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Eileen Gray

Nata nel 1878 in un


paesino nel sud-est
dell’Irlanda, Eileen Gray fin
da bambina è stata spinta
dal padre a viaggiare per
l’Europa per dipingere dal
vero, ha studiato disegno e
pittura a Londra ma ha
iniziato ad interessarsi all’architettura e al design d’interni solo
nel 1900, dopo una visita all’Esposizione Universale di Parigi e
la scoperta della tecnica dei mobili laccati in un negozietto di
Soho.

Pochi anni dopo si trasferisce a Parigi per imparare questa


tecnica da un artigiano giapponese, Seizo Sugawara, ma fino
al 1919, quando le fu chiesto di arredare il salotto di Suzanne
Talbot, nessuno sembrava accorgersi di lei.

In un’epoca in cui le donne


potevano aspirare al massimo a
diventare arredatrici o decoratrici, la
Gray disegna anche alcuni mobili
per il salotto, trasformandolo in uno
degli esempi più significativi del
design d’interni degli anni Venti.
Quindi, grazie a Gropius, Jean Badovici, un architetto rumeno
che diventerà suo compagno per un po’, ma
soprattutto a Le Corbusier e a Adrienne Górska, una
delle prime donne a laurearsi in Architettura in
Francia, si avvicina al mondo della progettazione,
disegnando alcuni dei complementi d’arredo più
innovativi della sua epoca e soprattutto la celebre casa E-1027,
vicino a Monaco.

Un'abitazione costruita su una pianta a L dalle forme


squadrate che tuttavia mantengono una sensualità
impensabile in quel periodo.

Poggiata su pilotis nel bel mezzo della roccia e della


vegetazione, con pareti bianche e minimali e alcuni mobili
disegnati da lei stessa , suscitò l’invidia persino di Le Corbusier,
che non solo ne progettò una simile poco distante ma, col
benestare di Badovici, decise di affrescare le pareti
immacolate della villa della Gray con otto coloratissimi
murales, mandandola definitivamente su tutte le furie.

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