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Storia e proprietà

del cedro

Conosciuta già al tempo degli Egiziani è una pianta antichissima che si è sparsa nel mondo
legandosi strettamente alle tradizioni ebraiche.
Furono gli Ebrei che ne diffusero la coltivazione, prima in Palestina e poi in tutte le altre regioni
dove emigrarono per sfuggire alle deportazioni.
Dio aveva detto a Mosè: “Prenderete i frutti dell’albero più bello, dei rami di palma e dell’albero
più frondoso, dei salici del torrente e vi rallegrerete dinnanzi al Signore Dio vostro”.
Per gli ebrei, i frutti dell’albero più bello erano i cedri. Senza di questi la "Festa delle capanne"
non si poteva fare, e perciò se ne portarono dietro i segreti della coltivazione dovunque
andarono.
Così il cedro arrivò in Grecia intorno al VI secolo a.C. insieme ai profughi provenienti dalle
regioni mesopotamiche, e da lì passò in Turchia, in Albania e a Corfù.
In Italia fece la sua apparizione due o trecento anni prima di Cristo per opera di quegli Ebrei
ellenizzati che sicuramente seguirono gli Achei fondatori delle colonie agricole di Metaponto,
Sibari e Crotone.
Di secolo in secolo, questo legame fra cedro e religione ebraica non è venuto meno, e ancora
oggi ogni estate i rabbini arrivano in Calabria per scegliere e raccogliere con le loro mani i
frutti più belli, indispensabili alla festa.
Il cedro, legato all’elemento simbolico, non ha avuto subito un’importante utilizzazione
gastronomica. Solo in tempi relativamente recenti è stato candito o utilizzato nei liquori.
La sua natura e conformazione lo rendono un frutto commestibile a metà o comunque non
commestibile allo stato naturale.
Ritenuto a lungo una specie a sé stante, o una varietà di limone, all’apparenza il cedro si presenta
di forma ovale allungata con un peso che può arrivare fino a tre, quattro chili.
La polpa centrale, a spicchi come quella di un limone, è assai ridotta (trenta per cento di tutto il
frutto), piuttosto dura, ha un sapore acidulo e generalmente non si mangia.
Dalla scorza ricchissima di essenze di gusto citrino, gradevolmente penetranti, si ricava il
prodotto utile per la canditura, i liquori e gli sciroppi.

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