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Palazzo Vecchio

Epoca Romana
Nell'antica città romana di Florentia si trovava in questo punto l'antico
teatro romano, che aveva la platea semicircolare verso piazza della
Signoria e la scena più o meno lungo l'attuale via dei Leoni.

Negli scavi ancora in corso (iniziati nei primi anni del 2000) sono state
scavate una serie di stanze nei sotterranei, senza intaccare la muratura
portante, che hanno dato alla luce vari resti di epoche diverse. Tra i più
interessanti ci sono tre stanze, dove sono state ritrovate tracce dei
pavimenti del palco del teatro, con un pezzo di colonna che dovette
rompersi quando venne abbattuta la scena e gioielli e uno scheletro di
fanciullo, che dovrebbe risalire al I secolo.

Il nuovo palazzo dei Priori


Alla fine del XIII secolo la città di Firenze decise di costruire un palazzo
in modo da assicurare ai magistrati un'efficace protezione in quei tempi
turbolenti, ed al contempo celebrarne l'importanza. Il palazzo è
attribuito a Arnolfo di Cambio, architetto della Cattedrale di Santa Maria
del Fiore e della Basilica di Santa Croce, che iniziò a costruirlo nel 1299,
secondo alcuni ispirandosi al già esistente Palazzo dei Priori di Volterra. Il
palazzo al tempo, fu costruito sulle rovine del Palazzo dei Fanti e del
Palazzo dell'Esecutore di Giustizia, già posseduto dalla famiglia ghibellina
degli Uberti, cacciata nel 1266. Incorporò l'antica torre della Vacca
utilizzandola come parte bassa della torre nella facciata. Dopo la morte di
Arnolfo nel 1302, il palazzo fu portato a termine da altri due maestri, nel
1314.

Inoltre nei sotterranei venivano usate come prigioni le antiche cavità


sotto le arcate del teatro romano di Florentia.

Dal 26 marzo 1302 il palazzo fu la sede della Signoria, ovvero del consiglio
cittadino con a capo i Priori, e del Gonfaloniere di Giustizia, una via di
mezzo tra un sindaco e un capo di governo con una carica che però durava
per un periodo molto breve. La prima fase costruttiva si concluse nel
1315.

Il palazzo attuale è frutto di altre costruzioni e ampliamenti successivi,


portati a termine fra il XIII ed il XVI secolo. Il Duca di Atene, Gualtieri
VI di Brienne iniziò le prime modifiche nel periodo 1342-1343,
ingrandendolo verso via della Ninna e dandogli l'aspetto di una fortezza.
Altre modifiche importanti avvennero nel periodo 1440-1460 sotto
Cosimo de' Medici, con l'introduzione di decorazioni in stile
rinascimentale nella Sala dei Dugento ed il primo cortile di Michelozzo. Il
Salone dei Cinquecento fu costruito invece dal 1494 durante la repubblica
di Savonarola.

La residenza del Duca


Fra il 1540 e il 1550 fu la casa di Cosimo I de' Medici, il quale incaricò
prima Battista del Tasso e poi il Vasari di allargare ulteriormente il
palazzo per assecondare le necessità della corte ducale. Il cantiere fu il
luogo di fondamentali esperienze per molti artisti, fra cui Livio Agresti e
Pier Paolo Menzocchi.

Il palazzo raddoppiò così il proprio volume per effetto delle aggiunte sulla
parte posteriore. L'ultimo ampliamento risale alla fine del XVI secolo,
quando Bernardo Buontalenti sistemò la parte posteriore come si
presenta oggi.

Il nome venne cambiato ufficialmente quando nel 1565 Cosimo si spostò a


Palazzo Pitti e chiamò la precedente residenza Palazzo Vecchio, mentre la
piazza della Signoria mantenne il proprio nome. Vasari inoltre costruì un
percorso, il Corridoio vasariano, che collega ancor oggi Palazzo Vecchio a
Palazzo Pitti attraversando l'Arno sul Ponte Vecchio. Cosimo I inoltre
spostò l'amministrazione governativa e le magistrature negli adiacenti
Uffizi.

Storia Contemporanea
Il palazzo guadagnò nuova importanza quando fu sede della Camera dei
deputati del Regno d'Italia nel periodo 1865-1871, quando Firenze
divenne capitale del Regno d'Italia. Tra il 1950 e il 1960 vennero
effettuati lavori di restauro in alcuni quartieri del palazzo, compresi il
salone del Cinquecento e lo studiolo di Francesco I, a opera di Giulio Cirri.

La gran parte di Palazzo Vecchio è adibita a museo, ma è rimasto il


simbolo del governo locale, ospitando la sede del Comune di Firenze, del
Sindaco e del consiglio comunale.

Sale Importanti
La Sala di Cosimo il Vecchio presenta al centro del soffitto Il ritorno di
Cosimo dall'esilio con i figli Piero e Giovanni. Le edicole ai lati, eseguite su
disegno dell'Ammannati, sono decorate da episodi della vita di Cosimo e
allegorie.

Nella sala di Lorenzo il Magnifico prosegue il ciclo di affreschi celebrante


la famiglia Medici. Nel soffitto, al centro, è dipinto Lorenzo il Magnifico
che riceve l'omaggio degli ambasciatori. Seguono ai lati Lorenzo alla dieta
di Cremona, Ritratto di Giuliano di Lorenzo de' Medici, Lorenzo si reca a
Napoli da Ferdinando d'Aragona, Ritratto di Piero il Fatuo, Lorenzo tra
filosofi e letterati, Ritratto di Giuliano de' Medici, La presa di Sarzana e
Ritratto di Giovanni de' Medici.

La Sala dei Dugento è il luogo dove si riunisce il consiglio comunale, per


questo spesso non è visitabile. Originariamente era usata come sala del
Consiglio e fa parte della sezione più antica del palazzo, quella
trecentesca. È decorata dal soffitto a cassettoni intagliato con le armi di
Firenze, opera di Giuliano e Benedetto da Maiano con aiuti (1462).

La Sala dell'Udienza o Sala della Giustizia era utilizzata per ospitare gli
incontri di un Gonfaloniere di Giustizia e otto Priori. Il soffitto,
intagliato, dipinto e dorato, è opera di Giuliano da Maiano (1470-1476).

Fatti Interessanti
In questo luogo vennero giustiziati per impiccagione molti dei partecipanti
alla congiura antimedicea dei Pazzi, i quali erano un’altra famiglia
importante di Firenze che avevano ordito una congiura poi fallita contro i
Medici.

L'architetto Gino Coppedè, nato a Firenze nel 1866, si ispirò anche al


Palazzo Vecchio per la costruzione del Castello Mackenzie a Genova.

Sull'angolo destro della facciata è scolpito sommariamente un profilo: non


se ne conoscono le origini, ma la tradizione popolare indica Michelangelo
come autore, che avrebbe voluto immortalare un condannato a morte,
scolpendo un ritratto istantaneo addirittura lavorando voltato di schiena,
oppure un suo debitore che lo attanagliava particolarmente.

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