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CAPITOLO 5

FATTI E ATTI

Per fatto giuridico si intende qualsiasi fatto (inteso come qualsiasi avvenimento) o circostanza, umana o
naturale, prevista dalla fattispecie della norma. Al loro verificarsi la legge attribuisce effetto giuridici. AD
ESEMPIO il caso di morte per incidente stradale prevede due eventi: la morte in sé e la morte dovuta
all’incidente.

Si distinguono quindi:

- Fatti naturali o puri fatti, ovvero fatti che generano un evento non causato dall’agire umano e a cui
vengono attribuite valenze giuridiche.
- Fatti umani o atti giuridici: fatti generati dalla consapevolezza e volontarietà dell’agire umano.
Sono distinti in:
o Atti leciti: atti conformi al diritto che non violano i diritti altrui e sono riconosciuti e
salvaguardati dall'ordinamento giuridico
o atti illeciti: atti che violano la norma giuridica recando danno agli altri.

ATTI ILLECITI

Un'azione è giuridicamente lecita quando è in contrasto con una prescrizione normativa ovvero quando ad
un soggetto viene attribuito un comportamento vietato e perciò lede gli interessi protetti dalla norma
violata. Esistono diversi tipi di illecito:

- illecito penale: il soggetto ha un comportamento per cui compie un reato, ovvero lede una norma
di diritto penale. Vi è una sanzione a carico del soggetto che compie il reato, ovvero ci sarà una
pena a carico del soggetto. Questo illecito è soggetto al principio di legalità, secondo il quale,
nessuno può essere punito per un fatto che non sia espressamente preveduto come reato dalla
legge.
- Illecito amministrativo: il comportamento di un soggetto viola le norme poste a tutela degli
interessi generali protetti dalla Pubblica amministrazione.

In diritto privato si distingue tra:

- Atto illecito: atti che violano la norma giuridica recando danno agli altri. La norma giuridica
protegge interessi particolari.
- Illecito civile: consiste in un fatto doloso o colposo che causa un danno ingiusto ad altri. Per “danno
ingiusto”, si intende qualsiasi danno che provochi una lesione di un diritto o un interesse tutelato
dall’ordinamento giuridico.

Un illecito può verificarsi in due casi:


1. ART.2043 responsabilità extracontrattuale: Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un
danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno. Per effetto di questa disposizione
avremo un debitore e un creditore. Affinché nasca l’obbligazione di risarcimento del danno devono
ricorrere certi elementi, che sono costitutivi dell’atto illecito:

- Fatto/ dolo e colpa (fatto doloso o colposo): la condotta umana che produce il danno, la
conseguenza negativa della violazione della norma. Il danneggiante deve porre in essere una
condotta dolosa o colposa. Per dolo si intende la intenzionalità, o consapevolezza che le proprie
azioni possano generare dei danni. La colpa consiste invece nella mancanza di diligenza, prudenza,
perizia, oppure nell’inosservanza di norme di leggi, regolamenti, ordini e discipline che portano a
non essere volontariamente autore del reato il soggetto che lo compie.
- Danno ingiusto: è richiesto che tale danno risulti “ingiusto”. Il danno, quindi, deve essere causato
da una condotta anti-giuridica, che comporti violazione di un diritto soggettivo del danneggiato. Al
contempo la condotta lesiva non deve consistere nell’esercizio di un diritto riconosciuto
dall’ordinamento al danneggiante. La giurisprudenza ha da tempo adottato un’interpretazione
ampia del concetto di “danno ingiusto”, ritenendo tale non solo il pregiudizio arrecato ad un diritto
(assoluto o relativo), ma qualsiasi lesione ad un interesse tutelato dall’ordinamento giuridico.
Esempio dello studente bocciato all’esame  non è danno ingiusto perché la legge non tutela
l’interesse dello studente alla promozione. È vero che lo studente subisce un danno a causa del
docente, ma ha colpito una sfera della vita dello studente non colpita dalla legge.
*Se il pedone viene investito da un autista qua abbiamo un danno ingiusto perché la
legge\costituzione tutela il diritto alla salute.
*se il motociclista viene investito subisce un danno ingiusto complesso perché non solo viene leso il
diritto alla salute del motociclista ma anche il danno alla proprietà viene leso (proprietà della
moto).
*se io attraverso non sulle strisce pedonali io lo stesso subisco un danno ingiusto però potrebbe non
esserci il nesso causale.
Ci sono casi in cui il danno ingiusto non viene risarcito perché la legge giustifica il comportamento
di chi ha causato il danno  legittima difesa e stato di necessità.

o Legittima difesa: art.2044  Non è responsabile chi cagiona il danno per legittima difesa di
sé o di altri [52 c.p.]. (il danno però non è ingiusto).
Nei casi di cui all'articolo 52, commi secondo, terzo e quarto, del codice penale, la
responsabilità di chi ha compiuto il fatto è esclusa.
Nel caso di cui all'articolo 55, secondo comma, del codice penale, al danneggiato è dovuta
una indennità la cui misura è rimessa all'equo apprezzamento del giudice, tenuto altresì
conto della gravità, delle modalità realizzative e del contributo causale della condotta posta
in essere dal danneggiato.
Non è responsabile chi ha provocato danno ad un’altra persona se costretto dalla necessità
di salvare un diritto proprio o altrui dal pericolo attuale di un’offesa ingiusta sempre che la
difesa sia proporzionata all’offesa. Mai come in questo caso ogni singola parola va pesata.
La legittima difesa si può invocare se si tratta di difesa per salvare diritto proprio o altrui:
quindi si vuole difendere la persona ossia la sua integrità fisica, propria o altrui, contro
aggressione di un terzo. Tizio vede che caio rapina sempronio. Tizio interviene e ferisce caio.
Si tratta di legittima difesa.
La definizione di difesa è generica, quindi c’è anche difesa dei beni propri o altrui: tizio per
difendere un bene di valore di sua proprietà infligge una ferita al rapinatore caio allora è
legittima diesa. Se tizio per difendere un suo bene provoca a caio un danno siamo nella
legittima difesa. L’utilizzo di cani da guardia rientra nell’ambito della legittima difesa.

o Art.2045  Stato di necessità: diverso dalla legittima difesa perché si interviene per
salvare sé stessi o un terzo da un pericolo attuale di danno grave alla persona.
sono in compagnia di un amico che sviene, capsico che lui è in pericolo di vita. Salgo in
macchina e corro verso l’ospedale. Correndo verso l’ospedale non rispetto nessun divieto e
faccio un incidente ma proseguo verso l’ospedale. Ho causato un danno però l’ho fatto per
stato di necessità perché dovevo fronteggiare un pericolo attuale di un danno grave alla
persona non al patrimonio della persona.
Se sono con un mio amico e gli rubano il portafoglio io non posso salire in macchina e
inseguire il ladro distruggendo tutta Milano dicendo che l’ho fatto per stato di necessità,
perché non si tratta di danno grave alla persona. In un caso di questo genere c’è differenza
con la legittima difesa  nell’articolo, infatti, viene detto “al danneggiato è dovuta
un’indennità, la cui misura è rimessa all’equo apprezzamento del giudice”. Significa che chi
ha agito in stato di necessità e ha causato danno ad un altro potrebbe non essere tenuto a
risarcirlo, perché il concetto di risarcimento è legato allo scopo di reintegrare pienamente il
soggetto danneggiato nella situazione di partenza, quindi riparare interamente il danno
subito. Quando bisogna risarcire qualcuno bisogna dargli una somma di danaro
determinata in misura tale da riparare interamente il danno subito.

- L’Imputabilità del fatto: Il fatto illecito deve essere imputabile al danneggiante, in quanto soggetto
capace di intendere e di volere. A norma dell’art. 2046 c.c. colui che non risultava capace di
intendere o di volere al momento del fatto, non può ritenersi responsabile dell’obbligo di
risarcimento. La capacità di intende e di volere consiste nell’essere in grado di comprendere il
disvalore del proprio comportamento.

il nesso di causalità tra il comportamento colposo o doloso: Tra fatto ed evento lesivo deve sussistere un
collegamento causale: la condotta del danneggiante deve essere causa del danno. La condotta si considera
causa del danno quando risulta, secondo le comuni regole di esperienza, idonea a provocare simili
conseguenze pregiudizievoli. Il nesso causale viene meno quando, invece, il danno rappresenta una
conseguenza imprevedibile, anomala, eccezionale rispetto alla condotta posta in essere.

“Attraversa la strada nonostante il divieto, chi risponde dell'investimento?

La colpa del sinistro ricade sul pedone se la strada è a scorrimento veloce, di notte, ed in presenza di divieto
di attraversamento (Cass. Civile n. 25027/2019).
La III Sezione Civile della Corte di Cassazione, sentenza n. 25027 depositata l’8 ottobre 2019 (testo in calce)
ha respinto il ricorso avanzato dalle parti civili contro la pronuncia resa in appello dove si era negata la
responsabilità del guidatore del veicolo, in ordine alla causazione dell’incidente stradale ove era rimasta
vittima la congiunta. Per i supremi giudici la condotta imprudente e imprevedibile del pedone rappresenta la
causa unica del sinistro, in quanto la donna, rimasta vittima della propria condotta, aveva in realtà
attraversato una strada a scorrimento veloce, di notte, nonostante l'attraversamento pedonale fosse stato
proibito.”

Articolo 1227 caso in cui la vittima ha tenuto un comportamento a propria volta imprudente. Se il fatto
colposo del creditore (danneggiato) ha concorso a cagionare il danno, il risarcimento è diminuito secondo la
gravità della colpa e l'entità delle conseguenze che ne sono derivate [2055]. Il risarcimento non è dovuto
per i danni che il creditore avrebbe potuto evitare usando l'ordinaria diligenza [1175, 2056]. Nel secondo
comma si esclude che il danneggiato abbia diritto al risarcimento. In questo comma il comportamento del
danneggiato rappresenta la causa effettiva dell’evento dannoso. Viene escluso il nesso di causalità: il
comportamento della vittima è tale per cui è impossibile che vi sia nesso causale tra danneggiante e
danneggiato. Deve esserci comportamento riprovevole di chi commette l’atto illecito, il nesso di causalità e
il danno.

Cosa si intende per giuridicamente causa di un certo evento?


Immaginiamo che un soggetto sale su un taxi per andare in stazione. Ad un certo punto il tassista fa una
manovra spericolata e fa un incidente. Il passeggero non si fa niente e a piedi va in stazione. Perde il suo
treno e ne prende un altro. Questo altro deraglia. Il passeggero a questo punto si fa male.

Si parte dall’evento: il treno è deragliato


Vado a ritroso: ma la prima cosa che il passeggero pensa è “tutta colpa del tassista che mi ha fatto perder il
treno prima”. Nella serie di fatti che si sono succeduti prima dell’incidente, che hanno portato alla
situazione del passeggero, c’è anche con peso significativo, l’incidente del tassista che gli ha fatto perder il
treno. Da un punto di vista materiale, cioè per come i fatti si sono svolti in concreto, c’è un collegamento
naturalisticamente causale tra il comportamento del tassista e il danno subito dal passeggero. Però non è
sulla base di queste valutazioni soltanto che si può stabilire se c’è oppure no il nesso causale. Queste
valutazioni non sono sufficienti per stabilire se vi è nesso causale perché il deragliamento del treno non è
responsabilità del tassista, cioè bisogna, ai fini della ricostruzione del nesso, adottare non una concezione
naturale/materiale, ma una concezione giuridica cioè propria del diritto che non è quella del senso comune.
quella giuridica è causalità adeguata: un evento si considera causa di un altro evento solo se, secondo ciò
che comunemente si ritiene, è normalmente si configura come causa dell’evento in questione. Dolo e colpa
del tassista ci sono, ma non per quanto riguarda il deragliamento del treno, perché bisogna sempre vedere
lo specifico danno subito dalla vittima. Non c’è nesso causale non perché il comportamento del tassista non
è antecedente causale ma perché giuridicamente non è antecedente causale.

Quando si parla di nesso causale si fa riferimento al nesso causale per come lo intendono i giuristi, per
come viene inteso dalla legge, per sottolineare la differenza con la causalità materiale si parla di causalità
giuridica.

Ci sono eccezioni importanti che nell’insieme ricadono sotto la responsabilità oggettiva, cioè un soggetto
viene ritenuto dalla legge responsabile di un danno anche se non ha tenuto un comportamento doloso o
colposo che si ponga come causa in senso giuridico del danno stesso, anche se non c’entra niente con quel
determinato evento dannoso. Sono le ipotesi di

- Responsabilità oggettiva caso dei minori: se il bambino lancia un sasso contro una macchina non
risponde il bambino ma il genitore anche se loro non hanno nulla a che fare con il fatto del lancio. Si
parla di responsabilità da posizione, ovvero dipende dalla posizione che ricopre il soggetto.
art.2047 In caso di danno cagionato da persona incapace di intendere o di volere, il risarcimento è
dovuto da chi è tenuto alla sorveglianza dell'incapace, salvo che provi di non aver potuto impedire i
Art.2048 Il padre e la madre, o il tutore sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei
figli minori
Art.2049 I padroni e i committenti sono responsabili per i danni [2056 ss.] arrecati dal fatto illecito
dei loro domestici e commessi nell'esercizio delle incombenze a cui sono adibiti [1900]
il concetto di fondo è che chi si avvantaggia dell’operato di qualcuno, lecitamente, deve anche poi
rispondere degli inconveniente legati al comportamento di colui che normalmente gli procura un
beneficio. Questo principio lo si ritrova anche in altre norme come la responsabilità per esercizio di
attività pericolosa  art.2050: se io ho una fabbrica di fuochi d’artificio e questa esplode
danneggiando il vicinato, il proprietario risponde del danno perché esercita un’attività pericolosa.
Se la fabbrica è esplosa perché ci cade sopra un aereo allora siamo nel caso fortuito. ma se esplode
perché c’è stato un terremoto allora si deve valutare se la fabbrica aveva i dispositivi per evitare le
conseguenze del terremoto. Se entra qualcuno che volontariamente fa esplodere la fabbrica anche
qui dipende.
- Responsabilità per fatto altrui, per fatto commesso da un altro soggetto.

2. ILLECITO CONTRATTUALE ART 1218: il danneggiato deve solo provare il fatto dell'inadempimento e il
danno arrecato, mentre spetta al debitore inadempiente provare che l'inadempimento non è lui
imputabile. Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al risarcimento del
danno, se non prova che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione
derivante da causa a lui non imputabile.

ATTI DI AUTONOMIA

L’atto è un comportamento o azione che si estende alle azioni illecite. Un’accezione più tecnica lo riferisce
al campo dell’attività giuridica. Tutti gli atti hanno in comune la funzione di disporre dei propri interessi, si
tratta quindi di atti di autonomia giuridica; in generale, è il potere dei privati di regolare liberamente i
propri interessi e di decidere della propria sfera giuridica, nel rispetto dei limiti e degli obblighi stabiliti
dall'ordinamento. l’ampiezza dell’autonomia privata dipende dal modo in cui sono considerati gli interessi
che si tratta di regolare.

- Interessi disponibili, interessi privati di cui le parti possono liberamente disporre


- Interessi non disponibili, interessi che vanno garantiti anche contro la volontà delle parti

DISTINZIONE TRA ATTI GIURIDICI

In base alla struttura si distinguono:

- atti unilaterali: la dichiarazione proviene da una sola parte (procura, diffida, voto in assemblea)
- atti bilaterali: dichiarazione proveniente da più parti (contratto)
- atti plurilaterali: dichiarazione proveniente da più parti (contratto)  atto unipersonale; fatto da
una sola persona (testamento)

in base all’oggetto si distinguono:

- atti patrimoniali: sono diretti a regolamentare primariamente interessi economici (contratto)


- atti non patrimoniali: regolano interessi di natura personale (matrimonio). Gli effetti di questi atti
NON possono essere anche patrimoniali.
- atti personalissimi: compiuti solo personalmente e direttamente dall’interessato e non dai suoi
rappresentati (testamento)

in base alla funzione si distinguono:

- atti tra i vivi: destinare a regolare i rapporti tra i viventi.


- atti a causa di morte: destinati a regolare la successione nei diritti e negli obblighi dopo la morte
del titolare (testamento)

-LA DISCIPLINA DEGLI ATTI NEL SISTEMA DEL CODICE

Nel codice esiste un corpo di norme organico e completo per le discipline del contratto, del matrimonio, per
il riconoscimento del figlio naturale, d per la procura. Ciò non esiste per i problemi comuni a tutti gli atti di
autonomia (autonomia, forma, vizi del volere) Esiste però una disciplina organica e completa riguardo al
contratto. ART. 1324 dispone che le norme dettate per il contratto siano applicabili direttamente una serie
di altri atti giuridici, diversi dal contratto, e cioè a tutti gli atti unilaterali, tar i vivi, con contenuto
patrimoniale. NB: le norme che regolano i contratti valgono per gli atti unilaterali se e solo se compatibili, se
si adattano alla caratteristica fondamentale degli atti unilaterali, nei quali l’atto si forma senza il concorso di
una controparte. La norma dell’art 1324 rivela quindi una larga categoria unitaria quella degli atti giuridici
diretti a regolare interessi patrimoniali tar i vivi.

Questo pero non è applicabili al caso di operazione chirurgica estetica. In questo caso l’interprete si deve
affidare all’analogia e ai principi generali. Troverà nella disciplina dei vari atti espressamente regolati dalla
legge. si conferma allora l’utilità pratica di quella categoria generale e unitaria degli atti di autonomia e si
costruisce una disciplina di base che può valere per tutti gli atti con riguardo alle questioni Generali della
forma, della volontà, della capacità, della validità/invalidità

-EFFICACIA E VALIDTA’ DEGLI ATTI GIURIDICI-

Un qualsiasi fatto produce i suoi effetti se corrisponde ad una fattispecie prevista dalla legge. Questa è
designata dal legislatore attraverso caratteristici connotati che diventano requisiti necessari perché si
producano le conseguenze previste. Nel campo degli atti di autonomia i requisiti si ricavano dalla ART.
1325:

- accordo delle parti, che prevede la partecipazione di due o più soggetti dotati di capacità giuridica e
di agire, la cui volontà sia correttamente formata e manifestata;
- un oggetto possibile, lecito, determinato o determinabile;
- una causa lecita;
- la forma prescritta dalla legge.

Per quanto riguarda l’accordo delle parti si parla di volontà; i requisiti sono dunque: soggetto, volontà,
oggetto, causa e forma. Quando un atto di autonomia presenta tutti i requisiti necessari perché quel tipo di
atto possa valere come fonte di auto-disciplina, si dice che quell’atto è valido, ovvero che in sé è idoneo a
produrre i suoi specifici effetti giuridici.
Invece, quando un atto non ha tutti i requisiti stabiliti dalla legge, o presenta un vizio in uno dei requisiti,
bisogna concludere che non è in sé idoneo a produrre i suoi effetti, è da considerare allora come invalido.

La nullità deriva dalla mancanza di un requisito essenziale o dall’illecita dell’atto, e dà una idoneità radicale
e tendenzialmente irrimediabile dell’atto di autonomia a produrre i suoi specifici effetti.

L’annullabilità deriva da un vizio di uno dei requisiti. L’atto annullabile non è in sé idoneo a produrre i suoi
effetti in modo definitivo, rendendo l’atto come retroattivo.

Che un atto sia valido però non vuol dire senz’altro che sia attualmente efficacie. Un atto valido può non
produrre attualmente effetti, essere quindi inefficace. Atto valido e inefficace si ha se le stesse parti hanno
stabilito che l’atto produca i suoi effetti solo partire da un determinato momento (termine) o nel caso che si
verifichi un certo avvenimento (condizione). La valutazione dell’invalidità dell’atto non implica sempre una
condizione di inefficacia; è senz’altro inefficace l’atto nullo; è invece efficace fino all’annullamento l’atto
annullabile.

LA SOSTISUZIONE NELL’ATTIVITA’ GIURIDICA: LEGITTIMAZIONE, RAPPRESENTANZA

Legittimazione ad agire  Ciascuno può efficacemente disporre del proprio patrimonio ma non può
efficacemente disporre del patrimonio altrui senza esserne stato autorizzato dal titolare del patrimonio.
Compiere atto di disposizione del patrimonio di un altro soggetto signfica usare il nome del titolare del
patrimonio in una certa operazione, in un certo atto, senza essere stato autorizzato dal titolare stesso a
spendere il suo patrimonio. Come si fa a capire quale soggetto è interessato e il cui patrimonio è coinvolto?
Il nome ci dice qual è il soggetto coinvolto. L’atto giuridico, come un contratto, produce effetti nei confronti
di colui il cui nome è speso, è utilizzato, e comprare nell’atto\contratto stesso. Se il contratto è
effettivamente concluso dai soggetti, i cui nomi compaiono nel contratto, non ci sono problemi. Può
capitare anche che chi compie il contratto usi un delegato, qualcuno che lo sostituisca nel fare il contratto,
nel rappresentarlo per il contratto. Il contratto viene sottoscritto a nome del delegato ma il nome del
delegante compare, come colui che ha delegato tale contratto. Quindi il delegato interviene nella
conclusione fisica del contratto mentre il delegante non interviene nella conclusione dell’operazione, ma è
però il reale interessato dell’operazione. Se il delegato si distrae e si dimentica di precisare che sta
stipulando il contratto in nome del delegante, e il nome del delegante non compare, il contratto vincolerà
solo il delegato e non il delegante. Ciò che conta è la spendita del nome del soggetto. L’atto produce i
propri effetti, le proprie conseguenze, nei confronti dei soggetti il cui nome viene speso, viene utilizzato,
compare nell’atto come soggetto realmente interessato.
Giuridicamente questa si chiama rappresentanza. Questo istituto prevede la possibilità per un soggetto
(delegante) di farsi sostituire da un altro (delegato) nel compimento degli atti di disposizione del proprio
patrimonio. Il delegato spendendo il nome del delegante impegna il patrimonio del delegante non il
proprio. La delega che viene fatta, tecnicamente, viene chiamata procura.

Nel caso in cui non c’è nessun conferimento di procura, nessuna autorizzazione da parte del soggetto, si è
in presenza di un atto di disposizione del patrimonio altrui non autorizzato dal titolare. L’atto in questione
non produce nessun effetto, è inefficace. La legittimazione ad agire è l’idoneità a poter efficacemente
disporre di un patrimonio altrui. Questo principio è fondamentale per la tutela del patrimonio del singolo.

ART. 1387: il potere di rappresentanza può essere conferito dalla legge (rappresentanza legale) o conferito
dall’interessato (rappresentanza volontaria). Ciascuno di noi può conferire ad un’altra persona il potere di
rappresentanza. L’atto, con cui il potere si conferisce, si chiama procura ed è regolato dall’ART.1387 e ss.
del codice. La procura è un atto unilaterale, diretto ai terzi, ciò significa che si tratta di un accordo fra il
rappresentante e il rappresentato. L’accordo tra i due, se c’è, dà origine ad un contratto che regolerà i
rapporti tra le due parti. La procura investe il rappresentante del potere di agire in nome e per conto del
rappresentato, ed è un atto unilaterale di attribuzione del potere di rappresentanza. Il rappresentante,
come tale, ha dei doveri: se usa la procura deve comportarsi in modo da fare gli interessi del rappresentato.
Ed infatti il conflitto di interessi e il contratto sono casi di annullamento del contratto. Talvolta, il sostituto
ha soltanto il potere di trasmettere una dichiarazione dell’interessato, si tratta allora di un messo, un
nuncio, la volontà espressa è esclusivamente volontà del rappresentato. Il vero rappresentante non è solo
un messo, ma è una persona che ha il potere di dare il suo consenso con effetti per il rappresentato. Si dice
perciò che il rappresentante è parte formale dell’atto, mentre parte sostanziale è io rappresentato. La
distinzione ha conseguenze pratiche: se c’è un errore che determina la conclusione del contratto, o di
buona o mala fede nella conclusione, si guarda al rappresentante A MENO CHE non si tratti di aspetti sui
quali tutto era stato deciso dal rappresentato, nel qual caso il rappresentante funziona come messo. La
rappresentanza sussiste quando un soggetto ha il potere di agire in nome e per conto di un altro.  agire in
nome altrui; compiere atto giuridico assumendo di fronte alla controparte e ai destinatari dell’atto, il ruolo
di chi agisce in vece di un altro soggetto.

Agire per conto altrui: compiere un atto giuridico nell’interesse dell’atro soggetto. Se chi agisce per altri ha
il potere di agire in nome dell’interessato gli atti giudici compiuti hanno effetti diretti nella sfera
dell’interessato. Si cono situazioni in cui un soggetto agisce per conto di altri ma in nome proprio, gli effetti
immediati in questi casi si compiono nella sfera di chi lo stipula. L’interessato potrà poi appropriarsene con
un atto di trasferimento. (rappresentanza indiretta). L’ART:1387 prevede che il potere di rappresentanza
possa essere conferito dalla legge (rappresentanza legale) [EX: rappresentanza genitori per i figli minori]. In
altri casi la rappresentanza è conferita attraverso un provvedimento del giudice] EX: tutore di un minore,
amministratore di sostegno] Il concetto di rappresentanza legale comporta che l’esercizio del potere non è
sotto il controllo dell’interessato, ma si attua secondo norme particolari, dirette a proteggere l’interesse del
rappresentato, e con il controllo del giudice. perciò la revoca del potere è legata alla violazione dei propri
doveri o all’abuso di potere da parte del rappresentante NB: assistenza che si ha quando la volontà di un
soggetto diverso si affianca, senza sostituirla, a quella dell’interessato [curatore dell’inabilitato,
amministratore di sostegno].

In caso di rappresentanza nelle collettività, provviste di personalità giuridica, e istituzioni, sia private he
pubbliche, la rappresentanza è conferita ad un organo e consiste nel compiere atti giuridici in nome e
nell’interesse della collettività (rappresentanza organica). In questo tipo di rappresentanza c’è u solo
soggetto, l’ente che agisce tramite l’organo;

al contrario nella rappresentanza comune si hanno due soggetti, il rappresentato e il rappresentante.

CAPITOLO 6
L’IDEA DI SOGGETTO DI DIRITTO. SOGGETTO E PERSONA.

L’ordinamento giuridico è un sistema che ha la funzione di dare un ordine alla realtà: le sue norme
tendono a realizzare una composizione degli interessi in campo e quindi a prevenire i conflitti di interesse. I
portatori di interesse possono esserlo sia i singoli uomini che gruppi, organizzazioni, categorie e istituzioni.
Sulla scena giuridica questi appaiono come titolari di situazioni giuridiche.

Il protagonista delle relazioni e delle attività del diritto è il soggetto:

- Soggetto di diritti e obblighi: capo di imputazione di situazioni e rapporti giuridici, o anche


soggetto di diritto, qualità riconosciuta a uomini o enti che fungono da centri di imputazione dei
rapporti regolati dalle norme dell’ordinamento.
- Soggetto di attività giuridica: capo di imputazione di atti e fatti giudici, riconosciuta All’individuo
umano in grado di svolgere direttamente la propria attività, o a persona sostituita (minore) o a
gruppo o istituzione.

Ogni ordinamento giuridico individua i propri soggetti.

Nel libro I del codice civile i protagonisti sono indicati come persone intese sia come persone fisiche (essere
umani) sia come persone giuridiche (centri di interessi diversi dall’umo singolo > collettività e
organizzazioni).

LA CAPACITA’ GIURIDICA

Per quanto riguarda le persone giuridiche e la sua qualità distintiva come soggetto di diritto, si utilizza
l’espressione “capacità giuridica”. L’art 1 del Codice Civile dice: “la capacità giuridica si acquista al
momento della nascita ed è attitudine a essere titolari di diritti e obblighi” dunque la stessa qualità di
soggetti di diritto. La regola dell’Art 1 dice che tutti gli esseri umani sono capaci di diritto dalla nascita e
senza distinzione. È anche la capacità e idoneità ad essere titolari di un patrimonio, che significa poter
essere proprietari di un bene, potere assumer debiti, poter essere titolare di debiti, quindi, essere titolare
di un patrimonio in quanto il patrimonio è insieme di diritti e obblighi di un soggetto. Del patrimonio fanno
parte tutti i tipi di diritti anche quelli di credito (ad esempio restituzione di soldi, datore di lavoro ha diritto
di credito nei confortini del dipendente).

I diritti di cui si compone il patrimonio non sono solo quelli a contenuto patrimoniale, ma ne fanno parte
anche quelli che riguardano la persona e che sono considerati a prescindere dal loro legame con l’aspetto
patrimoniale (come il diritto all’immagine, diritto al nome, diritto alla tutela della propria reputazione,
diritto all’onore). Specularmente i doveri e gli obblighi che fanno capo ad un soggetto non sono solo quelli a
contenuto patrimoniale ma anche quelli a contenuto non patrimoniale (dovere a non ledere
all’immagine\reputazione altrui, di rispettare quelle componenti essenziali che compongono e
caratterizzano la persona in quanto tale).

Diritti e doveri sono indicati come situazioni soggettive, che sono variegati, alcuni sono a contenuto
patrimoniali e altri no. L’insieme delle situazioni soggettive che fanno capo di una persona compongono il
patrimonio di una persona e le varie situazioni soggettive sono riconosciute dalla legge per tutelare un
certo interesse che fa capo a quella persona. Le situazioni soggettive sono ciò attraverso cui la legge
protegge alcuni interessi. La legge non tutela però tutti gli interessi che una persona può provare in una
certa situazione. Il diritto si ferma ad un certo punto. Il superamento di un esame non è un diritto che viene
tutelato in quanto non ha consistenza giuridico. Resta meta-giuridico, puramente soggettivo.

Immaginiamo un appartamento in un condominio al secondo piano, con una bella vista. Ad un certo punto
costruiscono di fronte un palazzo di 15 piani, che ostruisce la vista che prima era libera. Quando si
costruiscono gli edifici si devono rispettare delle distanze. Nel nostro caso sono rispettate. Il proprietario
dell’appartamento si arrabbia in quanto il suo appartamento perde pregio. Se rispettate le distanze il
proprietario non ha nessuno strumento di tutela. Lui ha un interesse a che non gli venga costruito davanti
un edificio, ma la legge tutela questo suo diritto solo fino ad un certo punto (quello della distanza tra
edifici). Il suo interesse diventa giuridicamente tutelato entro questi limiti, ma il diritto a conservare il
panorama non è tutelato. Diritti o obblighi sono strumenti attraverso cui diritto e legge protegge gli
interessi dei soggetti di diritto. La capacità giuridica è la capacità ad avere tutela dei propri diritti. Ciascuno
ha capacità giuridica, qualsiasi tipo di soggetto.

Straniero extracomunitario: “lo straniero è ammesso a godere dei diritti civili attribuiti al cittadino a
condizione di reciprocità” (stato in cui si trova riconosca il diritto anche ai cittadini italiani). Ora i diritti civili
sono riconosciuti a tutti gli stranieri regolarmente soggiornanti nel territorio dello Stato. Lo straniero non
gode però di diritti politici in senso stretto.

Posizione del nascituro: “diritti che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all’evento
della nascita” (essere umano concepito ma non nato).

Diritti a carattere patrimoniale: viene riconosciuto al nascituro la capacità si succedere per


successione legittima o per testamento e di ricevere una donazione, stessa cosa vale per un
nonconcepito (figlio di persona vivente al tempo della morte del testatore). Stessa cosa vale per
donazione. [tutte attribuzioni subordinate alla nascita].

Diritti di carattere non patrimoniale: sono diritti personali come diritto alla vita e alla salute che
hanno valore per il “feto vitale”, ossia in grado di vivere fuori dal grembo materno. o Interruzione
della gravidanza: c’è protezione del nascituro, ma cade nel momento in cui entra in conflitto con il
diritto alla salute della madre.

o Riconosciuto al feto un diritto verso terzi al risarcimento dal danno per lesione dell’integrità fisica
subita durante la gravidanza

o Tecniche di formazione dell’embrione in vitro.

Capacità giuridica speciale: stabilire se persona è idonea a essere titolare di un determinato tipo di rapporto
giuridico. Esempio con art 2 comma 2° si rinvia alle norme che stabiliscono un età inferiore ai 18 anni per
capacità a prestare il proprio lavoro (EX: per commercio e industria è 16).

L’inizio delle capacità è legato alla nascita  feto nato solo se è vivo, quindi come prova della nascita si
usa la prova dell’autonoma respirazione.

La fine delle capacità coincide con la morte  cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo
(morte celebrale). Con la morte si estingue la personalità del defunto. Per la scomparsa ci sono 3 fasi (ad
esclusione della scomparsa in guerra, naufragio, incidente aereo e terremoto):

1. Il tribunale nomina un curatore che amministra beni dello scomparso

2. Dopo due anni si può richiedere la dichiarazione di assenza che consente l’apertura del testamento.
Ottengono l’immissione nel possesso temporaneo coloro che sarebbero eredi o legatori. L’immesso ha il
potere di amministrare i beni e di rappresentare in giudizio l’assente (che rimane titolare). La dichiarazione
assenza non scioglie matrimonio

3. Dopo 10 anni si può richiedere la dichiarazione di morte presenta, sentenza che accerta altissima
probabilità morte e crea fictio iuris (scomparso considerato morto) > hanno logo gli effetti della morte  si
verifica l’apertura della successione e può avvenire il matrimonio. Se persona ricompare la fictio cade e il
matrimonio è nullo.

I LUOGHI DELLA PERSONA: DOMICILIO RESIDENZA, DIMORA

Domicilio: definito come luogo in cui una persona “ha stabilito la sede principale dei sui affari e interessi”

- Oggettiva prevalenza di una sede


- Interessi economici ma anche personali, sociali e politici

In questo caso si tratta di domicilio generale che si distingue da quello speciale (elettivo), secondo cui il
soggetto legge il proprio domicilio sulla base di interessi e affari. I coniugi devono esprimere entrambi il loro
domicilio, ma stabiliscono di comune accordo la residenza, nella quale si situa il domicilio legale dei propri
figli

Residenza: luogo in cui la persona ha la dimora abituale, luogo in cui la persona si trova vivere con un
minimo di stabilità. La residenza è un fatto giuridico, oggetto di pubblicità nei registri anagrafici.

La dimora abituale è il luogo in cui una persona vive per gran parte del tempo, mentre la residenza è il dato
che viene inserito nei registri dell'anagrafe; ogni persona deve avere la residenza
dove dimora abitualmente, quindi i due concetti coincidono, ma non sempre.

LA CAPACITA’ D’AGIRE

La capacità d’agire si innesta sulla capacità giuridica, nel senso che presuppone questa, ovvero presuppone
l’idoneità ad essere titolari di un diritto, significa idoneità a possedere validamente il patrimonio di cui si
è titolari. Non tutti i soggetti, persone fisiche, sono capaci di agire, cioè sono riconosciuti dalla legge come
soggetti che possono validamente disporre del proprio patrimonio, perché ci sono situazioni in cui
l’autodeterminazione del soggetto è menomata, in cui il soggetto non comprende il significato, le
conseguenze delle proprie azioni. La capacità d’agire si ricollega a questo stato, ovvero presuppone il
riconoscimento da parte della legge del fatto che il soggetto dispone autonomamente del proprio
patrimonio. La capacità d’agire la si acquista con la maggiore età, ovvero si acquista la capacità di compiere
tutti gli atti per i quali non sia stabilita un’età diversa”. Capacità di agire è quindi l’attitudine a compiere atti
giuridici, e si acquista, per la generalità degli atti, al compimento del 18° anno di età. L’atto compiuto da
una persona che manca di capacità di agire è annullabile.

La capacità giuridica è necessaria per compiere validamente atti giuridici con riguardo ai propri interessi.
Sono necessari tre ordini di correzioni, perché l’attribuzione della capacità d’agire è un criterio standard:

- La capacità del maggiorenne può essere perduta o limitata in modo duraturo (interdizione,
inabilitazione, amministrazione di sostegno).
- può avvenire una limitazione delle capacità con riferimento solo ad alcuni atti (amministrazione di
sostegno)
- L’interdizione e l’inabilitazione pongono la persona in uno stato di incapacità dichiarata, insieme
alla minore età. (incapacità legale d’agire)

A volte un soggetto capace di agire può trovarsi temporaneamente in uno stato di concreta incapacità di
intendere o di volere. incapacità naturale o di fatto o incapacità di intendere o di valore è causa
dell’annullamento degli atti giuridici se sussiste al momento in cui l’atto è compiuto l’incapacità non è causa
sufficiente  l’atto deve essere gravemente pregiudizievole per l’incapace (per il contratto è malafede)
nella concreta capacità del minorenne di assumere autonomamente decisioni responsabili

- Il minore ha gradualmente accesso a settori dell’autonomia


- La capacità di autodeterminarsi è stata riconosciuta secondo standard fissi si età configurando
capacità d’agire speciali in parte attribuendo rilievo caso per caso alla capacità di discernimento
concretamente raggiunta dal minore, a confronto con la gravità delle decisioni da assumere.

Questi sono tutti casi in cui la capacità riguarda atti giuridici e specialmente gli atti di autonomia. Per gli atti
illeciti e gli atti immateriali, per riferire l’atto ai soggetti (responsabilità > imputabilità) si parla di capacità di
intendere e di volere al momento in cui l’atto è compiuto.

LA POSIZIONE DEL MINORE. LA RESPONSABILITA’ GENITORIALE

Potestà come responsabilità genitoriale. Essa comprende:

- Diritto-dovere di mantenere, istruire ed educare i figli (de tenere conto della personalità dei figli)
- Potere-dovere di amministrazione dei beni di cui i figli minori siano titolari (soggetto a controllo
giudiziale per atti di straordinaria amministrazione)
- Potere di rappresentanza legale (sostituzione dei genitori sui figli per tutti gli atti civili)
- Usufrutto legale sui beni del figlio (genitori ne percepiscono i frutti ma sono destinati al
mantenimento della famiglia e all’educazione dei figli) NB: non sono soggetti ad usufrutto legale i
beni acquistati dal figlio con proventi del proprio lavoro, i beni lasciato o donati al figlio per
intraprendere una carriera, un’arte o una professione, i beni lasciati o donati con la condizione che i
genitori non ne abbiano l’usufrutto oppure accettati nell’interesse del figlio contro la volontà dei
genitori.

La responsabilità genitoriale si esercita di comune accordo tra i genitori in caso di disaccordo, una decisione
presa in caso d’urgenza viene presa dal padre. Si può comunque ricorrere al giudice (tribunale minorenni), il
quale può ricorrere all’ascolto del figlio cha abbia compiuto 12 anni o che cmq capace di discernimento.
L’attività di amministrazione è soggetta all’autorizzazione del giudice tutelare per gli atti di straordinaria
amministrazione. Tali atti possono essere compiuti solo per necessità o utilità evidente del figlio, previa
autorizzazione del giudice tutelare. Nei casi in cui la condotta del genitore reca danno pregiudizievole al
figlio:

- Violazione di doveri o un abuso dei poteri da parte del genitore, che rechi grave pregiudizio al figlio
decadenza del genitore dalla potestà genitoriale con la perdita di ogni potere riguardo al figlio
- Condotta pregiudizievole ma non da giustificare la decadenza, il giudice può adottare i
provvedimenti convenienti  ordina certo comportamento ai genitori o allontanare figlio da casa
- I genitori amministrano male privati del relativo potere di amministrazione o dell’usufrutto legale
senza perdere le loro prerogative.

Il potere di indirizzare il comportamento del minore e di decidere riguardo ai sui interessi diventa sempre

minore man mano che il minore cresce. Art 2 del codice civile prevede che se il minore entra in un rapporto
di lavoro acquista la capacità di esercitare i diritti e le azioni che dipendono dal contratto di lavoro. Il minore
può poi anche contrarre matrimonio (16 anni con approvazione del tribunale minorenni), a 16 può anche
riconoscere un proprio figlio e può dare il consenso ad essere riconosciuto da un genitore. Valgono
indicazione per donna minore nella disciplina dell’interruzione della gravidanza.

Un incapace legale può sempre compiere atti giuridici come procuratore di un soggetto capace di agire,
purché abbia la capacità di intendere e volere adeguate alla natura dell’atto. Con la procura tacita dei
genitori (denaro in mano al minore) i minorenni possono compiere gli atti della vita quotidiana. La
convenzione di Strasburgo riconosce la valorizzazione dell’autonoma persona del minore e la capacità di
discernimento. Da qui poi si è sviluppato il riconoscimento in via giurisprudenziale riguardo le scelte di
carattere relazionale, politiche e di gestione del proprio corpo e della propria salute. Il minorenne che si
posa acquista lo status di minore emancipato  “capace di compiere tutti gli atti di ordinaria
amministrazione e per gli altri è assistito da un curatore, il cui assenso è necessario per la validità dell’atto.
Se poi l’emancipato è autorizzato all’esercizio di un impresa commerciale, diventa pienamente capace di
agire.

LA PROTEZIONE DEL SOGGETTO DEBOLE MAGGIORMENTE

L’interdizione e l’inabilitazione sono spesso presentati come mezzi di protezioni dell’incapace, che
attraverso questi provvedimenti viene messo in condizione di non nuocere ai propri interessi. Il problema è
che si tratta di una finalità discriminatoria e che non considera tuti i soggetti in difficoltà. Per questo la legge
9.1.2004, n.6 apporta modifiche alle disposizioni che concernono l’interdizione e l’inabilitazione, introduce
poi nel primo libro del codice civile la figura dell’0amministratore di sostegno che è destinata a confinare i
due strumenti tradizionali in un ruolo manageriale.

Presupposto dell’interdizione giudiziale è una abituale infermità di mente, tal da rendere l’infermo incapace
di provvedere ai propri interessi. La perdita delle capacità a seguito dell’interdizione è totale (interdetto
non può compiere validamente atti patrimoniali, matrimonio, riconoscere figlio, donna non può
interrompere gravidanza). L’attività preclusa all’interdetto è svolta per suo conto dal rappresentante legale,
ossia un tutore nominato con la sentenza dell’interdizione. Il potere di rappresentanza non si estende agli
stati personalissimi. La riforma del 2004 lascia al giudice di prevedere che l’interdetto

Possa compiere atti di ordinaria amministrazione senza l’intervento del tutore, ossia solo con la sua
assistenza. L’attività di rappresentanza è controllata dal giudice tutelare, gli atti che eccedono dall’ordinaria
amministrazione possono essere compiuti solo con l’autorizzazione del giudice tutelare o con
autorizzazione del tribunale. Tutti i provvedimenti che ruotano attorno all’interdizione sono oggetti ad una
duplice pubblicità:

- Devono essere iscritti nel registro delle tutele tenuto nella cancelleria del tribunale.
- Devono essere trasmessi all’ufficiale dello stato civile che ne fa annotazione a margine dell’atto di
nascita.

L’interdizione legale colpisce chi sia condannato all’ergastolo o alla reclusione per un periodo non inferiore
a 5 anni. La misura è punitiva, l’interdizione è una pena accessoria rispetto alla sanzione primaria. La
condizione dell’interdetto legale non riguarda gli atti di natura personale o familiare.

L’inabilitazione presuppone un’infermità di mente non così grave da richiedere l’interdizione, oppure,
diverse situazioni quali, la patologica prodigata, l’abuso abituale di bevande alcoliche o di stupefacenti
(soltanto se espongono la persona o la sua famiglia a gravi pregiudizi economi), la sordità e la cecità
(congenita o dalla prima infanzia) mancata educazione sufficiente (che non permetta capacità di
provvedere ai propri interessi). L’inabilitazione lascia all’inabilitato la capacità di compiere atti di ordinaria
amministrazione, atti personali e testamento (questo con inabilitato concreta capacità di intender e volere).
Per gli atti di straordinaria amministrazione l’inabilitato è assistito dal curatore, che deve dare il suo
consenso, alcuni anche senza assistenza del curatore (ma approvazione del giudice). Il procedimento e i
mezzi di pubblicità sono uguali a quelli dell’interdizione.

L’amministrazione di sostegno si applica alla persona che per effetto di una infermità, ovvero di una
menomazione fisica o psichica, si trova nella impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai
propri interessi. È uno strumento elastico che mira a proteggere il soggetto debole con la minore
limitazione possibile della capacità. Il giudice decide infatti per quali atti è richiesta l’assistenza e per quali la
sostituzione. Beneficiario conserva la capacità per tutti gli altri atti. Il provvedimento può essere
temporaneo, durata stabilita nel decreto di nomina (sempre modificabile). L’amministrazione deve
aggiornare il giudice circa l’attività svolta dal beneficiario, delle sue condizioni di vita personale e sociale. Il
provvedimento soggetto a pubblicità tramite annotazione nell’atto di nascita.

PERSONALITA’ E DIRITTI INVIOLABILI

Diritti alla persona considerato marginale al diritto privato; stessa cosa vale per il diritto al nome,
all’immagine alla disposizione degli atti di disposizione del proprio corpo nel Titolo Delle persone fisiche.

Ora si tende a proteggere interessi personali non solo nel rapporto tra cittadino e Stato ma anche tra
privato e privato. Le fonti normative sono:

- Costituzione per la tutela di: personalità individuale, dignità del cittadino e diritti e libertà
individuali. [art 2 e 3]
- Convenzione Europea dei diritti dell’uomo
- Convenzione sui Diritti dell’uomo e della biomedicina
- Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea
- Articoli del codice Civile
- Norme penali per l’integrità fisica, onore, segreto della corrispondenza
- Leggi speciali

Norma dell’art 2 Cost “la repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia
nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”

- Correlazione tra valore della personalità individuale e tra i diritti inviolabili dell’uomo  Diritti
inviolabili garantiti sia all’uomo come singolo sia alle formazioni sociali (gruppi) > la Costituzione
riconosce i luoghi in cui si realizza il valore della persona.
- Si riconoscono i diritti che hanno in comune la funzione di garantire lo svolgimento della personalità
(diritti della personalità).

*integrità, salute, autodeterminazione

L’integrità alla persona è un valore primario protetto dall’ordinamento giuridico (integrità materiale o
fisica art 5 “atti di diposizione del proprio corpo”, esclusi i trapianti di organi tra i viventi)

Il diritto di decidere in merito alla propria sorte è un aspetto essenziale, ossia come disponibilità di ciascun
interesse protetto. Diventa uno specifico diritto della personalità rispetto al governo del proprio corpo. Le
questioni bioetiche in questo campo sono complesse. La necessità del consenso al trattamento medico da
parte del paziente e diritto di rifiutare le cure si fondano sul principio di autodeterminazione. le basi
normative sono art 2 e 13 della Costituzione, che garantisce l’inviolabilità della libertà personale, nessuno
può essere obbligato a trattamento sanitario fuori dai casi previsti dalla legge. C’è una particolare
applicazione di questi principi per la disciplina di prelievi e trapianti di organi e tessuti da cadavere
(necessaria volontà o silenzio-assenso). L’autodeterminazione si articola nelle libertà fondamentali:

- Libertà personale
- Libertà alla circolazione
- Libertà di riunione, associazione
- Libertà di fede religiosa
- Libertà di manifestazione del pensiero o Nei luoghi di lavoro o In famiglia

nome, immagine, identità

Valore dell’identità:
- Aspetti tradizionali o Nome (prenome e cognome): è protetto contro l’uso che altri ne fanno: si può
chiedere cessazione dell’abuso, risarcimento danni, pubblicazione della sentenza. Cognome
attributo secondo criteri legali (figlio, moglie, figlio adottato, unioni civili tra stesso sesso,
pseudonimo)
- Immagine: vietata riproduzione, diffusione senza consenso. Difesa avviene con inibitoria salvo
risarcimento danni.
- Valore in sé (identità personale): diritto che protegge la persona alterazione della sua identità, una
rappresentazione infedele.

diritto, alla vita privata e alla riservatezza

Tutela della sfera privata della persona:

- Intimità: essere lasciati in pace


- Controllo sulle informazioni delle info sula nostra persona

Diritto sulla vita privata art 8 Convenzione europea dei diritti dell’uomo e dalla carta dei diritti fondamentai
dell’UE. Si proteggono dati quali domicilio, corrispondenza.

1989 ratificata ka convenzione di Strasburgo che protegge il diritto alla vita privata nei confronti
dell’elaborazione automatica dei dati personali (protezione dei dati). Altri principi sono contenuti nella
carta dei diritti fondamentali dell’Ue. La materia è stata riordinata con il codice in materia di protezione dei
dati personali.

Lo scopo è che il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali,
della dignità delle persone fisiche, specialmente rispetto alla riservatezza e all’identità personale.
L’applicazione della legge è affidata ad un Garante (collegio di 4 membri (2 senato + 2 camera deputati) con
funzioni amministrative e giuristiziali).

Trattamento: raccolta, conservazione, elaborazione, utilizzazione, comunicazione, diffusione, distribuzione


e operazioni proprie delle banche dati, svolte sia con mezzi elettronici7automatici sia con mezzi tradizionali.
Dati personali: qualsiasi informazione relativa alla persona fisica che risulti identificata o identificabile
anche indirettamente. Fanno parte qui anche ei dai sensibili e quelli detti super sensibili. Solo il consenso
espresso dell’interessato permette il trattamento dei dati, salvo che si tratti di elementi provenienti da
pubblici registri, di raccolte di dati anonimi a soli fini statistici o dati raccolti per attività giornalistica o di
trattamento necessario per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria. Per il trattamento dei dati
sensibili oltre al consenso scritto dell’interessato serve anche quello del garante (regole speciali per dati
sanitari). L’interessato ha diritto di conoscere l’esistenza dei trattamenti consultando il registro tenuto dal
garante; anche diritto ad essere informato sulle modalità di raccolta, di cancellazione o trasformazione del
dato. Diritto riguardante anche la cancellazione, l’aggiornamento; può anche opporsi al trattamento etc.

Sono esclusi però il trattamento di dati dalla pubblica sicurezza, dalla difesa, dalla sicurezza dello stato,
raccolta dati del casellario giudiziale, uffici giudiziari, dal consiglio superiore della magistratura o dal
ministero di grazia e giustizia.

Parlamento europeo e consiglio hanno adottato regolamento Ue per la protezione delle persone fisiche con
riguardo al trattamento dei dati personali e alla circolazione dei dati dal 24/5/2016 (vigore 2018).

7.4 lesione della personalità e mezzi di tutela (rinvio)

Data la presenza di diversi aspetti della personalità sono richiesti diversi mezzi di tutela.

 Inibitoria  Pubblicazione del danno

GLI STATUS; LA CITTADINANZA


L’appartenenza ad un gruppo sociale determini l’acquisizione di un complesso di situazioni soggettive
(famiglia > obblighi e diritti dei familiari) in quanto coniuge, genitore e figlio). Questo significa status,
termine che sottolia relazione tra persona e gruppo sociale e le prerogative che ne derivano. Ce ne sono
diversi: cittadino, imprenditore, lavoratore subordinato, consumatore etc.

Status di cittadino

- Cittadini per nascita o Dovunque si sia nati, se figli di padre/madre cittadini


o Se nati nel territorio della repubblica
o Da genitori ignoti o apolidi
o Da genitori stranieri la cui legge non preveda che il figlio segue la cittadinanza dei genitori
- Cittadinanza acquisita o Per adozione da parte di cittadino italiano o Per matrimonio con cittadino
italiano dopo 6 mesi di residenza in Italia o 3 anni di matrimonio.
- Concessione con decreto del Presidente della Repubblica nei casi previsti da art.9
- Opzione volontaria legata a presupposti oggettivi (servizio militare, assunzione di un pubblico
impiego, residenza in Italia senza interruzioni dalla nascita alla maggiore età.
DOMANDE
1. Invalidità, nullità, annullabilità del contratto
2. Assemblea dei soci nel sistema tradizionale
3. Risoluzione del contratto
4. Sistema di amministrazione e controllo nelle s.p.a
5. OPA
6. Sistema monistico e dualistico
7. Poteri degli amministratori
8. Organo di controllo esterno e tribunale
9. Imprenditore commerciale, agricolo e piccolo imprenditore
10. Start-up
11. Rappresentanza legale e commerciale
12. Patti para-sociali e patti sociali
13. Illecito civile extracontrattuale
14. Aumento del capitale
15. Responsabilità oggettiva
16. Differenze s.n.c e s.s
17. Limitazioni sulla corporazione di azioni
18. S.p.a
19. Inefficacia del contratto
20. Adempimento e inadempimento
21. Azienda: definizione, segni distintivi, come si compra e come si trasferisce
22. Creditori e debitori dell’azienda
23. Possesso, uso e detenzione
24. Aumento e riduzione del capitale sociale
25. Poteri dei creditori a fronte di una diminuzione di capitale sociale
26. Azioni a tutela della proprietà
27. Controllo interno ed esterno
28. Aspetti delle aziende quotate
29. Gli ausiliari dell’imprenditore
30. Le azioni e le azioni speciali
31. I diritti del socio
32. Il diritto di recesso
33. Lo scioglimento della spa e delle società di persone
34. Morte/recessione/esclusione del socio
35. Lo statuto dell’imprenditore commerciale
36. I gruppi di società
37. Società occulta, apparente ed irregolare
38. Beneficio d’escussione
39. Amministrazione
40. Caratteri distintivi del contratto di società
41. Conferimenti
42. Trasferimento dell’azione
43. Acquisto e sottoscrizione di azioni da parte della società
44. Le obbligazioni
45. Creditore particolare del socio
46. Srl
47. Sas
48. Differenza tra soci accomandanti e accomandatari
49. Differenza tra società in nome collettivo e società irregolare
50. Sistema tradizionale
51. La rappresentanza
52. Contratto invalido
53. svolgimento del contratto
54. risoluzione del contratto
55. atto illecito
56. scioglimento del contratto nelle spa
57. amministratore delegato spa e i rapporti con il consiglio di amministrazione

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