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Stromboli

Inquadramento geografico
Il vulcano è chiamato dai suoi abitanti (Strombolani) Struògnoli, ma maggiormente Iddu
(Lui), in quanto si credeva avesse una natura divina per via dei fenomeni naturali.
Il suo nome deriva dal greco "Strugghiule" che significa "rotondo", in riferimento alla sua
forma molto semplice.
Lo Stromboli è uno stratovulcano attivo e costituisce la più settentrionale delle sette Isole
Eolie. Il suo edificio si alza più di 920 metri sopra il livello del mare, ma la sua base si trova a
una profondità di circa 2000 metri sotto il livello del mare ed ha una superficie di 12.2 km2.

Forma del vulcano


Edificio vulcanico di forma generalmente tronco-conica accresciuto per l’accumulo, attorno
alla bocca eruttiva, di prodotti di eruzioni effusive ed esplosive.
Lo Stromboli ha la forma di un cono con fianchi simmetrici.

Storia geologica
Stromboli è l’ultima fra le isole Eolie ad essere emersa dal mare. La sua nascita è stata
preceduta da quella dello Strombolicchio, un piccolo vulcano di cui attualmente rimane
solo la lava consolidatasi nel condotto eruttivo, mentre il cono vulcanico è stato
completamente demolito dal mare.
L’attuale conformazione morfologica dell’isola è il risultato di sovrapposizioni di vari
apparati vulcanici, tuttora riconoscibili, sviluppati nel corso di una lunga attività eruttiva e poi
in parte demoliti dalle medesime eruzioni, dall’erosione e da vari episodi di collasso laterale.

Tipo di magmatismo e caratteristiche tipiche dell'attività vulcanica


La sua attività vulcanica di tipo particolare è detta "stromboliana" ed è caratterizzata da
magmi basaltici molto viscosi che danno luogo ad emissioni ad intervalli regolari di fontane e
brandelli di lava, che raggiungono centinaia di metri d'altezza, e dal lancio di lapilli e bombe
vulcaniche, con rare effusioni laviche e sporadiche colate piroclastiche, lahar e nubi ardenti.
Tutti i vulcani che presentano tale tipologia di attività vengono detti, di conseguenza, di "tipo
stromboliano".
Ci sono tre tipi di attività eruttiva a Stromboli:
• normale attività stromboliana
• esplosioni violente, caratterizzate da eventi più intensi ma di breve durata, definiti
parossismi.
• emissioni di flussi di lava entro l’area della Sciara del Fuoco.

Attività stromboliana normale → Consiste in esplosioni da piccole a moderate intervallate


da brevi periodi di tempo dell’ordine di secondi, che eiettano scorie, lapilli, bombe, ceneri e
blocchi litici. Nonostante il vulcano sia considerato in stato di equilibrio, ci sono talvolta delle
variazioni dei parametri geofisici e geochimici del magma 33 che si traducono in cicliche
variazioni dell’attività vulcanica, con esplosioni più o meno deboli. La frequenza delle
eruzioni è di circa 7-17 eventi all’ora, della durata di 4-30 secondi ciascuno. I materiali
emessi possono raggiungere anche i 400 m di altezza, e ricadere tramite traiettorie
balistiche a decine o centinaia di metri di distanza dal vento. Tuttavia, i volumi di magma
eruttati sono modesti, dell’ordine di 0.01 m³/s. Negli ultimi anni l’attività normale di Stromboli
si è fermata totalmente per alcuni mesi dopo le eruzioni effusive del 2002-2003 e 2007 (Rosi
et al. 2013).
Esplosioni violente o parossismi → Eruzioni di maggiore intensità dell’attività normale,
con il coinvolgimento simultaneo di più venti, e una velocità di emissione di materiale molto
elevata. Queste esplosioni interrompono di tanto in tanto l’ordinaria attività di Stromboli,
lanciando in aria pesanti blocchi di lava che occasionalmente raggiungono i centri abitati
dell’isola. I volumi di prodotti eruttati sono nettamente maggiori rispetto all’attività ordinaria,
10² - 10³ m³ per parossismi a piccola scala, e 104 - 105 m³ per parossismi a grande scala
(Rosi et al. 2013).

Flussi di lava → Si tratta di occasionali eruzioni effusive, durante le quali vengono emesse
colate laviche dai venti sommitali o da fessure lungo la Sciara del Fuoco, con la lava che
scende lungo la depressione di collasso e raggiunge frequentemente il mare alimentando
delta lavici (poi rapidamente erosi dal mare).

I parossismi rappresentano le manifestazioni più energetiche del vulcano di Stromboli;


consistono in violente ed improvvise esplosioni "tipo cannonata", durante le quali avviene
l'emissione sostenuta di scorie incandescenti, ceneri, bombe e blocchi litici a distanze
considerevoli, fino ad interessare le zone abitate dell'isola. Tali esplosioni possono produrre
nubi convettive che raggiungono quote di 10 km.

TIPO di magmatismo→ Lo Stromboli ha una natura diversa. Un magmatismo di tipo neutro,


che si contrappone al basico dell'Etna. L'attività vulcanica è più difficile da gestire, talvolta
esplosiva, con produzione di bombe e brandelli incandescenti sparati fino a 50 metri di
altezza.

Eruzioni del passato


le eruzioni più violente risalgono invece al 1919 e al 1930, quando delle infiltrazioni di acqua
marina causarono dei parossismi di inusuale violenza, seguiti da forti terremoti. Le colate
laviche si riversarono per la prima volta all’esterno del bacino della Sciara del Fuoco,
lambendo anche i centri abitati e causando parecchie vittime e danni, alle colture e alle
abitazioni. In quell’occasione si formò anche un modesto tsunami che raggiunse Capo
Vaticano.
Le eruzioni stromboliane più violente mai accadute in tempi storici risalgono al 1919 e al
1930. Per la prima e finora unica volta nella storia recente del vulcano, delle colate laviche si
riversarono anche al di fuori della Sciara del Fuoco, arrivando a lambire i centri abitati
(Piscità fu sfiorata ad appena 20 metri), causando ingenti danni e numerose vittime, e
causando un piccolo tsunami che generò un'onda di 2–3 m che arrivò a far danni fino a
Capo Vaticano, in Calabria.

Per via della conformazione morfologica del vulcano il materiale che fuoriesce dal cratere si
dirige normalmente a nord-ovest e tramite la Sciara del Fuoco, un ripido pendio a picco sul
mare, raggiunge il Tirreno e circa 1700 metri di profondità, senza causare quindi grossi
disagi alla popolazione.

In certe occasioni l'attività di questo vulcano è stata però più intensa, nel 1930,
considerando gli ultimi secoli, s'è verificato l'episodio più significativo, con la morte di 6
persone.
L'11 Settembre 1930 avvenne una forte esplosione dal cratere, con decine e decine di
grossi massi che furono scagliati nel cielo dalla possente bocca eruttiva, e molti di essi
ricaddero sul terreno dell'isola, specialmente dalla parte ovest, dove si trova il piccolo abitato
di Ginostra, citato in precedenza. Altri caddero in mare, sollevando enormi colonne d'acqua;
i massi più grossi, valutati del peso di centocinquanta chili, rotolando lungo i pendii della
montagna investirono qualche casa e causarono diversi ferimenti.

tsunami abbattuti sulle coste della calabria

gas vulcanici emessi ?

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