Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
1
II Tempo Avvento (C)
VANGELO: LC 3,1-6
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! Videbit omnis caro salutare Dei
N A
ell'anno 1 quindicesimo nno quinto décimo1 impérii
dell'impero di Tiberio Ce- Tibérii Cǽsaris, procuránte
sare, mentre Ponzio Pilato Póntio Piláto Iudǽam, te-
era governatore della Giudea. Erode trárcha autem Galilǽæ Heróde,
tetrarca della Galilea, e Filippo, suo Philíppo autem fratre eius tetrárcha
fratello, tetrarca dell'Iturea e della Iturǽæ et Trachonítidis regiónis, et
Traconitide, e Lisania tetrarca Lysánia Abilínæ tetrárcha, 2sub
dell'Abilene, 2sotto i sommi sacer- príncipe sacerdótum Anna et Cái-
doti Anna e Caifa, la parola di Dio pha, factum est verbum Dei super
venne su Giovanni, figlio di Zacca- Ioánnem Zacharíæ fílium in desér-
ria, nel deserto. 3Egli percorse tutta to. 3Et venit in omnem regiónem
la regione del Giordano, predicando circa Iordánem prǽdicans
un battesimo di conversione per il baptísmum pæniténtiæ in remissió-
perdono dei peccati, 4com'è scritto nem peccatórum, 4sicut scriptum est
nel libro degli oracoli del profeta in libro sermónum Isaíæ prophétæ:
Isaia: «Voce di uno che grida nel «Vox clamántis in desérto: “Paráte
deserto: Preparate la via del Signo- viam Dómini, rectas fácite sémitas
re, raddrizzate i suoi sentieri! 5Ogni eius. 5Omnis vallis implébitur, et
burrone sarà riempito, ogni monte e omnis mons et collis humiliábitur;
ogni colle sarà abbassato; le vie tor- et erunt prava in dirécta, et áspera
tuose diverranno diritte e quelle im- in vias planas: 6et vidébit omnis ca-
pervie, spianate. 6Ogni uomo vedrà ro salutáre Dei”».
la salvezza di Dio!».
D E
eponi,1 o Gerusalemme, la xue te1, Ierúsalem, stola luc-
veste del lutto e dell'affli- tus et vexatiónis tuæ et índue
zione, rivestiti dello splen- te decóre eius, quæ a Deo tibi
dore della gloria che ti viene da Dio data est glóriæ in ætérnum.
per sempre. 2Avvolgiti nel manto 2Circúmda te diplóide iustítiæ, quæ
della giustizia di Dio, metti sul tuo a Deo est, et impóne mitram cápiti
capo il diadema di gloria dell'Eter- tuo glóriæ Ætérni. 3Deus enim
2
II Tempo Avvento (C)
VANGELO: LC 3,1-6
1
Ἐν ἔτει δὲ πεντεκαιδεκάτῳ τῆς 1Si veda nota nella BG. Cesare: Mt 22,21; Gv 19,12.15. Pon-
zio Pilato: Mt 27,2-65; Lc 13,1; Gv 19,8-9+. Erode: Antipa,
ἡγεμονίας Τιβερίου Καίσαρος, figlio di Erode il Grande, Mc 3,6+; 6,14-22; Lc 23,8.11-12;
ἡγεμονεύοντος Ποντίου Πιλάτου τῆς cf. At 4,27; 12,1.6.11; l’inizio è solenne, l’effetto: ciò che sta
per esser raccontato avrà conseguenze per la storia uni-
Ἰουδαίας, καὶ τετρααρχοῦντος τῆς versale.
Γαλιλαίας Ἡρῴδου, Φιλίππου δὲ τοῦ 2Si veda nota nella BG. Anna: Gv 18,13.24; At 4,6. Caifa: Mt
1
ἔκδυσαι Ιερουσαλημ τὴν στολὴν τοῦ πένθους καὶ τῆς κακώσεώς σου καὶ ἔνδυσαι τὴν
εὐπρέπειαν τῆς παρὰ τοῦ θεοῦ δόξης εἰς τὸν αἰῶνα 2περιβαλοῦ τὴν διπλοΐδα τῆς παρὰ
τοῦ θεοῦ δικαιοσύνης ἐπίθου τὴν μίτραν ἐπὶ τὴν κεφαλήν σου τῆς δόξης τοῦ αἰωνίου 3ὁ
γὰρ θεὸς δείξει τῇ ὑπ᾽ οὐρανὸν πάσῃ τὴν σὴν λαμπρότητα 4κληθήσεται γάρ σου τὸ
ὄνομα παρὰ τοῦ θεοῦ εἰς τὸν αἰῶνα εἰρήνη δικαιοσύνης καὶ δόξα θεοσεβείας 5ἀνάστηθι
Ιερουσαλημ καὶ στῆθι ἐπὶ τοῦ ὑψηλοῦ καὶ περίβλεψαι πρὸς ἀνατολὰς καὶ ἰδέ σου
συνηγμένα τὰ τέκνα ἀπὸ ἡλίου δυσμῶν ἕως ἀνατολῶν τῷ ῥήματι τοῦ ἁγίου χαίροντας
3
II Tempo Avvento (C)
no, 3perché Dio mostrerà il tuo osténdet omni, quod sub cælo est,
splendore a ogni creatura sotto il splendórem tuum. 4Vocábitur enim
cielo. 4Sarai chiamata da Dio per nomen tuum a Deo in ætérnum: Pax
sempre: «Pace di giustizia» e iustítiæ et Glória cultúræ Dei. 5Sur-
«Gloria di pietà». 5Sorgi, o Gerusa- ge, Ierúsalem, et sta in excélso et
lemme, sta' in piedi sull'altura e circúmspice ad oriéntem et vide
guarda verso oriente; vedi i tuoi fi- congregátos fílios tuos a solis ortu
gli riuniti, dal tramonto del sole fino usque ad occásum verbo Sancti,
al suo sorgere, alla parola del Santo, gaudéntes in memória Dei.
esultanti per il ricordo di Dio. 6Si 6Exiérunt enim abs te pédites ab-
Q I
uando il Signore1 ristabilì la n converténdo Dóminus 1
sorte di Sion, ci sembrava di captivitátem Sion, facti sumus
sognare. 2Allora la nostra quasi somniántes. 2 Tunc
bocca si riempì di sorriso, la nostra replétum est gáudio os nostrum, et
lingua di gioia. lingua nostra exsultatióne.
4
II Tempo Avvento (C)
τῇ τοῦ θεοῦ μνείᾳ 6ἐξῆλθον γὰρ παρὰ σοῦ πεζοὶ ἀγόμενοι ὑπὸ ἐχθρῶν εἰσάγει δὲ
αὐτοὺς ὁ θεὸς πρὸς σὲ αἰρομένους μετὰ δόξης ὡς θρόνον βασιλείας 7συνέταξεν γὰρ ὁ
θεὸς ταπεινοῦσθαι πᾶν ὄρος ὑψηλὸν καὶ θῖνας ἀενάους καὶ φάραγγας πληροῦσθαι εἰς
ὁμαλισμὸν τῆς γῆς ἵνα βαδίσῃ Ισραηλ ἀσφαλῶς τῇ τοῦ θεοῦ δόξῃ 8ἐσκίασαν δὲ καὶ οἱ
δρυμοὶ καὶ πᾶν ξύλον εὐωδίας τῷ Ισραηλ προστάγματι τοῦ θεοῦ 9ἡγήσεται γὰρ ὁ θεὸς
Ισραηλ μετ᾽ εὐφροσύνης τῷ φωτὶ τῆς δόξης αὐτοῦ σὺν ἐλεημοσύνῃ καὶ δικαιοσύνῃ τῇ
παρ᾽ αὐτοῦ.
1 1
יבת ִׁציּ֑ ֹון ָָ֜ה ִִׁ֗יינּו ְּכח ְֹּל ִׁ ִֽמים׃
ׁ֣ ת־ש
ִׁ ְּב ׁ֣שּוב ְּיְ֭הוָ ה ֶא ἐν τῷ ἐπιστρέψαι κύριον τὴν
ּולשֹונֵ֪נּו ִׁ ִ֫ר ָנָּ֥ה ְָ֭אז
ְּ ָּ֘ ָ֤אז יִׁ ָמלֵ֪א ְּש ֡חֹוק ִׁפינּו 2 αἰχμαλωσίαν Σιων ἐγενήθημεν ὡς
παρακεκλημένοι 2τότε ἐπλήσθη χαρᾶς τὸ
στόμα ἡμῶν καὶ ἡ γλῶσσα ἡμῶν
ἀγαλλιάσεως
ם־א ֶלה׃
ִֽ הוה ל ֲע ָּ֥שֹות ִׁע
ִָ֗ ּגֹויּ֑ם ִׁהגְּ ִׁ ָּ֥דיל ְָּ֜י
ִׁ אמ ׁ֣רּו ב
ְּ ֹ י τότε ἐροῦσιν ἐν τοῖς ἔθνεσιν ἐμεγάλυνεν
ִׁהגְּ ִׁ ׁ֣דיל ְּיְ֭הוָ ה ל ֲע ָּ֥שֹות ִׁע ִָ֗מנּו ָה ִׁיָּ֥ינּו ְּשמ ִׁ ִֽחים׃ 3 κύριος τοῦ ποιῆσαι μετ᾽ αὐτῶν
3
ἐμεγάλυνεν κύριος τοῦ ποιῆσαι μεθ᾽
ἡμῶν ἐγενήθημεν εὐφραινόμενοι
5
II Tempo Avvento (C)
4Ristabilisci,
Signore, la nostra sorte. 4Convérte, Dómine, captivitátem
come i torrenti del Negheb. 5Chi nostram, sicut torréntes in austro.
semina nelle lacrime mieterà nella 5Qui séminant in lácrimis, in
gioia. exsultatióne metent.
F F
ratelli, 4sempre, quando pre- ratres: 4Semper in omni ora-
go per tutti voi, lo faccio con tióne mea pro ómnibus vobis
gioia a motivo della vostra cum gáudio deprecatiónem
cooperazione per il Vangelo, 5dal fáciens 5super communióne vestra
primo giorno fino al presente. 6Sono in evangélio a prima die usque
persuaso che colui il quale ha inizia- nunc; 6confídens hoc ipsum, quia,
to in voi quest'opera buona, la por- qui cœpit in vobis opus bonum,
terà a compimento fino al giorno di perfíciet usque in diem Christi Iesu.
Cristo Gesù. [7]8Infatti Dio mi è testi- [7]8Testis enim mihi Deus, quómodo
mone del vivo desiderio che nutro cúpiam omnes vos in viscéribus
per tutti voi nell'amore di Cristo Christi Iesu. 9Et hoc oro, ut cáritas
Gesù. 9E perciò prego che la vostra vestra magis ac magis abúndet in
carità cresca sempre più in cono- sciéntia et omni sensu, 10ut probétis
scenza e in pieno discernimento, potióra, ut sitis sincéri et sine offén-
10perché possiate distinguere ciò che sa in diem Christi, 11repléti fructu
è meglio ed essere integri e irre- iustítiæ, qui est per Iesum Chri-
prensibili per il giorno di Cristo, stum, in glóriam et laudem Dei.
11ricolmi di quel frutto di giustizia
6
II Tempo Avvento (C)
4
]יתנּו
ּ֑ [ש ִׁב
ְּ )ת־(שבּותנּו
ְּ ׁ֣ ָ 4
שּובה ְּיְ֭הוָ ה ֶא ἐπίστρεψον κύριε τὴν αἰχμαλωσίαν
ἡμῶν ὡς χειμάρρους ἐν τῷ νότῳ 5οἱ
כ ֲא ִׁפי ִׁ ָּ֥קים ב ֶנִֶּֽֽגֶ ב׃
σπείροντες ἐν δάκρυσιν ἐν ἀγαλλιάσει
הז ְֹּר ִׁ ָּ֥עים ְּב ִׁד ְּמ ִ֗ ָעה ְּב ִׁר ָנָּ֥ה יִׁ ְּק ִֽצֹרּו׃5 θεριοῦσιν
6
ְך־ה ָזֶָּּֽ֥רע ִֹּֽֽ֬ב ֹא־יָ ָּ֥בֹוא
ִ֫ ֹשא ֶ ִֽמ ֶש ָ ָָ֨הלָ֤ ֹוְך י ֵ֙לְך׀6
ֵ֪ ּובכ ֹּ֘ה נ πορευόμενοι ἐπορεύοντο καὶ ἔκλαιον
αἴροντες τὰ σπέρματα αὐτῶν ἐρχόμενοι
ְּב ִׁר ָנּ֑ה ָ֜נ ֹ ִ֗שא ֲא ֻלמ ָ ִֹֽתיו׃
δὲ ἥξουσιν ἐν ἀγαλλιάσει αἴροντες τὰ
δράγματα αὐτῶν
4
πάντοτε ἐν πάσῃ δεήσει μου ὑπὲρ πάντων ὑμῶν, μετὰ 4 Fil 1,18
χαρᾶς τὴν δέησιν ποιούμενος, 5ἐπὶ τῇ κοινωνίᾳ ὑμῶν εἰς
τὸ εὐαγγέλιον ἀπὸ τῆς πρώτης ἡμέρας ἄχρι τοῦ νῦν, 6 1Ts5,24; Fil 1,10; 2,16; 1Cor
6
πεποιθὼς αὐτὸ τοῦτο, ὅτι ὁ ἐναρξάμενος ἐν ὑμῖν ἔργον 1,8
ἀγαθὸν ἐπιτελέσει ἄχρι ἡμέρας Χριστοῦ Ἰησοῦ· 8μάρτυς 8 Rm 1,9.11; Fil 2,26
γάρ μου ὁ θεὸς ὡς ἐπιποθῶ πάντας ὑμᾶς ἐν σπλάγχνοις 9 1Ts3,12; Rm 15,14; Col
Χριστοῦ Ἰησοῦ. 9Καὶ τοῦτο προσεύχομαι, ἵνα ἡ ἀγάπη 1,9; Fm 6
7
II Tempo Avvento (C)
Terza lettura
Dai «Discorsi» di san Bernardo, abate
Riflettiamo sul tempo in cui venne il Salvatore. Penso che non lo ignoria-
te: venne non all’inizio dei tempi, né verso la metà, ma alla fine. Non senza
ragione la divina sapienza sapientemente dispose di portare il suo aiuto
quando era più necessario: non ignorava che i figli di Adamo sono facili
all’ingratitudine. Scendeva la sera e il giorno già volgeva alla fine: il Sole di
giustizia era quasi scomparso, tanto che il suo splendore e il suo calore era-
no molto deboli sulla terra. La luce della conoscenza di Dio era esigua e, per
il dilagare dell’iniquità, il fervore della carità si era raffreddato.
Nessun angelo più appariva, non un profeta che parlasse: desistevano
come vinti dalla delusione, per l’eccessiva durezza d’animo e caparbietà de-
gli uomini. «Allora ho detto:», parola del Figlio, «Ecco, io vengo» (Sal 39,8).
Nell’ora più adatta scese l’Eterno, quando più gravemente prevaleva nel
mondo la cura delle cose temporali. Anche la pace politica in quel tempo
era così quieta, che per il censimento di tutto il mondo bastò l’editto di un
sol uomo.
Voi conoscete già la persona di Colui che viene, il luogo di provenienza,
la destinazione: non ignorate la causa e il tempo della sua venuta. Rimane
da cercare per quale via egli venga, e dobbiamo informarcene con diligenza,
per potergli andare incontro in modo conveniente. In realtà, come è venuto
una volta, visibile nella carne, a operare la salvezza sulla terra, ora viene
ogni giorno in modo spirituale e invisibile, a salvare le singole anime, come
sta scritto: «Il nostro respiro è l’Unto del Signore» (Lam 4,20).
E perché tu comprenda che questa venuta è nascosta e spirituale, dice:
«Alla sua ombra vivremo fra le nazioni». Perciò è giusto che se il malato
non può andare molto lontano incontro al medico, cerchi almeno di alzare il
capo e di sollevarsi alquanto verso colui che viene. Non ti è chiesto, o uomo,
di varcare i mari; non è necessario salire sulle nubi o valicare le montagne.
Ti è indicata una strada non lunga: va incontro al tuo Dio dentro te stes-
so. «Poiché vicina a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore» (Rm 10,8).
Va’ incontro a lui con la compunzione dei cuore e la confessione sulle lab-
bra, per uscire almeno dal letamaio della tua coscienza miserabile; sarebbe
cosa indegna che vi entrasse l’Autore della santità.
8
II Tempo Avvento (C)
9
II Tempo Avvento (C)
parsi; e comprenderai che niente era più aspro di te, oppure, per esprimer-
mi in un modo più chiaro, comprenderai che niente era più ingiusto di te.
La tua condotta era ingiusta, ingiuste le tue parole e le tue opere. Ma è ve-
nuto il mio Signore Gesù, ha spianato le tue asperità, ha mutato in strade
dritte tutto il tuo disordine, perché in te sorgesse una strada senza inciampi,
un cammino dolce e puro, lungo il quale in te Dio Padre potesse procedere
e Cristo Signore in te potesse fissare la sua dimora e dire: "Io e il Padre mio
verremo e porremo in lui la nostra dimora" (Gv 14,23). Così continua: "e ogni car-
ne vedrà la salvezza di Dio" (Lc 3,6; Is 40,5). Tu un tempo eri carne; ebbene,
mentre eri carne, anzi mentre ancora sei carne, ecco il prodigio, vedi già «la
salvezza di Dio».
COMMENTO
Ci sono arrivate 39 brevi omelie di Origene sul Vangelo di Luca nella versione latina di Girola-
mo, che le tradusse per polemizzare contro Ambrogio di Milano, che secondo lui “copiava” Origene
per attribuirsene i meriti. In realtà il commento su Luca di Ambrogio si fonda non sulle omelie, ma
sul perduto commentario origeniano.
[a] La “via del Signore” viene preparata dal Salvatore stesso che concede il dono della fede (il
Battesimo), per trasformare la vita dei credenti grazie al dono dello Spirito Santo.
[b] È stata abbassata la superbia del popolo di Israele, che si è inorgoglito (era “monte”) per esse-
re stato il popolo eletto da Dio, al punto da rifiutare il Salvatore. Allo stesso modo sono abbattute le
potenze demoniache (che erano angeli) ogni volta che sono sconfitte dalla perseveranza dei cristiani
nella lotta contro le tentazioni.
[c] La venuta di Cristo, che raddrizza, ossia “semplifica”, l’animo umano, va invocata affinché
possa avvenire in noi oggi: ciascuno di noi ne ha bisogno, non solo i santi.
[d] L’avvento di Cristo si realizza in noi nella conversione, ossia quando sperimentiamo che un
cambiamento in noi è possibile: in questo modo già in questa vita (nella carne) facciamo vera espe-
rienza della salvezza futura.
10
II Tempo Avvento (C)
11
II Tempo Avvento (C)
detto del Cristo: Lui deve crescere, io devo essere diminuito [...]
[e] E ogni uomo vedrà la salvezza di Dio. Ma non tutti gli uomini hanno po-
tuto vedere Cristo, salvezza di Dio, in questa vita. Dove allora appunta lo
sguardo il profeta, se non all’ultimo giorno del giudizio? Quando, aperti i
cieli, tra gli angeli e gli apostoli, in un trono di maestà, apparirà il Cristo e
tutti, eletti e dannati, lo vedranno, perché i giusti abbiano un premio senza
fine e i dannati gemano nell’eternità del supplizio.
COMMENTO
L’omelia è stata tenuta in Avvento (precisamente per le “Quattro Tempora”) nell’ultima decade
del VI secolo nella basilica di San Giovanni in Laterano.
[a] Per Gregorio, come per la tradizione patristica precedente, nella Scrittura anche le notazioni
che sembrano puramente storiche vanno interpretate cercandone il significato spirituale, dato che è
Dio che guida la storia. Qui riconosce i segni del passaggio della Rivelazione dai giudei ai popoli
pagani.
[b] La venuta di Cristo provoca l’abbassamento dei superbi (i monti) e il riempimento delle valli,
cioè della bassezza della condizione dei pagani che, accogliendo Cristo, si riempiono di virtù cristia-
ne.
[c] Giovanni Battista predicava efficacemente l’umiltà perché il primo a essere umile era lui stes-
so: riconoscendo che il centro della sua missione era Cristo e non se stesso, trovava la sua gioia
nell’annunziare un altro, nell’attirare i suoi seguaci verso un altro; essendo umile, gioiva della veri-
tà.
[d] Inizialmente la predicazione di Giovanni lo accreditava presso il popolo, mentre Gesù non
veniva creduto; con il procedere della missione, però, si realizzerà la profezia di Giovanni (lui cresce-
rà, io diminuirò): la gente passerà dall’annunziatore a colui che viene annunziato.
[e] Tutti gli uomini vedranno la salvezza nel giorno del giudizio: anche coloro che l’avrevano
rifiutata si troveranno di fronte alla verità per la loro condanna.
Antonio Grappone
12
II Tempo Avvento (C)
Eucologia
Antifona d'Ingresso Cfr Is 30,19.30
Popolo di Sion, il Signore verrà a salva- Pópulus Sion, ecce Dóminus véniet ad
re i popoli e farà udire la sua voce salvándas gentes; et audítam fáciet Dómi-
maestosa nella letizia del vostro cuore. nus glóriam vocis suæ in lætítia cordis
vestri.
Colletta
Dio grande e misericordioso, fa’ che Omnípotens et miséricors Deus, in tui
il nostro impegno nel mondo non ci occúrsum Fílii festinántes nulla ópera
terréni actus impédiant, sed sapiéntiæ
ostacoli nel cammino verso il tuo cæléstis erudítio nos fáciat eius esse
Figlio, ma la sapienza che viene dal consórtes. Qui tecum.
cielo ci guidi alla comunione con il
Cristo, nostro Salvatore.
Sulle offerte
Dopo la comunione
Saziati del cibo spirituale, o Signo- Repléti cibo spiritális alimóniæ, súpplices
re, a te innalziamo la nostra suppli- te, Dómine, deprecámur, ut, huius parti-
ca: per la partecipazione a questo cipatióne mystérii, dóceas nos terréna sa-
piénter perpéndere, et cæléstibus
sacramento, insegnaci a valutare
inhærére. Per Christum.
con sapienza i beni della terra e a
tenere fisso lo sguardo su quelli del
cielo.
13
II Tempo Avvento (C)
Prefazi
Prefazio Avvento I
È veramente cosa buona e giusta Vere dignum et iustum est, [...]
[…]
Al suo primo avvento nell’umiltà Qui, primo advéntu in humilitáte car-
della nostra natura umana egli por- nis assúmptæ, dispositiónis antíquæ
tò a compimento la promessa anti- munus implévit, nobísque salútis per-
ca, e ci aprì la via dell’eterna salvez- pétuæ trámitem reserávit: ut, cum
za. Verrà di nuovo nello splendore secúndo vénerit in suæ glória maie-
della gloria, e ci chiamerà a posse- státis, manifésto demum múnere ca-
dere il regno promesso che ora osia- piámus, quod vigilántes nunc audé-
mo sperare vigilanti nell’attesa. mus exspectáre promíssum.
E noi, uniti agli Angeli e alla molti- Et ídeo cum Angelis et Archángelis,
tudine […] [...]
Prefazio Avvento II
È veramente cosa buona e giusta Vere dignum et iustum est, [...]
[…]
Egli fu annunziato da tutti i profeti, Quem prædixérunt cunctórum præcó-
la Vergine Madre l'attese e lo portò nia prophetárum, Virgo Mater
in grembo con ineffabile amore, ineffábili dilectióne sustínuit, Ioánnes
Giovanni proclamò la sua venuta e cécinit affutúrum et adésse mon-
lo indicò presente nel mondo. Lo strávit. Qui suæ nativitátis mysté-
stesso Signore, che ci invita a pre- rium tríbuit nos præveníre gaudéntes,
parare il suo Natale, ci trovi vigi- ut et in oratióne pervígiles et in suis
lanti nella preghiera, esultanti nella invéniat láudibus exsultántes.
lode.
Per questo dono della tua benevo- Et ídeo cum Angelis et Archángelis,
lenza, uniti agli angeli […] [...]
14
II Tempo Avvento (C)
Antifone
Ant. al Magnificat (Primi Vespri):
Vieni, Signore, a visitarci nella pace: Ecce mitto ángelum meum ante fáciem
con cuore nuovo faremo festa per te. tuam, qui præparávit viam tuam.
Ant. al Benedictus:
Beata, o Maria, che hai creduto: in te si Ioánnes prædicábat dicens: Venit fórtior
compie la parola del Signore, alleluia. me post me, cuius non sum dignus
procúmbens sólvere corrígiam calcea-
mentórum.
Ritroviamo qui il tema della corsa incontro a Cristo già esposto nella 1°
domenica di Avvento. Questo a dire quanto la Chiesa ha a cuore di insistere
sugli aspetti fondamentali della vita cristiana. Questo Leitmotiv del Tempo
di Avvento ritornerà ancora il venerdì di questa 2° settimana.
Per Pier Damiani la Chiesa si affretta verso il suo Sposo quando salmodia
con la voce dei fedeli ferventi: «È con ragione che, tanto nell’ufficio di lode
della sera quanto in quello del mattutino, la santa Chiesa degli eletti attende
il suo Sposo, essa che è convenientemente designata col numero delle cin-
que vergini sagge: certamente, mentre fa risuonare per lui cinque salmi or-
nata di buone opere, è con altrettante lampade accese che si affretta con
gioia al suo incontro»1.
Questa corsa è spesso impedita e intralciata dalla nostra preoccupazione
esagerata per i beni materiali, contingenti e immediati, cosa che i Padri chia-
mano il terrestre, i «terrena» o «terrestria». Leone Magno raccomandava alle
15
II Tempo Avvento (C)
sue pecore: «Progredite costantemente nella via della verità e della vita; che
le preoccupazioni terrestri non vi fermino, poiché i beni celesti sono prepa-
rati per voi da Nostro Signore Gesù Cristo»2. Nel suo Commentatio sui Salmi
Sant Agostino riferisce che se Dio cinge di forza il suo fedele è per premu-
nirlo contro la concupiscenza [convoitise] che impedisce di agire e di cam-
minare3. È lo stesso, dice in un discorso, per la donna forte «che non vuole
che le pieghe ondulate delle concupiscenze infastidiscano il suo agire; ella
dunque cinge i suoi reni per non calpestare la sua veste mentre sta nel pieno
del suo lavoro»4. La colletta di questa domenica parla più precisamente di
«atto terrestre» - «terrenus actus», espressione usata da Gregorio Magno,
soprattutto quando rimpiange con nostalgia il tempo in cui conduceva la
vita monastica nel piccolo monastero di Coelius dove ritornava a volte per
conversare con i suoi fratelli. «È presso di loro, dice, come nell’ansa di un
porto molto riparato che mi rifugiavo lontano dalle onde e dai turbini delle
azioni terrestri»5. Si lamenta ugualmente nel suo libro dei Dialoghi che «il
suo incarico pastorale gli procura affari secolari che lo fanno soffrire. Dopo
tutta la bellezza del suo riposo, egli è sporcato dalla polvere dell’azione ter-
restre»6. Per Pier Damiani questi «atti terrestri rendono duri e insensibili, e
non mettono in uno stato tale da percepire le gioie spirituali»7. Quanti cri-
stiani ben intenzionati ma presi dal turbinio della vita e sommersi dalle atti-
vità professionali conducono una vita vegetativa al livello della loro fede,
costantemente insoddisfatti. Manca loro il distacco e la padronanza necessa-
ri per un vero progresso nella vita spirituale. È bene ricordarsi questa esor-
tazione proferita dall’autore della Lettera agli Ebrei: «Avendo deposto tutto
ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella
corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà ori-
gine alla fede e la porta a compimento»8.
1 «Recte ergo sicut in matutinae, ita 31,71, CCSL 138, p. 164; Sermoni, ralia in Iob, Ep. à Léandre 37, CCSL
nihilominus et in vespertinae laudis Tomo I, SCh 22, Parigi 1947, p. 195). 143, p. 2; SChr 32, Parigi 1952, p.
officio sponsum suum sancta electo- 3 « Deus qui me præcinxit ut fortis 115).
rum ecclesia praestolatur, quae per sim, ne diffluentes sinus cupiditatis 6 «At nunc ex occasione curæ pasto-
Epp. Kaiserzeit 4, 1-4). nat» (AGOSTINO, Sermo 37, 240, CCSL sparsi sunt, duros eos atque insensi-
2 «Per viam veritatis et vitae constan- 41, p. 456). biles reddunt, spiritalis laetitiae
ter incedite, nec vos impediant terre- 5 «Ad illorum quippe consortium contemplari subtilia ne-
na, quibus sunt parata caelestia, per velut ad tutissimi portus sinum queunt» (PIER DAMIANI, vol. 2, Ep.
Dominum Nostrum Iesum Chri- terreni actus volumina fluctus quæ 90, MGH, p. 578).
stum» (LEONE MAGNO, Trattato fugiebam» (GREGORIO MAGNO, Mo- 8 12,1-2.
16
II Tempo Avvento (C)
Se la Chiesa chiede qui che questi «atti terrestri», che non sono cattivi in
sé, non impediscano, attraverso il soccorso divino, il progresso nella vita
spirituale e l’incontro con Cristo, è perché essa sa per esperienza che è facile
impegnarvisi troppo, a tal punto da intorpidire e soffocare la percezione
delle cose di Dio donata la sapienza. A questo riguardo il vescovo di Ippona
è chiarissimo: «Che l’anima ragionevole castighi il suo corpo e lo riduca in
schiavitù, affinché non sia sviata dall’acquisto della sapienza da un appetito
smoderato delle cose della terra»9. Per Ambrogio di Milano questo appetito
disordinato può contrarre delle «gravi malattie dell’anima … mentre i suoi
occhi si accecano e perdono di vista la luce della vera gloria e le ricchezze
dell’eredità eterna. Se al contrario dirige gli occhi verso Dio, essa riceverà
da Cristo il chiarore folgorante della sapienza, in modo che possa avere lo
sguardo illuminato dalla conoscenza di Dio, e possa vedere ciò che è la spe-
ranza stessa della nostra vocazione, contemplare ciò che è buono, gradito,
perfetto»10. Questa conoscenza della sapienza secondo Gregorio Magno fa
parte delle qualità di cui deve dare prova il pastore: «Due cose, in effetti,
devono allearsi/unirsi nella persona del pastore: una vita santa e un’istru-
zione piena di sapienza, dato che egli ha come missione di togliere i peccati
dai suoi sudditi e di scacciare le tenebre dell’errore con la luce della predi-
cazione»11. Il 17 dicembre la liturgia dell’Avvento ci fa reclamare con vee-
menza questa sapienza nella prima antifona «Oh!»: «O Sapientia», affinché
essa ci insegni la via della prudenza che ci aiuterà a pensare giusto, a pensa-
re bene, ad agire pacatamente, a porre atti retti e conformi alla volontà del
Figlio, sapienza incarnata, e solo allora saremo simili a lui e potremo condi-
videre la stessa sorte - «eius … consorte». Dulcis in fundo, citiamo questo
augurio di Ambrogio che spiega il vangelo delle immagini del regno, e più
particolarmente quello della donna che ha nascosto il lievito in tre misure di
farina (Lc 13,21): «Che la Chiesa, raffigurata dall’emblema di questa donna
del vangelo e di cui noi siamo la farina, nasconda il Signore Gesù nel più
intimo del nostro spirito, fino a che la colorazione della sapienza celeste rag-
giunga le profondità più segrete della nostra anima»12.
Patrick Hala
9 «quod enim rationalis anima casti- 11 «Nam duo ista in pastoris persona 12 «Igitur sancta ecclesia, quæ typa
gat corpus suum et servituti subicit, conveniunt, si ei adsit et sanctitas mulieris istius euangelicæ figuratur,
ne inmoderato adpetitu terreno impe- vitæ et eruditio sapientiæ: quia ad cuius farina nos sumus, Dominum
diatur perception sapien- purganda peccata subditorum con- Iesum in interioribus nostrae mentis
tiae» (AGOSTINO, Contra Faustum, stitus est et ad errorum caliginem abscondat. donec animi nostri secre-
Uv. 21, 5, CSEL 25). prædicationis luce depellen- ta penetralia color sapientiæ cælestis
10 Epistulae, Liv. IV, Ep. 11, CSEL 82, dam» (GREGORIO MAGNO, In I R, obdticat» (Traité sur l’évangile des Luc
1 [O. Faller, 1968], p. 86; Lectionnaire Liv. 111,90, CCSL 144, p. 248; Com- II, SCh 52, Parigi 1958, p. 79).
monastique «per annum» IV, Sole- mentaire sur le 1er Livre des Rois, SCh
smes/Cerf, 1995, p. 433-434. 432, Parigi 1998, p. 131.133).
17