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La ditta è il segno identificativo dell’imprenditore ed è sostanzialmente il suo nome commerciale

ovvero deve contenere. Necessariamente il nome e cognome dell’imprenditore o la sigla e può


essere accompagnato da nomi di fantasia.
L’insegna è il segno distintivo dei locali utilizzato dall’imprenditore per lo svolgimento della sua
attività
Il marchio segno distintivo del suo prodotto.
Caratteristiche.
1 principio di esclusività detta anche capacità distintiva vuole tutelare il terzo al riconoscimento
dell’imprenditore in modo che non vada in confusione. ( primo requisito)
Ci sono delle eccezioni in quanto questo principio non va inteso in senso assoluto ma relativo
perché bisogna guardare al tipo di prodotto e al territorio.
2 principio divieto di confondibilità non sono ammessi segni simili in quanto idonei ad indurre la
clientela in confusione e soprattutto potrebbero indurre il pubblico a credere che segni simili siano
usato dal medesimo imprenditore.
3 requisito della liceità ossia conforme all’ordine pubblico e al buon costume.
4 novità si intenda che quel determinato segno distintivo deve essere nuovo e quindi senza
precedenti.

La ditta e l’insegna sono disciplinati dal codice civile art. 2563 e 2568 e a differenza del marchio il
codice dedica molte più norme per il marchio poche.
La ditta e l’insegna risultano tutelate secondo quelli che sono i principi della concorrenza sleale, la
ditta oltre ad essere disciplinata dall’or4dinamento italiano è anche disciplinata in ambito
internazionale e comunitario c’è la convenzione di unione di Parigi che impone agli stati membri
di proteggere il famoso nome commerciale.

La ditta si distingue dal marchio perché la ditta attiene più alle scelte organizzative dell’impresa
mentre il marchio attiene di più al prodotto.

La ditta è formata da almeno il cognome o la sigla dell’imprenditore e dal nome di fantasia.


Quando si trasferisce il nuovo titolare non deve inserire il suo nome.

LA DITTA NON Può ESSERE TRASFERITA SEPARATMENTE DALL’AZIENDA, perché il


pubblico deve poter confidare sul mantenimento di quell’organizzazione aziendale (es. prodotto)
associata a quella ditta.

LA DITTA PRESCINDE DALL’ISCRIZIONE O CANCELLAZIONE DAL REGISTRO DELLE


IMPRESE. USO E CONOSCENZA DEL PUBBLICO FIN QUANDO SUSSISTONO TUTELANO
L’ESISTENZA DELLA DITTA QUANDO NON VIENE FQATTO Più USO E VIENE MENO
ANCHE IL RICORDO DA PARTE DEL PUBBLICO IL DIRITTO SULLA DITTA DECADE.

L’insegna è il segno distintivo dei locali dell’imprenditore e può essere liberamente formato. La
tutela dell’insegna è tutelata con la disciplina della concorrenza sleale e valgono gli stessi e
identici principi non deve mandare in confusione (settore merceologico e settore geografico- uso e
conoscenza).

IL MARCHIO è la posizione materiale sul prodotto tuttavia oggi come oggi ci sono anche i cosi
detti marchi di servizi che contraddistinguono più un servizio che un prodotto (divise da lavoro)
quindi la posizione sul prodotto non è più elemento essenziale e qualificante.
Il marchio è l’unico segno per il quale è previsto un apposito procedimento di registrazione e
soltanto con la registrazione che il marchio potrà essere protetto però esistono i marchi di fatto
ossia quei marchi che seppure non registrati sono protetti dall’ordinamento perché utilizzati e
conosciuti da terzi.
ART 2571. PREVEDE CHE CHI HA FATTO USO DI UN MARCHIO NON REGISTRATO HA LA
FACOLTà DI CONTINUARE AD USARNE PURCHè ESSO SIA NOTORIO AL PUBBLICO
TUTTAVIA LA SUA TUTELA è PIU LIMITATA RISPETTO AL MARCHIO REGISTRATO
PERCHE. CIRCOSCRITTA AL TERRIOTRIO IN CUI ESSO è UTILIZATO E IN RIFERIMENTO A
SETTORI MERCEOLOGICI SIMILI.
LA TUTELA DEL MARCHIO DI FATTO è MOLTO LABILE perché? Perché il titolare di un
marchio non registrato deve dimostrare dell’uso che ne ha fatto, tutela circoscritta al territorio , e
può far valere la sua tutela solo nei prodotti simili; il marchio registrato è protetto su tutto il
territorio nazionale indipendentemente dall’uso e dalla conoscenza effettiva.

Il codice civile disciplina in poche norme il marchio registrato chi se ne occupa è soprattutto il
codice della proprietà industriale esiste anche l RMC che è il marchio comunitario che viene
registrato presso un ufficio europeo e la sua tutela è estesa all’interno dell’unione europea.

Marchio di forma: ovvero la forma costituisce una caratteristica intrinseca di quel prodotto e per
la sua tutela è prevista la brevettazione. Es. bottiglia coca cola, chiusura braccialetto pandora.

Nullità del marchio :


Un marchio è nullo quando non ha capacità distintiva però può essere sanata,
in tal caso si verifica il fenomeno del “ secondary meaning” indicia l’acquista da parte del segno
distintivo di un significato secondario o ulteriore rispetto al primo utilizzato.
LEICITà :Se non è lecito, mancanza di leicità non si può registrare un marchio idoneo ad
ingannare il pubblico circa la provenienza la natura e la qualità del prodotto quindi sono nulli i
marchi ingannevoli.
DIFETTO REQUISITI: in difetto di requisiti il marchio è nullo però se è registrato in buona fede e
senza contestazione per cinque anni può essere convalidato.

DECADE: Il marchio se ben registrato decade se non viene utilizzato per cinque anni e la
registrazione deve essere rinnovata ogni dieci anni.

Registrazione del marchio


1. Deposito della domanda di registrazione all’ ufficio italiano brevetti e marchi e in questa
domanda deve contenere le generalità del richiedente la ripoduzione del marchio e l’elenco dei
prodotti o servizi che con quel marchio si vogliono contraddistinguere.
LA REGISTRAZIONE HA EFFICACIA COSTITUITIVA
DEI DIRITTI E SI PRESCINDE DALL’USO E DALLA CONOSCENZA VERSO IL PUBBLICO.
( Registrazione marchio comunitario registrato all’ufficio di Armonizzazione e ha effetti
sovrannazionali )
2. diritti che mi spettano : - diritto a uso esclusivo : vietarne l’uso a tutti i terzi laddove il segno
dovesse essere utilizzato da parte di terzi si parla di contraffazione. ( affinità e somiglianza
marchio e prodotti) perché si vuole sempre salvaguardare la non confusione da parte della
clientela.
NB In ambito nazionale si parla di rinomanza cioè si riconosce al titolare di un marchio il diritto di
vietare ai terzi l’uso di un segno identico o simile ad un marchio registrato se esso è rinomato, il
corrispettivo in ambito comunitario della rinomanza è la notorietà.
- principio di esaurimento (scorte) ovvero quel principio secondo il quale il
diritto conferito dal marchio (licenza) non permette al titolare di impedirne l’uso per prodotti
messi in commercio con il suo consenso.
- principio libera disponibilità del mio marchio quindi il marchio può
essere trasferito, donato e non è vincolato all’azienda o ad un suo ramo a differenza della ditta.
3. Licenza di marchio : il titolare che si chiama licenziante e colui che lo riceve si chiama
licenziatario. Il licenziante mantiene la titolarità del segno e attraverso la licenza concede
l’utilizzazione al licenziatario però può limitare questo utilizzo ossia mette dei limiti che possono
essere territoriali ecc e viene sempre stabilita una durata in più se il licenziatario non rispetta le
regole del contratto pone in essere un atto di contraffazione, la royalty è il corrispettivo che si paga
in cambio della licenza.
Fenomeno del merchandising il titolare del marchio (solitamente famoso) può concedere la licenza
per prodotti che non sarebbe in grado di produrre direttamente ad esempio il marchio ferrari ( es.
cappellini profumo ecc).

La licenza può essere esclusiva o non esclusiva


Esclusiva riguarda l’impegno da parte del licenziate a non concedere ulteriori licenze a terzi
mentre quella non esclusiva prevede di poter concederlo a persone terze.

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