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Lezione 004
01. Qual è la differenza fra pattern e cornice?
La Gestalt ha elaborato due concetti importanti per spiegare la struttura degli schemi cognitivi ai fini dell’interpretazione di
un testo: si tratta delle cornici e dei pattern.
La cornice è uno schema cognitivo dentro al quale collochiamo un oggetto al fine di dargli un senso, mediante la nostra
capacità di prevedere il contesto.
Il pattern, è comunemente chiamato anche copione è uno schema comunicativo fisso, cioè una sequenza di frasi che
solitamente sono impiegate in un contesto , ad esempio al ristorante un copione può consistere nelle domande o richieste che
possiamo porre al cameriere.
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Lezione 005
01. Cosa sono le implicazioni? Fornire alcuni esempi
Le presupposizioni e le implicazioni rientrano nel concetto del non detto. Le implicazioni solitamente sono
convenzionali e si basano su un rapporto di causa-effetto. Esempi: Anche se è incinta, Laura fuma spesso
(quando si è incinta non si deve fumare).
Mio padre ha preso una multa perché è passato col semaforo rosso: Quando il semaforo è rosso bisogna
fermarsi.
Le implicazioni non convenzionali invece sono valide a partire dalla conoscenza del contesto. Ad esempio :
Roberto si sta allenando per la partita di calcio di lunedì. Dalla frase si capisce che Roberto fa parte di una
squadra di calcio e che è una persona sportiva;
Francesca sta ripassando per l’esame: la frase implica che Francesca è una studentessa.
Si parla di inferenze quando si stabiliscono legami logici tra gli enunciati, alcune sono obbligate altre meno.
Ad esempio: L’esame per cui sto studiando è di Linguistica italiana ed è scritto: la frase implica che la persona studia diverse
materie e che esistono diverse modalità d’esame: scritti, orali.
Oppure: Mi sono laureato con 110 e lode. I miei genitori mi hanno regalato una macchina: La frase implica che i genitori mi
hanno premiato per il traguardo raggiunto.
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Lezione 007
01. Quali sono le massime testuali di Grice?
Nel saggio, Logic and conversation, Grice ha elaborato 4 massime che regolano il principio di cooperazione che si
instaura fra emittente e destinatario:
- 1: qualità: Sii sincero, non dire ciò che pensi sia falso e di cui non hai prove sufficienti
- 2 quantità: rendi il tuo contributo informativo quando richiesto dalla situazione, non fornire più informazioni
del necessario
- 3 : relazione: Sii pertinente
- 4: modo: essere attenti non a ciò che si dice ma come si dice. Occorre evitare ambiguità e oscurità.
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Lezione 008
01. Il livello più alto di analisi della linguistica testuale è
il testo
l'enunciato
il discorso
la proposizione
un copione
un'isotopia
una cornice
proposizione>periodo>enunciato>testo>discorso
periodo>proposizione>enunciato>testo>discorso
proposizione>periodo>enunciato>discorso>testo
proposizione>enunciato>periodo>testo>discorso
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08. L'opera Logic and Content è di
Coseriu
Greimas
Benveniste
Grice
10. Quale di queste è un'inferenza obbligata rispetto alla frase: "Luigi è tornato a casa"
Luigi è stato in quella casa
Luigi lavora
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Lezione 009
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01. "Io sì che voglio superare l'esame". "Io sì" è il
nuovo
rema
tema
soggetto logico
02. "Con Luigi non siamo mai stati a cena". "Con Luigi" è il
Nuovo
Soggetto grammaticale
Rema
Tema
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Lezione 010
01. Quali tra questi è un verbo tetravalente?
aprire
chiarire
grandinare
vendere
02. Nella frase "quanto alla pizza, a me piace quella pugliese"
Amare
Nevicare
Accendere
05. Nella frase "il pappagallo è stato divorato dal gatto", il gatto è
agente
strumento
destinatario
paziente
Giocare
Uscire
Sorgere
il paziente
l'agente
zerovalente
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08. Un'unità che prova un processo psicologico è definita
paziente
agente
esperiente
strumento
Tesnière
La Scuola generativista
Chomsky
rema
beneficiario
strumento
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Lezione 012
01. Che cosa si intende per "coesione"?
In linguistica testuale, esistono sette condizioni affinchè un testo abbia valore comunicativo, una di queste condizioni è la coesione.
Essa consiste nel comodo in cui le componenti del testo di superficie sono collegate fra di loro e rimanda alla struttura grammaticale e
linguistica di un testo.
Si tratta di quei fattori che fanno percepire un testo come somma di più enunciati, che giocano un ruolo fondamentale nel farci giudicare
se qualcosa è ben scritto oppure no. La coesione è il parametro per la qualità e l’interpretazione di un testo, non garantisce la
comprensibilità in termini di contenuti e per questa ragione lavora insieme alla coerenza, che talvolta colma le lacune nella coesione.
L’anafora è una delle più importanti funzioni di coesione linguistica dei testi. Serve a mettere in opera dei legami tra porzioni
di un testo più o meno vaste e più o meno distanti fra loro. Questo legame è indicato come rapporto anaforico e coinvolge
soprattutto sintagmi nominali e pronomi. L’anafora si basa sulla ripresa attraverso meccanismi svariati di un antecedente o
punto di attacco mentre.
Es.: Siccome non avevo tempo per mangiare tutto il panino, l’ho rimesso nella borsa: l’ho consiste nella ripresa anaforica di “il
panino”.
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Lezione 013
01. Le proprietà di un testo sono
continuità, parzialità, reciprocità
unitarietà, continuità e progressione
unitarietà, biplanarità, tridimensionalità
unitarietà, inferenza e progressione
cognitiva
semantica
funzionale
cognitiva
semantica
06. Il contenuto semantico di un testo proviene
dalla deferenza e dall'inferenza
su relazioni simmetriche
su inferenze
su relazioni gerarchiche
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08. L'unità fondamentale di un testo è
nessuna delle risposte
descrittiva
comunicativa
informativa
10. Gli elementi di un testo che si riferiscono allo stesso referente si chiamano
codeferenti
inferenti
deittici
coreferenti
Il testo è l’unità di comunicazione linguistica ed è definito da una natura funzionale. La sostanza di un testo è primariamente
semantica: ogni testo seleziona una porzione di mondo. Il contenuto semantico di un testo proviene in parte dalla decodifica del
materiale linguistico in parte dall’inferenza. L’architettura di un testo si basa su gerarchie.L’architettura di un testo si basa su
gerarchie. La sostanza di un testo è semantica vista come un insieme di concetti di vario tipo variamente collegati. Il testo è un
pezzo di mondo riprodotto. L’obiettivo del testo è di tipo comunicativo, per fare qualcosa, spiegare qualcosa, proibire qualcosa
oppure suscitare emozioni. Un testo presenta contenuti espliciti ed impliciti. I contenuti impliciti sono dovuti dalle parti
inferenziali presenti in un testo e che svolgono all’interno di esso funzioni fondamentali. Le unità del testo sono i mattoni
dell’architettura del test. Un piano logico, un piano referenziale, un piano enunciativo. Logico in base alla logica in cui si
collegano le varie unità, il piano enunciativo rende conto dei diversi punti di vista dei diversi discorsi che si alternano all’
interno del testo. Il piano referenziale ha invece un rimando rispetto alla concatenazione tra i concetti al fatto di unità che può
rimandare da un’altra unità e naturalmente al mondo esterno.
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Lezione 014
01. Il contesto interviene sul significato per
arricchirlo, cancellarlo, precisarlo, corroborarlo
rinforzarlo, enfatizzarlo, livellarlo, adattarlo
arricchirlo, disambiguarlo, precisarlo, completarlo
nessuna delle risposte
sulla coesione
sul contesto
dall'inferenza
la scrittura
i meccanismi cognitivi
la lingua
nessuna delle risposte
05. Il contesto è
invariabile e non negoziabile
variabile e negoziabile
invariabile e negoziabile
06. Il contesto è
rilevante, ma in parte trascurabile
nessuna delle risposte
il presupposto della comunicazione
ininfluente: conta di più la lingua
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07. Il contesto è
sul contesto
sul paratesto
nessuna delle risposte
dal contesto
cognitivo
linguistico
scrittorio
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11. Come avviene la decodifica di un messaggio?
Due sono i momenti più importanti della comunicazione: la codifica e la decodifica. La prima è l’operazione che serve a
trasmettere un messaggio, la seconda, invece, serve a interpretare il messaggio ricevuto. La decodifica è un’operazione di
identificazione e di interpretazione dei vari segni di un messaggio da parte del ricevente; ad esempio leggere e cercare di
capire il testo di un telegramma è un'operazione di decodificazione.
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Lezione 015
01. L'anafora retorica coincide con l'anafora testuale
falso
nessuna delle risposte
vero
solo in alcuni casi
quello
nessuno
codesto
nel mantenimento del morfema grammaticale, ma nella sostituzione del morfema lessicale
07. La ripetizione
nessuna delle risposte
è sempre da evitare
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Lezione 016
01. "Casa, casina" è
un'epifora
nessuna delle risposte
un'anafora retorica
un poliptoto
03. "Per me si va nella città dolente / Per me si va nell'etterno dolore / Per me si va tra la perduta gente" è
un'epifora
un'anafora retorica
un poliptoto
un'anafora testuale
un'anafora retorica
un'epifora
un'epifora
nessuna delle risposte
un'anafora retorica
un poliptoto
07. "Realtà leale" è
un poliptoto
nessuna delle risposte
un'anafora retorica
un'epifora
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08. "Umano troppo umano" è
un'epifora
un poliptoto
un'anafora retorica
nessuna delle risposte
10. "Ha qualcosa di brutto alle spalle, lasciato in un film / Certamente, hai qualcosa di brutto alle spalle lasciato in un film" è
nessuna delle risposte
un poliptoto
un'anafora retorica
un'epifora
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Lezione 017
01. La mancanza di ripetizioni
è sempre da ricercare per ragioni stilistiche
ripresa epiforica
07. Un climax è
un elenco progressivo sul piano del significato
il clima armonico di un testo
nessuna delle risposte
una procedura di revisione di un testo
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08. L'accumulazione è
sconsigliata in un testo
consigliata in un testo
caotica nella letteratura
nessuna delle risposte
un'epifora
un climax
La ripetizione, quando ricercata è un elemento basilare della struttura di un testo, sebbene la scuola tradizionale disincentivi il
ricorso in tutti i contesti.
La ripetizione può essere strutturale o formale o dialogica.
Ripetizione strutturale: la figura base della ripetizione strutturale è l’accumulazione: l’enumerazione di più elementi che
svolgono la stessa funzione sintattica. Se l’accumulazione realizza un crescendo , si definisce climax
Ripetizione formale: per ripetizione formale si intende la ripresa di elementi linguistici identici, replicati nello stesso modo o
con variazioni nella forma (es. in verità, in verità vi dico …); le figure retoriche annesse sono il poliptoto, l’anafora retorica e
l’epifora.
La ripetizione dialogica è quando la stessa espressione o parola, proferita ad uno dei parlanti, viene ripresa dall’altro.
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Lezione 018
01. La catafora comporta
un valore enfatico sulla frase
precede
sostituisce
segue
enfatizza
06. L'elemento anaforico il testo
precede
enfatizza
segue
sostituisce
alla catafora
alla deissi
alla ripetizione
all'anafora
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08. Quale elemento può contribuire all'espressione del disaccordo?
la deissi
la prosodia
l'anafora
la catafora
spesso
occasionalmente
sempre
mai
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Lezione 019
01. L'ellissi grammaticale riguarda
l'aggiunta di una parte della frase
la rimozione di una parte della frase
la sostituzione di una parte della frase
nessuna delle risposte
Il predicato
Nessuna delle risposte
L'oggetto
Il soggetto
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08. In italiano, quale elemento è possibile elidere
sia l'oggetto che il predicato
il predicato
l'oggetto
09. Il vincolo anaforico impone di interpretare come coreferente con il soggetto della principae, quello della
subordinata
in nessun caso
nella successione
subordinata+coordinata
in entrambe le successioni
nella successione reggente+subordinata
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Lezione 020
01. Gli avverbi possono essere deittici
vero
solo gli avverbi di luogo
solo gli avverbi di modo
falso
02. L'origo è
il punto di osservazione
nessuna delle risposte
un'operazione di processing
una corrente della pragmatica
03. I pronomi che hanno uso esclusivamente deittico sono quelli di
I-II persona
III persona
I-III persona
II-III persona
del tempo
dal luogo
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08. "Qui si mangia pizza". "Qui" è un elemento
cataforico
deittico
anaforico
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Lezione 021
01. Il futuro anteriore è un tempo
nessuna delle risposte
deittico-anaforico
deittico-cataforico
deittico
02. Il condizionale composto è un tempo
deittico-cataforico
deittico-anaforico
nessuna delle risposte
deittico
03. Il passato prossimo è un tempo
nessuna delle risposte
deittico-cataforico
deittico
deittico-anaforico
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08. Il trapassato remoto è un tempo
deittico-cataforico
deittico-anaforico
deittico
La deissi temporale è affidata ad avverbi ed espressioni avverbiali (ora, allora, fra; questo /quello). Nel caso della
deissi temporale il punto di riferimento per definire le relazioni deittiche è il momento dell’enunciazione , momento
in cui avviene scambio comunicativo.
Alcuni avverbi (ora, allora, adesso) indicano coincidenze con il momento dell’enunciazione (me) o anteriorità
rispetto ad esso. Alcuni avverbi si riferiscono a unità di tempo convenzionalmente definite dal calendario: il giorno,
la settimana, il mese.
La rappresentazione concettuale del tempo fisico nella lingua italiana è affidata ai tempi verbali. Alcuni tempi sono
definiti deittici (indicativo presente, passato prossimo, passato remoto, imperfetto, futuro semplice) altri deittici –
anaforici. I deittici si collocano semplicemente rispetto al momento dell’enunciazione. Mentre i deittici anaforici
richiedono un ancoraggio temporale complesso , compaiono in relazione con un tempo deittico e insieme a
opportune determinazioni di tempo le quali costituiscono il momento di riferimento. In italiano i tempi deittico-
anaforici sono il trapassato prossimo, il trapassato remoto, il futuro anteriore e il condizionale composto.
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Lezione 023
01. Quale principio permette di ricostruire un proverbio troncato a metà?
l'intertestualità
L'intenzionalità
L'efficienza
l'effettività
coerenza
informatività
coesione
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08. Quale di questi non è un principio costitutivo di un testo?
correttezza
accettabilità
intenzionalità
intertestualità
3 Appropriatezza: composizione armonica di un testo fra i contenuti e le specificità testuali, il fatto di essere adatto o inadatto
per un pubblico e un contesto
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Lezione 024
01. Qual è il contributo di Jakobson rispetto allo studio della comunicazione?
Roman Jakobson fu un linguista russo, pioniere del formalismo russo e del strutturalismo americano. Jakobson studiava le
afasie e attraverso la ricerca comprende le potenzialità di un modello comunicativo, definito teoria della comunicazione
utilizzato come principale punto nei corsi di linguistica.
Egli individuò 6 aspetti della comunicazione verbale che sono riconducibili anche ad altre forme di comunicazione, quelle che
un utilizzano un linguaggio non verbale come i suoni e i gesti.
02. Che cosa si intende per "teoria della comunicazione"?
Il linguista russo Jakobson elabora una delle più importanti teorie sulla comunicazione: il suo modello
si fonda sull’idea che i processi comunicativi si basano principalmente su un codice condiviso e che
tali processi vengano modificati e influenzati dal contesto all’interno del quale sono generati.
La teoria della comunicazione è lo studio teorico dei fondamenti della trasmissione di segnali tra un
sistema e un altro di eguale o diversa natura. Comunicare dal latino significa propriamente
condividere “mettere qualcosa in comune con gli altri” l’atto della comunicazione ha infatti lo scopo
di trasmettere a qualcuno informazioni e messaggi.
L’instaurarsi della comunicazione implica la presenza di almeno 6 fattori a cui può essere collegata una classe di funzioni:
- messaggio
- canale
- ricevente
- contesto
- codice
- emittente
Ferdinand De Saussure fu un linguista francese che introdusse i concetti di asse sintagmatico e asse paradigmatico, chiamati da
Jakobson metaforico e metonimico.
L’asse sintagmatico consiste nel concatenamento degli elementi comunicativi ( parole o qualsiasi altro segno) considerati nel
loro rapporto di contiguità (l’uno dopo l’altro).
L’asse paradigmatico invece consiste nell’insieme di parole o di segni con i quali per associazione si può procedere per
sostituzione ma anche l’insieme di quelle parole o segni che sono formate da un elemento comune, ad esempio il tema
nominale o verbale unito a desinenze o a suffissi.
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Lezione 025
01. Il venetico
deriva dal latino
è una lingua
italica nessuna
delle risposte
deriva dal
greco
03. L'osco è
parlato ancora oggi in Toscana
estinto
04. Il venetico è
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06. Nel Novecento si ha una produzione letteraria in latino, a cura di
Carducci
Pascoli
Pirandello
Montale
restaurato
innovativo
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08. Il latino scompare come lingua viva
Nel 1500
Nel 1900
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Lezione 026
01. Da "calidum" a "caldo" si verifica
aperte
basse
alte
chiuse
04. Dal latino all'italiano, sul piano del mutamento fonetico, è interessante il passaggio
nessuna delle risposte
passa a "i"
dittonga
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07. 1 Le vocali brevi latine, in italiano
sono più soggette a mutamenti
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08. "Au" latino in italiano diviene
nessuna delle risposte
a
u
o
apocope
epentesi
sincope
sincope
metafonesi
e aperta
e chiusa
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Lezione 027
01. L'isoglossa più significativa in Italia è la linea
Firenze-Rimini
Roma-Bari
Roma-Napoli
La Spezia-Rimini
ibero-romanzo
gallo-romanzo
balcano-romanzo
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08. Il veneto rispetto al lombardo è
più conservativo
più innovativo
10. Il sardo è
nessuna delle risposte
un dialetto mediano
un dialetto centro-meridionale
La diffusione del Cristianesimo, influì tantissimo sulla diffusione del latino volgare, mentre le invasioni barbariche contribuirono alle
differenziazione lessicale, fonologica e morfosintattica che avrebbe dato luogo alle lingue romanze.
Ciascuno infatti adattava il latino al proprio repertorio linguistico barbarico. Dal latino volgare si sviluppano così: portoghese, spagnolo
castigliano, catalano, provenzale, franco-provenzale, francese, sardo, ladino, italiano, dalmatico, rumeno.
I dialetti dell’Italia rappresentano altre lingue romanze, appartenenti ai gruppi precedentemente descritti. La linea di demarcazione, rispetto
ad un’area linguistica si chiama isoglossa. In Italia, l’isoglossa più rilevante è la linea La Spezia- Rimini che separa i dialetti settentrionali
da quelli centro-meridionali.
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I dialetti settentrionali si dividono in 2 gruppi:
- gallo italici (piemontese, romagnolo, lombardi, liguri)
- veneti
- istriani
I dialetti centro meridionali in:
toscani
mediani
meridionali intemedi
meridionali estremi
Altre lingue con caratteristiche proprie sono il sardo diviso in logudorese-campidanese, sassarese-gallurese
Il ladino diviso in friulano e ladino dolomitico.
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Lezione 028
situazioni pragmatiche
situazioni di tipo cognitivo e linguistico
nessuna delle risposte
situazioni localizzate in un'area geografica
disomogenei
omogenei
eterogenei
non sempre omogenei
i partecipanti all'interazione
i tempi dell'interazione
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08. Il contesto globale riguarda
le componenti interlinguistiche
le componenti sociolinguistiche
le componenti linguistiche
le componenti psicolinguistiche
chi li usa
la dimensione sociolinguistica
10. Nella teoria dei segni di Morris si distinguono tre livelli. Individuare la tripletta corretta
fonologia,
morfologia, sintassi
semantica, sintassi,
pragmatica nessuna
delle risposte
La pragmatica studia gli aspetti che riguardano il linguaggio come azione , comportamento, studio il parlare come forma di un
agire linguistico che si svolge all’interno di una determinata situazione comunicativa e sociale. La pragmatica studia una lingua
dal punto di vista degli utenti, considerando le scelte che compiono nel comunicare, le costrizioni che incontrano usando la
lingua nell’interazione sociale e gli effetti ottenuti dal loro uso della lingua su coloro che partecipano alla comunicazione.
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Lezione 029
01. Un'enciclopedia è un testo
descrittivo
regolativo
argomentativo
informativo
descritti
vo
regolati
vo
informa
tivo
sky
Torra
nce
Nelso
De Saussure
tivo
regolati
vo
descritti
vo
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narrativ
va
argomentati
va
regolativa
descrittiva
lettore
dall'auto
re
dall'edit
ore da
un
esperto
nessuna delle
risposte
letterario
dinamico
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08. La poesia è un testo
informativo
narrativo
descrittivo
regolativo
informativo
argomentativo
narrativo
argomentativo
informativo
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Lezione 030
01. Quali sono le caratteristiche e le specificità di un testo narrativo?
Il testo narrativo si propone di raccontare una storia o un fatto che si svolge nel tempo.
I testi narrativi sono molto frequenti e riguardano qualsiasi racconto. In un testo narrativo risulta fondamentale la sequenza
degli eventi e la strutturazione temporale del testo così gli indicatori temporali precisano i fatti e la loro durata.
I verbi sono percepiti in termini di modi, di tempi e anche colti a seconda degli aspetti che ne determinano il valore durativo
(concluso, non concluso, progressivo). Oltre al tempo, gli indicatori di luogo collocano spazialmente gli eventi.
02. Quali sono le caratteristiche e le specificità di un testo descrittivo?
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Lezione 032
01. Quali sono le differenze fra diglossia e dilalia?
Un dialetto rappresenta una lingua a tutti gli effetti, caratterizzata da un lessico e da una grammatica. Il grado di
istituzionalizzazione del dialetto dipende da ragioni storico- culturali, alcuni dialetti possiedono una letteratura (napoletano,
lombardo) altri no. Quando i parlanti utilizzano due o più codici, sono in situazione di bilinguismo o di plurilinguismo. Il
bilinguismo si riferisce a due varietà utilizzate funzionalmente in modo diverso l’una dall’altra, in questo caso si parla di
diglossia. Se non si verifica una specializzazione in base ai contesti, la situazione sarà di dilalia.
02. Definire "dialetto"
Un dialetto rappresenta non una varietà della lingua, ma una lingua a tutti gli effetti, caratterizzata da un lessico e da una
grammatica. Il grado di istituzionalizzazione del dialetto dipende da ragioni storico-culturali, alcuni dialetti possiedono una
letteratura (napoletano, lombardo) altri no.
Il dialetto è una lingua a sé stante, che assume caratteristiche proprie. Il dialetto siciliano e della Toscana sono molto più vicini
all’italiano rispetto al pugliese. Una linea di demarcazione tra un territorio linguistico e un altro è detto isoglossa, non è
nient’altro che una linea fittizia che si può tracciare per distinguere un’area rispetto ad una parlata e un’area rispetto ad un’altra
parlata. Ogni lingua è varia, conosce delle differenziazioni, si articola in tante varietà.
03. Perché assegnare i tipi testuali a un testo è un'operazione complessa?
I tipi testuali sono un’astrazione, i testi in realtà sono quasi tutti misti. Lo stesso testo può avere più funzioni comunicative. Nel
riportare un esempio di ogni tipo testuale si inserisce una sezione di un testo. La poesia presenta una complessa testualità
quindi non può essere inserita in nessun tipo. La lingua si concentra su un messaggio. Ad esempio un testo argomentativo si
propone di convincere il destinatario , ha una finalità persuasiva.
04. Quali sono le caratteristiche dei testi informativi?
Il testo informativo si propone di arricchire le conoscenze del destinatario, fornendo notizie utili su personaggi, fatti e
problemi. In un testo informativo è fondamentale la disposizione la sequenza dei fatti. Un testo informativo , inoltre deve
presentare i fatti in maniera chiara e ordinata anche a seconda di criteri diversificati (logici, cronologici, narrativi, descrittivi).
Alcuni esempi di testi informativi sono: manuali scolastici, voci di enciclopedie, articoli scientifici e giornalistici.
05. Quali sono le caratteristiche dei testi argomentativi?
Il testo argomentativo si propone di convincere il destinatario, ha una finalità persuasiva..
Si impiega una strategia volta a convincere il destinatario di una tesi, adottando una certa dialettica, volta a produrre
argomentazioni (argomenti a favore ) e controargomentazioni (obiezioni). Non tutto è possibile argomentare quindi i testi
argomentativi si rivolgono a categorie opinabili. In un testo argomentativo occorre partire dalle premesse, formulare una tesi,
corroborarla con le argomentazioni e produrre anche una difesa parziale o un punto di vista di altre argomentazioni contrarie.
06. Quali sono le caratteristiche dei testi regolativi?
Il testo regolativo indica istruzioni e norme da rispettare. Anche in questo caso, il testo ha per obiettivo, la persuasione ma è
differente il grado di autorità che l’emittente riveste. La struttura di un testo regolativo dipende dalla funzione, la descrizione è
dettagliata e le procedure sono definite in modo chiaro. Ha il fine di indurre il destinatario a fare qualcosa. Sono testi regolativi
giuridici, i regolamenti parlamentari, regionali, manuali che insegnano delle attività , ricette di cucina.
La strutturazione è molto chiara, vi è un numero che inserisce il testo in un macrotesto più ampio, rappresentato dal codice
civile, un titolo con funzione di sommario. Vi è spesso una successione in blocchi. Un testo legislativo fornisce indicazioni che
aiutano ad applicare un principio generale.
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Lezione 033
01. Che cosa si intende per "code-switching"?
Per code-switching si intende il passaggio da una lingua all'altra all'interno del medesimo evento
linguistico da parte di persone che parlano due lingue, perché il parlante decide di utilizzare
specificamente una parola straniera per rendere la spiegazione o la singola frase più efficace.
Per noi italiani, questo può avvenire anche tramite l’incrocio della lingua italiana con delle espressioni
dialettali.
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Lezione 034
01. Quali sono le dimensioni di variazione per la lingua italiana? Illustrare l'asse della variabilità per mezzo di
opportuni esempi
Una varietà di lingua è un insieme solidale di varianti e di variabili sociolinguistiche. Dalle scelte di pronuncia, di lessico, di
grammatica, di organizzazione del discorso e di stile si possono distinguere gli individui per età, sesso, gruppo sociale, periodo
storico.
Le varietà sono:
- diacroniche: si riferiscono al cambiamento della lingua nel tempo (augello/uccello; annunziare/annunciare)
- diatopiche: cambiamento della lingua nello spazio (papà/babbo)
- diastratiche : si riferiscono alla lingua in relazione a un gruppo sociale ( ci ho dato/gli ho dato)
- diafasiche: si riferiscono alla lingua in relazione al suo contesto (registro, sottocodici) (bella rega/ ciao)
- varietà diamesiche: si riferiscono al canale usato (punteggiatura presente solo nello scritto)
02. Che cosa si intende per "varietà", "repertorio", "registro?
Una varietà di lingua è un insieme solidale di varianti e di variabili sociolinguistiche. Dalle scelte di pronuncia, di lessico, di
grammatica, di organizzazione del discorso e di stile si possono distinguere gli individui per età, sesso, gruppo sociale, periodo
storico.
L’insieme delle varietà e delle lingue di un parlante si definisce repertorio.
Le varietà linguistiche che dipendono dalla situazione comunicativa si chiamano registri.
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Lezione 035
01. Il code-switching è
un cambiamento di varietà
il processo di decodifica
il processo di codifica
un cambiamento di canale
dai parlanti
diamesica
diastratica
diafasica
il genere testuale
il gruppo sociale
il canale comunicativo
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la scansione mensile della comunicazione
diafasica
diatopica
diastratica
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08. Al sociolinguista interessa meno la dimensione
diastratica
diacronica
diatopica
diamesica
09. Pronunciare "rosa" attraverso una fricativa dentale sorda è una varietà
diamesica
diacronica
diatopica
diastratica
diamesica
diastratica
diafasica
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Lezione 036
01. Che cosa si intende per pianifcazione linguistica?
La pianificazione linguistica consiste nell’insieme di attività e delle iniziative realizzate da un governo e dai suoi organi. La
pluralità linguistica rappresenta un banco di prova della pluralità culturale. Qualsiasi strategia che un governo o una
amministrazione proponga di adottare rientra nel campo della politica linguistica. La messa in atto della politica linguistica si
concretizza nella pianificazione linguistica . Secondo Crystal la pianificazione linguistica può riguardare il corpus o lo stato di
una lingua.
02. Illustrare le specificità delle lingue pianificate
La pianificazione linguistica può riguardare il corpus lo stato di una lingua. La pianificazione del corpus riguarda la
struttura della lingua. Si introducono cambiamenti nella struttura di una lingua a varietà di livello di grammatica,
pronuncia, spelling, lessico.
Nel corso della storia, per esempio per l’inglese , Noah Webster propose alcune riforme ortografiche che ancora oggi
distinguono l’inglese britannico da quello americano.
Per il francese , nel 1635 Richelieu fondò l’Académie française nel tentativo di fissare la grammatica e codificare il
lessico, mentre il Dictionnaire de l’Academie stabilisce il bel usage della lingua di corte come varietà suprema. Invece per
il tedesco la riforma ortografica ha prodotto la sostituzione di ß in ss (musste)
Si definisce pianificata una lingua frutto di ingegneria linguistica. Le lingue artificiali si dividono in: lingue a priori
impossibili da parlare e con radici artificiali) e lingue a posteriori (radici naturali).
Le lingue a posteriori si suddividono in : lingue minimali vive o morte, lingue miste a derivazione schematica (Volapuk) lingue
a derivazione schematica e naturalistica (Esperanto)
03. Descrivere l'esperanto
L’esperanto è una lingua pianificata a posteriori con derivazione in parte schematica in parte naturalistica. È stato fondato dal
medico polacco Lazar Ludvig Zamenof nel 1887 (Internacia Lingvo) e codificato nel 1905 . Nel manuale Fundamento di
Esperanto, Zamenhof presenta le 16 regole principali della lingua. Lo scopo è la regolarità , uno dei vantaggi di questa lingua è
rappresentato dal lessico: diverse lingue naturali possono riconoscere nell’esperanto elementi familiari.
Oggi conta 15.000.000 di parlanti distribuiti in tutto il mondo ed è insegnato in alcune università: Torino, Tubinga. Esso è stato
abbandonato per ragioni socio-politiche in quanto avrebbe potuto soppiantare l’inglese.
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Lezione 037
01. Quali sono le lingue di minoranza in Italia?
Una lingua di minoranza consiste in un codice linguistico impiegato da una comunità linguistica che possiede tale codice come
lingua materno all’interno di un territorio nel quale la maggioranza della popolazione ha un’altra lingua materna. Il concetto di
minoranza e maggioranza è relativo e dipende dal territorio.
Le lingue di minoranza possono essere storiche o recenti e sono tutelate dalla legge 482 del 1999.
In Italia ad esempio vi sono tedescofoni che parlano una lingua di minoranza che si articola in vari dialetti (tirolesi, Walser,
cimbrico) ma in Alto Adige la lingua di minoranza è l’italiano. Il francese (lingua indoeuropea, ramo romanzo) è parlato (?)
in Valle d’Aosta e nel Piemonte. In Valle d’Aosta è lingua coufficiale per lo scritto, a partire dal 1945. Il franco-provenzale
(lingua indoeuropea, ramo romanzo) è parlato in Valle d’Aosta, in Piemonte e in Puglia, conta 70.000 parlanti. In Valle
d’Aosta si utilizza il francese per lo scritto e il franco-provenzale e/o l’italiano per il parlato.
L’albanese invece è parlato in Calabria, Basilicata, Sicilia, Puglia, Molise, la sua presenza in Italia è dovuta a migrazioni
tosche del XV secolo. Il catalano è parlato ad Alghero da 2000 parlanti, è arrivato ad Alghero per mezzo della conquista del
XIV secolo da parte del Regno di Aragona. Il greco è parlato in Puglia (grico) e lo sloveno è parlato in Friuli Venezia Giulia.
Infine l’occitano è parlato in Piemonte e in Calabria , la comunità valdese si è costituita per effetto di migrazioni valdesi del
XV secolo. Il sardo è parlato in Sardegna e si divide in differenti varietà tra cui il logudorese che è la più conservativa.
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Lezione 038
01. L'esperanto è una lingua
a posteriori, minimale viva
1827
1265
1582
Webster
Zamenhof
Chomsky
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07. Le lingue di minoranza sono tutelate dalla legge
Non ci sono leggi specifiche
6/99
99/82
482/99
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08. Il franco-provenzale è parlato in
Piemonte e Lombardia
11. Quali sono le nuove minoranze linguistiche, causate dalle migrazioni, in Italia?
In Italia, oltre alle minoranze storiche occorre osservare le nuove minoranze migratorie. Gli stranieri in Italia sono più di
5.000.000 meno del 10% della popolazione. Il 10% degli stranieri è di origine comunitaria.
Le comunità più rilevanti sono:
- arabofoni
- - albanofoni
- rumenofoni
- sinofoni (cinesi).
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Lezione 039
01. Secondo Peyronel, gli errori di forma
non sono mai gravi
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07. A seconda degli ambiti di studio o professionali
la lingua resta sempre la stessa
la lingua si semplifica
nessuna delle risposte
la lingua varia
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08. Un problema degli studenti durante gli esami orali, secondo Peyronel, è
la concordanza dei verbi
la coesione
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Lezione 040
01. Cosa si intende per "famiglia semantica? Corredare di opportuni esempi
La famiglia semantica è un insieme di lessemi imparentati a seconda del significato e del significante.
Alcuni esempi: latte, lattosio, allattamento, latteria.
carta: cartina, cartoleria, cartolina, cartellone
02. Cosa si intende per "connotazione"? Riportare qualche esempio
Il significato in linguistica è l’informazione veicolata da un segno o da un elemento linguistico.
Il significato connotativo è un significato soggettivo connesso con le sensazioni suscitate da un segno, non vi è una
identificazione di referenti.
Ad esempio: la parola deserto può riferirsi letteralmente ad un luogo geografico ma può avere significato metaforico come
deserto = solitudine
volpe: può riferirsi all’animale ma anche ad una persona furba
03. Cosa si intende per "denotazione"? Proporre qualche esempio
Il significato denotativo è inteso in senso oggettivo rispetto a ciò che il segno descrive, si tratta del significato letterale del
termine.
Siepe : riferisce ad una fila di arbusti
che compongono il recinto di un appezzamento di terreno
leone: animale felino
fegato: ghiandola del corpo umano situata nell’addome
LEZIONE 41
01. L’osservazione occulta permette di contenere
Le distorsioni
02. La disciplina più interessata all’epistemologia della ricerca in linguistica è
La sociolinguistica
03. Inserire in un questionario il campo “non sa / non risponde”
è utile perché fornisce comunque una risposta
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Lezione 042
01. Definire il concetto di norma e la tipologia
In ambito socio-linguistico, la norma rappresenta un insieme di regole che dichiarano la preferenza di certe forme rispetta ad
altre che hanno lo stesso potenziale funzionale. Secondo Dubois, la norma da un lato rappresenta l’insieme di prescrizioni sui
contenuti linguistici ammessi o respinti dalla lingua ma dall’altro è un comportamento linguistico considerato comune e
consueto in una comunità.
Muljacic distingue il processo di creazione di una norma (NORMAZIONE) e il processo di estensione e di utilizzo della norma
(NORMALIZZAZIONE). Secondo lo studioso le norme possono essere: spontanee o qualitative. Le norme spontanee
sarebbero imputabili alla selezione naturale e i processi di evoluzione potrebbero essere studiati in diacronia, mentre le norme
qualitative sarebbero imposte alla comunità, dall’alto .
Le norme possono essere classificate in base ad una tipologia qualitativa:
- - norme prescrittive : si parte da una o più varietà della lingua e si eliminano gli elementi non formali che contrastano
con la varietà di partenza
- - norme statistiche: sono estrapolate da uno studio sulla base della frequenza e della distribuzione delle variabili
- - norme a priori: si ha una prescrizione linguistica laddove non si è ancora formato il consenso sociale e si decide a
priori il modello di lingua da imporre
- norme a posteriori: si opera una scelta delle norme tra le varietà linguistiche in base al contesto sociale e al prestigio
linguistico
- norme descrittive: si descrive la lingua in un determinato momento storico, culturale, sociale e non si forniscono
giudizi di valore sulle scelte operate
- norme sociali : si formano nel corso dell’evoluzione di una lingua
- norme esplicite: con l’emergere di fattori socioculturali di rilievo si descrivono le norme sociali
- norme dello scritto: coincidono spesso con le varietà formali della lingua
- norme del parlato: nella lingua italiana l’aspetto normativo del parlato è praticamente assente e riguarda per lo più la
pronuncia
- norme sociolinguistiche: si prendono come riferimento le regole che vincolano le scelte linguistiche legate alla varietà
di una comunità di parlanti
-
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Lezione 044
01. Un professore universitario instaura un'interazione
sempre asimmetrica
simmetrica
sempre simmetrica
asimmetrica
sempre asimmetrica
sempre simmetrica
asimmetrica
dinamicità
sequenzialità
interattività
asimmetrica
sempre asimmetrica
simmetrica
Chomsky
Levinson
De Saussure
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non incide sull'interazione
incidere sull'interazione
fisico
tempo
partecip
anti
spazio
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08. Il code-switching è il passaggio da una lingua all'altra
nessuna delle risposte
in tutti i contesti
in tutti i contesti
sempre asimmetrica
sempre simmetrica
simmetrica
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Lezione 046
01. Quali sono le differenze e le analogie fra analisi della conversazione e analisi del discorso?
La ricerca relativa allo studio delle lingue si è spostata verso gli anni ’70 all’indagine sull’interazione verbale. L’analisi del
discorso adotta modelli più linguistici che sociologici e si basa su processi deduttivi definendo pattern comunicativi. La
semantica è stata uno degli aspetti maggiormente considerati nell’analisi del discorso.
I tratti comuni dell’analisi del discorso sono 4:
- - unità di azione : mosse che si eseguono nel parlato appartengono ad un insieme delimitato e specifico
- gli enunciati sono segmentabili in unità di enunciazione che corrispondono a unità di azione
- - è possibile specificare una funzione ed esiste una procedura per proiettare le unità di enunciazione in atti linguistici e
viceversa
- - le sequenze conversazionali sono governate da regole di ordinamento sequenziale
All’interno dell’analisi del discorso si possono distinguere due filoni di ricerca. La scuola americana mette in luce le regole
internazionali se A fa una richiesta a B e B risponde con una richiesta la risposta di B deve riagganciarsi a quella di A. La
scuola europea sviluppa una sintassi del discorso e focalizza l’attenzione su due punti 1 generalizzazione dei
processi di organizzazione conversazionale e tutte le forme di discorso.
L’analisi della conversazione è di stampo sociologico, si basa su dati empirici ,analizzati per mezzo di un approccio descrittivi .
In particolare gli studiosi si sono concentrati sull’avvicendamento dei turni comunicativi. La maggior parte dei cambi di turno
avviene secondo schemi fissi, A-B-A-B. Ciò che permette ai parlanti di alternarsi è il punto di rilevanza transizionale e il
rispetto della regola d’oro dei turni , un parlante per volta.
I punti di convergenza fra analisi del discorso e analisi della conversazione si possono riassumere come segue:
- - uso di dati reali
- interesse per i turni
- nozione di sequenza
- nozione di preferenza
- ricorso a procedure per la trascrizione del parlato
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Lezione 048
01. Su quali aspetti si concentra l'analisi della conversazione?
Il sistema più diffuso nell’ analisi della conversazione è quello chiamato sistema Jefferson ed è una
revisione del cosiddetto sistema sax. L’analisi della conversazione è d’impronta sociologica, si
caratterizza come attività descrittiva contrapposta all’analisi del discorso. Si basa su dati reali raccolti
e analizzati su approccio empirico, sono ritenuti pertinenti i dati contenuti nella conversazione stessa
e considerati su base individuale e ritroviamo degli schemi regolari definiti patterns da confrontare successivamente.
Si considera anche l’avvicendamento dei turni. I dati reali attendibili perché le fasi
sequenziali del parlato, prestano unità delle costruzioni dei turni parallele alle unità di azione in senso
sociologico. Sequenze complementari o coppie adiacenti.
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