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Una teoria dell'architettura moderna

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Nell’opera di Luigi Moretti il progetto di architettura prende forma da un'ampia riflessione


teorica sugli elementi della costruzione. In queste lezioni, proveremo ad estrarre alcune
parole chiave che hanno animato il pensiero dell'architetto e le metteremo a confronto
con le opere costruite. Le fonti della nostra ricerca sono gli articoli della rivista “Spazio”,
pubblicati negli anni Cinquanta, che offrono preziosi spunti teorici, oltre a costituire degli
importanti saggi di comunicazione grafica. A partire dalle copertine, disegnate da Angelo
Canevari, Alberto Magnelli, Gino Severini, Charles Conrad e dallo stesso Moretti. In questi
fascicoli, la composizione grafica del testo e delle immagini fa assumere alla pagina il
valore di uno spazio da comporre, in cui ogni dettaglio è meticolosamente studiato in
rapporto all’insieme. Tagli, montaggi, ingrandimenti: gli effetti visivi sono pazientemente
ricercati da Moretti per dare all’immagine il compito di sciogliere i nodi del pensiero. La
sua prosa, poi, è densa, coltissima, complessa nell’articolazione degli enunciati teorici e
scorrevole nelle modalità espressive. Dalle carte del suo archivio si può notare come per
l’architetto romano la scrittura sia uno strumento sofferto, portato alla perfezione
attraverso elaborazioni continue. Moretti lima, corregge, cancella, sembra quasi far
partecipare il lettore al “piacere del testo”. Come scrive a proposito della scultura
barocca, l’esercizio della scrittura nasce dalla “concezione di una plastica successiva, da
svolgersi e risolversi musicalmente”. Gli scritti di Moretti, per forma e contenuto, sono
strutture complesse, la cui lettura prende avvio dall’immediatezza delle immagini. Si
possono dunque cogliere, nella loro interezza, in tempi successivi “solo per sintesi
intellettiva”. Anche la struttura stessa dei testi di Moretti riflette questa formula. Oltre a
puntare sullo stretto rapporto tra testo e immagini, spesso l’articolo è organizzato con
uno schema tripartito: dopo l'introduzione, c'è lo sviluppo del tema e infine le conclusioni
che sintetizzano il nucleo della tesi. Proviamo a percorrere la vicenda editoriale della
rivista “Spazio” attraverso alcune tappe del suo itinerario. E cominciamo dall’editoriale
del primo numero, intitolato Eclettismo e unità di linguaggio. Un testo in cui troviamo
descritti gli intenti programmatici del percorso intellettuale che la rivista manifesterà
nella sua breve ma intensa esistenza. Scrive Moretti: “Un linguaggio unitario nasce, opera
faustiana di pochi spiriti, da un ordinamento e da una classificazione, in fondamentali e

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secondari, degli infiniti parametri della realtà e delle loro relazioni. Così lo spazio diventa
unitario, risolvibile ed esprimibile in ogni punto, e specchio di una nuova equilibrata unità
dell’uomo. Un linguaggio unitario acquista l’universale quando il suo coordinamento dei
parametri sia universalmente sentito e accettato". Il linguaggio unitario della nuova
architettura italiana, dopo la tragedia della guerra, per Moretti è quello che raccoglie
attorno a sé le numerose tensioni artistiche – pittoriche, musicali, letterarie – e
scientifiche depositate nella tradizione storica del Paese. Nessuna divisione tra diverse
correnti architettoniche è ammessa sulle pagine di “Spazio”: il “razionalismo” milanese e
l’“organicismo” romano concorrono a formalizzare l’idea di una moderna architettura
nazionale. Esemplare in questo senso è il Documentario dell’architettura italiana dal 1946
al ‘49, curato da Carlo Pagani e pubblicato sul primo numero della rivista. Un lungo
articolo che apre una serie di approfondimenti dedicati alle più recenti realizzazioni, ma
anche a progetti, di architetti quali, tra gli altri, Franco Albini, Carlo De Carli, Mario De
Renzi, Ignazio Gardella, Adalberto Libera, Carlo Mollino, Gaetano Minnucci, Ettore
Sottsass, Giuseppe Vaccaro e Vittoriano Viganò. Le pagine di “Spazio” diventano anche
occasione per Moretti di promuovere il proprio lavoro, come accade per i progetti della
Palazzina della Cooperativa Astrea a Roma e del complesso per abitazioni e uffici in Corso
Italia a Milano, entrambi degli anni Cinquanta. Infine, contiamo numerose riflessioni sulla
storia dell’arte, dalla classicità alle ultime tendenze dell’astrattismo, affidate a grandi
esperti, a cui vanno ad aggiungersi articoli dedicati alla letteratura, alla musica e al
cinema. Da questa ampia visione culturale, in un crescendo quasi musicale, salgono
progressivamente i capisaldi del pensiero di Luigi Moretti, che esamineremo in modo
puntuale nelle lezioni successive.

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