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PAPA LEONE XIII

VITA
Papa Leone XIII, Vincenzo Gioacchino Raffaele Luigi
Pecci nacque il 2 marzo 1810 e morì il 20 luglio 1903; è
ricordato nella storia dei papi come il pontefice che
ritenne che la chiesa tra i suoi compiti rientrasse anche
l’attività pastorale in campo socio politico, egli viene
anche ricordato come papa delle incicliche, ne scrisse ben
86 con l’obbiettivo di superare l’isolamento nel quale la
chiesa si era ritrovata dopo la perdita del potere con
l’unità d’Italia. Entrò nel 1818 nel collegio dei padri
gesuiti di Viterbo, nel 1824 si trasferì a Roma, presso il
Collegio romano; nel 1832 si iscrisse all'Università della
Sapienza, dedicandosi agli studi in diritto canonico e
civile, e ottenendo, nel 1835, la laurea. Divenne sacerdote
nel 1837, nel 1838 fu nominato delegato apostolico di
Benevento dove mise in mostra la sua abilità di
amministratore e di politico, nonostante le difficoltà
create dal brigantaggio e dalle cospirazioni mazziniane;
nel 1841 fu trasferito a Perugia, poi fu inviato a Damiata,
e nello stesso anno in Belgio. L'incoronazione di Leone
XIII ebbe luogo nella Cappella Sistina il 3 marzo 1878. La
scelta del nome Leone in omaggio a papa Leone XII che
ammirò molto in gioventù.

RERUM NOVARUM
L'enciclica Rerum Novarum fu emanata nel 1891 da Leone XIII
che analizzando le precarie condizioni degli operai nella società
moderna fornì le possibili soluzioni. L'enciclica cerca una giusta
mediazione tra le parti, garantendo i diritti e i doveri di ognuna:
la classe operaia non doveva mettere in atto forme improprie di
difesa attraverso le idee di rivoluzione, di invidia ed odio verso i
più ricchi ma, doveva prestare fedelmente l'opera decisa senza
recare danno alla proprietà e alla persona dei padroni; i padroni
dovevano evitare di ridurre in condizione di schiavitù gli operai
impedendo loro la pratica religiosa mediante orari di lavoro
eccessivi, ma dovevano pagare il giusto salario al lavoratore. Si
sperava un accordo tra le classi con l'intento di creare
organizzazioni miste di padroni e operai escludendo del tutto lo
sciopero come strumento di lotta. Il testo, dunque, tende a
tutelare i lavoratori e denunciando il pericolo di ateismo e di
rivoluzione sociale che troviamo nelle ideologie socialiste e
comuniste per la lotta di classe.

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