Sei sulla pagina 1di 80

Progetto illuminotecnico

• Il progetto dell’impianto di illuminazione ha lo scopo di


determinare:
 il numero,
 i tipi e
 le posizioni degli apparecchi da installare in un ambiente
tenendo conto delle caratteristiche del locale, di ogni
specifica esigenza dell’utenza e degli aspetti di
economicità, igiene e funzionalità.
La progettazione deve ottimizzare le risorse disponibili e
minimizzare l’impiego di energia esogena sia per
l’illuminazione che per la climatizzazione
Progetto illuminotecnico

• La progettazione di in impianto di illuminazione deve


essere coerente con:
• le caratteristiche dell’ambiente (dimensioni, forma,
luce naturale, finestrature e loro coefficienti di
trasmissione, pareti e pavimento),
• la sua funzione (commerciale, produttiva, sanitaria)
• i compiti visivi degli utilizzatori.

• Gli elementi da considerare sono:


 distribuzione delle luminanze
 illuminamento e sua uniformità
 abbagliamento
 resa cromatica delle sorgenti
Comfort visivo
Requisiti per il comfort visivo:

- un livello adeguato di illuminamento


- una sufficiente uniformità di illuminamento
- una buona distribuzione delle luminanze
- assenza di abbagliamento
- una corretta direzionalità della luce
- una buona resa cromatica delle sorgenti e degli ambienti

E’ necessario definire per loro dei valori


Illuminamento assoluti di riferimento, ed anche dei
Luminanza criteri e degli indici di distribuzione e di
uniformità.

Buona resa cromatica degli apparecchi


Resa Cromatica
di illuminazione
Comfort visivo

L’illuminamento influenza la capacità di un individuo di


percepire piccoli dettagli ad una data distanza (acuità
visiva) ma anche la velocità di percezione, cioè il tempo
richiesto per compiere un compito visivo .

Normativa Italiana in merito al comfort visivo:


- UNI 10380/A1
- UNI 10840
Prevedono dei valori di soglia per l’illuminamento e per
l’uniformità di illuminamento sui piani di lavoro e nei locali in
relazione ai compiti visivi previsti

Luce Naturale
Luce artificiale
Illuminamento

• Si definisce illuminamento medio mantenuto (Em) quel valore di


illuminamento medio su una superficie al di sotto del quale non si
può scendere.
• Si definisce anche un fattore di manutenzione (M) come rapporto
tra illuminamento medio sul piano di lavoro dopo un dato periodo ed
illuminamento medio sullo stesso piano di lavoro ad installazione
nuova.
• Si dovrà pertanto procedere, per un buon progetto, alla
individuazione del valore di illuminamento medio di progetto e
dividerlo per il fattore di manutenzione M individuato in base al
programma di manutenzione definito dal progettista.

E = Em /M, con M<1

E=20 lux è il livello minimo di illuminamento raccomandato e


consente il riconoscimento dei tratti del volto.

In zone occupate continuativamente 200 lux è il valore di


illuminamento minimo
Illuminamento
Illuminamento

• Una buona progettazione deve prima di tutto prefiggersi


lo scopo di garantire in ogni ambiente il giusto livello di
illuminamento.
• I valori di illuminamento da adottare sono in relazione al
tipo di attività prevista nell’ambiente e sono influenzati
dal potere di assorbimento e di riflessione del flusso
luminoso da parte dei materiali presenti nell’ambiente e
dal loro colore.

• L’illuminamento è inversamente proporzionale alla


distanza della superficie illuminata: in altre parole
l’illuminamento della superficie da parte della sorgente
luminosa è tanto minore quanto più è grande la distanza
della sorgente dalla superficie.
Illuminamento

• Attraverso dispositivi elettronici e sistemi computerizzati di controllo


è possibile variare il flusso luminoso emesso dai vari tipi di lampade
adattandolo (e, se necessario, programmandolo nel tempo) al livello
di illuminamento più indicato negli ambienti.

• Il progetto dell’impianto di illuminazione viene dunque condotto


tenendo conto del massimo livello di illuminamento previsto,
affidando poi ai sistemi di controllo la funzione di modulare il flusso
emesso.

• Per regolare il flusso luminoso si impiegano potenziometri elettronici


azionati da pulsanti oppure da variatori di intensità luminosa
(dimmer) eventualmente collegati a cellule fotoelettriche che
modulano l’intensità luminosa in funzione della quantità di luce
proveniente dall’esterno.
Luminanza

Luminanza “L”
La luminanza in un punto di una superficie in una certa
direzione, è il rapporto fra l’intensità luminosa “I” emessa in
quella direzione e l’area della superficie emittente apparente.
Unità di misura è [cd/m2]

La luminanza di un oggetto varia con la direzione di osservazione e


dipende anche dalle proprietà riflettenti o assorbenti delle superfici
(anch’esse direzionali).
Contrasto di luminanza

Il comfort visivo è garantito da una adeguata gradazione dei contrasti nel


campo visivo (inteso come campo centrale di visione, sfondo e
ambiente).
La percezione di un oggetto è funzione del contrasto di luminanza
dell’oggetto e dello sfondo.

Contrasto: “rapporto fra la differenza di luminanza dei due oggetti e la


minore delle due luminanze”.

L − L
C = max min

L min

L’occhio percepisce la forma degli oggetti se all’interno del campo visivo


esiste un adeguato contrasto luminoso fra due oggetti o fra oggetto e
sfondo.
Contrasto di luminanza

Un oggetto, per essere percepito correttamente, deve avere una


luminanza variabile fra 2 e 3 volte quella dello sfondo e fra 5 e 10 volte
quella dell’ambiente.

L’esperienza ha dimostrato che la percezione dell’oggetto non dipende


solo dal contrasto ma anche da valore assoluto della luminanza dello
sfondo.

Se la differenza fra le luminanze è piccola,


l’osservatore non percepisce più l’oggetto distaccato
dallo sfondo

Se si riduce eccessivamente la luminanza dello sfondo, a


parità di contrasto, la visione risulterà difficoltosa per
mancanza di illuminamento.
Contrasto di luminanza

• L’occhio percepisce la forma degli oggetti se all’interno del campo


visivo esiste un adeguato contrasto luminoso fra due oggetti (o fra
oggetto e sfondo).

• In altri termini solo se vi è una differenza di luminanza di almeno


l’1% in condizioni di illuminazione naturale e del 10% se
l’illuminamento è scarso, l’occhio percepisce chiaramente la
differenza fra due oggetti.
Contrasto di luminanza

Relazione fra il contrasto di soglia e la luminanza dello sfondo


allo scopo di percepire un oggetto campione mostrato per 1
secondo

Luminanza dello sfondo


Contrasto minimo percepibile
Abbagliamento

Se le differenze di luminanza all’interno del campo visivo


diventano eccessive si verifica il fenomeno dell’abbagliamento,
causando fastidio o diminuzione delle capacità visive.

Abbagliamento diretto
Presenza di superfici o oggetti (sorgenti luminose,
vetrate, il sole) con luminanza molto elevata

Abbagliamento riflesso
Riflessione di oggetti posti sul piano di lavoro della
luce proveniente da altri corpi.
Abbagliamento
Per limitare l’abbagliamento di tipo diretto occorre verificare i valori
assoluti di luminanza delle sorgenti luminose (artificiali o naturali).

Zona visiva critica: è quella compresa fra gli angoli


verticali di 45° e 85°.

In tale intervallo, la luminanza media di ciascun apparecchio non


deve essere maggiore di un valore limite stabilito in funzione del tipo
di apparecchio e del compito visivo
Comfort Visivo
I valori limite di luminanza per illuminazione artificiale sono
indicati dalla norma UNI 10380.

Si fa distinzione fra cinque classi di qualità degli impianti:

classe A: adatti a compiti visivi molto difficoltosi


classe B: adatti a compiti visivi che richiedono prestazioni visive
elevate
classe C: adatti a compiti visivi che richiedono prestazioni visive
normali
classe D: adatti a compiti visivi che richiedono prestazioni visive
modeste
classe E: adatti per interni in cui i compiti visivi non sono
particolarmente impegnativi e non sono esattamente dislocati

Uffici Civili abitazioni


Curva limite di luminanza A

Curva limite di luminanza per apparecchi luminosi senza bordi


luminosi e per apparecchi con bordi luminosi disposti
parallelamente alla direzione di osservazione
Curve limite di luminanza B

Curve limite di luminanza per apparecchi con bordi laterali


luminosi, o di quelli “lineari” con bordi laterali luminosi paralleli
alla direzione di osservazione
Metodi di stima dell’abbagliamento
Curve di luminanza
Metodi di stima dell’abbagliamento
Curve di luminanza
Abbagliamento
Indice di discomfort

Nel caso di abbagliamento diretto è possibile calcolare un indice


di discomfort DGR (discomfort glare rate) che è influenzato dai
seguenti fattori:
- luminanza del campo visivo
- posizione di ogni sorgente abbagliante
- dimensione angolare di ogni sorgente abbagliante
- luminanza di ogni sorgente abbagliante
- numero di sorgenti abbaglianti.
Per ciascuna sorgente viene calcolato l’abbagliamento da essa
generato attraverso l’equazione:
LQ
M i = 0 .5 *
PF 0 , 44
• L è la luminanza della sorgente [cd/m2]
• Q è la dimensione angolare della sorgente [steradianti]
• F la luminanza di campo [cd/m2]
- P è l’indice di posizione sorgente-osservatore
P è l’indice di posizione: rappresenta un fattore di vista calcolato
in funzione della posizione relativa osservatore sorgente, utilizzando
dei diagrammi

H/X

γ/X

Nomogramma per calcolo dell’indice di posizione


Indice di discomfort

Se nell’ambiente esistono più sorgenti di abbagliamento (n) è


possibile sommare le sensazioni generate da ciascuna di esse:

Mt = Σn Mi

Indice di discomfort complessivo DRG:

DGR = (Mt)a con a = n-0.0914

n: numero di sorgenti luminose

Tale indice è correlato ad una probabilità di discomfort che è


stata sperimentata attraverso un numero di interviste ad
osservatori sottoposti a medesime condizioni di prova.
Indice di discomfort

Probabilità di persone in comfort [%]

La relazione è tale che se l’indice DGR è pari a 300 allora solo il


10% degli osservatori giudicherà la situazione confortevole.
Se il DGR è pari a 45 allora tale percentuale sale al 90%.
Le variazioni intermedie sono lineari.
Progetto illuminotecnico

La preferenza dell’utente è generalmente rivolta alla disponibilità


di luce naturale, in quanto qualitativamente gradevole e soggetta
alle variazioni cicliche diurne e stagionali.

Dall’altra è spesso necessario prevedere dei livelli di


illuminamento adeguati (spazialmente e temporalmente) ai
compiti visivi che possono essere raggiunti solo con l’ausilio di
sorgenti artificiali

Una lampada è una sorgente di calore, mentre una finestra


svolge anche la funzione di elemento di filtro della radiazione
solare.

Inoltre, le temperature superficiali che si possono avere sulla


finestra possono causare di discomfort locale, dovuto ad
asimmetrie radianti.
Prestazione visiva

È l’attitudine a reagire che una persona manifesta quando i dettagli


dell’oggetto della visione (compito visivo) entrano nello spazio di
osservazione.

La prestazione visiva è condizionata principalmente da tre aspetti:

- Capacità visive del soggetto in termini di acuità visiva (regolazione


della luce incidente, convergenza dell’asse visivo, motilità oculare,
senso cromatico, presenza di difetti visivi, adattamento),
- Caratteristiche del compito visivo
- Caratteristiche dell’ambiente
Prestazione visiva (condizioni di comfort)

L’influenza dell’AMBIENTE sulla percezione visiva si manifesta tramite:


- Le sorgenti di luce (naturale – finestre e vetrate) e artificiale
- Le superfici degli oggetti principali (compito visivo, arredi e persone al
suo intorno)
- Le superfici del suo interno (pareti, soffitti, pavimenti, macchine):

1. Distribuzione delle luminanze. L’apparato visivo è soggetto ad


affaticarsi di più quanto maggiori sono le differenze di luminanza e
contrasti elevati possono provocare abbagliamento;
mentre luminanze e contrasti bassi danno luogo ad ambienti
monotoni .

2. Illuminamento . Valori adottati dalle norme vanno da 20 lux


(riconoscimento di un viso in condizioni normali) fino anche a 5000 lux;
l’illuminamento dell’ambiente va correlato a quello del compito visivo e
degli ambienti comunicanti e non deve presentare eccessive
disuniformità (nel passaggio tra zone a diverso illuminamento si possono
determinare abbagliamenti e difficoltà di adattamento visivo)
Prestazione visiva

3. Abbagliamento
Si crea nell’ambiente quando le luminanze non sono correttamente
distribuite o i contrasti di luminanza sono eccessivi per la presenza nel
campo visivo di sorgenti primarie di luce (abbagliamento diretto) o di
superfici riflettenti (abbagliamento indiretto)
- abbagliamento molesto (discomfort glare)
- abbagliamento debilitante (disability glare)
4. Direzione della luce
Se l’illuminazione è troppo direzionale si generano ombre nette, se invece è
diffusa l’assenza di ombre nuoce alla visibilità e rende l’ambiente monotono
e sgradevole
5. Aspetti del colore
Inteso come interazione tra luce artificiale, luce naturale e superfici
6. Luce naturale
Dimensione ed orientamento dei varchi di luce naturale (porte e finestre)
5. Aspetti del colore

Tonalità della luce


Determinato il valore di illuminamento in funzione del locale da illuminare occorre
determinare la tonalità più adatta per le specifiche caratteristiche dell’ambiente.

Le fonti luminose, sia naturali che artificiali, emettono luce di diversa tonalità a
seconda della distribuzione spettrale della radiazione emessa dalla fonte.

Nella luce diurna sono presenti in misura pressoché uniforme tutti i colori dello
spettro luminoso, dal blu al rosso, dalla cui miscela deriva un colore bianco neutro.

Le lampade a incandescenza sono invece caratterizzate da una emissione molto


bassa verso il blu e progressivamente crescente verso il rosso, da cui deriva un
colore giallastro, che viene percepito come caldo.
Negli ambienti particolarmente accoglienti si preferisce ricorrere a sorgenti di luce
con prevalente emissione verso il rosso mentre negli ambienti dove occorre luce
brillante e impersonale si utilizzano lampade con spettro luminoso simile a quello
della luce diurna.

La tonalità della luce viene valutata attraverso la temperatura di colore. Le tonalità


calde sono preferibili per bassi valori di illuminamento, mentre per quelli più elevati
sono preferibili le tonalità fredde.
Le grandezze della luce
Queste sono le grandezze fondamentali da conoscere:
a) flusso luminoso;
b) intensità luminosa;
c) illuminamento;
d) luminanza.
Sorgenti artificiali

Le lampade attualmente esistenti si dividono in tre gruppi principali, a seconda


del principio utilizzato
per produrre la luce:
- incandescenza;
- scarica in gas;
- a induzione

La corrente elettrica nel primo caso rende incandescente un filamento metallico;


nel secondo eccita
una miscela gassosa, nel terzo genera un campo elettrico.
In tutti i casi viene provocata l’emissione di radiazioni, di cui solamente una parte
visibile.
Sorgenti artificiali

Caratteristiche di una sorgente artificiale:

- Flusso luminoso
- Efficienza luminosa
- Resa cromatica
- Tonalità della luce
- Durata
- Distribuzione spaziale dell’intensità luminosa (solido fotometrico)
La scelta della sorgente

Parametri che dipendono sia dalla lampada che dall’apparecchio

a) Flusso luminoso Curva


fotometrica
La scelta della sorgente

Parametri che dipendono sia dalla lampada che dall’apparecchio

b) Efficienza luminosa η rapporto tra energia luminosa


emessa ed energia elettrica assorbita (lumen/watt)

c) Tempo di accensione e riaccensione (s)


d) Temperatura di colore (K) e resa cromatica Ra si
determina confrontando la luce emessa dalla lampada in esame
con la luce di una lampada con Ra =100.
VALORI DI Ra GIUDIZIO
90 < Ra < 100 OTTIMO
80 < Ra < 89 MOLTO BUONO
70 < Ra < 79 BUONO
60 < Ra < 69 DISCRETO
40 < Ra < 59 SUFFICIENTE
Ra < 40 SCARSO
La scelta della sorgente

e) dimensioni fisiche
e forma
La scelta della sorgente

Parametri che dipendono sia dalla lampada che dall’apparecchio

Durata di vita numero di ore di funzionamento (h)

Possibilità di essere collegati alla rete elettrica


Caratteristiche degli apparecchi illuminanti

• Gli apparecchi illuminanti possono essere divisi in primo luogo in


base al loro tipo di montaggio: a soffitto, a sospensione, a parete, da
terra, da tavolo, e incassati, montati su binario o speciali per
illuminazione d'emergenza.

TERRA
Le lampade da terra sono la soluzione più semplice per illuminare
qualsiasi locale. Si possono posizionare anche a qualche metro
dalle prese d'energia elettrica. Hanno il vantaggio di essere spostate
facilmente assicurando una grande flessibilità di illuminazione.
Richiedono particolare attenzione per la loro ubicazione
(prevenzione di urti e distanza da oggetti infiammabili).
Caratteristiche degli apparecchi illuminanti

• PARETE
Gli apparecchi montati sulle pareti verticali hanno la caratteristica
principale di permettere un'emissione di luce diffusa nell'ambiente.
Le lampade da parete possono rappresentare uno strumento
essenziale per illuminare piani verticali siano essi le pareti del locale
che librerie o quadri.

SOFFITTO
Le lampade da soffitto sono apparecchi che vengono montati
direttamente a soffitto, quindi con un'emissione di luce che al
massimo può essere distribuita su 180 gradi. Richiedono opportune
canalizzazioni d'alimentazione nascoste che quindi vanno realizzate
con opere murarie. Salvo cantine o i ripostigli dove i condotti di
alimentazioni possono essere realizzate a vista.
Caratteristiche degli apparecchi illuminanti

• SOSPENSIONI
Apparecchi sospesi al soffitto con cavetti.
• Essendo liberi nell'aria possono garantire una distribuzione
luminosa di tipo diffuso.

• INCASSI
Nelle abitazioni trova sempre più spazio il controsoffitto, che può
essere utile per diminuire l'altezza per nascondere le linee
alimentazioni di diversi punti luce.
Gli incassi possono essere anche da parete, in questo caso sono
l'ideale per realizzare scenografici effetti di luce.
Caratteristiche degli apparecchi illuminanti

Le emissioni
• Le tipologie che differenziano gli apparecchi illuminanti non sono
solo quelle che identificano il tipo d'installazione: a terra, a muro, a
soffitto e sospensione.
Ogni apparecchio è caratterizzato dal modo con cui emette la luce

Emissione diretta: verso il basso,


Emissione indiretta: verso l'alto,
Doppia emissione: verso l'alto e il basso
Emissione diffondente
Emissione extradiffondente
Emissione semiconcentrante
Emissione concentrata
Emissione wall washer
• Emissione diretta: verso il basso

Emissione indiretta: verso l'alto


Emissione diffondente

Doppia emissione: verso l'alto e il basso


Emissione concentrata
Caratteristiche degli apparecchi illuminanti

• Classe di protezione elettrica e indice di protezione


• Sicurezza termica
• Ottica degli apparecchi

L’apparecchio non deve essere fonte di pericolo né per gli utenti che
per chi effettua la manutenzione.

L’ottica di un apparecchio è il sistema di superfici che orienta la


distribuzione del flusso luminoso emesso dalla lampada verso gli
oggetti da illuminare riducendo la possibilità di abbagliamento.
Caratteristiche degli apparecchi illuminanti
• Le caratteristiche costruttive degli apparecchi dipendono dai
componenti usati per diffondere, proiettare e schermare la luce,
ossia:
• riflettori;
• rifrattori;
• diffusori;
• Apparecchi riflettori e proiettori
• Hanno la funzione di dirigere il flusso luminoso in un angolo solido
ben determinato, in modo da produrre elevati valori di illuminamento
su una superficie privilegiata.
• A tal scopo vengono impiegati per l’involucro materiali altamente
riflettenti, quali vetro argentato o allumino lucidato.
• Apparecchi diffusori
• Sono schermature traslucide di vetro smerigliato,carta, tessuto, etc.
che hanno la funzione di far perdere al flusso luminoso la
direzionalità originaria
• Apparecchi rifrattori
• Anche questi hanno la funzione di modificare la direzionalità
originaria del flusso luminoso, sfruttando il principio della rifrazione:
Lampade ad incandescenza

L’invenzione di Thomas Edison risale al 1879 si basa sul principio che un


metallo surriscaldato emette radiazioni nel campo del visibile
Le parti in cui è composta:
Lampade ad incandescenza

• Il tungsteno di cui è costituito il filamento di una lampada ad


incandescenza, portato ad alta temperatura incomincia a sublimare,
andandosi a depositare sulla superficie interna del bulbo in vetro.
• Questo fenomeno fisico è alla base dell’invecchiamento e della
riduzione del flusso luminoso, in quanto il bulbo annerito lascerà
passare una minor quantità di flusso ed il filamento, assottigliato a
causa della sublimazione, diventa più fragile e si spezza.
Lampade ad incandescenza

Caratteristiche

a) Temperatura di colore ottima (2800 K luce calda)

b) Resa cromatica ottima (Ra=100)

c) Efficienza bassa (η =12 lm/W per lampade da 100 W)

d) Durata bassa (in media 1000 h)

e) Direttamente collegabili alla rete elettrica

f) Il flusso luminoso può essere graduato tramite variatori


Lampade ad incandescenza alogene

è stato inventato un ciclo di rigenerazione del filamento per


aumentare la vita utile della lampada

Le parti in cui è composta:

Lampada PAR:
Lampade ad incandescenza alogene

Lampada nuda o con riflettore incorporato.

Nel primo caso possono essere utilizzate a vista oppure all’interno di


apparecchi di illuminazione dotati di riflettore per ottenere un fascio
luminoso di determinata ampiezza.

Nel secondo caso la lampada, essendo dotata di riflettore, dovrà


essere scelta in funzione dell’ampiezza del fascio luminoso e
l’apparecchio di illuminazione nel quale andrà collocata ha la sola
funzione di proteggerla e collegarla alla rete di alimentazione.
Il riflettore può essere in alluminio oppure in vetro con trattamento della
superficie riflettente

Lampada alogena con riflettore incorporato (Doc. OSRAM).


Lampade a scarica
Lampade a scarica

Furono realizzate da Cooper, Hewitt, Moore agli inizi del XX secolo


e commercializzate negli anni 1930

Le parti in cui è composta:


Lampade a scarica
Lampade a scarica compatte

La ricerca della forma più valida da adottare per quanto riguarda la


piegatura del tubo

Diverse tipologie di compatte


Lampade a scarica a vapori di mercurio

Il cuore della lampada è costituito da un tubo di scarica in quarzo di


piccole dimensioni per resistere alle alte temperature e pressioni
Lampade a scarica a vapori di mercurio
Lampade a scarica a vapori di sodio

Le prime applicazioni risalgono al 1932 quando furono


installate da tecnici Philips per l’illuminazione stradale
Lampade a scarica a vapori di sodio
Lampade a elettroluminescenza
I LED sono dei diodi semiconduttori che vengono sollecitati da
una carica elettrica. La scelta del semiconduttore influenza il
colore della luce emessa.
Caratteristiche:
durata utile molto lunga, resistenza agli urti, basso consumo
energetico, dimensioni contenute, luce dinamica.

OLED: dispositivo a film sottile (<500 nm) di LED


Lampade a elettroluminescenza

La tecnologia LEC sfrutta le proprietà di elettroluminescenza di


film polimerici stampabili per costruire delle sorgenti luminose
costituite da fogli di piccoli spessori, leggerissimi e flessibili.
Gli apparecchi luminosi

Funzione tecnica: ospitare fili elettrici e protezione


Funzione estetica: deviare e guidare flusso luminoso per
ottenere effetto voluto da progettista

Riflettori Parabolici
Gli apparecchi luminosi

Riflettori Parabolici
Gli apparecchi luminosi

Lenti
Gli apparecchi luminosi

Fibre ottiche

Il loro funzionamento si basa sulla


riflessione delle pareti di un
diramatore, costituito da un fascio
di cavi a fibre ottiche (vetro o
polimetacrilato) che, riflettendo la
luce, la trasportano anche per
distanze molto lunghe.
Il progetto di una sorgente a basso consumo

realizzata da Matilde Alessandra


Lampada che unisce massima
efficienza del tubo fluorescente con il
facile inserimento, essendo modulare.
Nata come “quadro luminoso” ed
industrializzata con proporzioni che si
adattano ai materiali da costruzioni
modulari, ISOLDE, diventa
sospensione, modulo per pavimenti,
muri e soffitti, ma anche divisorio
stesso o scultura luminosa.

Prodotto “standard”:
Tubo T5 HE da 24 W

Plexiglass

Lampada ISOLDE usata come parete


divisoria
Il progetto di una sorgente a basso consumo

Lampada ISOLDE usata come


scultura luminosa
Il progetto di una sorgente a basso consumo

Lampada ISOLDE versione


a pavimento colore bianco
Il progetto di una sorgente a basso consumo

Lampada ISOLDE versione a parete


colore rosso
Progetto di una sorgente a basso consumo

• La struttura è realizzata in plexiglass (PMMA-Polimetacrilato)


- Materiale termoplastico, rigido e incolore, di limpidezza superiore al
vetro (maggiore trasparenza)
- Infrangibile e trasmette fino al 98% della radiazione del visibile come
luce
- Inerte chimicamente e stabile alla luce e alle intemperie
Il progetto di una sorgente a basso consumo

Dal punto di vista prestazionale, la tecnologia della fluorescenza è


stata migliorata sviluppando 2 tipologie di prodotti ben distinte:

- HE / High Efficiency, ossia massima efficienza luminosa;


- HO / High Output, ossia massimo flusso luminoso.

Il sistema HE / High Efficiency è stato sviluppato per offrire la massima efficienza


luminosa, ossia fino a 104 lm/W.
Il sistema HO / High Output è in grado di sviluppare un elevato
flusso luminoso, ossia fino a 7.000 lumen con la potenza
maggiore in gamma, e fino al 50% in più di flusso luminoso
rispetto alle lampade T8 di lunghezza comparabile.
Ad esempio, una fluorescente T5 HO da 49 W e 118 mm di lunghezza sviluppa lo
stesso flusso luminoso di una T8 da 58 W e 150 mm di lunghezza.
Sistema HE Sistema HO
14 W 1350 lm 24 W 2000 lm
Le gamme sono
21 W 2100 lm 39 W 3500 lm
rispettivamente
28 W 2900 lm 49 W 3900 lm
35 W 3650 lm 54 W 5000 lm
80 W 7000 lm

Potrebbero piacerti anche