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IL TERREMOTO DELL’IRPINIA: LE RICOSTRUZIONI

Paesi bellissimi e suggestivi rasi al suolo, una tragedia umana


enorme segnata da quasi tremila morti, più di ottomila feriti e
300mila senzatetto: sono passati quarant'anni da quel terribile
terremoto del 23 novembre 1980 che colpì la Campania e la
Basilicata, lasciandole profondamente martoriate.
Simbolo di quella tragedia resta il crollo del soffitto della Chiesa
Madre di Balvano (Potenza) che seppellì 66 persone, per la
maggior parte bambini e ragazzi, di fatto cancellando una
generazione del paese.
Oggi in quei territori la ricostruzione è quasi completata ma
l'anniversario restituisce ricordi drammatici.
Non solo per i lutti e le rovine che quel terremoto provocò: ma
anche per i gemiti che nei giorni successivi al terremoto
continuavano a salire dalle macerie a causa dei ritardi nei soccorsi.
E ancora, per l'esasperante lentezza che ha accompagnato il
processo di ricostruzione delle case, mentre continuava a risuonare
il lamento degli sfollati, accampati via via, con l'imperversare del
freddo e della neve, dapprima nelle tende e nei vagoni ferroviari,
poi nelle roulotte, poi nei container, ecc.
    Nell'immediato dopo terremoto, di fronte alle immagini di
disperazione, di precarietà e di bisogno che le televisioni diffusero
in tutto il mondo, si avviò finalmente la macchina dei soccorsi,
guidata da Giuseppe Zamberletti nominato Commissario
straordinario del Governo che diede vita ad una vera e propria
STRUTTURA CIVILE. A ciò si aggiunsero anche gli aiuti deigli
altri paesi/enti/regioni italiane e estere, molto d’aiuto furono anche
i diversi servizi di volontariato e le associazioni religiose.
 In quella drammatica emergenza, anche la classe politica seppe
ritrovarsi compatta e in tempi rapidi fu approvata la legge 219 nel
maggio 1981, per la ricostruzione delle case nei complessivi 506
comuni danneggiati delle province di Avellino, Benevento,
Caserta, Matera, Foggia, Napoli, Potenza e Salerno, ma anche per
lo sviluppo industriale di quelle aree. L'opera di recupero del
patrimonio edilizio, sia pure tra ritardi e lentezze e con tempi
diversi da provincia a provincia, è stata quasi ultimata sia in
Campania, sia in Basilicata, mentre la prospettiva di sviluppo
industriale è rimasta per gran parte inattuata. Solo pochissime
aziende sono in attività, molte imprese sono state dichiarate fallite
qualche tempo dopo aver percepito i contributi pubblici, quasi la
metà delle concessioni industriali è stato via via revocata, solo una
piccola parte delle risorse finanziarie è stata recuperata.
    Sulle macerie del terremoto del 1980 è nata, infine, l'Università
della Basilicata, pensata come modello di eccellenza per l'intero
sud.
Furono distrutti anche diversi centri che ci vollero ulteriori anni
per ricostruirli ma anche molte opere pubbliche come ad esempio
a Torre Annunziata vi erano due quartieri: Penninello e il
Quadrilatero delle Carceri che furono distrutti dal terremoto ma
nonostante le ingenti somme di denaro versate, la loro
ricostruzione non è ancora completata. Oltre ad essa possiamo
trovare tante altre opere, edifici ecc, che dopo ancora quarant’anni
non sono stati ricostruiti o comunque la loro ricostruzione non è
terminata.

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