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IL RAPPORTO OBBLIGATORIO (pagina 275)

Il codice civile ancora oggi non ci dà una definizione di obbligazione e, pertanto, facciamo
riferimento al diritto romano per definire il rapporto obbligatorio: “Obligatio est iuris
vinculum”, ossia l’obbligazione è un vincolo giuridico, in forza del quale un debitore è
obbligato a tenere un certo comportamento per soddisfare l’interesse del creditore.

Nel rapporto obbligatorio si evidenzia una parte attiva, che ha un vantaggio e fa valere un
diritto, e una parte passiva, che deve compiere una determinata attività, poiché la parte
attiva possa soddisfarsi.
Esempio: se Andrea mi deve 1000€ io sono la parte attiva perché faccio valere il mio
diritto. Inoltre, sono il creditore di Andrea, ma io non posso soddisfare il mio diritto se
Andrea non collabora con me e non mi consegna i 1000€.

Quindi, nel rapporto obbligatorio devono esistere almeno due parti, rappresentate dal
debito e dal credito.
Il debito è la posizione giuridica passiva del rapporto obbligatorio e il suo contenuto è il
dovere di adempire a una determinata prestazione.
Il credito, invece, è il diritto all’adempimento, quindi la pretesa a ottenere una data
prestazione.
Infine, il rapporto obbligatorio ha natura personale o relativa poiché impone uno specifico
dovere verso un preciso soggetto.
ELEMENTI DEL RAPPORTO OBBLIGATORIO (da pagina 276 a 278)
Gli elementi del rapporto obbligatorio sono i soggetti, l’oggetto e il vincolo giuridico.

SOGGETTI
I soggetti nel rapporto obbligatorio sono il creditore (soggetto attivo) e il debitore (soggetto
passivo).

Vi sono poi due principi fondamentali:


 Principio della determinatezza dei soggetti , per il quale i soggetti devono essere
determinati o determinabili.
 Principio della dualità dei soggetti , per il quale il rapporto obbligatorio deve
necessariamente intercorrere tra due distinti titolari con interessi contrapposti.
Infatti, quando per caso creditore e debitore si riuniscono nella stessa persona, vi si
verifica l’estinzione del rapporto obbligatorio.

Però è possibile che nell’obbligazione non si sa chi sia uno dei due soggetti; l’importante è
che questo soggetto si manifesti entro il momento in cui si deve fare la prestazione.
ESEMPIO: prometto una ricompensa di 500€ a chiunque mi riporti il mio cane, smarrito lo
scorso venerdì. La parte passiva, cioè quella che deve dare 500€, si sa già chi è, invece la
parte attiva in quel momento non è determinata, ma nel momento in cui qualcuno mi
porterà il cane e, cioè nel momento in cui dovrò eseguire la prestazione, sarà determinata
ed io saprò chi è in quel momento.

Inoltre, il concetto di “parte” va tenuto distinto da quello di persona e soggetto, poiché la


parte è un centro di imputazione di diritti e obblighi, che può coincidere con una o più
persone fisiche.

È bene fare questa distinzione poiché talvolta i soggetti possono essere più di due, quindi
avremo più creditori e un debitore, oppure più debitori e un creditore o più creditori e più
debitori.
ESEMPIO:
- se Marco e Michele decidono di vendere un bene comune, diventano creditori verso
il compratore per il pagamento del prezzo
- se Anna e Beatrice comprano insieme un bene diventano debitrici verso il venditore
per il pagamento del prezzo.

OGGETTO
L’oggetto dell’obbligazione è la prestazione, cioè il comportamento cui è tenuto la parte
passiva, per far conseguire un’utilità alla parte attiva.

È bene non confondere la prestazione, con il bene dedotto nel rapporto, cioè l’oggetto
della prestazione stessa.
ESEMPIO: se io dessi in locazione a Mario la mia casa, l’oggetto dell’obbligazione
sarebbe il mio comportamento, quindi dovrei lasciar godere la casa a Mario; mentre,
l’oggetto della prestazione è la casa.

Il comportamento può essere di contenuto positivo, quindi consistente in un dare


(ESEMPIO: dare una somma di denaro) o in un fare (ESEMPIO: prestare un libro).
Oppure, il comportamento può essere di contenuto negativo, consistente in un non fare.
ESEMPIO: non costruire la casa oltre a una certa altezza, in modo che il mio vicino di
casa goda della magnifica vista panoramica.

L’articolo 1174 c.c. dice che la prestazione deve avere contenuto patrimoniale, cioè deve
essere suscettibile di valutazione economica.
Il carattere della patrimonialità è proprio quello che distingue l’obbligazione da altri
obblighi, come l’obbligo della fedeltà coniugale.

La prestazione deve essere:

Possibile, poiché vige il seguente principio: “Ad impossibilia nemo tenetur”, cioè
che nessuno può essere obbligato a cose impossibili. L’impossibilità può essere
materiale (ESEMPIO: come vendere una cosa che non esiste) oppure giuridica
(ESEMPIO: vendere un bene demaniale, cioè un bene che appartiene allo Stato o a
enti pubblici, come per esempio vendere la Fontana di Trevi o un fiume).
Poiché la prestazione non abbia valore, l’impossibilità deve essere assoluta. Essa
non può essere parziale perché non estingue l’obbligazione per intero.
Lecita, cioè non deve essere contraria a norme imperative (sono quelle che non
possono essere derogate dalla volontà delle parti), all’ordine giuridico (è l’insieme
dei principi fondamentali e inderogabili) e al buon costume (rappresenta l’insieme
dei principi morali).
ESEMPIO: di obbligazione illecita contraria a norme imperative è il commercio di
stupefacenti.
La prestazione deve essere fin dall’inizio determinata o determinabile, quindi è
necessario, fin dal momento in cui l’obbligazione sorge, che esistano gli elementi
indispensabili per determinare la prestazione quando e come dovrà essere
eseguita.
Le parti possono scegliere di affidare la determinazione della prestazione a un
terzo, detto “arbitratore”.

L’articolo 1774 c.c. dice, inoltre, che la prestazione deve corrispondere a un interesse,
anche non patrimoniale, al creditore. Tale interesse può essere scientifico, affettivo,
culturale, ideale… purché socialmente apprezzabile (ESEMPIO: assistere a uno
spettacolo).

A seconda dell’oggetto, invece, distinguiamo in:


- Obbligazioni di risultato, quando l’oggetto dell’obbligazione è costituito dal risultato
della stessa. ESEMPIO: l’obbligazione dell’appaltatore che si impegna a costruirmi
la casa
- Obbligazioni di mezzi, quando l’oggetto dell’obbligazione è un comportamento
diligente, cioè gli sforzi idonei a realizzare un determinato risultato. ESEMPIO:
l’obbligazione del medico che pur curandomi non mi assicura la guarigione.

VINCOLO GIURIDICO
Il vincolo giuridico è l’elemento in base al quale il debitore è costretto all’adempimento
dell’obbligazione. Nel caso in cui la parte passiva non adempisse, sorge a suo carico la
responsabilità di non aver adempito all’obbligazione.
ESEMPIO: Se Claudia deve ad Alice una somma di denaro e non adempie
spontaneamente, Alice, che è la creditrice, può conseguire tale somma, chiedendo al
giudice la vendita forzata di uno o più dei beni di proprietà di Claudia.
FONTI DEL DIRITTO DELL’OBBLIGAZIONE (pagina 279 e 280)

I fatti giuridici idonei a far sorgere le obbligazioni si dicono fonti delle obbligazioni.
Secondo l’art 1173 c.c., le obbligazioni derivano da contratto, da fatto illecito o da ogni
altro fatto o atto idoneo a produrle in conformità dell’ordinamento giuridico.
Sono tali:

CONTRATTO
L’art. 1321 definisce il contratto come l’accordo di due o più parti per costituire, regolare o
estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale.

FATTO ILLECITO
L’art. 2043 dice che chiunque compia commesso un atto doloso o colposo che cagioni ad
altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno (solo se
il danno è illecito).
La differenza tra atto doloso e colposo è che, l’atto doloso è voluto volontariamente
dall’uomo, invece colposo quando vi è un’imperizia, cioè quando un soggetto non è stato
in grado di evitare tale danno e non voleva.
Doloso= premeditato
Colposo= preterintenzionale (ESEMPIO: io volevo dare una sberla a Giacomo e lui è
inciampato è caduto e si è rotta la gamba)

Se il mio comportamento è lecito, anche se io ho prodotto un danno a qualcun altro non


sono tenuta a nessun risarcimento
Esempio: chiedo di elevare la mia casa di un piano, i miei vicini che vedevano la Roncola,
ora non vedono più nulla. A loro ho prodotto un danno, ma se la legge mi lasciva a fare
tutto io non sono tenuta a risarcire nessun danno.

PROMESSA UNILATERALE
La promessa unilaterale consiste in una dichiarazione con cui il promittente si obbliga a
effettuare una determinata prestazione a favore del promissario, a prescindere dalla
volontà di quest’ultimo. Le promesse sono figure tipiche, cioè producono effetti obbligatori
solo nei casi previsti dalla legge. Si distinguono due fattispecie:
PROMESSA DI PAGAMENTO è una dichiarazione in cui una persona promette di versare
una somma ad un’altra persona (ESEMPIO: Giacomo promette di versarmi 10.000€; la
promessa lo vincola, quindi se lui ha promesso, anche se non vi è la prova, lui è obbligato
a darmeli)
PROMESSA AL PUBBLICO è una dichiarazione con cui un soggetto promette una
prestazione a favore di chi si trovi in una determinata situazione o compia una determinata
azione (ESEMPIO: prometto 500€ a chi trova il mio cane)

GESTIONE DI AFFARI ALTRUI


Normalmente, intromettersi negli affari altrui costituisce un fatto illecito. Può accadere che
l’intervento in questione sia vantaggioso per l’interessato.
Si ha la gestione di affari altrui quando un soggetto (detto gestore) svolge un’attività
patrimoniale nell’altrui interesse, spontaneamente (senza aver ricevuto l’incarico) e
scientemente (con la coscienza di agire per altri).

Le obbligazioni che sorgono al gestore sono:


Agire usando la diligenza del buon padre di famiglia
Continuare la gestione e portarla a termine
Le obbligazioni che sorgono per l’interessato sono:
Adempire alle obbligazioni che il gestore ha fatto in nome e per conto di lui
Indennizzare il gestore per le obbligazioni assunte a suo nome
Rimborsalo delle spese necessarie.
In genere, le obbligazioni a carico dell’interessato sorgono quando la gestione è utilmente
iniziata e se gli atti di gestione non siano stati eseguiti contro il divieto dell’interessato.

ESEMPIO: sono a casa ad agosto, il mio vicino di casa, come tutti gli anni, è andato a
passare le vacanze a Miami e so per certo che nel suo appartamento non c’è nessuno.
Avviene un temporale e il suo tetto si scoperchia; poiché è prevista pioggia nei giorni
successivi, io per evitare a lui un danno, non riuscendo a contattarlo, contatto io qualcuno
che metta un telone per coprire il suo tetto.
Questa situazione fa nascere un’obbligazione per entrambe le parti: il mio vicino
(=interessato) è obbligato a pagarmi la copertura.

PAGAMENTO DELL’INDEBITO
Si ha il pagamento dell’indebito quando un soggetto, credendosi debitore, esegue un
pagamento non dovuto.
La legge pone a carico di chi ha ricevuto un pagamento non dovuto l’obbligazione di
restituire quanto gli è stato pagato con i frutti e gli interessi. Di conseguenza, riconosce in
colui che ha pagato, il diritto alla ripetizione, cioè a pretendere la restituzione di tale
somma.
Si distinguono:
 Indebito oggettivo; quando una persona, credendosi debitore, esegue un
pagamento, mentre non esiste alcuna obbligazione.
 Indebito soggettivo; quando una persona, credendosi debitore in base a un errore
scusabile, esegue il pagamento di un debito altrui.
Se l’errore non è scusabile, il pagamento del debito altrui è valido, quindi non può
pretenderne dal creditore la restituzione.

ARRICCHIMENTO SENZA CAUSA


Si ha arricchimento senza causa, quando il patrimonio di una persona accresce a danno di
un’altra, senza che sussista una causa che giustifichi lo spostamento patrimoniale.
L’arricchimento senza causa è regolato all’art. 2041 c.c. e dice che chi si arricchisce senza
causa, è tenuto a indennizzare il danneggiato.
CLASSIFICAZIONE DELLE OBBLIGAZIONI (pagine da 288 a 293)
Le obbligazioni si classificano in base agli elementi che le costituiscono: soggetti,
prestazione e vincolo giuridico.

o Rispetto ai soggetti
Le obbligazioni possono essere semplici o multiple.
Sono semplici le obbligazioni nelle quali vi è solo debitore e un creditore.
Sono multiple quelle nelle quali vi sono più debitori e un creditore, più creditori e un
debitore e quando vi sono più creditori e più debitori.
A loro volta, le obbligazioni multiple si distinguono in obbligazioni parziarie e solidali.

Le obbligazioni multiple parziarie sono obbligazioni con più soggetti. Se vi sono più
creditori ognuno di essi ha il diritto di esigere dal debitore soltanto la sua parte.
Se, invece, vi sono più debitori ognuno è obbligato solo per la sua parte ed è perciò tenuto
ad estinguere soltanto una parte della prestazione.
ESEMPIO: Se Andrea e Umberto hanno un credito di 1000€ nei confronti di Diego,
ciascuno può chiedergli solo 500€.
Se Sofia e Francesca devono 1000€ a Sara, quest’ultima può chiedere solamente 500€ a
testa.

Le obbligazioni multiple solidali, invece, sono obbligazioni con pluralità di soggetti in forza
delle quali ogni creditore ha diritto di pretendere la prestazione per l’intero, ovvero ogni
debitore ha l’obbligo di eseguire la prestazione per l’intero.

I presupposti delle obbligazioni solidali sono:


- Pluralità dei soggetti della medesima parte , quindi bisogna avere più creditori e più
debitori;
- Unicità della prestazione, quindi l’identità della cosa dovuta;
- Identità della fonte, nel senso che la pluralità di vincoli obbligatori deriva dal
medesimo fatto giuridico e ha uguale causa e uguale contenuto.

La fonte della solidarietà passiva è la legge. L’art. 1294 c.c. dice che i condebitori si
presumono solidali rispetto al creditore se non risulta diversamente. A questo principio,
però, vi è un’eccezione: se al debitore defunto succedono più persone, ciascuna delle
quali è obbligata, in proporzione alla propria quota ereditaria. La funzione della solidarietà
passiva è la garanzia di pagamento del debitore; infatti è la forma più efficacie di garanzia
personale.
ESEMPIO: Antonio acquista un’automobile dal concessionario per 20.000€, quindi Antonio
è debitore del concessionario per 20.000€. Da li a poco, Antonio muore. I suoi due unici
eredi sono i figli Michele e Francesco, i quali dovranno al concessionario 10.000€ a testa.

Nel caso di obbligazione solidale attiva, l’adempimento di un solo debitore libera anche gli
altri verso il creditore. Successivamente, il debitore che ha adempito all’obbligo eserciterà
un’azione di regresso contro gli altri debitori. La ratio è facilitare l’estinzione del debito.
ESEMPIO: Niccolò, Lorenzo e Mattia sono debitori di 1200€ nei confronti di Simone. Il
creditore (quindi Simone) può rivolgersi solamente a Niccolò e pretendere i 1200€. A sua
volta Niccolò eserciterà un’azione di regresso contro Lorenzo e Mattia, per ottenere da
ciascuno i 400€.
Le fonti della solidarietà attiva sono la volontà delle parti o la legge. La solidarietà attiva
deve essere stabilita e non si presume. Il debitore ha la scelta di pagare all’uno o all’altro
dei creditori in solido, ma tale possibilità di scelta dura fino al momento in cui uno dei
creditori prevenga gli altri proponendo una domanda giudiziale. La funzione della
solidarietà attiva è quella di agevolare l’esercizio del diritto di credito, in quanto ciascun
creditore può ottenere l’intero dal debitore.
Nel caso di obbligazione solidale attiva, l’adempimento ricevuto da un solo creditore libera
il debitore anche verso tutti gli altri, ma questi hanno diritto di ottenere dal creditore che ha
riscosso, la quota di partecipazione a ciascuno spettante.
ESEMPIO: Beatrice, Sara e Alessia hanno depositato in banca la somma di 1500€ che la
madre aveva donato loro in parti uguali. Succede che Alessia si reca in banca e preleva
l’intera somma, quindi tutti i 1500€. La banca non deve nulla a Beatrice e a Sara, le quali
dovranno rivolgersi ad Alessia per ottenere la quota di 500€ che spetta loro.

La solidarietà ha valore solo nei rapporti esterni. Nei rapporti interni fra creditori o debitori
solidali, l’obbligazione in solido si ripartisce tra i diversi creditori o i diversi debitori. Infine,
le parti di ognuno si presumono uguali, se non risulta diversamente.

o Rispetto alla prestazione


Le obbligazioni rispetto alla prestazione si distinguono in positive e negative, divisibili e
indivisibili, cumulative, alternative e facoltative, specifiche e generiche.

OBBLIGAZIONI POSITIVE più complesse, come il contratto di


sono quelli aventi per oggetto un appalto).
comportamento attivo da parte del
debitore. Esse consistono in un dare (se OBBLIGAZIONI NEGATIVE
comportano la consegna di una cosa) sono quelle aventi per oggetto un
oppure in un fare (se hanno per oggetto comportamento negativo da parte del
un’attività in senso proprio del debitore, debitore. Esse consistono in un non fare
come un servizio) o in un dare e in un (ESEMPIO: non fare concorrenza) o in un
fare (come in alcune figure contrattuali sopportare.

La distinzione tra obbligazioni divisibili e indivisibili riguarda la natura dell’oggetto del


rapporto obbligatorio.

OBBLIGAZIONE INDIVISIBILE deve servire per costruire una


Quando la prestazione ha per oggetto costruzione)
una cosa che non è suscettibile di
divisione per sua natura, ad esempio un OBBLIGAZIONE DIVISIBILE
cavallo. Pertanto, l’indivisibilità può Quando la prestazione ha per oggetto
essere oggettiva, cioè quando l’oggetto una cosa che è suscettibile di divisione,
della prestazione non può essere diviso ad esempio una somma di denaro. In
senza fargli perdere il suo valore presenza di una pluralità di creditori o
(ESEMPIO: quadro o un animale vivo). È debitori, se l’obbligazione non è solidale, i
soggettiva quando le parti hanno creditori possono ricevere solo la loro
considerato indivisibile una prestazione parte e, quindi, ciascun debitore è tenuto
che per sua natura divisibile, per la a pagare solo la sua parte.
funzione che essa è destinata a
realizzare (ESEMPIO: un terreno che
Sempre rispetto alla prestazione, le obbligazioni si distinguono in:
 Obbligazioni semplici sono quelle che hanno per oggetto una sola prestazione
 Obbligazioni multiple, invece, sono quelle che hanno per oggetto due o più
prestazioni.

Sempre concernente l'oggetto della prestazione, distinguiamo in:


OBBLIGAZIONI SPECIFICHE OBBLIGAZIONI GENERICHE
sono quelle aventi per oggetto della sono, invece, quelle che hanno come
prestazione un bene specifico oggetto della prestazione una cosa
(ESEMPIO: intendo acquistare il cavallo generica (ESEMPIO: intendo acquistare
Ribot) un qualsiasi dei cavalli di quella
scuderia).
L'importanza di questa distinzione si manifesta nel caso in cui l'oggetto della prestazione
perisce per causa non imputabile al debitore. Se l'obbligazione è specifica si estingue per
impossibilità e il debitore è liberato; se invece, l'obbligazione è generica, la prestazione è
sempre dovuta poiché vale la regola per cui “Genus numquam perit” (cioè il genere non
perisce mai). Ciò equivale a dire che non si può avere estinzione delle obbligazioni
generiche per impossibilità sopravvenuta. Il genere per eccellenza è ovviamente il denaro.

OBBLIGAZIONI PECUNIARIE sono quelle che hanno per oggetto la moneta.


ESEMPIO: l’obbligazione del compratore di pagare il prezzo.
I debiti pecuniari si estinguono con la valuta avente corso legale nel luogo e nel momento
in cui deve essere eseguita l’obbligazione.
ESEMPIO: se scadesse oggi un’obbligazione pecuniaria in Italia, dovrebbe essere
eseguita in euro.
Le obbligazioni pecuniarie si estinguono versando la somma prevista nel momento in cui
l’obbligazione è sorta ed è ciò che viene sancito dal principio nominalistico.
Per porre rimedio all’inflazione (cioè l’aumento del costo della vita), le parti possono
prevedere all’interno dell’accordo in cui è nata l’obbligazione o un tasso di interesse o una
clausola che agganci il valore della prestazione al prezzo dell’oro (clausola oro) o al valore
di altre monete (come il dollaro o lo yen giapponese). Tali obbligazioni vengono definite
obbligazioni indennizzate.

Il costo del denaro è rappresentato dagli interessi, cioè quella somma accessoria di
denaro che il debitore deve, oltre a quella principale, a chi gli ha prestato il capitale. Tali
interessi vengono chiamati corrispettivi. Non devono essere confusi con gli interessi
moratori, che sono dovuti come risarcimento del danno per il ritardato pagamento. Se il
tasso di interesse è stabilito dalla volontà delle parti, si parla di interessi legali; se, invece,
il saggio di interesse è stabilito dalle parti, si parlerà di interessi convenzionali.

Giuridicamente l’anatocismo è la produzione di interessi da parte degli interessi. In Italia


esso è vietato per legge.
ESEMPIO: se io ti devo 100€ entro il 31 marzo gli interessi che verranno calcolati su un
mio eventuale ritardo, saranno sui 100€.
o Rispetto al vincolo giuridico
Distinguiamo:
Le obbligazioni civili sono quelle munite di azione, quindi il creditore può farle valere
davanti al giudice per ottenere l’adempimento o il risarcimento del danno. Quando un
soggetto si rivolge ad un giudice per far valere un suo diritto si dice che tale diritto è
munito di azione.

Le obbligazioni naturali sono sprovviste di azione, ma se pagate non si può più


richiedere la ripetizione (cioè chiesta indietro). Il debitore, quindi, ha l’obbligo morale e
sociale, ma non l’obbligo giuridico. I caratteri delle obbligazioni naturali sono l’irripetibilità,
cioè l’impossibilità di farsi restituire ciò che si è spontaneamente adempito e l’incoercibilità,
nel senso che nessuno può essere costretto a eseguire l’obbligo.
ESEMPIO: scommesse oppure il pagamento dei debiti prescritti. Come abbiamo già
studiato, la prescrizione è la perdita di un diritto soggettivo a causa del non uso per un
periodo di tempo determinato dalla legge. Ad esempio, se vado dallo psicologo, mi fa una
fattura di 300€ e io non pago la suddetta fattura entro i sei mesi, che è il tempo di
prescrizione. Lo psicologo non mi chiede il pagamento, quindi non ha più il diritto di azione
per far valere la fattura. Se invece, io spontaneamente mi recassi dallo psicologo e gli
pagassi per intero la fattura, la conseguenza sarebbe che io non potrei più chiedere
indietro quello che ho pagato. Anche le scommesse non vengono ritenute meritevoli di
tutela.
MODIFICAZIONI SOGGETTIVE DEL RAPPORTO OBBLIGATORIO
All’interno del rapporto obbligatorio, può succedere che cambi la persona del creditore e
del debitore.
Il passaggio di un rapporto in capo ad un altro soggetto è detto successione nel rapporto.
Questo fenomeno può avvenire:
- Nel lato attivo se cambia il soggetto attivo, quindi il creditore (cessione del credito e
surrogazione)
- Nel lato passivo se cambia il soggetto passivo, quindi il debitore (delegazione,
espromissione e accollo).

La possibilità di operare una successione nel debito si è affermata molto tardi, essendo un
rapporto obbligatorio strettamente connesso alla persona del debitore, quindi alla sua
correttezza, alle sue qualità personali e al suo patrimonio. Proprio per questo motivo, la
successione nel debito si realizza solo con l'assenso del creditore, il quale deve godere
della stessa fiducia anche nei confronti di un nuovo debitore. A questo principio vi è però
un'eccezione: è il caso della successione universale a causa di morte, in cui il debito si
trasferisce automaticamente al successore con l'accettazione dell'eredità.

MODIFICAZIONI NEL LATO ATTIVO


CESSIONE DEL CREDITO
La cessione del credito è l’accordo con cui il creditore (cedente) trasferisce il suo credito a
un’altra persona (cessionario).
Vengono esclusi dalla cedibilità:
- Crediti strettamente personali, come i crediti alimentari;
- I crediti il cui trasferimento è vietato per legge;
- I crediti la cui cessione è esclusa dalle stesse parti.

La cessione si verifica indipendentemente dalla volontà del debitore, poiché a quest’ultimo


gli è indifferente se effettuare la prestazione a un soggetto o ad un altro. È importante che
il debitore sappia nei confronti di chi deve eseguire la sua prestazione, quindi la cessione
del credito va notificata (ESEMPIO: Guarda che i 1000€ vanno a Luca, piuttosto che a
me). L’efficacia della cessione del creditore nei confronti del debitore avviene solo con la
notifica della cessione. (ESEMPIO: Se il debitore ha eseguito la prestazione nei miei
confronti prima che io abbia ceduto il mio credito a Federico, il debitore ha fatto bene.
ESEMPIO: al contrario, se io prima ho ceduto il mio credito a Federico, il debitore deve
eseguire la prestazione a Federico e non più a me).

La cessione è a titolo oneroso quando io sostituisco a me l’altro soggetto come titolare


del credito, ma in cambio voglio una somma di denaro. In genere, questa somma di
denaro è inferiore all’ammontare del credito stesso. Il cedente dovrà dare delle garanzie
maggiori perché il cessionario ha pagato per ottenere il diritto di credito. Se si cede il
credito “pro soluto”, significa che il cedente è tenuto a garantire solo l’esistenza del credito,
mentre se si cede il credito a “pro solvendo”, significa che il cedente è liberato solo quando
il cessionario riscuote il credito.
La cessione è a titolo gratuito quando io sostituisco a me l’altro soggetto come titolare
del credito, senza voler nulla in cambio. In questo caso, la garanzia è molto inferiore, quasi
inesistente. Ciò è giustificato dalla gratuità della cessione. L’unica cosa che devo garantire
è la garanzia per evizione, cioè dimostrare che si è il vero creditore.
Nella pratica degli affari, la cessione del credito è molto diffusa. Nell’ambito delle imprese
è frequente che avvenga una cessione dei crediti di massa ad una società di recupero
crediti, mediante contratto di factoring.
SURROGAZIONE
Esistono più tipologie di surrogazione:
 Surrogazione per volontà del creditore. Quando il creditore riceve il pagamento
da un terzo può surrogare quest’ultimo nei propri diritti. Con la surrogazione, il terzo
può recuperare più facilmente quanto pagato perché può avvalersi degli stessi diritti
del precedente creditore.
ESEMPIO: Federico mi deve 1000€ ma non me li restituisce. Suo fratello Antonio,
sapendo che Federico non riesce ad estinguere la prestazione, mi paga i 1000€. In
tal caso, io posso surrogare Antonio e quest’ultimo diventa creditore di Federico.
 Surrogazione per volontà del debitore. Il debitore, che prende in prestito una
somma di denaro al fine di estinguere un debito, può surrogare il mutuante nei diritti
del creditore, anche senza il consenso di quest’ultimo.
ESEMPIO: Federico mi deve 1000€, ma non può pagare tale somma. Allora chiede
a un suo amico di prestargli i 1000€, quindi Federico surroga il suo amico che gli ha
prestato il denaro nella mia situazione. Il suo amico è surrogato nella mia posizione.
 Surrogazione legale. La legge stessa prevede che in alcuni casi qualora vi sia un
soggetto che paga i debiti altrui, viene surrogato nella stessa condizione del
creditore a cui è stato pagato il credito.
ESEMPIO:

MODIFICAZIONE NEL LATO PASSIVO


DELEGAZIONE
La delegazione è un accordo con il quale il debitore (DELEGANTE) assegna al creditore
(DELEGATARIO) un nuovo debitore (DELEGATO), il quale si obbliga verso il creditore
stessoDELEGAZIONE DI DEBITO
La DELEGAZIONE DI PAGAMENTO ricorre quando il delegante incarica il delegato di
eseguire il pagamento al creditore e non di assumersi il debito.
ESEMPIO: Federico è debitore di Antonio per 1000€ e (Federico) è creditore di Andrea
per la stessa cifra. Federico, anziché farsi pagare da Andrea e poi pagare a sua volta
Antonio, delega Andrea a pagare Antonio.
DelegatarioAntonio; DeleganteFederico; DelegatoAndrea.
Importante ricordare che fra delegatario e delegante vi è un rapporto di valuta, mentre fra il
delegante e il delegato vi è un rapporto di provvista.

Il delegatario (creditore) può:


- Accettare l’obbligazione del delegato e liberare il delegante (delegazione
liberatoria); è meno frequente nella realtà.
- Accettare l’obbligazione del delegato, senza liberare il delegante (delegazione
cumulativa) perché se lo fa uno o lo fa l’altro è indifferente per il delegatario, ma
qualora il delegato non adempisse, il delegatario può sempre chiedere che venga
eseguita la prestazione dal delegante.

ESPROMISSIONE
L’espromissione avviene quando un terzo (ESPROMITTENTE) spontaneamente si
assume il debito altrui (ESPROMESSO) verso il creditore (ESPROMISSARIO)
Si ha l’espromissione liberatoria quando l’espromissario accetta la promessa
dell’espromittente, liberando l’espromesso (capita raramente nella realtà).
In genere, l’espromesso può accettare la promessa del terzo, senza liberare il creditore
principale. Si parla di espromissione cumulativa.
ESEMPIO: Francesco compra un computer impegnandosi di pagare la somma di 2000€. Il
padre di Francesco per sua spontanea volontà si reca dal venditore e paga la somma.

L’espromesso può rifiutare l’espromissione?


ESEMPIO: ho litigato con mio padre e mi sono messo in proprio. Sono sommerso dai
debiti e mio padre vuole aiutarmi, saldandomeli. Io, però, sono ostinato e non voglio che
me li paghi.
L’espromesso non può rifiutare l’espromissione perché va a svantaggio dei suoi creditori.

ACCOLLO
L’accollo è un accordo fra il debitore (ACCOLLATO) e un terzo (ACCOLLANTE), per cui
questi assume un debito altrui. Nell’accollo, il creditore resta un terzo.
ESEMPIO: mutui. Ho comprato casa e ho fatto un mutuo di vent’anni. Dopo dieci anni,
decido di vendere tale immobile e ovviamente vi è il mutuo in essere, quindi devo ancora
pagare 50.000€ di mutuo. La mia casa vale 200.000€, io la vendo per 150.000€ più
l’accollo del mutuo da parte dell’acquirente, quindi andrà avanti a pagare il mutuo.

Nella realtà, è una cosa da evitare perché io garantisco che un estraneo prometta di finire
di pagare il mutuo. Si potrebbe anche fare con una persona che si conosce, quindi con un
famigliare o un amico (anche se fidarsi è bene, non fidarsi è meglio).

Distinguiamo due tipologie di accollo:


- Accollo interno; quando il rapporto esiste solo fra accollato e accollante e questo
rapporto non viene portato a conoscenza del creditore
- Accollo esterno; si verifica quando il creditore viene portato a conoscenza
dell’esistenza di quell’accollo (es mutuo bancario).

Solo nel caso in cui l’accollo è esterno vi è la distinzione in:


- Accollo cumulativo, quando l’accollatario non libera l’accollante e quindi per il
creditore stesso non è mai un danno perché nel caso in cui uno adempisse, il
creditore si rivolge all’altro.
- Accollo liberatorio, quando l’accollatario libera l’accollato.
ESTINZIONE DELLE OBBLIGAZIONI (pagine da 314 a 320)
Quando si parla di estinzione delle obbligazioni, facciamo riferimento ai modi con cui
l’obbligazione cessa di avere efficacia, cioè non ha più valore.
Pertanto, distinguiamo in modi satisfattori e non satisfattori.
Con il modo di estinzione satisfattorio, il creditore ottiene la soddisfazione del proprio
credito, quindi il suo interesse viene salvaguardato.
ESEMPIO: sono creditrice di Gianluca per 100€ e Gianluca mi ridà i 100€. Altri modi
satisfattori sono l’adempimento, la dazione in pagamento, la confusione e la
compensazione.

Esistono, però, dei modi non satisfattori, cioè dei casi in cui l’obbligazione si estingue,
senza che il creditore sia stato soddisfatto del suo interesse.
ESEMPIO: la prescrizione. Io non chiedo il pagamento, passa il tempo previsto per la
legge e l’obbligazione si estingue per prescrizione, quindi io creditore non posso più
chiedere che la prestazione venga effettuata. Altri modi non satisfattori quelli lasciano
insoddisfatti l’interesse del creditore e sono la novazione, la remissione e l’impossibilità
sopravvenuta per causa non imputabile al debitore.

ADEMPIMENTO
L’adempimento si definisce come l’esatta esecuzione della prestazione dovuta, che
estingue contemporaneamente sia l’obbligo del debitore, sia il diritto del creditore.
Inoltre, è la forma più comune si soddisfazione dell’obbligazione.
Per legge, l’adempimento deve avere diversi requisiti che riguardano l’autore, il
destinatario, il modo, l’oggetto, il luogo e il tempo.

a) AUTORE. In genere, l’autore dell’adempimento è il debitore, anche se è possibile


che l’obbligazione venga eseguita da un terzo.
Se mi trovo di fronte a una prestazione fungibile, è chiaro che per il creditore è
indifferente che l’esecuzione della prestazione venga eseguita dal debitore stesso o
da un terzo. In tal caso, il creditore deve accettare che l’obbligazione venga
eseguita da un terzo soggetto; se, invece, la prestazione è infungibile, il debitore
deve eseguirla personalmente. È chiaro che il creditore sempre può opporsi
all’esecuzione da parte di un terzo di un’obbligazione infungibile.
ESEMPIO: ho stipulato un contratto per essere visitata dal primario e quando arrivo
trovo un tirocinante, è chiaro che non è la stessa cosa.

b) DESTINATARIO. Il destinatario del pagamento è il creditore o un suo


rappresentante, ossia colui che agisce in nome e per conto del creditore.
Ovviamente, il creditore deve essere capace di ricevere il pagamento. A volte
capita che vi sia il cosiddetto “creditore apparente”. ESEMPIO: devo dare 100€ alla
mia vicina di casa. Mi reco a casa sua, mi apre un uomo che presumo esser suo
marito e gli pago i 100€. Dopo di che, scopro che quell’uomo era l’idraulico, il quale
si è preso i soldi, senza darli alla mia vicina. Quindi, il pagamento fatto a chi non
era legittimato, libera il debitore solo se il creditore lo ratifica o ne ha tratto
vantaggio. Il debitore è anche liberato se esegue il pagamento in buona fede e
appare legittimo, anche se difficile viene da dimostrare.

c) MODO. Normalmente, il debitore deve utilizzare la diligenza del buon padre di


famiglia, cioè la diligenza dell’uomo medio. Se, invece, si tratta di una prestazione
professionale, la diligenza deve valutarsi più rigorosamente e con riguardo alla
natura dell’attività esercitata.
ESEMPIO: se io vado dal dentista perché mi tolga un dente, io non voglio che usi la
diligenza dell’uomo medio, bensì la diligenza del dentista.

d) OGGETTO. L’oggetto dell’adempimento è il creditore che ha diritto ad avere la


prestazione stabilita e non una diversa. Il creditore può rifiutare un adempimento
parziale, anche se la prestazione è parziale, a meno che la legge non lo vieti. Ne
deriva che il creditore può rifiutare una prestazione diversa da quella dovuta, anche
se di maggior valore. Quando il creditore accetta la prestazione, l’obbligazione si
estingue. In tal caso, si parla di dazione in pagamento o prestazione in luogo
dell’adempimento. ESEMPIO: Mario ha in locazione una salumeria di proprietà di
Antonio. Se quest’ultimo accetta, Mario anziché pagare il canone, può consegnagli
una certa quantità di merce.

e) LUOGO. Il luogo dell’adempimento è determinato dalla volontà delle parti e dagli


usi e da norme suppletive, dettate dall’art.1182.
 l’obbligazione di consegnare una cosa certa e determinata deve essere
adempiuta nel luogo in cui si trovava la cosa, quando l’obbligazione è sorta.
 l’obbligazione avente ad oggetto una somma di denaro deve essere
adempiuta al domicilio del creditore al tempo della scadenza.
 negli altri casi, l’obbligazione deve essere adempiuta al domicilio del debitore
al momento della scadenza.

f) TEMPO. Con riguardo al tempo dell’adempimento, la legge stabilisce che, in


mancanza di fissazione del termine, la prestazione può esigersi immediatamente.
Talvolta, il termine, in mancanza di accordo delle parti, è deciso dal giudice; ciò
varia dalla natura, dagli usi, dal luogo o dal modo della prestazione.
ESEMPIO: se dò l’incarico a un falegname di fabbricare un tavolo e non fissiamo un
termine per l’adempimento, io non posso pretendere l’esecuzione immediata della
prestazione perché è ovvio che occorre del tempo per realizzarlo.

Se è indicato un termine, normalmente si presume a favore del debitore, quindi il


creditore non può pretendere prima la prestazione, ma se il debitore vuole può
adempire prima della scadenza. Può essere convenuto un termine a favore del
creditore. In tal caso, il debitore non può adempire prima, ma il creditore può
esigere prima. ESEMPIO: il depositario non può restituire la cosa depositata prima
del termine stabilito o prima che il creditore la richieda.

Anche quando il termine è stabilito a favore del debitore, il creditore può esigere
immediatamente la prestazione, se e solo se il debitore è divenuto insolvente o ha
diminuito le garanzie o non ha dato le garanzie che aveva promesso.

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