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Federico Barbarossa: Scontro comune-Impero

Guelfi e Ghibellini

Nel 1125 alla morte di Enrico V, in Germania, si scatenò una lotta alla successione in cui emersero:

Guelfi: Coloro che sostenevano i duchi di Baviera;

Ghibellini: Coloro che sostenevano la casa di Svevia;

Alla fine ebbe la meglio Federico I; nel 1154 scende in Italia con il sogno di riconquistarla. Si fece
incoronare re d’Italia e poi convocò a Roncaglia una prima dieta con i rappresentanti dei Comuni. Tentò di
riaffermare i suoi poteri ma non ci riuscì.

Alla morte di Adriano IV, i cardinali, elessero Alessandro III e l’imperatore gli oppose un antipapa.

Nel 1158 Il Barbarossa scende ancora in Italia, con un esercito più grande, e nella 2° dieta stabilì che in ogni
città doveva esserci un governatore imperiale.

Nel 1167, a Pontida, si creò un’alleanza tra il papa Alessandro III e 22 città Italiane, prendendo il nome di
Lega Lombarda e giurando di combattere contro l’imperatore. Da cui i guelfi erano coloro che sostenevano
il papa mentre i ghibellini quelli a favore dell’imperatore.

Lo scontro decisivo fu a Legnano nel 1176 dove vinse la lega lombarda. Nel 1183 si firmò per la Pace di
Costanza dove venne concesso ai comuni di autogovernarsi ma comunque restando parte dell’impero.

La Politica di Federico II

Federico II voleva fare dell’impero la suprema autorità universale; divenne imperatore nel 1220.

Papa Gregorio IX lo scomunica nel 1227.

Nel 1129 fece un accordo con il sultano d’Egitto dove prometteva una pace decennale e in cambio doveva
restituire Gerusalemme. Rientrato in Italia sconfisse l’esercito pontificio e con la pace di San Germano
ottenne la revoca della scomunica.

Il documento più importante del suo regno fu la costituzione melfitane firmate nel 1231.

Egli promosse l’istruzione aprendo l’università di Napoli nel 1224. La capitale dello Stato era Palermo.

Gli scrittori della scuola siciliana adoperarono poi il volgare.

Istituì inoltre i “monopoli regi” e fondò nuove aziende agricole sottoposte a tributi.

Enrico VII, con l’appoggio dei comuni italiani si ribellò a Federico II, ma venne imprigionato nel 1235.

Nel 1237 sconfisse anche la Lega Lombarda a Cortenuova. Papa Innocenzo IV Convocò un concilio a Lione,
fece scomunicare l’imperatore e lo depose, indebolito Federico prese una sconfitta Parma e morì nel 1250.

Il papato di Innocenzo III

Il suo papato iniziò nel mezzo di una crisi del potere imperiale, guelfi e ghibellini nominarono imperatore
Ottone di Brunswick. Quando egli minacciò di invadere la Sicilia, il papa lo depose e incoronò Federico II di
Svevia. Il programma politico e religioso del papa sosteneva la superiorità del potere della chiesa su quello
imperiale. La lotta agli infedeli e agli eretici doveva essere l’obbiettivo principale. Fra le eresie più note vi
erano quelle dei Valdesi e dei Catari. Contro quest’ultimi vi fu crociata durata 2 anni. Contro gli infedeli
venne convocato il IV Concilio Lateranense nel 1215; di conseguenza Gregorio IX costituirà il tribunale
dell’inquisizione 1232 volto a mantenere l’unità della Chiesa. Nonostante ciò vennero approvati gli ordini
mendicanti: i più importanti furono i Domenicani e i Francescani.

I primi vennero fondati da Domenico di Guzman ed il compito principale era eliminare l’ignoranza che
secondo lui era la causa delle eresie. I Francescani furono fondati da Francesco d’Assisi che predicava
l’umiltà e il Vangelo come stile di vita.

La crisi delle istituzioni universali- l’impero

L’impero rimase senza guida per 23 anni fino a quando, nel 1273, venne eletto Rodolfo I: gli venne dato il
titolo di Re dei Romani, ciò implicava la sovranità sulla Germania e sull’Italia. Egli però era più interessato
agli affari di famiglia, gli Asburgo ed infatti conquistò l’Austria. Alla fine la lunga contesa tra papato e impero
si tramutò nelle crisi delle istituzioni universali.

Federico II lasciò un erede al trono, Corrado IV e affido la reggenza in Italia a Manfredi. Dopo la morte di
Corrado IV venne sostituito da Corradino. Manfredi poi per farsi incoronare re di Sicilia divulgò la falsa
morte di Corradino.

Manfredi, in toscana, si alleò con Farinata degli Uberti e sconfisse l’esercito fiorentino nella battaglia di
Montaperti nel 1260. Con l’ascesa di due nuovi pontefici terminò la fortuna di Manfredi. Il primo, Urbano
IV, lo scomunicò offendo la corona a Carlo d’Angiò. Clemente IV, perfezionò l’accordo. A quel punto Carlo
d’Angiò fu incoronato re di Sicilia e 2 mesi dopo sconfisse Manfredi nella battaglia di Benevento (1266).

I ghibellini sperarono in una rivincita quando Corradino scese in Italia rivendicando il titolo imperiale. Egli
però fu sconfitto nella battaglia di Tagliacozzo nel 1268.

Con questo nuovo imperatore la capitale divenne Napoli e si appoggiò ai Baroni affidando numerosi Feudi,
divenne forte anche la pressione fiscale. Per questo motivi molti nobili iniziarono a sostenere Pietro III
d’Aragona, alla fine nel 1282 esplose questa rivolta anti-francese, che prese il nome di Vespri Siciliani.

Questa battaglia termino nel 1302 con la pace di Caltabellotta che sancì inoltre la fine del regno normanno-
svevo.

LO SCONTRO TRA IL REGNO DI FRANCIA E IL PAPATO

Nel 1924 esplose un ennesimo conflitto tra Francia e Inghilterra, dove entrambi ricorsero a tasse
supplementari per finanziare l’armata, e i sovrani espansero le decime anche l clero. M aper Bonifacio VIII
l’estensione della decima al clero era un vero e proprio abuso. Il papa nella bolla Clericis Laicos minacciò di
scomunicare i laici che imponevano tasse agli ecclesiastici senza il consenso della chiesa di Roma.
L’inghilterra obbedì, mentre Filippo IV detto il Bello no, e fece arrestare il legato papale. Inoltre convocò gli
stati generali. Essi affermarono che il potere del re derivava da Dio. Lo scontro avviò una polemica
dottrinale sul rapporto tra lo Stato e la Chiesa: al diritto canonico, che ribadiva la superiorità del potere
spirituale. Tutta la Francia e alcuni del clero appoggiarono le decisioni del re. Bonifacio VIII, nel 1302,
promulgò la bolla Unam Sanctum che riaffermava la più rigida formulazione della teocrazia: si ribadiva la
superiorità del potere spirituale su quello temporale. L’opposizione francese alla bolla fu violenta: Filippo IV
con l’aiuto dei mercenari e della famiglia dei Colonna fece prigioniero il papa nella sua residenza di Agnani.

LA CATTIVITA’ AVIGNONESE

Dopo la morte di Bonifacio VIII e il breve periodo di Benedetto XI venne eletto Clemente V. Il pontefice mise
lasede papale ad Avignone. Iniziò così un periodo di lunga assenza del papato da Roma (1305-1377) che
venne definita cattività avignonese. Clemente V ratificò tutte le accuse mosse contro Bonifacio VIII del re di
Francia, assecondò le pretese del sovrano francese sopprimendo i templari. In quest epoca riformò il
sistema amministrativo della chiesa.

COLA DI RIENZO

Era un notaio che il 20 maggio del 1247 si pose alla guida di una rivolta contro i baroni. Raggiunse i suoi
obiettivi che riguardavano il riodrina del regno e ci riuscì, ma puntava più alto. Sognava il ritorno alla libertà
repubblicana. Questa politica suscitò l’opposizione del pontefice e delle grandi famigli dell’aristocrazia
romana. Isolato, scappò da Roma vestito da frate. Nel 1354 rientrò a Roma ma senza riuscire a conquistare
il consenso dei romani. L’8 ottobre scoppiò una rivolta e, tendando di scappare venne scoperto e
massacrato di botte.

LA MAGNA CHARTA LIBERTATUM

Il 15 Giugno 1215, dopo che i baroni del regno presentarono le loro petizioni il 27 Aprile. Re Giovanni
emanò la Magna Charta Libertatum. Questo documento constava in 63 articoli e rappresentava la promessa
di rispettare antiche libertà d’inghilterra.

LE MONARCHIE FEUDALI

Tra il X e il XII secolo lo stato attraversò una risiche causo la disgregazione di esso. I sovrani delegarono le
fondamentali funzioni dello Stato. Il particolarismo generò insicurezza, impedendo di organizzarsi per le
guerre e rovinando la vita economica. Questi problemi favorirono il rafforzamento del potere monarchico e
la rinascita dello Stato. Alla base delle monarchie feudali però c’era un contratto tra sovrano e sudditi che
comportava che il sovrano garantisse i privilegi di nobili, clero e cittadini e l’impossibilità di introdurre
innovazioni senza il consenso dei sudditi e la possibilità di deporre il sovrano che non rispettasse il
contratto.

SCONTRO TRA MONARCHIA FRANCESE E INGLESE

Nel 1154 la corona inglese passò a Enrico II Plantagento. Esso tentò di controllare anche la chiesa inglese
emanando le costituzioni di Clrendon. Questa causò una rivolta dei baroni che Enrico riuscì a reprimere. La
situazione era esplosiva perchè il re francese Filippo II augusto intendeva limitare le pretese dei grandi
feudatari. L aresa dei conti tra Filippo II e i plantageneti si realizzò nel 1214, nella battaglia di Bouvines. Il
regno inglese era passato a Riccardo Cuor Di Leone che lasciò il governo al fratello Giovanni Senzaterra.

LA CRISI DEMOGRAFICA

La popolazione europea dal mille al trecento raddoppiò. Poi iniziò una crisi demografica dovuta a delle
carestie che ebbero cadenza decennale, dalle guerre e dalla pesta. Tra il 1346 e il 1351 una pandemia di
peste uccise quasi un terzo della popolazione europea. La peste poteva essere bubbonica che provocava
bubboni; polmonare e setticemica che portava emorragie cutanee. Inoltre portava febbre forte. Oggi la
peste è portata da un bacillo che si sviluppa in ratti comuni. Gli uomini ritenevano che una cosa così
terribile non potesse che essere la manifestazione della collera divina. Gli ebrei, inoltre, furono accusati di
diffondere il contagio e migliaia morirono nei pogrom, stragi che avvennero in Svizzera, Francia e Germania.

L’ECONOMIA DELLA CRISI


La diminuzione della popolazione ebbe un grande impatto sull’economia. Accanto alla crisi c’era però una
restrutturazione dei settori economici. Il sistema agricolo delle aziende andò in crisi per vari motivi, e di
seguito emersero nuove colture e nuove forme di cnduzione agricola e si dedicarono a produzioni
specializzate. Oltre ciò impararono ad usare le recinzioni. Nel settore manifatturiero vi furono cali della
manodopera e più costosi e aumentò la domanda di beni di lusso. Enel commercio, quelli internazionali
aprirono nuovi valichi alpini e delle filiali locali commerciali.

LA SOCIETA’

Nel trecento i nobili approfittarono dei mutamenti dell agricolutra per arricchirsi e i borghesi erano in
ascesa, oltretutto aumentò anche la povertà. Vi furono anche rivolte sociali sia contadine che urbane. Nel
1358, in occasione delle rivolte, i contdini si sollevarono facendo stragi di nobili ma vennero subito fermati.
Anche in Inghilterra un aggravio fiscale fu il pretesto di una rivolta popolare. A Firenze invece i lavoratori di
lana (Ciompi) nel 1378 ottennero importanti conquiste politiche.

LA FORMAZIONE DELLO STATO MODERNO

Nei periodi di guerra il sovrano poteva decidere senza consultare il parlamento. La guerra venne sfruttata
dai re per accentrare il potere. L’ascesa del sovrano segnò la nascita dello Stato moderno e le sue
caratteristiche furono quattro, ovvero: l’accentramento del potere, la territorialità, la concezione
patrimoniale e l’organizzazione incentrata sulla corte. Per accentrare il potere il monarca si scontrò con i
ceti privilegiati e potè solitamente contare sul consenso dei ceti popolari e soprattutto dei borghesi. Il
sovrano governò dalla corte utilizzando due strumenti che gli consentivano concretamente di accentrare il
potere e di imporre la sua autorità: l’esercito e la burocrazia.

LA GUERRA DEI CENT’ANNI

Nel 1337 iniziò la guerra dei Cent’anni. Nella prima fase della guerra prevalsero gli inglesi mentre in quella
di Crecy e di Poitiers e con Carlo VI subirono la disfatta di Azincourt e gli inglesi si impadronirono di tutta la
Francia centro-settentrionale e fecero riconoscere Enrico V re d’inghilterra come erede di Carlo VI.
Nonostante ciò alla morte di Carlo VI, suo figlio Carlo VII rivendicò l’eredità al reno e organizzò la riscossa
con Giovanna D’Arco. La guerra dei cent’anni sancì in declino della cavalleria e l’affermazione delle armi da
getto come balestra e arco.

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