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Lezione 1

INTERPRETAZIOE GIURIDICA

La teoria dell’interpretazione giuridica è considerata come una parte marginale della teoria generale del
diritto. Il diritto viene inteso come produzione di norme quindi la teoria generale del diritto è lo studio del
diritto inteso non dal punto di vista filosofico, ma di come il diritto agisce e opera all’interno della società. Il
diritto è quindi un quid iuris e non un quid ius. Il quid ius si occupa della ricerca del perché il diritto è
influenzato dall’uomo. Il quid iuris si occupa dello studio del diritto nel su vivere all’interno della società. La
teoria dell’interpretazione invece si proponeva e si propone oggi, come interpretazione. Per comprendere i
rapporto tra teoria generale del diritto fondata sulla produzione normativa e teoria generale del diritto
come interpretazione, bisogna tenere conto del rapporto tra jussum-justum e jus-justum (jussum come
potere politico, e justum come giustizia ). Il problema dell’interpretazione si pone quando l’idea del diritto
inteso come produzione normativa, si confronta con l’idea del diritto inteso come giustizia. In definitiva
l’interpretazione serve a superare la distanza tra una norma generale e astratta e un caso particolare e
concreto al quale la norma deve applicarsi. Però all’interno delle teorie generali del diritto, non esiste
diritto al di fuori della produzione normativa e l’interpretazione quindi è soltanto un’ attività conoscitiva.

Ma l’interpretazione del diritto si pone come vera e propria creazione, cioè il diritto non è soltanto la
creazione della norma, non spetta soltanto al legislatore, ma a chiunque interprti il diritto, perché chi
interpreta il diritto crea la regola del fatto. Dunque la teoria dell’interpretazione del diritto

- se vista alla luce del rapporto tra jussum/justum e quindi tra produzione normativa e applicazione della
norma, è una teoria meramente conoscitiva.

-se considerata come interpretazione del diritto in senso lato, diventa lo studio di un procedimento che
contiene in se conoscenza più volontà, ossia studio della decisione giuridica.

Norberto Bobbio nel suo volume sul positivismo giuridico non distingue con chiarezza il cosiddetto
giuspositivismo classico dal giuspositivismo logico, ma li assimila nel comune concetto di positivismo. In
questo suo libro, Bobbio individua i temi chiave del positivismo giuridico, ponendosi come il padre della
cosiddetta giurisprudenza analitica. Bobbio afferma che il positivismo è fondato sul mito dell’infallibiltà del
legislatore, delle poche chiare e certe leggi, sull’imperatività e coattività della norma giuridica, sul mito della
completezza e coerenza dell’ordinamento giuridico. Bobbio non distingue l’idea classica del positivismo
dall’idea moderna poiché i positivismo di per sé è gia un modo di studio del diritto della modernità, nasce
con la teoria della doppia verita di Okham, il quale (Okham) dà modo di pensare ad Hobbes il diritto
tenendo conto che cci sono due verità : la verità divina e quella fisica umana, e due sono le volontà : quella
divina e quella umana. Conseguentemente la legge umana non può essere messa a confronto né può
essere considerata se non rapportandola alla legge di Dio. In questo modo Okham, separando Dio
dall’uomo, profana il diritto naturale poiché lo libera da Dio. Così nasce il positivismo giuridico.

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