giunzioni di saldatura. Questo è un parametro adimensionale ed è importante nel dimensionamento perchè va a definire la percentuale della tensione ammissibile del materiale che si può usare. Per quanto riguarda le specifiche del progetto sono importanti le pressioni e le temperature. Esiste un limite di esercizio inferiore della temperatura perché il materiale può andare ad infragilirsi. Si può andare ad incorrere al fenomeno del creep, fenomeno viscoso a carico, si ha uno scorrimento plastico che produce un accumulo di deformazione che nel tempo porta ad un cedimento. Il rischio è il prodotto di due effetti, il danno che può verificare l'incidente per la probabilità che esso accada. Il diagramma a pag 17 è strutturato in modo che si faccia un controllo sui rischi. Ogni box è un azione progettuale da intraprendere, quando un rischio non è eliminabile deve essere introdotto un accessorio o un comportamento atto a ridurlo Il rischio si riduce con strategie di progetto, si procede con un approccio affidabilistico dove ragionevolmente si valuta se il danno può accadere Le strategie adottate vanno validate una volta messe in campo Se il rischio non può essere ridotto si devono introdurre delle protezioni che possono essere di tipo attivo o passivo (cuffie, occhiali protettivi, scarpe antinfortunistiche, valvole di sicurezza etc..) Vanno anche redatte delle istruzion operative che tutelino l'operatore L'allegato A è fondamentale perché ha la linea guida da seguire nel progetto, ispezione finale, fabbricazione e manutenzione A.2 va a dire che il codice è armonizzato, quando usiamo il codice automaticamente stiamo dentro alle norme di sicurezza della P.E.D. (Pressure Equipment Directive 2014/68/EU) Nella PED abbiamo i requisiti essenziali di sicurezza Nelle parti ci sono delle appendici dette ZA, qui sono elencate tutte le relazioni esplicite dei requisiti di sicurezza della EN 13445 con la PED A.3 parla dei prerequisiti. Per poter progettare abbiamo bisogno di condizioni sulla base delle quali lavorare e devono essere quindi note le condizioni operative e nello specifico le condizioni di carico nonché la tipologia di recipiente deve essere scelto a monte Le condizioni di caricamento previste sono elencate nella tabella a pagina 25 Anche la fase di installazione comporta delle condizioni di carico, un serbatoio verticale viene eretto e inizialmente è orizzontale e si comporta come un atrave che può inflettersi Un conto è la tensione ammissibile per i 30 anni di esercizio ed un altro conto è la tensione ammissibile per la prova idrostatica di fine linea che richiede uno sforzo maggiore del materiale Se dobbiamo tenere conto dell'effetto sismico non è presente in questo codice e si deve andare a fare riferimento all'eurocodice Le categorie di rischio si definiscono nella PED, dalla 1 alla 4 Nella parte 7 andiamo a posizionare l'apparecchiatura in funzione della categoria di rischio Capita la categoria di rischio dobbiamo andare a decidere la procedura di valutazione di conformità La scelta dei moduli può richiedere la partecipazione di un ente certificatore, un organizzazione preaccreditato che rilascia e sviluppa le procedure di verifica e la CE. Questi enti vengono comunicati all'unione europea NANDO database Questi enti possono mandare un ispettore in qualsiasi momento, si opera nella completa trasparenza e il certificatore vuole accertarsi che le operazioni avvengano sempre allo stato dell'arte È una garanzia di qualità Dopo aver scelto il modo di essere controllati si va a scegliere come effettuare i controlli non distruttivi Ovvero il testing group, modalità di controllo non distruttiva dell'apparecchiatura La parte 2 ci aiuta a capire con quali materiali possiamo lavorare Sono permessi tutti i materiali licenziati sotto normative europee armonizzate Nella parte 2 al foglio 63 c'è un elenco degli acciai che si possono utilizzare In funzione delle applicazioni scegliamo l'acciaio Le caratteristiche di resistenza sono già state testate in laboratorio e possiamo sfruttare questa tabella per scegliere Se dobbiamo usare un altro materiale possiamo usare quelli ce anche se non specificatamente sono trattati nella norma ci sono degli allegati nella PED che ci permettono di poterli includere nel codice di calcolo Il materiale è un limite perchè lo possiamo utilizzare all'interno delle sue tensioni ammissibili Si hanno 2 strade possibili: o rinunciamo ai carichi e quindi riduciamo la sollecitazione, anche prevedendo più apparecchiature in parallelo. Oppure usiamo un materiale con caratteristiche meccaniche più brillanti PMA è la certificazione del materiale Ci sono quindi tutti riferimenti e procedure se si deve usare un nuovo materiale LA parte 2 della normativa ci mette le disposizioni per verificare la frattura La norma ti dice che se vuoi puoi usare il DB scientifico per verificare la frattura al di fuori della norma. Se invece usi i procedimenti all'interno della norma per la verifica della frattura questo è automaticamente armonizzato Nel caso in cui voglio fornirmi di uno spessore non all'interno della norma devo effettuare io la verifica PMA del materiale perché non è presente nella 13445 Passiamo alla progettazione Nella prima parte si progetta in funzione dei carichi statici DBF progettare utilizzando le formule Nei casi più semplici si dimensiona direttamente. Per i casi semplici abbiamo subito lo spessore, nei casi più complessi si procede iterativamente ipotizziamo l'informazione che ci manca e la verifichiamo ad ogni passaggio Entra subito in gioco il fattore di efficienza delle giunzioni saldate, z Componenti che hanno giunti di saldatura critici non sono tutti uguali i giunti di saldatura sono quelli che possono subire un effetto di indebolimento Poi c'è il problema delle giunzioni fasciate etc... con il dimensionamento statico possiamo risolvere un buon numero di problemi applicativi Poi abbiamo la Design By Analysis Queste analisi si sviluppano come descritto nell'appendice B possiamo usare tecniche particolari che prendono in considerazione il comportamento plastico o tecniche molto specifici come l'accumulamento di deformazione progressivo Nell'appendice C approfondiamo Questa tecnica si basa su una linearizzazione del comportamento del materiale Quello che distingue le analisi è la linearità o meno O tecniche di analisi che si basano su un approccio lineare o una analisi sperimentale come la prova di scoppio Questa prova sperimentale può essere utilizzata come una verifica delle tecniche di progettazione sopracitate il DBF copre la maggior parte dei casi, sono tutte regole che dipendono dalla pressione. La pressione è il parametro più importante Ogni regola ha un dominio di applicabilità, quando il caso esce dal dominio di competenza della formula si passa all'analisi Tra le due possibili vie di modellazione tramite analisi la B tiene conto della non linearità ed è meno conservativa, la C è più conservativa creep e fatica non li affrontiamo Per fare i calcoli del progetto abbiamo bisogno delle tensioni ammissibili sono specificate nella parte 3 capitolo 6 foglio 38 c'è una tabella dove in funzione del tipo di acciaio abbiamo la formula per la tensione ammissibile di progetto la f_test si usa solo per carichi eccezzionali come la prova sismica Questi fattori di sicurezza non sono così alti perché c'è molta storia di sperimentazione su queste apparecchiature c'è un contenuto tecnologico legato alla saldatura aspetti legate alle aperture sia per i fluidi di processo che quelle necessarie alle esigenze di manutenzione Nella parte 5 abbiamo le ispezioni delle apparecchiature con i test non distruttivi la prova finale è il test idrostatico, a volte è pneumatica con tutta una serie di limitazioni poi ripete le stesse cose per le apparecchiature in ghisa, alluminio e nickel e leghe La parte 1 è importante perché ci da la linea guida di cosa fare, quali step seguire e come sono legate tra di loro le parti di questa normativa i riferimenti della direttiva di sicurezza, è importante avere chiaro come procedere la prossima volta prenderemo in considerazione la parte 7 sul posizionamento in categoria di rischio, esempi pratici con dati prendiamo la specifica tecnica dell'ammonia converter andiamo a vedere il posizionamento in categoria di riscio di questa apparcchiatura a pagina 2 abbiamo delle specifiche di massima iniziali Vediamo qualche prerequisito l'orientamento di esercizio, in questo caso 癡 verticale altre specifiche sui fluidi di processo che sono le prime che ci servono Fluido in fase gassosa, combustibile e tossico Altre informazioni importanti sono le pressioni di progetto la pressione manometrica, relativa, avremo come assoluta all'interno 208 bar Alcune informazioni importanti come la temperatura di progetto oltre a questa c'癡 la temperatura operativa e la pressione operativa per quanto riguarda la geometria abbiamo il diametro interno 2800mm e l'altezza Andiamo ad aprire la parte 7 della normativa che ci da le guida secondo PED Potremmo applicare direttamente la ped, ma qui c'癡 una guida sintetica che contiene lo stretto necessario alla conformit? Come prima cosa, dobbiamo definire se il nostro fluido di processo appartenga al gruppo 1 o 2 il gruppo 1 raccoglie tutti i fluidi che possono generare una fonte di pericolo i fluidi appartengono al gruppo 1 se sono esplosivi, infiammabili, tossici o se possono innescare una reazione di ossidazione come nel nostro caso l'apparecchiatura va a contenere un fluido che pu 簷 generare una situazione di pericolo a seguire dobbiamo identificare 1 di queste 4 situazioni A) fluido in fase gassosa, oppure gas liquefatti che possono vaporizzare facilmente Queste casistiche sono orientare dalla pi 羅 pericolosa alla meno pericolosa Nella classifica che ci da la priorit? di rischio 癡 una situazione pi 羅 pericolosa avere un gas che un liquido pericoloso A e B sono relative ai gas. A gas pericoloso B gas non pericoloso. C liquido pericoloso e D liquido meno pericoloso Ciascuna di queste casistica fa riferimento a un grafico che ci permette di collocare l'apparecchiatura in categoria di rischio La figura appendice A.1 la dobbiamo utilizzare nel caso A gas pericolodo Capiamo quale sia la categoria del rischio, per alti volumi stiamo aumentando la categoria di rischio, aumentando la pressione pi 羅 alziamo l'energia stockata nel serbatoio perci 簷 saliamo di categoria di rischio Se andiamo a vedere il foglio a seguire, anche nel caso di gas non pericoloso possiamo raggiungere la categoria di rischio 4 nel caso C di liquido pericoloso arriviamo massimo alla categoria 34 se siamo ne caso D arriviamo al massimo alla categoria di rischio 2 Identifichiamo quale dei 4 diagrammi dobbiamo utilizzare dato cha abbiamo ammoniaca siamo nel caso A dobbiamo calcolare il volume interno conosciamo la pressione di progetto le PS sono le pressioni manometriche sono gi? le pressioni relative siamo almeno nella categoria 3, ma ora capiamo il volume il diametro interno 癡 2.8m l'altezza 癡 16m sicuramente contiene pi 羅 di 10l ricadiamo nella zona pi 羅 in alto, siamo nella categoria 4 per un apparecchiatura di questo generre 癡 abbastanza logico questo risultato possiamo aprire un altro esempio Facciamo questo altro esercizio, prendiamo il caso di un vaso di espansione prensiamo il caso del vaso di 720 litri contiene acqua per un impianto di riscaldamento nel cartiglio c'癡 scritto che 癡 stato usato il codice americano si fa riferimento alla direttiva ped qui ci sono le pressioni di progetto c'癡 la pressione idrostatica le temperature di esercizio il risultato della classificazione 癡 la categoria 4 e si sceglie il modulo G di verifica 癡 interessante notare che stiamo considerando un oggetto con un volume modesto, diametro esterno di 32 pollici 812 mm La parte cilindrica 癡 1.3m contiene acqua per il teleriscaldamento e n cuscino di azoto contengono due fluidi nel gruppo 2 Conteniamo fluidi non pericolosi, in una quantit? modesta in questo caso quale situaione dobbiamo considerare? uno di questi 癡 fase gas per pressurizzare questo dovremmo comunque insrire energia facciamo riferimento al fluido in fase gassosa in favore di sicurezza Stiamo contenendo un gas non pericoloso, siamo nel caso b Se andiamo nella tabella caso b conosciamo il volume interno 0.8m^3 alla pressione manometrica di 16 bar siamo gi? nella categoria di rischio 4 Gi? un apparecchiatura che ci pu 簷 sembrare banale Verr? costruita a partire da un pezzo di tubo di 32 pollici ci sono anche dei fonti dalla sezione ellittica commerciali e nonostante questa relativa semplicit? stiamo operando nella categoria di rischio 4 Il prossimo passo, tornando nella norma Possiamo fare qualche ragionamento 癡 utile approfondire l'aspetto sul ragionamento della frattura la priorit? che viene data alla fase del fluido piuttosto che alla sua pericolosit? transitorio di cedimento per frattura Prendiamo un fasciame cilindrico supponiamo che ci sia un innesto di una cricca dovuto a un difetto lo stato tensionale 癡 pi 羅 gravoso all'interno 癡 pi 羅 probabile che la cricca si presenti all'interno nel caso in cui si inneschi un difetto se c'癡 un carico di pressione fluttuante affaticante la fatica pu 簷 avere una progressione capace di far crescere il fronte della frattura possiamo definire la dimensione del difetto come la profondit? una dei risultati principali della meccanica della frattura ci aiuta a prevenire un difetto catastrofico c'癡 la concomitanza di uno stato tensionale di sollecitazione e di un difetto C'癡 un intensificazione degli sforzi definiamo k1 fattore di intensificazione degli sforzi y 癡 costante \sigma contiene la sollecitazione tensionale nominale c'癡 un parametro dimensionale che contiene la dimensione del difetto Ci pu 簷 essere un momento in cui questo difetto non 癡 pi 羅 sostenibile il fronte della cricca si espande rapidamente e provoca lo scoppio questa 癡 una condizione di rottura critica, la condizione di scoppio lo scoppio si ha quando il fattore di sollecitazione raggiunge un parametro critico k1c il legame cristallino tra gli atomi che si trovano al fronte della frattura non regge pi 羅 il materiale non 癡 in grado di mantenere la coesione e si strappa possiamo andare a calcolare quale pu 簷 essere la profondit? critica del difetto a 癡 la lunghezza critica del difetto possiamo confrontare questo dato con lo spessore del fasciame se ac<e e spessore ci troviamo in una condizione in cui lo scoppio 癡 possibile in condizioni di NO LEAK senza perdite il difetto non 癡 ancora diventato passante ma si ha comunque lo scoppio possiamo anche non accorgerci della propagazione del difetto 癡 una condizione nella quale la nostra applicazione sta funzionando in un dominio di fragilit? se si genera un difetto e si propaga ci troviamo sull'orlo di uno scoppio tutte le accortezze che abbiamo messo in campo, scelta dei materiali e spessore contengono un presupposto di tenacit? del materiale stesso nel caso in cui la profondit? critica sia maggiore dello spessore 癡 un requisito che possiamo ritenere che sia contenuto all'interno del metodo di progettazione che ci viene fornito LBB Leak before break se abbiamo progettato secondo codice, se abbiamo costruito secondo lo stato dell'arte i controlli ci daranno un margine di accettabilit? anche se abbiamo fatto i controlli non distruttivi sono possibili dei difetti accettabili se si innesca la cricca e una sua progressione a seguito di carichi affaticaneti, prima di scoppiare lo scoppio diventa passante se non interveniamo il difetto continua ad accrescersi quando si ha la fuori uscita del liquido se manteniamo la pressione il difetto cresce ancora andando ad incrementare la sua criticit? raggiungiamo comunque una situazione di criticit? possiamo rilevare questo cambiamento, ad esempio con degli sniffer perci 簷 possiamo rilevare una fuoriuscita di gas se c'癡 uno spillamento lo possiamo rilevare si ha un evento pre incidentale il reattore mantiene una integrit? strutturale complessiva anche se abbiamo un danneggiamento, possiamo spegnere l'impianto e riparare il difetto tutta questa premessa per dire che assumiamo questa ipotesi di LBB ovvero operare in condizioni di leak before break in questo caso contenere un fluido in fase gassosa piuttosto che liquida 癡 differente dal punto di vista della criticit? in un ipotetico transitorio incidentale se noi non fossim in una condizione LBB contenere un liquido o un gas non farebbe differenza il nostro materiale 癡 sollecitato dalla pressione, ma il materiale si trova ad avere una criticit? che porta il difetto a una profondit? critica nel transitorio accidentale non ci sarebbe alcuna differenza tra il contenere un gaso o un liquido vale la pena fare qualche ragionamento e qualche calcolo Cosa cambia nel contenere il gas o il liquido calcoliamo la variazione del volume se 癡 in pressione lasciamo stare i fondi, prendiamo in considerazione i fondi se andiamo a mettere in pressione l'apparecchiatura c'癡 la deformazione elastica dell'apparecchio e quindi un aumento del volume interno Mi interessa calcolare solo l'effetto deformativo meccanico c'癡 il contributo termico e quello meccanico consideriamo quello meccanico questo effetto per sua natura se l'espansione termica 癡 libera non ci comporta un caricamento tensionale partiamo con il reattore scarico a Tamb si 癡 deformato iniziamo il pompaggio riempiamo il reattore e lo mettiamo in pressione man mano che P cresce il reattore sta sommando una deformata strutturale meccanica quant'癡 la variazione di volume interna dalla deformata elastica perch 癡 devo sapere quanto liquido spillare prima che la variazione di volume e quindi in un transitorio incidentale valuter 簷 la perdita, voglio sapere quanto volume deve uscire per sgonfiare la parte di deformata elastica del reattore, quella che mantiene lo stato tensionale al lancio della cricca Facciamo riferimento alla sola deformata meccanica da pressione dovremmo calcolarci la variazione del volume variazione del raggio interno variazione dell'altezza la \epsilone_cerchiante 癡 spostamento radiale diviso il raggio ci riferiamo alla superficie interna epsilon cerchiante interna spostamento radiale u rapportato al raggio interno utilizziamo la legge di hooke stato tensionale uniforme nello spessore usiamo la teoria dell emembrane Se consideriamo quello che succede al transitorio dell'abbattimento della pressione a seguito di un difetto passante il transitorio 癡 significativamente diverso tra il caso di contenimento del fluido in fase liquida e il caso del fluido in fase gassosa Se tracciamo un grafico qualitativo con Pressione e tempo Il transitorio accidentale sta continuando abbiamo un intensificazione degli sforzi e stiamo per 簷 perdendo il fluido di processo supponiamo che ci siano indicatori di questa situazione ci chiediamo come cala la pressione per il solo fatto che stiamo perdendo il contenuto se abbiamo una fase liquida esaurito il tempo che serve per l'uscita dei 225L immaginiamo che sia dell'ordine dei minuti contestualmente il reattore si sta sgonfiando sappiamo che lo stato tensionale sigma 癡 proporzionale alla pressione questo abbattimento 癡 molto rapido se conteniamo un liquido se conteniamo un gas il gas 癡 contenibile per raggiungere i 208 bar abbiamo dovuto pompare n volumi equivalenti alla pressione atmosferica del gas per raggiungere quella pressione il tempo che ci serve per sfogare la pressione 癡 un tempo almeno di un ordine di grandezza superiore la comprimibilit? del gas 癡 tale da mantenere la pressione e conseguentemente la sigma e conseguentemente l'intensificazione degli sforzi per un tempo molto pi 羅 lungo Questo 癡 il motivo per il quale si introduce una qualit? di rischio sulla fase piuttosto che sulla pericolosit? 癡 pi 羅 facile che esploda un serbatoio contenente gas che uno contenente liquido lo possiamo vedere anche in termini energetici il reattore che contiene liquido contiene un energia meccanica data dall'energia di deformazione eleastica dell'acciaio del reattore introdotta nei 225 L di liquido incompriibile perci 簷 non contiene energia di compressione tutta l'energia di pompaggio 癡 stata tradotta in energia elastica dell'apparecchiatura il gas invece accumula energia pompandolo e deforma elasticamente il reattore nel primo caso posso rilasciare solo l'energia elastica del fasciame nel secondo caso oltre l'energia elastica del fasciame abbiamo anche quella del gas Ritorniamo a questo punto facendo considerazioni sulle categorie di rischio abbiamo ragionato sulle priorit? delle 4 casistiche con i dati di specifica possiamo riposizionare l'apparecchiatura nella sua categoria di rischio possiamo andare a scegliere il modulo di certificazione alla conformit? alla PED ci sono piccoli gradi di libert? lasciate al costruttore siamo al foglio 14 abbiamo una tabella la tabella b2 che ci assegna le possibilit? operative in forma matriciale in ragione di possedere un certificato di qualit? allora non 癡 necessaria la certificazione PED opera con procedure interne che sono gi? certificate se non c'癡 un sistema di qualit? interno deve adottare il modulo A queste le troviamo nella PED Si ha una sintesi A 癡 semplicemente un controllo sulla produzione interna e viene fatta solo al di sotto della responsabilit? del fabbricante la valutazione dettagliata la troviamo nella PED Se siamo in una categoria di rischio superiore, come la 4, possimo scegliere moduli diversi C'癡 l'intervento dell'organismo notificato nel cartiglio l'organismo deve essere dichiarato Se andiamo dentro la PED nel modulo G c'癡 scritto tutto quello che va fatto e le cose aumentano Le procedure di verifica della conformit? diventano pi 羅 dettagliate pi 羅 onerose L'appendice D chiarisce la lista descrittiva proposta dalla PED ci da le operazioni, le procedure di assessment, certificazione di conformit? in ragione delle categlrie di rischio dalla 1 alla 4 Ci son una serie di operazioni di tipo ispettivo a seconda dei casi serve l'organismo certificato ci sono procedure che riguardano il dominio del progetto Il prossimo passo sar? scegliere la modalit? di scegliere i controlli non distruttivi testing group Avevamo ragionato sul posizionamento nella categoria di rischio dell'apparecchiatura chimica Avevamo visto la scelta del modulo ora andiamo a decidere il testing group raccolte nella parte 5 Inspection la procedura prescritta nel codice 癡 chiara e gli aspetti operativi sono raccolti in grafici e tabelle qui la procedura 癡 sintetizzata in una tabella molto importante siamo al foglio 24 ovvero pagina 20 di questa parte stiamo parlando della tabella 6.6.1/1 raccoglie i possibili testing group per le apparecchiature in pressione costruiti in acciaio domanda d'esame "mi illustri le tipologie di test non distruttivi e come si differenziano l'un l'altro" abbiamo 4 modalit? di controllo con divisioni, particolarit? in pi 羅 gruppo 1 controllo il massimo controllo di pi 羅, i controlli sono completi ed accurati questo mi permette di progettare con un fattore di sicurezza inferiore sono pi 羅 sicuro di aver verificato al massimo, gli eventuali difetti rientrano dentro un limite di accettabilit? mentre vado verso il gruppo 4 riduco l'estensione dei controlli ma dovr 簷 usare un fattore di sicurezza in pi 羅 Viene da se che per reattori importanti e quindi che richiederanno un alta superficie, dovremmo orientarci verso il gruppo 1 per limare i millimetri di spessore richiesti per piccoli reattori potrebbe essere utile andare verso il gruppo 4 io non sono libero di scegliere il gruppo autonomo come pare a me, sono vincolato intanto dal materiale che ho deciso di usare per costruire se controllo tutto il controllabile posso usare qualsiasi tipo di materiale ovvero solo quelli ammessi dalla normativa 13445 materiali che vanno dal gruppo 1 al gruppo 10 li troviamo descritti nel gruppo 2 il gruppo 1b ha delle caratteristiche precise scritte in dettaglio nella parte in corsivo mentre il gruppo 1 癡 applicabile a tutti i processi di saldatura, come il 3 e il 4, il gruppo 2 癡 riservato ai processi di saldatura completamente automatizzati ci saranno dei parametri da mettere a punto, quanto la messa a punto sar? validata il processo di saldatura in automatico pu 簷 sempre essere validata con i testing group 1, 3 e 4 ma la caratteristica del 2 viene descritta da 2 parametri l'estensione del controllo non distruttivo sui giunti di saldatura critica assieme ai coefficienti di efficienza dei giunti saldati questi due parametri sono fondamentali z 癡 il parametro che va ad abbattere la tensione ammissibile del materiale nelle formule di dimensionamento avremo z per f se controlliamo tanto usiamo tutta la tensione ammissibile del materiale se controlliamo tanto significa che stiamo procedendo sia nel gruppo 1 che nel gruppo 2 i giunti di saldatura governing, ovvero i critici, quelli che governano la sicurezza strutturale del fasciame nel grupo 1 sono tutti controllati nel gruppo 3 ne controllo 1/4 - 1/0 nel gruppo 4 non faccio controlli che non siano visivi, visual testing se riduco l'estensione dei controlli sui giunti critici, saranno presenti dei difetti che non ho visto e controllato andr 簷 ad abbattere con questa cifra la tensione ammissibile del materiale del 15% moltiplico la tensione ammissibile per 0.85 o viceversa ne uso il 70% di quello che potrebbe darmi la sintesi 癡 nel fattore z quello che impatta sullo spessore 癡 z la differenza che c'癡 癡 che nel gruppo 2 fino a quando non ho validato il processo di saldatura automatico 癡 in queste estensioni, ovvero non ho acquisito un esperienza soddisfacente finch 癡 non ho controllato al 100% tot metri di saldatura la tecnica allora la valido come efficiente smetto di controllare al 100% questi metri e mi limito a fare un controllo a campione fino a quando il controllo a campione 癡 dentro i limiti nonostante io proceda controllando il 10% sto per 簷 operando con un fattore di efficienza del cordone di saldatura 100% mi aspetto che i parametri non cambino tengo monitorata la qualit? del processo se abbiamo una variazione di qualit? allora scatta il campanello di allarme perdo l'esperienza soddisfacente devo riverificare il 100% dei cordoni di saldatura dell'ultimo lotto eventualmente li correggo, vado a molare la saldatura e la rifaccio riprendo a controllare il 100% rieffettuo la procedura di validazione per riottenere il grado di soddisfazione soddisfacente e dopo rilasso di nuovo i controlli come per il gruppo 1 posso usare il 100% della tensione ammissibile queste tecniche di controllo che sono parziali le posso applicare con una limitazione sulla scelta dei materiali se andiamo nel gruppo 4 dove non faccio controlli, questo 癡 limitato ai materiali del gruppo 1.1 o 8.1 materiali tenaci, sono acciai non legati quelli di base e il gruppo 8 relativo agli acciai ossidabili 8.1 sono gli acciai pi 羅 semplici per materiali "tranquillli" dal punto di vista del transitorio accidentale frattura possiamo controllare poco perch 矇 ci stiamo fidando dello stato dell'arte sulla saldatura basta un visual controlling per essere sicuri che basti un fattore di sicurezza basso se lo spessore 癡 forte il limite sullo spessore 癡 solo tecnologico e dobbiamo controllarlo fortemente se i millimetri sono pochi allora possiamo ridurre l'estensione dei controlli anche la temperatura di servizio 癡 importante perch 矇 se 癡 bassa infragiliamo il materiale non si hanno eventualmente problemi c'癡 una parola chiave, controllare il 100% dei giunti critici per gli altri giunti andiamo a controllare un tot metri definiti nella tabella che segue la prossima tabella 癡 a seguire nel foglio 28 6.6.2/1 vengono definite le diverse geometrie dei cordoni di saldatura sono numerati, sono associati a cosa significa questa tipologia di giunto lo schema ci raduna le diverse geometrie possibili in un apparecchiatura in pressione possiamo avere un fasciame cilindrico o conico, fondi emisferici o formati connessioni flangiate piuttosto che saldate occhielli tutte le configurazioni possibili ogni tipologia di cordone 癡 numerata a questa tipologia di saldatura corrisponde l'estensione del controllo nella parte cilindrica abbiamo cordoni assiali o longitudinali solo la tensione cerchiante 癡 quella che va a riequilibrare il carico di pressione il guscio conico o cilindrico 癡 ricavato da una superficie rigata solo una delle tensioni di membrana, la tensione cerchiante 癡 quella che a riequilibrare il carico di pressione discorso diverso per un guscio emisferico entrambe le tensioni di membrana vanno a riequilibrare la pressione nel cilindrico il cordone longitudinale 癡 in tipologia 1 il cordone cerchiante 癡 tipologia 2a o 2b 2a 癡 testa testa con doppia penetrazione 2b 癡 testa testa con doppia penetrazione con backstreep piuttosto che sovrapposizione piuttosto che ad innesto ma non 癡 a tipologia 1 1 癡 critico 2 non 癡 critico 5 sono giunti critici o scopriamo nella tabella andiamo a prendere giunto 1 l'estensione di test per il gruppo 1a, per quanto riguarda i controli RT radio grafici, UT sta per a ultrasuoni vanno a cercare difetti all'interno del materiale MT magneting testing e PT liquidi penetranti questi ci permettono di rilevare difetti affioranti alla superficie i controlli volumetrici se parliamo di giunti longitudinali questi sono il 100% del gruppo 1a qqusto vuol dire che sono quelli governing, quelli critici i controlli sui giunti 2a, quelli circonferenziali, 25%. Non ossono essere critici tutte le saldature sui fondi sferici sono 100%, anche questi sono governing questa tabella ha scritto in chiaro in relazione al tipo di saldatura e in funzione del controllo scopriamo quali sono i giunti critici e quali non lo siano la differenza 癡 dovuta allo stato tensionale che insiste nei punt di saldatura partiamo dal caso di una geometria sferica, guscio sferico Poniamo che ci siano 2 cordoni uno circolare sul taglio della calotta e uno perpendicolare supponiamo che ci siano due punto sui cordoni, P e Q lo stato tensionale dle punto P, preso un volume infinitesimo del guscio sappiamo dalla teoria delle membrane che ci sono 2 componenti di tensione normale di membrana \sigma \teta e \sigma \phi sono identiche =P*Ri/2e Stesso discorso identico nel punto Q se consideriamo un volumetto infinitesimo avremo lo stesso stato tensionale l'orientamento del cordone di saldatura 癡 diverso nel caso P il cordone 癡 orientato nella direzione \teta se supponiamo che ci sia una cricca all'apice del difetto che lo va a strappare, in modo tale da consentire una propagazione del difetto lungo la direzione del cordone troviamo la \sigma \phi all'apice del difetto ci sta in nostro elementino infinitesimo del materiale nella direzione perpendicolare al fronte di frattura trova uno stato di tensione \sigma \phi che 癡 quello responsabile secondo la modalit? 1 di frattura a generare il fattore di intensificazione degli sforzi che strappa il materiale in modlit? 1 quella pi 羅 facile, che richiede meno energia, che pi 羅 facilmente consente al difetto di correre anche se l'abbiamo controllato il cordone, questo pu 簷 avere delle micro porosit?, se c'癡 un difetto allora 癡 facile che si propaghi lungo il cordone piuttosto che esca dal cordone e si propaghi nel materiale base i cordoni sono pi 羅 critici del materiale base nel cordone orientato in direzione cerchiante 癡 a \sigma \phi a essere responsabile dell'intensificazione degli sforzi la tensione responsabile 癡 sempre quella perpendicolare al cordone Se in direzione del cordone dove giace Q abbiamo una cricca se ingrandiamo avremo il nostro elementino dV la tensione responsabile della propagazione 癡 \sigma \teta 癡 la perpendicolare perch 矇 tende a strappare il cordone per la sfera \sigma \teta = \sigma \phi allora si ha la stessa probabilit? di trovare difetti in entrambi i cordoni sono entrambi governing se c'癡 un difetto nel cerchiante lo devo controllare e lo stato tensionale 癡 pi 羅 forte in quel cordone, stesso discorso nel cordone phi il discorso 癡 diverso per fasciami cilindrici o conici se si ha una sola direzione di curvatura Se andiamo a prendere il nostro guscio cilindrico e supponiamo di avere un cordone di saldatura cerchiante il longitudinale 癡 critico per evitare che il difetto squarci tutto la posizione dei cordoni longitudinali vengono sfalzati tra una virola e quella successiva se un difetto parte e si propaga c'癡 speranza che il cordone cerchiante possa agire da crack stopper Se abiamo un punto Q nel longitudinale e un punto P nel cerchiante gli stati tensionali sono identici in questi punti sono semplicemente punti su un fasciame cilindrico, ovunque siano lo stato tensionale 癡 identico P=Q 癡 come se avessi che nella direzione z avremo una tensione di membrana \sigma_z nella direzione cerchiante avremo una \sigma_\teta che 癡 il doppio dell'altra lo stato tensionale 癡 identico, ma l'orientamento del cordone che 癡 sfasato di 90 gradi se c'癡 un difetto 癡 il difetto ad essere sfasato di 90 gradi rispetto allo stato tensionale nel punto Q se c'癡 un difetto allora a questo punto andando a ingrandire l'apice della cricca ci troviamo uno stato tensionale nel dV, proprio all'apice si trova questa volta la \sigma_\teta che contribuisce a strappare i bordi con la massima intensit? dello stato tensionale e viceversa nel punto P avremo il cordone di saldatur cerchiante se abbiamo un difetto, qui andandolo a vedere in grande l'apice del difetto sempre in un volumetto infinitesimo del materiale a strapparlo lavora nel modo 1 la \sigma_z che lavora a 1/2 di sigma teta nel caso di cordoni longitudinali c'癡 una differenza tra le tensioni 癡 significativa la differenza sulla probabilit? di propagarsi del difetto in questo concetto c'癡 la definizione di quale cordone deve essere considerato critico questo 癡 il motivo per il quale se dobbiamo controllare il 100% dei cordoni critici quelli non critici ne controlliamo molti meno anche 1/10 o 0 le tecniche radiografica e a ultrasuoni non sono sostituibili tra loro, ma sono complementari il difetto che non viene visto da 1 pu 簷 essere visto dall'altra i cordoni di saldatura hanno dei cianfrini inclinati Se devo andare a vedere se c'癡 adesione devo usare delle sonde particolari se consideriamo per semplicit? una lastra di materiale base se c'癡 un difetto parllelo alla superfice la sonda a ultra suoni funziona con due sonde, una trasmittente e una ricevente posta dal lato opposto si rileva il difetto se non sento l'ultrasuono nella ricevente oppure il segnale pu 簷 essere riflesso qquando si hanno due materiali diversi, come acciaio e vuoto, si ha una forte riflessione con una tecnica ad ultrasuoni di questo tipo abbiamo una bassa probabilit? di rilevarlo con la sonda a riflessione non vedo i difetti nella stessa direzione del fascio ultrasonoro se il difetto 癡 nella direzione di propagazione del fascio ultrasonoro, non la vedo nell'ecogramma non riesco a distinguerla non riesco a distinguerla rispetto al rumore di fondo se utilizzo una tecnica radiografica, il discorso si inverte funziona con il principio di attenuazione del fascio per spessori pi 羅 forti ho bisogono di raggi pi 羅 forti, i gamma se mando Rx nella direzione perpendicolare al danno il raggio viene attenuato in funzione di cosa attraversa se attraverso il vuoto non ho attenuazione la lettura 癡 una lettura uniforme in tutti i punti, fuori dal difetto e dentro al difetto ho un attenuazione diversa dovuto allo spessore attraversato abbiamo la stessa attenuazione fuori e dentro al difetto se orientato cos 穫 diverso 癡 il caso nel quale ho un difetto orientato come il fascio a lato del difetto viene attenuato per tutto lo spessor dell'acciaio ma il fascio che viene attenuato passando attraverso il difetto subisce un attenuazione per e1 e e2, ma non viene attenuato per tutta la lunghezza del difetto in questo caso lo possiamo vedere un segnale che non viene attenuato perch 癡 c'癡 il vuoto chi 癡 interessato pu 簷 approfondirlo e a presentarlo all'esame si pu 簷 approfondire una tecnica diagnostica 癡 un argomento come prima domanda molto benvenuto Diciamo anche qualcosa riguardo ai criteri di accettabilit? si fanno dei controlli poi pi 羅 approfonditi sono qualcosa si vede sempre bisogna stabilire i limiti quantitativi entro i quali un difetto pu 簷 essere ritenuto accettabile questi limiti devono essere normati la norma di riferimento generale va oltre la 13445 e alla quale la 13445 fa riferimento se torniamo nell'indice quando andiamo dopo la definizione delle tipologie dei controlli ci sono delle note su come si va a realizzare le procedure di controlli non distruttivi a pagina 29, corrisponde al foglio 33 i visual testing sono al 100% delle saldature a prescindere il controllo visivo 癡 un controllo importante a seguito di queste tecniche citate possono emergere una difettologia i tipi dei difetti possibili sono radunati dentro la normativa 5817 oltre a presentare i difetti va a stabilire le dimensioni geometriche che ne consentono la accettabilit? secondo 3 livelli di qualit? per le apparecchiature in pressione ci vuole almeno un livello di difetto C anche questo pu 簷 essere un approfondimento la norma c'癡 sul drive c'癡 una lista di imperfezioni codificate c'癡 il nome in relazione anche allo spessore del cordone ci sono parametri qualitativi che consentono di quantificare il difetto la qualit? B 癡 quella pi 羅 elevata la C 癡 l'intermedia e poi la D 癡 la pi 羅 grossolana ci sono anche difetti volumetrici come ad esempio le porosit? all'interno del materiale imperfezioni all'interno del volume del cordone di saldatura un rapporto di qualifica di questo tipo in questo caso parliamo solo di difetti geometrici giusto un applicazione molto rapida lel qualifiche e i cordoni sono strutturali non per applicazioni in pressione per esempio sono spessori sottili che si possono andare a qualificare secondo la 5817 si pu 簷 andare a vedere che tipo di imperfezioni emergono tra i lembi saldati si pu 簷 quantificare il disallineamento e determinare il livello di qualit? si possono andare a sintetizzare questi aspetti in tipologie di rapporti sintetici che vanno a definire i parametri della saldatura quantificarli, confrontarli con un livello di accettabilit? questi sono esempi possibili di applicazioni che vanno ad effettuare il controllo in questo caso questo 癡 un controllo distruttivo perch 癡 se posso rimuovere un cordone di saldatura la apro e vedo dentro se non la posso distruggere le tecniche non devono prevedere una rimozione del materiale Sugli aspetti legati all'inspection and testing c'癡 una parte che pu 簷 essere interessante come relazione per l'esame il capitolo 10 va a descrivere come approfondire la prova finale nel caso in cui non sia possibile farla con acqua 癡 possibile farla pneumatica c'癡 scritto come procedere, i parametri che vanno a definire la pressione di test in armonia alla PED non lo facciamo come programma di esame, 癡 un argomento interessante che pu 簷 essere portato come opzione di approfondimento possiamo comiciare la parte 3 di progetto Design La parte introddutiva parla dei concetti di base della progettazione la corrosione poi le condizioni di caricamento come viene proposto il calcolo dello spessore di fasciame riprende il fattore di efficienza delle giunzioni saldate poi ci sono le relazion di dimensionamento che iniziano nel capitolo 7 all'esame 癡 importante saper trovare le parti della normativa All'esame chiede di illustrare la procedura di verifica di un apertura andiamo nell'indice andiamo al capitolo 9 le figure associate, i simboli, hanno un significato cosa vuol dire fw? ats? a cosa fa riferiment va anche bene risalire al termine se ci mettete del tempo, il voto si abbassa lui valuta il tempo che impiego a trovare i concetti sui criteri di base sul quale 癡 impostato il progetto c'癡 un aspetto relativo alla corrosione la protezione da corrosione pu 簷 essere affrontata in seguenti modi intanto sovradimensionare il fasciame il dato quanti millimetri verranno mangiati per effetto della corrosione non l'abbiamo nella norma, ma dipende dal processo chimico se all'interno dell'apparecchiatura c'癡 un particolato solido ci possono essere aspetti abrasivi se invece ci sono aspetti di interazione chimica, si devono andare a studiare queste cose, sono prerequisiti, devo sapere alla T con quel fluido che dinamica di corrosione c'癡 quando ho questo dato io so quanti millimetri saranno mangiati durante la vita c 癡 la corrosion allowance i millimetri che hp saranno persi se mi servno 100mm strutturali e c vale 3 mm allora dimensiono 103 a fine vita avr? consumato i 3mm l'ultimo gionro dell'impianto avr? 100mm esattamente quelli che i servivano oppure posiamo usare 2 materiali uno povero chimicamente per la struttura e un rivestimento interno che ha un elevata resistenza all'aggressione chimica separo le due funzioni a questo punto posso utilizzare delle tecniche di overlay di saldatura non 癡 previsto l'incamiciamento, ovvero avere un cilindri esterno strutturale e inserire un cilindro interno senza una continuit? tra due materiali se il fluido penetra il rivestimento pu 簷 accellerare la corrosione si usa l'overlay di saldatura l'upflow se andiamo a vedere il dimensionamento degli spessori nella testa abbiamo un fasciame emisferico 145mm dopo la forgiatura in pi 羅 vi saranno saldati internamente 4.5mm di welding overlay questi 4.5mm rappresentano il fattore c ovvero il sovraspessore di protezione alla corrosione o rinforziamo il materiale strutturale o ne mettiamo anche un altro domanda d'esame foglio 10, pagina 16 癡 tutto spiegato nella didascalia questo 癡 lo spessore e 癡 lo spessore calcolato dalle formula di dimensionamento questo 癡 lo stretto indispensbile per resistere alla sollecitazione qual'癡 lo spessore minimo che deve avere in fabbrica quando 癡 pronto? e + c lo spessore minimo 癡 e+c se faccio un controllo devo leggere almeno lo spessore minimo in fase di progetto devo trovare e ma se devo fare un calcolo di verifica una stress analysis mi metto in condizioni di apparecchiatura completamente corrosa la validit? dell'apparecchiatura deve essere data n hp di completa corrosione gli spessori che usiamo in analisi sono e_a rilevando i dati della geometria terremo conto di togliere la protezione dalla corrosione per lavorare con lo spessore di analisi poi succede che ho delle tolleranze devo ordinare la lastra nelle normative tecniche di fornitura questi acciai quando ci vengono forniti ce le danno in forme, non ci sono solo le caratteristiche degl acciai ma anche le caratteristiche del prodotto grezzo fornito con le sue tolleranze di fornitura il fabbricante ordina una lamiera da 100 +o- una tolleranza questa tolleranza 癡 \delta_e devo ipotizzare di essere nel caso peggiore quindi non avremo 100 o 103 ma ci devo mettere anche un +1 104 se mi arriva una lamiera al limite della tollernza deve comunque essere sicura in pi 羅 quando ho fatto il mio progetto, l'officina potrei avercela in casa se sono il costruttore oppure l'ufficio tecnico fa consulenza e non so quale sar? l'officina quando l'officina si vede arrivare un disegno si confronta con l'ufficio commerciale l'officina conose il suo processo di fabbrcazione il manufacturing, se la lastra 癡 da calandrare l'officina sa per esperienza che ha una tolleranza di manufacturing ovvero un assottigliamento allora l'officina lo sa, ne tiene conto questa informazione deve essere valutata da un ingegnere di processo e questo dato 癡 \sigma_m l'ingegnere di processo dir? all'uficio acquisti ordinamela con 1mm in pi 羅 perch 癡 calandrandola la assottigliamo Avevamo visto la composizione dello spessore di fasciame i vari significati useremo la tensione ammissibile data da z se il testing group sarà gruppo 1 o 2 o una percentuale negli altri casi Il vestimento è necessario per andare a protegere il materiale strutturale dagli effetti della corrosione c'è la possibilità si utilizzare un unico materiale che garantisce la resistenza strutturale e alla corrosione o andare a suddividere queste due funzioni è possibile andare a controllare l'effetto della corrosione nel tempo con le piastre ad usura che a contatto con il fluido di processo ci permettono di verificare che il tasso di corrosione sia entro i limiti di processo sulle condizioni di caricamento abbiamo parlato in introduzione per adesso ripetiamo il fatto che le formule di dimensionamento sono basate sul carico più importante che è relativo al fluido di processo le formule dirette vanno a dimensionare su questo parametro normalmente la procedura richiede il dimensionamento a pressione e a seguire si fanno analisi e verifiche di resistenza in corrispondenza di ogni altra condizione di caricamento prevista le condizioni di carico sono divise in casi diversi condizioni operativo, di esercizio rispetto a questi i coefficienti di sicurezza sono quelli più conservativi rispetto alle tipologie di carico eccezionali, sismiche o prova idrostatica a fine costruzione i coefficienti di sicurezza sono al limite, quasi 1 perché sono situazioni che non è detto che l'apparecchiatura si trovi a speriementare nella sua vita si può accettare di verificare questa condizione con situaizioni vicine allo snervamento si verifica anche la coesistenza di queste sollecitazioni facciamo riferimento al carico di pressione principalmente, perciò il dimensionamento dei fasciami fa riferimento a questo lascia alla nostra lettura, foglio 27 che corrisponde alla pagina 23 c'è un elenco dei modelli di cedimento defrmazione plastica parliamo di instabilità elastico-plastica accumulo di deformazione progressiva di fatica, di creep quale sia la pressione massima ammissibile, un dato di carta nel plate, nella targhetta che deve essere applicata all'apparecchiatura potrebbero esserci anche delle camere con diversi livelli di pressione quello che invece che è la pressione di progetto leggetevi le definizioni che governano le specifiche iniziali dell'apparecchiatura avevamo introdotto queste specifiche sia sulla pressione che sulla temperatura di esercizio la T di esercizio impatta la resistenza meccanica e la tenacità del materiale la T rappresenta una fonte di caricamento secondaria il gradiente di temperatura attraverso lo spessore vanno a fare uno stato tensionale termico l'approfondiremo nello stress analysis si distingue lo stato di sollecitazione primario e secondario ogni tipo di caricamento corrisponde a uno sforzo tensionale sui metodi di progetto avevamo parlato nell'itroduzione DBF, usiamo le formule proposte DBA utilizzando una tecnica di calcolo in regime elastico lineare piuttosto che in regimi elasto-plastici c'è il problema della fatica, questo è un dato che dobbiamo ricordarci n_eq le formule sono per casi di carico statici statico vuol dire che accettiamo un numero di cicli di caricamento inferiore a 500 curve di fatica per wholer, si parlava di un campo da 8000 fino a qualche milione di cicli se parliamo di cicli <500 siamo vicini al caricamento statico si parla del campo oligociclico Stiamo in una situazione di caricamento vicino a condizioni statiche se invece il caricamento in pressione subirà cicli di fatica > 500 i coefficienti di sicurezza non saranno più sufficienti il fattore di sicurezza proposto ci basta per la verifica data questo basso numero di cicli di caricamento dovremmo aggiungere la verifica a fatica è sostanzialmente quello che abbiamo visto in triennale nel caso specifico delle apparecchiature in pressione e le loro giunzioni saldate può essere un capitolo scelto per la domanda all'esame è uno spunto per approfondire all'esame ricordiamoci che c'è la suddivisione tra situazioni non affaticanti con n_eq<500 e situazioni affaticanti per numero di cicli >500 nel calcolo dello spessore a volte, nei casi semplici, potremmo usare il calcolo diretto altre volte per via iterativa ci sono alcune caratteristiche per la progettazione delle giunzioni di saldatura, ma è un altro ambito, l'ambito di tecnologia e non approfondiamo siamo pronti per cominciare il dimensionamento passiamo al calcolo della tensione ammissibile di progetto, cap 6 Questa tabella ci elenca le regole per calcolare la tensione ammissibile di progetto che usiamo relativamente alle condizioni di caricamento di esercizio nominali e poi c'è la tensione ammissibile in condizioni eccezionali, di test e situa eccezionali ri fa riferimento alle resistenze dei material nella tensione ammissibile di design, f_d c'è il riferimento alle caratteristiche di resistenza dei materiali, R_p proof strenght, tensione di snervamento che comporta lo 0.2% di tensione residua allo scarico alla T di progetto e la limitiamo con un fattore di sicurezza qui c'è un aspetto di armonizzazione alla PED ci sono i numeri previsti, specificati dalla PED prenderemo la minima tra questa e la tensione ultima di resistenza a trazione, una tensione di rottura R_m a una T ambiente, /20 è inteso 20°C nei casi di carico eccezzionali ci interessa uno snervamento, molto risicato, 1.05 le notazioni a sinistra sono richiamate dalla norma di trazione quasi statica e rappresentano l'allungamento percentuale a rottura facciamo riferimento ad un caso di esempio usiamo la specifica di progetto dell'ammonia convertor prendiamo la specifica tecnica di questo reattore abbiamo il materiale, lo shell sappimo che la scelta del materiale è a discrezione del fabbricante, possiamo scegliere materiali diversi, normalmente ci si aiuta con l'officina quello che succede è si andare a scegliere materiali facili da lavorare, da saldare, ed economici per applicazioni non troppo sfidanti, ovvero diametri piccoli e pressioni piccole ovvero spessori ridotti man mano che le richieste in termini di pressioni del fluido e volume di contenimento aumentano non è detto che si riesca ad ottenre degli spessori adattabili ci si sposta su materiali più pregiati con caratteristiche aumentate andiamo a considerare la specifica del diametro interno dllo shell andiamo a considerare la temperatura di progetto quindi 300 e la P di progetto. bar g(leggi bar gaige) Il risultato del dimensionamento lo vediamo dal disegno il fasciame ha uno spessore di 127 millimetri per i fondi emisferici, sul superiore è 100mm per l'inferiore è 80 la geometria è identica del fondo superiore e inferiore, ma questo risultato geometrico lo approfondiremo poi la prima cosa da fare è determinare le tensioni ammissibili dobbiamo identificare la norma di fornitura del nostro acciaio e questo lo vediamo con la parte 2 entriamo nella parte 2 andiamoa cercare la stringa del nostro acciaio 20MnMoNi45 Siamo nella tabella che elenca le tipologie di acciai designati alfanumericamente e numericamente lo stato del trattamento termico secondo il quale è fornito viene fornito bonificato gli spessori vanno da 0 a 250mm se calcoleremo uno spessore entro la fascia troviamo un fornitore easy, se andiamo sopra magari lo troviamo il fornitore ma dobbiamo attivare la procedura per qualificare il materiale, probabilmente converrà spostarci su un altro materiale tutti i dati sul materiali li troviamo nella colonna european standard che ci rimanda alla norma 10028 ci dice anche il grupo al quale appartiene le caratteristiche le troviamo sintetizzate nella descrizione dei gruppi in questo caso è il gruppo 3.1 il gruppo 3.1 sono acciai bonificati, è un acciaio che ha caratteristiche di resistenza meccanica dichiarati li, sono minme non è austenitico perché quelli stanno da un altra parte dobbiamo andare a recuperare l'allungamento a rottura nella 10028 parte 2 abbiamo le caratteristiche degli acciai quesi vengono forniti come lamiera, la deformazione plastica può allungare il grano dando caratteristiche meccaniche migliori le provette sono sottoposte a prova static a aT ambiente e poi a T crescenti il parametro A grande è l'allungamento percentuale dopo rottura A=18% lo spessor eè importante perché in ragione di esso se è inferiore a 40mm le caratteristiche resistenziali sono migliori rispetto a spessori maggiori questo perché la caratteristica del grano negli stati interni è diversa la tensione resistente ultima a trazione per spessori importanti perdiamo Mpa prendendo direttamente il campo giusto facciamo rif al range da 100 a 150 a T ambiente abbiamo 440 Mpa usiamo il numero più conservativo, 570 c'è una certa dispersione nei dati di resistenza, nel progetto ci mettiamo nelle condizioni peggiori perciò segniamo 570 MPa fanno riferimento alla T ambiente, ma la norma ci chiede di recuperare i dati anche alla T di esercizio R_p e R_h sono la stessa cosa Il nostro dato da specifica è 300°C andiamo arecuperare le info Anche in questo caso andiamoa considerare la riga relativa llo spessore che ci interessa per 300°C abbiamo esattamente il dato se non l'avessimo o lavoriamo conservativamente prendiamo il dato successivo oppure possiamo procedere con un interpolazione lineare tra i due passiamo al capitolo 7 all'interno del quale andiamo a dimensionare gli spessori dei fasciami per le apparecchiature in pressione soggette a pressione interna pressione assoluta interna maggiore della pressione assoluta esterna C'è anche un capitolo che considera il caso pressione esterna maggiore noi stiamo andando a progettare con condizioni di progetto puntuale ovvero punto per punto ci assicuriamo che la tensione sia minore dell'ammissibile se stiamo in condizioni di caricamento esterna non c'è solo la condizione di resistenza puntuale, ma c'è una condizione globale che tiene in considerazione anche gli effetti geometrici Per questo motivo in quel capitolo si dovranno prendere in considerazione strutture di rinforzo che aumentino la resistenza flessionale del guscio restando alla pressione interna il guscio è in una configurazione geometrica autostabile, il cilindro si gonfia ma mantiene la forma cilindrica, la sfera si gonfia e resta sfera. Non c'è il cedimento per instabilità cominciamo il caso cilindrico c'è il dominio di applicabilità delle formule nel caso degli shell cilindrici a seconda che conosciamo il diametro interno o esterno abbiamo a disposizione il dimensionamento diretto queste formule sono limitate al caso del rapporto tra spessore e diametro esterno non superiore al 16% e/D_e<16% Nel materiale didattico c'è uno script per dimensionare, nella cartella esercizi ci sono alcuni script di maxima calcoliamo la tensione di design e la tensione di test per la pressione di test possiamo prendere il 25% in più della pressione di design per un rapporto tra le tensioni ammissibili di design e test Sulla base di questi parametri andiamo a verificare quale sarebbe lo spessore di fasciame nel caso di esercizio e di test dimensioniamo nei due casi, sostituiamo a P la pressione di design e poi la pressione di test Quello ottenuto con le norme ASME, americane, è 127. Con la 13445 128, i risultati sono molto sovrapponibili prima di passare al dimensionamento dei fondi è utile ricostruire questa formula di dimensionamento, deriva da tresca applicato alla teoria delle membrane la teoria delle membrane ci da una tensione radiale media tensione radiale in corrispondenza del raggio interno + òa tensione radiale in corrispondenza del raggio esterno diviso 2 nel dimensionamento diretto imponiamo che la sollecitazione equivalente sia pari alla tensione ammissibile, in questo caso moltiplichiamo per z z fattore di efficienza dei cordoni di saldatura per i fondi emisferici si deve calcolare la formula di dimensionamento del reattore sferico completo, ma dobbiamo avere cura del fatto che il raggi omedio del fondo deve coincidere con il raggio medio del fasciame cilindrico questo vuol dire che anche se la formula di dimensionamento dello spessore è diretta, visto che non conosciamo il raggio interno del fondo emisferico dovremmo procedere per iterazione nell'iterazione imponiamo la continuità del raggio medio 64 è per resistere alla pressione interna hanno dimensionato la parte superiore a 100 e quella inferiore a 80 c'è l'effetto di altre situazioni c'è una chiusura flangiata che va a impartire una sovrasollecitazione localmente tra questo anello forgiato, forato per alloggiare i bulloni e il fondo stesso che richiede localmente a questa zona uno spessore superiore questo non si vede con il solo dimensionamento a pressione, ma con una procedura di stress analysis agli elementi finiti se avessimo dimensionato a 65 e poi dopo ci troviamo a dover considerare altre condizioni di carico ci si può chiedere se conviene fare una zona di rinforzo locale vicino alla flangia oppure se è economicamente più semplice prendere una lastra di 100 e poi andare a formare la semisfera sono scelte basate su convenienze di fabbricazione ed economiche la connessione fra il fasciame cilindrico, la gonna di supporto ed il fondo il calcolo strutturale ha portato a richiedere uno spessore di 80 si hanno effetti di caricamento locali che vanno ad aggiungersi a quelli della pressione la prossima volta si vedranno le giunzioni Riprendiamo al dimensionamento dei fasciami, ci riallacciamo alla pressione dei test facciamo anche un confronto tra asme e 13445 Riprendiamo la specifica di progetto dell'ammonia converter ci segniamo il dato della pressione di test Pressione alla quale viene effettuato il test idrostatico 269 bar Recuperiamo il capitolo 10 che tratta la prova idrostatica Andiamo a recuperare le formule che ci consentono di definire la pressione di test queste sono armonizzate con la ped i coefficienti di sicurezza sono quelli consentiti dalla PED f_a, tensione ammissibile in condizioni di carico normali alla temperatura di test: 20°C la definizione della tensione ammissibile l'abbiamo nella parte 3 di progetto capitolo 6, tabella 6-1 rifeimento alla prima riga Ci chiede di determinare f_a come la tensione ammissibile ai casi operativi normali La nostra f_a sarà il minimo tra due condizioni, la prima di snervamento e la seconda di rottura Però la f_a fa riferimento al momento del test, alla T di 20°C La tensione di snervamento alla condizione operativa, ovvero in questo caso il test idrostatico, è a 20°C. Il secondo limite è nei rispetti della rottura e questa sempre a 20°C nei rispetti di un fattore di sicurezza come da PED a 2.4 andiamo a ricavare le tensioni di snervamento per fa prenderemo la minima tra 440/1.5 e 570/2.4 min(293;237) 237 Mpa Dobbiamo rapportarla alla f_td tensione ammissible nominale di progetto per le tensioni operative normali relative al materiale, però alla temperatura di progetto (temperatura di design) f_td=min(R_p02(T=300°C)/1.5 ; R_m(T=20°C)/2.4) R_p02=389Mpa/1.5 R_m resta invariato min(389/1.5;237) f_td=237Mpa anche in questo caso il criterio limitante è quello riferito alla rottura in questo caso possiamo applicare il primo calcolo della P_t perché il rapporto f_a/f_td è 1 P_t=1.25*20.7Mpa=25.87Mpa qui è una prova di test, per essere conservativo mi tengo alto 25.9 Mpa bisogna anche verificare la seconda richiesta e fra le 2 dobbiamo tenere la maggiore 1.43*pressione ammissibile dell'apparecchiatura ovvero la pressione di targa normalmente coincide con la pressione di design prendendo la formula di dimensionamento per il fasciame cilindrico facciamo lavorare il materiale alla tensione ammissibile, per sostenere la pressione di progetto serve questo spessore se costruiamo esattamente con questo spessore la pressione di targa coincide con quella di progetto se per n motivi adottiamo dei pezzi commerciali, rifacciamo il calcolo, supponiamo che sia cilindrico, diciamo di avere bisogno di 8 mm, troviamo in commercio degli spessori maggiori abbiamo adottato una virola rinforzata rispetto al requisito di progetto possiamo fare un operazione detta di rating che è l'opposto del dimensionamento determiniamo la pressione massima quando la geometria è data, abbiamo lo spessore (togliamo lo spessore della corrosione), data la tensione ammissibile e geometria possiamo calcolare la pressione ammissibile consideriamo come pressione ammissibile quella di design nel nostro caso, ma è facile che sia maggiore P_t=1.47*20.7=29.6Mpa ora scegliamo la maggiore fra i due per quanto riguarda la norma 13445 andiamo a scegliere la maggiore fra i 2 che è un po' maggiore rispetto a quella delle asme c'è una differenza tra le due ma non è una differenza esagerata questo è il modo attraverso il quale andiamo a trovare la pressione di test andiamo a riprendere il file di maxima riprendiamo il dimensionamento dell'ammonia riprendiamo dallo spessore del fasciame cilindrico lo spessore che deriva dalla tensione di test si racava dalla pressione di test e dalla tensione di test, la formula è la stessa del dimensonamento in condizioni operative, ma i caricamenti sono diversi, nel test possiamo arrivare quasi fino allo snervamento andiamo a prendere il maggiore tra i due spessori se la T di progetto è molto alta, possiamo avere un dimensionamento a progetto dove la tensione ammissibile è molto bassa se la T è confrontabile con la T_amb, la condizione di design differisce da quella di test solo per il fatto che la P di test è maggiore e conseguentemente in quel caso il calcolo dello spesore per la prova idrostatica potrebbe essere il caso peggiore la norma non ci dice solo di dimensionare per le condizioi di progetto, ma ci dice che ci sono le condizioni di esercizio e di test etc... e trovata la più critica da quella deriva il dimensionamento dello spessore Quando l'apparecchiatura viene disegnata, conosciamo geometria e spessori, allora possiamo fare un rating lo spessore di un guscio sferico rispetto al cilindrico è la 1/2 lo spessore di un guscio emisferico è più efficente per sostenere la pressione bisogna definire dove andare a posizionare le parti tra la virola e il guscio è un aspetto importante, si può scegliere se mantenere una continuità sulla superficie interna o esterna, si può andare a vedre se c'è un vantaggio fluidodinamico o strutturale si possono mettere a confronto el diverse soluzioni e vedere ual'è la privilegiata questo confronto è stato fatto e i risultati portano alla necessità di preferire e adottare la continuità del profilo medio tra i due questo aspetto è scritto nella norma nella parte 3 quando parliamo di fondi emisferici il raggio medio del fondo deve coincidere, deve essere nominalmente lo stesso, del raggio medio della virola cilindrica questo è un dovere è un must data la traccia della superficie interna della virola cilindrica supponiamo uno spessore di 128 mm allora abbiamo in sezione la virola con la linea in vista come prima fase andiamo a tracciare la geometria della nostra virola cilindrica in sezione meridiana dovendo garantire la continuità sul profilo medio andiamo a tracciare la linea che passa per 1/2 spessore questa sarà la posizione di giunzione andiamo a definire una linea di tangenza possiamo andare a prendere una circonferenza centro punto per garantire la contiuità la circonferenza finisce sull'asse medio la fase 2 è quindi identificare la circonferenza tangente al profilo medio della virola Conosciamo lo spessore che è stato dimensionato per la parte sferica possiamo stabilire un processo iterativo per il fondo sferico che prenda come vincolo la continuità del profilo medio e al termine dell'iterazione di calcolo abbiamo visto che concludiamo con il dimensionamento dello spessore per la parte sferica ci possono essere materiali diversi, non è detto che sia la 1/2 ci possono essere anche condizioni altre noto il dato di spessore disegniamo il fondo faremo un offset di 1/2 spessore dentro e fuori rispetto una linea media stiamo parlando di un fondo emisferico completamente sviluppato, da 0 gradi alla tangent line a 90 gradi nell'asse del nostro reattore questa è la nostra geometria, come fase successiva abbiamo determinato i contorni completi di queste due parti fase 3: Si definiscono i bordi interno ed esterno del fondo emisferico completo da 0 a 90, cioè dalla tangent line all'asse reattore a questo punto visto che c'è una variazione brusca della geometria tra le due parti che comporterebbe un fattore geometrico di concentrazione delle tensioni inaccettabile si deve far variare la geometria in modo più dolce, serve una geometria di transizione tra le due parti fattibile anche in economia la procedura di raccordo viene effettuata in questo modo si va a prolungare il bordo interno della parte cilindrica va a intersecare la supeficie interna del fondo emisferico che definisce la quota della welding line ovvero la linea effettiva di separazione tra le due parti ora il fondo emisferico diventa una calotta emisferica parziale si va lungo la welding line ad identificare il punto di intersezione tra la welding e la superficie esterna del fondo a questo punto di interseione andiamo a tracciare un segmento che collega il vertice della calotta con il vertice della virola tracciamo la linea di separazione tra la parte cilindrica inferiore e la calotta superiore e andiamo a ridisegnare le due geometrie il fondo non è più da 0 a 90° ma si ferma alla welding line la virola cilindrica si estende e andiamo a determinare quindi il disegno della connessione trasformiamo una giunzione spigolosa in una giunzione raccordata qualora non l'avessimo fatto ne avremmo pagato con uno stato tensionale più intenso IV: si identifica la quota della welding line nell'intersezione fra il prolungamento del bordo interno del fasciame cilindrico e il bordo interno del fondo emisferico. Si identifica la quota e si traccia la giunzione racordata tra le due parti in officina si vanno a consegnare i disegni delle due parti separate in questo caso deve essere movibile quindi viene realizzata una geometria flangiata viene realizzato un forgiato che mantiene la chiusura con i bulloni e la linea di saldatura sul fondo nella parte inferiore c'è una situazione simile ma bisogna anche realizzare la giunzione a supporto viene fatta una gonna che supporta i caricamenti gravitazionali nel disegno si vede la bottom tangent line, la welding line con la skirt e il fondo LA connessione è stabilita, ma c'è l'aspetto che riguarda le dilatazioni radiali differenziali se prosegiuamo il calcolo a valle del dimensionamento troviamo l'applicazione della teoria dell'elasticità che va a calcolare la deformazione il cilindro si sposta di più mettendo in pressione ci si deforma questo non fa rispettare il vincolo di saldatura sono vincolate dalla saldatura quindi il giunto saldato trasmette una reciproca azione e reazione che ripristina la condizione di congruenza nascono sforzi radiali distribuiti per unità di lunghezza nascono delle forze di taglio, sono espresse in N/mm per azione e reazione sono gli stessi che vengono scambiati tra la virola e il fondo sono carichi assialsimmetrici sono carichi che hanno risultante nulla l'asse di simmetria integrata lungo il suo percorso ci da risultante nulla questi carichi saranno tali da riportare ogni punto del cilindro saldato al corrispondente punto della sfera andrà a deformare i due lembi in maniera tale che la sfera si apra un pochino e il cilindro si restringa un pochino andando a raggiungere nuovamente la condizione di congruenza nuovamente l'effetto deformativo di questo carico tagliante è un effetto locale ma a una certa distanza, detta distanza di influenza, questo effetto scompare c'è una differenza ra un sistema di carico con risultante diversa da 0 e quindi per raggiugnere una condizione di equilibrio, se vincolato, di una reazione vincolare l'insieme di caricamenti va a interessare tutta la struttura ci sarà un percorso dentro la struttura che interessa la zona di ingresso del caricamento e va a sollecitare la struttura fino alla zona di supporto del vincolo supponiamo di avere un reattore a colonna verticale che sia vincolato al suolo, che abbia una sua geometria supponiamo che ci siano da specifica dei carichi applicati ai bocchelli questo carico nn ha risultante = 0, è diverso rispetto a una distribuzione autoequilibrata tutto quello che succede dal punto di vista della solllecitazione e deformazione dovuto a un carico equilibrato resta locale e soltanto locale alla zona di applicazione del carico stesso non se ne va in giro la tensione, questo succede quando abbiamo un carico che dovendo essere supportato dai vincoli genera momenti vincolari e reazioni in genere il sistema di carico completo dato da forza + reaz. + momenti manifesta la sollecitazione in tutto il reattore pensando al nostro reattore l'applicazione di un carico esterno questo effettua carichi globali carichi autoequilibrato produce effetti locali la prossima volta vedremo cosa sono gli effetti di sovraeccitazzioe locale data dagli sforzi andremo ad approfondire le distanze di influenza Dimensionamento dei fasciami Ci sono le condizioni di applicabilità delle formule all'inizio del paragrafo un parametro importante è \alpha, angolo del cono Il cono ed il cilindro vengono trattati allo stesso modo perché sono entrambi superfici rigate, ottenute per rivoluzione attorno all'asse di simmetria di un segmento entrambe hanno solo una direzione di curvatura perciò hanno stessi ragionamenti riguardo le tensioni nate dalla pressione il dimensionamento dello spessore del guscio conico e_con poi vedremo la zona di transizione, la saldatura tra cono e cilindro \alpha è quello compreso tra l'asse di simmetria e il segmento che rappresenta la superficie rigata di rivoluzione alpha = semiapertura angolare del tronco del cono recuperiamo la formula di dimensionamento quando alpha tende a 90 gradi il fasciame conico tende a diventare un fondo piatto per quel caso c'è un capitolo specifico nella norma le formule di dimensionamento sono date in funzione della conoscenza o meno del diametro esterno questo diametro varia con continuità, dall'apertura alla chiusura del cono in un generico punto abbiamo una quota diametrale \phi D_i mano a mano che mi sposto dalla posizione di massima apertura fino alla minima il diametro esterno varia lungo la coordinata dell'asse del reattore le formule di dimensionamento sono analoche a quelle viste per il cilindro entra la pressione di progetto entra la geometria sono aggiustate per il fattore di angolo di apertura ancora deriva dalla teoria delle membrane Andiamo a ricordarci due aspetti In generale dobbiamo definire il sistema di riferimento locale al punto dove andiamo a studiare la risposta tensionale e deformativa la prima direzione del sistema di riferimento è la perpendicolare al guscio nel punto perché nel dimensionamento del fasciame conico compare cos(\alpha)? per rispondere isogna riprendere questo ragionamento definita la prima, l, vengono definite le altre 2, una la m perpendicolare alla l e giacente su un piano contenente l'asse di simmetria, la direzione l stessa e prende il nome di sezione meridiano (o longitudinale) nel piano di sezione meridiano andiamo a studiare la curvatura meridiana, data dal raggio di curvatura della circonferenza osculatrice al profilo del guscio nel punto K il cui raggio definito da segmento k o m va a definire tale raggio di curvatura la terza direzione è automaticamente definita, viene chiamata direzione cerchiante e identifica un secondo piano contenente la direzione l e m, questo piano interseca la direzione meridiana sulla retta che giace sulla direzione l su questo piano la curvatura del guscio è definita dalla circonferenza osculatrice che per assialsimmetria ha sempre il centro identificato per intersezione tra la direzione l e l'asse di rivoluzione z mentre il centro di curvatura meridiano può appartenere a qualsiasi punto della retta l, il centro di curvatura è sempre nell'intersezione tra l e z e definisce il raggio di curvatura R_{\teta} come segmento KO_n applicando questo sdr, applicando le equazioni di equilibrio andiamo a ricordarci il risultato che otteniamo studio dell'equilibrio lungo la direzione l mette in relazione il carico meccanico di pressione, lo spessore del guscio e, lo stato tensionale che si manifesta r piccolo è la distanza tra il punto che stiamo considerando e l'asse z r non è il raggio di curvatura del guscio conico questo è il punto di chiave importante il raggio di curvatura nel piano cerchiante è +inf, non c'è curvatura nel piano meridiano nel piano cerchiante il raggio di curvatura è dato dal segmento KOn è un segmento di retta il raggio di curvatura R_teta è la distanza radiale r dall'asse rapportata al coseno dell'angolo \alpha come il caso cilindrico il raggio di curvatura in direzione meridiana è +inf mette automaticamente in relazione queste qnt carico, spessore, tensione e geometria del cono ui la vediamo espressa in termini di, conosciamo lo spessore calcoliamo sigma in termini di dimensionamento dobbiamo usare la tensione ammissibile, girando la nostra espressione tenendo conto del criterio di tresca, tenendo conto della tensione normale al fasciame media P/2 tenendo conto del ragionamento del fasciame cilindrico andiamo a produrre la prima equazione è importante legare assieme la geometria, è importante raggrupparlo in questo modo è importante vederle assieme Possiamo raggruppare il termine della geometria in questo modo Di/cos(alpha) ora assume il significato di diametro di curvatura cerchiante il fattore cos(alpha) va a incrementare lo spessore rispetto a un fasciame cilindrico che passa da quel punto c'è questa differenza abbiamo formule compatte per il guscio sferico, cilindrico e conico se le relazioniamo se abbiamo l'asse di rivoluzione del guscio, l'asse z supponiamo di avere un punto per il quale passa un guscio sferico un punto k se facciamo il dimensionamento di un guscio sferico avremo allora un certo spessore dimensionato nel punto k se a parità di materiale, a parità di tensione ammissibile e P applicata cambia la geometria, se abbiamo il cilindro lo spessore è il doppio passiamo sempre per k come superficie interna, ma avremo dimensionato uno spessore doppio Se abbiamo a che fare in k con un fasciame conico aumentiamo ancora lo spessore richiesto dobbiamo tener conto del fattore cos(\alpha) data una certa inclinazione, allora nel caso del fasciame conico avremo uno spessore maggiore e variabile con continuità mano a mano che mi avvicino al vertice del cono si necessiterà di uno spessore inferiore costruttivamente possiamo realizzare diversi tronchi, a meno che non vogliamo forgiarlo, se partiamo dalla lamiera potremmo realizzare un tronco di cono con diverse virole coniche e in ogni parte avremo uno spessore diverso diciamo qualcosa sul dimensionamento delle zone di transizione nelle giunzioni si procede non con un dimensionamento diretto abbiamo possibilità di disegnare le giunzioni con spigolo vivo o con raccordatura il secndo caso è più favorevole strutturalmente, ma più difficile da realizzare. il primo viceversa la zona di giunzione ha un comportamento deformativo del cono che non è detto che sia lo stesso del cilindro possono crearsi degli sforzi flessionali secondari essendo saldati assieme, per conseguenza dovranno avere lo stesso spostamento radiale anche se uno vorrebbe dilatarsi di più e congruenza alla rotazione flessionale dei bordi per i sistemi di carico autoequilibrati interviene il discorso di lunghezza di influenza (delle saldature sul resto della struttura) all'interno della zona l1 l2 c'è una variazione significativa dello stato di tensione per qualcosa maggiore uguale 1.4 volte l si dovrà sovradimensionare stesso discorso nel cono, all'interno della zona di rispetto dovrò sovradimensionare spessore del cilindro al di fuori di ogni disturbo, spessore del cono al di fuori di ogni disturbo, ma anche spessore sovradimensionato nelle zone di rispetto per calcolarlo procediamo iterativamente con condizione di verifica il processo iterativo lo troviamo a seguire per il dimensionamento della giunzione possiamo fare il rating e calcolare la P ammissibile e a seguire ci troviamo nel come affrontare il calcolo delle giunzioni serve conoscere l1 radice di un parametro geometrico, diametro esterno per lo spessore calcoliamo beta e iteriamo beta lo tiriamo fuori dal grafico e ora abbiamo l'espressione per valutare i rinforzi per quanto riguarda il dimensionamento dei fasciami stiamo apposto il tronco conico è meno efficiente in termini di spessore, perchè il fondo sferico ha necessità della 1/2 dello spessore del fasciame cilindrico, ma il tronco conico da modo di ottemperare ad esigenze funzionali come lo svuotamento Se abbiamo il bocchello terminale, anche se il bocchello non è propriamente un fasciame cilindrico ma una transizione tronco conica tra un fasciame cilindrico e un bocchello di estremità se c'è una ragione di opportunità per avere un terminale conico, magari perché siamo all'interno di un sommergibile, nella parte terminale di coda conica mi da aereodinamicità ci sono applicazioni, anche meno assurde, dove conviene una geometria tronco conica diciamo due parole su una cosa extra, parliamo di dimensionamento di un guscio soggetto a pressione esterna P=P_int-P_ext<0 si può dimensionare lo spessore del guscio afinchè lo spessore sia già efficiente a contrastare la espandibilità ragionamento analogo al dimensionamento torosferico quello spessore garantisce il contrasto del collasso dovuto alle tensioni cerchianti che vanno in torsione membranale negativa una seconda possibilità, che riprende la tecnica sui puntoni, descritta negli eurocodici come i telai di un edificio, c'è un approccio basato molto sui fattori di correzione e coefficienti, perché il calcolo della trave classico da un risultato che può allontanarsi molto dai limit ientro i quali accadono i collassi strutturali se facciamo un guscio derivato dal calcolo della teoria delle membrane, abbiam visto che il calcolo teorico ci porta a un risultato usato in pratica perché è un metodo che risulta efficace questo approccio non è disturbato da altri effetti non è così con il carico di punta secondo eulero un asse caricata in punta ha una deformazione e quindi una freccia, caso teorico derivante da un equazione di equilibrio, non appena il carico di punta supera un valore critico nace l'inflessione sull'asta e nasce il problema se misuriamo questo carico critico sperimentalmente vediamo che ci possono essere differenze anche dell'80% una perturbazione, come anche il fatto che l'asse non ha un asse perfettamente circolare e la trave avrà un po' di ovalizzazione, questi parametri, queste circostanze dovute a errori di forma, anche perturbazioni piccole producono un grosso risultato aiutano l'innesco della deformazione molto primo un approccio tipo eulero non è applicabile nella pratica si devono stabilire fattori correttivi, tabelle e grafici ci serve esperienza in campo che ci da l'effetto delle perturbazioni d gestire, si deve identificare un metodo che tiene conto dei risultati sperimentali e metterlo davanti al progettista c'è una procedura che permette di disegnare delle strutture di irridigimento flessionale del guscio di fatto calandrare delle travi e metterle all'interno del guscio per irriggidire il telaio dell'aereoplano è irrigidito da delle centinature sono delle travi che hanno una elevata rigidezza flessionale, sono delle lam messe perpendicolarmente al guscio stesso inserisco delle strutture, devo decidere ogni quanto metterle, lo spessore, la profondità e quindi la forma vado a mettere delle travi curve fuori o dentro all'apparecchiatura questi stiffners, più o meno leggeri o pesanti, questi elementi evitano collassi flessionali e dovranno essere dimensionati secondo una procedura che può essere portata all'esame PAssiamo al capitolo 9, le aperture trattiamo le aperture nei fasciami facciamo riferimento alla tecnica di progetto dei rinforzi che sono necessari attorno alle aperture stesse le aperture sono richieste per n motivi passaggio di materiali in esercizio, ispezioni saltuarie, inserimento di strumentazione come le sonde termometriche un apertura nel fasciame va a sottrarre materiale che ha una funzione strutturale ed in più offre ulteriore superficie di spinta e uindi va ad aumentare il carico questi due effetti richiedono quindi di andare a rinforzare sostanzialmente il materiale che tolgo per aprire lo devo ristribuire, forse anche qualcosa in più torniamo sul concetto di equilibrio che è la regola del rinforzo prendiamo questo reattore notiamo che sui bocchelli c'è un rinforzo il bocchello n19 ha lo spessore necessario a resistere per il fasciame del fondo c'è lo spessore del tubo, essenzialmente un fasciame cilindrico il dimensionamento dello spessore cilindrico è legato al diametro interno, più piccolo è più sottile è lo spessore ma nella zona, soltanto localmente, di innesto è tato distribuito del materiale a rinforzo dobbiamo andare a cercare di capire come operare il rinforzo dal principio di equilibrio, ripetiamo il ragionamento, facendo riferimento al tronco di cilindro, ne prendiamo metà 1/2 cilindro che vado a chiudere con una parete piana, per realizzare un'apparecchiatura in pressione che ha una parte piana e una emicilindrica l'asse del cilindro completo passa esattamente per il piano interno dello slab, della lastra immaginiamo questo apparecchio in pressione se lo osseviamo dall'alto, proiezione in pianta vediamo il profilo della lastra e dell'emicilindro e poi abbiamo il carico di pressione la pressione interna, punto per punto agisce semrpe contro la superficie bagnata dal fluido se li separiamo, abbiamo una forza risultante dal carico di pressione possiamo calcolare l'integrale su tutta la superfici del cilindro questa è uguale alla forza risultante al carico di pressione, possiamo calcolare andando a sviluppare l'integrae sulla superficie emicilindrica possiamo definire l'integrale analiticamente le componenti verticalei sono autoequilibrate stesso discorso lo possiamo fare sulla superficie piana possiamo andare a calcolare la forza risultaante come l'integrale sulla superficie bagnata dal fluido è più semplice perchè è P per l'area bagnata per l'equilibrio sappiamo che la spinta a sinistra deve essere equilibrata da uno stato tensionale che nasce opposto, la \sigma_teta per reazione e azione, lo stato tensionale è quello che si genera nella zona di saldatura le due forze sul cilindro e sullo slad sono uguali ed opposte per l'equilibrio noi possiamo calcolare la risultante la forza meccanica, indipendentemente dalla forma otterrei la stessa cosa per un profilo saldato negli stessi punti e un profilo irregolare, assurdo impossibile da calcolare analiticamente, ma dal punto di vista della risultante data dall'equilibrio avremmo comunque la stessa risultante non sarebbe cambiato nulla avremmo avuto la stessa F(P) Questo vuol dire che, se vogliamo ragionare sull'effetto meccanico della spinta della pressione su metà dell'apparecchiaturaa clindrica possiamo prenderci la emivirola cilindrica ci interessa di fatto con questo ragionamento, andare a determinare la nostra foraz totale, non guardando la reale superficie bagnata dal fluido ma andando a guardare l'ombra che questa superficie propietta nel piano di sezione cioè il rettangolo che corrisponde al rettangolo bagnato sullo slab, sulla lastra andare a calcolare sulla superficie bagnata emicilindrica per equilibrio corrisponde al calcolo sulla superficie rettangolare in questo caso A=2*r*h=D*h questa era la tecnica utilizzata per andare a calcolare le tensioni cerchianti ci si calcola la \sigma_\teta la risultante F(P), supponendo che la sigma teta sia distribuita omogeneamente nello spessore abbiamo F=\sigma_teta*2e*h l'area nella carne viva del materiale tagliata dal piano di sezione meridiano quella a disposizione della pressione è quella interna prendiamo il diametro D 2R*h, la forza di pressione F(P)=P*2R*h uguagliando F(P) con F di sigma teta otteniamo la tensione cerchiante sigma_teta=PR/e sulla base di questa formula c'è uesto ragionamento molto basilare sull'equilibrio abbiamo un guscio di forma arbitraria, ma lo immaginiamo chiuso con un fondo piatto perchè è semplice calcolare la risultante della forza di pressione possiamo mettere in relazione la risposta del materiale, la sollecitazione, con il caricamento meccanico il dimensionamento del fasciame gioca su questo, per dimensionare ragioniamo nei termini di far lavorare il materiale con sigma teta, fino a portare la sigma teta ad essere uguale a F(P), imponiamo che sigma teta sia ammissibile e troviamo lo spessore all'equilibrio questo è lo stesso ragionamento per dimensionare le aperture il processo non è diretto, il dimensionamento del rinforzo va fatto secondo esperienza e poi con un processo iterativo ci rendiamo conto se è adeguato se non è sufficiente aggiungiamo rinforzo o se è siamo stati abbondanti rimuoviamo rinforzo il calcolo è una verifica strutturale, quando completo questo percorso ho definito la geometria del rinforzo questa parte è molto discorsiva, ci sono alcuni passi chiave su cui andiamo a muoverci ci sono 3 strategie di verifica che dipendono dal fatto di poter considerare l'apertura isolata oppure no isolata nel senso che c'è una distanza di influenza è isolata se non si ha lì l'influenza di quello che succede per altri punti vuol dire che ci sarà da fare una verifica sull'influenza recproca delle perture ci saranno dei casi in cui si può considerare isolato stesso discorso per n19 ci sono dei calcoli per al distanza di influenza da verificare le teniche di rinforzo sono di diverso tipo anche in questa parte introduttiva viene elencata la simbologia specifica le tenologie di rinforzo possibili sono schematizzate sia in forma scritta che grafica ragioniamo su questa figura la sezione meridiana di un fasciame cilindrico abbiamo un apertura che disturba il fasciame, l'apertura ha un apertura con asse perpendicolare al fasciame una tecnica di rinforzo è aumentare lo spessore è efficace se abbiamo a una certa quota n aperture la virola che ha tante aperture a una certa altezza la vado a rinforzare c'è una zona dove entrano ed escono le tubazioni dei circuiti ridondanti, sono tutti posizionati alla stessa quota, quella sarà una zona soraspessorata una tecnica consiste nel sovraspessorare la zona di interesse un'altra tecnica può essere la saldatura di una piastra di rinforzo in questo modo vado a rinforzare localmente questa zona fino a quando posso estenderlo il rinforzo? Oltre la lunghezza di influenza non ho un beneficio locale al foro il rinforzo è valido solo dentro la lunghezza di influenza e non sono autorizzato ad inserire l'eccesso di rinforzo nella verifica di resistenza, è ininfluente un esempio può essere il vado di espansione per verificare che non ci siano delle microcricche che realizzino un percorso di continuità tra dentro e fuori quando io faccio il test di fine produzione chiudo l'apparecchiatura ci sarà una flangia cieca e metto in pressione se non vedo fuoriuscire nulla vuol dire che le saldature siano a tenut se io non mettessi questo foro non potrei verificare la saldatura di questa saldatura interna se ci fosse una cricca che permetterebbe al fluido di permeare non me ne accorgerei, con il foro si altre tecniche possono essere rinforzare con un anello una zona di materiale che contribuisce al contenimento della pressione un altra tecnica può essere rinforzare il bocchello, materiale che contribuisce al rinforzo anche il bocchello questo materiale può essere set on, fuori, o set in interno può essere sovraspessorato possiamo usare anche una cobinazione di questi rinforzi, posso scegliere una soluzioni tecnicamente possibile epr rinforzare il seondo passo è andare a vedere come è fatta la disequazione di verifica al foglio 110, la regola di verifica del rinforzo è importante perché all'esame si fa fatica a trovare la regola di rinforzo la disequazione è lo strumento quantitativo che ci permette di dire se il rinforzo va bene o no la verifica viene fatta sul bilancio di forze si controlla che la forza resistente, data dalla F_s. data dalle tensioni ammissibili per le aree a loro disposizione una tensione per un area mi da una forza deve essere maggiore o uguale al carico agente, cioè pressione per somma di aree aree proiettate alle superfici bagnate dal fluido questa è la regola fondamentale all'esame sfugge Sulla base della regola generale del rinforzo abbiamo le varie configurazioni geometriche si tratta di studiare il dominio geometrico entro il quale valutiamo il rinforzo all'interno del dominio si deve capire quali sono le aree a disposizione del carico agente e le aree a disposizione della forza resistente Dobbiamo verificare se il rinforzo che in questo caso si opera mediante sovrainspessimento del fasciame potremmo definire come dominio in modo simmetrico tutta la zona intorno al rinforzo, oppure la parte sx piuttosto che la parta dx. il dominio di verifica è definito come linee di contorno dagli assi del foro e del reattore c'è come limite fisico fin dove arriva il rinforzo e poi la distanza di influenza all'interno della disequazione di verifica siamo autorizzati a verificare un dominio e uindi un effetto del rinforzo all'interno della distanza di influenza s_o dipende dalla rigidezza flessionale e qualche costante identifichiamo quale sia lo schema geometrico che deve essere analogo all'apertura da verificare abbiamo A_ps entrante nel foro somma di due rettangoli, sono le aree misurate nel piano della sezione A_fs è l'area a disposizione della tensione ammissibile lato shell questo è il caso di uno shell a geometria sferica il dominio è chiuso dall'asse dle foro, arriva fino al centro di curvatura dello shell sferico, dal bordo del foro abbiamo al massimo s_o andiamo a tracciare la radiale che lo congiunge al centro della sfera individuiamo le due semirette che confinano il dominio definita la zona da due segmenti e un arco di dirconferenza e c'è un area resistente per la tensione ammissibile stiamo facendo una verifica, processo iterativo, abbiamo definito la geometria lo spessore da tenere in considerazione è uello di analisi non lato shell e_as è lo spessore di analisi Con un rinforzo della piastra. Il dominio è amore confinato dall' asse del foro, del reattore e la distanza di influenza Ci mettiamo nella situazione più sfavorevole, siamo conservativi nell' assumere come area di rinforzo della piastra quella con spessore minore Se avessimo preso una piastra molto estesa, avremmo considerato la quota della piastra dentro la l_so In questo documento "verfica bocchello" ci sono i vari termini con i riferimenti alla normativa rispetto dove sono state prese per fare i calcoli le relazioni al foglio 122 c'è una sottoclausola 952456, ci sono le istruzioni per il bocchello ad asse inclinato applicato ai gusci sferici Fino a quando queste formule sono sufficienti a darci un risultato adeguato? entro crti limiti se phi è troppo grande, va a schiacciare contro lo shell troppo e questi effetti locali sono troppo estesi perciò avremo una verifica significativa, se superiamo questo angolo non possiamo procedere con il design by formula 9.5-119 c'è a formula per determinare a ma possiamo anche misurarlo su cad tornando alla figura a è quotato a è la distanza tra l'intersezione asse foro profilo medio dello shell e bordo foro profilo medio dello shell conoscendo la geometria quotiamo la distanza possiamo confrontare un dato calcolato con la formula della normativa e uno misurato la normativa ha un valore di legge, se procediamo con il DBF della normativa siamo coperti dagli adeguati criteri di sicurezza e possiamo procedere dove è stato possibile abbiamo i dati calcolati e quelli misurati possiamo sempre scegliere tutti i dati calcolati secondo normativa se vogliamo essere anche più conservativi tra due situazioni, quella calcolata e quella rilevata, dobbiamo capire come lavora dentro le formule in termini di effetti, se riusciamo a capire quale è il più conservativo lo scegliamo dove non si capise scegliamo quello calcolato se vado a rilevare A_p fi andiamo alla 9.5-122 questo contributo lo calcoliamo e lo troviamo anche nel cad rilevata è 1.277E4 mm^2, ma calcolata è 8.7E4 se voglio essere conservativo prendo il valore maggiore sto dando un area maggiore al carico eventualmente posso procedere in termini conservativi la calcolata è prioritaria quando posso fare un rilievo e capire se è coerente e significativo è utile, benchmark fare l'esercizio e interpretare il processo di verifica è un bocchello particolare non a caso diventa una buona palestra per identificare le parti giuste della normativa Rilevate tutte le situazioni, andando ad applicare la verifica per la formula generale esce che la verifica è soddisfatta ricadiamo all'interno di una verifica di resistenza torniamo al capitolo 9 siamo nel campo delle aperture isolate, abbiamo a disposizione tante situazioni, non è detto che coprano tutte le casistiche, ma possiamo procedere nellla maggior parte dei casi con una verifica di questo tipo la giunzione tra cilindro e sfera rimane nella zona che non dobbiamo verificare, nella zona all'interno dell'estensione di influenza non ci sono altri elementi di disturbo quando abbiamo delle aperture simmetriche devo guardare entrabi i lati, quando abbiamo una situazione di questo tipo per esempio questo bocchello che ha una configurazione simmetrica dobbiamo verificare sia a destra che a sinistra la condizione di apertura isolata invece in questo caso sostanzialmente se il bocchello fosse vicino alla welding line o un altro bocchello, una stress analysis la farei. È vero che a dx la situaizone al bocchello è la più critica, però è anche vero che a sx non ci sono dei margini così superiori avendo la sovrapposizione con un elemento di bordo uno stress analysis è meglio farla oppure se avessi un bocchello potremmo fare un overall check, un check che prende da dx e sx tutto quanto stiamo parlando di come gestire le interazioni se sono sicuro di poter effettuare una verifica al di fuori delle altre aperture identificare la configurazione geometrica esatta e procedere a normativa se abbiamo un problema di intersezione di distanze di influenza se vado a fare il ligament check e come risultato mi trovo che abbiamo una intersezione delle ls_o1 e ls_o2 mi trobo Lb0<a1+a2+Lso1+Lso2 devo fare un check che mi considera delle aree definite considerando entrambe le aperture ci conviene tornare un pochino sopra alla 9.6.1 capitolo delle multiple openings se ritorniamo sopra alle 9.5 abbiamo le aperture isolate dove c'è una casistica più completa il caso delle aperture isolate è limitato dalla verifica 9.5-1 se non sono isolate sono interagenti, quindi multiple e andiamo al 9.6 Andiamo nel caso delle aperture multiple foglio 126 ci sono un po' di situazioni specifiche, ma non ci interessa il dettaglio, noi ci vogliamo muovere l'aspetto fondamentale ci troviamo nella regola di rinforzo, la verifica è quantitativa dobbiamo verificare se la verifica è rispettata si o no c'è una disequazione che va a considerare sia gli affetti 1 e 2, abbiamo sempre i termini di rinforzo, ci sono delle aree relative ai materiali abbiamo il termine della forza agente dobbiamo ragionare sulle figure le figure le troviamo in coda, ci rappresentano come lavorare sulle aperture multiple facciamo la verifica 2 a 2, vengono definite le aree a disposizione della pressione e quelle a disposizione dei rinforzi prima si guarda cosa succede entro la zona interessata dall'interazione se questa verifica non fosse soddisfatta la normativa ammette di operare con un overall check, andiamo a considerare tutta la zona compresi i bordi esterni che mi racchiude tutte e due le aperture che sto considerando è un altro passo che si può utilizzare, foglio 135 fig 965 c'è un caso su un fasciame sferico e sopra un fasciame cilindrico definamo la zona di verifica sui confini esterni che chiudono tutte e due le aperture la mia estensione esterna viene portata fino a una distanza sullo shell vado a definire tutte le aree che competono alla pressione piuttosto che sui materiali in base a questo posso andare a definire la disequazione per studiare il rinforzo è un capitolo estremamente utilizzato della normativa, una volta definito il fasciame , lo disegniamo e poi abbiaom le aperture (date dal processo) e poi il rinforzo il terzo passo sarebbe la verifica delle conessioni flangiate le connesioni flangiate sono particolarmente critiche per 2 motivi il primo è la geometria che ha concentramento delle tensioni per via dei bulloni, il rinforzo e la forata il bullone applica un carico aggiuntivo se abbiamo una connessione flangiata, supponiamo che c sia una flangia collare saldata al tubo. La geometria della flangia ha molte configurazioni costruttive, però quello su cui vale la pena riflettere è la condizioni di caricamento si ha un problema tensionale dovuto alla pressione perchè sta sollecitando anche il corpo flangia e in più ci sarà la battuta contro l'altra parte dell'impianto abbiamo una zona di vincolo dato dal tiro dei bulloni che va ad applicare una condizione di caricamento per garantire la flessione di contatto sulla guarnizione c'è un capitolo specifico sulla normativa al riguardo deve essere mantenuta la pressione di esercizio di contatto sulla guarnizione in modo tale che plasticamente il materiale vada ad inserirsi anche nelle rugosità delle superfici di contatto dal punto di vista tensionale se andiamo a guardare l'anello della flangia abbiamo una flangia inflessa un disco forato è una situazione di piastra circolare appoggiata a una certa distanza radiale dal centro, soggetta a un sistema di caricamento e quindi la piastra va ad inflettersi uesta piastra viene sottoposta a un sistema di caricamento flessionale distribuito Procedura di verifica strutturale usando la simulaizone numerica, si chiama stress analysis è specifica per le nostre attrezzature in pressione, ma di fatto viene utilizzata in modod trasversale negli altri settori dell'ingegneria ci sono diverse tecniche per produrre la verifica di resistenza La tecnica relativa all'appendice c prevede di effettuare un analisi in elasticità lineare, dal punto di vista della caratterizzazione meccanica del materiale usiamo un modello semplice, la legge di Hooke che mette in proporzionalità diretta lo stato di sollecitazione \sigma e quello di deformazione \epsilon a fronte di questa semplicità per contro c'è un algoritmo di verifica piuttosto complesso viceversa, esiste un altra tecnica sintetizzata nell'appendice B, questa tecnica di simulaizone numerica per il calcolo strutturale ci permette di effettuare calcoli che tiene conto anche della plasticizzazione del materiale, questo modello strutturale può essere elastico perfettamente plastico nel diagramma \sigma \epsilon potremmo avere un andamento inizialmente proporzionale nel campo elastico e poi a tangente orizzontale, la parola perfetta significa che non si simula l'incrudimento l'incrudimento che consegue ad un incremento dello stato tensionale necessario ad eseguire la deformazione plastica che comporta deformazioni irreversibili l'ulteriore avanzamento della deformazione quindi accade se si carica ulteriormente questa seconda tecnica richiede un modello del materiale più complesso, non ci consente di effettuare una simulaizone numerica lineare, ma bens' iterativa per contro ha il vantaggio di approdare ad una verifica diretta, molto semplice se riesce ad approdare la convergenza vuol dire che il passo di iterazione è arrivato al carico target, durante questo processo la soluzione numerica sta continuando a produrre un risultato, via via il modello interessa anche effetti di plasticità ed arriva ad una soluzione. La prima verifica viene soddisfatta con la struttura in equilibrio anche sotto l'effetto di questi caricamenti si è raggiunta una condizione tensionale e di deformazione di equilibrio, la struttura è capace di equilibrare i caricamenti se il codice ci dice che siamo arrivati ad una convergenza la verifica è soddisfatta ci sono dei check quantitativi, si può verificare che nel campo della deformazione massima, la massima intensità della componente principale di deformazione deve stare dentro al 5% per le nominali e il 7% per le eccezzionali nel momenti in cui andiamo a modellare un effetto plastico non è detto che la deformazione plastica avvenga come abbiamo imposto che accada, quindi spesso va reso più complesso. Dal punto di vista della confidenza che possiamo avere sui risultati non siamo sicuri che l'analisi sia accurata se invece rimaniamo nel campo elastico lineare abbiamo una confidenza superiore su questo abbiamo una corrispondenza con il comportamento reale delle apparecchiature diretta ed immediata è un processo più consolidato, che ci da una maggiore confidenza di fatto rimane anche se più complicato in effetti rimane una delle più usate ed importanti Questo è un metodo basato sulla categorizzazione dello stato tensionale, vanno quindi categorizzate è un appendice strutturata seguendo un algoritmo, quindi ci sono tutti i passi in ordine Questa appendice di calcolo può essere utilizzata come un alternativa alle formule di dimensionamento o di verifica o come complemento delle stesse formule Questa parte è relativa alle condizioni di carico quasistatico, ovvero condizioni di carico con un numero di cicli <500 Dobbiamo far interagire questo algoritmo con la verifica a fatica, questi aspetti sono nei capitoli 17 o 18 Viene identificato il concetto di gross piuttosto che local gross quando il dominio è tutto lo spessore del fasciame produrrà degli effetti su tutto lo spessore del fasciame local viene inteso come punti di discontinuità, questi hanno effetti locali la zona della welding line è una gross structural discontinuity, si ha una curvatura cilindrica o sferica che sia che contiene il caricamento di spessore si distinguono le tensioni primarie dalle secondarie (*)domanda d'esame una tensione primaria, nasce perchè è necessario soddisfare la legge dell'equilibrio. I carichi devono essere equilibrati perciò nel materiale nascono le tensioni questa ci deve essere se il materiale è capace di darla l'apparecchiatura regge, se il materiale non è in grado inizierà a snervarsi e poi arriverà a rottura perchè non esiste nessun effetto che sia capace di limitare questo stato di tensione, discende come necessità dal principio di equilibrio per il fatto che ci sono dei caricamento Il concetto è che le componenti primarie di tensione non è autolimitante se c'è pressione si manifesta tensione primaria e non è possibile autolimitarla, se il materiale è duttile e quindi ha delle riserve di duttilità si deformerà plasticamente, ma questa deformazione irreversibile non può in alcun modo andare a ridurre la tensione porimaria necessaria per andare a respingere la pressione nella nostra visualizzazione nel piano meridiano se c'è il carico di pressione esiste una forza risultante, per l'equilibrio deve essere equilibrata da una forza uguale ed opposta data dallo stato tensionale resistente viene introdotta una notazione riguardo le componenti di tensione primarie viene fatta un ulteriore categorizzazione, andando a definire delle componenti di membrana, a loro volta possono essere gross o local, le gross con pedice m, le local con pedice l si distinguono anche le tensioni di bending, pedice b questa appendice ci da le regole per la categorizzazione Le componenti secondarie sono tutte le altre le componenti secondarie vengono chiamate con la lettera Q, queste tensioni non derivano dal principio di equilibrio, possono derivare da cause di vincolamento geometrico nella giunzione tra il cilindro e la sfera, le condizioni di congruenza dovute alle dilatazioni differenziali tra le due parti, rappresentano una condizione di vincolamento che può generare uno stato di sollecitazione secondario questo perchè la causa non deriva direttamente dall'equilibrio in questo caso è possibile avere un autolimitazione possono attenuare la causa che ha generato queste componenti di pressione diciamo che in un fasciame cilindrico usiamo due materiali diversi, le tensioni che nascono da questa condizione sono autolimitanti e perciò secondarie la temperatura che produrrebbe come effetto naturale del materiale una libera contrazione o espansione, il gradiente di temperatura genera delle tensioni che non discendono dall'equilibrio lo snervamento lo autolimita perciò secondario la parola chiave è self limiting questa tensione può essere scorporata, dal punto di vista dei fattori di sicurezza si possono trattare in modo diversificato le primarie dalle secondarie le tensioni di picco sono usate solo in riferimento alla fatica componenti di tensioni di membrana componenti di tensione flessionale componenti di tensione primaria piuttosto che secondaria la \sigma_ij è la componente elementare di tensione possiamo avere una sommatoria di queste, i campi tensionali possono essere sommati, allora si usa il principio di sovrapposizione degli effetti le componenti principali, da un tensore generico, possiamo sempre diagonalizzarla e calcolare le tensioni principali sono queste che si usano per trovare la tensione equivalente può essere richiesto di trovare la variazione tra due campi tensionali e conseguentemente potremmo calcolare le variaizoni delle componenti principali di stress, passando da una condizione operativa e l'altra la tensione equivalente si trova con il criterio di resistenza, per tresca sarà pari al diametro massimo del Mohr, oppure per Von Mises secondo il criterio di massima energia di distorsione abbiamo le formule Componenti di tensione elementari lo stato di tensione che dipende da una condizione di carico è definita con la \sigma_ij questa appendice ci chiede di determinarle con una base elastica, modello lineare, sviluppando un calcolo su tutta l'apparecchiatura o una parte di essa questa parte viene definita l'ingegneria dei colori, dobbiamo produrre un calcolo strutturale almeno su una parte di apparecchiatura si usa il sant'Ambrogio, che è un codice di calcolo che usa le formule della normativa dal momento in cui studiamo una parte dell'apparecchiatura bisogna andare a fissare le condizioni al contorno Il primo passo consiste nel realizzare un modello geometrico, il secondo è tradurre il modello geometrico in una maglia di elementi finiti Dobbiamo evidenziare gli elementi della geometria che utilizzeremo per le condizioni al contorno in questo pezzo noi dovremmo andare a decidere come vincolarlo la parte più semplice è il vincolo di simmetria, si evidenziano le facce che appartengono al piano di simmetria su queste la deformata stessa è simmetrica su tutti i nodi della maglia che appartengono a queste superfici potrò mettere un vincolo, potranno spostarsi sul piano di simmetria ma non potranno uscirne devo dare un sistema di vincolamento completo, altrimenti il calcolo strutturale mi va a determinare il campo degli spostamenti che consegue alla deformata, ma le soluzioni se il pezzo non è completamente vincolato si hanno infiniti moti di corpo rigido possibili posso decidere di vincolare i nodi della base in modo tale che non escano dal piano ragionando, essendo un cilindro sottoposto a pressione i nodi che appartengono a una sezione perpendicolare all'asse di mantengono nel piano, si gonfiano, si spostano, ma rimangono nel piano ma essendoci un bocchello localmente abbiamo una inflessione, devo considerare il bocchello nella sua zona di influenza posso bloccare un piano sopra? no, perchè sopra abbiamo anche un rigonfiamento a questo punto se la superficie di base è vincolata, nella superficie top andiamo a mettere una condizione al contorno diversa. spalmata la reazione vincolare nella zona intorno al nodo si ha una tensione, nasce uno stato tensionale sono io che devo dire quanto vale la tensione assiale sulla superficie top e imporlo anche in direzione z dobbiamo vincolare, anche solo in un punto per andare a simulare la pressione abbiamo le superfici interne sulle quali la pressione agisce il bocchello di uscita ha bisogno di definire lo stato tensionale assiale all'esame si deve illustrare quali sono i passi necessari a compiere una stress analysis Ci sono dei moduli che consentono di discretizzare la geometria in un insieme di elementi finiti questi elementi finiti possono essere tridimensionali, perciò sono volumi, oppure superficiali possono derivare da una matrice di rigidezza associamo a questo spazio questo volume discretizzato, gli associamo una matrice di rigidezza calcolata sulla base del comportamento meccanico della geometria dell'elemento tetraedrico in questo caso, ma anche le caratteristiche, questo lega un sistema di vettori di forze e momenti applicate ai nodi sostanzialmente lega il vettore dei carichi nodali f = a una matrice di rigidezza k * vettore degli spostamenti incogniti nodali \delta poi si assemblano tutte le matrici di rigidezza per averne una complessiva è importante andare a definire i gruppi degli elementi dei nodi nei nodi vengono applicati i carichi nodali e lì vengono risolti gli spostamenti nodali oltre a questo ci sono i gruppi di nodi di base in corrispondenza dei vertici sulle superfici vincolate abbiamo la condizione di vincolo poi abbiamo i gruppi di elementi dove poniamo la pressione altri gruppi di elementi hanno il caricamento della pressione di esercizio e altri hanno la tensione assiale nel bocchello il prossimo passo di preprocesso consiste nell'andare ad istruire il codice su cosa deve fare, quindi andare a dargli le istruzioni operative sulle condizioni al contorno della pressione. La forza distribuita nella sezione top la calcoliamo come pressione per aree il dato ci interessa in modulo e in segno dovendola dare come condizione al cotorno, dobbiamo indicre che è negativa il codice andrà a distribuire su ogni elemento la forza risultante e le divide come forze nodali sull'elemento stesso il programma usato è salome-meca 9.3.0 A questo punto dobbiamo conoscere i comandi assegnati al codice Questa è la fase di preprocesso poi ci vuole il codice di calcolo poi serve un post processore per ogni punto, per ogni nodo ci da le informazioni di campo, campo degli spostamenti o campo di tensioni La differenza tra la simulazione in elasto-plasticità ed elasticità è che se usiamo l'elasto-plasticità avremmo avuto la verifica di convergenza soddisfatta poi dovremmo visualizzare l'info di campo sulla componente principale di deformazione lì si va a vedere una condizione nominale non più del 5% e lì la verifica è finita nel caso invece di elasticità lineare abbiamo prodotto una visualizzazione di campo, quello che si chiama l'ingegneria dei colori su questi dati dobbiamo fare una verifica quantitativa calcolate le componenti elementari di tensione, si deve fare la verifica quantitativa. Dobbiamo andare a vedere nella visualizzazione di campo quali sono le zone più critiche e nelle zone critiche andiamo a definire un segmento che si chiama segmento di supporto questo deve essere preso perpendicolarmente al fasciame, ci sono varie zone da verificare in questo caso abbiamo estrapolato i dati sul segmento di supporto (che ttraversa lo spessore) andiamo a ricavare il tensore delle tensioni per ogni punto del segmento Dobbiamo ricavare un diagramma delle componenti elementari di tensione su ogni punto del segmento l'obiettivo prossimo consiste nel linearizzare, trovare il segmento di retta che interpola questi diagrammi la procedura si chiama linearizzazione delle componenti elementari di tensione si definisce la posizione del segmento di supporto, l'origine del segmento di supporto e andiamo quindi a linearizzarle al foglio 674 c'è un grafico importante dobbiamo identificare il segmento che lo interpola questo segmento è fatto da una parte media e una flessionale abbiamo un segmento che va da -h/2 a +h/2 sulle y abbiamo \sigma_ij dobbiamo identificare la pendenza che identifica la quota tensionale definiamo una tensione linearizata f come la parte media + la parte tensionale rapportata al segmento di supporto f(x) si usa solo a fatica nello stress analysis si usa il resto le componenti di questa funzione linearizzata si trovano con integrali nei sw open possiamo esportare i dati come file di testo e li possiamo usare per l'integrazione numerica obiettivo calcolare la parte lineare e la parte membranale ogni componente di tensione elementare avrà la sua linearizzata sostituiamo l'andamento numerico con un andamento semplice a questo punto, abbiamo le linearizzate, dobbiamo andare ad applicare la categoria per applicare la categoria ci aiuta la tabella nel foglio 677 a seconda della regione in cui ci troviamo, del tipo di tensione elementare, a seconda dell'origine dello stato tensionale ci viene data l'indicazione di come applicare l'etichetta le origine termiche sono tutte Q, quelle meccaniche ci danno delle P ma anche delle Q a seconda dei casi Il caricamento di pressione al bocchello ci porta a considerare la parte di membrana come primaria locale quindi le componenti membranali sono delle primarie locali Per quanto riguarda la parte flessionale in questo caso è una Qb, perciò secondaria ora l'ultimo passo è la verifica di resistenza C.6 foglio 680 sintetizza questi passaggi in un algoritmo alla fine dobbiamo procedere alla verifica c'è una tabella di sintesi le Pm devono essere minori della tensione ammissibile ma se è locale possiamo spingerci fino a 1.5 l'ammissibile anche se è primaria e membranale, ma se non interessa tutto lo spessore è locale stesso discorso, se ho delle primarie flessionali, la P, P=M+B, nel suo picco massimo può toccare lo snervamento solo per gli operating loads ci sono delle freccette tratteggiate si valuta il \Delta, la variazione tra le sigma equivalenti tra una condizione di carico e la successiva e valutiamo che stiano sotto a 3f tradotto al nostro caso se andiamo a prendere i nostri conti se andiamo a prendere la tensione equivalente primaria locale con tresca, salta fuori 181MPa e sappiamo che dobbiamo limitarla a 1.5f questa non è un delta tra due condizioni di carico operativo che si susseguono, se l'avesimo fatto avremmo duvuto sommare le varie parti P e Q, e dobbiamo valutare la tensione equivalente in entrambi i bordi la somma delle P e le Q devono essere minori di 3f in questo caso la verifica statica, non a fatica, sarebbe soddisfatta tutto questo algoritmo va applicato per tutti i segmenti di supporto i segmenti si applicano dove entro nella discontitnuità, quando ci sono in mezzo e quando me ne esco così per tutte le altre transizioni, come quella cilindro sfera Gli aspetti essenziali sono la categoria, la linearizzazione, il segmento di supporto e la tabellina finale di verifica al foglio 682 Il tema del seminario è un approfondimento tecnico che non fa parte del programma di esame Gli argomenti fodnamentali del corso sono esauriti, allora oggi si chiude con considerazioni sulle piastre tubiere degli scambiatori si può fare una presentazione come progetto per l'esame oppure si può fare semplicemente un discorso è semplicemente un modo per iniziare l'esame, rompere il ghiaccio capitolo 13 piastre tubiere gli scambiatori di calore sono delle apparecchiature in pressione presentissime, sono un asset strategico anche economico perché sono soggetti a una vita limitata e manutenzione sono componenti molto frequenti nella pratica industriale Nel capitolo 13 troviamo definizioni specifiche, la simbologia, troviamo una descriizone schematica delle 3 tipologie tipiche fascio tubiero ad U, due piastre tubiere fisse al mantello delle quali una flottante e due piastre tubiere fisse poi all'interno dei sottoparagrafi 13.4 5 e 6 c'è il processo di dimensionamento strutturale di questi componenti 13.7 sono le caratteristiche della piastra tubiera, i dati che ci servono per andare a copulare i paragrafi precedenti con il progetto e il dimensionamento foglio 206 abbiamo le regole per il design di queste 3 tipologie di scambiatori di calori sono basate sulla teoria classica elastica che viene sviluppata per gli shell sottili e soggetti a una risposta flessionale c isono anche nell'appendice j un analisi allo stato limite, che prevedono una crisi di tipo plastico, ma noi ci limitiamo al comportamento elastico all'interno del processo di dimensionamento viene richiamato un processo metodologico che si basa sulla teoria elastica, ma anche gli effetti di bordo, ovvero una risposta tenso-deformatva di tipo flessionale anche nel caso della piastra tubiera, che è il componente critico dello scambiatore, abbiamo come riferimento una teoria li prendiamo nel Roak's piastre capitolo 11 Andiamo a citare alcuni elementi di base di utilità al foglio 31 c'è un po' di notazione parliamo di calcolo di piastre inflesse le piastre che ci interessano sono quelle circolari sono assialsimmetriche e di spessore costante dato che deve alloggiare i tubi è una piastra forata la normativa ci permette di andare ad adattare il dimensionamento al fatto he è forata i teta_0 sono delle rotazioni flessionali esterne y_0 sono delle freccie applicati per condizioni al contorno esterne M_r è la sollecitazione interna flessionale in direzione radiale se prendessimo un concio infinitesimo della nostra piastra se consideriamo un elementino infinitesimo sarà soggetto a un caricamento flessionale M_r(r) e poi M_r(r)+dM_r e ci sarà anche un momento nella direzione cerchiante M_{\teta}(r) Q rappresenta l'azione interna di taglio e poi ci sono le caratteristiche meccaniche a raggio esterno b è il raggio interno nel caso in cui la piastra sia anulare t è lo spessore qua poi seguono una serie di espressioni analitiche che escono adlla meccanica dei solidi per questo tipo di componente strutturale i pedici r e t sono riferiti alla direzione radiale e cerchiante a b e 0 a pedice stanno ad indicare esterno c pedice è riferito alla posizione dal centro per il calcolo della tensione quando abbiamo Mr e M_{\teta} sono associati a una risposta flessionale che vale 6M/t^2 avremo una sigma di trazione e una di compressione \sigma_z=(Mz/Izz)*z Izz=1/12*(dl*t^3) Mr non sarà quello unitario, ma sarà uguale a Mr*dl[N*mm] la \sigma_max sarà sulle parti superiore e inferiore a una quota z che vale t/2 \sigma_max=Mr*dl/(dl*t^3)*12*t/2 quindi andando a semplificare abbiamo \sigma_max=6*(Mr/t^2) il parametro di rigidezza elastica per le piastre D contiene il modulo di elasticità e spessore e \ni il ripasso della teoria ci aiuta a capire che tutte le formule proposte dalla normativa hanno un origine teorica i risultati sono sia deformativi che tensionali, li troviamo raggruppati secondo le casistiche applicative configurazioni geometriche e vincoli sono i criteri di classificazione Quello che è un riferimento iniziale sono i casi dal 9 al 15, piastre intere soggette a diverse tipologie di caricamento Ogni singola condizione di caricamento viene declinata con i suoi termini specifici abbiamo l'espressione delle condizioni al contorno freccia, momento al centro abbiamo oltre che le funzioni complete per raggio abbiamo alcuni casi speciali ricorrenti il materiale della piastra non ha una rigidezza totale, ma ha una rigidezza che deve essere adattata con dei valori efficaci del modulo di elasticità e poisson dato che è bucata l'efficacia del modulo di elasticità dovrà essere determinata Questa è una configurazione nota in questa fase ci interessa vedere come si approccia il calcolo strutturale abbiamo 2 circuiti interessati allo scambio termico c'è un circuito lato tubi che finisce nel plenum inferiore della camera e poi c'è una piastra che separa l'ingresso dall'uscita c'è un secondo circuito che entrerà lato mantello gli u consentono una libera espansione termica dei tubi senza andare a inserire sollecitazioni a piastra e mantello shell è la parte di mantello che contiene il circuito lato tubi channell parte di mantello che contiene il secondo circuito, quello vuoto senza tubi per uanto riguarda la configurazione fascio tubiero a tubi dritti abbiamo una maggiore semplicità dei tubi, ma ci sono 2 piastre tubiere se i tubi si riscaldano i tubi si dilateranno in modo differenziale, ci saranno delle reazioni iperstatiche i tubi andranno a spingere, ci sarà un caricamento aggiuntivo i tubi saranno compressi ci sarà un limite al buckling che dovrà essere verificato potrà essere necessario inserire dei giunti di espansione una soluzione mista più complicata dal punto di vista della costruzione ma che risolve il problema è una piastra fissa e una flottante dato che la piastra può scorrere se ci sono delle dilatazioni termiche differenziali queste sono sufficientemente consentite e non nascono le sollecitazioni iperstatiche 13.4 abbiamo 3 macroblocchi strutturati in maniera simile, scambiatori su fascio tubiero ad u vengono definiti i parametri geometrici e_c spessore del mantello lato channell P_t pressione lato tubi P_s pressione lato shell se queste due pressioni sono lo stesso valore la piastra tubiera non è inflessa se c'è una differenza la piastra tubiera viene sollecitata con un carico flessionale dal momento in cui abbiamo un differenziale di pressione tra lato tubi e lato mantello allora questo differeniale diventa Q e va a inflettere la piastra tubiera e diventa una delle possibili condizioni di caricamento D_0 è il diametro all'interno del quale si ha la foratura D_c è il diametro interno della zona lato channell e_s è lo spessore del mantello dello shell per i tubi abbiamo lo spessore e il diametro interno le configurazioni di connessione piastra tubiera tra shell e channell abbiamo diverse possibilità piastra tubiera integrale con shell e channell, oppure con guarnizioni da un solo lato o entrambi etc... integrale vuol dire che è saldata da entrambi i lati la piastra tubiera può fungere essa stessa da flangia oppure potrebbe essere chiusa da un componente viene ammessa una riduzione di spessore nel lato esterno della piastra, ma non di troppo vengono trascurate le perdite di carico tutti i momenti sono unitari Nmm/mm e questo deriva dall'analisi teorica le condiizoni di carico da considerare sono le condizioni operative normali, nominali, start up e shut down, accidentali e di pressure test se la pressione Pt è uguale alla Ps, non c'è inflessione, allora abbiamo solo una tensione \sigma_z di compressione, sforzo normale \sigma_z=-Pt=-Ps se la compressione è nell'ordine di 200bar abbiamo 20Mpa se abbiamo acciaio non ci da fastidio quello che ci da fastidio sno le tensioni flessionali anche se in esercizio Ps = Pt dobbiamo considerare che per n motivi non è detto che abbiamo istante per istante nella vita del componente sempre questa condizione ci si può trovare in situazione dove ci sono degli sbilanciamenti temporanei di pressione abbiamo 3 condizioni di carico allora, agisce solo Ps o Pt o entrambe i calcoli sono iterativi, ipotizziamo uno spessore andiamo a calcolare la situazione tensionale shell, channell e piastra tubiera per quanto riguarda la connessione con la piastra tubiera abbiamo un problema locale se la piastra è saldata al mantello allora la condizione di vincolo, di supporto, viene data dalla rigidezza del mantello il mantello non da un vincolo perfetto allora non sarà incastrata ci saranno delle reazioni di taglio e di momenti per quanto riguarda la flangia tubiera sono le sue condizioni al contorno nel mantello sono reazioni autoequilibrate vanno a dare un risultato tensionale e deformativo locale, ma devono essere calcolati questi stati di sovrastress quando tutti e 4 i sottosistemi hanno la verifica il dimensionamento dello spessore è ok nello sviluppo del calcolo la norma propone gli star, ovvero quelli effettivi \mu tiene conto di quanto la piastra sia forata si parte da caratteristiche meccaniche del materiale e ci dirà come comportarci il progetto della fascia tubiera ha come obiettivo determinare il momento massimo si entra con una serie di sviluppi di calcolo successivi, momenti in vari punti ovvero centro e periferia e si trova il massimo trovato il massimo abbiamo la sollecitazione flessionale massima alla quale viene proposto il calcolod ella \sigma=6m/t^2 ma lo spessore è calcolato andando a togliere h'_g, il setto di separazione andando a determinare la tensione flessionale abbiamo lo stato tensionale secondo la teoria tenendo conto del fatto che la piastra è parzialmente vuota mu* ci consente di determinare una formula che considera una piastra omogenea equivalente a quella data lo stress deve essere limitato a 2f 2 perchè è membranale ammette un gradiente allora possiamo spingerci più in su a seguire abbiamo il progetto dello shell e del channell e della giunzione con la piastra tubiera viene data una distanza di influenza entro quella distanza lo shell deve avere uno spessore da norma la piastra tubiera rappresenta un caricamento locale per lo shell che tenga conto della sovrasollecitazione quando siamo al di fuori degli effetti di bordo rientriamo semplicemente nei cilindri in pressione criterio di verifica: tensione equialente<1.5 tensione ammissibile dello shell e stesso discorso lato channell la configurazione con i tubi dritti avrà uguaglianze e differenze, l'effetto della temperatura prende presenza e quindi la distribuzione dei baffle la piastra tubiera al foglio 273 è schematizzata in sezione geometricamente U_l è l'interasse tra i fori quando c'è il setto di separazione la maschera di foratura può avere un pattern quadrangolare piuttosto che a quadrato D_0 è il diametro esterno che racchiude la maschera di foratura il pitch è l'interasse tra i fori mu prende il passo e l'interasse tra i tubi se i fori sono molto distanziati mu tende a 1 se i fori sono vicini tende a 0 se mu si avvicina a 1 c'è molto materiale nella piastra più mu si abbassa più la piastra è pesantemente forata sulla base del parametro si vanno a determinare i parametri efficaci ovvero quelli con * come apice determinato il modulo di elasticità efficace e di poisson efficace con i grafici possiamo trovare gli altri questi sono diagrammi di raccordo tra una teoria analitica e le piastre reali che devono alloggiare i tubi