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Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE

Insegnamento: SISTEMI DI CONTROLLO DISTRIBUITI


Lezione n°: 2
Titolo: Esempio applicativo
Attività n°: 1
Docente: Vincenzo Suraci

Facoltà di Ingegneria

Esempio applicativo

© 2007 Università degli studi e-Campus - Via Isimbardi 10 - 22060 Novedrate (CO) - C.F. 08549051004
Tel: 031/7942500-7942505 Fax: 031/7942501 - info@uniecampus.it
Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE
Insegnamento: SISTEMI DI CONTROLLO DISTRIBUITI
Lezione n°: 2
Titolo: Esempio applicativo
Attività n°: 1
Docente: Vincenzo Suraci

Facoltà di Ingegneria
Generazione centralizzata e distribuita
Il modello di produzione energetica predominate nello scorso secolo è stato quello
centralizzato. Centrali di grandi dimensioni sono state realizzate con ingenti
investimenti nella progettazione, messa in opera e manutenzione degli impianti di
generazione e delle reti di distribuzione dell’energia (elettrica, termica, chimica, etc.).

La ricerca e lo sviluppo di sistemi di generazione energetica innovativi, basati su fonti


rinnovabili di energia (solare termico, solare fotovoltaico, eolico, biomasse, etc.), di
piccole e medie dimensioni ed economicamente competitivi, ha dato inizio ad una nuova
era della produzione energetica: la generazione distribuita di energia.

La generazione distribuita di energia rappresenta una rivoluzione nel panorama


energetico nazionale, europeo ed internazionale. E come ogni rivoluzione ha i suoi
vantaggi e svantaggi, i suoi sostenitori e i suoi detrattori.

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Insegnamento: SISTEMI DI CONTROLLO DISTRIBUITI
Lezione n°: 2
Titolo: Esempio applicativo
Attività n°: 1
Docente: Vincenzo Suraci

Facoltà di Ingegneria
Generazione centralizzata e distribuita
L’attuale modello centralizzato concentra la produzione energetica in un’area geografica
relativamente piccola, sfrutta in genere un solo principio tecnologico (termo-elettrico,
idro-elettrico, geo-termico, nucleare, etc.) e sviluppa una densità energetica elevata.

L’energia utile prodotta viene quindi dispacciata attraverso una rete di trasmissione
dalla centrale verso le aree geografiche dove è concentrata la domanda energetica. La
rete di distribuzione permette di soddisfare la domanda energetica di dettaglio
dell’utenza.

Produzione Rete di trasmissione Rete di distribuzione Domanda


Centralizzata

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Insegnamento: SISTEMI DI CONTROLLO DISTRIBUITI
Lezione n°: 2
Titolo: Esempio applicativo
Attività n°: 1
Docente: Vincenzo Suraci

Facoltà di Ingegneria
Generazione centralizzata e distribuita
I vantaggi di un approccio centralizzato sono:
• Creazione di economie di scala dovute alle dimensioni degli impianti;
• Alta efficienza dei processi di trasformazione e trasporto dell’energia;
• Monodirezionalità ed omogeneità del processo di dispacciamento;

I principali svantaggi di un approccio centralizzato sono:


• Ingenti costi e tempi di progettazione, realizzazione e manutenzione;
• Monopolizzazione della proprietà degli impianti;
• Forte dipendenza dalle materie prime (ad es. termo-elettrico, termo-nucleare);
• Presenza di Single-Point-Of-Failure (in Italia si ricorda il blackout del 28-09-2003);
• Consumo dell’energia utile distante dal luogo di produzione o stoccaggio.

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Insegnamento: SISTEMI DI CONTROLLO DISTRIBUITI
Lezione n°: 2
Titolo: Esempio applicativo
Attività n°: 1
Docente: Vincenzo Suraci

Facoltà di Ingegneria
Generazione centralizzata e distribuita
Nel modello classico di generazione distribuita impianti diversi per taglia (da pochi kW a
pochi MW) e tipologia (turbogas, aerogeneratori, pannelli fotovoltaici, etc.), localizzati in
località remote (es. parchi eolici) o in prossimità dell'utente finale (es. cogenerazione)
sono generalmente collegati alla rete di distribuzione e prevedono l’autoconsumo.
Offerta

Generazione e
Stoccaggio

Autoconsumo

Produzione Rete di trasmissione Rete di distribuzione Utenza


Centralizzata

Domanda

Tale modello è in aperta contrapposizione con quello centralizzato in cui poche grandi
centrali sono collegate alla rete di distribuzione attraverso la rete di trasmissione ad
altissima tensione.

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Lezione n°: 2
Titolo: Esempio applicativo
Attività n°: 1
Docente: Vincenzo Suraci

Facoltà di Ingegneria
Generazione centralizzata e distribuita
I vantaggi di un approccio distribuito sono:
• Creazione di economie di scala dovute alla standardizzazione degli impianti;
• Consumo dell’energia utile prossimo al luogo di produzione o stoccaggio;
• Democratizzazione della generazione energetica e del mercato dell’energia;
• Affidabilità e flessibilità del sistema dovuto alla interconnessione;
• Uso integrato di fonti di energia «pulite», rinnovabili, sostenibili e fossili;
• Uso di impianti relativamente economici, facili da progettare, realizzare e manutenere;

A fronte di tutti questi vantaggi, il principale svantaggio della generazione distribuita è


l’impossibilità di soppiantare la generazione centralizzata, a causa di:
• Bassa efficienza dei singoli processi di trasformazione;
• Non programmabilità del sistema complesso di generazione distribuita a causa
dell’eterogeneità di tecnologie, soluzioni, standard, regolamentazioni, procedure e
protocolli.

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Lezione n°: 2
Titolo: Esempio applicativo
Attività n°: 1
Docente: Vincenzo Suraci

Facoltà di Ingegneria
Scenario di riferimento
Fintanto che la generazione distribuita di energia viene vista come rivoluzione
tecnologica isolata, mossa dalla sola volontà di soppiantare sul piano ideologico la
generazione centralizzata, difficilmente si riuscirà ad inquadrare il complesso scenario
politico e sociale in cui si evolve.

Benché l’energia sia alla base di ogni attività antropica e artificiale, non è solo il mercato
ad essere coinvolto da una rapida evoluzione culturale. Le telecomunicazioni, i trasporti,
la sicurezza, la sanità, l’e-Government, il turismo, l’ambiente sono tutti settori coinvolti
nella pianificazione di un modello sociale ideale: quello delle «smart cities».

Tale modello trae origini dalle teorie classiche dell’urbanistica, che individuano come
cellula fondamentale di ogni nazione la «città». Il concetto di «Smart City», ovvero di
«Città Intelligente» o di «Città Digitale», nasce dalla consapevolezza che il livello di
crescita e sviluppo di una città non è soltanto caratterizzao dalle infrastrutture che la
compongono (strade, case, servizi, etc.) – chiamato capitale fisico – ma anche e
soprattutto dal tessuto sociale che le interconnette e che impatta sulla conoscenza, sulla
disponibilità e sulla accessibilità di tali strutture – chiamato capitale sociale ed
intellettuale.

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Lezione n°: 2
Titolo: Esempio applicativo
Attività n°: 1
Docente: Vincenzo Suraci

Facoltà di Ingegneria
Il modello delle Smart City
Sei criteri strategici permettono di misurare le performance di una Smart City:
1. Economia (detto anche smart-economy)
2. Mobilità (detto anche smart-mobility)
3. Ambiente (detto anche smart-environment)
4. Persone (detto anche smart-people)
5. Qualità della vita (detto anche smart-living)
6. Amministrazione (detto anche smart-governance)
MOBILITY
ECONOMY

ENVIROMENT
LIVING

PEOPLE GOVERNANCE
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Titolo: Esempio applicativo
Attività n°: 1
Docente: Vincenzo Suraci

Facoltà di Ingegneria
Il modello delle Smart City
La gestione degli impianti di generazione distribuita di energia è un tema attualissimo del
settore strategico Ambientale delle Smart Cities.

Smart Grid

Nelle ultime due decadi, il mondo della ricerca e dell’industria hanno sviluppato idee,
modelli, prototipi e casi di studio di reti di energia integrate, chiamate Smart Grid, per
dimostrare la possibilità di integrare il modello centralizzato con quello distribuito con un
approccio evolutivo (migration path) piuttosto che rivoluzionario (disraptive).
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Attività n°: 1
Docente: Vincenzo Suraci

Facoltà di Ingegneria
Il modello delle Smart City in Italia
A livello nazionale il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), ha
pubblicato l’Avviso per la presentazione di progetti per ‘Smart Cities and Communities and
Social Innovation’ nell’ambito del Piano Operativo Nazionale (PON) “Ricerca e
Competitività” 2007/2013 per le Regioni della Convergenza.

La Smart Community è una estensione della Smart City, in quanto è considerata in senso
più ampio rispetto alla definizione di agglomerato urbano di grande e media dimensione,
è una «città diffusa intelligente» che affronta temi socio-ambientali, sulla mobilità, la
sicurezza, l'educazione, il risparmio energetico ed ambientale.

Per la realizzazione dei progetti 'Smart Cities e Communities' le risorse complessive


stanziate ammontano a 200 milioni di euro nel periodo 2007-2013, e sono state ripartite
tra:
- Azione Integrata per la Società dell’Informazione,
- Azione Integrata per lo Sviluppo Sostenibile.

(*) FONTE MIUR

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Lezione n°: 2
Titolo: Esempio applicativo
Attività n°: 1
Docente: Vincenzo Suraci

Facoltà di Ingegneria
Il modello delle Smart City in Europa
In Europa, il Settimo Programma Quadro (7° Framework Programme – FP7), ha gettato
le basi delle smart city, con i programmi di ricerca COOPERATION e PEOPLE, investendo
nel periodo 2007-2013 circa 60 miliardi di euro (*).

(*) FONTE CORDIS

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Lezione n°: 2
Titolo: Esempio applicativo
Attività n°: 1
Docente: Vincenzo Suraci

Facoltà di Ingegneria
Il modello delle Smart City in Europa
Il nuova Programma Quadro (chiamato Horizon 2020), prevede di investire nel periodo
2014-2020 circa 80 miliardi di euro in progetti di ricerca per una Europa 2020 che sia
Smart, Sustanaible & Inclusive.
Con l’obiettivo strategico di: Rilanciare l’occupazione in Europa, Fornire supporto
all’innovazione tecnologica, Migliorare la qualità e la diffusione dell’educazione, Ridurre il
tasso di povertà e Ricercare soluzioni al problema climatico ed energetico.

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Insegnamento: SISTEMI DI CONTROLLO DISTRIBUITI
Lezione n°: 2
Titolo: Esempio applicativo
Attività n°: 1
Docente: Vincenzo Suraci

Facoltà di Ingegneria
Il problema della convergenza
A livello internazionale è forte la convinzione che gli asset strategici di una smart city
possano evolvere sensibilmente solo attraverso un ingente investimento nelle tecnologie
abilitanti delle telecomunicazioni e dell’informatica (Information and Communication
Technologies - ICT).

In effetti una Smart City è un complesso di infrastrutture e funzionalità caratterizzate


ognuna da una domanda e da una offerta. La gestione di un sistema così complesso, non
può prescindere dalla capacità di inter-comunicazione. Il ruolo delle tecnologie delle
telecomunicazioni e dell’informatica rappresentano l’autostrada dove viaggiano le
informazioni. Ma queste informazioni sono spesso incompatibili tra loro ed è necessario
sviluppare nuove soluzioni per dominare tale eterogeneità.
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Lezione n°: 2
Titolo: Esempio applicativo
Attività n°: 1
Docente: Vincenzo Suraci

Facoltà di Ingegneria
Il problema della convergenza
Il successo del modello di generazione distribuita è intimamente legato alla capacità di
gestire la complessità dovuta alla interconnessione di un elevato numero di sistemi
eterogenei altamente interconnessi tra loro. È pertanto necessario risolvere il problema
della convergenza di tecnologie eterogenee.

Per ottimizzare la gestione di un sistema complesso e distribuito è necessario conoscere


quanto più possibile lo stato del sistema e avere una stima quanto più precisa della la sua
evoluzione nel prossimo futuro.

Ad esempio oggi si pianifica l’offerta energetica stimando la domanda nel breve e nel
medio periodo. In una smart citiy interconnessa si può fare di più. Le incertezze dovute
ad una stima della domanda energetica possono essere attenuate o addirittura annullate
agendo direttamente sulla domanda energetica (demand-side management). Ma per
intervenire sulla domanda di energia è necessario far comunicare e gestire con opportune
politiche la componente di generazione con quella di consumo. Oggi queste realtà non
comunicano. E ciò avviene in parte per una carenza tecnologica, in parte per una carenza
legislativa e normativa ed in gran parte per la mancanza di know-how.

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Insegnamento: SISTEMI DI CONTROLLO DISTRIBUITI
Lezione n°: 2
Titolo: Esempio applicativo
Attività n°: 1
Docente: Vincenzo Suraci

Facoltà di Ingegneria
Il problema della convergenza
Facciamo un esempio pratico e di facile comprensione. Gli elettrodomestici energivori
maggiormente usati e diffusi (lavatrici, lavastoviglie, asciugatrici, pompe di calore, etc.)
non sono predisposti alla convergenza. Essi vengono configurati ed attivati manualmente
dall’utente. In casi particolari, sempre manualmente, si può ritardare l’avvio con un timer.
Ma una volta avviato il ciclo di lavoro, gli elettrodomestici, in completa autonomia ed
isolamento, svolgono il proprio compito e seguono un profilo di assorbimento energetico
prestabilito. La supervisione a ciclo aperto degli elettrodomestici comporta spesso degli
imprevisti (scatto dell’interruttore magnetotermico per raggiunto limite di potenza) o
delle inefficienze (picchi di consumo in fascia F1, con conseguente impatto sul costo della
bolletta elettrica).
La convergenza tecnologica permette di abilitare il demand-side management ed evitare
fermi macchina ed inefficienze. Gli elettrodomestici, attraverso la rete locale (ad es. wifi)
potrebbero essere supervisionati e coordinati da un servizio proxy (ad es. installato nel
router per l’accesso ai servizi internet) del proprio gestore dei servizi elettrici. L’utente
avrebbe il solo compito di prenotare l’avvio dell’elettrodomestico associandogli un profilo
di priorità. La supervisione e il coordinamento a ciclo chiuso del proxy permetterebbe di
evitare picchi di assorbimento energetico e di abbattere il costo del singolo ciclo
avviandolo e fermandolo opportunamente.
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Insegnamento: SISTEMI DI CONTROLLO DISTRIBUITI
Lezione n°: 2
Titolo: Esempio applicativo
Attività n°: 1
Docente: Vincenzo Suraci

Facoltà di Ingegneria
Il problema della convergenza
La convergenza di tecnologie eterogenee per la generazione distribuita dell’energia può
essere ottenuta solo capendo il ruolo che le telecomunicazioni e l’informatica hanno nel
processo di scambio delle informazioni.

Così come nell’esempio del demand-side management, la convergenza ad un obiettivo


comune può essere raggiunta da una moltitudine di agenti (centraline, PLC, PC
industriali, etc.) ognuno deputato al controllo di un singolo elemento, solo se essi sono
interconnessi tra loro e condividono un protocollo di comunicazione.

Così come l’energia alimenta l’evoluzione di qualsiasi processo, così le telecomunicazioni e


l’informatica abilitano l’interconnessione di sistemi distribuiti.

Pertanto il problema della gestione dei sistemi di generazione distribuita può essere
affrontato solo studiando l’intimo rapporto che lega le Information and Communication
Technnologies (ICT) con la pianificazione e il controllo di sistemi complessi e distribuiti.

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Insegnamento: SISTEMI DI CONTROLLO DISTRIBUITI
Lezione n°: 2/S1
Titolo: Sessione di studio
Attività n°: 1
Docente: Vincenzo Suraci

Facoltà di Ingegneria

Sessione di studio

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Insegnamento: SISTEMI DI CONTROLLO DISTRIBUITI
Lezione n°: 2/S1
Titolo: Sessione di studio
Attività n°: 1
Docente: Vincenzo Suraci

Facoltà di Ingegneria
Verifica
Quali vantaggi e svantaggi caratterizzano i modelli di generazione distribuita e i modelli di
generazione centralizzati?

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Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE
Insegnamento: SISTEMI DI CONTROLLO DISTRIBUITI
Lezione n°: 2/S2
Titolo: Sessione di studio
Attività n°: 1
Docente: Vincenzo Suraci

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Sessione di studio

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Insegnamento: SISTEMI DI CONTROLLO DISTRIBUITI
Lezione n°: 2/S2
Titolo: Sessione di studio
Attività n°: 1
Docente: Vincenzo Suraci

Facoltà di Ingegneria
Verifica
In cosa consiste il problema della convergenza?

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Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA E DELL'AUTOMAZIONE
Insegnamento: SISTEMI DI CONTROLLO DISTRIBUITI
Lezione n°: 2/S3
Titolo: Sessione di studio
Attività n°: 1
Docente: Vincenzo Suraci

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Lezione n°: 2/S3
Titolo: Sessione di studio
Attività n°: 1
Docente: Vincenzo Suraci

Facoltà di Ingegneria
Verifica
Cosa è una «Smart City»?

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