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografia, contenente le generalità
del lavoratore e l’indicazione del datore di lavoro.
Università degli Studi di Roma Tre
Dipartimento di Ingegneria Industriale Elettronica Meccanica
Sicurezza Industriale e Analisi dei Rischi

Le sanzioni
Reati
I reati si distinguono in delitti e contravvenzioni.

I delitti e le contravvenzioni si distinguono a seconda della specie di


pena prevista dal codice penale.

I delitti sono quei reati per cui è prevista la pena dell'ergastolo, della
reclusione (fino a 24 anni) o della multa.

Le contravvenzioni sono quei reati per cui è prevista la pena


dell'arresto (fino a 3 anni) e/o dell'ammenda.

Il solo criterio di distinzione tra D. e C. è quello formale della diversa


specie di pena ad essi collegate (ex artt. 17 e 39 CP): le pene principali per
i delitti sono l'ergastolo, la reclusione e la multa mentre le pene principali
per le contravvenzioni sono l'arresto e l'ammenda.
Reati
Tra le principali differenze di disciplina, si evidenzia che sotto il
profilo psicologico, tutte le contravvenzioni sono punibili sia a titolo
di dolo che a titolo di colpa; mentre, per i delitti, è necessario
procedere alla valutazione della presenza di dolo.
Dolo: l'autore del reato agisce con volontà ed è cosciente delle conseguenze
della sua azione od omissione;
Colpa: l'autore del reato, pur agendo con volontà, non ha in alcun modo
coscienza delle conseguenze della sua azione e, allo stesso tempo, l'evento si
verifica a causa di negligenza, imprudenza, imperizia, inosservanza di leggi.
Preterintenzione: l'autore del reato agisce con volontà, tuttavia egli è
cosciente di commettere un altro reato rispetto a quello che, in effetti, si
produce a causa delle sua condotta.
Illecito amministrativo
Illecito amministrativo: violazione di una norma giuridica cui viene
comminata una sanzione amministrativa

Sanzione amministrativa: punizione (pecuniaria) conseguente alla


violazione di una norma giuridica.

Il D. Lgs. 81/08 prevede pene per contravvenzioni e/o sanzioni


amministrative.
Il D. Lgs. 81/08 non punisce delitti.
Punizioni per violazioni di obblighi
Due esempi.
1. Art. 18, comma 1, lett. a)
«nominare il medico competente per l’effettuazione della sorveglianza
sanitaria nei casi previsti dal presente decreto legislativo»
La violazione costituisce reato (CONTRAVVENZIONE) ed è punita
penalmente con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.500 a
6.000 euro

2. Art. 18, comma 1, lett. g-bis)


«nei casi di sorveglianza sanitaria di cui all’articolo 41, comunicare
tempestivamente al medico competente la cessazione del rapporto di
lavoro»
La violazione costituisce illecito amministrativo ed è punita con una
sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 1.800 euro
Sanzioni per i lavoratori

I lavoratori possono essere puniti secondo le modalità previste


dall’art. 59 ovvero:

Contravvenzione
a) con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda da 219,20 a 657,60
euro per la violazione degli articoli 20, comma 2, lettere b), c), d),
e), f), g), h) e i), e 43, comma 3, primo periodo;

Sanzione amministrativa
b) con la sanzione pecuniaria da 54,80 a 328,80 euro per la violazione
dell’articolo 20 comma 3.
Sanzioni per i lavoratori
Contravvenzione
articoli 20, comma 2, lettere b), c), d), e), f), g), h) e i), e 43, comma 3, primo
periodo;

b) osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e


dai preposti;
c) utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e le miscele pericolose,
nonché i dispositivi di sicurezza;
d) utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione;
e) segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze
dei mezzi e dei dispositivi;
f) non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di
segnalazione o di controllo;
g) non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro
competenza;
h) partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore di
lavoro;
Sanzioni per i lavoratori
Sanzione amministrativa
articolo 20 comma 3.

I lavoratori di aziende che svolgono attività in regime di appalto o subappalto,


devono esporre apposita tessera di riconoscimento, corredata di fotografia,
contenente le generalità del lavoratore e l’indicazione del datore di lavoro.
Tale obbligo grava anche in capo ai lavoratori autonomi che esercitano
direttamente la propria attività nel
medesimo luogo di lavoro, i quali sono tenuti a provvedervi per proprio conto
Sanzioni per i preposti
I preposti, nei limiti delle proprie attribuzioni e competenze, sono
puniti:
a) con l’arresto fino a due mesi o con l’ammenda da 438,40 a
1.315,20 euro per la violazione dell’articolo 19, comma 1, lettere a),
c), e) ed f);
a) sovrintendere e vigilare sulla osservanza da parte dei singoli lavoratori dei loro obblighi
di legge, nonché delle disposizioni aziendali in materia di salute e sicurezza sul lavoro etc.
e, in caso di persistenza della inosservanza, informare i loro superiori diretti;
c) richiedere l’osservanza delle misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di
emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato e
inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa;
e) astenersi, salvo eccezioni debitamente motivate, dal richiedere ai lavoratori di
riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave ed
immediato;
f) segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente sia le deficienze dei mezzi e
delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale etc.
Sanzioni per i preposti
I preposti, nei limiti delle proprie attribuzioni e competenze, sono
puniti:
b) con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda da 219,20 a
876,80 euro per la violazione dell’articolo 19, comma 1, lettere b),
d) e g)

b) verificare affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni


accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e specifico;
d) informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo
grave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in
materia di protezione;
g) frequentare appositi corsi di formazione secondo quanto previsto dall’art. 37
Università degli Studi di Roma Tre
Dipartimento di Ingegneria Industriale Elettronica Meccanica
Sicurezza Industriale e Analisi dei Rischi

I Rischi specifici
Campo di applicazione

Le norme del titolo VII si applicano alle attività


lavorative che comportano l’uso di attrezzature munite
di videoterminali.

Non si applicano ai lavoratori addetti a (omissis),


macchine calcolatrici, registratori di cassa, attrezzature
munite di piccolo dispositivo di visualizzazione di dati o
misure.
DEFINIZIONI

Videoterminale: uno schermo alfanumerico o grafico a


prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione
utilizzato;

Posto di Lavoro: l’insieme che comprende le attrezzature munite


di videoterminale, eventualmente con tastiera ovvero altro
sistema di immissione dati, ovvero software per l’interfaccia
uomo macchina, gli accessori opzionali, le apparecchiature
connesse, comprendente l’unità a dischi, il telefono, il modem,
la stampante, il supporto per i documenti, la sedia, il piano di
lavoro, nonché l’ambiente circostante
Lavoratore Videoterminalista: il lavoratore che utilizza una attrezzatura
munita di VDT in modo sistematico e abituale per almeno 20 ore
settimanali, dedotte le interruzioni.
Videoterminale
Lavoratore

Posto di
lavoro
Il Datore di Lavoro , all’atto della valutazione del rischio,
analizza i posti di lavoro con particolare riguardo:

a) ai rischi per la vista e per gli occhi;


b) ai problemi legati alla postura e all’affaticamento fisico e
mentale;
c) alle condizioni ergonomiche e di igiene ambientale;
 1. Il Datore di Lavoro adotta le misure appropriate per
ovviare ai rischi riscontrati in base alle valutazioni
eseguite, anche tenendo conto della combinazione
della incidenza dei rischi riscontrati.

 2. Il datore di Lavoro predispone i posti di lavoro in


conformità ai requisiti minimi di cui all’All. XXXIV
(vedi dopo).
 1. Il lavoratore videoterminalista, ha diritto ad una interruzione della sua
attività mediante pause ovvero cambiamento di attività.

 2. Le modalità di tali interruzioni sono stabilite dalla contrattazione


collettiva, anche aziendale.

 3. In assenza di una disposizione contrattuale riguardante l’interruzione di


cui al comma 1, il lavoratore comunque ha diritto ad una pausa di 15
minuti ogni 120 minuti di applicazione continuativa al videoterminale.

 4. Le modalità e la durata delle interruzioni possono essere stabilite


temporaneamente a livello individuale
ove il medico competente ne evidenzi la necessità.
 5. E’ comunque esclusa la cumulabilità delle interruzioni all’inizio e
al termine dell’orario di lavoro.
 6. Nel computo dei tempi di interruzione non sono
compresi i tempi di attesa della risposta da parte del
sistema elettronico, che sono considerati, a tutti gli
effetti, tempo di lavoro, ove il lavoratore non possa abbandonare il
posto di lavoro.
 7. La pausa è considerata a tutti gli effetti parte
integrante dell’orario di lavoro e, come tale, non è riassorbibile
all’interno di accordi che prevedono la
riduzione dell’orario complessivo di lavoro.
1. I lavoratori, sono sottoposti alla sorveglianza sanitaria
prevista dall’ art. 41 con particolare riferimento a:

 Rischi per la vista e gli


occhi;

 Rischi per l’apparato


muscolo-scheletrico.
2. In base alle risultanze degli accertamenti di cui al punto
precedente, i lavoratori vengono classificati in:

 Idonei;
 Idonei con prescrizioni;
 Non idonei;
3. I lavoratori classificati come idonei con prescrizioni ed i lavoratori che
abbiano compiuto il cinquantesimo anno di età sono sottoposti a visita di
controllo con periodicità almeno biennale. La periodicità è quinquennale
per gli altri.

4. Il lavoratore è sottoposto a controllo oftalmologico a sua richiesta, ogni


qualvolta sospetti una sopravvenuta alterazione della funzione visiva,
confermata dal medico competente.

5. La spesa relativa alla dotazione di dispositivi speciali (ossia in aggiunta


a quelli normali di correzione, eventualmente già utilizzati dal lavoratore)
in funzione dell’attività svolta è a carico del datore di lavoro.
1. In ottemperanza a quanto previsto in capo agli obblighi
riguardanti Informazione e Formazione, il Datore di Lavoro
fornisce ai lavoratori, in particolare:

a. Le misure applicabili ai luoghi di lavoro;


b. Le modalità di svolgimento dell’attività;
c. La protezione degli occhi e della vista.
SINTOMI

 Bruciore, lacrimazione;
 Senso di corpo estraneo;
 Ammiccamento frequente;
 Fastidio alla luce, pesantezza;
 Visione annebbiata o sdoppiata;
 Stanchezza alla lettura;
 Cefalea

Sono disturbi REVERSIBILI.


PRINCIPALI CAUSE

 Illuminazione inadatta;
 Riflessi da superfici lucide;
 Luce diretta su monitor o occhi;
 Presenza di superfici di colore estremo (bianco o nero);
 Difettosità del monitor;
 Impegno visivo statico, ravvicinato, protratto nel tempo;
COME PREVENIRE

 Ai primi sintomi fare piccole pause;


 Socchiudere le palpebre per 1/2 minuti;
 Distogliere lo sguardo dagli oggetti vicini;
 Verificare l’illuminazione e le tende;
 Eliminare riflessi e/o abbagliamenti;
 Seguire con lo sguardo il perimetro del soffitto;
SENSAZIONI

 Senso di peso;
 Intorpidimento;
 Rigidità di:
• Collo;
• Schiena;
• Spalle;
• Braccia;
• Mani;
PRINCIPALI CAUSE

 Posizione di lavoro scorretta;


 Errata scelta degli arredi;
 Posizione di lavoro fissa e mantenuta per lungo tempo;
 Movimenti rapidi e ripetitivi delle mani (uso di tastiera e
mouse)
COME PREVENIRE
 Verificare che la parte alta del monitor sia al livello degli
occhi;
 Verificare la distanza del monitor e della tastiera;
 Regolare altezza e inclinazione della sediea;
 Ai primi sintomi di dolore al collo concedrsi una pausa
alzandosi e muovendosi;
TRONCO

 Posizione eretta, tra 90° e 110° per


evitare compressioni pelvico
addominali, appoggio tratto lombare;
GAMBE

 A circa 90° per ridurre l’affaticamento e


facilitare la circolazione. Piedi ben
piantati a terra e sul poggi-piedi;
BRACCIA

 Piegate a 90°, avambracci appoggiati


nello spazio tra bordo tavolo e tastiera
(15 cm);
OCCHI

 Distanza occhi monitor tra i 50 e i 70


cm. Il bordo superiore del monito deve
essere posto ad altezza occhi.
DEVE ESSERE
 con bordi arrotondati;
 di colore neutro e superficie opaca;
 regolabile in altezza (67-77 cm) o
ad altezza fissa (72 cm);
 profondo 70-80-90 cm;
 largo 90-120-160 cm;
 comunque di dimensioni sufficienti
per permettere una disposizione
flessibile delle attrezzature;
DEVE ESSERE
 stabile;
 con 5 razze;
 girevole;
 senza braccioli (o arrotondati);
 regolabile:
 Sedile (alto/basso)
 Schienale (alto/basso, inclinazione);
 Traspirante e lavabile;
DEVE ESSERE
 orientabile e inclinabile;
 con superficie antiriflettente;
 con luminosità e contrasto
regolabile;
 con immagine stabile;
 con caratteri leggibili;
 la parte retrostante lontana da
pareti;
DEVE ESSERE
 inclinabile e separata dal monitor;
 lontana 15 cm dal bordo del piano
di lavoro;
 con superficie opaca e di colore
neutro;
 con simboli chiari;
DEVE
 garantire una buona ergonomia;
 essere utilizzato avendo cura di
poggiare l’avambraccio sul piano
di lavoro;
DEVE AVERE
 largezza 45 cm;
 profondità 35 cm;
 inclinazione 10°-20°;
 superficie in materiale antiscivolo;
POSIZIONE SCORRETTA
POSIZIONE SCORRETTA
POSIZIONE CORRETTA
L’evento elettrocuzione si manifesta quando, in seguito all’applicazione
di una differenza di potenziale fra due o più punti del corpo umano,
questo viene percorso da corrente.
La condizione di elevato pericolo è direttamente proporzionale:

all’intensità di corrente attraverso il corpo umano;


durata del contatto con parti in tensione (msec.).

Inoltre anche il percorso della corrente è un fattore importante e concorre


a determinare l'entità del danno per la salute.
Esempio in corrente alternata
Resistenza media del corpo umano bagnato di circa 2000 OHM;
Contatto con un impianto a 220 Volt;

La corrente continua è normalmente meno pericolosa della corrente


alternata: infatti il valore di corrente continua ritenuto potenzialmente in
grado di innescare il fenomeno della fibrillazione ventricolare è circa 4
VOLTE più elevato di quello corrispondente in corrente alternata.
Il contatto diretto è ritenuto il più pericoloso, essendo il
soggetto sottoposto alla piena tensione verso terra del
sistema elettrico.

Il contatto indiretto è però molto più subdolo.


ESEMPI DI CONTATTI DIRETTI:

TOCCARE UN FILO SCOPERTO.


TOCCARE LA MORSETTIERA DI UN MOTORE ELETTRICO.
TOCCARE LA GHIERA METALLICA DI UN
PORTALAMPADE.
TOCCARE LA VITE DI UN MORSETTO.

ESEMPI DI CONTATTI INDIRETTI:

TOCCARE CUSTODIE O CARCASSE METALLICHE DI


APPARECCHI ELETTRICI CHESONO IN TENSIONE A CAUSA
DI UN GUASTO INTERNO.
Il primo aspetto in materia di sicurezza elettrica è
progettare adeguatamente l'impianto ed eseguirlo a regola
d'arte cioè nel rispetto della vigente normativa.
Purtroppo troppo spesso queste attività vengono svolte
anche da persone non specificatamente preparate che si
cimentano in questa professione in maniera estemporanea.
L’utente che si rivolge a personale non adeguatamente
qualificato non è tutelato in sede di risarcimento per
danni causati da errori di progettazione ed istallazione
dell'impianto.
Tra tutti i requisiti di sicurezza che devono essere presenti in un
impianto il più importante è senza dubbio il sistema di messa a
terra.
Questo accorgimento ha lo scopo di scaricare a terra le correnti
che si possono attivare a seguito di alcuni guasti e che, se non
«guidate» verso terra, possono produrre gravi danni.
Concretamente l'impianto di messa a terra si compone di un terzo
filo (oltre ai due di fase) di colore giallo/verde.
Tipo A - Standard italiano
Può sopportare una corrente di 10 ampere (~ 2000
watt). Nel suo uso bisogna evitare il sovraccarico
con prese multiple o con adattatori che
permettono l’inserimento di spine da 16 A (adatte
per le prese di tipo B). Il morsetto di terra è quello
centrale.
Tipo B - Standard italiano
Può sopportare massimo una corrente di 16
ampere (~ 3500 watt). Si trova solo in alcuni
punti ove è previsto un maggiore assorbimento di
corrente. Il morsetto di terra è quello centrale.
Tipo C - Presa bivalente
Unisce i due tipi precedenti permettendo
l’inserimento sia delle spine da 10 A, sia di quelle
da 16 A. Il morsetto di terra è quello centrale.

Tipo D - Standard tedesco


Si può trovare per l’uso di alcuni utensili. La
corrente può al massimo raggiungere 16 A. I
morsetti di terra sono posti lateralmente.
Le spine tedesche (Schuko) non devono essere inserite nelle prese ad
alveoli allineati se non tramite appositi adattatori che trasformano la spina
rotonda in spina di tipo domestico.
Senza l’uso degli adattatori l’apparecchio elettrico funzionerebbe
ugualmente ma sarebbe privo del collegamento a terra con grave pericolo
per l’operatore.
Viene generalmente utilizzata quando è richiesto l’uso simultaneo di più
apparecchi elettrici che non consumano molto.
L’uso indiscriminato di questi dispositivi può comportare
surriscaldamento dei cavi di alimentazione a causa di sovraccarichi di
corrente e conseguenti pericoli d’incendio.
Come misura di protezione addizionale (che non dispensa
dall’applicazione di una delle misure precedenti) possono essere utilizzati
interruttori differenziali ad alta sensibilità (salvavita).
Questi non evitano la scossa elettrica, ma hanno unicamente la funzione
di limitare nel tempo il passaggio della corrente elettrica attraverso il
corpo umano.
Ricordarsi che:
1. è opportuno verificare periodicamente la funzionalità di tali
dispositivi agendo sull’apposito pulsantino di prova;
2. gli interruttori differenziali non intervengono per un contatto tra
due fasi (es. mano-mano).
Gli “alberi di Natale” sono pericolosi per le sollecitazioni a flessione che
introducono sugli alveoli delle prese, fino a provocare l’uscita del frutto
fissato alla scatola con griffe.
L’ albero di Natale può provocare surriscaldamenti localizzati, con
pericolo di incendio. Può essere utilizzata in suo luogo una “ciabatta”.
L’interruttore differenziale, che dovrebbe essere presente in tutti i quadri
elettrici, si riconosce facilmente per la presenza di un pulsante
contrassegnato con la lettera T.
Questo pulsante serve per eseguire il test: premendolo si deve ottenere lo
scatto del salvavita. E’ opportuno che un incaricato esegua periodicamente
il test per impedire il bloccaggio nel tempo.
Normalmente il quadro elettrico contiene un interruttore differenziale ed
alcuni interruttori di tipo magnetotermico con cui si comandano e si
proteggono i circuiti luce e i circuiti che alimentano le prese.
Quest’ultimo racchiude due interruttori:
uno termico che interviene per sovraccarico ovvero quando
assorbiamo più corrente del consentito: il sensore all’interno
dell’interruttore si riscalda provocando lo scatto.
uno magnetico che scatta a causa di un istantaneo e consistente
aumento della corrente, ben oltre il limite consentito. Questa situazione
è tipica del cortocircuito.
Le prolunghe devono essere considerate una soluzione
esclusivamente temporanea e non definitiva.
E’ importante scegliere conduttori di dimensioni adeguate che,
se sono sicuri per garantire elevati flussi di corrente, a maggior
ragione lo sono per flussi di corrente minori.
Anche la spina posta a capo della prolunga deve essere da 16
Ampere (fori larghi se italiana o tipo Shuko tedesca), con la
presenza del filo della «terra».
Un ulteriore aspetto della sicurezza consiste nella possibilità del consumatore
di verificare, al momento dell'acquisto, se il materiale elettrico offre garanzie
di sicurezza.
Per fare questo possono essere ricercati i marchi che possono fornire
indicazioni sulla rispondenza del materiale alle norme di sicurezza. In
generale la marcatura del componente garantisce la rispondenza del
componente stesso ai requisiti essenziali di sicurezza (Sx) o ai requisiti
elettrotecnici del caso (Dx).
 Non toccare mai con le mani bagnate le apparecchiature elettriche in
tensione o le prese e le spine.
 Non usare mai «riduttori» che permettano il collegamento di spine grandi
da 16 Ampere con prese piccole da 10 Ampere.
 Non estrarre mai la spina agendo sul filo.
 Prima di disinserire la spina spegnere l'utilizzatore come ad esempio la
stampante, il monitor, ecc. .
 Non agire mai (esempio per pulizia o riparazioni) sull'apparecchiatura
elettrica se questa non è stata preventivamente disinserita dalla rete di
alimentazione.
 Porre molta attenzione circa lo stato di deterioramento delle prese,
spine e cordoni di alimentazione e cavi.
 Acquistare esclusivamente materiali dotati di marchio CE.
 Evitare tassativamente il “fai da te”.
 Conservare sempre il manuale d'uso e manutenzione fornito dalla casa
costruttrice.
 Non utilizzare apparecchi elettrici soprattutto quelli portatili in
prossimità di lavabi e fonti d’acqua.
 Evitare l'uso di prolunghe per apparecchiature con notevole
assorbimento di corrente.
 Per le apparecchiature che hanno un elevato consumo di corrente
fare attenzione a collegare la spina ad una idonea presa,
possibilmente dotata a monte di un interruttore di corrente.
 Non uscire dagli ambienti lasciando apparecchiature accese.
 Non porre contenitori pieni di liquido (ad esempio acqua per
umidificare l'ambiente) sopra ad apparecchiature elettriche.
 In caso di incompatibilità tra la spina di una apparecchiatura e la
presa a muro è preferibile sostituire la seconda.

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