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4.

MEDICINA LEGALE

Per prima cosa analizziamo i due termini principali:


MEDICINAè un’attività di carattere scientifico che riguarda la gestione della salute della persona;
LEGALE riguarda il diritto, il mondo delle regole.
La medicina legale ha quindi come fondamento il mondo della salute ma fa anche riferimento al mondo delle regole.
Sorgono in questa materia problematiche tra etica, medicina e diritto su temi come l’aborto, la morte, l’invalidità e la
nascita.

Che cos’è una professione?


Regole che riguardano la professione: diritto, deontologia ed etica. In altri termini l’attività dell’assistente sociale, che è
una professione, è legata ad un insieme di principi che l’a.s. deve rispettare nella pratica professionale. Questi principi si
riassumono nella parola: responsabilità.
Queste norme riguardano tutti i professionisti e sono messe tutte sullo stesso piano.
Art. 348 c.p.: Abusivo esercizio di una professione: una professione può essere svolta solo da coloro che hanno
conseguito una specifica abilitazione dello stato per esercitarla.
Art. 2229 c.c.: Esercizio delle professioni intellettuali: occorre essere iscritti ad appositi albi ed elenchi; spetta all’ordine
professionale il controllo dei requisiti degli iscritti, la tenuta degli albi e l’esercizio del potere disciplinare sugli iscritti.
L. 84/93 – Ordinamento della professione di a.s. e istituzione dell’albo professionale.
Art. 2: Requisiti per l’esercizio della professione
Questo significa che per gli assistenti sociali c’è una legge che determina che per l’esercizio dell’attività professionale è
necessario 1.il diploma universitario, 2.l’abilitazione conseguita all’esame di stato e 3.l’iscrizione all’albo degli assistenti
sociali; all’interno dell’albo sono stati istituiti due elenchi: A: assistente sociale specialista; B: assistente sociale.
Uno degli strumenti più importanti per l’esercizio del potere disciplinare è il codice deontologico, l’insieme di norme che
disegnano il buon assistente sociale.
Art. 3: Istituzione dell’albo e dell’ordine degli assistenti sociali
È istituito l’albo professionale degli assistenti sociali; gli iscritti costituiscono l’ordine degli assistenti sociali, articolato a
livello regionale o interregionale. Gli oneri relativi all’istituzione e gestione dell’albo e dell’ordine sono a carico degli
iscritti.
Decreto 155/98: Norme esame di Stato ed esercizio professionale
Art 1necessario diploma universitario in s.s.; art.2commissione d’esame nominata da MIUR; art.3prova scritta,
pratica e orale; art.4ogni anno due sessioni per esame di stato abilitazione.
Dpr. 328/2001: Requisiti per l’ammissione all’esame di stato
Albo A laurea specialistica; attività professione albo A:
1.elaborazione e direzione di programmi di politiche sociali;
2.pianificazione, gestione e organizzazione manageriale;
3.direzione di servizi per interventi complessi;
4.analisi e valutazione della qualità degli interventi;
5.tirocinio LM-87
6.ricerca sociale e di servizio sociale;
7.attività didattico formativa
Albo B laurea; attività professione:
1.attività in tutte le fasi dell’intervento sociale;
2.gestione, collaborazione, coordinamento e direzione degli interventi in campo sociale;
3.informazione e comunicazione dei diritti degli utenti;
4.tirocinio L-39
5.raccolta ed elaborazione dei dati sociali e psicosociali.

L. 119/2001- Disposizioni concernenti l’obbligo del segreto professionale per a.s.


L’a.s. ha l’obbligo del segreto professionale in qualunque tipo di attività professionale sia impegnata (regime di lavoro
autonomo, libero professionista, lavoro strutture pubbliche ecc.). Agli assistenti sociali si applicano tutte le norme di
legge in materia del segreto professionale.
Art. 200 prevede per alcuni soggetti, soprattutto professionisti, la possibilità di astenersi dal testimoniare su fatti che si
ritiene coperti dall’obbligo del segreto. E’ una facoltà data ai professionisti, che possono rifiutare di presentarsi davanti
al giudice per motivi di riservatezza, al contrario degli altri testimoni.
Art.622 c.p.: Rivelazione del segreto professionale
Chiunque, avendo notizia, per ragione del proprio stato o ufficio, o della propria professione o arte, di un segreto, lo
rivela, senza giusta causa è punito, se dal fatto può derivare danno, con la reclusione fino a un anno o con la multa da
euro 30 a euro 516.
Codice Deontologico
Capo III, Riservatezza e segreto professionale può astenersi dal testimoniare l’a.s. perché è tenuto a curare la
riservatezza della documentazione acquisita e non è obbligato a rivelare informazioni tranne nei casi di:
1.rischio grave danno per l’utente o terzi;
2.richiesta scritta e motivata da parte del legale del minore o incapace;
3.autorizzazione dell’interessato
4.rischio di grave incolumità per l’a.s.
L.135/90
Divieto per datori di lavoro di svolgere indagini. Segreto su infezione HIV.

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