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NICCOLÒ AMMANITI (CARLOTTA) (58,82

SECONDI)
Niccolò Ammaniti è nato a Roma il 25 settembre del 1966, città in cui
vive tutt’ora
Non è famoso solo nel mondo della scrittura ma anche in quello
cinematografico infatti è anche attore, regista e sceneggiatore.
Prima di intraprendere il suo viaggio nel mondo letterario si era iscritto
al corso di laurea in Scienze Biologiche ma non ha appunto terminato gli
studi
Ha esordito la sua carriera nel 1995 con il romanzo Branchie.
È autore di innumerevoli e famosissimi romanzi e racconti tradotti in
oltre 44 paesi.
Tra i suoi più famosi ci sono:
- Fango (1996)
- Ti prendo e ti porto via (1999)
- Io non ho paura (2001, Premio Viareggio)
- Come Dio comanda (2006, Premio Strega)
- Che la festa cominci (2009)
- Io e te (2010)
- Il momento è delicato (2012)
- Anna (2015) e deve uscire anche una serie tv di questo
Dai suoi libri appunto come dicevo prima sono stati tratti diversi film,
precisamente 5:
- L’ultimo capodanno,
- Branchie,
- Io non ho paura
- Come Dio comanda,
- Io e te.
È autore e regista del docu-film The Good Life (2014).
Nel 2018 va in onda Il miracolo, una serie tv originale SKY di cui è
showrunner, co-sceneggiatore e co-regista.

RIASSUNTO (CARLOTTA)
Siamo in una Sicilia attanagliata da un virus chiamato “la rossa”: un
morbo sconosciuto che miete vittime nella popolazione e che per
qualche ragione poco chiara, legata alla mancanza degli ormoni
della pubertà, risparmia i bambini.
Si manifesta con macchie rosse sulla pelle, tosse, febbre e croste e
non lascia via di scampo.
Questa “Rossa” spazza via la famiglia Salemi, gli unici sopravvissuti sono
Anna, di 9 anni, e suo fratello Astor, di 4.
Anna, su indicazione della mamma deve occuparsi sotto tutti gli aspetti
di suo fratello, e le raccomanda di non perdere assolutamente mai “il
quaderno delle cose importanti” nel quale c’erano scritte le indicazioni
utili ad affrontare la vita e i pericoli di questo virus.
(Deve lasciarlo 100 giorni in decomposizione e trascinarlo fuori dalla
stanza solo quando è inscheletrito. Anna però in un estremo omaggio
decide di fare ripulire le ossa dalle formiche, cospargendole di miele, e di
tatuare i resti della povera mamma.)
La ragazza lascia la casa con le cose più importanti e tra queste decise di
portare un pezzo di corpo della mamma, il suo femore.
Durante il suo girovagare fra campi bruciati e i ruderi di centri
commerciali e città abbandonate incontra un cane, un pastore
maremmano che da feroce diventerà “Coccolone” e la accompagnerà fino
alla fine.
In questo mondo si torna alla caccia, al baratto, alla lotta per il cibo,
assistiamo ad un vero e proprio salto temporale all’indietro.
Bambini troppo piccoli per ricordare lo stato di cose prima del virus,
vivono in aggregazioni simili a tribù primitive, disimparano a
leggere, a scrivere e a parlare, a riconoscere quello che li circonda,
diventano violenti e pericolosi.
Sono alla ricerca della “picciridduna”, l’unica adulta immune al
virus che li potrà salvare, senza mai trovarla (perché era una
leggenda.)
Sono questi ragazzini dipinti di blu che rapiranno Astor e faranno di
Anna l’eroina di questa Apocalisse.
La ragazzina però decide di voler credere che qualcosa di meglio sia
possibile, sceglie di iniziare un viaggio per lasciare l’isola,
attraversare lo stretto e approdare in Calabria, con la speranza di
trovare uno scenario diverso e magari, qualche sopravvissuto adulto
alla ricerca del vaccino che li avrebbe salvati.
L’accompagna in questa avventura Pietro, il suo migliore amico che
le ha permesso di salvare Astor dalla setta dei bambini blu.
Non era semplicemente il suo migliore amico ma il ragazzo che le
farà il suo primo regalo di compleanno (una collanina con una stella
marina blu), il suo primo amore.
Sarà lui a mostrare a Astor la foto di un paio di scarpe da ginnastica,
Adidas Hamburg, dicendogli che erano magiche: indossandole si
poteva accedere ad un mondo diverso e migliore.
Durante il tragitto però Pietro muore in un incidente in vespa e
Anna da sola con Astor e Coccolone si incammina lungo l’autostrada
verso Messina.
Vedono finalmente lo stretto!
Vede di notte un faro e si riaccende la speranza di poter trovare
qualcuno di vivo in continente.
Il mattino dopo trovano un pedalò e si lanciano pedalando per lo
stretto.
Arrivano stremati in una città ancora deserta ma, rincorrendo un
gatto, Coccolone entra in un negozio, ribalta le scatole e
miracolosamente trova un paio di Adidas Hamburg.
Astor se le infila e sente già la speranza dentro di sé.

FRASI (CARLOTTA)
“C’era un’atroce genialità, secondo molti di natura umana, nel
modo in cui il virus si propagava e nella sua lunga quiescenza che
lo aveva trasformato in una bomba biologica. La velocità con cui
mutava rendeva impossibile sintetizzare un vaccino. Nemmeno i
ricercatori che ci lavoravano, nonostante le rigorose procedure
anti-contaminazione, riuscivano a sopravvivergli.”
Questa frase mi ha colpita perché ho notato una grossa analogia
con quello che sta succedendo al giorno d’oggi.
Anche il corona virus è un virus misterioso, forse di natura umana,
che muta continuamente e che è scoppiato dopo una lunga
incubazione.

“Quando sei assetata non sperare che piova. Ragiona e cerca una
soluzione. Chiediti: dove posso procurarmi dell’acqua potabile? È
inutile sperare di trovare una bottiglia in un deserto. Le speranze
lasciale ai disperati. Esistono le domande ed esistono le risposte.
Gli esseri umani sono capaci di trasformare un problema in una
soluzione.”
Questa frase mi ha colpita per la sua forza, la mente riesce ad
essere superiore alle avversità.

“Alla fine non conta quanto dura la vita, ma come la vivi. Se la vivi
bene, tutta intera, una vita corta vale quanto una lunga. Non
credi?”
“La vita è un insieme di attese. A volte così brevi che nemmeno te
ne rendi conto, a volte così lunghe da sembrare infinite, ma con o
senza pazienza hanno tutte una fine.”

“la vita non ci appartiene ci attraversa”

“ Adesso capiva cos’era l’amore, quella cosa di cui si parlava tanto


nei libri della mamma. L’amore sai cos’è solo quando te lo levano.
L’amore è mancanza”
Questa frase mi ha colpita perché l’unica gioia di Anna le è stata
portata via in maniera crudele e inutile.
La mancanza le ha fatto capire il significato del vero amore.

COMMENTO (CARLOTTA)
Questo libro, apocalittico, ha risvegliato in me dei sentimenti
contrastanti.
Probabilmente ho visto troppe analogie con la situazione
pandemica di oggi e la mancanza di speranza che pervade la
prima parte del libro mi ha rattristata.
La distruzione, i cadaveri, la violenza dei bambini tutto mi ha
lasciato una tristezza profonda, mi sembrava che i protagonisti
girassero a vuoto in un mondo folle e senza regole.
La felicità era la sopravvivenza, poter leggere il “quaderno delle
cose importanti” e ricordare così la mamma e un passato che non
c’era più.
Anna però ha trovato dentro di se la forza della vita e ha saputo
combattere, incontrare l’amore, attraversare lo stretto in pedalò
anche se l’unico traguardo è stato trovare un paio di scarpe, le
Adidas Hamberg.

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