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RASSEGNA DI ARCHITETTURA E URBANISTICA

Consiglio scientifico RASSEGNA


DI ARCHITETTURA
Maria Argenti (Direttore responsabile)
E URBANISTICA
Lucio Valerio Barbera
Andrés Cánovas Alcaraz Pubblicazione quadrimestrale della Sapienza
Giorgio Ciucci Università di Roma
Jean-Louis Cohen Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale
Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale
Paolo Colarossi
Claudia Conforti «Rassegna di Architettura e Urbanistica» è una rivista
Umberto De Martino internazionale di architettura con testi in italiano o in
Alberto Ferlenga lingua originale ed estratti in inglese.
Tullia Iori Le proposte di pubblicazione che pervengono in redazio-
Fulvio Irace ne sono sottoposte alla valutazione del Consiglio scien-
Elisabeth Kieven tifico-editoriale secondo competenze specifiche e avva-
lendosi di esperti esterni con il criterio della double blind
Carlo Melograni review. La rivista adotta un proprio codice etico ispirato
Francesco Moschini alle Best Practice Guidelines for Journal Editors (COPE).
Alessandra Muntoni
Valérie Nègre Direzione e redazione
Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale
Carlo Olmo Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale
Elio Piroddi via Eudossiana, 18 – 00184 Roma
Piero Ostilio Rossi direttore@rassegnadiarchitettura.it
Sergio Rotondi info@rassegnadiarchitettura.it
Website
www.rassegnadiarchitettura.it
Comitato editoriale a cura di Maria Argenti e Franco Squicciarini

Michele Costanzo Autorizzazione del Tribunale di Roma del 27-3-65


n. 10277
Fabio Cutroni
Paola Falini Centro di spesa
Fabrizio Toppetti Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale
Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale
La rivista usufruisce di un contributo annuo della
Sapienza Università di Roma
Segreteria
Editore
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Gianpaola Spirito via Giuseppe e Bartolomeo Mozzi, 23
62100 Macerata
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issn 0392-8608
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Il presente numero è a cura di a Quodlibet srl, via Giuseppe e Bartolomeo Mozzi, 23,
Fulvio Irace 62100 Macerata, tel. 0733.264965, ordini@quodlibet.it

In copertina: J. Hejduk, Casa mobile, XVII Triennale


di Milano, 1986. © Triennale Milano-Archivi (elabo-
razione grafica).
RASSEGNA
DI ARCHITETTURA
E URBANISTICA
La casa in scatola

162
RASSEGNA DI ARCHITETTURA E URBANISTICA
Anno LV, numero 162, settembre-dicembre 2020 | Year LV, number 162, September-December 2020
La casa in scatola | Housing in a Box

Sommario | Contents

Fulvio Irace Tullia Iori


Presentazione. «Anche in un cucchiaino La casa sperimentale prefabbricata di
da caffè si rispecchia il sole» | ferrocemento di Pier Luigi Nervi | The
Introduction. The Sun Is Mirrored Even Prototypical Prefabricated Ferrocement
in a Coffee Spoon 5 House by Pier Luigi Nervi 69
Maura Percoco
DIBATTITO | DEBATE «Anziché modelli, sistemi edilizi». Il
progetto Case Romagnoli di Alberto
Maria Teresa Feraboli Rosselli | “Building Systems Instead of
Prefabbrichiamo la futura civiltà | Let’s Models”. The Case Romagnoli Project by
Prefabricate the Future 14 Alberto Rosselli 76
Graziella Leyla Ciagà Giulia Ricci
La casa unifamiliare prefabbricata alla Una casa che ha la forma dell’aria |
Triennale di Milano | The Prefabricated A House Shaped by Air 85
Single-Family House at the Triennale di Milano 23
Valentina Marchetti
Giulio M. Barazzetta Mobile e trasformabile. Una breve
Una tetralogia della casa prefabbricata in storia dell’arredo pieghevole, flessibile
Italia | A Tetralogy of the Prefabricated e trasportabile | Movable and
House in Italy 33 Transformable. A Short Story of Folding,
Flexible, Transportable Furniture 94
Sergio Pace
La scatola calda. Giunture, perni, meccanismi
nell’immaginario architettonico di Carlo Abstracts 104
Mollino (1932-1954) | The Warm Box.
Junctions, Pivots and Mechanisms in Carlo
Mollino’s Architectural Imagination (1932-1954) 42 Biografie degli autori | Author biographies 108

RICERCHE | RESEARCHES
Maria Argenti, Anna Bruna Menghini
La prefabbricazione artigiana di
Ferruccio Gay. Un villino sperimentale
a Roma | The Bespoke Prefabrication by
Ferruccio Gay. A Small Experimental
Villa in Rome 51
Cettina Lenza, Angela Pecorario Martucci
La casa stampata. Le sperimentazioni
di Gaetano Vinaccia per l’edilizia
economica tra autarchia e ricostruzione
| The Printed House. Gaetano Vinaccia’s
Experiments with Affordable Housing
Between Autarchy and Reconstruction 60
Una tetralogia della casa prefabbricata in Italia
Giulio M. Barazzetta

Questo intervento mira a ricostruire sinteti- e Maurizio Mazzocchi, collaborano al Centro


camente alcune delle principali tappe della storia anche Carlo Rusconi Clerici e Aldo Favini,
dell’applicazione di sistemi a telaio in compo- nonché molti studenti fra cui Vico Magistret-
nenti prefabbricati in calcestruzzo in Italia. Una ti e Angelo Mangiarotti. L’attività è centrata
storia molteplice e dai molteplici luoghi: si avvia sulla progettazione integrata per l’industria e
con le ricerche sviluppate nel Campo Univer- circoscrive l’indagine a: consulenza meccanica
sitario di Losanna per arrivare alle esposizioni per l’ingegneria strutturale, schedario dell’e-
della Triennale di Milano1; parte dalla costitu- dilizia per la normazione connesso all’elabo-
zione di centri studi e associazioni professionali razione di un nuovo manuale di costruzione,
per sfociare nel coinvolgimento degli Istituti per organizzazione tecnica dell’ordinamento pro-
la Casa popolare o di alcune imprese private. fessionale e della produzione edilizia e, infine,
Il Centro di Studi per l’Edilizia di Win- studio della casa prefabbricata per risolvere il
terthur, nato dal Campo Universitario di problema più urgente, quello della «casa per
Losanna2, è una delle premesse alla stagione tutti». Il Centro Studi pubblica gli esiti di tali
dell’architettura e dell’ingegneria italiana del ricerche in 5 numeri del proprio Bollettino.
secondo dopoguerra. L’operato del Centro di Studi si ricollega
Le parole di Gustavo Colonnetti, trasmesse ai temi presentati dalle mostre della Trienna-
da Radio Londra nel dicembre 1944, sintetiz- le di Milano negli anni Trenta e si innesta sul
zano il significato del Campo Universitario: nuovo contesto della ricostruzione. Gli studi
del piano AR e lo sviluppo del quartiere QT8
di quello che hanno fatto e continuano a fare i profes- a Milano si indirizzano verso l’unificazione
sori universitari esuli in Svizzera e della buona volontà della produzione edilizia industriale, tema per
con cui a essi hanno corrisposto gli studenti ivi internati, altro radicato nella discussione sul modulo se-
il Governo italiano ha preso atto con compiacimento e guita al CIAM di Bergamo (1949). Contrario
con fierezza […] ha disposto che l’attività degli uni e degli
altri sia oggetto di un riconoscimento ufficiale […] altret-
all’edilizia industrializzata è, per certi versi, il
tanto apprezzate sono state dal Governo italiano quelle nuovo «Manuale dell’Architetto»4, specie se
iniziative che […] sono sorte al fine di interessare voi gio- confrontato con la «Costruzione razionale
vani allo studio dei grandi problemi politici e sociali per della casa» di Enrico Griffini che5, nelle sue
prepararvi a partecipare alla ricostruzione del paese. diverse edizioni sino al dopoguerra6, è stato
un caposaldo del progetto della casa per la
Fondato nella primavera del 1944, il Cen- cultura architettonica e professionale italiana.
tro di Studi per l’Edilizia è rivolto alla ri- La mostra dell’VIII Triennale allestisce
costruzione che s’intravede nel crepuscolo una sezione per l’industrializzazione edili-
della guerra. Esso «… in breve tempo assu- zia, mentre nel quartiere sperimentale QT8
me i contorni di un vero e proprio corso di si mettono in campo tecniche di prefabbrica-
specializzazione per laureati delle facoltà di zione della residenza in cantieri finanziati dal
Architettura e Ingegneria…»3. Oltre ai fonda- Ministero dei Lavori Pubblici. Le costruzioni
tori Gustavo Colonnetti, Ernesto N. Rogers sono controllate con raccolta dati sul cantiere:
34 giulio m. barazzetta

tempi, metodi e costi, quantità e qualità dei


materiali, impiego di mano d’opera, verifica
delle finiture e qualità dell’isolamento ter-
mico e acustico; in particolare, un gruppo di
case a quattro piani presenta un’unica pianta
tipo e adattata ai diversi sistemi da sperimen-
tare, in modo da ottimizzare le possibilità di
confronto: una è montata a secco, una è in
muratura portante a pannelli, una costruita a
cassero montante Breda-Fiorenzi7. Una quar-
ta, progettata da Gabriele Mucchi, è costruita
dalla Società Costruzioni Edili Prefabbricate
Brevetti Gaburri: la struttura è composta da
1. G. Mucchi, casa prefabbricata al QT8, Milano, tre elementi cementizi prefabbricati (pila-
1947. Pianta primo piano. © Politecnico di Milano, stro, trave e nodo travi-pilastro) resi solidali
Archivi Storici, Fondo G. Mucchi.
in opera gettando il calcestruzzo nella cavità
predisposta all’incastro travi-pilastro. Il telaio
viene completato da solai e pannelli di tam-
ponamento prefabbricati, il cui montaggio è
eseguito senza ponteggio8.
È un sistema strutturale il cui principio ri-
mane valido anche successivamente, tanto da
essere impiegato nella Casa in Plastica proget-
tata nel 1967 a Sesto San Giovanni da Mario
Scheichenbauer per lo IACPM (Istituto Au-
tonomo Case Popolari di Milano)9. Realizzata
in soli 6 mesi, composta da 24 alloggi distribu-
iti su 3 piani con 4 vani scala, era un prototipo
di prefabbricazione leggera di facile trasporto
2. Casa prefabbricata al QT8, Milano, 1947. La strut-
tura in opera. © Politecnico di Milano, Archivi Stori- e montaggio e adottava il sistema Gaburri per
ci, Fondo G. Mucchi. la struttura, allora passato alla produzione di
ALCOS. Rivestito da pannelli in resina po-
liestere e fibra di vetro gialla completi di ser-
ramenti della dimensione di un vano per un
piano di altezza, l’edificio non venne manute-
nuto né adeguato alle normative così da essere
demolito nel 201010.

Le case sociali di Vico Magistretti. L’indu-


strializzazione colta della residenza pubbli-
ca a Milano 1962-1974

Nel 1957 si fonda l’Associazione Italiana


per lo studio e lo sviluppo di materiali e si-
stemi di Prefabbricazione (AIP) che, nel 1961,
organizza la visita degli operatori italiani al 3°
Salone della Costruzione EXPOMAT a Pari-
gi e ai produttori di prefabbricati, per ottenere
licenze di brevetti francesi per i piani di nuovi
quartieri popolari, nella periferia milanese per
3. M. Scheichenbauer, IACPM, casa in plastica, Sesto IACPM11. I sistemi francesi, prodotti in setti
San Giovanni, 1967. Montaggio del pannello in opera. e solai portanti di un vano per un piano con
Foto G. Zani. pannelli rivestiti in mattoni o ceramica, sono
una tetralogia della casa prefabbricata in italia 35

preferiti alla produzione italiana per motivi


tecnici, economici e di finitura12.
Nel 1962 è stipulata la convenzione tra
IACPM e imprese MBM Meregaglia, SICOP,
FINTECH, SEPI, Romagnoli, concessiona-
rie dei sistemi di prefabbricazione Balency,
Coignet, Barets, Camus, Fiorio, con cui ci
si impegna per la durata di 5 anni a costrui-
re 1000 alloggi/anno. Dal 1962 al 1974 sono
fabbricati da IACPM più di 21500 alloggi a
Milano nei quartieri Gallaratese, Gratosoglio,
Bovisasca, Fulvio Testi, Olmi, Quarto Og-
giaro. Sono costruiti dal Comune di Milano
i quartieri Sant’Ambrogio, La Spezia (Astal- 4. V. Magistretti, MBM, torri al quartiere Gallaratese,
di, 2800 alloggi) e San Leonardo (Bertani & Milano, 1963-1977. Studio del piano tipo. © Archivio
Studio Magistretti / Fondazione studio museo Vico
Baselli, 900 alloggi) nei comuni di Rozzano,
Magistretti, Milano.
Corsico, Cesano Boscone13.
Benché il disegno urbano del Gallaratese e
degli Olmi sconti una certa stanchezza dell’i-
dea del piano dei grandi quartieri di edilizia
popolare, concepiti nelle loro chiuse autono-
mie, questi progetti sono però contraddistinti
dal rapporto tra edilizia bassa di edifici in li-
nea e torri. Lo sviluppo delle stecche, a cor-
te oppure allineate, è distinto dai raggruppa-
menti delle torri che disegnano il profilo del
quartiere, segnando l’asse del luogo e la sua
geometria nella periferia milanese.
Questi grandi progetti sono esemplari tra
quelli di prefabbricazione pesante su larga 5. Torri al quartiere Gallaratese, Milano, 1963-1977.
scala per la qualità del disegno generale e per Studio del pannello. © Archivio Studio Magistretti /
cura del dettaglio14. Ma è soprattutto negli al- Fondazione studio museo Vico Magistretti, Milano.
loggi che si nota un diverso modo di concepire
la vita dei nuclei famigliari, poiché sono ispi- Edilizia privata: modularità e prefabbri-
rati alle consuetudini del ceto medio in una cazione 1958-1962. Le case di Mangiarotti e
società affluente di consumatori e non più in- Morassutti
dirizzati ai ceti operai con famiglia. È un eser-
cizio di abile riduzione nel quale Magistretti Su questa linea di alto profilo poche altre
eccelle: il condomino di piazzale Aquileia ne esperienze sono confrontabili con quella di Vico
è esempio15. Magistretti. Per modularità, industrializzazione
È infatti nella cosiddetta «edificazione cor- e prefabbricazione sono esemplari i lavori di
rente» delle città negli anni Cinquanta-Set- Angelo Mangiarotti e Bruno Morassutti: in par-
tanta che sono nate innovazioni divenute ticolare, il meublè in via Fezzan16, i condomìni
scuola per l’edificazione di massa. Telai strut- in via Gavirate e in via Quadronno, costruiti da
turali e solai a piastra sono stati sperimentati cooperative di famiglie di ceto medio-alto con le
per la possibilità di un abitare molteplice in agevolazioni della Legge 208/4917.
cui identificazione individuale e ruolo sociale Questi due edifici legano alla scelta delle di-
si realizzano nella casa in proprietà. In que- sposizioni interne degli alloggi l’idea di facciata
sti edifici emergono le possibilità del gioco di come schermo modulare che ne disegna l’ordine
struttura, rivestimento e distribuzione, tipica e la sua possibile variazione. Entrambi sono ri-
della concezione attuale delle abitazioni: la vestiti dagli stessi pannelli in legno di Douglas,
pianta dell’alloggio, predisposta in una solu- di identica dimensione in tre tipi intercambia-
zione convenzionale, può essere modificata bili: ciechi oppure parzialmente o totalmente
su richiesta dell’acquirente/proprietario. finestrati. La facciata viene disegnata dal futuro
36 giulio m. barazzetta

proprietario con i progettisti, alternando logge mq, costruiti per una cooperativa di funzionari
aperte scavate e/o aggettanti nel suo profilo con- statali su una piccola area irregolare vicino allo
tinuo. Un sistema di controllo delle variazioni stadio. Un caso unico di edificio che smonta
che, nella sua mutabilità, risponde all’esigenza l’apparato della casa nella sommatoria dei suoi
di identità delle singole abitazioni e la conserva elementi contraddistinti dalla forma circolare.
anche nella sua configurazione generale. Tre cilindri di tre piani, di poco più di 12 metri
Le abitazioni di via Gavirate a Milano (1959- di diametro, si staccano dal suolo sorretti da
1962) sono composte da 9 appartamenti di 100 un solo appoggio cilindrico centrale e disposti
intorno al blocco scale. La tozza colonna por-
tante termina con un largo capitello a fungo
che regge solai a piastra a sbalzo. Al piano ter-
ra questi sono gli unici ingombri sul giardino
d’ingresso sotto i volumi circolari.
Ogni cilindro ha un solo appartamento per
piano. Dal pianerottolo comune, percorso l’in-
gresso, si accede nell’atrio al centro dell’appar-
tamento o direttamente in soggiorno. Il piane-
rottolo dà anche accesso di servizio alla cucina
aperta sulla loggia, su cui affacciano anche i
due bagni; un’armadiatura comune divide le
camere da letto. Le facciate convesse all’ester-
no e concave all’interno mostrano la continuità
6. A. Mangiarotti, B. Morassutti, A. Favini, condo- ininterrotta di legno e di vetro, liberamente al-
minio in via Gavirate, Milano, 1959-1961. Foto M. ternati a rimarcarne la modularità, presuppo-
Introini. sto seriale dell’industrializzazione.
Nel condominio di via Quadronno, sempre
a Milano (1960-1962), il rivestimento mo-
dulare in legno e vetro è il medesimo di via
Gavirate, ma è disposto su un profilo multili-
neare e offre la possibilità di ricavare una log-
gia arretrando il rivestimento sino ai pilastri,
scavando la facciata e aprendola sugli angoli.
L’idea dell’abitazione flessibile e dell’edificio
modulare variabile è motivo di uno dei primi
solai a piastra a sbalzo, struttura di Aldo Fa-
vini come in via Gavirate, appoggiato su setti
e pilastri arretrati dalla facciata.
Qui sono previsti 2 appartamenti tipo per
8 piani, composti da soggiorno-pranzo e ac-
cesso alle camere da letto sul fronte, cucine e
servizi sul retro; la divisione fra le due parti è
affidata ad una armadiatura continua trasver-
sale. Sembrerebbe una palazzina dalla sim-
metria a farfalla della pianta, se non si sapesse
che è l’unico costruito di una serie di edifici in
linea dal prospetto sfaccettato, che dovevano
tagliare l’intero isolato affacciandosi in conti-
nuità sul giardino pubblico antistante, da via
Quadronno a via Crivelli, a formare una cor-
tina interrotta solo dalle sue sfaccettature, ma
ordinata dalla stessa modularità variabile.
7. A. Mangiarotti, B. Morassutti, A. Favini, condomi- Bruno Morassutti era solito ironicamente
nio in via Quadronno, Milano, 1960-1962. Foto M. rilevare le contraddizioni, il carattere di lusso
Introini. degli affacci sul giardino in legno e vetro e il pa-
una tetralogia della casa prefabbricata in italia 37

vimento interno continuo in lastre in pietra di


travertino, che assieme assicurano la durevole
eleganza dell’edificio, certamente non popolare
ma schiettamente indirizzato alla nuova borghe-
sia e il combinato disposto della legge 408/49.

Edilizia privata: unificazione e prefabbri-


cazione 1968-1978. Le case di Mangiarotti

Le abitazioni di Monza (1968) e Arosio


(1978) sono concepite per la committenza me-
dio-alta del Nord Milano. Progettate da An-
gelo Mangiarotti nel decennio decisivo per la
sua attività autonoma si innestano sull’idea di
unificazione, industrializzazione, prefabbrica-
zione e variazione individuale di via Quadron-
no. Queste due case estendono il principio di
continuità dei prospetti a sistemi in pannelli in
calcestruzzo, organizzando la pianta da palaz-
8. Condominio in via Quadronno, Milano, 1956. Pro-
zina su lotto libero in una a torre articolata sui spetto. © Università Iuav di Venezia, Archivio Pro-
fronti con affacci tutti principali18. getti, fondo B. Morassutti.
Separandosi da Morassutti nel 1961, Man-
giarotti identifica la propria carriera e le sue calcestruzzo. Si constata qui la maturazione
opere proseguendo molti dei temi già trattati dell’impegno sulla prefabbricazione residen-
in precedenza con Morassutti e rivendicando ziale, dalle esperienze di Marcianise (1962)20, e
la produzione comune19. In questo Mangia- su quella industriale, da Splügen Braü (1961) e
rotti non dimentica l’esperienza americana, Elmag (1963) agli stabilimenti coevi.
segnata dall’insegnamento con Konrad Wa- I piani ospitano 2 appartamenti più arti-
chsmann a Chicago e dagli incontri con i ma- colati di quelli di Monza. All’ultimo piano si
estri, mentre coltiva un contatto costante con accede dai soggiorni direttamente all’attico. Si
la cultura giapponese. è sempre più vicini alla casa borghese in pro-
A Monza l’edificio di 8 piani presenta 2 o prietà che si è venuta affermando in quel de-
3 appartamenti di ampia superficie per piano. cennio chiave. I dettagli costruttivi sono mi-
Il piano terra ordina, grazie ai pilastri di ap- gliorati ricavando dall’esperienza di Monza le
poggio, lo spazio libero all’ombra della torre lezioni del già fatto.
soprastante, con accessi e portineria vetrati
al centro. I fronti, regolati dal diverso alter-
narsi di calcestruzzo in graniglia pietrosa, Modulo, industrializzazione ed emergen-
serramenti vetro e legno, logge, per ogni pia- ze 1970-1980. Morassutti Associati
no, sono coronati da un rivestimento variato
al piano sommitale. Ogni piano è separato Preceduto dai progetti di Bruno Morassutti
da una «trave» scanalata che s’interrompe su dell’unità d’abitazione Domosic per INARCH
ogni angolo per sottolinearne l’apertura del (con Enzo Mari, 1963) e del condominio Fon-
modulo sul proprio asse, accompagnato in tanelle a San Martino di Castrozza (1964), il
quest’azione da logge, pannelli o serramenti. centro istruzione IBM a Novedrate (CO) segna
Ad Arosio l’edificio è alto 6 piani: la co- nel 1970 l’inizio dell’attività di Morassutti As-
struzione mostra con evidenza la volontà di sociati (Bruno Morassutti, Maria Gabriella Be-
sviluppo articolato della forma già adottata a nevento, Giovanna Gussoni e Mario Memoli).
Monza. Mangiarotti ricerca qui una maggio- Il sistema di prefabbricazione Spazio 321,
re snellezza generale assottigliando il profi- vincitore del concorso per la ricostruzione del
lo delle singole sfaccettature: dagli schizzi Friuli (1977) di Morassutti Associati, occupa
echeggia il ricordo degli studi per via Qua- la copertina del numero di «Domus» dedicato
dronno, seppur nella maggiore solidità del alla ricostruzione del Friuli dopo il terremo-
38 giulio m. barazzetta

9. A. Mangiarotti, condominio, Monza, 1968. © Fon- 10. Condominio, Monza, 1968. Prospetto. © FAM.
dazione Angelo Mangiarotti, Milano (FAM).

to del 1976. Il progetto, legato alle impellenti to dei vari elementi prefabbricati. Questa realiz-
esigenze di riedificazione, è un sistema leggero zazione è il risultato dell’aggiudicazione del con-
di elementi prefabbricati, efficace, di facile tra- corso-appalto organizzato da «Il Giornale» di
sporto e immediato montaggio. La soluzione Indro Montanelli, che promosse una sottoscri-
di tipo modulare è vincolata alla maglia spaziale zione dei lettori per finanziare l’iniziativa con 4
di 3 metri di spigolo definita da un solaio a pia- miliardi di lire. Il progetto di 54 alloggi di tre tipi,
stra e quattro pilastri in calcestruzzo. Dalla sua da 46 a 91 metri quadrati, in 7 edifici di due piani
declinazione derivano alloggi da 45 a 95 metri su seminterrato è realizzato con caratteristiche
quadrati22, aggregati nei diversi tipi di edifici a antisismiche in 14 mesi dalle imprese Marani e
schiera o collettivi come richiesto dal bando. Il Facep. L’insediamento è disposto su un pendio
progetto, affidato all’impresa Bortolaso, otten- terrazzato che permette a tutti i corpi di fabbrica
ne anche vari riconoscimenti dall’AIP ma non la stessa esposizione e veduta.
fu mai realizzato. Il progetto «333» (1978) per Con lo stesso sistema a Staranzano (GO)
il repertorio di progetti tipo per Regione Lom- sempre su progetto Morassutti Associati
bardia ne costituisce il perfezionamento. sono realizzati due edifici prefabbricati a tre
La parziale ricostruzione di Castelnuovo di piani, con 42 alloggi di superfici da 45 a 100
Conza (SA) dopo il sisma dell’Irpinia del 1980 ha metri quadrati. Il montaggio della struttura e
come precedente il sistema di prefabbricazione dell’involucro del complesso ha richiesto 21
pesante FacepCasa, prodotto dal 1977 dall’im- giorni lavorativi, che riferito al numero degli
presa Facep di Mantova e progettato dagli stessi alloggi equivale alla fornitura del rustico di 2
Morassutti Associati. Il suo elemento base è un alloggi al giorno.
setto verticale prefabbricato in calcestruzzo ar- Questi progetti per le emergenze sono il vir-
mato della profondità del corpo di fabbrica, che tuoso seguito dell’edilizia residenziale prefab-
corrisponde alla dimensione trasportabile su di bricata pubblica, interrotta dalla eterogenesi dei
un bilico, 2,5 metri per 12 metri, con due testate fini del Repertorio Progetti Tipo Regione Lom-
per le facciate contrapposte e con una mensola bardia 1978. La ricostruzione di L’Aquila dopo
centrale per parte per gli sbalzi di logge e ballatoi. il terremoto 2009 ha dimostrato che, rispetto
Il modulo del sistema si basa su una griglia di 120 alle strutture prefabbricate in calcestruzzo, si è
centimetri di lato, che regola il dimensionamen- preferito sperimentare sistemi portanti prefab-
una tetralogia della casa prefabbricata in italia 39

11. Morassutti Associati, FACEP, sistema FacepCasa, 1977. © Memoli & Benevento Architetti Associati.
40 giulio m. barazzetta

12. Sistema FacepCasa, 1977. © Memoli & Benevento Architetti Associati.


una tetralogia della casa prefabbricata in italia 41

bricati in legno ignifugo, in cui si sommano ra- nel 1955 un comitato di presieduto da Giuseppe
pidità, qualità ambientali ed energetiche: leggeri, Ciribini; ne derivano il Centro Ricerca Applicata
di facile trasporto ed esecuzione hanno prodot- Problemi Edilizia Residenziale CRAPER e l’Isti-
tuto di Edilizia del Politecnico di Milano.
to costruzioni a secco o miste in 8/10 mesi23. Un 12
A.M. Talanti, Storia dell’industrializzazione edili-
nuovo orizzonte si è ormai affermato. zia in Italia 1945-1974, A.I.P., Milano 1979.
13
«L’Istituto Case Popolari di Milano ha affidato alla
Impresa Generale di Costruzioni MBM l’incarico
Note di studiare con la collaborazione e la consulenza
dell’architetto a Vico Magistretti, un nuovo tipo di
1
R. Broggini, Terra d’asilo, il Mulino, Bologna 1993, edificio da costruirsi in numerosi esemplari, secon-
pp. 515-525. do sistemi altamente industrializzati, capaci quindi,
2
E. Luciano (a cura di), Scienza in esilio. Gustavo proprio in relazione all’ampiezza del programma,
Colonnetti e i campi universitari in Svizzera (1943- di attuare un’apprezzabile riduzione dei costi e al
1945), Egea, Milano 2017, pp. 47-86. tempo stesso un elevato livello qualitativo. Si tratta
3
P.P. Peruccio, La ricostruzione domestica, Celid, di un gruppo di edifici di quattordici piani in corso
Torino 2005. di realizzazione nel quartiere Gallaratese. Il sistema
4
Consiglio Nazionale delle Ricerche (a cura di), costruttivo si avvale di grandi pannelli autoportanti
Manuale dell’Architetto, Ufficio Informazioni Sta- in cemento armato», che vengono montati comple-
ti Uniti in Roma, Roma 1946. ti di finiture e impianti (sistema Balency-MBM).
5
E. Griffini, Costruzione razionale della casa. I nuo- Una casa per tutti, «Abitare», 68, 1968. pp. 2-19.
vi materiali: orientamenti attuali nella costruzione, 14
La cura di ripartizione della superficie è indicata
la distribuzione, la organizzazione della casa, Ho- dai pannelli, dal modulo del singolo elemento di
epli, Milano 1932; Id., Costruzione razionale della ceramica ed è caratterizzata dal colore, nella varia-
casa, Hoepli, Milano 1946. zione fra aperture e serramento segnato dalla cor-
6
C. Camponogara (a cura di), La casa modernissi- nice, piuttosto che dalle larghe fessure verticali di
ma. Enrico Agostino Griffini tra sperimentazione e logge o servizi.
divulgazione con una antologia degli scritti, L’Or- 15
Archivio Fondazione Vico Magistretti, disponibile
nitorinco, Milano 2012, pp. 191-203. online (archivio.vicomagistretti.it/magistretti/).
7
P. Bottoni, Antologia di edifici moderni in Milano, 16
S. Poli, Edifici Residenziali, in G. Barazzetta, R.
Editoriale Domus, Milano 1954. Dulio (a cura di), Bruno Morassutti, Electa, Milano
8
La struttura semi-incassata all’esterno del tampo- 2009, pp. 116-135.
namento è infine verniciata di rosso per farne ri- 17
Legge 408/1949, Disposizioni per l’incremento delle
saltare il ruolo ordinatore. Archivi Storici del Po- costruzioni edilizie, «Gazzetta Ufficiale», 18 luglio
litecnico di Milano, Fondo Archivistico Gabriele 1949, alias Legge Tupini.
Mucchi. 18
Sul principio della continuità dei prospetti, «Do-
9
Mario Scheichenbauer, architetto progettista; mus», 367, 1960, pp. 8-9.
Gustavo Zani, architetto, responsabile progetto 19
F. Graf, F. Albani (a cura di), La tettonica dell’as-
IACPM. semblaggio, Mendrisio Academy Press-Silvana
10
Il recupero divenne impossibile anche per i proble- Editoriale, Cinisello Balsamo 2015, p. 70.
mi sociali sorti a causa di occupazioni abusive dello 20
F. Castanò, Angelo Mangiarotti e la Fabbrica
stabile. SIAG. La storia di una costruzione infinita, Lette-
11
La prefabbricazione italiana decolla con il conve- raVentidue, Siracusa 2017.
gno sulla tecnica e il Centro Studi sull’Abitazione 21
Copertina di «Domus», 588, 1978.
all’Ottava Triennale di Milano. Un indirizzo pro- 22
Corte dei Conti, Relazione sulla Gestione dell’E-
mosso dal Convegno Nazionale per la Ricostru- dilizia Residenziale Pubblica, delibera n. 10, 2007,
zione a Roma (1945), dalla nascita dell’Associazio- pp. 8-11, disponibile online (www.sicet.it/archivio-
ne Nazionale Costruttori Edili (1946) e dal Centro web/pages/varie/Relazione_ERP_10-07.pdf).
Industriale Lombardo di coordinamento per l’edi- 23
Progetto C.A.S.E. Abruzzo. Edifici residenziali al di
lizia con la mostra del Centro Studi per la Rico- sopra di piastre sismicamente isolate, «Archilovers.
struzione (1946). All’inizio degli anni Cinquanta com», 16 giugno 2009, disponibile online (www.
si forma il sistema di relazioni internazionali per archilovers.com/projects/20217/progetto-c-a-s-
l’industrializzazione che confluisce nella CIDB e-abruzzo.html), e L. Tozzi, L’Aquila – progetto
(Conferenza sulla Documentazione dell’edilizia a C.A.S.E., «Abitare.it», 10 agosto 2009, disponibile
Ginevra), poi divenuta l’attuale CIB - Conseil In- online (www.abitare.it/it/architettura/2009/08/10/
ternational du Bâtiment (1953). Lo IACPM forma laquila-progetto-case/).
Abstracts
HOUSING IN A BOX
Year LV, number 162, September-December 2020

Introduction. The Sun Is Mirrored Even in a gies embedded in any single experiment or manufact: im-
Coffee Spoon pulses, ambitions, desires and even failures that, in their
whole, give us the flavor of time.
Fulvio Irace
“Ask a historian who invented the piloti, and he can
tell you. But ask him who invented the (equally conse-
quential) revolving door, and he cannot.”
DEBATE
The biting irony of Reyner Banham at the mecha-
nisms of the established word of History is the starting
point for this Issue of Rassegna named Housing ina box Let’s Prefabricate the Future
after Gio Pont’s proposal for an “house in a cabinet,” Maria Teresa Feraboli
pursuing the Saffa industry to foster a new production of
prefabricated, portable houses. When the reconstruction of Italy began after World
The main core of the different contributions converges War II, it adopted the Ina-Casa plan. This was based on
into that considerable body of experiments aimed to ex- traditional building concepts motivated by socio-polit-
plore and encourage the efforts of architects, engineers and ical and economic concerns, aiming to restore housing
manufacturers in promoting a widespread knowledge and and solve the problem of the “house for all.” Gio Ponti’s
use of a Meccano like house, no more a static object but a plans for reconstruction (and those of other profession-
demountable, assembled and mass-produced shelter. als such as Gaetano Ciocca and Ortensio Gatti) were
But apart from the any content, the shared, general ignored, because they suggested different collaborations
approach enlightens a methodological issue arising from between designers and companies in the name of indus-
Banham’s book The Architecture of the Well-tempered trialisation. Ponti tried to prepare the industry for recov-
Environment, published in England in 1969 and traduced ery after the war, inviting it to diversify and directing it
in Italian only nearly ten year later, in 1978. The time gap towards the unification and standardisation of building
reflects a cultural gap denouncing technologic backward- elements in order to solve the housing need. He involved
ness of Italy and a certain mistrust of any kind of history the most important Italian companies such as Monte-
not based on the idealistic notion of Space. catini, Saffa, Reggiane and Breda to produce elements
What was about the novelty of Banham position? In that could be coordinated and applied to a large range
short, as he pointed out, “the history of architecture found of housing projects, examples of which were then pub-
in the books currently available still deals almost exclu- lished by Stile. The implementation of the Ina-Casa plan,
sively with the external forms of habitable volumes.” however, was holding back the interest of major Italian
Despite a bitter criticism towards Sigfried Giedion’s companies in the modernisation of the building sector,
groundbreaking Mechanization Takes Command, some- but interrupted neither the production of prefabricated
how Banham too was following that history of humble houses nor the research of Ponti and Ciocca.
things which Giedion claimed had “shaken our mode of
living to its roots.”
His stated goal to wright an anonymous history (akin The Prefabricated Single-Family House at
to his mentor Heinrich Wölfflin “art history without
names”), lead him to deep in the roots of the whole pro-
the Triennale di Milano
cess on industrialization that ended up in the complete Graziella Leyla Ciagà
reshaping of the human landscape of the XX century.
This word of humble things is therefore the central The prebuilt single-family house is investigated start-
point of convergence of all the essays in which our readers ing from the Triennale di Milano’s privileged observa-
will find the emerging lines of a deep interest in processes tory which, in over fifty years, has made an important
more than in glamorous forms: engineers, architects, en- contribution to the national debate on building prefab-
trepreneurs and manufacturers are the characters playing rication. Thanks to the setting up of materials and build-
on the scene the tale of Laugier’s petite cabane: a cabane ing systems’ exhibitions and above all the realization
non made out of trunks of trees but of mechanical parts, of experimental houses’ prototypes, the single-family
of brilliant copyrights, of prefabricated beams or panels. prefabrication has been expressed in the social housing
The ethic dictates of the “house for all” merge with a (Eighth, 1948), in the house for leisure (Fifth 1933, Tenth
hybrid esthetic of new “machines à habiter”: molded, as- 1954, Thirteenth 1964) and in the emergency house and
sembled, pneumatic, precast, etc. coming out of ateliers nomadic lifestyles housing (Seventeenth 1988). The re-
more akin to laboratories that to traditional design rooms. search, conducted on archival records and specialized
Nonetheless or goal was not actually to write an histo- magazines, registered a progressive shift from the disci-
ry of prefabrication: trough different case studies – from plinary sphere of architecture to the more specific one
north to south Italy – we aimed to reproduce, as in a play of design. Moreover, during the Seventeenth edition,
of broken mirrors, the significance of fragment hidden the new needs of living in the contemporary city have
under the official history, because, as Giedion put it, be- been addressed. After twenty years, in the beginning of
hind apparently banal things we are able to read the ener- a new century, the exhibition Casa per tutti. Abitare la
106 abstracts

città globale (2008) has relaunched the issue of prefabri- rediscovered. More of a possible story that never fully
cation considered as a tool capable to give an answer to developed.
the millions of people who today live in the metropolis in This small prefabricated construction, two storeys in
situations of social marginality. height and with a hip roof, stands in the middle of a gar-
den in a row of small apartment buildings between Via
Ruggero Bonghi and Via Ludovico Muratori.
A Tetralogy of the Prefabricated House in Italy It was designed in 1908 by Ferruccio Gay, an entre-
preneur in the field of carpentry. From the beginning of
Giulio M. Barazzetta the century he dedicated his efforts to the construction of
prefabricated villini (small villas), pavilions and schools.
A multiple prologue 1944-1967.
This particular villino – the first prototype for a dis-
This intervention aims to reconstruct synthetically
mountable timber framed home – was assembled on a lot
some of the main stages in the history of the application
beside Gay’s wood working facility; it was presented as
of frame systems in precast concrete components in Ita- a possible industrial response (through the large-scale
ly. A multifaceted and multi-place history: it starts with production of prefabricated earthquake-resistant homes)
the research developed in the University Campus of to the growing demand for housing in the wake of the
Lausanne to arrive at the exhibitions of the Triennale di earthquakes that struck Messina and Reggio Calabria.
Milano; it begins with the establishment of study centers
and professional associations to lead to the involvement
of the Institutes for the Social Housing or some private
companies.
The Printed House. Gaetano Vinaccia’s Ex-
periments with Affordable Housing Between
Autarchy and Reconstruction
The Warm Box: Junctions, Pivots and Cettina Lenza, Angela Pecorario Martucci
Mechanisms in Carlo Mollino’s Architectural
Imagination (1932-1954) Gaetano Vinaccia (Naples 1889 - Rome 1971), multi-
faceted designer and experimenter, known above all for
Sergio Pace his early interest in bioclimatic issues, paid considerable
attention to affordable housing, both through studies
“The house is a shell that must provide each organ- aimed at a careful exploitation of the interior spaces of
ism with its free and ‘well differentiated’ individual life”: houses, as well as with the production of numerous pat-
apparently not so much concerned with standardiza- ents of structural elements. His work, which began in the
tion processes, Carlo Mollino conceived houses as hu- 1920s with the patents of some reinforced concrete and
man-sized warm boxes, forged on the individuality of the bricks air chamber floors, intensified during the period
single person. Above all in furniture design, stranger to of fascist autarchy, assuming new construction systems,
industrial production, he was attracted by the ability of such as the one indicated with the initials F.C.S. (iron,
small workshops in interpreting the project. He distrust- concrete and silicates) and reaching the “printed wall,”
ed the universal measure of all standards and ensured the capable of including the fixed furniture of the house at
quality of the design by typifying each single building the time of construction. His experiments go on in the
element, at the same time reducing costs, without under- post-war reconstruction phase, when, critical of total
mining the originality of the design. In 1951-1954, this prefabrication, Vinaccia continued with his proposals
spirit animated a series of architectural projects. At the for structural prefabrication, patenting different types
competition organized by Vetroflex (1951), he present- of laminar floors. The article reconstructs Vinaccia’s re-
ed four alternatives for a prefabricated holiday cottage, search by examining his writings and unpublished pat-
whose main objective was the flexibility of its compo- ents, as well as the few cases of their concrete application,
nents. At the X Triennale (1954), he tried to participate while placing it within its historical context.
with an experimental wooden prototype, which was to
be built in the park of the Palazzo dell’Arte: this was the
beginning of one of the most original episodes in his ca- The Prototypical Prefabricated Ferroce-
reer, the one that led to the design of the so-called casa
capriata (trussed house). ment House by Pier Luigi Nervi
Tullia Iori
Between 1945 and 1949, Pier Luigi Nervi developed
RESEARCHES the “Nervi System” for the construction of large roofs.
In this phase of intense experimentation, he took every
opportunity to test the two main inventions at the base
The Bespoke Prefabrication by Ferruccio of the system: ferrocement and structural prefabrication.
The studies he dedicated to “prefabricated houses” are
Gay. A Small Experimental Villa in Rome little known, although one of the experimental houses
Maria Argenti, Anna Bruna Menghini still exists.
The first “expandable” houses designed in 1945, to
In the heart of Rome, on the side of the Oppian Hill which rooms could be added the family growing, were
facing the Coliseum and the Domus Aurea surrounded affected by the enthusiasm that animated the debate on
by more recent residential buildings, a prototype for a prefabrication as a rational tool for reconstruction after
dismountable villa tells an unfinished story worth being the war. The house actually built in 1949, instead, was
abstracts 107
born close to the approval of the Fanfani Plan which, in industry and the widespread diffusion of his patents
fact, for the next 14 years excluded prefabrication from throughout the world. Critics have only recognised his
the allowed construction strategies. role as an inventor in more recent times: the residence
The pioneering houses tell a piece of the story of for Michelangelo Antonioni and Monica Vitti in Costa
Nervi’s experimentation with its original construction Paradiso, Sardinia, was the fuse for the rediscovery of
system, useful to understand other aspects as well. The an architect who, throughout his career, explored the
contribution is dedicated to this purpose. possibilities of using air pressure in the field of building
technology. The house for the director and actress, for
example, is a Binishell, a construction system designed
“Building Systems Instead of Models”. The for thin, self-forming reinforced concrete structures.
Case Romagnoli Project by Alberto Rosselli Binishell is just the first of 127 Binisystem patents that
the Emilian architect has registered to date. This essay
Maura Percoco looks back over part of Dante Bini’s career, focusing on
his patents for the economic and rapid construction of
“We continue to imagine buildings and apartments as residences between the 1960s and 2000, also designed to
if our lives, habits and needs are fixed and unchanging. offer a housing solution to the disasters that the current
Instead, reality teaches us that situations change very
climate crisis is imposing.
quickly and profoundly affect the structures of the city
and homes.” Based on these considerations, Alberto Ros-
selli sees prefabrication as an opportunity to reimagine
the notion of space in relation to the complexity of dwell-
Movable and Transformable. A Short Story
ing and re-evaluate the logic of their design in accordance of Folding, Flexible, Transportable Furniture
with a principle of indefiniteness and openness toward Valentina Marchetti
change and, therefore, toward life.
His proposal is to overcome the traditional antinomy In the Italian design history, the transformability of
between domestic space and objects and integrate them furniture is mainly addressed in three moments. Between
into a single and indivisible idea of architecture, interior the late XIX and early XX century, folding furnitures
design and furniture based on the concept of a system of could be considered as the result of sporadic technical
open, versatile and highly modular components. applications, however during the Thirties they assume
The “Romagnoli Prefabricated Housing” project greater importance in relation to colonial politics, which
from 1969-1970 represents the most advanced result of push many Italians to move to new possessions and it
this research. Despite remaining on paper, it promoted an let’s rise up new living necessities. During the recon-
original solution in debate on the relationship between struction, the theme is taken up in relation to a culture
technology and architecture in the late 1960s: consider- of forced nomadism typical of the precarious post-war
ing housing like a consumer product, repeatable though housing conditions. Lightness, portability and economy
unique, and aligned with a revised notion of the city as a become fundamental characteristic for the furnitures’
service infrastructure. productions and the houses’ reconstruction. Finally, with
the economic recovery, the transformable furnitures lost
their “necessary” character, becoming experiments or
A House Shaped by Air isolated design research related to new ways of living in
Giulia Ricci the house. In this fragmented scenario, the Apta series by
Gio Ponti and the furnitures proposed by Joe Colombo
Dante Bini (1932) is one of those figures not properly and the new avant-garde movement are maybe the last
recorded in the most accredited narratives of the history example of an integral notion of living, in which the sys-
of Italian architecture in the second half of the twenti- tem of transformable furniture becomes an essential part
eth century, despite his great impact on the construction of a lifestyle radically different from the past.
Biografie degli autori
Author biographies
biografie degli autori / author biographies 109
Maria Argenti, architetto, è professore ordinario di Composizione architettonica e urbana presso la Facoltà di
Ingegneria della Sapienza di Roma dove insegna nel corso di laurea in Ingegneria edile-architettura. Le sue ricerche
comprendono l’architettura contemporanea e la sua costruzione, i maestri dell’architettura italiana e l’abitare in condi-
zioni di emergenza. Ha partecipato a concorsi di architettura nazionali e internazionali conseguendo riconoscimenti.
Coordinatore del dottorato in Ingegneria dell’Architettura e dell’Urbanistica, direttore di «Rassegna di Architettura e
Urbanistica» dal 2011, autore di saggi e articoli sui temi oggetto delle sue ricerche. Tra le sue pubblicazioni: Alessandro
Anselmi (Edilstampa, Roma 2010), Segni di architettura contemporanea (Kappa, Roma 2005), Kiasma museo di arte
contemporanea a Helsinki. Steven Holl (Alinea, Firenze 2000).

Maria Argenti, architect, is Full Professor in Architectural and Urban Design from the Faculty of Engineering at
the Sapienza University in Rome, where she teaches for the graduate course in Building Engineering-Architecture.
Her research examines contemporary architecture and its construction, the masters of Italian architecture and dwelling
for emergency conditions. She has participated in national and international design competitions, obtaining mentions.
Coordinator of the PhD Program in Engineering for Architecture and Urbanism, editor in chief of Rassegna di Ar-
chitettura e Urbanistica since 2011, she is also the author of essays and articles on her researches. Her published work
includes: Alessandro Anselmi (Rome: Edilstampa, 2010), Segni di architettura contemporanea (Rome: Kappa, 2005),
Kiasma museo di arte contemporanea a Helsinki. Steven Holl (Florence: Alinea, 2000).

Giulio Barazzetta è architetto, fondatore e associato sino al 2017 dello studio SBG architetti a Milano e professore
associato di Composizione architettonica al Politecnico di Milano; appartiene al collegio docenti del dottorato di
ricerca in Architettura e Costruzione, Sapienza Università di Roma. Ha ottenuto la Menzione d’Onore alla Medaglia
d’Oro dell’Architettura Italiana 2018. È coordinatore del comitato scientifico della Fondazione Aldo Favini e Anna
Gatta, membro del comitato scientifico dell’Association les Pierres Sauvages de Belcastel - Fernand Pouillon e diretto-
re scientifico della Fondazione Angelo Mangiarotti. È autore e curatore di volumi e mostre di riferimento su progetta-
zione e costruzione; i suoi progetti e articoli sono pubblicati su «Casabella», «Domus» e «Archi».

Giulio Barazzetta is architect OAM, founder and associate until 2017 of the SBG architetti office and associate
professor of Architectural Composition at the Politecnico di Milano; he sits on the Professor’s board of the PhD Archi-
tecture and Construction at Sapienza Università di Roma. He obtained the Mention of Honor at the 2018 Gold Medal
of Italian Architecture Award. He is the scientific director of Fondazione Angelo Mangiarotti, the scientific committee
coordinator of Fondazione Aldo Favini and Anna Gatta and sits on the board of the scientific committee of Association
les Pierres Sauvages de Belcastel - Fernand Pouillon. He is author and editor of volumes and exhibitions on architectur-
al design and construction; his projects and articles issued in Casabella, Domus and Archi.

Graziella Leyla Ciagà è architetto e ricercatrice in Storia dell’architettura e del design presso il Politecnico di Mila-
no. Dottore di ricerca in Conservazione dei beni architettonici e ambientali e specializzata in Restauro dei monumenti.
La sua attività didattica e di ricerca riguarda: la valorizzazione del patrimonio culturale nelle sue diverse declinazioni,
dai complessi monumentali e paesaggistici a quelli documentali, e la storia del design e dell’architettura italiana del
Novecento. È curatrice dell’Archivio Luciano Baldessari al Politecnico di Milano e collabora con il Centro di Alti
Studi sulle Arti Visive del Comune di Milano.

Graziella Leyla Ciagà is architect and researcher in History of Architecture and Design at the Politecnico di Milano.
PhD in Conservation of Architectural and Environmental Heritage and specialization in Restoration of Monuments.
Her teaching and research activity concerns: the valorization of cultural heritage in its different declinations, from the
monumental and landscape complexes to the documentary ones, and the history of Italian design and architecture of the
twentieth century. She is curator of the Luciano Baldessari Archives at the Politecnico di Milano and she collaborates
with the Centro di Alti Studi sulle Arti Visive del Comune di Milano.

Maria Teresa Feraboli è ricercatrice nel Dipartimento di Design del Politecnico di Milano e insegna Storia dell’ar-
chitettura e del design. Appartiene al CTSO di AAA Italia e a quello sul Patrimonio del XX secolo di Icomos Italia.
Collabora con il CASVA del Comune di Milano e Regione Lombardia. Le sue ricerche si incentrano sulla valorizza-
zione degli archivi e sull’interazione tra architettura, interni e design in ambito domestico. Tra le sue pubblicazioni:
Case da sogno (Bolis, Azzano San Paolo 2019), Cose d’archivio. I modelli di architettura e design presso il CASVA
(CASVA, Milano 2015), De Pas D’Urbino Lomazzi. Opere e progetti (Libraccio, Milano 2013).

Maria Teresa Feraboli is a researcher at the Design Department of the Politecnico di Milano, where she is teaching
History of Architecture and Design. She sits on the board of the Technical-Scientific Council of AAA Italia and 20th
Century Heritage of Icomos Italia. She collaborates with CASVA in the municipality of Milan and the Lombardy Re-
gion. Her studies are devoted to the enhancement of archives and to the interaction between architecture, interiors and
product design in the domestic sphere. Her recent works include: Case da sogno (Azzano San Paolo: Bolis, 2019), Cose
d’archivio. I modelli di architettura e design presso il CASVA (Milan: CASVA, 2015), De Pas D’Urbino Lomazzi.
Opere e progetti (Milan: Libraccio, 2013).

Tullia Iori, storica della costruzione e dell’ingegneria, è professore all’Università di Roma Tor Vergata. Dal 2011
guida, con Sergio Poretti, il progetto di ricerca SIXXI - Storia dell’ingegneria strutturale in Italia nel XX secolo, fi-
nanziato da un Grant del Consiglio Europeo della Ricerca. Tra le pubblicazioni più recenti, la serie dei volumi SIXXI.
110 biografie degli autori / author biographies

Storia dell’ingegneria strutturale in Italia: 1 (2014), SIXXI 2 (2015), SIXXI 3 (2015), SIXXI 4 (2017), SIXXI 5 (2020);
con S. Poretti, Pier Luigi Nervi. Architettura come Sfida. Roma. Ingegno e costruzione, guida alla mostra (Electa,
Milano 2010); Pier Luigi Nervi (ed. it. ed engl., Motta, Milano 2009); con S. Poretti, Pier Luigi Nervi. L’Ambasciata
d’Italia a Brasilia (Electa, Milano 2008 e 2018); Il cemento armato in Italia dalle origini alla seconda guerra mondiale
(Edilstampa, Roma 2001).

Tullia Iori, construction and engineering historian, is Professor at University of Rome Tor Vergata. Since 2011 she leads,
with Sergio Poretti, the research project SIXXI – Twentieth Century Structural Engineering: the Italian Contribution,
funded by an ERC Advanced Grant. Most recent monographs include the series of books SIXXI. Storia dell’ingegneria
strutturale in Italia: 1 (2014), SIXXI 2 (2015), SIXXI 3 (2015), SIXXI 4 (2017), SIXXI 5 (2020); with S. Poretti, Pier Luigi
Nervi. Architettura come Sfida Roma. Ingegno e costruzione, guida alla mostra (Milan: Electa, 2010); Pier Luigi Nervi
(engl. and it. ed., Milan: Motta, 2009); with S. Poretti, Pier Luigi Nervi. L’Ambasciata d’Italia a Brasilia (Milan: Electa,
2008 and 2018); Il cemento armato in Italia dalle origini alla seconda guerra mondiale (Rome: Edilstampa, 2001).

Fulvio Irace, professore ordinario al Politecnico di Milano dove insegna Storia dell’architettura e del design, è
visiting professor all’Accademia di Architettura di Mendrisio. Dal 2005 al 2009 è stato curatore per l’architettura della
Triennale di Milano, per la quale ha organizzato diverse mostre, tra cui Franco Albini. Zero Gravity, Renzo Piano: le
città visibili e Casa per tutti. È membro del comitato scientifico della Fondazione Piano e della Fondazione Brera, a
Milano. È stato redattore per l’architettura della rivista «Domus» (1980-1986) e di «Abitare» (1987-2007) e ha colla-
borato regolarmente a riviste come «A+U»; «Architectural Review», «Casabella», «Lotus», «Ottagono», «Op. Cit.»
ecc.; per il suo impegno nella critica d’architettura ha ricevuto nel 2005 il premio In/Arch Bruno Zevi. Dal 1986 è
editorialista per l’architettura del supplemento culturale de «Il Sole 24 Ore».

Fulvio Irace, is full professor at the Politecnico di Milano where he helds the chair of Contemporary History and
Criticism at the School of Design. He is also visiting professor at the Mendrisio Academy of Architecture. From 2005 to
2009 has served as Curator in Chief for Architecture at the Triennale di Milano, for which he edited many exhibitions,
such as Franco Albini. Zero Gravity, Renzo Piano: le città visibili, Casa per tutti. On the board of trustees of Renzo
Piano Foundation (Genova), he is member of the Scientific Committee of Brera Foundation, Milan. Senior editor
for architecture for Domus (1980-1986) and Abitare (1987-2007), he has contributed regularly to magazines such as
A+U; Architectural Review, Casabella, Lotus, Ottagono, Op.Cit. ecc.; for which he received in 2005 premio Inarch
Bruno Zevi. From 1986 he is architectural commentator for the Sunday cultural supplement of the italian newspaper
Il Sole 24 Ore.

Cettina Lenza è professore ordinario di Storia dell’architettura presso l’Università della Campania Luigi Vanvi-
telli. I suoi interessi si concentrano sulla storia dell’architettura dal Settecento al Novecento e su questioni critiche e
metodologiche. Ha pubblicato numerosi saggi, articoli, monografie e contributi in atti di convegni e ha curato volumi
collettivi e edizioni critiche. È stata coordinatrice del PRIN sui complessi manicomiali in Italia tra Ottocento e No-
vecento. È socia di accademie e coordinatrice del Comitato Scientifico sul Patrimonio del XX secolo di Icomos Italia.

Cettina Lenza is a full professor of History of Architecture at the University of Campania Luigi Vanvitelli. Her in-
terests focus on the history of architecture from the 18th to the 20th century and critical and metodologocal issues. He has
published numerous essays, articles, monographs and contributions to conference proceedings, and has edited collective
volumes and critical editions. She has been coordinator of PRIN on mental hospitals in Italy during the 19th and 20th
centuries. She is currently a member of academies and coordinator of the Scientific Committee on the 20th Century Her-
itage of Icomos Italia.

Valentina Marchetti laureata in Interior Design presso il Politecnico di Milano e in Design sistemico presso il
Politecnico di Torino, ha frequentato l’Alta Scuola Politecnica. Dal 2016 è cultore della materia presso il Politecnico di
Milano e dal 2020 anche presso la IULM, dove svolge attività didattica e di ricerca. Parallelamente si dedica anche alla
libera professione nel campo del design di interni e dell’allestimento. Porta avanti ricerche d’archivio e collabora con
La Triennale di Milano per eventi e visite guidate.

Valentina Marchetti graduated in Interior Design at the Politecnico di Milano and in Systemic Design at the Po-
litecnico di Torino, she attended the Alta Scuola Politecnica. Since 2016 she has worked as an expert in the subject at the
Politecnico di Milano and since 2020 also at IULM, carrying out teaching and research activities. At the same time she
works as a freelance professional in the field of interior and exhibition design, she deals with research and collaborates
with La Triennale di Milano for events and guided tours.

Anna Bruna Menghini, architetto, professore associato in Composizione architettonica e urbana nel Politecnico
di Bari e dal 2019 presso la Sapienza di Roma dove insegna Architettura e composizione architettonica nel corso di
laurea in Ingegneria edile-architettura. È stata coordinatrice del dottorato di ricerca in Architettura: innovazione e
patrimonio e attualmente è membro del collegio del dottorato in Ingegneria dell’Architettura e dell’Urbanistica. La
sua ricerca teorica e applicata, diffusa in numerose pubblicazioni, convegni e mostre, comprende la riqualificazione
del patrimonio paesaggistico, urbano e architettonico, e la riconversione dei siti dismessi in Italia e nei Paesi in via di
sviluppo, con particolare attenzione alle regioni mediterranee.
biografie degli autori / author biographies 111
Anna Bruna Menghini, architect, Associate Professor in Architectural and Urban Design at Polytechnic University
of Bari and since 2019 at Sapienza University in Rome where she teaches Architecture and Architectural Composition
in the Degree Course in Building Engineering-Architecture. She was coordinator of the PhD program in Architecture:
Innovation and Heritage and is currently a member of the board of the PhD program in Engineering-based Architec-
ture and Urban Planning. Her theoretical and applied research, disseminated in numerous publications, conferences
and exhibitions, includes the enhancement of landscape, urban and architectural heritage, and the reconversion of
brownfield sites in Italy and in developing countries, with particular attention to the Mediterranean regions.

Sergio Pace è professore ordinario di Storia dell’architettura e delegato del Rettore per le biblioteche, gli archivi e
il museo del Politecnico di Torino. Dottore di ricerca dal 1995. Pur mantenendo i propri maggiori interessi di ricerca
focalizzati sulle culture dell’Eclettismo architettonico del lungo Ottocento, nel corso degli anni ha avuto occasione di
pubblicare su Giuseppe Barberi, Daniele Donghi, Auguste Perret, Pier Luigi Nervi, Carlo Mollino, Roberto Gabetti
e Mario Botta. Sia per dovere sia per piacere, ha dedicato una parte dei suoi studi alle vite parallele di Torino e Nizza,
esplorate come città costrette a trasformare la propria identità in modo radicale, tra il XIX e il XXI secolo.

Sergio Pace is full professor in the History of Architecture and Rector’s delegate for libraries, archives and the muse-
um of the Politecnico di Torino. PhD since 1995. While maintaining his major research interests focused on the cultures
of architectural Eclecticism in the long 19th century, year after year he has had the opportunity to publish on Giuseppe
Barberi, Daniele Donghi, Auguste Perret, Pier Luigi Nervi, Carlo Mollino, Roberto Gabetti and Mario Botta. Both
for duty and pleasure, he devoted part of his studies to the parallel lives of Turin and Nice, explored as cities that were
forced to radically transform their identity between the 19th and 21st centuries.

Angela Pecorario Martucci, laureata in Architettura con una tesi su Ernesto Nathan Rogers e la cultura architet-
tonica degli anni Cinquanta, ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Ambiente, design e innovazione presso
l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli con la tesi: L’autarchia: tra ideologia e sperimentazioni per una
produzione sostenibile e un’architettura eco-orientata. È cultore della materia in Storia dell’architettura contempora-
nea e membro del comitato scientifico per il Patrimonio del XX secolo (ISC20C) dell’ICOMOS Italia.

Angela Pecorario Martucci, graduated in Architecture with a thesis on Ernesto Nathan Rogers e la cultura archi-
tettonica degli anni Cinquanta, PhD in Environment, Design and Innovation at the University of Campania Luigi
Vanvitelli with a thesis entitled: Autarky: ideology and experimentation for sustainable production and eco-oriented
architecture. She is a subject expert in the history of contemporary architecture and a member of the Scientific Commit-
tee for 20th Century Heritage (ISC20C) of ICOMOS Italia.

Maura Percoco è architetto e ricercatore in Composizione architettonica e urbana presso la Sapienza di Roma
dove insegna Architettura e composizione architettonica. L’abitare temporaneo come risposta al fabbisogno sociale; il
rapporto tra materiali, tecnologie e linguaggio contemporaneo dell’architettura; opere e protagonisti dell’architettura
italiana del Novecento sono i campi di ricerca sui quali ha pubblicato saggi e articoli. È autrice della monografia Una
piazza al posto di un palazzo. La rappresentazione della Civiltà italiana all’E 42 per Albini, Gardella, Palanti, Romano
(Libria, Melfi 2020). Partecipa a convegni e a concorsi di progettazione, è nel gruppo di ricerca LAPIS_Laboratorio
sull’Abitare – Progetto Indagine Sperimentazione.

Maura Percoco, architect and researcher in Architectural and Urban Design at the Sapienza of Rome where she
teaches Architecture and Architectural Composition. The forms of dwelling, with particular attention for experimental
and temporary ones; the dealings between architecture and the emergency housing; the relationship between materials,
technologies and languages of the contemporary architecture; masters and leading works of Italian twentieth century
architecture are her research topics. Author of articles and essays on the research topics, she published Una piazza al
posto di un palazzo. La rappresentazione della Civiltà italiana all’E 42 per Albini, Gardella, Palanti, Romano (Melfi:
Libria, 2020). She attends congresses and design competitions and is in the research group LAPIS_Laboratorio sull’Ab-
itare – Progetto Indagine Sperimentazione.

Giulia Ricci è parte della redazione di «Domus» dal 2018. Ha co-curato il libro Dante Bini: Mechatronics (Postme-
dia Books, 2016) e ha curato la mostra Binishells. La riproducibilità tecnica della cupola. Ha contribuito a riviste come
«ARK», «OASE» e «Volume»; fra i libri, ha collaborato a A+P Smithson (LetteraVentidue, Siracusa 2015) e Comunità
Italia (Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2015). Nel 2014 ha collaborato alla cura della mostra e del catalogo Z!
Zingonia Mon Amour alla Biennale di Venezia. Ha studiato architettura allo Iuav di Venezia, al Politecnico di Milano
e alla KU Leuven di Bruxelles.

Giulia Ricci is part of the editorial team of Domus since 2018. She co-curated the book Dante Bini: Mechatronics
(Postmedia Books, 2016), and curated the exhibition Binishells. La riproducibilità tecnica della cupola. She has been
part of the editorial board of magazine such as ARK and contributed to OASE and Volume, about the books, she
collaborated to A+P Smithson (Siracusa: LetteraVentidue, 2015) and Comunità Italia (Cinisello Balsamo: Silvana
Editoriale, 2015). In 2014 she collaborated in the curation of the exhibition and the catalog Z! Zingonia Mon Amour
at the Venice Biennale. She studied architecture at the Iuav of Venice, the Politecnico di Milano and KU Leuven in
Brussels.

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