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CRONACA

I giovani e i rischi della rete. I reati secondo il Codice Penale


Cyberbullismo, sexting, adescamento on-line, snap-chatting, blue whale challenge, furti di identità digitale e
fake news, ma anche deep web e dark web
 14 Febbraio 2018 - 09:00 

Con l’appendice del 24 gennaio scorso, si è concluso a Bari, presso la sede dell’Università, il Forum Bambini e Mass
Media, già alla sua terza edizione.
Il Forum è l’esito di un lavoro di ricerca, a cadenza annuale, assunto dall’Ateneo barese, sui temi della comunicazione
mass mediale e relative dipendenze e patologie.
Oltre a smascherare gli inganni celati nelle pubblicità, messi in scena dalla televisione e dai giornali con abili strategie di 
marketing, gli incontri del 23 e 24 novembre scorso hanno affrontato anche il tema dell’utilizzo di Internet da parte di
minori.
In rete, si naviga, perseguendo sostanzialmente tre obiettivi: consumo, informazione e comunicazione.
Ma i rischi legati all’utilizzo di Internet sono alla portata di un click e per chiunque, soprattutto per le utenze più deboli,
come i bambini e gli adolescenti.
Cyberbullismo, sexting, adescamento on-line (noto anche come child grooming), snap-chatting, blue whale challenge,
furti di identità digitale e fake news, ma anche deep web e dark web: queste le insidie da cui proteggersi con il potere
della conoscenza e con la supervisione responsabile dei genitori, per gli utenti più precoci di Internet.
Si passa in disamina alcuni dei succitati delitti, così come presentati al convegno.
Per cyberbullismo, si intende un insieme di azioni di diffamazione, persecuzione e molestia attivate on-line (attraverso i
social network), ma continuate nella vita reale, ai fini di recare nocumento alla vittima, in ambiente scolastico
sostanzialmente.
Grazie alla Legge n.71 del 29 maggio 2017 http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/06/3/17G00085/sg, il minore,
vittima di cyberbullismo, può denunciare la violenza subita alla Polizia Postale, richiedendo la rimozione di contenuti
offensivi dalla rete e dai social network. Degna di menzione è l’iniziativa Una vita da social,
https://www.commissariatodips.it/vita-da-social.html, campagna di sensibilizzazione a cura della Polizia di Stato,
attualmente itinerante nelle città italiane, di cui all’hashtag #unaparolaeunbacio.
 
Con la parola sexting, si fa riferimento all’invio e ricezione di testi e/o di immagini sessualmente espliciti, per il tramite di
Internet o cellulare, con ricadute rischiose in termini di revenge porn e stalking.
La Cassazione (sez VI, sent. n. 32404/2010) chiarisce che il sexting integra i seguenti reati: il reato in atti persecutori; il
reato per l’illecito trattamento di dati personali (il volto) altrui e il reato di possesso e detenzione di materiale pedo-
pornografico, nel caso in cui siano ritratti dei minori nelle immagini.
Con Sentenza n. 11675 del 21/03/2016, si specifica inoltre che i delitti per la produzione e cessione di materiale pedo-
pornografico sono punibili solo se tale materiale è stato confezionato da terzi, strumentalizzando il minorenne come
merce, in poche parole.
Sono evidenti pertanto le lacune giurisprudenziali, per la fattispecie del reato di sexting.
Il termine child-grooming (#childgrooming) attiene all’addescamento di minori, attraverso Internet, per fini sessuali,
lusingandoli o minacciandoli, in alcuni casi.
Il Codice Penale rubrica questo reato all’articolo 609, prevedendo per il colpevole da 1 a 3 anni di reclusione.
Per snap-chatting, si intende invece un’applicazione che permette di chattare con altre persone, inviando loro delle
immagini che saranno visibili per un lasso di tempo da 1 a 10 secondi (cit. www.accademiadellacrusca.it ).
La blue whale challenge si presenta invece come un gioco, conosciuto in Italia, come “Balena blu”. Il social game, di
origine russa, non ha nulla di ludicamente genuino in realtà, perché induce al suicidio, attraverso una serie di comandi
ed azioni pericolose, imposte da chi detiene il gioco.
Rientra nella fattispecie di reato di istigazione o aiuto al suicidio, secondo l’articolo 580 del Codice Penale.
Una recente sentenza, del 24 dicembre 2017, ne ha appena modificato la pena per il colpevole. La Corte di Cassazione di
Roma, con sentenza n. 57503/2017, ha chiarito che il colpevole, ovvero chi detiene il gioco e impartisce i comandi ai
giocatori, è punito solo se c’è il suicidio del giocatore o se comunque questi, in mancanza del suo suicidio, subisce lesioni
personali gravi o gravissime. C’è reato solo se avviene il suicidio reale del giocatore o se questi ne risulta gravemente
lesionato fisicamente.
Anche in questo caso, si evidenziano lacune giurisprudenziali.
Le fake news sono le cosiddette notizie false che comportano innumerevoli illeciti, dai seguenti risvolti penali: delitto di
truffa; reato di diffamazione aggravata, di cui all’articolo 595, comma 3 del Codice Penale; reato di abuso della credulità
popolare, di cui all’articolo 661 del Codice Penale; reato di procurato allarme, di cui all’articolo 658 del Codice Penale;
reato di rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul mercato pubblico e nelle borse di commercio, di cui all’articolo 501 del
Codice Penale.
Tante le scuole di primo e secondo grado della città di Bari, che hanno partecipato al Forum come protagoniste, per via
del concorso di idee sul tema “Salviamo i bambini dalla pubblicità”, e quindi tanti bambini e giovani hanno presentato i
lavori svolti durante un intero anno scolastico e hanno ascoltato, sotto la vigilanza attenta di genitori e docenti, i vari
interventi che si sono succeduti negli incontri pubblici del Forum, presso l’Università.
Positivo il riscontro avuto da parte dei bambini che, con domande semplici e dirette ai relatori e muniti di fogli per gli
appunti, sono stati in aula degli ascoltatori attenti e consapevoli dei temi trattati, ai quali erano stati preparati dalle
maestre in un intero anno scolastico.Fiducioso anche il feedback degli istituti scolastici che hanno partecipato al
Concorso di idee, ritenendo fondamentale avviare dei progetti che rendano consapevoli i bambini sui rischi legati alla
televisione, ai cellulari e al computer.
Tra i relatori intervenuti, giornalisti di caratura nazionale, rappresentanti delle istituzioni regionali e comunali della città
di Bari, docenti universitari di diversi Atenei italiani e oltre che psichiatri, psicologi e sacerdoti per un Forum che
rappresenta un momento di scambio e crescita culturale per tutti, dai piccoli protagonisti agli adulti.

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