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Il codice civile ancora oggi non ci dà una definizione di obbligazione e, pertanto, facciamo
riferimento al diritto romano per definire il rapporto obbligatorio: “Obligatio est iuris
vinculum”, ossia l’obbligazione è un vincolo giuridico, in forza del quale un debitore è
obbligato a tenere un certo comportamento per soddisfare l’interesse del creditore.
Nel rapporto obbligatorio si evidenzia una parte attiva, che ha un vantaggio e fa valere un
diritto, e una parte passiva, che deve compiere una determinata attività, poiché la parte
attiva possa soddisfarsi.
Esempio: se Andrea mi deve 1000€ io sono la parte attiva perché faccio valere il mio
diritto. Inoltre, sono il creditore di Andrea, ma io non posso soddisfare il mio diritto se
Andrea non collabora con me e non mi consegna i 1000€.
Quindi, nel rapporto obbligatorio devono esistere almeno due parti, rappresentate dal
debito e dal credito.
Il debito è la posizione giuridica passiva del rapporto obbligatorio e il suo contenuto è il
dovere di adempire a una determinata prestazione.
Il credito, invece, è il diritto all’adempimento, quindi la pretesa a ottenere una data
prestazione.
Infine, il rapporto obbligatorio ha natura personale o relativa poiché impone uno specifico
dovere verso un preciso soggetto.
ELEMENTI DEL RAPPORTO OBBLIGATORIO (da pagina 276 a 278)
Gli elementi del rapporto obbligatorio sono i soggetti, l’oggetto e il vincolo giuridico.
SOGGETTI
I soggetti nel rapporto obbligatorio sono il creditore (soggetto attivo) e il debitore (soggetto
passivo).
Però è possibile che nell’obbligazione non si sa chi sia uno dei due soggetti; l’importante è
che questo soggetto si manifesti entro il momento in cui si deve fare la prestazione.
ESEMPIO: prometto una ricompensa di 500€ a chiunque mi riporti il mio cane, smarrito lo
scorso venerdì. La parte passiva, cioè quella che deve dare 500€, si sa già chi è, invece la
parte attiva in quel momento non è determinata, ma nel momento in cui qualcuno mi
porterà il cane e, cioè nel momento in cui dovrò eseguire la prestazione, sarà determinata
ed io saprò chi è in quel momento.
È bene fare questa distinzione poiché talvolta i soggetti possono essere più di due, quindi
avremo più creditori e un debitore, oppure più debitori e un creditore o più creditori e più
debitori.
ESEMPIO:
- se Marco e Michele decidono di vendere un bene comune, diventano creditori verso
il compratore per il pagamento del prezzo
- se Anna e Beatrice comprano insieme un bene diventano debitrici verso il venditore
per il pagamento del prezzo.
OGGETTO
L’oggetto dell’obbligazione è la prestazione, cioè il comportamento cui è tenuto la parte
passiva, per far conseguire un’utilità alla parte attiva.
È bene non confondere la prestazione, con il bene dedotto nel rapporto, cioè l’oggetto
della prestazione stessa.
ESEMPIO: se io dessi in locazione a Mario la mia casa, l’oggetto dell’obbligazione
sarebbe il mio comportamento, quindi dovrei lasciar godere la casa a Mario; mentre,
l’oggetto della prestazione è la casa.
L’articolo 1174 c.c. dice che la prestazione deve avere contenuto patrimoniale, cioè deve
essere suscettibile di valutazione economica.
Il carattere della patrimonialità è proprio quello che distingue l’obbligazione da altri
obblighi, come l’obbligo della fedeltà coniugale.
Possibile, poiché vige il seguente principio: “Ad impossibilia nemo tenetur”, cioè
che nessuno può essere obbligato a cose impossibili. L’impossibilità può essere
materiale (ESEMPIO: come vendere una cosa che non esiste) oppure giuridica
(ESEMPIO: vendere un bene demaniale, cioè un bene che appartiene allo Stato o a
enti pubblici, come per esempio vendere la Fontana di Trevi o un fiume).
Poiché la prestazione non abbia valore, l’impossibilità deve essere assoluta. Essa
non può essere parziale perché non estingue l’obbligazione per intero.
Lecita, cioè non deve essere contraria a norme imperative (sono quelle che non
possono essere derogate dalla volontà delle parti), all’ordine giuridico (è l’insieme
dei principi fondamentali e inderogabili) e al buon costume (rappresenta l’insieme
dei principi morali).
ESEMPIO: di obbligazione illecita contraria a norme imperative è il commercio di
stupefacenti.
La prestazione deve essere fin dall’inizio determinata o determinabile, quindi è
necessario, fin dal momento in cui l’obbligazione sorge, che esistano gli elementi
indispensabili per determinare la prestazione quando e come dovrà essere
eseguita.
Le parti possono scegliere di affidare la determinazione della prestazione a un
terzo, detto “arbitratore”.
L’articolo 1774 c.c. dice, inoltre, che la prestazione deve corrispondere a un interesse,
anche non patrimoniale, al creditore. Tale interesse può essere scientifico, affettivo,
culturale, ideale… purché socialmente apprezzabile (ESEMPIO: assistere a uno
spettacolo).
VINCOLO GIURIDICO
Il vincolo giuridico è l’elemento in base al quale il debitore è costretto all’adempimento
dell’obbligazione. Nel caso in cui la parte passiva non adempisse, sorge a suo carico la
responsabilità di non aver adempito all’obbligazione.
ESEMPIO: Se Claudia deve ad Alice una somma di denaro e non adempie
spontaneamente, Alice, che è la creditrice, può conseguire tale somma, chiedendo al
giudice la vendita forzata di uno o più dei beni di proprietà di Claudia.
FONTI DEL DIRITTO DELL’OBBLIGAZIONE (pagina 279 e 280)
I fatti giuridici idonei a far sorgere le obbligazioni si dicono fonti delle obbligazioni.
Secondo l’art 1173 c.c., le obbligazioni derivano da contratto, da fatto illecito o da ogni
altro fatto o atto idoneo a produrle in conformità dell’ordinamento giuridico.
Sono tali:
CONTRATTO
L’art. 1321 definisce il contratto come l’accordo di due o più parti per costituire, regolare o
estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale.
FATTO ILLECITO
L’art. 2043 dice che chiunque compia commesso un atto doloso o colposo che cagioni ad
altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno (solo se
il danno è illecito).
La differenza tra atto doloso e colposo è che, l’atto doloso è voluto volontariamente
dall’uomo, invece colposo quando vi è un’imperizia, cioè quando un soggetto non è stato
in grado di evitare tale danno e non voleva.
Doloso= premeditato
Colposo= preterintenzionale (ESEMPIO: io volevo dare una sberla a Giacomo e lui è
inciampato è caduto e si è rotta la gamba)
PROMESSA UNILATERALE
La promessa unilaterale consiste in una dichiarazione con cui il promittente si obbliga a
effettuare una determinata prestazione a favore del promissario, a prescindere dalla
volontà di quest’ultimo. Le promesse sono figure tipiche, cioè producono effetti obbligatori
solo nei casi previsti dalla legge. Si distinguono due fattispecie:
PROMESSA DI PAGAMENTO è una dichiarazione in cui una persona promette di versare
una somma ad un’altra persona (ESEMPIO: Giacomo promette di versarmi 10.000€; la
promessa lo vincola, quindi se lui ha promesso, anche se non vi è la prova, lui è obbligato
a darmeli)
PROMESSA AL PUBBLICO è una dichiarazione con cui un soggetto promette una
prestazione a favore di chi si trovi in una determinata situazione o compia una determinata
azione (ESEMPIO: prometto 500€ a chi trova il mio cane)
ESEMPIO: sono a casa ad agosto, il mio vicino di casa, come tutti gli anni, è andato a
passare le vacanze a Miami e so per certo che nel suo appartamento non c’è nessuno.
Avviene un temporale e il suo tetto si scoperchia; poiché è prevista pioggia nei giorni
successivi, io per evitare a lui un danno, non riuscendo a contattarlo, contatto io qualcuno
che metta un telone per coprire il suo tetto.
Questa situazione fa nascere un’obbligazione per entrambe le parti: il mio vicino
(=interessato) è obbligato a pagarmi la copertura.
PAGAMENTO DELL’INDEBITO
Si ha il pagamento dell’indebito quando un soggetto, credendosi debitore, esegue un
pagamento non dovuto.
La legge pone a carico di chi ha ricevuto un pagamento non dovuto l’obbligazione di
restituire quanto gli è stato pagato con i frutti e gli interessi. Di conseguenza, riconosce in
colui che ha pagato, il diritto alla ripetizione, cioè a pretendere la restituzione di tale
somma.
Si distinguono:
Indebito oggettivo; quando una persona, credendosi debitore, esegue un
pagamento, mentre non esiste alcuna obbligazione.
Indebito soggettivo; quando una persona, credendosi debitore in base a un errore
scusabile, esegue il pagamento di un debito altrui.
Se l’errore non è scusabile, il pagamento del debito altrui è valido, quindi non può
pretenderne dal creditore la restituzione.
o Rispetto ai soggetti
Le obbligazioni possono essere semplici o multiple.
Sono semplici le obbligazioni nelle quali vi è solo debitore e un creditore.
Sono multiple quelle nelle quali vi sono più debitori e un creditore, più creditori e un
debitore e quando vi sono più creditori e più debitori.
A loro volta, le obbligazioni multiple si distinguono in obbligazioni parziarie e solidali.
Le obbligazioni multiple parziarie sono obbligazioni con più soggetti. Se vi sono più
creditori ognuno di essi ha il diritto di esigere dal debitore soltanto la sua parte.
Se, invece, vi sono più debitori ognuno è obbligato solo per la sua parte ed è perciò tenuto
ad estinguere soltanto una parte della prestazione.
ESEMPIO: Se Andrea e Umberto hanno un credito di 1000€ nei confronti di Diego,
ciascuno può chiedergli solo 500€.
Se Sofia e Francesca devono 1000€ a Sara, quest’ultima può chiedere solamente 500€ a
testa.
Le obbligazioni multiple solidali, invece, sono obbligazioni con pluralità di soggetti in forza
delle quali ogni creditore ha diritto di pretendere la prestazione per l’intero, ovvero ogni
debitore ha l’obbligo di eseguire la prestazione per l’intero.
La fonte della solidarietà passiva è la legge. L’art. 1294 c.c. dice che i condebitori si
presumono solidali rispetto al creditore se non risulta diversamente. A questo principio,
però, vi è un’eccezione: se al debitore defunto succedono più persone, ciascuna delle
quali è obbligata, in proporzione alla propria quota ereditaria. La funzione della solidarietà
passiva è la garanzia di pagamento del debitore; infatti è la forma più efficacie di garanzia
personale.
ESEMPIO: Antonio acquista un’automobile dal concessionario per 20.000€, quindi Antonio
è debitore del concessionario per 20.000€. Da li a poco, Antonio muore. I suoi due unici
eredi sono i figli Michele e Francesco, i quali dovranno al concessionario 10.000€ a testa.
Nel caso di obbligazione solidale attiva, l’adempimento di un solo debitore libera anche gli
altri verso il creditore. Successivamente, il debitore che ha adempito all’obbligo eserciterà
un’azione di regresso contro gli altri debitori. La ratio è facilitare l’estinzione del debito.
ESEMPIO: Niccolò, Lorenzo e Mattia sono debitori di 1200€ nei confronti di Simone. Il
creditore (quindi Simone) può rivolgersi solamente a Niccolò e pretendere i 1200€. A sua
volta Niccolò eserciterà un’azione di regresso contro Lorenzo e Mattia, per ottenere da
ciascuno i 400€.
Le fonti della solidarietà attiva sono la volontà delle parti o la legge. La solidarietà attiva
deve essere stabilita e non si presume. Il debitore ha la scelta di pagare all’uno o all’altro
dei creditori in solido, ma tale possibilità di scelta dura fino al momento in cui uno dei
creditori prevenga gli altri proponendo una domanda giudiziale. La funzione della
solidarietà attiva è quella di agevolare l’esercizio del diritto di credito, in quanto ciascun
creditore può ottenere l’intero dal debitore.
Nel caso di obbligazione solidale attiva, l’adempimento ricevuto da un solo creditore libera
il debitore anche verso tutti gli altri, ma questi hanno diritto di ottenere dal creditore che ha
riscosso, la quota di partecipazione a ciascuno spettante.
ESEMPIO: Beatrice, Sara e Alessia hanno depositato in banca la somma di 1500€ che la
madre aveva donato loro in parti uguali. Succede che Alessia si reca in banca e preleva
l’intera somma, quindi tutti i 1500€. La banca non deve nulla a Beatrice e a Sara, le quali
dovranno rivolgersi ad Alessia per ottenere la quota di 500€ che spetta loro.
La solidarietà ha valore solo nei rapporti esterni. Nei rapporti interni fra creditori o debitori
solidali, l’obbligazione in solido si ripartisce tra i diversi creditori o i diversi debitori. Infine,
le parti di ognuno si presumono uguali, se non risulta diversamente.
Il costo del denaro è rappresentato dagli interessi, cioè quella somma accessoria di
denaro che il debitore deve, oltre a quella principale, a chi gli ha prestato il capitale. Tali
interessi vengono chiamati corrispettivi. Non devono essere confusi con gli interessi
moratori, che sono dovuti come risarcimento del danno per il ritardato pagamento. Se il
tasso di interesse è stabilito dalla volontà delle parti, si parla di interessi legali; se, invece,
il saggio di interesse è stabilito dalle parti, si parlerà di interessi convenzionali.
La possibilità di operare una successione nel debito si è affermata molto tardi, essendo un
rapporto obbligatorio strettamente connesso alla persona del debitore, quindi alla sua
correttezza, alle sue qualità personali e al suo patrimonio. Proprio per questo motivo, la
successione nel debito si realizza solo con l'assenso del creditore, il quale deve godere
della stessa fiducia anche nei confronti di un nuovo debitore. A questo principio vi è però
un'eccezione: è il caso della successione universale a causa di morte, in cui il debito si
trasferisce automaticamente al successore con l'accettazione dell'eredità.
ESPROMISSIONE
L’espromissione avviene quando un terzo (ESPROMITTENTE) spontaneamente si
assume il debito altrui (ESPROMESSO) verso il creditore (ESPROMISSARIO)
Si ha l’espromissione liberatoria quando l’espromissario accetta la promessa
dell’espromittente, liberando l’espromesso (capita raramente nella realtà).
In genere, l’espromesso può accettare la promessa del terzo, senza liberare il creditore
principale. Si parla di espromissione cumulativa.
ESEMPIO: Francesco compra un computer impegnandosi di pagare la somma di 2000€. Il
padre di Francesco per sua spontanea volontà si reca dal venditore e paga la somma.
ACCOLLO
L’accollo è un accordo fra il debitore (ACCOLLATO) e un terzo (ACCOLLANTE), per cui
questi assume un debito altrui. Nell’accollo, il creditore resta un terzo.
ESEMPIO: mutui. Ho comprato casa e ho fatto un mutuo di vent’anni. Dopo dieci anni,
decido di vendere tale immobile e ovviamente vi è il mutuo in essere, quindi devo ancora
pagare 50.000€ di mutuo. La mia casa vale 200.000€, io la vendo per 150.000€ più
l’accollo del mutuo da parte dell’acquirente, quindi andrà avanti a pagare il mutuo.
Nella realtà, è una cosa da evitare perché io garantisco che un estraneo prometta di finire
di pagare il mutuo. Si potrebbe anche fare con una persona che si conosce, quindi con un
famigliare o un amico (anche se fidarsi è bene, non fidarsi è meglio).
Esistono, però, dei modi non satisfattori, cioè dei casi in cui l’obbligazione si estingue,
senza che il creditore sia stato soddisfatto del suo interesse.
ESEMPIO: la prescrizione. Io non chiedo il pagamento, passa il tempo previsto per la
legge e l’obbligazione si estingue per prescrizione, quindi io creditore non posso più
chiedere che la prestazione venga effettuata. Altri modi non satisfattori quelli lasciano
insoddisfatti l’interesse del creditore e sono la novazione, la remissione e l’impossibilità
sopravvenuta per causa non imputabile al debitore.
ADEMPIMENTO
L’adempimento si definisce come l’esatta esecuzione della prestazione dovuta, che
estingue contemporaneamente sia l’obbligo del debitore, sia il diritto del creditore.
Inoltre, è la forma più comune si soddisfazione dell’obbligazione.
Per legge, l’adempimento deve avere diversi requisiti che riguardano l’autore, il
destinatario, il modo, l’oggetto, il luogo e il tempo.
Anche quando il termine è stabilito a favore del debitore, il creditore può esigere
immediatamente la prestazione, se e solo se il debitore è divenuto insolvente o ha
diminuito le garanzie o non ha dato le garanzie che aveva promesso.