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I Love English

The Definitive Collection


Copyright © EDIZIONIFUTURA.COM®

ISBN-13: 978-88-89600-55-9

Condiviso da SSCN1926 ed editato da mykon per TNTVIllage,


buono studio

Autore: Fabio Florio


Impaginazione: Giuseppe Scozzari

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Seconda Edizione
Finito di stampare nel mese di Novembre 2014
Sommario
Sommario
I Love English Volume 1
Prefazione
1.0 Articolo Determinativo
1.1 Dove si usa l’articolo determinativo?
1.1.2 Casi in cui si omette l’articolo determinativo
1.2 Articolo Indeterminativo
1.3 Differenza tra Articolo Determinativo e Indeterminativo
1.4 Il Plurale Generico ed il Plurale Specifico.
1.5 Il Genitivo Sassone.
1.5.1 Doppio Genitivo.
1.6 Le Preposizioni.
1.6.1. Preposizioni di Luogo.
2.0 La Frase e la sua struttura
2.1 I Pronomi personali Soggetto e Complemento
2.2 I Pronomi Possessivi
2.3 Pronomi Indefiniti
2.3.1 PRONOMI INDEFINITI PARTE II
2.4 Pronomi e Aggettivi Dimostrativi.
2.5 I Pronomi Riflessivi
2.5.1 “SELF – GET + (aggettivo / participio passato) – MAKE +
(pronome riflessivo + participio passato)”
2.6. Pronomi Relativi
2.6.1 Pronomi relativi parte II: frase incidentale e frase non –
incidentale
3.0 Il Nome
3.1 il plurale dei nomi
3.2 Sostantivi Numerabili e non Numerabili.
3.3 Nomi Collettivi
3.4 I Nomi Composti
3.5 Il Plurale dei Nomi (II)
4.0 Aggettivi Possessivi
4.1 Aggettivi Qualificativi.
4.2 Ordine degli Aggettivi Qualificativi.
4.3 Aggettivi Comparativi.
4.3.1 Comparativo di Maggioranza
4.3.2. DOPPIO COMPARATIVO
4.3.3 COMPARATIVI IRREGOLARI
4.4 SUPERLATIVO
4.4.1 SUPERLATIVI IRREGOLARI
4.5. AGGETTIVI DI QUANTITA’
4.6 Aggettivi Indefiniti.
5.0 GLI AVVERBI
5.1. AVVERBI DI MODO
5.2 AVVERBI DI FREQUENZA
I) caso: Avverbi di frequenza in frasi in forma semplice
II) Caso: Avverbi di frequenza in tempi composti
III) Caso: Avverbi di frequenza in presenza di un verbo ausiliare
5.3 AVVERBI DI TEMPO
5.4 AVVERBI DI LUOGO
6.0. PRONOMI INTERROGATIVI
6.1 QUESTION WORDS
6.2. Forma interrogativa con preposizioni.
APPENDICE
1.1 Espressioni con “HOW”
1.2 Espressioni con “WHAT”
1.3 ESPRESSIONI DI TEMPO
1.4 “YET – ALREADY”
1.5 “STILL” & “NOT YET”
1.6 Question Tags
English Passpartout
Premessa
L’importanza della Lingua Inglese nella società odierna di Florio
Fabio
Utili Affermazioni
Greetings (saluti)
I Mesi dell’anno
Numeri
Alfabeto
L’orologio
Presentare se stessi e gli altri
Likes and dislikes
Esprimere preferenza
“ENGLISH IN COMMUNICATION”
At the post office
At the Exchange Bureau (All’ufficio Cambi)
*Monete - Monete Inglesi
At the bank - (In Banca)
Travelling
By Plane - (Viaggiare in aereo)
By bus - (Viaggiare in autobus)
By taxi (con il taxi)
By Train or Underground - (Con il treno o in metropolitana)
Trains - (Treni)
By Sea - (In Nave)
At a hotel - (In albergo)
In your room (In stanza d’albergo)
At the porter’s desk (Alla reception)
Departures (Partenze)
At the restaurant - (Al ristorante)
Paying (Pagare il conto)
Food (Cibo)
Modi di cottura (Ways of cooking)
Restaurant Vocabulary (Lessico per ristorante)
Drinks (Bevande)
Shopping and Services (Fare compere e servizi)
Stores and Shops (Negozi)
Food shops (negozio di alimentari)
Fruit and Vegetables (Frutta e Verdura)
Dairy Products (prodotti giornalieri)
At the Butcher (Dal macellaio)
At theBakery (dal panettiere)
At the Confectionary (Dal pasticciere)
At the fishmonger (dal pescivendolo)
At the shoe shop (Dal calzaturificio)
Sizes (Misure)
At the stationery (In cartoleria)
At the Chemist’s - (In farmacia)
Medicine instructions (Instruzioni sui flaconi dei medicinali)
Parts of the Body - (Le parti del corpo umano)
At the florist - (Dal fioraio)
At the Jeweller’s shop – Watchmaker’s shop (Dal gioielliere e in
orologeria)
At the Department Store - (Ai grandi magazzini)
Clothes - (Vestiti)
Cloth (Stoffa)
Sizes (Taglie) - Women’s dresses / abiti da donna
Men’s suits / Abiti da uomo
Men’s Shirts / Camicie da Uomo
Socks / Calzini
At the Hairdresser’s (dal parrucchiere)
Beauty Therapists’s vocabulary - (Vocaboli per Estetiste)
Colours (I colori)
At the Optician (Dall’ ottico)
At the dentist - (Dal dentista)
Describing people: physical appearance (Descrivere le persone:
aspetto fisico)
Red letter days (feste e ricorrenze)
Telephoning (Al telefono)
Entertainment (Divertimento)
On the beach (In spiaggia)
At the doctor’s - (Dal dottore)
The Weather Forecast (Le previsioni del tempo)
Useful adjectives - (aggettivi utili)
Common phrases- (Frasi di uso comune)
Family (Membri della famiglia)
I Love English Volume 2
Parte 1 – Distinzione e Classificazione dei verbi
1.1 Il Verbo: premessa
1.2 Classificazione dei Verbi
1.3 La tabella periodica dei Verbi
1.4. I Verbi Ausiliari
1.5. Forma contratta del verbo “Be”
1.6. Verbo “To Be” forma del passato remoto
1.7. Forma Idiomatica del verbo “Be”
1.8 Il Verbo “To Have”
Verbo “To Have” utilizzo
“Rafforzativo “Got”
1.9. Forma passata del verbo Avere “Had”
1.10. I verbi Ordinari
1.11 TO WORK
1.12 “TO TEACH”
Parte II – I TEMPI VERBALI
2.1 Present Continuous
2.2 Present Continuous – forma affermativa
Avverbi di Tempo Determinato
2.3. Present Continuous (Spelling Rules)
2.4. Verbi che non reggono la forma progressiva
2.5 Simple present
2.6. Simple Past
2.7. Past Continuous
2.8. Present Perfect Simple
2.9. Present Perfect Continuous
2.10. Past Perfect Simple
2.11. PAST PERFECT CONTINUOUS
2.12. TABELLA RIEPILOGATIVA DEI VERBI
Parte III – I tempi verbali: il Futuro
3.1. Premessa
3.2. Futuro semplice “WILL”
3.3 “To Be Going To”
Present Continuous con azione di futuro.
3.4.Simple Present
3.5.Future Continuous
3.6 Future Perfect (futuro anteriore)
3.7. FUTURE IN THE PAST (il futuro nel passato)
Parte IV – Tempi verbali Periodo Ipotetico e Condizionale
4.0. Premessa
4.1. Periodo Ipotetico I tipo
4.2. Secondo Periodo Ipotetico
4.3. III Periodo Ipotetico
4.4. Tabella riepilogativa del Periodo Ipotetico
4.5.Condizionale
FORMA AFFERMATIVA
FORMA NEGATIVA
4.6 Condizionale Passato
4.7. Imperativo
Parte V – Verbi Modali (Can-Could-May-Might)
5.1 Premessa
5.1. VERBO “CAN”
FORMA AFFERMATIVA
5.2. “COULD”
5.3. COULD HAVE + PARTICIPIO PASSATO
5.4. “TO BE ABLE TO” (Essere capace di)
5.5 MAY e MIGHT
Parte VI – Verbi Modali (Must-Have to-Shall – Should)
6.0 PREMESSA
6.1. MUST
6.2.TO HAVE TO
6.3. SHOULD
6.4. Altre forme di dovere
6.5. SHALL
6.7.TABELLA RIEPILOGATIVA VERBO DOVERE
Parte VII – Verbi Modali (Want – Will – Wish- Would Like)
7.1. VOLERE “WILL”
7.2. “WANT”
7.3. WOULD LIKE (VORREI)
7.4. WISH (Desiderare)
Extra Content: Appendice dei Verbi
TABELLA PERIODICA VERBI IRREGOLARI
VERBO ESSERE
VERBO AVERE
PRESENT CONTINUOUS
PAST CONTINUOUS
SIMPLE PAST
SIMPLE PRESENT
PRESENT PERFECT SIMPLE
FUTURO SEMPLICE
CONDIZIONALE PRESENTE
FUTURO INTENZIONALE
FUTURO PROGRESSIVO
CONDIZIONALE PASSATO
TRAPASSATO REMOTO
FUTURO ANTERIORE
PRESENT PERFECT CONTINUOUS
CAN
MUST
WANT
I Love English Volume 3
Premessa
3.0. I VERBI SEMI MODALI
3.1. NEED
3.2. “DARE” – OSARE
3.3. USED TO
4.0. –ING and INFINITIVE
4.1. VERBI + ING FORM
4.2. VERBI + INFINITO
4.3. VERBI + OBJECT + TO + INFINITO
4.4. VERBI CON ING or TO?
5.0. VERBI PREPOSIZIONALI
6.0. ESPRESSIONI CON –ING FORM
7.0. PRONOMI RELATIVI
8.0. AGGETTIVI CHE TERMINANO PER – ING o –ED
9.0 DIFFERENZA TRA “QUITE” & “RATHER”
10.0. ALTHOUGH, DESPITE, IN CASE OF
11.0. UNLESS / PROVIDED THAT
12.0 LIKE / AS or AS IF
13.0 FOR / DURING / WHILE
14.0. BY / UNTIL / BY THE TIME
15.0 IN/AT/ON in usi speciali
16.0. LA FORMA PASSIVA
17.0. DISCORSO DIRETTO E INDIRETTO
I Love English Volume 1
Prefazione
“I love English New Edition fa parte di una collana dedicata allo
studio analitico della lingua inglese configurandosi come una guida
mirata all’apprendimento degli elementi strutturali e grammaticali di
livello elementare della lingua straniera.
Il presente volume non vuole sostituirsi o essere una copia dei vari
testi di grammatica esistenti in commercio di cui il mercato sembri
esserne ormai quasi del tutto saturo, ma vuole essere uno strumento
chiaro ed elaborato di semplice utilizzo sia per coloro che vogliono
ripassare la lingua inglese rispolverandola, sia per tutti coloro che
non hanno mai studiato la lingua straniera e che per la prima volta –
vuoi per curiosità, vuoi per esigenze personali o lavorative –
decidono di imbattersi nello studio di questa splendida ed
affascinante lingua che genera allo stesso tempo anche tanto
sconforto nei discenti date le notevoli differenze che si riscontrano
nei due livelli linguistici ossia l’italiano e l’inglese.
Ho deciso di creare questo primo volume di lingua - a cui faranno poi
seguito anche gli altri due volumi per un’analisi più completa –
perché ho notato che i ragazzi, nonostante i molteplici anni di studio
e di formazione linguistica trascorsi presso istituti scolastici
difficilmente riescono a parlare l’inglese. Molti addirittura, scoraggiati
dai pessimi insegnamenti di lingua, decidono di rinunciare a studiarla
senza capire che la lingua straniera rappresenta il futuro
professionale e che a differenza di altre discipline scolastiche, la
lingua straniera esce fuori dal contesto delle quattro mura
scolastiche per permearsi nel mondo della realtà, dei concorsi
pubblici e del lavoro.
Dai molteplici insegnamenti da me effettuati di lingua inglese e
BUSINESS ENGLISH presso diverse scuole di formazione
professionali ma anche presso prestigiose aziende del settore
nazionale quali ENEL e TELECOM, ho riscontrato che sia gli adulti
che i ragazzi, quando parlano di lingua inglese, hanno idee confuse
soprattutto su quelli che sono gli aspetti della grammatica
elementare della lingua.
Alcune volte sembrano perdersi in congetture mentali, in situazioni
che gli appaiono estremamente difficili perché non sono state
metabolizzate e quindi apprese in maniera efficiente negli anni
passati della loro formazione. Io sono stato sempre del parere – e lo
ritengo tutt’oggi – che la grammatica sia la base piramidale di un
intero sistema linguistico. Non si può apprendere la lingua se non si
conosce la grammatica. Quest’ ultima stabilisce il funzionamento
della lingua, ne delinea le caratteristiche e unisce quell’insieme di
tasselli (elementi singoli di grammatica) con lo scopo di generare
stringhe di frasi complete. Non potrò mai dimenticare il mio caro
professore di Università che ha dedicato la vita all’apprendimento
linguistico dell’inglese all’interno di laboratori linguistici. Egli
affermava che la lingua straniera è come una scienza ed
esattamente come la matematica dove per ogni singolo elemento
grammaticale corrisponde una logica di utilizzo e di collocazione
all’interno dell’universo “frase”.
Non è per me insolito sentire persone che affermano che unico
metodo per l’apprendimento della lingua straniera è il contatto diretto
sul posto. Il contatto diretto con un paese straniero non è poi così
stimolante per un parlante italiano che non sa dire neppure una
parola. Inoltre, non è da ritenersi assolutamente positivo.
Quando si arriva nel paese straniero lo stato di ansia e di disagio
aumenta limitando la mente alla funzione di “apprendimento”
linguistico.
Evidenzio il termine apprendimento ponendolo tra due virgolette
perché in questo senso non si può parlare di apprendimento vero e
proprio ma bensì di acquisizione di lingua. L’acquisizione è diversa
dall’apprendimento poiché si tratta di un processo spontaneo e
inconsapevole che avviene all’interno di un parlante. La persona
memorizza, acquisisce parole e frasi per sentito dire, perché
pronunciate o espresse da altre persone ma non sa distinguere né
riconoscere una frase grammaticalmente corretta da quella
scorretta, come non sa elaborare spontaneamente nuove frasi
perché non sussiste alla base una teoria di grammatica. Solitamente
una lingua acquisita, si perde dopo due mesi, proprio perché
ritornando nel proprio territorio natio e non avendo la possibilità di
praticarla svanisce nel nulla. Al contrario, la consapevolezza
linguistica avviene con l’apprendimento e cioè con lo studio
sistematico della lingua e delle sue funzioni e strutture grammaticali.
Un parlante perfetto di lingua, deve possedere Competence e
Fluency. La competence è la capacità di un parlante di saper
riconoscere una frase grammaticalmente corretta. La fluency è la
capacità di elaborazione e produzione linguistica. Nella società
odierna la fluency linguistica è quella sicuramente richiesta in
qualunque ambito settoriale, ma anche la competence non ci
starebbe male. Ecco perché ho sentito quasi l’esigenza di scrivere
questa guida o compendio grammaticale proprio per facilitare
l’apprendimento linguistico nonché di spiegare, in maniera
dettagliata, ogni singolo fenomeno linguistico.
Il registro linguistico da me adoperato per la stesura, non è quello di
un classico libro grammaticale, ma bensì una sorta di discussione
unitaria tra me e il discente. Una maniera semplice di argomentare i
fatti di lingua senza l’uso di grossi paroloni e soprattutto l’ausilio di
molteplici esempi pratici volti a confrontare i due sistemi linguistici:
LS e lingua madre. Il volume vuole stravolgere la vecchia
concezione di apprendimento linguistico che suddivide teoria dalla
pratica, ma vuole cercare di non sacrificare nessuno dei due aspetti,
anzi al contrario vuole unire questi aspetti partendo proprio dal
concetto pratico e quindi di uso della lingua fino a giungere alla
spiegazione teorica grammaticale. Il discente, a questo punto, vedrà
i due sistemi linguistici comparati in maniera costante e uniforme in
ogni capitolo e per ogni argomento in modo tale da imparare la
competence linguistica sin dalle prime lezioni e ad evitare quei
normali errori di apprendimento che sono all’ordine del giorno.
Il testo è tratto dalle mie molteplici lezioni di lingua inglese tenutesi
presso varie scuole di formazione per cui è da ritenersi un’opera
esclusivamente ORIGINALE nel suo intento e nel suo proposito. E’
suddivisa in tre aree: quella teorica – dominata dall’analisi
contrastiva dei due elementi linguistici - e una sezione dal titolo
FOCUS ON THE LANGUAGE.
Nella prima parte si passerà ad esaminare singolarmente tutti gli
elementi grammaticali di livello base della lingua partendo dal
minimo elemento quale l’articolo determinativo, indeterminativo,
preposizione, fino a giungere ad elementi via via sempre più
complessi culminando nella sezione finale che è la frase.
La seconda parte invece riguarderà alcuni aspetti della lingua
improntati all’aspetto comunicativo base volta alla comprensione e
allo studio analitico di alcuni elementi linguistici e del loro uso. La
terza parte è quella che colpisce sempre di più ogni apprendente di
lingua straniera. In questa NEW EDITION non ci siamo fatti mancare
proprio nulla. Abbiamo cercato di soddisfare le esigenze di chiunque
e quindi anche di coloro che, dettati dalla fretta di voler comunicare
in lingua (vuoi per esigenze personali, vuoi per esigenze lavorative,
vuoi per esigenze ludiche), scelgono la strada più diretta che è
quella dei manuali di conversazione di lingua inglese.
I LOVE ENGLISH VOL.1 NEW EDITION, proprio per venire incontro
all’esigenza di tutti, presenta un importante manuale di
conversazione di lingua inglese che è ENGLISH PASSPARTOUT:
MANUALE DI CONVERSAZIONE DI LINGUA INGLESE, dove aiuta
tutti coloro che per la prima volta dovessero recarsi all’estero a
comunicare con il parlante straniero eliminando quel famoso senso
di disagio che si viene sempre a creare quando si lascia la propria
terra natìa. ENGLISH PASSPARTOUT, lo fa in maniera semplice,
schematica e soprattutto ricca di contenuti. Ad aiutare la
comprensione e la scelta non esiste soltanto un indice analitico dove
la persona può facilmente ricercare il contesto situazionale a lui più
adatto o più consono quanto la presenza delle immagini. Per la
prima volta in questo volume si uniscono TEORIA e PRATICA
generando un volume COMPLETO di LINGUA INGLESE che va
compendiato con il secondo volume: I LOVE ENGLISH VOL.2: I
TEMPI VERBALI. Facendo in questo modo, il discente avrà dinanzi
a se due fasi linguistiche: quella teorica (che gli permetterà di
comprendere il funzionamento della lingua e le sue strutture), e
quello pratico (che gli permetterà di poter praticare la lingua in
territorio straniero). Una guida utile, INDISPENSABILE, per tutti gli
amanti della lingua straniera.
Fabio Florio
1.0 Articolo Determinativo
L’articolo determinativo solitamente è la prima parte della lingua
inglese che viene insegnata ai discenti perché molti insegnanti
ritengono che questo argomento sia tendenzialmente più semplice
rispetto ad altri.
In realtà, questo argomento di grammatica non è poi così semplice
come vogliono far credere perché – e poi noterete – ci sono molti casi
diversi dalla lingua italiana in cui l’articolo molte volte viene addirittura
omesso.
Senza spaventarvi troppo, cominceremo dalla parte più semplice.
La prima differenza sostanziale che si nota tra la lingua italiana e
quella inglese è la presenza di diversi articoli per designare il
singolare e il plurale dei nomi.
In italiano dobbiamo distinguere se il sostantivo sia maschile,
femminile, singolare o plurale ed è per questo ché possediamo
diverse forme.
Se il sostantivo è maschile singolare utilizziamo l’articolo “il” oppure
“lo”, se femminile singolare avremmo “la” se maschile plurale “I”, gli”
se femminile plurale “le”.
Tutte queste diverse forme mettono in crisi un parlante di lingua
inglese che vuole approcciare con la nostra lingua italiana proprio
perché loro non condividono tutte queste nostre differenze ma anche
perché nel loro sistema linguistico, tutti questi articoli vengono
ufficialmente racchiusi in un unico elemento grammaticale che è
“THE”.
Si, avete capito bene, “THE”, traduce tutte le nostre forme italiane
degli articoli determinativi sia se abbiamo un nome singolare sia se
abbiamo un nome plurale.
Poniamo alcuni esempi confrontando i due sistemi linguistici:
Supponiamo che io abbia questa parola italiana:

Ex. “Il libro”.


La parola, come si può ben notare è un sostantivo maschile
singolare. Se io volessi tradurla in inglese la parola diverrebbe:
Ex. The book.
Facciamo un esempio con un sostantivo singolare femminile e uno
plurale così da chiarirvi meglio le idee.

Supponiamo di avere questo sostantivo femminile singolare:

Ex. “La bambola”

In inglese diventa
Ex. The doll

Mentre se abbiamo un sostantivo plurale:

Ex. I cani
In inglese diverrà
Ex. The dogs.

Riassumendo brevemente quanto detto e volendo dare una specifica


definizione di articolo determinativo diremo:

L’articolo determinativo è unico per genere e per specie ed è sempre invariabile. E’ indipendente dal sostantivo
che lo segue: sia esso singolare che plurale, maschile o femminile.

La cosa che stupisce maggiormente noi italiani è la presenza di


alcune combinazioni foniche inesistenti nella nostra lingua italiana.
Il suono “TH” ad esempio non esiste nel nostro alfabeto mentre
invece è presente in quello anglofono. Ma come si pronuncia questo
suono particolare?
L’articolo determinativo “THE” ha due modi diversi di essere
articolato.
Si legge /d/ quando il sostantivo inizia per consonante. Ad esempio:

Il gatto diventa The cat (/d/ /ket/)

Se invece l’articolo determinativo è seguito da un sostantivo che


comincia per vocale quest’ultimo si pronuncerà /di/. Ad esempio:

La mela diventa The apple (/di/ /eppol/)


Come ben si può notare l’articolo determinativo non risulta almeno
per il momento creare enormi difficoltà quanto assumere un carattere
più semplificativo rispetto al nostro sistema linguistico italiano. Ma
adesso scendiamo un po’ più in profondità andando a notare nel
paragrafo successivo casi dove l’articolo viene utilizzato e dove
invece viene omesso.
1.1 Dove si usa l’articolo determinativo?
Dopo aver delineato la caratteristica dell’articolo determinativo nel
paragrafo precedente, adesso passiamo a designare le particolarità
dell’articolo determinativo nella lingua inglese e precisamente i casi in
cui esso viene utilizzato.
A differenza della lingua italiana che pone l’articolo determinativo
dappertutto - davanti ai nomi, agli aggettivi possessivi, ai nomi dei
monti, ai nomi dei laghi, dei pasti e così via, in inglese – e ne
resterete stupiti, - l’articolo determinativo ha pochissimi utilizzi mentre
sono molto di più i casi in cui l’articolo viene omesso. Vediamo di
porre un breve schema in cui evidenziare i casi in cui si l’articolo
determinativo è utilizzato.
L’articolo determinativo “The” si usa davanti a:
Nomi di catene Montuose:
The Alps (Le Alpi) The Pyrenees (I Pirenei)

Nomi dei fiumi:


The Thames (Il Tamigi) The Danube (Il Danubio)

Nomi dei giornali:


The Times Il Times
The Morning Il Mattino

Davanti alle parole “cinema” e “theatre”:


Yesterday, I went to the cinema Ieri, sono andato al cinema
This week I am going to the theatre. Questa settimana andrò al teatro.

Davanti ai nomi degli strumenti musicali:


I play the piano every day Suono il pianoforte ogni giorno.
Davanti ai nomi di Confederazioni di Stati:
The Usa Gli stati uniti d’America
The Uk Il Regno Unito

Davanti a gruppi di isole:


The Canaries Le isole Canarie
The Seychelles Le isole Seichelles

Davanti ai numeri ordinali:


The first Il primo
The second Il secondo

Davanti ai cognomi delle persone per indicare l’intero nucleo


familiare:
The Joneses La famiglia Jones
The Addams La famiglia Addams

Davanti ai nomi dei mari ed oceani:


The Mediterranean Sea Il Mar Mediterraneo
The Pacific Ocean Oceano Pacifico

Davanti ai superlativi:
The most beautiful Il più bello
The best Il migliore

Davanti agli aggettivi sostantivati:


The beautiful Il bello
The poor I poveri

Davanti alle espressioni di tempo quali:


The following day Il giorno seguente
The day after tomorrow Dopodomani
The previous day Il giorno precedente

Adesso andiamo a vedere i casi opposti e cioè quando non si usa


l’articolo determinativo.
1.1.2 Casi in cui si omette l’articolo determinativo
In questo paragrafo resterete sorpresi da quante volte i nostri cari
amici inglesi non utilizzino l’articolo determinativo nella loro lingua.
All’inizio vi assicuro può sembrare abbastanza difficile come cosa
anche perché il confronto tra la lingua inglese e quella italiana è
relativamente forte e per un parlante italiano risulta spontaneo
effettuare traduzioni letterarie quando si passa da un sistema
linguistico all’altro.
Vediamo di chiarire i vari punti attraverso il sistema della traduzione
comparata.
Il primo punto che andremo a vedere è quello degli aggettivi
possessivi. In inglese l’aggettivo possessivo, a differenza della lingua
italiana non è mai preceduto dall’articolo determinativo. Risulta quindi
un errore gravissimo collocare l’articolo determinativo in maniera
indebita. Ad esempio:
Il mio gatto My cat

Come si può ben notare, il nostro articolo italiano – nella traduzione


inglese - svanisce nel nulla. Per una più facile memorizzazione io ho
sempre fatto un paragone con le persone extracomunitarie che
giungono nel nostro paese e che si trovano per la prima volta ad
acquisire la lingua italiana. Mettetevi nei panni di un africano o di un
cinese o giapponese. Cosa notate? Quando parlano non fanno mai
uso di verbi coniugati ma bensì solo di espressioni all’infinito e
mancanza di articoli determinativi. La traduzione letteraria – ad
esempio – della frase su menzionata sarebbe “Mio gatto” e non “Il
mio gatto”.
Inoltre l’articolo determinativo, non lo utilizziamo mai davanti ai nomi
di città, paesi e nazioni.
Ad esempio, quando parliamo dei paesi noi italiani siamo soliti
inserire l’articolo. Una tipica frase italiana potrebbe essere:

L’Italia è un bel paese. La Francia è carina.

In entrambi i casi in italiano troviamo l’articolo. In inglese questo


dovrà essere eliminato poiché non si parla di una confederazione di
stati, ma bensì di un singolo paese.

Italy is a beautiful country. France is nice.


Non usiamo mai l’articolo davanti ai nomi dei pasti, davanti alle
espressioni di tempo e davanti all’orario.
La cena è pronta Dinner is ready
Ci vediamo alle ore 7.30. See you at 7.30 p.m.
L’anno scorso sono stato al mare Last Year I went to sea

Non si usa l’articolo determinativo davanti ai nomi dei colori, dei


generi musicali, davanti ai nomi astratti
Il rosso è un colore forte Red is a strong color.
Il Jazz è molto interessante Jazz is very interesting.
Il gas è una fonte energetica Gas is a source of power.

L’articolo non si usa davanti ai nomi di aziende, davanti alle unità


monetarie, davanti ai nomi di laghi e monti.
La Fiat è un’azienda molto antica Fiat is a very old company.
L’Euro è l’unita monetaria dell’Europa Euro is the European mon-etary unit.
Il Lago Laceno si trova nel Sud d’Italia Lake Laceno is in the South of Italy.
Il monte Everest è la montagna più alta. Mount Everest is the highest mountain.

Non si usa mai l’articolo determinativo davanti alle seguenti


espressioni:
To be at home Essere a casa
To be at work Essere a lavoro
To go to work Andare a lavoro
To go to sea Andare al mare
To be at sea Stare al mare

Non si usa l’articolo determinativo davanti alle seguenti parole:


Prison College University School Church

Quando ci riferiamo allo scopo primario espresso dal luogo.


Facciamo un esempio: in chiesa si va per pregare, in prigione si va
quando si commette un reato, a scuola si va per studiare. Quando
ogni volta ci riferiamo ai suddetti luoghi volendo evidenziarne lo
scopo del luogo non utilizzeremo l’articolo determinativo. Esempio:
“After he had killed his aunt, he went to prison” “Dopo aver ucciso sua zia, finì in prigione”.
“He went to Church to hear a Mass” “Andò in chiesa per ascoltare la Messa”
“He went to school at the age of six.” “Andò a scuola all’età di sei anni.”

Prendiamo invece le seguenti frasi:


“He went to the prison to see his wife” “Andò in prigione a trovare sua moglie”
“He went to the Church to take some photos.” “Andò in chiesa a scattare alcune foto.”
“He went to the school to talk to the teachers” “Andò a scuola a parlare con gli insegnanti.”

Nelle frasi su menzionate, notiamo le stesse parole “church / school /


prison” ma con un connotato diverso da quello precedente. In queste
frasi il parlante non va ad espletare la funzione del luogo ma bensì va
ad effettuare cose diverse da quello che è l’intento del luogo. Allora in
questo caso possiamo utilizzare l’articolo determinativo.
Inoltre non usiamo l’articolo determinativo quando ci riferiamo alle
singole isole.
L’isola di Capri è molto bella Capri is very beautiful.

Non si mette mai l’articolo determinativo quando abbiamo un


sostantivo seguito da un numerale: Esempio:
“Please, go to Room 24” “Per cortesia, vada alla stanza numero 24”

In italiano la frase viene resa con una preposizione articolata “alla” –


“a + la” quindi la presenza dell’articolo determinativo.
In inglese al contrario quest’ultimo si annulla generando così una
preposizione semplice di movimento e quindi “to”.
Non si usa mai l’articolo determinativo davanti ai nomi di materie
scolastiche. Esempio:
“I love English very much” “Adoro molto l’inglese”

Non si usa mai l’articolo determinativo davanti ai nomi di piazze e


strade, nomi dei giardini e parchi.
“I go to Saint James’s Park” “Vado al parco di Saint James”
“I go to Kew Gardens” “Vado ai giardini di Kew Gardens”

Non si mette l’articolo determinativo davanti ai nomi di aziende o


edifici terminanti con ‘s del genitivo sassone. Esempio:
“I am sitting at Mc Donald’s”. “Siedo al Mc Donald’s”
“You have to pay for your bills at Lloyd’s Bank” “Devi pagare le tue bollette alla Banca di Lloyd’s”.

Non si una mai l’articolo determinativo davanti alla parola TV quando


quest’ultima indica la programmazione televisiva e non l’oggetto.
Esempio:
“Yesterday at 4.00 p.m.
“Ieri alle 16.00 stavo guardando la televisione”
I was watching TV.”

Avendo notato le differenze tra i casi in cui si omette e quelli in cui


l’articolo viene utilizzato, effettuiamo uno schema di paragone
mettendo a confronto i due casi.
Casi in cui si utilizza l’articolo determinativo “THE” Casi in cui si omette l’articolo determinativo “THE”
Davanti ai nomi dei fiumi Davanti agli aggettivi possessivi
Davanti ai nomi di mari, oceani. Davanti ai nomi di colori
Davanti ai nomi delle montagne,
Davanti a gruppi di isole
Dei laghi, delle isole
Davanti ai numeri ordinali Davanti alle materie scolastiche
Davanti ai nomi di giornale Davanti ai nomi di città, paesi, nazioni.
Davanti alle parole “cinema” e “theatre” Davanti ai nomi dei pasti
Davanti alla parola “radio” Davanti agli orari
Davanti al cognome per indicare i membri di un’intera
Davanti ai nomi delle aziende
famiglia.
Davanti alle catene montuose Davanti ai nomi di parchi e giardini.
Davanti alla parola “restaurant”, “office” Davanti alle espressioni di tempo
Davanti agli strumenti musicali Davanti ai mesi dell’anno
Davanti alle confederazioni di Stati. Davanti ai nomi astratti
Davanti ai superlativi Davanti ai generi musicali
Davanti alla parola “TV” quando si intende la
Davanti agli aggettivi sostantivati.
programmazione televisiva.

Lasciamo questa sezione dei determinativi per porre in analisi un


altro articolo che è quello indeterminativo.
1.2 Articolo Indeterminativo
L’articolo indeterminativo inglese è molto più semplice di quanto
possiate immaginare. Innanzitutto rispetto alla nostra lingua italiana
anch’esso è molto semplificativo nel senso che non ha tutti i
paradigmi che possiede il nostro articolo.
In inglese, l’articolo indeterminativo non tiene in considerazione del
sostantivo ossia se esso sia maschile oppure femminile per cui lo
definirei adesinenziale e quindi invariabile a seconda se ci troviamo di
fronte ad un sostantivo maschile o femminile.
Partendo sempre da esempi in lingua italiana notiamo che abbiamo
diverse forme per esprimere l’articolo indeterminativo:
UN Con sostantivi maschili e singolari
UNA Con sostantivi femminili singolari
UNO Con sostantivi maschili singolari
In inglese, al contrario, l’articolo indeterminativo si traduce solo con
due elementi: A e AN. Vediamo di comprenderne l’utilizzo.
Con sostantivi che iniziano per consonante
Ex: A cat (un gatto) - A dog (un cane)

Con sostantivi che cominciano per “H” aspirata:


Ex. A house (una casa) - A hammer (un martello)
“A”
Davanti alle parole che iniziano con le seguenti semivocali: W; X; Y
Ex. A yacht - A wall (un muro) - A xilophone (uno xilofono)

Davanti al dittongo “eu” e davanti alla vocale “u”


Ex. A uniform (un’uniforme) - A university (un’università)A European (Un europeo)

E cosa succede allora quando un sostantivo comincia per vocale e


non per consonante? Beh, in tal caso assistiamo al secondo caso
dell’articolo indeterminativo ovvero “AN”.
Secondo voi, per quale motivo gli inglesi hanno questa doppia
distinzione tra nomi che iniziano per consonante e quelli che iniziano
per vocale?
La risposta è semplice ed è strettamente connessa al discorso
fonetico e quindi al suono. Due vocali insieme, non generano un
buon suono e siccome la lingua inglese è una lingua molto musicale,
per separare l’articolo indeterminativo vocalico da un sostantivo
iniziante per vocale, utilizza la consonante “N”. Vediamo adesso –
attraverso un piccolo schema - quando si utilizza l’articolo
indeterminativo “AN”.

Parole che iniziano per vocale


Parole che iniziano per “H” muta

Cominciamo dal primo punto ponendo degli esempi: prendiamo la


parola “una mela” ed effettuiamo la traduzione in inglese.
Partendo dal sostantivo, “mela” in inglese si dice “apple”.
Siccome la parola comincia per suono vocalico “a”, l’articolo
indeterminativo associato può essere solo “AN”.
“An apple” Una mela

Altri esempi potrebbero essere:


“An orange” Un’arancia
“An ant” Una formica
“An uncle” Uno zio

Passando al secondo caso notiamo invece che l’articolo


indeterminativo è usato anche con i sostantivi che cominciano per “H”
muta.
Cosa significa “H” muta? L’”H” muta è quella consonante che non
viene pronunciata. In inglese non ne esistono molte di queste parole
anzi a dire il vero ne esistono solo 4 e rispettivamente:
Hour Honour Honest Heir

Il primo termine significa “Ora” nel senso di orologio, il secondo


termine significa “Onore” mentre il terzo significa “Onesto” e l’ultimo
“Erede”.
Come ben si può notare tutte e quattro le parole iniziano per “H”,
quindi si presuppone un suono consonantico, ma ahimè, quest’ultima
non viene pronunciata perché è “muta” e quindi la prima parola dopo
la “H” è una vocale; ecco perché tutti e quattro i termini sono
preceduti dall’articolo indeterminativo “AN”. Quindi avremo:
An Hour An Honour An Honest An Heir

Dopo questa panoramica descrittiva dell’articolo indeterminativo e del


suo utilizzo, passiamo a vedere nel paragrafo successivo la
differenza che sussiste tra articolo indeterminativo e quello
determinativo descritto nei paragrafi precedenti.
1.3 Differenza tra Articolo Determinativo e Indeterminativo
Avendo delineato nei paragrafi precedenti quale è l’articolo
determinativo e quale quello indeterminativo nella lingua inglese, in
questo paragrafo ci soffermeremo sull’interazione tra i due all’interno
di una frase per comprenderne maggiormente e più chiaramente i
due differenti utilizzi in un rispettivo contesto comunicativo.
Per prima cosa bisogna dire che entrambi gli articoli possono
coesistere all’interno di una stessa frase e non ci stupisce affatto che
nell’atto comunicativo (specialmente in lingua italiana) facciamo un
uso eccessivo di articoli determinativi.
L’articolo indeterminativo, a differenza di quello determinativo, viene
espresso solitamente quando menzioniamo all’interno del nostro
discorso un oggetto, una persona per la prima volta, cioè quando
l’oggetto o la persona a cui facciamo riferimento non era stata già
menzionata precedentemente. Facciamo un esempio:
“I found a chair available and I decided to sit down” “Ho trovato una sedia libera e ho deciso di sedermi”

In questa frase, la parola “sedia” compare per la prima volta nel


nostro discorso per cui ci stiamo riferendo ad una sedia in senso
generico e non specifico, un oggetto indeterminato.
Al contrario, un articolo determinativo “determina” l’oggetto in
questione, specificando un oggetto ben definito e delineato.
Usiamo l’articolo determinativo all’interno di una frase comunicativa,
quando l’oggetto o persona è stata già menzionata all’interno del
discorso. Riprendendo come esempio la precedente frase e
allungandola leggermente noteremo:
“I found a chair available and I decided to sit down. The “Trovai una sedia libera e decisi di sedermi. La sedia
chair was white and was near the table”. era di colore bianco ed era vicina al tavolo”

In questa frase la parola “chair” compare due volte, ma diverso è il


significato attribuito alla parola. Nel primo caso la parola “chair” si
riveste di un significato generico in quanto non ci riferiamo ad una
sedia in particolare ma forse a una delle tante presenti davanti ai
nostri occhi. Nel secondo esempio invece, la parola “sedia” da
elemento generico diventa elemento specifico perché il parlante in
questione si sta riferendo ad una determinata sedia che è quella
posta vicino al tavolo ed è di colore bianca.
Delineata anche la differenza di utilizzo dei due articoli, passiamo a
trattare di un altro argomento che riguarda la pluralizzazione e in
particolare quando si usa un plurale generico e quando uno specifico.
1.4 Il Plurale Generico ed il Plurale Specifico.
Questo paragrafo è supplementare ai precedenti perché – seppur
trattando sempre di articolo determinativo, - affronta una questione
più dettagliata e precisa legata anche ad una lieve sottigliezza tra i
due sistemi linguistici: plurale generico e plurale specifico.
Che cosa intendiamo per plurale generico? E cosa per plurale
specifico? Esiste in italiano tale differenza? Come si evidenzia? In
cosa scaturisce questa differenza nella lingua inglese?
Sono tutti quesiti che cercheremo di rispondere, anche perché
debbano servire ad avere un effetto chiarificatore al lettore che per la
prima volta si accinge allo studio della lingua inglese. Non lasciando
troppo in “suspense” il nostro lettore, passiamo subito a definire cosa
sia un plurale generico.

Per plurale generico si intende qualsiasi riferimento ad un contesto linguistico generalizzato, senza quindi far
riferimento ad un particolare tipo di situazione che possa scaturire da un precedente menzionamento all’interno di
una stringa di frase.

Vediamo di comprenderne il significato semplificando la definizione


attraverso l’ausilio di esempi. Partendo sempre come punto di
riferimento dalla lingua italiana avremo:

“Le persone sono sempre infelici”.

La frase su menzionata è un classico esempio di plurale generico


perché al suo interno non fa nessun menzionamento ad una
particolare categoria di individui, ma considera questi ultimi nella sua
generalità e quindi nella sua interezza.
Chi è sempre infelice? “Tutti” e quindi le persone in senso generale e
quindi tutte quelle che esistono nel mondo indipendentemente dalla
loro ricchezza o povertà, dal sesso, religione o posizione lavorativa.
Una frase del genere quindi potrebbe essere tradotta come segue:

“People are always unhappy.”

Quando al contrario parliamo di plurale specifico ci riferiamo a:

Un contesto linguistico e situazionale ben preciso e limitato, dove l’oggetto della nostra discussione è stato già
menzionato nelle stringhe precedenti della frase.

Volendo anche qui tentare di spiegare attraverso un linguaggio più


semplice, lineare e accessibile a tutti la definizione su menzionata
avremo che:
Ogni volta che facciamo riferimento ad un qualcosa, una persona, un
animale o un oggetto che sé stato già menzionato precedentemente
all’interno del nostro discorso usiamo un plurale specifico. Ad
esempio:

“Le persone che abitano di fronte casa nostra sono molto noiose.”

In questa frase, risulta chiaro – soprattutto dal contesto posto in


essere – che il parlante non stia facendo una generalizzazione ma
che si stia riferendo ad un gruppo ben specifico di individui.
La spazialità, inclusa nella frase (che abitano di fronte casa nostra),
sottolinea il particolare gruppo di individui oggetto del nostro discorso.
Quindi, nella frase su menzionata non ci stiamo riferendo più alle
persone intese come “tutti gli esseri umani esistenti al mondo” ma
bensì ci stiamo riferendo solo ai “nostri vicini di casa” e quindi a quell’
unico gruppo di persone.
Volendo tradurre questa frase dall’italiano in inglese abbiamo:
“The people living opposite our house are very boring.”

Ecco perché l’uso obbligatorio – nella frase su menzionata –


dell’articolo determinativo.
Volendo paragonare le due precedenti frasi vedremo in maniera più
chiara e netta la duplice situazione:
“People are unhappy.” “The people living opposite our house are very boring.”
Nella frase su menzionata – al contrario – la parola
Nella frase su menzionata “people” è in senso generico
“people” è inteso in senso specifico ovvero (solo coloro
per cui non può essere preceduto dall’articolo
che vivono nella casa di fronte alla nostra) e quindi non
determinativo.
è esteso al concetto di tutta l’umanità.

In una frase italiana alcune volte capita di interagire con entrambi i


plurali. Capita però che in italiano la differenza non la notiamo proprio
perché in entrambi i casi premettiamo sempre davanti al sostantivo
l’articolo determinativo.
In inglese invece la differenza tra lo specifico e il particolare viene
evidenziato proprio (come avete notato) dalla presenza o
dall’assenza dell’articolo determinativo.
Quando ci troviamo in una frase italiana in cui sono presenti i due
plurali, all’atto della traduzione linguistica, dobbiamo comprendere se
questo sia un plurale specifico o generico altrimenti si incorre nel
rischio di commettere errori grammaticali.
Vediamo un attimo di comprendere la situazione partendo da questo
breve testo in lingua italiana:

Ieri le ragazze che stavano alla festa erano vestite in maniera elegante. Portavano gonne lunghe nere e camicie
bianche. Io odio le donne che si vestono in questa maniera. Credo che le donne debbano indossare gonne corte e
colori più luminosi.

Nel testo su menzionato è interessante vedere come dallo specifico


si passa allo generico attraverso l’analisi contenutistica delle varie
frasi. Prima di porre all’analisi la traduzione – che sarebbe troppo
scontata – passiamo ad analizzare stringa per stringa il brano.
Nella prima stringa la narrazione è di terza persona – ovvero l’autore
sta descrivendo un azione progressiva avvenuta in un momento
preciso del passato ed in un particolare luogo. Quindi temporalità e
spazialità sono resi ben evidenti:
Yesterday At the party
(Tempo specifico indicante il passato) (luogo specifico)

Inoltre, sempre nella prima parte assistiamo ad una fase descrittiva:

“Le ragazze erano vestite in maniera elegante. Portavano gonne


lunghe nere e camicie bianche”.

In questa frase, il narratore si sta riferendo ad un particolare gruppo


di persone: le ragazze che erano alla festa, quindi stiamo parlando di
un plurale specifico per cui all’atto traduttivo premetteremo l’articolo
determinativo davanti al sostantivo.
Nella seconda parte del testo, assistiamo ad un cambio di narrazione:
dalla terza persona passiamo alla narrazione in prima persona
denotata dal pronome personale soggetto “IO”.
Anche il tempo verbale subisce una sostanziale differenza: da tempo
passato remoto diventa presente semplice volto ad assumere una
condizione di pensiero del narratore:

“Io odio le donne che si vestono in questa maniera. Credo che le


donne debbano indossare gonne corte e colori più luminosi.”
In questa frase inoltre passiamo anche da un tono descrittivo – che
dominava nella frase precedente – ad un tono narrativo.
Quello che il narratore esprime adesso è una sua idea, una sua
opinione su quella che è l’universo femminile considerato nella sua
interezza.
Infatti, egli non denota un particolare gruppo di donne ma al contrario
le considera nella sua totalità e nella loro forma più generica.
Passando alla traduzione di questo testo avremmo:

Yesterday, the girls at the party were elegantly dressed. They were
wearing long black skirts and white blouses. I hate women dressing
like that. I think women should wear short skirts and brighter colours.

Avendo delineato la traduzione del brano, avendo analizzato i singoli


elementi del brano possiamo anche passare al prossimo argomento
dedicato al Genitivo sassone.
1.5 Il Genitivo Sassone.
Il genitivo sassone è una forma particolare della lingua inglese
derivante dalla lingua latina utilizzata per designare il possesso di
qualcosa.
Come ben sapete il genitivo in latino rappresentava il complemento di
specificazione e se vogliamo dirla tutta, anche il genitivo sassone
esprime lo stesso complemento.
Il genitivo sassone si evidenzia per la presenza di un apostrofo “S”
che viene messo al nome del possessore. Ovviamente detto così
sembrerebbe tutto semplice ma in realtà ci sono dei casi in cui il
genitivo sassone si usa ed altri in cui non è possibile utilizzarlo.
Il genitivo sassone si usa con:
· Persone
· Animali
· Nomi di paesi, città e nazioni
· Espressioni di peso, tempo e misura

Prima di passare a delineare le varie modalità bisogna notare anche


un cambiamento sia di struttura all’interno della frase, sia una
diversità di traduzione.
Adesso cercheremo di chiarificare la questione.
Partendo dal primo caso: il genitivo sassone si usa con le persone. Il
primo caso vuole sottolineare l’idea di possesso di una persona nei
confronti di un oggetto quindi avremmo il rapporto: persona e cosa
posseduta proprio come mostrato nella seguente frase:

“La macchina di Marco.”

Questa frase ha come complemento, il complemento di


specificazione, infatti dal punto di vista grammaticale risponde alla
domanda: - di chi? Di che cosa? - e quindi “di chi è la macchina?”
La prima cosa da notare è la struttura grammaticale nella frase
italiana:

Oggetto: La Macchina
Preposizione Semplice: di
Possessore: Marco

Al primo impatto sembrerà spontaneo ad un parlante di lingua italiana


tradurre la frase su menzionata pari pari all’originale e quindi: “the car
of Mark.”
La traduzione però non è assolutamente corretta in quanto in inglese
– nel momento della traduzione – bisogna apportare un leggero
cambio di struttura. Se in italiano la formula generale è OGGETTO,
PREPOSIZIONE, POSSESSORE, in inglese l’ordine sarà:

Possessore: Mark
Genitivo Sassone: S
Oggetto: Car

Quindi avremo che il nome del possessore diviene il primo elemento


della frase mentre l’oggetto posseduto si sposta verso la parte finale
divenendo l’ultimo elemento.
Inoltre, la preposizione semplice “di” viene anche eliminata e
sostituita da un apostrofo “S” che ne indica lo stato di possesso.
Traducendo quindi la frase su menzionata avremmo:
“La macchina di Marco” “Mark’s car.”

Quindi assistiamo ad un rapporto di riduzione di elementi frasali da 4


elementi verso 3 elementi. Ricordate sempre che nella fase della
traduzione, questa – nel caso del genitivo sassone – va da destra
verso sinistra.
Quindi se il possessore diventa il primo elemento da tradurre nella
frase inglese, l’oggetto ridiventa il primo elemento quando traduciamo
dall’inglese verso l’italiano.
Vediamo anche gli altri casi in cui si utilizza il genitivo sassone:
Prendendo come riferimento lo schema iniziale di utilizzo avremmo:
“La coda del gatto” “The cat’s tail.”
“I monumenti di Londra”. “London’s museums.”
“Un viaggio di tre ore.” “A three hours’ journey”.
“Una mela da tre chili” “A three kilos’ apple.”
“E’ distante tre chilometri.” “It is three kilometres’ far.”
“La bandiera dell’Italia.” “Italy’s flag.”

Tralasciando per un attimo gli esempi qui sopra, vediamo quando non
si usa il genitivo il sassone. Il genitivo non si usa quando abbiamo:
· Due oggetti
· Aggettivi sostantivati
· Quando il nome del possessore è seguito da un pronome
relativo
· Quando esiste una correlazione geografica con il posto
menzionato
· Davanti a nomi di titoli specifici
Se io ho due oggetti del tipo:

“La gamba del tavolo.”

Io avrò due nomi di cose. Sia la “gamba” che il “tavolo”


rappresentano due nomi di cose e quindi è impossibile che due
oggetti possano possedersi a vicenda. Allora in questo caso
utilizzeremo il caso del:

“THE + SOSTANTIVO + OF + SOSTANTIVO”


E quindi la frase su menzionata verrà tradotta:

“The leg of the table.”

Il secondo punto evidenzia invece che il genitivo sassone non viene


usato quando il nome del possessore è seguito da un pronome
relativo: ad esempio se ho la seguente frase italiana:

“La moglie del Presidente, che vive a Londra, è una mia amica.”
Diventa:
“The wife of the President who lives in London is a friend of mine”.

In questa frase come ben si può notare il possessore “Il presidente”,


è seguito da un pronome relativo “che” per cui il genitivo sassone
viene omesso.
Altro contesto è la presenza degli aggettivi sostantivati (che
analizzeremo nel capitolo dedicato agli aggettivi) dove anche qui il
genitivo non viene usato: ad esempio:

“La tristezza dei poveri”.


Diventa:
“The sadness of the poor.”

Dove la parola “poor” rappresenta un aggettivo sostantivato - ovvero


un aggettivo usato sotto forma di nome.”
Un’altra caratteristica soggiace nei nomi dei titoli specifici quali:
Principe, Principessa, Re. Regina e così via in cui il genitivo sassone
non viene usato:
“La Regina d’Inghilterra” “The Queen of England”
“Il Principe di Galles.” “The Prince of Wales.”

Oppure quando abbiamo la presenza di un nome geografico il cui


nome esiste in maniera effettiva e reale denotando in maniera
specifica il nome del posto.
Se io prendo per esempio questi nomi di luogo:
“Il Lago di Garda, Il lago di Como, Il museo di Capodimonte”, questi
rappresentano tutti nomi di luogo caratteristici, fisici e anche reali per
cui all’atto della traduzione dall’italiano all’inglese, non posso
stravolgere il significato ma devo essere fedele il più possibile proprio
perché si tratta di riportare il nome di una località esistente e
conosciuta per quel suo nome. Quindi se io voglio tradurre questi
luoghi avrò:
“The Lake of Garda.”
“The Lake of Como.”
“The museum of Capodimonte.”

Decisamente interessante si pone l’aspetto del genitivo sassone


quando un oggetto o un animale è di proprietà o di uno di più individui
oppure se è in società.
In inglese, facendo esclusione al primo caso – già ampiamente
trattato ad inizio paragrafo – ci limiteremo ad analizzare i due casi:
ovvero cosa accade se un oggetto è di proprietà di due persone.

Se l’oggetto appartiene in comune ad entrambe le


Se l’oggetto appartiene ad una persona ma non all’altra,
persone, l’apostrofo “S”, si mette solo all’ultimo
l’apostrofo “S”, si mette ad entrambi i possessori.
possessore.

Facciamo un esempio pratico. Se io ho la seguente frase italiana:

“La macchina di Bob e Arianna è nuova.”

Come si può ben notare dalla frase ci troviamo di fronte ad un caso di


genitivo sassone, in cui abbiamo due persone che possiedono un
determinato oggetto “la macchina”.
Resta però da stabilire il legame che lega l’oggetto ai possessori e
quindi se essa sia di proprietà di entrambi i possessori (oggetto in
comune) o se invece sia di proprietà solo di una persona per cui ci
stiamo riferendo a due macchine diverse.
Supponendo che l’oggetto sia di proprietà di entrambe le persone
avremmo:

“Bob and Arianna’s car is new.”


Abbiamo quindi che l’apostrofo “S” si lega soltanto al nome dell’ultimo
possessore “Arianna” e non a quello di “Bob”.
Allo stesso modo se invece ci fossimo riferiti al secondo caso e
quindi - la macchina appartiene solo ad uno ma non ad un’altra –
l’apostrofo “S” del genitivo si colloca ad entrambi i possessori come
nel seguente caso:

“Bob’s and Arianna’s car is new.”

Cosa accade se invece ci troviamo ad effettuare il genitivo sassone in


un contesto di nome al plurale? L’apostrofo “S” dove lo mettiamo? Si
omette? Si aggiunge?
Vediamo i due casi possibili.
Quando parliamo di plurale dei nomi ci riferiamo solitamente
all’aggiunta della “S” al sostantivo singolare, anche se poi vedremo
non è sempre così perché in inglese la pluralizzazione di un
sostantivo non si rende solo con la “S” ma di questo ne tratteremo più
avanti. In questa sede, è doveroso esprimere solo il caso in cui ci
troviamo di fronte ad un plurale semplice e come esso reagisce in
caso di una forma genitiva.
Prendiamo come esempio la seguente frase italiana:

“I vestiti delle ragazze sono belli”.

Sappiamo che sia “vestiti” che “ragazze” sono in italiano due


sostantivi plurali e lo denotiamo maggiormente anche grazie all’uso
del tempo verbale presente espresso in forma plurale.
Volendo tradurre la suddetta frase in lingua inglese avremmo:

“The girls’ dresses are beautiful.”

Cosa notiamo nella traduzione? La “S” dove è andata a finire? Non


esiste genitivo sassone?
In realtà il genitivo c’è anche se in forma un po’ diversa da quella che
avete notato finora. Perché? La risposta alla domanda risulta essere
che:

In presenza di un sostantivo plurale e terminante con la classica “S”, la “S” del genitvo sassone non viene inserita
ma ci si limita a mettere l’apostrofo subito dopo la “S” del sostantivo plurale.

Ecco perché nella frase su menzionata la doppia “S” non figura,


principalmente per una questione sonora oltre che visiva. Due “S”
attaccate non servivano esclusivamente a nulla e foneticamente
generavano un suono negativo.
Questa regola però non viene applicata quando ci troviamo davanti ai
sostantivi che non seguono – all’atto della pluralizzazione – la
suddetta regola:
Esempio:
“La gonna delle donne”.
Diventa:
“Women’s skirt.”

Dove “women” è un plurale irregolare del sostantivo singolare


“Woman.” Oppure:
“I pantaloni dei bambini.” “The children’s trousers.”

E così via. Dopo aver trattato in maniera esaustiva del genitivo


sassone, passiamo ad analizzare – attraverso un paragrafo
supplementare, ma d’obbligo – l’altra caratteristica del genitivo
sassone denominata “Doppio Genitivo” o genitivo normanno.
1.5.1 Doppio Genitivo.
Il doppio genitivo detto anche genitivo normanno, è una particolare
condizione che scaturisce da particolari situazioni legate al possesso
di oggetti o animali.
Abbiamo notato - nel paragrafo precedente, - che il genitivo sassone
ha dei casi in cui viene utilizzato e dei casi in cui non viene usato e
che solitamente quando il possessore è un individuo assistiamo ad
una leggera trasformazione della frase durante la traduzione dalla
lingua italiana alla lingua inglese.
In questo paragrafo andremo a notare cosa accade quando la cosa
posseduta è preceduta da:
· Articolo indeterminativo
· Partitivo
· Aggettivo dimostrativo
· Un numerale
E’ interessante notare che in presenza dei suddetti elementi, il
genitivo sassone assume una connotazione differente ed anche una
formazione esclusivamente diversa da quella tradizionale che
abbiamo visto poc’anzi.
Quando in italiano la cosa posseduta è preceduta dall’articolo
indeterminativo, da un numerale, da un dimostrativo, in inglese si
mantiene l’ordine delle parole proprio come in lingua italiana con
l’eccezione però di aggiungere l’apostrofo “S” al nome del
possessore.
Facciamo qualche esempio di riferimento:

“Un amico di mia zia.”

Avremmo:
“A friend of my aunt’s.”

Come si può ben notare la traduzione è fedele a quella italiana con la


sola eccezione che il possessore – e in questo caso – “mia zia”, è
seguita dall’ apostrofo “S”.
Vediamo altri esempi ricavati dalla seguente tabella:
Tre amici di quel ragazzo The friends of that boy’s
Alcuni parenti di Marco Some relatives of Mark’s
Una macchina di Susan A car of Susan’s

In tutti questi esempi “l’oggetto posseduto”, è preceduto o da un


articolo indeterminativo, o da un partitivo oppure da un aggettivo
numerale.
Vediamo cosa accade quando un aggettivo possessivo è preceduto
da un articolo indeterminativo. Se io avessi la seguente frase:

“Un suo amico.”


Io avrò un aggettivo possessivo “SUO” preceduto da un articolo
indeterminativo. Al primo impatto verrebbe spontaneo tradurre:
“A his friend”

E quindi fare una traduzione meramente letteraria della frase ma


ovviamente non è corretta. Una traduzione inglese corretta della
suddetta frase implica una serie di spostamenti e di trasformazioni.
Notiamo insieme questi cambiamenti.
La struttura base della formazione sarebbe:

Articolo indeterminativo + Sostantivo+ of + pronome possessivo

Come si può ben notare dalla regola, l’aggettivo possessivo diventa


pronome possessivo per cui perde la sua funzione primaria della
frase italiana per subire un leggero stravolgimento contestuale.
Vediamo di porre in pratica lentamente i suddetti cambiamenti e
trasformazioni in modo da chiarire brevemente e in maniera efficace
la traduzione.
Prendiamo sempre in analisi la frase italiana, che riportata per intero
sarebbe:

“Un suo amico.”


Cosa notiamo in questa frase? Innanzitutto:
“Un” Articolo Indeterminativo
“Suo” Aggettivo possessivo
“Amico” Sostantivo

Nella traduzione inglese, la frase su menzionata deve diventare:


UN AMICO DI LEI e quindi subire una trasformazione e uno
spostamento considerevole degli elementi.
Passando da “SUO” a “DI LEI”, assistiamo al passaggio da aggettivo
possessivo a pronome possessivo e quindi:
A friend of hers.

In cui “HERS” rappresenta il pronome possessivo in questione.


Mettendo a confronto le due frasi avremmo:
Un suo amico
Abbiamo che:

Da aggettivo possessivo femminile terza persona si passa a pronome


possessivo terza persona singolare.
Un amico di lei

NB. Il suddetto caso esiste solo quando l’aggettivo possessivo è


preceduto o da un articolo indeterminativo, o da un partitivo, o da un
dimostrativo o da un aggettivo numerale. In altri contesti o situazioni
l’aggettivo possessivo resta invariato. Nota lo schema seguente:
Il mio amico Un mio amico
Nella suddetta frase, l’aggettivo possessivo, al
Nella suddetta frase abbiamo che l’aggettivo possessivo
contrario, è preceduto da un articolo indeterminativo,
è preceduto – in italiano – dall’articolo determinativo che
per cui – come abbiamo appena notato nel presente
come ben sappiamo – dopo aver studiato la sezione
paragrafo – per effettuare la corretta traduzione
apposita dell’articolo determinativo relativa agli usi e alle
dall’italiano alla lingua inglese dobbiamo operare una
omissioni – in inglese quest’ultimo non viene tradotto
serie di trasformazioni e cambiamenti all’’interno della
per cui all’interno della frase non si adopera alcun tipo
frase come ad esempio la trasformazione dell’aggettivo
di spostamento degli elementi della frase. Quindi la
possessivo in pronome possessivo. Quindi la traduzione
traduzione più normale sarebbe:
sarebbe:
“My friend”
“A friend of mine.”

Dopo aver trattato anche di questo argomento passiamo a trattare un


altro aspetto della grammatica che è quello legato alle preposizioni e
precisamente a quelle di tempo e di luogo.
1.6 Le Preposizioni.
Le preposizioni rappresentano quella parte invariabile del discorso
che servono a creare un legame tra parole e frasi specificandone i
rapporti reciproci.
In inglese come in italiano dobbiamo distinguere due tipi di
preposizioni:
Preposizioni di tempo
Preposizioni di luogo.
Cominciamo a delineare le preposizioni di tempo. In inglese, le
preposizioni di tempo si comportano in maniera diversa da quelle
italiane e hanno una loro specifica collocazione.
Le principali preposizioni di tempo sono tre e rispettivamente:

IN AT ON

Non ci sorprenderà di osservare queste tre preposizioni anche nel


settore delle preposizioni di luogo che esamineremo nel paragrafo
successivo.
Cominciamo a trattare la prima preposizione:
Davanti ai mesi dell’anno
Davanti agli anni
“IN” si usa:
Davanti alle stagioni dell’anno
Davanti ai secoli

Partiamo sempre come riferimento dalla lingua italiana e prendiamo


come frase la seguente:
A Gennaio io vado a sciare ogni giorno.
A differenza dell’italiano che davanti ai mesi dell’anno troviamo una
preposizione semplice “A”, in inglese la temporalità viene resa con
“IN”, quindi la frase su menzionata sarà tradotta:

“In January I go skiing every day.”

Altri esempi possono essere:


“Nel 1980 andavo a ballare con I miei amici.” “In 1980 I used to go dancing with my friends”
“In estate bevo sempre molta acqua.” “In summer I always drink a lot of water.”

Diversa è invece la preposizione di tempo “AT” che viene usata nei


seguenti casi:
Davanti ai nomi dei pasti
“AT” Davanti all’orario
Davanti alle festività religiose

Vediamo un po’ di fare anche qui degli esempi:


“A pranzo” “At lunch”
“Alle 8 di sera” “At 8 o’ clock p.m.”
“A Natale” “At Christmas”

Inoltre, troviamo la preposizione “AT” anche davanti alla parola:


Weekend (fine settimana). Esempio:
“Il fine settimana vado spesso al mare con i miei amici” “At the Weekend I often go to sea with my friends.”

Non vi stupirà se alcune volte davanti alla parola “weekend” al posto


di trovarci la preposizione “AT” ci trovate “ON”. Quest’ultimo uso è più
frequentemente utilizzato nell’inglese Americano per cui potete
utilizzare entrambi le preposizioni.

“At/On the weekend I often go to sea with my friends.”

Inoltre utilizziamo anche la preposizione davanti alle età come ad


esempio:
“All’età di 8 anni cantavo molte canzoni inglesi” “At the age of 8 I sang a lot of English songs”

Vediamo adesso l’ultima preposizione di tempo quando viene


utilizzata:
Davanti ai giorni della settimana
“ON”
Davanti alle date
Facciamo anche qui alcuni esempi:
“Il Lunedì vado spesso in palestra” “On Monday I often go to Gym”

Come ben potete notare dalla frase su menzionata, in Italiano davanti


ai giorni della settimana poniamo l’articolo determinativo “Il” oppure il
plurale “I” se invece l’azione viene compiuta in maniera sistematica e
con una certa frequenza lo stesso giorno della settimana.
In Inglese invece, sarebbe un errore gravissimo collocare l’articolo
determinativo davanti al giorno della settimana per cui l’unica
preposizione accettata è “ON”.
Il secondo punto che riguarda la preposizione “ON” è strettamente
connesso al concetto della data – tratteremo di questo aspetto nella
sezione dedicata al Focus on the language (ovvero l’analisi sulla
lingua) – per adesso ci limiteremo soltanto a fare un esempio per far
comprendere meglio l’argomento trattato. Esempio:
“Il 18 Giugno andrò in vacanza con i miei amici.” “On June 18th I am going on holiday with my friends.”

N.B.: quando abbiamo o solo il mese o solo l’anno, la preposizione utilizzata è “IN”, quando invece il giorno segue
il mese la preposizione corrispondente sarà “ON” perché il giorno ha la precedenza rispetto al mese come si
evince dal contesto che segue:

Esempio:
A Gennaio In January
Nel 1980 In 1980
Il 5 Aprile On April 5th

Nell’ultimo caso, è vero che compare un mese dell’anno, ma prima di


esso compare un giorno preciso del mese per cui quest’ultimo prende
il sopravvento sul mese e fa cambiare la preposizione
corrispondente.
Avendo delineato le tre principali preposizioni di tempo (che poi
noterete anche in quelle di luogo), passiamo a delineare anche le
altre espressioni temporali.
FROM… TO DA…. A
THROUGHOUT PER L’INTERO PERIODO
DURING DURANTE
BY ENTRO
WITHIN ENTRO
AT THE BEGINNING OF ALL’INIZIO
AT THE END ALLA FINE
AS SOON AS AL PIU PRESTO
AFTER DOPO
BEFORE PRIMA

FROM…. TO viene utilizzato quando si vuole esprimere la durata


temporale iniziale e finale in cui un’azione viene espletata. Ad
esempio:
“From Monday to Friday
“Da Lunedì a Venerdì vado a scuola.”
I go to school”.

Il parlante nella frase su menzionata ha ben delineato il lasso di


tempo entro cui effettua la propria azione e quindi ne evidenzia una
fase iniziale - stabilita dalla preposizione “FROM” che caratterizza la
data o in questo caso il giorno di partenza - e una fase finale –
stabilita dalla preposizione “TO” che ne delinea il punto di arrivo.
THROUGHOUT: viene usato per definire l’intero periodo, quindi
iniziale e finale entro cui viene espletata un’azione. Esempio:
“Throughout Christmas holidays,
“Per tutto il periodo di Natale sarò fuori.”
I will be away”

Nella frase su menzionata si evince la volontà del parlante di


espletare un’azione completandola nell’arco temporale stabilito e
quindi l’intero periodo natalizio.
DURING: viene usato per delineare un’azione che è in svolgimento
ma non ancora terminata.
“During my summer holidays
“Durante le vacanze estive studierò l’inglese.”
I am going to study English.”

BY: viene utilizzato per designare il termine perentorio entro cui


compiere un’azione.
Viene comunemente usato nell’inglese commerciale quando si tratta
di ordini o ricezioni merci. Il suo simile può essere “WITHIN”.
“Invieremo le merci per la fine di questa settimana.” “We would send the goods by the end of this week.”

AS SOON AS: viene utilizzato per indicare un periodo di disponibilità


temporale a poter espletare un’azione.
Anche questa espressione è comunemente utilizzata nel settore
dell’inglese commerciale legata soprattutto al concetto di richiesta
informazioni riguardanti prodotti, cataloghi o inerenti a ordinativi. In
questo ramo l’espressione assume il significato di “al più presto”.
“Please, would you send the goods as soon as
“Prego, inviare le merci al più presto possibile”
possible.”

Un altro significato di questo termine è legato al concetto di portare a


termine un’azione e in questo caso assume il significato di “Non
appena”. Esempio:
“As soon as you finish writing the letter, you will send it
“Non appena finirai di scrivere la lettera, me la invierai.”
to me.”

BEFORE: viene utilizzato per indicare il concetto temporale di


precedenza ovvero di compiere un’azione prima del periodo stabilito.
Esempio:
“He buys a lot of presents for his friends before
“Lui compra i regali ai suoi amici prima di Natale.”
Christmas.”

AFTER: viene utilizzato per indicare il concetto di successione


temporale ovvero di compiere un’azione dopo averne eseguita
un’altra. Esempio:
“Essi uscirono dopo pranzo.” “They went out after lunch.”

AT THE BEGINNING OF: è usato per denotare l’inizio temporale


entro cui viene eseguita un’azione. Esempio:
“At the beginning of June I will be sitting for my first
“All’inizio di Giugno darò il mio primo esame.”
exam.”

Al contrario abbiamo:
AT THE END: che viene utilizzato per designare periodo di tempo
entro cui si conclude un’azione. Esempio:
“Alla fine di Giugno sarò in vacanza.” “At the end of June I will be on holiday.”

Da notare la sezione dedicata al focus on the language che tratta


appunto della differenza sostanziale che intercorre tra IN THE
BEGINNING e IN THE END collegato al concetto di AT THE
BEGINNING e AT THE END.

FOCUS ON THE LANGUAGE:


In inglese l’elemento preposizionale è molto importante, molte volte
quest’ultima da un senso diverso all’espressione che menzioniamo
facendo comprendere ad un parlante di lingua inglese una cosa
diversa da quella che originariamente volevamo far intendere
rischiando anche di restare stupiti dalla risposta che riceviamo in
contropartita.
La situazione in oggetto è quella che riguarda l’espressione
“BEGINNING OF” e “END OF”. Molte persone confondono le
preposizioni di queste due espressioni perché in Inglese queste
ultime possono essere precedute da due preposizioni che sono
rispettivamente:

AT IN

Ovviamente la preposizione ne caratterizza il senso: se io premetto la


preposizione “AT” davanti alla parola BEGINNING e END, io genero
una preposizione temporale con il significato “ALL’INIZIO DI (At the
beginning of) – e ALLA FINE DI (At the end of)” (vedi esempi nel
paragrafo).
Se invece ai due termini (BEGINNING) e (END) premetto la
preposizione “IN”, genero un altro significato che non è più legato al
concetto temporale ma bensì alla successione di due azioni.
A questo punto le due espressioni “BEGINNING OF” e “END OF”
significheranno (INIZIALMENTE) ed (INFINE) e cooperano insieme
all’interno di una stessa frase. Esempio:
“Inizialmente un ragazzo molto timido, poi è diventato “In the beginning he used to be very shy, in the end he
successivamente molto socievole.” became very sociable.”

Riassumendo quindi avremo:


AT THE BEGINNING OF Preposizione temporale con il significato di “All’inizio del”
AT THE END OF Preposizione temporale con il significato di “Alla fine del”
Preposizione che indica uno stato o condizione originaria di
IN THE BEGINNING OF
un’azione e ha il significato di “Inizialmente”
Preposizione che indica uno o stato o condizione finale diversa da
IN THE END
quella originaria e ha il significato di “Infine.”

Dopo aver delineato le preposizioni di tempo, passiamo ad affrontare


un’altra categoria di preposizioni che è quella di “LUOGO.”.
1.6.1. Preposizioni di Luogo.
Nel paragrafo precedente, abbiamo analizzato le cosiddette
preposizioni di tempo, in questo paragrafo ci limiteremo a trattare
quelle di luogo che – come quelle di tempo – sono numerose
anch’esse. Partiamo prima con la definizione di preposizione di
luogo:

Le preposizioni di luogo, sono quelle preposizioni che vengono utilizzate per definire la collocazione spaziale di un
oggetto o di una persona.

Possiamo distinguere le preposizioni in:

· STATO IN LUOGO
· MOTO A LUOGO

Cominciamo a trattare le prime preposizioni e quindi quelle di stato in


luogo. Tra le preposizioni di stato in luogo un posto estremamente
rilevante le hanno:

IN e AT

Diversa è la loro collocazione. Dalla tabella seguente si notano i


diversi utilizzi legati a queste due prime preposizioni e
rispettivamente:
IN AT
Indica un luogo più generico e quindi meno circoscritto.
Anche questa, come “IN” è una preposizione che indica
Indica un luogo preciso e circoscritto dove un oggetto o
uno stato in luogo e quindi non implica nessun
una persona si trova.
movimento.
Esempio:
Esempio:
“Sono a casa.”
“Sono in cucina.”
“I am at home.”
“I am in the kitchen.”
Dalla frase su menzionata si evince un luogo generico e
non specifico. Essere a casa non implica un luogo
Dalla frase su menzionata si evince un luogo chiaro e
circoscritto. La persona potrebbe trovarsi in qualunque
preciso in cui la persona si trova e quindi un luogo
zona della casa: in cucina, in bagno, in stanza da letto e
circoscritto.
così via, per cui non ci fornisce un indizio chiaro e
dettagliato.

Un'altra caratteristica tipica di uso di queste due preposizioni è


quando queste, precedono nomi di luogo. Quando parliamo di PAESI,
NAZIONI, o CITTA’ la preposizione di luogo utilizzata è “IN”. Esempio:
“A Napoli ci sono molti negozi.” “In Naples there are a lot of stores.”

In contropartita “AT”, lo si utilizza quando ci riferiamo a paesini o


piccolo frazioni. Esempio:
“Vivo a Benevento.” “I live at Benevento”.

Tra le altre preposizioni abbiamo:


ON e OVER

Su queste due preposizioni dobbiamo soffermarci un pochino anche


perché il loro utilizzo non è relativamente semplice.
Cominciamo a dire che il concetto nostro di spazialità e quindi
“SOPRA”, in inglese assume due connotati diversi a secondo della
superficie che un oggetto ricopre.
Molto importante è il contesto della superficie intesa come spazio su
cui giace un oggetto.
Passando a delineare schematicamente il concetto abbiamo che alla
preposizione “SOPRA”, corrispondono in inglese due modi di dire e
rispettivamente:
ON OVER
Viene utilizzato quando l’oggetto assume una posizione Viene utilizzato quando non esiste nessuna posizione di
di contatto con la superficie non ricoprendola contatto tra la superficie e l’oggetto in questione.
interamente: Esempio:
Esempio: “L’aereo vola sulle montagne.”
“Il libro è sul tavolo.” “The plane flies over the mountains.”
“The book is on the table.”
Dalla frase su menzionata si evince che tra “l’aereo” e le
Dalla frase su menzionata deriva che la preposizione “montagne” non sussiste nessun punto di contatto ma
corretta è solo “ON” in quanto il libro occupa solo una bensì uno spazio vuoto.
superficie del piano e non lo riveste interamente ma ne Utilizziamo inoltre “OVER” quando un oggetto ricopre
occupa solo un quadrato o quantomeno un piccolo interamente una superficie del piano.
segmento. Esempio:
“La tovaglia è sulla tavola.”
“The tablecloth is over the table.”

FOCUS ON THE LANGUAGE:

Prendiamo come esempio di nuovo la frase “la tovaglia è sopra al


tavolo” e facciamo rispettivamente due frasi in lingua inglese:
“The tablecloth is over the table” “The tablecloth is on the table”
Entrambe hanno lo stesso significato e quindi: la tovaglia è sul tavolo
ma diversa è la sua collocazione.
Se io utilizzo la frase del primo cerchio: “the tablecloth is over the
table”, il madrelingua capisce che la tovaglia è sul tavolo ed è stesa e
occupa l’intera superficie del piano.
Se invece uso come frase: “the tablecloth is on the table”, il
madrelingua capisce che la tovaglia è sul tavolo ma piegata e che
quest’ultima occupa come superficie spaziale solo un quadrato, solo
un piccolo segmento dell’intero tavolo.
Per cui come ben potete notare, non è la differenza nella grammatica
ma bensì nel contenuto del messaggio e quindi in ciò che noi
vorremmo far comprendere al nostro interlocutore straniero.
Un’altra preposizione è “ABOVE” che ha una struttura di utilizzo
simile a quella di “OVER” solo però riferita alla posizione di un
oggetto senza contatto con la superficie.
Esempio:
“Il quadro è posto sopra l’interruttore della corrente.”
Diventa:
“The picture is above the switch.”

Significa quindi che tra il quadro è l’interruttore esiste uno spazio


divisorio. Riassumendo avremmo:
Il quadro è sul muro
The picture is on the wall
(Posizione di contatto)
Il quadro è sull’interruttore
The picture is over / above the switch
(Posizione senza contatto)

Adesso passiamo ad analizzare un’altra preposizione di luogo che


implica stato di altezza ed è “ON TOP OF” che vuol dire appunto “IN
CIMA A”. Esempio:
“Il libro è in cima allo scaffale.” “The book is on top of the shelf.”

FOCUS ON THE LANGUAGE

Un’altra caratteristica riguardante la preposizione “ON” è legata al


concetto di movimento.
Paragoniamo le due preposizioni di luogo:
ON ONTO

“ON” indica una posizione di luogo statica e come abbiamo visto in


precedenza riguarda la posizione di contatto di un oggetto su una
superficie. Questo oggetto, abbiamo detto, non ricopre interamente
una superficie del piano, ma bensì si limita ad occuparne solo un
segmento.
“The book is on the table” “Il libro è sul tavolo.”

“ONTO” al contrario, lo utilizziamo quando assistiamo ad un


movimento di qualcosa che avviene verso l’alto. Facendo un esempio
di un animale – il gatto – avremo:
“Il gatto saltò sul tavolo.” “The cat jumped onto the table.”

In questa frase, notiamo che “il gatto”, effettua uno spostamento


passando da una posizione bassa “il pavimento” a quella più alta “il
tavolo”. Nell’atto del suo movimento la preposizione di luogo “ON”
deve essere seguita dalla preposizione di movimento “TO”:
L’opposto di “SOPRA” è sicuramente “SOTTO” che in inglese si dice
“UNDER”
La differenza che sussiste nella traduzione dall’italiano all’inglese
nella traduzione è che: in italiano dopo la preposizione di luogo segue
una preposizione semplice, in inglese no.
“Il gatto è sotto al tavolo”. “The cat is under the table”.

La posizione di contatto, è anche espressa in inglese da “NEAR” e


“NEXT TO”.
NEAR NEXT TO
Si usa quando due oggetti, due persone o due luoghi si
Viene utilizzato quando due oggetti, due persone o due
trovano in posizione di vicinanza e si toccano a vicenda.
luoghi si trovano in posizione di vicinanza ma non c’è
Non esiste nessuno spazio tra i due. Esempio:
alcun contatto, per cui tra i due oggetti intercorre uno
spazio. Esempio:
“La sedia è vicina al tavolo.”
“The chair is next to the table”
“La banca è vicina al supermercato”.
“The bank is near the supermarket.”
In questa frase si denota che la sedia è strettamente
legata al tavolo e che I due oggetti si toccano, ovvero
In questa frase si denota che la banca si trova in
non c’è nessuno spazio tra che intercorre tra loro.
vicinanza con il supermercato ma tra i due luoghi
Altri sinonimi possono essere:
intercorre una sorta di spazialità.
By Oppure Beside

FOCUS ON THE LANGUAGE


Nota bene la differenza che sussiste tra:

BESIDE BESIDES

BESIDE – indica “accanto a” per cui denota una preposizione di


luogo.
BESIDES – indica un espressione temporale – “Oltre a” per cui indica
tutto un altro significato.

Esempio:
“Accanto alla scrivania c’è una sedia.” “Beside the desk, there is a chair.”
“Besides the trousers, I am going to bring along some
“Oltre ai pantaloni porterò anche qualche gonna.”
skirt too”.

Molto interessante è anche la preposizione di luogo “TRA” che indica


una posizione di un oggetto tra due o più cose.
In effetti questa distinzione è netta in inglese ed è molto importante
perché caratterizza alcune differenze nonché la presenza di due
preposizioni di luogo differenti:
BETWEEN AMONG
Si utilizza quando un oggetto si trova in mezzo a due Si utilizza quando un oggetto si trova in mezzo a un
cose. numero indecifrato di cose.
Esempio: Esempio:
“Tra la sedia e il tavolo” “Cammino tra la folla.”
“Between the chair and the table.” “I am walking among the crowd.”

Poi abbiamo la preposizione di luogo “DAVANTI A” che in inglese a


differenza di quanti molti pensano si traduce con “IN FRONT OF” che
non vuol dire – come tanta gente asserisce “DI FRONTE” -
Questo rientra nella categoria dei “FALSE FRIENDS”, ovvero dei
“FALSI AMICI” cioè in quell’insieme di parole che apparentemente
hanno un significato affine a quello italiano ma che invece significano
tutt’altro. Esempio:
“Sono davanti alla fermata.” “I am in front of the bus stop.”

“DI FRONTE” invece si dice “OPPOSITE” e a differenza della lingua


italiana - che è seguito da una preposizione semplice – in inglese il
sostantivo si lega direttamente alla preposizione di luogo. Esempio:
“La fermata del pullman è di fronte casa mia.” “The bus stop is opposite my house.”
FOCUS ON THE LANGUAGE

Notiamo la differenza che sussiste tra

OPPOSITE IN FRONT OF

Molti studenti mi hanno sempre chiesto quale è la differenza tra


queste due preposizioni di luogo e come facciamo in inglese a capire
quando dobbiamo utilizzare l’una e quando l’altra.
Cercherò brevemente di fare una semplice trattazione notando la
differenza di uso tra i due elementi.
Utilizziamo “In front of”, quando il parlante si trova “davanti”
all’oggetto che sta parlando, ha una stretta posizione di vicinanza.
Esempio:
“Sono davanti allo specchio” “I am in front of the mirror”.

In questa frase il parlante si sta specchiando e per fare questa azione


la sua posizione è di vicinanza rispetto all’oggetto.
Usiamo “Opposite” quando tra il parlante e l’oggetto designato si
crea una sorta di linea orizzontale immaginaria divisoria che
scaturisce la lontananza e quindi la distanza. Esempio:
La cattedra è di fronte alla porta. “The desk is opposite the door.”

Chiarito questo elemento passiamo ad analizzare le ultime


preposizioni di luogo.
L’opposto di “DAVANTI” è “DIETRO” che in inglese si dice “BEHIND”
e denota una posizione del parlante posteriore rispetto all’oggetto in
questione. Esempio:
“Sono dietro la sedia.” “I am behind the chair.”

Tra le altre preposizioni di luogo abbiamo “DENTRO” e “FUORI” e


rispettivamente “INSIDE” e “OUTSIDE” che possono anche essere
sintetizzati in “IN” e “OUT OF”. Esempio:
“Il pesce è nel recipiente.” “The fish is in the bowl / inside the bowl.”
“Il gatto è fuori dal recipiente.” “The cat is outside the bowl / out of the bowl.”
Tra le altre preposizioni che indicano spazialità abbiamo:
ON THE RIGHT A DESTRA
ON THE LEFT A SINISTRA
IN THE MIDDLE NEL MEZZO
IN THE CENTRE AL CENTRO
IN THE CORNER ALL’ANGOLO
AT THE BOTTOM IN FONDO
AT THE TOP IN CIMA

Per comprendere meglio le preposizione su menzionate ho deciso di


far riferimento ad una vignetta con una breve descrizione tratta da un
libro “Grammar of Contemporary English” di Perez e Solly, perché
rispecchia molto bene l’utilizzo di queste preposizioni di luogo.

FOCUS ON THE LANGUAGE

Molto sottile ma indispensabile è la differenza tra:


“IN THE CORNER” “ON THE CORNER”

Vediamo di chiarire la differenza di utilizzo di queste due preposizioni


di luogo che a mio avviso suscita enorme interesse e curiosità.
Entrambi hanno lo stesso significato ma differente è il contesto di uso
in cui sono impiegate.
“IN THE CORNER” è usato quando ci riferiamo ad una spazialità
chiusa, all’interno di mura; come ad esempio una stanza, una casa,
un cinema, un ristorante e così via. Esempio:
“Il libro è nell’angolo dello scaffale.” “The book is in the corner of the shelf.”

“ON THE CORNER” al contrario, lo utilizziamo quando ci riferiamo a


spazi aperti come: strada, giardini, parchi etc etc. Esempio:
“Il giornalaio è all’angolo della strada.” “The newsagent is on the corner of the street.”

Tra tutte queste preposizioni di luogo dobbiamo ancora analizzare la


preposizione che indica movimento ovvero “TO” che viene utilizzata
ogni qualvolta che si compie un movimento verso un luogo
denotando uno spostamento.
Solitamente questa preposizione accompagna i cosiddetti verbi di
movimento come “ANDARE” oppure “VENIRE” e così via. Esempio:
“Io vado al cinema” “I am going to the cinema.”
“Venite da noi stasera?” “Are you coming to us tonight?”

La preposizione “TO” viene anche usata per denotare non soltanto


uno spostamento fisico da un luogo verso un altro ma anche tutte
quelle azioni che denotano un semplice movimento o spostamento di
oggetto da una parte all’altra. Esempio:
“Consegna questi giornali al direttore.” “Handle these newspapers to the Director.”
“Gli scrissi una lettera.” “I wrote a letter to him.”

Quando il movimento è verso un luogo chiuso la preposizione di


movimento “TO” si fa precedere dalla preposizione di stato in luogo
“IN” diventando “INTO”.
Questa preposizione viene usata quando in italiano compare un
verbo di movimento seguito dalla preposizione articolata “NEL”.
Esempio:
“Vado nel giardino” “I am going into the garden.”
“Vado in cucina.” “I am going into the kitchen.”

Invece se io compio un movimento verso un qualsiasi luogo ed in cui


in italiano compare solo la semplice preposizione “A”, in inglese la
tradurrò solo con “TO”. Paragonate queste due frasi:
I am going into the sitting room I am going to the supermarket

La prima frase viene tradotta: “Vado in salotto” e quindi la


preposizione di movimento è preceduta da un’altra preposizione
semplice che è “IN” che abbinata alla preposizione “TO” genera
“INTO”.
Nella seconda frase, al contrario, il movimento è si posto verso un
luogo chiuso ma in italiano non c’è la preposizione semplice “IN” per
cui la frase viene tradotta spontaneamente con “TO”.
Dopo aver trattato le preposizioni di luogo, chiudiamo il primo capitolo
inerente agli elementi strutturali di base della frase per passare al
secondo capitolo incentrato interamente sulla prima parte della
struttura della frase: ovvero i PRONOMI
2.0 La Frase e la sua struttura
Dopo aver trattato dell’articolo determinativo, delle preposizioni di
tempo e di luogo e dell’articolo indeterminativo, ci addentriamo nel
discorso più complesso e cioè la frase esaminando passo passo e
pezzo per pezzo ogni singolo elemento che porti alla sua formazione.
Non esaudiremo tutto l’argomento della struttura della frase in questa
sezione perché ho preferito staccarlo creandone un ulteriore
paragrafo nei capitoli successivi.
In questo paragrafo, partiamo a definire dal punto di vista linguistico
cosa si intende per frase:

La frase, è il massimo segmento in cui può essere suddiviso il discorso umano.

Una frase si compone di più sintagmi. Che cosa è un sintagma?

Un sintagma è l’elemento principale e minimo di una frase.

Una frase è composta regolarmente da soggetto verbo complemento


oggetto, complemento di termine, complemento di luogo, avverbi di
tempo e così via.
Esistono anche delle frasi esclusivamente brevi caratterizzate solo
dalla presenza di un soggetto e di un verbo come ad esempio
(“Giovanni dorme”) in cui sono presenti le due unità minime della
frase che sono SINTAGMA NOMINALE e SINTAGMA VERBALE e
rispettivamente:
Una frase come quella su menzionata viene definita “frase semplice”
perché è costituita da un solo e unico tempo verbale.
A prima vista si potrebbe dire che una frase affinché sia
grammaticalmente corretta debba iniziare sempre con il soggetto, ma
esistono però anche frasi in cui il soggetto non viene espresso e per
cui vengono definite “frasi impersonali”
Un esempio di frase impersonale italiana potrebbe essere:

“Sta piovendo”

In cui troviamo solo la presenza di due elementi verbali e ovvero


“stare” + “piovendo” che traducono il tempo del presente progressivo
e quindi un azione che sta accadendo in questo momento.
Dove risiederebbe allora la differenza tra la lingua italiana e quella
inglese?
La prima differenza soggiace nella funzione del soggetto.
Cos’è il soggetto di una frase? Dal punto di vista grammaticale
potremmo definire il soggetto come:

Qualsiasi parte del discorso su cui il predicato esprime un’azione.

In inglese il soggetto è una parte fondamentale della frase e come


tale deve essere sempre espresso.
Il soggetto compare sempre sia nelle frasi affermative che negative
all’inizio della frase mentre appare in secondo luogo e quindi dopo il
verbo quando ci troviamo in una frase interrogativa o interro-negativa.
Facciamo qualche esempio per chiarire meglio l’idea. Partendo
sempre dalla lingua italiana abbiamo la seguente frase:
“Maria gioca con i suoi cani ogni giorno.”

Partendo dal presupposto che questa sia una frase semplice –


nonostante si noti la presenza di altri elementi grammaticali quali:
· Preposizioni semplici (con),
· Articolo determinativo (i)
· Complemento di compagnia (cani)
· Avverbio di tempo (ogni giorno)
· Aggettivo possessivo (suoi)
· È composta da un singolo verbo (gioca).

Come ben si può notare il soggetto compare all’inizio della frase


proprio come è la classica struttura della lingua inglese, per cui
traducendo questa frase dall’italiano all’inglese avremmo:
“Mary plays with her dogs every day”.

Il soggetto può essere un nome ma può essere anche un pronome


personale dei quali tratteremo nel successivo paragrafo.
Fin qui sembrerebbe tutto semplice, ma affrontiamo il caso in cui ci
troviamo davanti ad una frase impersonale.
Che cosa è una frase impersonale?

Una frase impersonale è quella frase che non presenta il soggetto

Una frase del tipo: “fa caldo”, “sta piovendo”, “Sta nevicando” e così
via rientrano tutte nel canone di frasi impersonali.
Ma allora in inglese come ci si deve comportare visto che abbiamo
appena definito il soggetto come elemento essenziale ed
indispensabile di una frase?
Sembrerà strano ma anche in queste frasi impersonali gli inglesi
usano il soggetto che non può essere un pronome personale né di
prima, né di seconda persona ma bensì sarà di terza persona
singolare ovvero “IT”.
Quindi volendo tradurre le frasi su menzionate avremmo:
“Sta piovendo” “It is raining”
“Sta nevicando” “It is snowing”
“Fa caldo” “It is hot”

E così via. Quando invece ci troviamo nella forma interrogativa il


soggetto passa in secondo piano ovvero viene collocato
immediatamente dopo l’elemento verbale. Esempio:
“Hai tu un libro?” “Have you got a book?”
Ma nella risposta il soggetto riprende la sua forma originaria ovvero
all’inizio della frase:
“Yes, I have” “No, I haven’t.”

Da questa premessa, partiamo a trattare i singoli elementi della frase


partendo proprio con i pronomi.
2.1 I Pronomi personali Soggetto e Complemento
Cominciamo questo paragrafo fornendo la definizione di pronome.

Il pronome è una parte del discorso che si usa per sostituire una parte del testo precedente o successivo o per
riferirsi ad un elemento del contesto in cui si svolge il discorso.

I pronomi di si distinguono in:


· Pronomi personali
· Pronomi possessivi
· Pronomi dimostrativi
· Pronome indefiniti
· Pronomi relativi
In questo primo paragrafo ci occuperemo dei Pronomi personali.
I pronomi personali sono quei pronomi che rappresentano la persona
che parla o l’oggetto di cui si parla senza specificarne o ripeterne il
nome.
Si distinguono rispettivamente due categorie di pronomi:
Pronomi personali soggetto Pronomi personali complemento
I Io
You Tu
He Lui
She Lei
It Esso
We Noi
You Voi
They Essi

I pronomi personali soggetto compaiono sempre ad inizio frase –


tranne nelle frasi interrogative e quelle interro-negative e sono
sempre scritti con lettera maiuscola.
Quali sono le caratteristiche che si intravedono in questi pronomi?
Innanzitutto, la seconda persona è uguale sia per il singolare che per
il plurale ed infatti traduce sia il “TU” sia il “VOI”, ma potrebbe anche
tradurre il nostro “Lei” italiano visto che in inglese il tempo verbale del
congiuntivo non esiste per cui la nostra espressione formale del “Lei”
viene tradotta in inglese con “You”, ma un parlante italiano deve porre
attenzione nell’atto della traduzione dall’inglese all’italiano altrimenti
incorre in errori gravi.
Il tutto ovviamente dipende dal contesto comunicativo in cui ci si trova
visto che come abbiamo enunciato nelle prime pagine del volume, la
lingua inglese deve essere interpretata alla luce di un contesto
comunicativo e non isolatamente. Soltanto attraverso il contesto
d’uso si possono chiarire le differenze linguistiche e grammaticali che
intercorrono tra i due sistemi linguistici: l’italiano e l’inglese.
Molto interessante è anche la terza persona singolare. Come ben si
può notare, alla terza persona singolare compaiono tre voci:

HE SHE IT

HE è utilizzato per tutti i soggetti di sesso maschile


SHE è utilizzato per tutti i soggetti di sesso femminile
IT è utilizzato per tutti gli oggetti e come forma impersonale.

P.S. In inglese, gli animali e i neonati vengono riferiti con il soggetto “IT”. Vengono personalizzati solo se ci si
riferisce ad un animale domestico posseduto da una persona.
Per i neonati, il pronome è solo usato nella fase iniziale della nascita, ma quando il bambino poi cresce comincia
ad essere riconosciuto come soggetto maschile o femminile a seconda del sesso.

Adesso passiamo ad analizzare i pronomi personali complemento.

Il pronome personale complemento indica il referente a cui ci rivolgiamo e corrisponde al nostro complemento di
termine.

Pronome Personale Complemento


Me A me
You A te
Him A lui
Her A lei
It A esso
Us A noi
You A voi
Them A loro
Come ben si può notare abbiamo un’uguaglianza sostanziale con i
pronomi personali soggetto rispettivamente nella seconda persona
singolare e plurale e nella terza persona singolare.
Pronomi personali soggetto Pronomi personali complemento
You (Tu) You (a te)
It (Esso) It (di esso)

Allora vi chiederete: come faccio a sapere quando il pronome è


soggetto e quando è complemento?
I pronomi personali soggetto si collocano sempre all’inizio della frase
mentre quelli complemento seguono sempre il verbo o dopo le
congiunzioni a differenza della lingua italiana che invece precedono il
verbo.
Notiamo anche le differenze nella terza persona singolare tra le due
tipologie di pronomi:
He (lui) Him (a lui)
She (Lei) Her (a lei)
It (esso) It (a esso)

L’unica uguaglianza tra i due pronomi è nella terza persona singolare


riferita al neutro.
Molte volte capita che questi pronomi interagiscono insieme
all’interno di una frase ed è consuetudine ormai elencarli in lingua
italiana magari senza neppure farci caso perché essendo
madrelingua italiani e parlando spontaneamente la nostra lingua non
badiamo neppure agli elementi grammaticali.
Ma adesso, cercheremo – al fine di comprenderne meglio le
distinzioni – di distinguere i due pronomi personali all’interno di una
frase partendo ovviamente sempre dalla nostra lingua italiana.
Prendendo la seguente frase:

“Io lo telefono ogni sera”

Abbiamo due tipi di pronomi personali.


Come facciamo a distinguere il pronome personale soggetto da
quello complemento?
Innanzitutto dobbiamo trovare l’elemento verbale che in questo caso
è “telefonare”.
Evidenziato il verbo, cominciamo ad andare a ritroso chiedendoci chi
compie l’azione e a chi l’azione è rivolta.
Chi compie l’azione siamo noi quindi il soggetto è “Io”, mentre a chi è
rivolta l’azione è un “lui”.
Chiariti i tre elementi possiamo così designare:
Io pron. pers, soggetto
Telefono Verbo presente
a lui pron. Pers. Compl

Adesso non ci resta che tradurre ed andare nelle due rispettive


tabelle su menzionate trovando i corrispondenti pronomi personali
soggetto e complemento.
Dopodiché otterremo il seguente risultato:

“I phone him every day.”

Dove “I” è il pronome personale soggetto e “him” quello


complemento.
Esistono però anche verbi in cui il complemento oggetto non si lega
direttamente al verbo ma viene separato dalla preposizione “TO”.
Elencheremo gli uni che gli altri verbi cominciando con quei verbi
dove il complemento oggetto si lega direttamente al verbo.
VERBI IN CUI IL COMPLEMENTO OGGETTO
SI LEGA DIRETTAMENTE
To ask Chiedere
To inform Informare
To tell Dire / raccontare
To pay Pagare
To buy Comprare
To remember Ricordare
To remind Far ricordare
To recall Evocare alla memoria
To sell Vendere
To phone Telefonare
To invite Invitare
To make Fare
To allow Permettere
To permit Permettere
To show Dimostrare
To join Partecipare
To enter Entrare
To teach Insegnare
To forbid Vietare
To order Ordinare
To forget Dimenticare
To answer Rispondere
VERBI IN CUI IL COMPLEMENTO OGGETTO
SI LEGA DIRETTAMENTE
To promise Promettere
To approach Avvicinarsi
To trust Avere fiducia

Cominciamo a fare qualche esempio per chiarire meglio la situazione


dal punto di vista pratico. Prendiamo alcuni verbi e componiamo delle
frasi.

To answer / To phone / To ask / To teach

Componiamo delle frasi italiane con i verbi su menzionati:

“Gli risposi che non potevo venire.”


“Lo telefonai alle otto di sera.”
“Gli chiesi dei soldi.”
“Gli insegnai l’inglese.”

Come ben si può notare in tutte queste frasi abbiamo sia un pronome
personale soggetto che uno complemento. Il soggetto comune a tutte
le frasi è “Io” mentre il complemento oggetto, comune a tutte le frasi,
è “Gli” e quindi “a lui”.
Evidenziate anche qui le due tipologie di pronomi andiamo a tradurre
le frasi in inglese:

“I answered him that I couldn’t come.”


“I phoned him at 8.00 p.m.”
“I asked him some money.”
“I taught him English.”

Come ben si può notare il complemento oggetto è sempre legato al


verbo ma vediamo invece cosa succede quando ci troviamo davanti
ad una categoria di verbi dove il complemento di termine viene
separato dal verbo dalla preposizione “TO”.
VERBI CHE SEPARANO IL PRONOME COMPLEMENTO
CON LA PREPOSIZIONE “TO”
To describe Descrivere
To introduce Presentarsi
VERBI CHE SEPARANO IL PRONOME COMPLEMENTO
CON LA PREPOSIZIONE “TO”
To congratulate Congratularsi
To say Dire
To speak Parlare
To talk Discutere
To suggest Suggerire
To recommend Consigliare
To write Scrivere
To shout Gridare
To report Denunciare / riferire
To reply Rispondere
To mention Menzionare
To propose Proporre
To dictate Dettare
To deliver Consegnare
To complain Lamentare
To post Spedire
To explain Spiegare
To confess Confessare

Prendiamo una serie di verbi e facciamo anche qui degli esempi per
chiarire la spiegazione teorica:

“To speak” / “To write” / “To introduce”

Prendiamo anche qui un paio di frasi italiane.


“Le parlai del mio nuovo libro.”
“Gli scrissi una lettera dall’Inghilterra.”
“Gli presentai i miei genitori.”

Come si può ben notare in Italiano non abbiamo nessuna differenza


con questa tipologia di verbi ma al contrario mantengono sempre la
stessa struttura – ovvero il complemento di termine prima del verbo.

In inglese al contrario questi verbi separano il complemento di
termine attraverso la preposizione “TO”.
Per cui se vogliamo tradurre queste frasi dall’italiano all’inglese
avremmo:

“I spoke to him about my new book”


“I wrote to him a letter from England”
“I introduced my parents to him”

Riassumendo avremmo la seguente tabella:


Pronomi personali soggetto Pronomi personali complemento
I Me
You You
He Him
She Her
It It
We Us
You You
They Them

Quindi fate molta attenzione alla posizione del pronome


complemento a seconda del tipo di verbo che andate a scegliere
perché un uso errato comporta un grave errore grammaticale.
Dopo aver delineato la prima parte strutturale della frase, legata al
pronome personale soggetto e complemento possiamo
tranquillamente dedicarci alla rassegna di un’altra categoria di
pronomi che sono quelli: possessivi.
2.2 I Pronomi Possessivi
I pronomi possessivi possiamo definirli come la controparte degli
aggettivi possessivi che analizzeremo più avanti quando ci
rivolgeremo alla sezione degli aggettivi.
Un pronome possessivo cosa caratterizza? Cosa tende a
specificare?

Il pronome possessivo viene utilizzato per specificare a chi appartiene una cosa o un animale indicati dal nome.

Vediamo quali sono i pronomi possessivi in inglese:


PRONOMI POSSESSIVI
Mine Il mio
Yours Il tuo
His Il suo
Hers La sua
Its Di esso
Ours Il nostro
Yours Il Vostro
Theirs Il loro
La prima caratteristica che li distingue dagli aggettivi possessivi è
l’aggiunta della “S” a tutte le persone. L’unica che resta invariata è la
terza persona singolare maschile che è uguale a quella dell’aggettivo
possessivo.
Molto importante nella terza persona è la distinzione tra i sessi:
HIS Pronome possessivo Sesso Maschile
HER Pronome possessivo Sesso Femminile
ITS Pronome possessivo Neutro

I pronomi possessivi, a differenza degli aggettivi possessivi


sostituiscono il nome, ovvero hanno il sostantivo sottinteso –
evidenziato dall’articolo determinativo “il”.
Ad esempio:
“Il mio gatto e il suo”.

“Il suo” è un pronome possessivo perché dopo “suo” non compare


nessun nome e quindi volendo tradurre questa frase dall’italiano
all’inglese avremmo:

“My cat and his/ hers”.

NB: Ho evidenziato il pronome possessivo perché è molto importante specie nella terza persona notare il sesso
del possessore e quindi a chi appartiene l’animale.
Se l’animale è di un uomo utilizzeremo “his”, se è di una donna utilizzeremo “hers”.
N.B. A differenza della lingua italiana – che nel pronome possessivo è preceduto dall’articolo determinativo, - in
inglese il pronome possessivo non è MAI preceduto dall’articolo determinativo.

Facciamo degli esempi:


Il nostro libro e il vostro. “Our book and yours”
Il loro cane e il mio. “Their dog and mine”
La tua bambola e la nostra. “Your doll and Ours.”

I pronomi possessivi a differenza degli aggettivi possessivi, si


collocano o dopo il verbo, o dopo congiunzioni o particelle
pronominali. Non sono mai seguiti da un sostantivo.
Dopo aver fornito spiegazioni su quest’altra categoria di pronomi –
che devono essere compendiati dagli aggettivi possessivi, - passiamo
al paragrafo successivo parlando dei pronomi indefiniti.
2.3 Pronomi Indefiniti
I pronomi indefiniti sono i composti di “SOME” e “ANY” e vengono
utilizzati quando ci riferiamo a qualcuno o a qualcosa in modo non
specifico.
Vediamo innanzitutto quali sono i pronomi indefiniti e come si
formano.
Abbiamo detto poc’anzi che il pronome indefinito trae origine
dall’aggettivo indefinito che sarebbe “Some” o “Any”, per cui iniziamo
a prendere questi due elementi.

SOME ANY

A questi due elementi dobbiamo aggiungere una particella che è


“BODY” oppure “ONE”. Dall’unione di queste due particelle avremo:

SOME+BODY= SOMEBODY
ANY+BODY = ANYBODY
NO+BODY= NOBODY

Oppure:
SOME+ONE=SOMEONE
ANY+ONE=ANYONE
NO+ONE=NO ONE

Vediamo insieme di capire cosa significano questi primi pronomi


indefiniti:
PRONOMI INDEFINITI Parte I
Somebody / Someone Qualcuno
Anybody / Anyone Qualcuno / Chiunque*
Nobody / No one Nessuno

La prima differenza che ci verrebbe da chiedere è tra i primi due


pronomi indefiniti: perché esistono due modi per dire qualcuno?
Se prendiamo il primo pronome indefinito notiamo che “Qualcuno” si
dice “SOMEBODY” ma anche “SOMEONE”
Il motivo soggiace che il primo termine lo utilizziamo per designare
qualcosa di generico (una persona che non conosciamo), il secondo
lo utilizziamo per designare qualcosa di più specifico (quando
conosciamo la persona). Ad esempio:
“Qualcuno ha aperto la porta della mia casa.” (1) “Somebody opened the door of my house.” (1)
“Qualcuno mi ha detto una bugia.” (2) “Someone told me a lie.” (2)

Nella prima frase, si sottolinea l’idea che noi non sappiamo


minimamente chi abbia potuto aprire la nostra porta di casa per cui
potrebbe essere una persona tra le tante.
Nella seconda frase, al contrario, evidenziamo un rapporto di
conoscenza rispetto alla persona che ci ha confidato un segreto. Può
darsi che sia un nostro parente, un nostro amico o qualunque
individuo con il quale abbiamo un rapporto di conoscenza.
Lo stesso dicasi per “Anybody” ed “Anyone”.
Passiamo a verificare quando si usa SOMEBODY.
SOMEBODY oppure SOMEONE, si usano nelle frasi affermative.
Esempio:
“C’è qualcuno alla porta.” “There is somebody at the door.”

Mentre “ANYBODY” oppure “ANYONE” si usano nelle frasi


interrogative e negative.
Qui però dobbiamo aprire una parentesi perché il suddetto pronome
assume due significati diversi a seconda del contesto fraseologico.
Se prendiamo una domanda come ad esempio la seguente avremo:
“C’è qualcuno qui?” “Is there anybody here?”

Ma se abbiamo una frase negativa, ANYBODY non significa più


QUALCUNO ma assume il significato di NESSUNO e quindi è
sinonimo di NOBODY. Esempio:
“Non c’è nessuno qui.” “There isn’t anybody here.”

“NOBODY” e “NO ONE” significano NESSUNO.


In questo caso bisogna apportare delle modifiche all’atto della
traduzione tra i due sistemi linguistici in quanto in italiano esistono
all’interno di una frase due negazioni, cosa che invece non può
esistere in inglese.
Se io ad esempio prendo la seguente frase italiana:
“Non c’è nessuno qui.”
Io noto due negazioni: il NON e poi NESSUNO.
In inglese, la doppia negazione non esiste per cui un elemento deve
essere sacrificato. Quale?
Solitamente è l’elemento verbale che da forma negativa passa a
forma affermativa. Perché? Vi chiederete voi…
Perché l’elemento negativo è già contenuto all’interno del pronome
indefinito per cui il verbo è “costretto” a diventare affermativo. Quindi
una traduzione della frase su menzionata diverrebbe:

“There is nobody here.”

Se invece vogliamo rispettare la traduzione italiana e quindi voler


collocare il verbo nella forma negativa al posto di NOBODY
dobbiamo sostituire ANYBODY ma stavolta il verbo non si “sacrifica”
più diventando affermativo ma bensì resta al negativo.

“There isn’t anybody here.”

Riassumendo in una tabella i primi tre pronomi indefiniti abbiamo:


SOMEBODY
Frasi affermative e interro-negative Qualcuno
SOMEONE
ANYBODY
Frasi interrogative Qualcuno
ANYONE
NOBODY
Frasi affermative Nessuno
NO ONE

Ricorda:
ANYBODY NOBODY
Significa “Nessuno” quando il verbo è alla forma Significa “Nessuno” ed è sempre seguito dal verbo in
negativa forma affermativa

There isn’t anybody here “There is nobody here”


“Non c’è nessuno qui” “Non c’è nessuno qui”

Cosa accade se “Anybody” oppure “Anyone” venissero utilizzati in


una frase affermativa?
Prendiamo ad esempio due frasi inglesi uguali e vediamo di
comprenderne la differenza:

“Anybody answered the phone when it rang at the party.”


“Somebody answered the phone when it rang at the party.”

Nel primo caso la frase viene tradotta:

“Chiunque alla festa rispose al telefono quando squillò.”

Mentre la seconda frase diventa:

“Qualcuno alla festa rispose al telefono quando squillò”

NB. ANYBODY in una frase affermativa assume il significato di


“CHIUNQUE” e non di “QUALCUNO”, per cui bisogna prestare molta
attenzione quando si vuole esprimere l’idea altrimenti un parlante di
lingua straniera può semplicemente capire una cosa per un’altra e
quindi travisare il senso della nostra conversazione.
La seconda tranche dei pronomi indefiniti riguarda non più la
descrizione di individui ma bensì la descrizione degli oggetti. Questi
sono:

SOME+THING=SOMETHING
ANY+THING=ANYTHING
NO+THING=NOTHING

PRONOMI INDEFINITI Parte II


Something Qualcosa
Anything Qualcosa – niente*
Nothing Niente

Something si usa nelle frasi affermative e nelle frasi interro-negative


o nelle domande di offerta o di richiesta.

Una frase interro-negativa, è una frase interrogativa al cui interno c’è una negazione.

Facciamo diversi esempi:

“Vorrei qualcosa di buono stasera”


“Non hai qualcosa da mangiare?”
“Posso leggere qualcosa di interessante per piacere?”

Vediamo il tono delle tre frasi:


- la prima è una frase di tipo affermativa
- la seconda invece è una frase interro- negativa (perché al suo
interno è presente una negazione)
- la terza frase invece è una domanda in cui si sta chiedendo il
permesso di poter compiere un’azione.
Volendo tradurre rispettivamente le tre le frasi abbiamo:

“I would like to eat something good tonight.”


“Haven’t you got something to eat?”
“Can I read something interesting, please?”

ANYTHING si usa invece nelle forme interrogative e in quelle


negative assumendo in queste ultime il significato di “NIENTE”.
Esempio:
“Hai qualcosa da dirmi?” “Have you got anything to tell me?”
“Non ho nulla da dirti.” “I haven’t got anything to tell you”.

Nella seconda frase ANYTHING potrebbe essere sostituito


tranquillamente con NOTHING anche se dovremmo poi cambiare il
verbo dalla forma negativa a quella affermativa perché come
abbiamo già menzionato sopra, due negazioni in inglese non
possono esistervi.
Per cui NOTHING lo utilizziamo solo nelle FRASI CON IL VERBO
AFFERMATIVO.
“I have nothing to say.” “Non ho nulla da dire.”

ANYTHING ≠ SOMETHING

SOMETHING ANYTHING
Frasi affermative
Frasi interrogative (generiche)
Frasi interro – negative
Frasi negative (in sostituzione di Nothing)
Domande di offerta
Frasi affermative (qualsiasi cosa)
Domande di richiesta
L’ultimo punto è quello che sicuramente ci fa discutere un pochino
rispetto ai due precedenti già menzionati.
Se io utilizzo ANYTHING in una frase affermativa do alla frase un
significato diverso da quello che io originariamente voglia dare.
Se io prendo queste due frasi inglesi:
“Anything you like you will get it”

“Something weird I found in his behaviour”

Nella prima frase la traduzione sarebbe: “Qualsiasi cosa tu desideri la


otterrai”, mentre nella seconda frase la traduzione è: “Trovai qualcosa
di strano nel suo comportamento.”

ANYTHING ≠ NOTHING
NOTHING
ANYTHING
Significa “Nulla” e deve essere sempre usato con il
Seguito dal verbo in forma negativa: Niente
verbo in forma affermativa.
“I haven’t got anything”
“I have got nothing.”
“Non ho nulla”
“Non ho nulla”

La terza tranche dei pronomi indefiniti, riguardano quelli che


descrivono il luogo e sono rispettivamente:

SOME + WHERE = SOMEWHERE


ANY + WHERE = ANYWHERE
NO + WHERE = NOWHERE

SOMEWHERE Da qualche parte


Da qualche parte
ANYWHERE
Da nessuna parte
NOWHERE Da nessuna parte

“SOMEWHERE” si usa nelle frasi affermative e in quelle interro –


negative.

Esempio:
“Devo andare da qualche parte stasera ma non ricordo “I have to go somewhere tonight but I don’ t remember
il nome”. the name”
“Non conosci qualche posto interessante?” “Don’t you know somewhere interesting?”

“ANYWHERE” al contrario viene utilizzato nelle frasi interrogative e


in quelle negative.

Solo che in queste ultime il pronome assume un altro significato che


è quello “IN NESSUN LUOGO”. Facciamo degli esempi:
“Conosci qualche posto interessate dove trascorrere la
“Do you know anywhere to spend the evening?”
serata?”
“Non ho nessun posto dove stare”. “I haven’t anywhere to stay”.

In alternativa all’ultima frase possiamo sostituire ANYWHERE con


NOWHERE ma dobbiamo cambiare il verbo che dalla forma
negativa deve diventare affermativa.

“I have nowhere to stay.”


ANYWHERE ≠ NOWHERE

ANYWHERE NOWHERE
Significa “In nessun luogo” solo in presenza di un verbo Significa “In nessun luogo” e viene sempre usato con
in forma negativa. verbo in forma affermativa.

“I haven’t anywhere to go” “I have nowhere to go”

“Non ho nessun luogo dove andare” “Non ho nessun luogo dove andare.”

Inoltre:
ANYWHERE ≠ SOMEWHERE

ANYWHERE SOMEWHERE
Se usato in frasi affermative assume il significato di
“Qualsiasi luogo”
In frasi affermative significa “Da qualche parte”
“Anywhere you choose to spend your holidays I will
“Somewhere you will be thinking about me.”
agree”
“Tu da qualche parte mi starai pensando.”
“In qualsiasi luogo tu decida di trascorrere le tue
vacanze io sarò d’accordo”

Prima di chiudere con questo argomento volevo soffermare la vostra


attenzione su un altro pronome indefinito che non abbiamo ancora
trattato ovvero

EVERYBODY E EVERYONE

EVERYBODY EVERYONE
Significa “Tutti” e a differenza della lingua italiana - che
Significa “Ognuno” ed è seguito dalla forma verbale
è seguito dal verbo in forma plurale – in inglese il verbo
singolare proprio come la lingua italiana.
utilizzato è sempre in forma singolare come se venisse
Esempio:
trattato come una terza persona singolare invece di
quella plurale. Facciamo un esempio:
“Ognuno canta le canzoni che ama”
“Tutti parlano sempre con me”
“Everyone sings the songs he loves most.”
“Everybody always talks with me.”
Può essere utilizzato nelle frasi negative, affermative e
Può essere utilizzato nelle frasi affermative, negative,
interro-negative.
interro-negative e interro-negative.

N.B. Esiste una differenza nella traduzione della parola “TUTTI” in


inglese. Questa viene tradotta o con “Anyone” (chiunque) oppure
con “Everybody” (Tutti).
Si usa “Everybody” quando ci si riferisce ad uno specifico gruppo di
persone. Al contrario, quando ci si parla in senso generico si usa
“Anyone” Esempio:
“Tutti sappiamo leggere e scrivere.” “Anyone / Everyone can read and write.”
“Tutti alla festa si ubriacarono, tranne io.” “Everybody at the party got drunk except for me.”

Dopo aver trattato in maniera esaustiva questa prima parte dei


pronomi indefiniti, passiamo a trattare della seconda parte che
riguarda sempre i pronomi indefiniti.
2.3.1 PRONOMI INDEFINITI PARTE II
In questo paragrafo andremo a trattare della seconda categoria dei
pronomi indefiniti che si collocano subito dopo i composti di SOME e
ANY.
Vediamo di elencarli prima tutti quanti e poi di spiegarne brevemente
il loro utilizzo.

ANOTHER UN ALTRO
BOTH ENTRAMBI
EACH OGNI
EVERY OGNI
ALL TUTTO
WHOLE INTERO
EITHER L’UNO E L’ALTRO
NEITHER NE’ L’UNO NE’ L’ALTRO
SUCH TALE
SO COSI’

Cominciamo a delineare il primo pronome indefinito.


ANOTHER – ha funzione di pronome ed aggettivo e viene usato con
sostantivi singolari per parlare di ulteriori altre persone o cose.
Esempio:
“Ho incontrato un altro uomo per la strada.” “I met another man along the street.”

Può essere utilizzato anche in sostituzione a “OTHER” quando


quest’ultimo è seguito da un numerale. Esempio:
“Ci sono altre due persone che verranno alla nostra
“There are another two people coming to our party.”
festa.”

Si utilizzerà invece come pronome, quando sostituisce il nome.


Esempio:
“Abbiamo due case: una in Scozia e un'altra in “We have got two houses: one in Scotland and another
Inghilterra.” in England.”

Un altro pronome indefinito è


OTHER - che può agire sia da aggettivo che da pronome. Come
aggettivo “OTHER” precede il sostantivo. Esempio:
“Ci sono altri negozi in questa città.” “There are other shops in this city.”

Mentre come pronome “OTHER” si trova libero senza sostantivo.


“A friend of mine is English.
“Un mio amico è inglese. L’altro è italiano.”
The other is Italian.”

In caso siano presenti:


· Partitivi (some e any)
· Numerali
· Dimostrativi (this / that)

“OTHER” viene sostituito da “MORE”. Esempio:


“Vorrei dell’altra acqua per favore.” “I would like some more water, please.”
“Ci sono altri due biscotti. Chi li vuole?” “There are two more biscuits. Who wants them?”

Un altro pronome indefinito è “BOTH”.


“BOTH” è utilizzato per esprimere il concetto di “ENTRAMBI”.
Non è mai preceduto dall’articolo determinativo e può essere
collocato sia ad inizio frase sia all’interno di una frase prima o dopo il
verbo a secondo del tipo di verbo – ovvero se ausiliare o ordinario.
Esempio:
“Entrambi le ragazze partiranno per la Francia.” “Both girls are leaving for France.”
“Essi sono entrambi intelligenti.” “They are both clever.”

Se invece non abbiamo un verbo ausiliare come nella frase su


menzionata, “BOTH” si colloca tra il soggetto e il verbo.
“Essi entrambi arrivarono a Londra.” “They both arrived in London.”

Quando invece sono presenti i pronomi personali complemento


oggetto “BOTH” precede i pronomi: Esempio:
“Entrambi parlarono con Marco.” “Both of them spoke to Mark.”
L’idea di poter compiere entrambi le azioni, viene reso in inglese con
“BOTH…AND…” che significa “SIA…SIA…” Esempio:
“Puoi comprare sia il vestito che il cd.” “You can buy both the dress and the cd.”

Un altro pronome indefinito è “EITHER” e “NEITHER” che significano


rispettivamente “L’UNO o L’ALTRO” e “NE L’UNO NE’ L’ALTRO.”
Cominciando prima da “EITHER” abbiamo che “EITHER” si usa nelle
frasi affermative con sostantivi singolari. Esempio:
“Puoi prendere in prestito l’uno o l’altro libro.” “You can borrow either book.”

Se l’idea implica una scelta e quindi “O…O” in inglese si usa


“EITHER…OR…”
Esempio:
“Puoi prendere o il vestito rosso o il vestito verde”. “You can buy either the red dress or the green one.”

Vediamo la differenza tra l’uso di EITHER e BOTH.

FOCUS ON THE LANGUAGE

Abbiamo poco fa espresso l’idea di EITHER…OR… e BOTH…


AND… per esprimere il concetto di scelta o di consequenzialità.
Se io decido di fare una frase con “EITHER…OR…” implico che la
persona debba compiere una scelta tra due cose e quindi non può
averle entrambi. Esempio:
“Puoi prendere o il vestito rosso o il vestito verde”. “You can buy either the red dress or the green one.”

Se invece al contrario decido di usare “BOTH…AND…” il parlante


può permettersi di fare entrambe le cose senza dover esser
sottoposto ad una scelta. Esempio:
“Puoi comprare sia il vestito che il cd.” “You can buy both the dress and the cd.”

“NEITHER” – al contrario implica “NE’ L’UNO NE’ L’ALTRO” e


corrisponde al contrario di “EITHER”.
La differenza tra i due innanzitutto è da ricercarla nella struttura, in
quanto “NEITHER”, essendo già un valore negativo di per sé può
essere solo seguito da un verbo in forma affermativa poiché la
doppia negazione in inglese genera un’affermazione e quindi non è
possibile. Esempio:
“Né l’uno né l’altro libro mi interessa.” “Neither book interests me.”

E cosa succede se io volessi rispettare la stessa traduzione letterale


della frase italiana? Ovvero riportare il verbo in forma negativa?
In questo caso sarò costretto a usare “EITHER” e non “NEITHER”
quindi ricorrere ad un elemento grammaticale positivo da associare
ad un verbo in forma negativa.
Riprendendo quindi lo stesso esempio di prima avremmo:

“I am not interested in either of the books.”

“EITHER” può anche essere collocato alla fine della frase e il suo
significato diventa: NEPPURE. Esempio:
“Quel libro non interessa neppure a me.” “I am not interested in that book either.”

NEITHER…NOR” vuol dire “Nè…Nè…” e anch’esso viene usato con


il verbo in forma affermativa. Esempio:
“Né lui né l’altro sono miei amici.” “Neither him nor the other are my friends.”

Con questa frase, il parlante disconosce in maniera sistematica le


persone in riferimento dando alla frase un forte senso di negatività.
Altri due pronomi indefiniti che destano grande interesse nonché
enorme complessità di comprensione sono: EACH e EVERY.
Entrambi hanno lo stesso significato. Significano “OGNI”, ma la
differenza sta nell’utilizzo di questi due pronomi.
EACH EVERY
EACH EVERY
Viene utilizzato quando ci riferiamo ad un insieme di
persone, cose o animali considerati complessivamente
Esempio:
Viene utilizzato quando ci riferiamo ad un insieme di “Lei salutò ogni persona della festa.”
persone, animali o cose considerati e messi in “She greeted every person at the party.”
evidenza singolarmente.
Esempio: Viene utilizzato quando una persona o un oggetto –
“Ciascuno degli studenti studierà la lingua inglese.” facente parte del nostro discorso – viene menzionata
“Each of the students will study English.” per la prima volta all’interno del discorso.
Esempio:
Viene utilizzato specialmente quando all’interno di un “Ogni persona ha un cuore.”
discorso, la persona, l’oggetto o l’animale è stato già “Every person has a heart.”
menzionato precedentemente.
Esempio: In questa frase la parola “person” appare solo una
“Ci sono molte sedie in questa stanza. Ogni sedia ha volta, per cui non esiste nessun menzionamento o
un colore molto vivace.” riferimento passato che possa implicare una sorta di
ripetizione o effetto ridondante e per tale motivo, l’unico
“There are a lot of chairs in that room. Each chair has a pronome indefinito da poter utilizzare sarà EVERY e
very bright colour.” non EACH.

Nella frase su menzionata, la parola “chair” appare due E’ usato per indicare i periodi di tempo come ad
volte: sia nella fase introduttiva che in quella esempio:
successiva preceduta dalla locuzione “ogni”. Siccome
la parola appare menzionata due volte, l’unico pronome Every day
indefinito possibile da poter utilizzare è “EACH”. Every month
Every Year
Può essere anche pronome e in tal caso lo troviamo Every night
prima dei pronomi personali complemento oggetto Every week
separati dalla preposizione semplice “OF”. Every morning
Esempio: Every afternoon
Every evening
“Ciascuno di loro ha studiato Shakespeare.” Every night
“Each of them has studied Shakespeare.”
Siccome ci riferiamo a parti di giornate o a mesi, anni e
Anche qui il senso che si connota alla frase è settimane, ci riferiamo a situazioni che non possono
puramente restrittivo e limitativo. “Ciascuno di loro” essere scisse in single parti, in quanto parliamo di
implica soltanto le persone attualmente presenti. periodi di tempo e quindi “EACH” non potrebbe essere
usato, in quanto quest’ultimo può essere usato solo
quando vogliamo evidenziare qualcosa considerandolo
singolarmente.

Un altro pronome indefinito è sicuramente “ALL” che vuol dire


“TUTTO”.
Può avere valore di aggettivo ma anche di pronome e avverbio. E’
usato con i sostantivi singolari, plurali, numerabili e non numerabili
quando vogliamo riferirci a tutte le persone o cose di cui si sta
parlando. Esempio:
“Tutti gli uomini sono intelligenti.” “All men are clever.”

In questa frase “ALL” delinea una caratteristica generale, il


considerare l’uomo come parte integrante dell’umanità e quindi non il
singolo individuo.
Quando invece ci riferiamo ad un qualcosa di specifico e quindi ben
definito e limitato, “ALL” è seguito dall’articolo determinativo.
“Tutte le macchine di questo parcheggio sono nuove.” “All the cars in this car park are new.”

In questa frase, si evince che il parlante non sta considerando


l’oggetto “macchina” come un qualcosa di generico stabilendo che
tutte le autovetture esistenti al mondo siano nuove, ma si sta
riferendo ad un particolare numero di auto che vede in quel
determinato momento e in quel determinato luogo – ovvero le auto
parcheggiate in quel parcheggio.
Quando abbiamo un pronome personale complemento oggetto, un
aggettivo possessivo, un dimostrativo e così via, “ALL” compare
all’inizio della frase come primo elemento.
“Tutti i miei amici sono inglesi.” “All my friends are English.”
“Tutti questi ragazzi parlano fluentemente la lingua
“All these guys speak the foreign language fluently.”
straniera.”
“Tutti loro sono molto gentili.” “All of them are very kind.”

Può avere anche la funzione mediana all’interno di una frase


soprattutto quando compare il verbo essere. Esempio:
“Essi sono tutti a scuola questa settimana.” “They are all at school this week.”

Se invece abbiamo un verbo ordinario possiamo avere due tipi di


costruzioni:
“They all went to the cinema yesterday evening.”
“Tutti loro andarono al cinema ieri sera.”
“All of them went to the cinema yesterday evening.”

“ALL” viene anche usato nelle espressioni di tempo per indicare il


concetto di “INTERO” e quindi diventa sinonimo di “WHOLE”.
Esempio:
“I spent all day at home yesterday”
“Ho trascorso tutta la giornata a casa ieri.”
“I spent the whole day at home yesterday.”

Ultimi due pronomi indefiniti da trattare prima di passare al prossimo


argomento:

SO SUCH

SO SUCH
Viene utilizzato ogni qualvolta troviamo un aggettivo
seguito da un sostantivo.
Vuol dire “Così” e viene utilizzato quando all’interno di
Esempio:
una frase vi è o un aggettivo o un avverbio.
“Lei è una donna così graziosa.”
Esempio:
“She is such a pretty girl.”
“Lei è così carina.”
“She is so pretty.”
Oppure lo utilizziamo quando è seguito da un nome
plurale o dall’articolo indeterminativo più sostantivo se
oppure:
quest’ultimo è singolare.
“Lui è sorprendentemente bello.”
Esempio:
“He is surprisingly handsome.”
“I never buy such things” (1)
“Why have they done such a thing? (2)

Traducendo rispettivamente le due frasi abbiamo:


Non compro mai simili cose. Perché hanno fatto una cosa simile?

Molto interessante è anche l’impiego di “SUCH” seguito da “AS” per


esprimere il concetto di “ESEMPIO”.
“Ci sono molte cose che ti devo dire come ad esempio “There are a lot of things I have to tell you such as that
che ti amo.” I love you.”

Lasciamo interamente questa sezione per dedicarci ad un altro


argomento che sono gli aggettivi e pronomi dimostrativi.
2.4 Pronomi e Aggettivi Dimostrativi.
I pronomi dimostrativi traggono origine dagli aggettivi dimostrativi.
Cominciamo a fare una breve considerazione. In inglese, a
differenza della lingua italiana, l’aggettivo non ha nessuna forma
plurale perché non si accorda con il sostantivo che lo segue.
Ovviamente questa è la regola generica ma c’è sempre qualcuno
che sfugge da questa rigida regola e sono proprio gli aggettivi
dimostrativi perché questi ultimi si interfacciano alla posizione di
vicinanza o di lontananza di un oggetto rispetto al parlante.
Per tale rapporto di vicinanza o lontananza esistono in inglese le
seguenti forme:
THIS QUESTO / A
THAT QUELLO / A
THESE QUESTI / E
THOSE QUELLI / E

Con sostativi singolari numerabili in frasi affermative / negative / interro – negative e


THIS
negative.
Si usa con sostantivi singolari numerabili in frasi affermative / negative / interro –
THAT negative e negative
THESE Si usa con sostantivi plurali in frasi affermative / interrogative / interro – negative e
negative.
Si usa con sostantivi plurali in frasi affermative / interrogative / interro – negative e
THOSE
negative.
THIS Si usa quando c’è un rapporto di vicinanza del parlante rispetto all’oggetto.
THAT Si usa quando c’è un rapporto di lontananza del parlante rispetto all’oggetto.
Rappresenta il plurale di THIS e si usa quando c’è un rapporto di vicinanza del parlante
THESE
rispetto agli oggetti.
Rappresenta il plurale di THAT e si usa quando c’è un rapporto di lontananza del
THOSE
parlante rispetto agli oggetti.

Questi possono avere sia la funzione di aggettivo che di pronome.


Hanno la funzione di:
AGGETTIVO Quando precede un sostantivo

Ad esempio:
Questo libro This book
Quel libro That book
Questi libri These books
Quei libri Those books

PRONOME Quando è staccato dal Sostantivo

Esempio:
“This is my book.” “Questo è il mio libro.”

Dopo aver ampliamente delineato la caratteristica degli aggettivi e


pronomi dimostrativi passiamo a trattare un altro argomento che è
quello dedicato ai pronomi riflessivi.
2.5 I Pronomi Riflessivi
I pronomi riflessivi sono quei pronomi in cui l’azione espressa dal
verbo ricade sul soggetto.
In italiano, il verbo riflessivo si ottiene premettendo al verbo
principale la particella “SI” come ad esempio: “Si lava, Si veste” e
così via oppure mettendo la particella “SI” in fondo al verbo come ad
esempio “lavarsi, pettinarsi etc etc”.
Quest’ultimo caso rappresenta il tempo verbale dell’infinito.
In inglese la forma riflessiva si ottiene aggiungendo la particella
“SELF” al pronome o all’aggettivo.
Eh si! i pronomi riflessivi in inglese si ottengono dal miscuglio tra
pronomi personali complemento oggetto e aggettivi possessivi.
Vediamo insieme quali sono questi pronomi:
Myself Me stesso
Yourself Te stesso
Himself Se stesso
Herself Se stessa
Itself Di se stesso
Ourselves Noi stessi
Yourselves Voi stessi
Themselves Essi stessi

Come ben si può notare il primo, il secondo, il terzo pronome


riflessivo deriva dall’aggettivo possessivo:
MY + SELF
YOUR + SELF
HER + SELF

Ma anche la prima persona plurale e singolare derivano dagli


aggettivi possessivi:
OUR+SELVES
YOUR+SELVES

Invece la terza persona singolare maschile e la terza persona plurale


derivano dai pronomi personali complemento:
HIM+SELF
THEM+SELF

Dove si collocano i pronomi riflessivi?


Il pronome riflessivo, si colloca immediatamente subito dopo il verbo
e serve per indicare che l’azione espressa dal verbo si ripercuote sul
soggetto stesso.
Si accordano sempre in funzione del soggetto della frase; ad
esempio se io prendo la seguente frase italiana:
“Loro si divertirono molto alla festa di Jane” “They enjoyed themselves a lot at Jane’s party”.

In questo caso il soggetto della frase è “loro” quindi “THEY” e per


questo motivo il pronome riflessivo corrispondente alla terza persona
plurale è “THEMSELVES”.
Utilizziamo la forma riflessiva solitamente con quei verbi che
esprimono dolore, comportamento, pensiero e considerazione
VERBI CHE ESPRIMONO DOLORE
To hurt oneself Ferirsi
To burn oneself Bruciarsi
To cut oneself Tagliarsi

Verbi che esprimono comportamento


To help oneself Servirsi
To enjoy oneself Divertirsi
To amuse oneself Divertirsi
To blame oneself Biasimarsi

Verbi che esprimono pensiero e comportamento


To consider oneself Considerarsi
To count oneself Reputarsi

Tra gli altri verbi che reggono i pronomi riflessivi abbiamo:


TO BUSY ONESELF OCCUPARSI DI QUALCOSA
TO ABSENT ONESELF ASSENTARSI (DA UN LUOGO)
TO ACCUSTOM ONESELF ABITUARSI A QUALCOSA
TO PRIDE ONESELF GLORIARSI
TO APPLY ONESELF DEDICARSI A
TO BEHAVE ONESELF COMPORTARSI
TO BELIEVE ONESELF CREDERSI
TO CONTROL ONESELF CONTROLLARSI
TO DEVOTE ONESELF DEDICARSI
TO DISTINGUISH ONESELF DISTINGUERSI
TO EXPLAIN ONESELF SPIEGARSI
TO FIND ONESELF TROVARSI
TO FLATTER ONESELF LUSINGARSI
TO KILL ONESELF UCCIDERSI
TO LOSE ONESELF PERDERSI

“ONESELF” è il pronome riflessivo neutro che accompagna i verbi


all’infinito prima che questi vengano coniugati.
Non sempre però alle forme riflessive corrispondenti italiane
corrisponde la forma riflessiva inglese. Ad esempio quando parliamo
di azioni abituali, gli inglesi non usano il pronome riflessivo ma bensì
lasciano solo il verbo:
To dress Vestirsi
To hide Nascondersi
To shave Radersi
To undress Svestirsi
To wash Lavarsi

Per cui se io ho una frase italiana del tipo:

“Mi lavo tutti i giorni.”

In inglese verrebbe tradotta:

“I wash every day.”

Quindi il nostro pronome riflessivo introdotto da “mi” perde il suo


valore per essere completamente depennato.
La stessa regola vale per gli altri verbi su menzionati nella tabella.
Non sono soltanto le azioni abituali a non richiedere l’uso del
pronome riflessivo, in inglese ad esempio abbiamo un numero
abbastanza cospicuo di verbi che - mentre in lingua italiana è
d’obbligo assumere il pronome – non usano il pronome riflessivo.
Vediamo insieme quali sono:
To apologize for Scusarsi
To approach Avvicinarsi
To be ashamed Vergognarsi
To be mistaken Sbagliarsi
To complain Lamentarsi
To fall in love with Innamorarsi
To fall ill Ammalarsi
To fall asleep Addormentarsi
To feel Sentirsi
To forget Dimenticarsi
To get up Alzarsi
To hurry up Affrettarsi
To intuire Informarsi
To join Unirsi
To move Muoversi
To practise Esercitarsi
To put on Indossare
To realize Accorgersi
To refer Riferirsi
To remember Ricordarsi
To rest Riposarsi
To retire Ritirarsi
To rush Precipitarsi
To sit down Sedersi
To stand up Alzarsi
To stop Fermarsi
To take off Togliersi un capo di abbigliamento
To wake up Svegliarsi
To worry Preoccuparsi
To wonder Meravigliarsi

Dopo aver trattato in maniera esaustiva la forma riflessiva dei verbi,


vediamo cosa succede invece quando ci troviamo davanti a certi
verbi la cui azione riflessiva genera un azione reciproca tra le parti.
Facciamo un esempio:
Se io prendo una classica frase italiana in forma riflessiva del tipo:

“Loro si incontrarono alle ore 7.00 p.m. alla stazione.”

In questa frase abbiamo un verbo semplice espresso al passato


remoto che indica un’azione iniziata e completamente terminata in
un momento preciso del passato (alle ore 7.00 p.m.).
Da notare che il nostro verbo italiano (incontrarono), è seguito da un
pronome riflessivo (“si”) che ne caratterizza l’azione reciproca
avvenuta tra le due parti coinvolte nel discorso.
In questo caso, l’azione di incontrarsi non si riversa direttamente sul
soggetto come accade direttamente con la forma riflessiva che
abbiamo incontrato precedentemente e con le precedenti frasi, ma il
verbo tende a riversare l’azione su entrambi i soggetti.
In questo caso allora la forma riflessiva viene tradotta con un’altra
particella definita “EACH OTHER”, che tradotta letteralmente
potrebbe significare “L’un l’altro” e quindi evidenziare il carattere di
reciprocità dell’azione.
Questa particella segue immediatamente il verbo sostituendo il
tradizionale pronome riflessivo, per cui la traduzione della frase su
menzionata sarà:

“They met each other at the station at 7.00 p.m.”

Questo capita con tutti i verbi che generano una reciprocità di azioni.
Facciamo un altro esempio. Prendiamo una frase con il verbo
“amare”:
“Maria e Giuliano si amano molto.”

Anche qui il verbo “amare” è un verbo che non si lega solo a Maria o
a Giuliano, ma bensì tende ad evidenziare il sentimento che lega
entrambi in maniera reciproca, per cui la traduzione sarebbe:

“Maria and Giuliano love each other very much.”

N.B. Quando i soggetti di una frase sono più di due, “EACH OTHER”
viene sostituito con “ONE ANOTHER”.
Esempio:

“Le persone si amano e si odiano allo stesso tempo.”

In questa frase, quanti soggetti riusciamo ad individuare?


Direi un numero illimitato perché non ci riferiamo ad un gruppo
specifico di persone ma bensì ad un plurale generico e quindi “tutte
le persone esistenti al mondo, si amano e si odiano allo stesso
tempo.”
Volendo tradurre questa frase dall’italiano all’inglese dovremmo
apportare due modifiche:
Innanzitutto l’articolo determinativo che compare nella frase italiana
viene del tutto depennato in lingua inglese in quanto trattasi di un
plurale generico e non specifico.
L’altro contesto riguarda invece il pronome riflessivo “SI” che si
riferisce esplicitamente al soggetto, ma siccome abbiamo un verbo
“AMARE” che è un verbo che evidenzia una reciprocità di azione,
dovremmo sostituire il classico pronome riflessivo stavolta non più
con “EACH OTHER”, ma bensì con “ONE ANOTHER”.
Quindi avremmo:

“People love and hate one another at the same time.”

Per cui riassumendo avremmo:


Quando il verbo in forma riflessiva esprime un’azione di reciprocità tra
EACH OTHER
DUE SOGGETTI.
Quando il verbo in forma riflessiva esprime un’azione di reciprocità tra
ONE ANOTHER
PIU’ PERSONE.

Prima di passare ad un altro argomento, mi voglio soffermare -


sempre a proposito di pronomi riflessivi – sulla seconda parte della
forma riflessiva che relego direttamente all’altro paragrafo.
La seconda parte tratterà di alcuni modi utilizzati in inglese di
adottare la particella “SELF”, e di altri due importanti verbi “MAKE” e
“GET”, anch’essi impegnati nella costituzione della forma riflessiva.
2.5.1 “SELF – GET + (aggettivo / participio passato) – MAKE +
(pronome riflessivo + participio passato)”
Questo paragrafo va considerato come integrazione di quello
precedente.
Ho deciso di trattare separatamente questi tre modi di rendere la
forma riflessiva principalmente per non appesantire ulteriormente il
paragrafo precedente ma anche per permettervi di focalizzare al
meglio queste tre strutture grammaticali.
Come avete potuto già notare dal titolo, in questo paragrafo
tratteremo di tre forme diverse.
La prima l’abbiamo – in un certo senso – già trovata nel paragrafo
precedente quando abbiamo parlato di come si costituisce una
forma riflessiva in inglese e cioè mi sto riferendo alla particella
“SELF”.
Questo “SELF”, però agisce non soltanto in frasi in cui sia presente il
verbo (to wash oneself, to devote oneself), ma anche in espressioni
legate a sostantivi come si può notare dalla tabella seguente:
Self centred Egocentrico / egoista
Self control Padronanza di sé
Self – confidence Fiducia di se stesso
Self – conscious Timido
Self – defence Autodifesa
Self – opinion Presunzione
Self confident man Uomo sicuro di sé
A self made man Un uomo che si è fatto da sé
Self taught man Autodidatta
Andando ad esaminare singolarmente le varie espressioni notiamo
che questo “SELF” si lega sia ad espressioni verbali come “participio
passato”, ma anche ad aggettivi e a sostantivi.
Se prendiamo ad esempio come riferimento l’espressione “Self
made man”, notiamo che “made” è un participio passato del verbo
“make” quindi un verbo.
Lo stesso dicasi per il verbo “taught” nell’espressione “a self taught
man”.
Nell’espressione “Self confident man”, al contrario la parola
“confident” è un aggettivo derivato dal sostantivo “confidence” che
vuol dire appunto “fiducia”.
Nella parola “Self opinion”, invece la particella “SELF” si lega
direttamente al sostantivo “opinion” generando così il significato di
“presunzione”. Purtroppo non esiste una regola per poter ricavare
queste espressioni, perché a differenza delle altre – considerate
dinamiche – queste sono statiche, fisse e devono solo essere
apprese mnemonicamente.
La seconda struttura per indicare la forma riflessiva è sicuramente il
verbo “GET”. Questo verbo, ha una storia un po’ complessa ma
anche estremamente particolare.
Innanzitutto “GET” è un verbo polisemantico – cioè ha più significati
e diverse tipologie di utilizzo. Se apriamo un dizionario bilingue
vedremo tutti i significati espressi dal verbo che io non enuncerò in
questa sezione e in questo testo perché trattandosi di grammatica
elementare questo caso viene rinviato all’altro volume dedicato
interamente alla struttura verbale.
Quello che occorrerà conoscere di questo verbo è il suo impiego –
come dicevo poc’anzi – nella costituzione della forma riflessiva. In
questo contesto, il verbo “GET”, è seguito o da un “aggettivo” oppure
dal “participio passato”.
Vediamo di verificare insieme quanto sopra detto notando le diverse
forme nel seguente schema.
Get Angry Arrabbiarsi
Get Annoyed Seccarsi
Get Bored Annoiarsi
Get Cold Diventare freddo
Get Dirty Sporcarsi
Get Dressed Vestirsi
Get Durnk Ubriacarsi
Get Dry Asciugarsi
Get Engaged Fidanzarsi
Get Ill Sperdersi
Get Married Sposarsi
Get Nervous Innervosirsi
Get Ready Prepararsi
Get Rich Arricchirsi
Get Tanned Abbronzarsi

Altri esempi di forme riflessivi con “GET” sono:


Get tired Stancarsi
Get upset Agitarsi
Get used Abituarsi
Get warm Riscaldarsi
Get wet Bagnarsi
Get worried Preoccuparsi

Terzo ed ultimo elemento grammaticale che concorre alla


formazione della forma riflessiva è “MAKE”. Questo verbo lo
conosciamo con il significato italiano di “FARE” contrapposto all’altro
verbo “DO”. E’ un verbo irregolare e in questa sezione lo
conosceremo come elemento che costituisce la forma riflessiva.
A differenza delle due strutture grammaticali precedenti, “MAKE” –
in forma riflessiva – viene usato per denotare certi comportamenti o
azioni ed è seguito dal pronome riflessivo + participio passato come
si può ben evincere dalla seguente tabella:
To make oneself a living Guadagnarsi da vivere
To make oneself at home Mettersi a proprio agio
To make oneself comfortable Mettersi comodo
To make oneself hated Farsi odiare
To make onself heard Farsi udire
To make oneself loved Farsi amare
To make onself respected Farsi rispettare
To make oneself understood Farsi capire
To make oneself useful Rendersi utile

Anche qui vale la stessa regola enunciata per “GET” – ovvero per
poter utilizzare tali espressioni è strettamente necessario lo studio
mnemonico.
Dopo aver trattato in maniera esaustiva anche di questa sezione
integrativa della forma riflessiva, non ci resta che passare a trattare
un’altra tipologia di pronomi che sono quelli relativi.
2.6. Pronomi Relativi
In questo paragrafo tratteremo dei pronomi relativi, ovvero di
quell’elemento grammaticale che tende a stabilire una relazione, un
collegamento o un nesso tra gli elementi che compongono una
frase.
Il pronome relativo che facciamo riferimento è il “CHE”.
Questo pronome può avere funzione di soggetto oppure di
complemento a seconda della frase.
In inglese a differenza della lingua italiana esistono quattro modi
diversi per tradurre il pronome relativo “CHE”.
Vediamoli insieme:
WHO WHO(M)
WHICH THAT

Non vi stupirà vedere all’interno di questo paragrafo il pronome


“WHO” che - come ben sapete -, indica in inglese anche il pronome
interrogativo di cui tratteremo nel paragrafo appositamente dedicato.
Come mai – vi chiederete – esistono quattro tipi di pronomi relativi?
A cosa possono mai servire? Non era più semplicistica la versione
italiana?
A questa domanda basterebbe rispondere dicendo che queste
quattro distinzioni non nascono per pura casualità ma
semplicemente per la voglia e per la necessità di voler assegnare il
giusto valore – e quindi il giusto pronome relativo – in base al
contesto della frase.
Infatti, i suddetti pronomi relativi, vengono utilizzati in specifici casi
come indicati nella tabella che segue:
Who Pronome relativo utilizzato per le persone e ha valore di soggetto
Who(m) Pronome relativo utilizzato per le persone e ha valore di complemento
Pronome relativo utilizzato per le cose e per gli animali e ha valore di soggetto
Which
e di complemento
That Pronome relativo riferito a persone, animali, cose

Vediamo adesso di comprendere l’utilizzo dei pronomi relativi su


menzionati attraverso una serie di esempi che dovrebbero meglio
spiegarvi e chiarire il loro utilizzo all’interno di un contesto di una
frase.
Prima di partire direttamente con gli esempi però sarà necessario
spiegare come si fa a distinguere un pronome relativo soggetto da
quello complemento.
La prima cosa da capire è saper individuare all’interno della frase chi
è il soggetto e chi il complemento – chi effettua l’azione e a chi è
rivolta l’azione – e questo è possibile solo attraverso l’individuazione
all’interno della frase verbale.
Dopo aver evidenziato il verbo bisogna andare a ritroso – ovvero
bisogna chiedersi chi compie l’azione? –
Successivamente si passerà al pronome relativo in questione e si
vedrà a chi esso si riferisce.
Partiamo da una semplice frase italiana e cominciamo a scomporre
– proprio come si fa per la matematica – la frase nei suoi minimi
termini effettuando la cosiddetta analisi grammaticale dei suoi
componenti.
Esempio:

“La ragazza che tu vedi è la mia migliore amica”.

Punti salienti di iniziazione grammaticale:

· Elemento Verbale
· Soggetto della frase
· Pronome relativo
· Complemento

In base a questi presupposti, cominciamo la nostra analisi.


Quanti verbi compaiono all’interno della frase? Sembrerebbe uno
soltanto.
L’unico verbo in questione è “vedi” ovvero forma presente del verbo
“vedere”.
Siccome la frase contiene un unico elemento verbale ci troviamo
dinanzi ad una frase in forma semplice. Dal verbo poi, andiamo a
ricavarci il soggetto della frase.
Chi è che vede la ragazza? La risposta è “Tu”.
A chi vedi tu? “La ragazza” e quindi quest’ultimo elemento
rappresenta il complemento di termine. Quindi schematizzando
avremmo:

Vedere (Verbo)
Tu (Soggetto)
Che (Pronome Relativo)
La Ragazza (Complemento di termine)

Avendo effettuato l’analisi logica della frase abbiamo compreso il


pronome relativo a chi si riferisce e nel nostro caso è legato al
complemento di termine e non al soggetto.
Per cui il pronome relativo in questione che utilizzeremo sarà
“WHO(m)”
Traducendo la frase in inglese avremo:

“The girl who(m) you see is my best friend.”

Vediamo invece cosa accade quando all’interno della frase compare


un oggetto o un animale.

Esempio:
“Il gatto che sta sulla tavola è bianco”.

Il procedimento da adottare è sempre lo stesso e la regola da


seguire per ricavare il soggetto e comprendere il pronome relativo
resta invariata a quella che abbiamo già spiegato sopra.
In questa frase però a differenza di quella precedente, non reca un
doppio pronome ma abbiamo solo un soggetto che esplicitamente si
evince dall’animale “Il gatto”.
Il pronome relativo in questione si riferisce allo stesso animale per
cui avrà valore di soggetto e non di complemento.
Siccome per gli inglesi gli animali sono uguali agli oggetti, il pronome
relativo corrispondente che utilizzeremo sarà “WHICH.”
Il verbo in questione è il verbo “STARE” espresso alla terza persona
singolare del tempo verbale presente indicativo, che nella nostra
traduzione inglese verrà tradotto con il verbo “ESSERE”.
Traducendo la frase abbiamo:

“The cat which is on the table is white.”

Terzo e ultimo pronome relativo da individuare è “WHO” con


funzione di soggetto.
Dico ultimo ma in realtà esiste ancora “THAT” anche se quest’ultimo
lo tratteremo successivamente. Prendiamo una frase del tipo:

“La persona che sta parlando è Maria.”

In questa frase, compare solo un soggetto e solo un elemento


verbale.
Allo stesso modo si intuisce subito e a occhio nudo che il pronome
relativo si riferisce alla “persona” che rappresenta in questo caso il
soggetto della frase.
In questo caso allora, il pronome relativo in questione sarà “WHO”.
Traducendo la frase in inglese abbiamo:

“The person who’s speaking is Mary.”

Adesso andremo ad analizzare la seconda parte dei pronomi relativi


– che ho deciso di porre in un paragrafo aggiuntivo – in cui
esamineremo due concetti grammaticali fondamentali ovvero quello
di frase incidentale e non incidentale.
2.6.1 Pronomi relativi parte II: frase incidentale e frase non –
incidentale
Abbiamo lasciato il paragrafo precedente con la spiegazione del
pronome relativo “WHO” tralasciando il pronome relativo “THAT”.
Quest’ultimo, vi apparirà sicuramente familiare perché lo abbiamo
già incontrato quando in passato abbiamo trattato degli aggettivi e
pronomi dimostrativi.
In questo paragrafo, però, lo ritroviamo ad esprimere un significato
diverso da “QUELLO” – usato come aggettivo dimostrativo - per
assumere il significato di “CHE”.
A differenza dei tre pronomi relativi – WHO. WHICH; WHO(m), -
quest’ultimo viene usato per tutte le categorie ovvero (persone,
animali, cose) ma il suo utilizzo non è alla rinfusa o a piacimento,
anche qui bisogna rispettare rigorosamente la regola grammaticale.
Per prima cosa bisogna distinguere in inglese due tipologie di frasi:

FRASE INCIDENTALE FRASE NON INCIDENTALE

Vediamo cosa significa frase incidentale:

Per frase incidentale, si intende quella frase in cui il periodo espresso dal pronome relativo fornisce informazioni
aggiuntive poco rilevanti al contenuto della frase che possono tranquillamente essere omesse permettendo così
alla frase di avere un senso compiuto.

Vediamo di tradurre in parole più semplici la definizione


grammaticale in modo da rendere più chiara l’idea che vogliamo
esprimere.
Se io prendo una frase del tipo:

“La Ferrari, che è rossa, è una macchina molto veloce.”

Ci troviamo davanti ad una frase incidentale ma la prima cosa da


notare è che:
In una frase incidentale, l’elemento poco rilevante viene separato dal
contesto della frase dalle due virgole proprio come mostrato nella
frase su menzionata.
Procedendo con l’analisi, noteremo che “La Ferrari”, è il soggetto
della frase e che la preposizione relativa in questione - e quindi il
“CHE”, - si lega al verbo “essere” seguito da un aggettivo
qualificativo: “ROSSA”, che esprime un’informazione poco rilevante
alla nostra frase.
Potremmo definirlo come un carattere aggiuntivo, un elemento
aggregante che però non implica un’informazione estremamente
importante.
Se eliminiamo la sezione col pronome relativo, la frase non perde di
significato; anzi, al contrario lo mantiene nitido e limpido.
Nella terza parte della frase troviamo il risultato finale della nostra
frase e cioè che cosa sia la Ferrari: (una macchina molto veloce).
Avendo per cui analizzato l’intera frase, possiamo suddividere
quest’ultima in tre parti distinte:

La Ferrari (Soggetto)
Che è rossa (Frase incidentale)
È una macchina veloce (Risultato finale della frase)

Quando ci troviamo in una frase incidentale bisogna sempre seguire


rigorosamente la regola del pronome relativo di riferimento in base a
quanto già stabilito nel paragrafo precedente. Per cui, volendo
tradurre in inglese la frase su menzionata avremo:

“Ferrari, which is red, is a very fast car.”

L’articolo determinativo che precede il nome nella frase italiana viene


completamente depennato nella traduzione, mentre la sezione
riguardante il pronome relativo viene inserito all’interno di due virgole
venendo separato dal contesto intero della frase.
Passando da una frase incidentale a quella non incidentale avremo
che:

Per frase non incidentale, si intende quella frase in cui l’elemento espresso dal pronome relativo risulta essere
parte integrante e fondamentale della frase, una parte indispensabile affinché la frase non perda il suo
significato.

Prendiamo come riferimento questa frase:

“La signora che siede al tavolo è mia zia.”

Da questa frase notiamo che il pronome relativo si riferisce in


maniera particolare al soggetto della frase ovvero “la signora” la
quale è seduta al tavolo.
Se io provassi ad eliminare la sezione introdotta dal pronome
relativo ovvero “che siede al tavolo” cosa mi rimane? Mi restano
soltanto:
La Signora è mia zia

Apparentemente la frase potrebbe avere un senso perché abbiamo


comunque un Soggetto (La signora), un verbo (è), un complemento
(mia zia).
Resta però un’incognita: quale persona è mia zia?
Immaginiamo che la frase sia proiettata all’interno di un contesto
situazionale e quindi in un luogo affollato di gente.
Come facciamo a riconoscere nostra zia in mezzo a tanta gente?
Ecco allora che la sezione introdotta dal pronome relativo diventa
una parte fondamentale della frase per cui non può essere eliminata.
(Che sta seduta al tavolo), indica in maniera specifica e dettagliata
chi è nostra zia.
In una frase non incidentale – proprio perché contiene un elemento
indispensabile della frase, - non viene separata da due virgole ma
bensì forma un tutt’uno con la frase di riferimento.
In una frase non – incidentale, il pronome relativo può essere
espresso o con i tre che abbiamo menzionato sopra e quindi “WHO,
WHO(m) e WHICH tenendo sempre ben chiare le modalità di
inserimento e di utilizzo, - oppure il pronome relativo “THAT”.
Quindi una frase del genere può essere tradotta:

“The Lady who / that is sitting at the table is my aunt.”

Riassumendo brevemente le due definizioni avremo:


Frasi incidentali Frasi non incidentali
L’elemento della frase introdotto dal pronome relativo L’elemento della frase introdotto dal pronome relativo
esprime un dettaglio aggiuntivo e poco rilevante al esprime un dettaglio fondamentale per la
contesto della frase. comprensione della frase.

“My car, which is big, is parked over there.” “The man who is walking is my father.”

L’elemento della frase introdotto dal pronome relativo L’elemento introdotto dal pronome relativo non viene
viene separato dall’intera frase da due virgole (vedi separato dal contesto della frase dalle due virgole ma
esempio) costituisce un tutt’uno con la frase stessa. (Vedi
esempio sopra).
Adesso passiamo ad analizzare altri due aspetti dei pronomi relativi,
ovvero la forma in – ing e quando il pronome relativo si riferisce
direttamente al complemento e non al soggetto.
Partiamo dalla prima forma:
Che cosa indica la forma in – ing? Quando si usa?
Per prima cosa dobbiamo dire che la forma in “– ing” traduce
un’azione di progresso, corrispondente al nostro classico gerundio
italiano.
In inglese (e lo vedremo nel prossimi capitoli dedicati interamente ai
verbi), questa forma, potrebbe corrispondere anche all’infinito, ma di
questo ce ne occuperemo in altra sede.
In questo paragrafo bisogna comprenderne il significato abbinato al
pronome relativo.
Gli inglesi, come ben sapete, sono un popolo che ama la sintesi
soprattutto per quanto riguarda il parlare. Più possono essere
sintetici e più giungono in maniera efficace al risultato del loro
discorso.
Se noi prendiamo una frase italiana introdotta dal pronome relativo
cosa noteremo?

“Ho visto la mia amica che parlava con uno sconosciuto.”

Analizzando questa frase troviamo:

· Soggetto (Io)
· Verbo composto (Ho visto – passato prossimo)
· La mia amica (complemento oggetto)
· Che parlava (tempo verbale – passato remoto progressivo)
· Con uno sconosciuto (complemento di compagnia)

In inglese la frase subisce leggermente una perdita di elementi.


Il primo elemento che si elimina è sicuramente l’articolo
determinativo che si trova davanti ad un aggettivo possessivo e,
come ben sappiamo, l’articolo determinativo non si pone mai davanti
ai possessivi.
Secondo elemento che può essere sintetizzato è il secondo
elemento verbale ovvero (che parlava) costituito principalmente da
un pronome relativo (che) e da un verbo in forma progressiva (stava
parlando).
In questo caso il pronome relativo può essere incorporato all’interno
del verbo generando il “gerundio” italiano e quindi la forma in “-ing”.

Il tempo verbale del passato prossimo costituito da due elementi


verbali (ho + visto) viene mutato in passato remoto perché si ha
l’idea di un’azione eseguita in un luogo diverso da quello in cui il
parlante si trova. Attualmente e quindi si riferisce ad un’azione
terminata e conclusasi nel passato.
Per cui, dopo aver analizzato tutti questi elementi la nostra
traduzione sarà:

“I saw my friend speaking with a stranger.”

Il rapporto matematico che si genera tra le due frasi - quella italiana


e quella inglese – è di 8 su 10, ovvero troviamo nella traduzione
inglese solo 8 elementi paragonati a quella italiana che invece ne
sono 10.
Non vi sembrerà strano incontrare questa forma anche nelle
espressioni introdotte da “THERE IS” e “THERE ARE” –
rispettivamente “C’è” e “Ci sono”.
Esempio:

“C’è un uomo che cammina nel mio giardino.”


“There is a man walking in my garden.”

In questa frase l’azione espressa dal pronome relativo è un’azione di


tipo progressiva.
Essa da la sensazione nonché l’idea che la persona stia compiendo
una determinata azione – camminare – nel momento in cui stiamo
parlando, per cui il nostro presente semplice - che cammina – può
essere tranquillamente sostituito con una forma progressiva italiana
– sta camminando – e noteremo che entrambi i verbi non arrecano
alla frase alcun significato diverso da quello che essa esprime.
Ultimo caso per i pronomi relativi è sicuramente l’omissione del
pronome in caso – e solo in questo caso – si riferisca non al
soggetto ma bensì al complemento.
Esempio:

“La borsa che hai comprato ieri, è bellissima.”

In questa frase abbiamo il pronome relativo che si riferisce


direttamente all’oggetto e quindi alla “borsa”. Il soggetto della frase è
“TU” in quanto il verbo principale è “hai comprato”.
Volendo tradurre in inglese la suddetta frase avremmo due
possibilità:

1. Eliminare il pronome relativo “CHE” facendo unire il


complemento con il soggetto
2. Separarlo con il pronome relativo corrispondente.

Quindi avremmo:
“The bag you bought Yesterday is beautiful.”
Oppure:
“The bag which you bought yesterday is beautiful”
Oppure:
“The bag that you bought yesterday is beautiful”.

In questo contesto possiamo aggiungere nella traduzione anche


“THAT” in quanto ci troviamo dinanzi ad una frase non incidentale.
Avendo dettagliatamente espresso i pronomi relativi in questa sede,
possiamo chiudere questo capitolo per dedicarci ad un altro capitolo
che è quello dei “sostantivi”
3.0 Il Nome
Il sostantivo rappresenta una parte fondamentale della frase sia per
quanto riguarda la lingua italiana sia per quanto riguarda la lingua
straniera con l’unica eccezione che in italiano esistono anche delle
frasi in stile impersonale dove il sostantivo o soggetto non viene reso
disponibile.
In inglese, forse si da più consistenza a questo elemento perché, per
un inglese è insita l’idea di iniziare la frase con un soggetto anche
quando quest’ultimo non figura.
Per questo motivo, in questo capitolo, tratterò e affronterò il tema del
sostantivo delineandone tutte le possibili caratteristiche come per
esempio: la forma singolare, plurale, maschile, femminile, il nome
collettivo e gli aggettivi sostantivati.
Cercherò di rendere l’argomento quanto più scorrevole ed esaustivo
possibile in modo tale da non far nascere al lettore alcuna parvenza
di dubbio o perplessità nei confronti dell’argomento stesso.
Senza molto dilungarmi in questa premessa, direi di cominciare a
definire dal punto di vista grammaticale il sostantivo.
Partendo da una classica definizione di sostantivo tratta da
Wikipedia abbiamo:
“Il sostantivo è la parte variabile del discorso che indica una
persona, un luogo, una cosa o, più in generale, qualsiasi entità
animata, inanimata o pensata”.
(http://it.wikipedia.org/wiki/Sostantivo)

I nomi vengono distinti in:

· Maschili
· Femminili
· Neutri

I generi maschili e femminili possono essere denotati;

· Con parole diverse


· Aggiungendo desinenze al nome.
· Aggiungendo ai nomi comuni una parola.

Analizziamo singolarmente i tre casi partendo dal primo:


Designazione di sostantivi con parole diverse
Esistono in effetti alcuni sostantivi che vengono utilizzati per designare il sesso maschile e femminile attraverso
parole diverse.
Basti pensare ai componenti familiari come ad esempio:
padre - father
madre - mother
fratello - brother
Sorella - sister

Oppure
Designazione del sostantivo attraverso desinenze
Un altro modo per designare il genere del sostantivo oltre che con parole diverse è possibile effettuarlo
attraverso l’aggiunta delle desinenze.

Per quanto riguarda le desinenze abbiamo:

“or – er – on – ir”

Usate per designare le desinenze maschili


Come ad esempio:

Actor; waiter; lion: heir.

La desinenza per il femminile è rispettivamente “-ess”


actor - actress
Waiter - waitress
Lion - lioness
Heir - heiress

Oppure
Designazione del sostantivo attraverso l’aggiunta di una parola
Aggiungendo, per i nomi comuni, una parola che indichi il sesso come ad esempio nelle seguenti parole:
boyfriend; girlfriend; grandfather; grandmother
dove le parole aggiunte sarebbero:
boy + friend:
girl + friend;
grand + father;
grand + mother

Il pronome personale generalmente riferito agli animali è “IT” che


però lo troviamo anche per le frasi di tipo impersonale mentre il
pronome personale utilizzato per il sesso maschile è “He”, mentre
quello per il sesso femminile è rappresentato da “She”.
Dopo averne delineato le caratteristiche generiche, passiamo a
scendere nello specifico trattando del plurale dei sostantivi.
3.1 il plurale dei nomi
Il plurale dei nomi è un argomento molto variegato perché non si
tratta soltanto di memorizzare la regola generica che è quella della
“S” legata al sostantivo, ma bensì di conoscere tutta una serie di
varianti che accadono all’interno della lingua straniera.
Bisogna anche tener conto che in questa lingua, esistono i cosiddetti
plurali irregolari la cui derivazione non avviene attraverso la
costruzione grammaticale ma bensì attraverso uno studio
mnemonico di questi nomi – per cui più che essere un argomento
dinamico sembrerebbe essere un argomento statico che non
dovrebbe destare grossi problemi o perplessità.
Una prima distinzione da effettuare nei sostantivi è tra sostantivi
numerabili e non numerabili – che tratteremo successivamente nei
paragrafi successivi. Per il momento ci limitiamo a quelli numerabili.
I sostantivi numerabili sono quelli che possiedono una forma
singolare e una plurale proprio perché godono del principio di poter
essere suddivisi in elementi più piccoli.
Io posso dire: “Una macchina” ma anche: “alcune macchine” E
quindi il plurale del nome.
La regola generale che ben tutti conoscete per la formazione del
plurale è quella di aggiungere una “S” finale al sostantivo singolare
come ad esempio:
GIRL GIRLS

Oppure:
BOY BOYS

Ma ahimè non è sempre così altrimenti la regola grammaticale


sarebbe tutta semplice.
In inglese dobbiamo distinguere vari sostantivi:
I sostantivi che terminano per:
O; S; Z; CH; SH; - ES
F; FE -VES
FF; IEF; OOF; S
Y + preceduta da una consonante -IES
Y preceduta da una vocale -S

Vediamo di partire dal primo elemento. Se io ho queste parole:


Tomato; boss: church; flash

Noto che hanno tutti desinenze finali diverse per cui il plurale di
questi sostantivi non potrà mai essere realizzato aggiungendo una
semplice “S” ma dovrò aggiungere “ES” per cui abbiamo:
TOMATO TOMATOES
BOSS BOSSES
CHURCH CHURCHES
FLASH FLASHES

I termini che invece finiscono per “F” o “FE” cambiano il loro plurale
in “-VES”. Esempio:
“Wolf” (lupo) Wolves
Wife (moglie) Wives
Leaf (foglia) Leaves
Life Lives

I termini che finiscono per “FF” e “IEF” fanno il plurale con “S”.
Esempio:
“Chief” (Cuoco) Chiefs
“Cliff” (Scogliera) Cliffs

Le parole che terminano per “Y” bisogna distinguere due


caratteristiche:
Se la “Y” è preceduta da una consonante, quest’ultima cambia la “Y”
in – ies. Esempio:
“Lady” Ladies

Se la “Y” è preceduta da una vocale si aggiungerà solo la “S”.


“Boy” Boys

Infine abbiamo i cosiddetti plurali irregolari di cui accennavamo


poc’anzi e che per l’attuazione e il loro utilizzo bisogna memorizzarli
a memoria anche perché non esiste – a differenza di questi ultimi –
una regola per poterli ricavare ma il loro utilizzo, – come detto
poc’anzi – è statico e non dinamico. Vediamo quali sono:
Foot Feet
Tooth Teeth
Mouse Mice
Man Men
Woman Women
Child Children
Ox Oxen
Person People
Goose Geese
Sheep Sheep

Vediamo di comprenderne i significati


Man Men
(Uomo) (Uomini)
Foot Feet
(Piede) (Piedi)
Child Children
(Bambino) (Bambini)
Person People
(Persona) (Gente)
Goose Geese
(Oca) (Oche)
Woman Women
(Donna) (Donne)
Sheep Sheep
(Pecora) (Pecore)
Ox Oxen
(Bue) (Buoi)

Adesso continuerò il mio discorso sui sostantivi affrontando il tema


dei sostantivi numerabili e non numerabili.
3.2 Sostantivi Numerabili e non Numerabili.
In questo paragrafo affronterò l’argomento dei sostantivi numerabili e
non numerabili.
Una prima distinzione l’abbiamo data già nel paragrafo precedente
quando abbiamo trattato della formazione del plurale, ma per una
questione anche di coerenza del discorso, sarebbe opportuno
riprendere il concetto dall’inizio.
La prima distinzione da fare è quella tra:

SOSTANTIVI NUMERABILI SOSTANTIVI NON NUMERABILI

I sostantivi numerabili, come dice la parola stessa, sono quelli che si


possono contare, sono quelli che possono essere scissi in unità più
piccole e per le quali è possibile stabilirne una quantità.
Questi sostantivi, godono sia di una forma singolare che di una
forma plurale – e per la pluralizzazione di un sostantivo vedi
paragrafo precedente - possono essere utilizzati con l’articolo
indeterminativo, partitivo e così via.
I sostantivi non numerabili – al contrario – sono quelli che non
possono essere suddivisi in unità più piccole, per cui risulta difficile
scinderli data la loro indivisibilità.
Questi hanno solo una forma singolare – e mai plurale - e non sono
mai preceduti dall’articolo indeterminativo – A / AN.
Sono accompagnati dalla forma verbale singolare.
Solitamente a questi sostantivi non numerabili si rifanno quei nomi
che hanno a fare con il cibo, oppure liquidi o materiale gassoso, che
per la loro consistenza e caratteristica non possono essere suddivisi
in parti più piccole.
Ma una notevole differenza tra la lingua italiana e quella inglese ci
costringe a dover considerare non numerabili, anche quei sostantivi
dove in italiano sono numerabili.
Vediamo insieme quali possano essere affinché non si crei
confusione.
Money Denaro
News Notizie
Homework Compiti di casa
Advice Consigli
Furniture Mobili
Laughter Sorriso
Physics Fisica
Politics Politica
Cutlery Posateria
Accomodation Sistemazione
Luggage Bagagli
Equipment Attrezzatura
Wealth Ricchezza
Mathematics Matematica
Information Informazioni
Shopping Compere

I sostantivi su menzionati si definiscono non numerabili e per tale


caratteristica avranno sempre il verbo al singolare anche se in
italiano sono seguito da un verbo plurale.
Facciamo un esempio pratico:
“Le notizie che mi hai dato sono buone.” “The news you told me is good.”

Come potete notare, in italiano il verbo è espresso in forma plurale


perché “notizie” è un sostantivo plurale, in inglese siccome è non
numerabile è seguito dal verbo in forma singolare.
Lo stesso accade per gli altri sostantivi elencati nella tabella su
menzionata.
“I mobili sono belli e nuovi.” “The furniture is beautiful and new.”
“I soldi che mi hai prestato non sono molti.” “The money you lent to me is not much.”

E così via di volta in volta.


Appartengono a questa categoria anche i nomi legati al cibo come:

Bread, Butter, Milk, tea, Meat, Oil


Ma non:
Tomato, Potato, Onion

Che sono invece sostantivi numerabili e quindi hanno un plurale.


Come bisogna comportarsi allora con i sostantivi non numerabili
inerenti al cibo?
Avremmo quindi determinate e specifiche espressioni del tipo:

a slice of; a litre of; a packet of; a bottle of

Proprio perché questi sostantivi – al di la del partitivo e quindi


“SOME” e “ANY” - che vedrete nel capitolo successivo – non
possono essere preceduti dall’articolo indeterminativo, se io volessi
esprimere una singola quantità di cibo io sono costretto ad utilizzare
i sostantivi qui sopra e quindi:
A Slice of Bread Una fetta di pane
A Loaf of bread Un tozzo di pane
A Piece of cake Un pezzo di torta
A cup of tea Una tazza di thè
A cup of coffee Una tazza di caffè
A glass of water Un bicchiere d’acqua
A bottle of wine Una bottiglia di vino
A bottle of oil Una bottiglia d’olio
A packet of pasta Un pacco di pasta
A can of beans Una scatola di fagioli
A tin of peas Una lattina di piselli
A jar of marmelade Un barattolo di marmellata
A bar of chocolate Una barretta di cioccolato

Invece per tutti gli altri sostantivi compreso quelli menzionati in


tabella abbiamo la locuzione “A piece of” che significa appunto: “un
pezzo di.”
“A piece of news” Una notizia
“A piece of luggage” Un bagaglio
“A piece of information” Un’informazione

E così via. A differenza dei sostantivi non numerabili abbiamo invece


quelli numerabili che siccome godono di una forma plurale e
singolare possono essere contabilizzati.
Molto importante nei sostantivi è il concetto di “THERE IS” e
“THERE ARE” che sarebbe dovuto essere trattato in un altro
paragrafo, ma siccome non c’è molto da dire su questi due termini
ho preferito inserirlo in questo paragrafo dedicato ai nomi.
Vediamo cosa significa THERE IS e THERE ARE nonché di
comprenderne il loro utilizzo.
THERE IS – Viene utilizzato con sostantivi singolari numerabili nelle
frasi affermative, negative, interrogative e interro negative. Il suo
significato è “C’E’”.
“C’è del latte nel mio bicchiere.” “There is some milk in my glass.”

Siccome la struttura è costituita dalla presenza del verbo essere e


quindi da un verbo ausiliare, quando ci rivolgiamo alla forma
interrogativa, dobbiamo ricordarci di invertire il verbo con il soggetto
generando:
“C’è del latte nel mio bicchiere?” “Is there any milk in my glass?”

Mentre per quanto concerne la forma negativa, dovremmo mettere il


“NOT” subito dopo il verbo “essere”.
“Non c’è del latte nel mio bicchiere.” “There is not any milk in my glass.”

La forma interro negativa si ottiene invertendo il verbo con il


soggetto e ponendo il “NOT” subito dopo il “THERE” come
nell’esempio:
“Non c’è del latte nel mio bicchiere?” “Is there not any milk in my glass?”
Ovviamente nella forma colloquiale e quindi nella forma parlata gli
inglese preferiscono usare la forma contratta.
La forma contratta di THERE IS è (THERE’S) e la forma contratta
negativa è (THERE ISN’T).
Se THERE IS esprime la forma singolare THERE ARE al contrario
esprime la forma plurale.
THERE ARE – viene utilizzata con i sostantivi plurali e quindi
numerabili nelle frasi affermative, negative, interrogative e interro
negative.
Il suo significato è “CI SONO”
“Ci sono delle macchine qui vicino.” “There are some cars nearby.”

Nella forma interrogativa “THERE ARE” si comporta esattamente


come si comporta “THERE IS” ovvero invertendo il verbo con il
soggetto e quindi:
“Ci sono delle macchine qui vicino?” “Are there any cars nearby?”

La forma negativa invece si ottiene mettendo la negazione “NOT”


subito dopo il verbo essere e quindi:
“Non ci sono delle macchine.” “There are not any cars.”

La forma interro-negativa si ottiene inserendo il NOT subito dopo il


THERE e quindi avremmo:
“Non ci sono delle macchine qui vicino?” “Are there not any cars nearby?”

Anche qui vale lo stesso discorso fatto per THERE IS nel senso che,
nella lingua parlata è più comune trovare la forma contratta che la
forma piena.
La forma contratta in questo caso esiste solo per la forma negativa e
interrogativa ma non in quella affermativa per cui avremo: (THERE
AREN’T) per dire (NON CI SONO) e (AREN’T THERE…?) per
esprimere la forma interro negativa.
Dopo aver descritto i sostantivi numerabili e non numerabili
dedichiamoci agli aggettivi sostantivati e a i nomi collettivi.
3.3 Nomi Collettivi
In questo paragrafo affronterò l’argomento dei nomi collettivi che
anche questo suscita sempre enorme perplessità dal punto di vista
della scelta del verbo che bisogna farli seguire.
Cosa significa nome collettivo?
Un nome collettivo è quel sostantivo volto a rappresentare un gruppo
di persone animali o cose. Può essere seguito sia da un verbo in
forma singolare, sia da un verbo in forma plurale. Allora voi vi
chiederete, quale verbo dobbiamo usare? L’uno o l’altro? Quale è la
struttura verbale più corretta? Quella singolare o quella plurale?
In realtà la risposta soggiace nel fatto che se il sostantivo lo
considerate come una singola unità, allora il verbo sarà in forma
singolare, se invece il sostantivo viene considerato come un gruppo
di cose animali o persone, allora prenderà il verbo al plurale.
Quindi io posso avere una frase italiana tradotta in questo modo:

“Il governo italiano ha discusso sulla nuova legge.”

“Italian Government has / have discussed about the new law.”

E decidere se usare o il verbo singolare o il verbo al plurale.


Vediamo insieme quali sono i più comuni nomi collettivi:
Aristocracy Aristocrazia
Audience Pubblico
Committee Comitato
Crew Equipaggio
Enemy Nemico
Government Governo
Herd Gregge
Majority Maggioranza
Minority Minoranza
Opposition Opposizione
Party Partito
Public Pubblico
Team Squadra
Army Esercito
Cast Attori
Community Comunità
Council Consiglio
Data Dati
Family Famiglia
Group Gruppo
Jury Giuria
Media Mezzi di informazione
Navy Marina
Orchestra Orchestra
Press Stampa
Staff Personale
Police Polizia

Con tutti questi sostantivi quindi potrò sia usare un verbo singolare
che plurale ad eccezione di Police che è solo plurale e non
singolare.
Adesso passiamo a trattare brevemente nell’ultimo paragrafo
destinato ai nomi tutti quei nomi che sono solo plurali.
3.4 I Nomi Composti
Nel capitolo uno di questo libro, abbiamo affrontato l’argomento del
genitivo sassone affermando che quest’ultimo viene adoperato ogni
qualvolta si vuole sottolineare l’idea del possesso da parte di un
individuo di un oggetto o di un animale.
Abbiamo anche detto che quest’ultimo corrisponde al nostro
complemento di specificazione in grammatica italiana, ma abbiamo
anche sottolineato che il genitivo sassone non si usa mai quando
abbiamo due oggetti tipo come “la gamba del tavolo” dove entrambi
rappresentano due cose.
Come si traduce questa frase? La frase viene più semplicemente
tradotta seguendo la regola della traduzione letteraria italiana e
quindi

“The leg of the table”

Oppure possiamo ricorrere più semplicemente alla regola dei nomi


composti.
Che cosa sono i nomi composti?

Un nome composto deriva dall’unione di due sostantivi di cui il primo sostantivo ha valore di aggettivo rispetto al
secondo.

Alcuni nomi che in italiano vengono collegati tra loro con le


preposizioni semplici: di, a, da, sono in inglese dei veri e propri nomi
composti.
Ad esempio se io prendo una parola italiana:

“Una tazza da thè”

Questa rappresenta un nome composto perché abbiamo due


sostantivi e rispettivamente “tazza” + “thè” legati da una
preposizione semplice “da”.
La parola viene tradotta con:
“A tea cup”

e quindi assistiamo all’unione dei due sostantivi con l’eliminazione


progressiva della preposizione semplice.

FOCUS ON THE LANGUAGE

Nota la differenza tra queste due espressioni:


A cup of tea A tea cup

Entrambi le frasi sembrerebbero uguali dal punto di vista


grammaticale ma hanno però un significato esclusivamente diverso.
Se io dico ad un parlante inglese “A tea cup”, il madrelingua capisce
che sto parlando di un recipiente – in questo caso “la tazza” che
serve a contenere il thè, che è utilizzato per bere il thè e quindi “una
tazza da thè”: una tazza per servire il thè.
Se invece io dico ad un parlante inglese: “A cup of tea”, il
madrelingua capisce che io gli sto offrendo del thè, quindi non mi sto
più riferendo al contenitore utilizzato per servire il thè ma bensì al
liquido stesso.
Lo stesso dicasi per queste espressioni:
Coffee cup A cup of coffee
Wineglass A glass vine

I nomi composti sono spesso scritti staccati ma possono essere


anche scritti uniti da un breve trattatino come ad esempio:
Barber shop
Barbiere
Barber - shop
Per quanto riguarda la formazione del plurale possiamo dire che: nei
nomi composti prende il plurale l’ultima parola.
Bookcase Bookcases

Se la prima parola è “Woman” o “Man, diventano plurali tutti e due i


sostantivi come ad esempio:

(Women lawyers)

Se invece il nome composto è seguito da una preposizione, il plurale


del nome lo prende solo il primo sostantivo ma non la preposizione.

(Passer – by diventa Passers – by)

Prima di completare questo capitolo per approcciarsi ad un’altra


categoria grammaticale, aggiungere come paragrafo di chiusura –
nonché paragrafo complementare – il secondo paragrafo dedicato al
plurale dei nomi.
3.5 Il Plurale dei Nomi (II)
Nei paragrafi precedenti abbiamo trattato già della forma plurale del
nome e abbiamo notato le principali differenze nella sua formazione
– dalla tradizionale forma della “S” alla forma dei plurali irregolari che
come abbiamo detto in precedenza il loro utilizzo avviene solo
attraverso lo studio mnemonico. In questo paragrafo, tratterò della
seconda parte del plurale dei nomi.
Non vi sorprenderà notare che – come esistono dei sostantivi che
reggono solo la forma singolare (nomi non numerabili) – esistono dei
sostantivi che per natura sono solo plurali per cui saranno seguiti
sempre dalla forma verbale plurale e mai singolare.
Prendiamo il caso dell’abbigliamento:
Se io parlo di pantaloni, guanti, occhiali, calzini, scarpe, pantofole e
così via, questi sostantivi sono solo plurali proprio perché dietro al
sostantivo è insita l’idea del corpo umano e quindi che i pantaloni è
un sostantivo plurale proprio perché possediamo due gambe, lo
stesso dicasi per le scarpe (due piedi), i calzini (due piedi), gli
occhiali (due occhi) e così via.
Vediamo di tradurre le suddette frasi in inglese:

Gloves (Guanti) Socks (Calzini)


Trouser (Pantaloni) Slippers (Pantofole)
Glasses (occhiali) Shoes (Scarpe)

Cosa accade se io voglio rendere singolare questi nomi?


E’ possibile fare la forma singolare o devo soltanto attenermi alla
forma plurale?
Diciamo che non è possibile effettuare la forma singolare del
sostantivo per motivi già ben delineati sopra, però è possibile dare
un’impronta di singolarità premettendo al sostantivo la parola “A
PAIR OF” che significa: “UN PAIO DI”. Allora posso avere le
seguenti frasi:
A pair of gloves Un paio di guanti
A pair of socks Un paio di calzini
A pair of trousers Un paio di pantaloni
A pair of slippers Un paio di pantofole
A pair of glasses Un paio di occhiali
A pair of shoes Un paio di scarpe

Inoltre c’è da dire che però non sono solo i sostantivi inerenti
all’abbigliamento ad essere plurali, ma bensì ci sono anche altri nomi
che esulano dal settore dell’abbigliamento e che riguardano altri
settori. Vediamo quali sono:
Cattle Bestiame
Folk Gente
Clergy Clero
People Gente

Da notare che: People rappresenta il plurale di “Person” e quindi


regge sempre il verbo in forma plurale. NON AGGIUNGE LA “S”
altrimenti rischia di prendere un significato diverso da quello su
menzionato per divenire “POPOLO”. Infatti (The peoples of Europe –
significa: il popolo dell’Europa.) Altri sostantivi che seguono questa
regola sono:
Contents Contenuti
Customs Dogana
Goods Merci
Pijamas Pigiama
Tights Collant
Thanks Ringraziamenti

Inoltre abbiamo anche una serie di parole che presentano la stessa


forma sia per il singolare che per il plurale e sono rispettivamente:
Deer Cervo
Troat Trota
Salmon Salmone
Sheep Pecora
Species Specie
Means Mezzi

Inoltre esistono in inglese dei nomi di origine greca e latina che


formulano il plurale secondo la forma originaria delle due lingue.
Questi sono:
Analysis Analisi
Basis Base
Crisis Crisi
Criterion Criterio
Datum Dato
Diagnosis Diagnosi
Medium Mezzo
Nucleus Nucleo
Oasis Oasi
Parenthesis Parentesi
Phenomenon Fenomeno
Radius Radio
Thesis Tesi

Dopo aver delineato il significato delle suddette parole di origine


greca e latina vediamo di comprenderne il plurale.
Analyis Analyses
Basis Bases
Crisis Crises
Criterion Criteria
Datum Data
Diagnosis Diagnoses
Medium Media
Nucleus Nuclei
Oasis Oases
Parenthesis Parentheses
Phenomenon Phenomena
Radius Radii
Thesis Theses
Dopo aver trattato anche di questo argomento possiamo chiudere
questo capitolo dedicato ai sostantivi per dirigerci verso il capitolo
degli aggettivi.
4.0 Aggettivi Possessivi
La prima parte degli aggettivi che andiamo ad analizzare e trattare
sono: gli aggettivi possessivi.
Nei capitoli precedenti e specialmente quello dedicato ai pronomi,
abbiamo trattato dei pronomi possessivi dicendo che i pronomi
possessivi vengono collocati o dopo il verbo o dopo le congiunzioni e
sostituiscono il nome.
In questa sezione invece parliamo degli aggettivi possessivi e cioè di
quegli aggettivi che sottolineano il possesso di un oggetto o animale.
Vediamo insieme quali sono questi possessivi e quale è la loro
caratteristica.
MY MIO
YOUR TUO
HIS SUO
HER SUO
ITS DI ESSO
OUR NOSTRO
YOUR VOSTRO
THEIR LORO

Gli aggettivi possessivi vengono definiti tale perché PRECEDONO


SEMPRE IL SOSTANTIVO A CUI SI RIFERISCONO.
Non sono MAI preceduti dall’articolo determinativo; per cui se io
affermo:

“Il mio cane”


In inglese avrò
“My dog.”

Cosa notiamo nella struttura degli aggettivi possessivi?


Innanzitutto che la seconda persona singolare e quella plurale
coincidono per cui l’identificazione tra “TUO” e “VOSTRO” dipende
rispettivamente dal contesto in atto.
Un’altra situazione è la terza persona singolare.
Come si può ben notare, esistono tre diverse persone per designare
il possesso e questo è possibile in base al sesso della persona.
In realtà “HIS” è utilizzato per il maschile, “HER”, per il femminile,
“ITS” per il neutro.
Una differenza fondamentale tra la lingua italiana e quella inglese è
che: mentre in italiano l’aggettivo si accorda sempre in rapporto
all’oggetto, in inglese l’aggettivo possessivo si accorda con il
possessore. Per cui in inglese non ci interessa sapere “il sesso”
dell’oggetto quanto ci interessa sapere “Il sesso” del possessore
ovvero se è maschile o femminile.

Esempio:
“La sua macchina.”

In italiano utilizziamo “SUA” perché “macchina” è un sostantivo


femminile.

In inglese questa informazione è del tutto irrilevante anzi direi inutile


visto che l’aggettivo non tiene conto dell’oggetto ma bensì del suo
possessore.
Quello che ci interessa sapere è se la macchina è di un uomo o di
una donna ed in base al sesso del possessore, io accordo l’aggettivo
possessivo appropriato.
Se la “macchina” è di proprietà di una donna io dirò:

“Her car”.

Ma se è di un uomo dirò:
“His car”.

Prima di chiudere questo primo paragrafo mi piacerebbe – per


riprendere anche l’argomento trattato nel capito due e quindi – i
pronomi possessivi, facendo uno schema comparato tra i due
sistemi in modo tale da avere una visione più dettagliata e
sicuramente più mirata dei due argomenti.
PRONOMI POSSESSIVI
AGGETTIVI POSSESSIVI
MY MINE
YOUR YOURS
HIS HIS
HER HERS
ITS ITS
OUR OURS
YOUR YOURS
THEIR THEIRS

Come potete osservare ci sono delle somiglianze tra i pronomi


possessivi e gli aggettivi possessivi e la differenza riguarda
soprattutto la terza persona neutra (ITS) e la terza persona singolare
maschile “HIS”.
Allora vi chiederete: come faccio a riconoscere se “His” è aggettivo o
pronome possessivo?
Beh la risposta è semplice: dalla posizione che esso riveste
all’interno della frase.
Se precede un sostantivo, la sua funzione sarà quella di aggettivo,
se invece segue un verbo, una congiunzione e ha il sostantivo
sottinteso avrà la funzione di pronome possessivo, proprio come nei
due esempi qui sotto riportati.

“Il mio cane e il suo cane sono belli.”


“My dog and his dog are beautiful.”

In questa frase entrambi gli aggettivi “MIO” e “SUO” sono seguiti da


un sostantivo per cui la funzione del possessive può essere soltanto
di aggettivo e non di pronome.

Nella seguente frase invece abbiamo:

“Il mio cane e il suo sono belli.”


“My dog and his are beautiful.”

Apparentemente abbiamo la stessa frase ma con due differenze.


La seconda parte della frase quella evidenziata con “IL SUO” non è
seguito da nessun sostantivo per cui la funzione del possessivo può
essere solo di pronome e non di aggettivo.
Avendo chiarito anche questo dubbio e questa problematica,
desidererei di passare a trattare di un'altra tipologia di aggettivi che
sono quelli: qualificativi.
4.1 Aggettivi Qualificativi.
Gli aggettivi qualificativi vengono utilizzati ogni qualvolta noi
vogliamo esprimere una qualità o una caratteristica riguardante una
persona o un oggetto.
A differenza della lingua italiana gli aggettivi qualificativi sono
invariabili, nel senso che non hanno una forma plurale.
Non si accordano mai con il sostantivo che li segue neppure se
quest’ultimo è plurale.
Gli unici aggettivi ad avere la forma plurale in inglese sono: gli
aggettivi dimostrativi, perché a seconda della posizione del parlante
rispetto all’oggetto designato denotano una situazione di vicinanza o
lontananza, ma di questo argomento ne abbiamo già trattato nel
capitolo due quando abbiamo parlato dei pronomi dimostrativi.
L’aggettivo qualificativo in inglese può avere funzione attributiva ma
anche funzione predicativa.
Questa funzione è maggiormente designata dalla posizione in cui
esso si trova.
Si chiama funzione attributiva quando l’aggettivo precede un
sostantivo, si chiama funzione predicativa quando invece al contrario
si trova dopo un verbo. Ma di questo lo analizzeremo pian pianino.
Cominciamo a partire da due frasi italiane:
Lui è un uomo alto. Quell’uomo è alto.

Nella prima frase l’aggettivo qualificativo ha la funzione di attributo


perché si trova davanti al nome. Nella seconda frase – al contrario –
ha una funzione predicativa perché si trova dopo il verbo.
Volendo tradurre queste due frasi avremmo:

“He is a tall man”


“That man is tall.”
La maggior parte delle volte – tranne quando abbiamo i verbi
copulativi – l’aggettivo PRECEDE SEMPRE IL SOSTANTIVO.
Vediamo quali sono i casi in cui l’aggettivo qualificativo non si mette
prima del sostantivo: Quando sono presenti i seguenti verbi:
TO BE
TO BECOME
TO GET
TO SEEM
TO SOUND
TO APPEAR
TO FEEL
TO LOOK
TO SMELL
TO TASTE

Vediamo di comprendere il significato di tutti questi verbi:


TO BE ESSERE
TO BECOME DIVENTARE
TO GET OTTENERE
TO SEEM SEMBRARE
TO SOUND SEMBRARE
TO APPEAR SEMBRARE
TO FEEL SENTIRE
TO LOOK SEMBRARE
TO SMELL SENTIRE ODORE
TO TASTE ASSAGGIARE

Quando è seguito dai composti di SOME e ANY


“C’è qualcosa di importante da dirti.”
“There is something interesting to tell you”

In espressioni che descrivono: peso, misura, età, usando aggettivi


del tipo:
“Deep” – profondo, “old” – vecchio, “long” – lungo, “thick” – spesso,
“wide” – ampio, “high” – alto.
I am six years old Ho sei anni
The wall is two metres high Il muro è alto due metri
The river is three metres long Il fiume è lungo tre metri
The door is two
La porta è spessa due centimetri.
centimetres thick

In tutti questi esempi, l’aggettivo è posto sempre dopo il nome. In


presenza di nomi storici, l’aggettivo qualificativo si pone dopo:
“Alessandro il Grande morì quando aveva 33 anni”
“Alexander the Great died at the age of 33”.

Alcuni aggettivi, vengono utilizzati con funzione predicativa: ovvero


vengono collocati dopo il verbo. Tra essi abbiamo:
AFRAID IMPAURITO
ASLEEP ADDORMENTATO
DUE DOVUTO
ILL MALATO
SORRY SPIACENTE
UNABLE INCAPACE
ALIVE VIVO
AWARE CONSAPEVOLE
GLAD LIETO
READY PRONTO
SURE SICURO

Esempio:
“Sono lieto di ricevere la sua lettera.” “I am glad to receive your letter.”
“Si stava preparando quando arrivò la sua amica.” “When his friend arrived, he was getting ready.”
“Si sentì sicuro quando giunse a casa.” “He felt sure when he got home.”

Dopo questi esempi passiamo a descrivere la posizione degli


aggettivi qualificativi all’interno di una frase e quale è l’ordine esatto
da seguire.
4.2 Ordine degli Aggettivi Qualificativi.
Gli aggettivi qualificativi – come abbiamo detto nel paragrafo
precedente, - si collocano prima del sostantivo tranne quando
abbiamo i cosiddetti verbi copulativi – e in quel caso seguono il
verbo.
Ma una questione estremamente importante e anche molto difficile è
quando all’interno della frase abbiamo la presenza di due o più
aggettivi.
Come ci si comporta in inglese quando una frase ha più aggettivi?
Certamente non li possiamo collocare alla rinfusa o come meglio ci
piace, né seguire l’aspetto sonoro che maggiormente ci gradisce di
più.
Esiste in grammatica un ordine ben specifico, dettagliato che
bisogna seguire in maniera accurata e minuziosa che adesso
cercherò di spiegarvi.
La prima distinzione, da tener presente nel momento dell’ordine – è
tra:

Aggettivi di opinione Aggettivi di stato

Che cosa sono gli aggettivi di opinione?


Sono aggettivi in cui la persona esprime un gradimento, un opinione
rispetto ad una persona o ad un oggetto.
Corrispondono agli aggettivi di sensazione del tipo: bello, brutto,
simpatico, antipatico” e così via, in cui il parlante esprime una
propria visione, un proprio giudizio sull’argomento che tratta.
Gli aggettivi di stato – al contrario – sono quelli che riguardano la
condizione di un oggetto e hanno a che fare con la descrizione fisica
dell’oggetto a cui ci riferiamo: “colore, lo stato di usura, la forma, la
provenienza, il materiale” e così via.
Se io ho una frase italiana del tipo:

“Lui ha una bella macchina rossa e moderna”.

Noto che nella frase sono presenti tre aggettivi e rispettivamente:


“BELLA”, “ROSSA”, “MODERNA”.
La prima cosa che devo fare, prima di passare alla traduzione, è
sicuramente quella di distinguere tra “Aggettivi di opinione” e quelli di
“Stato”.
Ad occhio nudo notiamo che “BELLA” è un aggettivo di opinione
insieme a “MODERNO”, mentre “ROSSA” è un aggettivo di stato.
In base a questa prima distinzione posso subito delineare che gli
aggettivi di opinione vanno prima di quelli di stato. Ma gli aggettivi di
stato come vengono collocati?
E’ li il problema. Ci sono sette categorie di ordine per gli aggettivi di
stato che devono essere apprese a memoria per una corretta
traduzione. Queste sono:
· Dimensione
· Stato
· Forma
· Colore
· Nazionalità
· Materiale
· Oggetto

Per cui ritornando alla frase su menzionata e quindi alla relativa


traduzione la frase diverrà:

“He has got a beautiful modern red car.”

E quindi rispettivamente:
Aggettivo di opinione Beautiful - Modern
Aggettivo di stato Red

Facciamo un altro esempio con più aggettivi.


“Ho comprato un libro inglese, vecchio di colore rosso.” “I bought an old red English book”.
Aggettivo di Stato Old
Aggettivo di stato (Colore) Red
Aggettivo di provenienza English

Gli aggettivi qualificativi però possono avere anche dei gradi:

· Comparativo
· Superlativo

Ma che tratteremo nel paragrafo successivo.


4.3 Aggettivi Comparativi.
Dopo aver trattato degli aggettivi qualificativi delineandone le
caratteristiche fondamentali e il loro ordine all’interno della struttura
di una frase, passiamo ad analizzare i gradi dell’aggettivo
qualificativo che sono rispettivamente:

· COMPARATIVO
· SUPERLATIVO
Il comparativo ha tre forme:
· UGUAGLIANZA
· MINORANZA
· MAGGIORANZA

Sicuramente – e da premettere – che il comparativo di uguaglianza e


quello di minoranza non destano alcun tipo di difficoltà, un po’ più di
difficoltà è per il comparativo di maggioranza la cui composizione è
dettata da diverse regole e clausole grammaticali che poi vi dirò.
Come primo aggettivo comparativo, analizzeremo quello di
UGUAGLIANZA.
Il comparativo di uguaglianza viene utilizzato ogni qualvolta noi
vogliamo evidenziare che una persona, animale o cosa possiede le
stesse caratteristiche o qualità rispetto ad un'altra.
Ecco perché viene definito comparativo, proprio perché al suo
interno c’è il principio del paragone e nel caso del comparativo in
questione, la capacità di stabilire l’uguaglianza.
Il comparativo di uguaglianza di ricava in questo modo:

AS + AGGETTIVO + AS
Ad esempio:
“John è alto quanto Mario.” “John is as tall as Mario.”

Come si può notare dall’esempio, per generare il comparativo di


uguaglianza, dobbiamo partire dall’aggettivo che in questo caso è
“ALTO” e quindi “TALL”.
I due termini che esprimono il significato di paragone sono
“AS…AS”.

La forma negativa si ottiene premettendo la negazione “NOT” prima


della negazione “AS” oppure “SO” più aggettivo + “AS”

NOT + AS + AGGETTIVO + AS
Per cui se io ho una frase negativa al comparativo di uguaglianza
avrò:
“Lui non è alto quanto me.” “He is not as tall as me.”

Supponiamo di non avere un aggettivo ma bensì un sostantivo e che


voglia creare un comparativo di uguaglianza: come si dovrebbe
procedere? Esiste la stessa regola applicata anche al nome?
Certo che no, la struttura del comparativo - e quindi “AS”…“AS” -
continua ad esistere ma davanti al sostantivo verrà introdotto o
“MUCH” o “MANY” a seconda se il sostantivo sia singolare o plurale.

AS + MUCH/MANY + SOSTANTIVO + AS
Esempio:

“Lui ha tante penne quanto me.” “He has got as many pens as me.”
“Lui non beve molto vino quanto me.” “He doesn’t drink as much wine as me.”

Nella frase numero uno “AS” è seguito da “MANY” perché il


sostantivo che segue è plurale. Mentre nella frase numero due “AS”
è seguito da “MUCH” perché il sostantivo è singolare. Tralasciano il
comparativo di uguaglianza, andiamo a porre l’enfasi su in altro
comparativo che è quello di minoranza.
Il comparativo di minoranza viene usato quando vogliamo esprimere
che una persona, un oggetto o un animale possiede una qualità
inferiore rispetto ad un’altra.
La sua formula si ottiene premettendo all’aggettivo la locuzione
“LESS”.
Ovviamente, il termine di paragone cambia rispetto al comparativo di
uguaglianza che da “AS” diventa “THAN”.
Per cui la regola generica per la formazione del comparativo di
minoranza sarà:

LESS + AGGETTIVO + THAN

Per cui facendo l’esempio avremmo:


“Lui è meno intelligente di lei.” “He is less clever than her.”
Oppure:
“Lei è meno brava di lui.” “She is less good than him.”

Cosa succede se al posto degli aggettivi troviamo un sostantivo?


A differenza del comparativo di uguaglianza che effettua l’aggiunta
di “MUCH” o “MANY” prima di “AS”, nel comparativo di minoranza
rimane tutto invariato ad esempio:
“Lui ha meno libri di me.” “He has got less books than me.”

Come si può ben notare dall’esempio tutto resta invariato nel senso
che il sostantivo si lega prettamente alla particella senza l’aggiunta
di alcun elemento
Non c’è distinzione tra comparativo di minoranza seguito da
aggettivo e comparativo di minoranza seguito da sostantivo per cui
almeno questo aspetto della grammatica non desta alcun tipo di
problema.
La parte negativa del comparativo di minoranza si ottiene
premettendo il “NOT” prima del “LESS” come nell’esempio:

LESS + LESS + AGGETTIVO + THAN

Facendo l’esempio abbiamo:


“Lui non è meno intelligente di te.” “He is not less clever than you.”

Avendo trattato i due aspetti dei comparativi: uguaglianza e


minoranza, passiamo a trattare l’altro comparativo che è quello di
maggioranza.
4.3.1 Comparativo di Maggioranza
Nel paragrafo precedente abbiamo parlato di comparativo di
minoranza e di uguaglianza avendo tralasciato il terzo comparativo
che è quello di maggioranza.
Ho deciso di dedicargli un paragrafo a parte e non di accomunarlo
insieme agli altri due perché mentre i due precedenti comparativi
sono alquanto semplici e sembrano non destare alcun tipo di
problemi, quest’ultimo comparativo è soggetto a determinate regole
che devono essere apprese minuziosamente.
Cominciamo a stabilire quando usiamo il comparativo di
maggioranza.
Il comparativo di maggioranza viene utilizzato quando vogliamo
esprimere che una persona, un oggetto o un animale possiede una
caratteristica o qualità superiore rispetto ad un'altra.
Solitamente questo comparativo si caratterizza per il suffisso “ER”
che si aggiunge alla radice dell’aggettivo, ma detto così
sembrerebbe tutto semplice ed invece anche quel suffisso viene
applicato solo ed esclusivamente su particolari condizioni e criteri
grammaticali.
La prima cosa da fare per comprendere la formazione del
comparativo di maggioranza è il saper fare la suddivisione in sillabe
delle parole – che non viene effettuata come quella in lingua italiana
– ma viene fatta in base alla cadenza sonora ovvero dove cade il
suono all’interno della parola.
Per questo motivo, dobbiamo distinguere tra:

AGGETTINI MONOSILLABICI
AGGETTIVI BISILLABICI
AGGETTIVI POLISSILLABICI

Un aggettivo si definisce monosillabico, quando l’accento cade solo


ed esclusivamente su una sillaba. Ad esempio la parola:
FAT GRASSO

Un aggettivo bisillabico è quando l’accento cade esclusivamente su


due sillabe come ad esempio:
HAPPY FELICE

Un aggettivo è polisillabico quando invece l’accento cade su più


sillabe come ad esempio:
INTERESTING INTERESSANTE

Come si forma il comparativo di maggioranza quando ci troviamo


dinanzi a queste varianti?
Per rendere la cosa più semplice e schematica possibile ho deciso di
impiantare una tabella in modo da riassumere la regola generale per
la formazione.
Ovviamente – come detto in precedenza - questo comparativo di
maggioranza desta un po’ di difficoltà rispetto ai due comparativi
precedenti – uguaglianza e minoranza – per cui merita un’attenzione
particolare.
Se nel comparativo di uguaglianza abbiamo trovato come
espressione di paragone gli elementi “AS…AS” e nel comparativo di
minoranza “LESS…THAN”, nel comparativo di maggioranza
troveremo i seguenti casi:

Se l’aggettivo è monosillabico - ER
Aggettivi bisillabici terminanti per: Y, LE, OW - ER
Aggettivi bisillabici e polisillabici MORE

Vediamo di analizzare lo schema.


Il primo rigo del nostro schema parla di comparativo di maggioranza
ottenuto aggiungendo il suffisso “ER” alla radice dell’aggettivo in
caso di aggettivi monosillabici.
In questa categoria però, dobbiamo distinguere due eccezioni:
Se l’aggettivo monosillabico – e quindi la consonante finale – è
preceduta da una singola vocale, l’aggettivo – prima di aggiungere
“ER”, raddoppia la consonante finale. Esempio:

FAT
Questo aggettivo è monosillabico. Termina per una consonante “T”
la quale è preceduta da una singola vocale “A”.
Se io volessi fare il comparativo di maggioranza di questo aggettivo,
dovrò raddoppiare la consonante finale prima di aggiungere il
suffisso “ER”.
FAT (Grasso) FATTER (Più grasso)

Se invece l’aggettivo monosillabico - e quindi la consonante finale –


è preceduta da due vocali, l’aggettivo monosillabico aggiungerà la
desinenza “ER” senza raddoppiare la consonante finale.
CLEAR
Anche questo aggettivo è monosillabico. La consonante finale “R” è
preceduta da due vocali “EA” per cui all’atto della formazione del
comparativo di maggioranza, l’aggettivo non raddoppia la
consonante finale ma bensì si limita ad aggiungere il suffisso “ER”.
CLEAR (Chiaro) CLEARER (Più chiaro)

Per quanto riguarda gli aggettivi bisillabici dobbiamo distinguere tra


quelli che terminano per “Y”, “OW”, “LE”, “ER”, che formano il
comparativo di maggioranza attraverso il suffisso “ER”

HAPPY HAPPIER
SIMPLE SIMPLER
CLEVER CLEVERER
NARROW NARROWER

Tutti gli altri aggettivi bisillabici che non terminano per le suddette
consonanti, e tutti gli aggettivi polisillabici, effettuano il comparativo
di maggioranza con “MORE”.

INTERESTING MORE INTERESTING

Il termine di paragone che caratterizza il comparativo di


maggioranza è simile a quello già incontrato in quello di minoranza e
cioè “THAN”.

“Io sono più intelligente di lui.” “I am cleverer than her.”


“Lui è più elegante di me.” “He is more elegant than me.”
“Io sono più felice di lui.” “I am happier than him.”

FOCUS ON THE LANGUAGE

Il “focus on the language” riguarda la distinzione che esiste tra


“THAN” e “THEN”.
Si pronunciano allo stesso modo per cui si chiamano omofoni ma
hanno significato e utilizzo diverso. “THAN” rappresenta l’elemento
di paragone utilizzato nel comparativo di maggioranza e di
minoranza.
“Lui è più bello di te.” “He is more handsome than you.”
“Lei è meno ricca di me.” “She is less rich than me.”

Il “THEN” rappresenta una sorta di espressione temporale che


scandisce la successione di un’azione e quindi la consecutività di
due azioni.
“He went into the kitchen and then he went into the
“Lui andò in cucina e poi andò in stanza da letto.”
bedroom.”

Prima di passare al prossimo paragrafo concludiamo questo


paragrafo con uno schema riepilogativo di tutti e tre tipologie di
comparativi: uguaglianza, minoranza e maggioranza.

COMPARATIVO DI
“AS + AGGETTIVO + AS”
UGUAGLIANZA
COMPARATIVO DI
“LESS + AGGETTIVO + THAN”
MINORANZA
-ER (AGGETTIVI MONOSILLABICI E BISILLABICI TERMINANTI PER “Y, ER, LE,
COMPARATIVO DI
OW”
MAGGIORANZA
-MORE (AGGETTIVI POLISILLABICI E BISILLABICI)

Dopo aver delineato i tre comparativi in maniera chiara e dettagliata


passiamo alla struttura del doppio comparativo.
4.3.2. DOPPIO COMPARATIVO
Il doppio comparativo in inglese viene usato ogni qualvolta che in
italiano creiamo la struttura fraseologica: “SEMPRE PIU’” oppure
“SEMPRE MENO”.
Ovviamente nella regola del doppio comparativo gli unici elementi
che concorrono alla formazione sono solo quello di maggioranza e
quello di minoranza.
Viene assolutamente escluso quello di uguaglianza proprio perché
nel doppio comparativo si vuole sottolineare o l’aumento o la
diminuzione di una determinata qualità o caratteristica.
Avendo ben chiare la regola di formazione del comparativo di
maggioranza e quella di minoranza, bisognerà riprendere entrambi
le versioni e generare esempi di frasi.
Se io prendo la classica frase italiana:

“Più mangia, più ingrassa.”


Io all’interno di questa frase ho due comparativi: “Più mangia” e “più
ingrassa”, per di più sono di maggioranza.
Se volessi tradurre in inglese questa frase dovrei premettere ad
entrambi la forma del comparativo l’articolo determinativo “THE” e
rispettivamente:

“The more he eats, the more he gets fat.”

Ovviamente all’interno della frase compaiono due verbi e non due


aggettivi per cui alla fine il verbo resta invariato e coniugato solo ed
esclusivamente alla persona designata.
Il comparativo viene dettato principalmente da “MORE” che è quello
che ne denota il grado di maggioranza.
Se io al posto di due verbi avessi due aggettivi come nella seguente
frase:

“Più ricco è, più felice è.”

Dovrei ricorrere – per la formazione del doppio comparativo alla


singola regola del comparativo di maggioranza e quindi devo partire
con l’analisi dell’aggettivo.
Siccome ci troviamo in presenza di due aggettivi di tipologie diverse:
Uno monosillabico (RICH) e l’altro bisillabico terminante per “Y”
(HAPPY) dovrò andare – nella tabella - a vedere quale è la regola
per costituire il comparativo di maggioranza.
Siccome la differenza tra i due aggettivi è solo a livello sillabico ma
la regola per la formazione del comparativo di maggioranza è la
stessa io applicherò la stessa regola ad entrambi gli aggettivi e cioè
aggiungerò la desinenza “ER”.
Traducendo la frase su menzionata avremmo:

“The richer she is, the happier she is.”

Cosa accade se invece abbiamo un comparative di minoranza?


Beh, occorrerà ricorrere alla regola per la formazione del
comparativo di minoranza e cioè “LESS” premettendo l’articolo
determinativo.
“Meno mangia, meno è felice.” “The less she eats, the less happy she is.”

Possiamo trovare anche delle frasi in cui il comparativo di


maggioranza e minoranza coesistono insieme come ad esempio
nella seguente frase:
“Meno parla, più è contento.” “The less he talks, the happier he is.”

N.B. Quando vogliamo esprimere il paragone tra due qualità


possedute da una persona, utilizziamo il comparativo con “more”.
“Lui è più calmo che intelligente.”

In questa frase non stiamo effettuando un paragone tra due persone


mostrando che una persona possiede un grado in più di calma
rispetto ad un'altra persona, ma stiamo evidenziando due qualità che
sono tacitamente presenti all’interno dello stesso individuo.
Quindi volendo tradurre questa frase in inglese avremmo:

“He is more quiet than clever.”

Allo stesso modo se abbiamo al posto dell’aggettivo un avverbio e


vogliamo creare un comparative di maggioranza, la forma del
comparative si effettua con “MORE”.
“John scrive più attentamente di Marco.” “John writes more carefully than Mark.”

Nella suddetta frase “carefully” rappresenta un avverbio di modo


perché stabilisce la maniera con cui John scrive la lettera
paragonandolo rispettivamente alla modalità di scrittura di Marco.
Dopo aver chiarito questo aspetto della grammatica, passiamo ad
analizzare un'altra branca dei comparativi che è quella dei
comparativi irregolari.
4.3.3 COMPARATIVI IRREGOLARI
Dopo aver analizzato le singole voci dei comparativi di uguaglianza,
minoranza e maggioranza, dobbiamo notare che purtroppo esiste
una branca di comparativi – anche se pochi – in cui la regola di
formazione del comparativo di maggioranza – come anche quella del
superlativo – non può essere ricavata dal punto di vista
grammaticale, ma la sua formazione può solo derivare dallo studio
attento e mnemonico degli aggettivi. Tra i comparativi irregolari
abbiamo:
GOOD BETTER
BAD WORSE
MUCH / MANY MORE
FAR FARTHER / FURTHER
NEAR NEARER
OLD OLDER
LATE LATER

GOOD rappresenta l’aggettivo e significa “Buono”. Il suo


comparativo è “BETTER” che vuol dire “Meglio.”
BAD rappresenta l’aggettivo e significa “Male”. Il suo comparativo è
“WORSE” e vuol dire “PEGGIO”.
MUCH / MANY rappresentano gli aggettivi e significano: “Molto /
Molti” mentre la forma comparativa è “MORE” e vuol dire “PIU”.
FAR rappresenta l’aggettivo e significa “Distante” mentre la forma
comparativa è “FARTHER / FURTHER” e significa “Più distante”.
NEAR rappresenta l’aggettivo e significa “Vicino”, la sua forma
comparativa è “NEARER” che vuol dire “PIU’ VICINO”
OLD che rappresenta l’aggettivo e significa “Vecchio” o anche “Più
grande di età”, la sua forma comparativa è “OLDER” che significa
“PIU’ VECCHIO” oppure “PIU’ GRANDE DI ETA’.”
LATE rappresenta l’aggettivo e significa “Tardi”, la sua forma
comparativa è “LATER” che vuol dire “PIU’TARDI”.

FOCUS ON THE LANGUAGE

L’analisi di questo “focus on the language” verte su: FARTHER e


FURTHER
Il termine “Distanza” in inglese si esprime con “Far” ma il suo
comparativo può essere espresso in entrambi i modi e in entrambi le
forme di scrittura.
“Roma è più distante di Napoli.”
“Rome is further / farther than Naples.”

Da aggiungere però che “Further” non è solo il comparativo variabile


di “FAR” ma rappresenta in inglese anche un altro significato ovvero
quello di “ULTERIORI” per cui avremmo:
“Se ha bisogno di ulteriori dettagli, per cortesia ce lo faccia sapere.”
“If you need further details, please let us know.”
Avendo terminato la sezione dei comparativi, ci accingeremo a
descrivere quella dei superlativi e in particolar modo quella dei
superlativi relativi e assoluti.
4.4 SUPERLATIVO
Abbiamo stabilito nei paragrafi precedenti che quando vogliamo
esprimere o descrivere una qualità su una persona o un oggetto
facciamo riferimento agli aggettivi qualificativi; poi abbiamo detto
anche che una determinata qualità potrebbe essere posseduta in un
grado superiore, minore o uguale rispetto a una persona
effettuandone così il paragone.
Però bisogna anche tener conto che una qualità possa essere
posseduta nel massimo grado e può essere rispettivamente:
SUPERLATIVO RELATIVO: se la qualità è posseduta nel massimo
grado solo nei confronti di un gruppo di persone o cose
SUPERLATIVO ASSOLUTO: se la qualità è posseduta al massimo
grado senza alcuna idea di relazione con altri.

Come si fa il superlativo relativo? Quali regole bisogna tener conto?


Se nei paragrafi precedenti avete conosciuto il comparativo di
maggioranza, diremo che il superlativo relativo segue pari passo
nell’atto della formazione la stessa regola dei comparativi di
maggioranza.
L’unica eccezione che ha è che: mentre il comparativo di
maggioranza ha come desinenza il suffisso “ER”, nel superlativo
relativo il suffisso diventa “EST” ed è inoltre - a differenza del
comparativo di maggioranza – preceduto dall’articolo determinativo
“THE”.
Dove si colloca la desinenza “EST”?
Osserviamo insieme lo schema di seguito:

AGGETTIVI MONOSILLABICI - EST


AGGETTIVI BISILLABICI TERMINANTI PER “Y, LE, ER, OW” - EST
AGGETTIVI POLISILLABICI - THE MOST

Il primo rigo della nostra tabella afferma che gli aggettivi


monosillabici all’atto della formazione del superlativo, aggiungono
all’aggettivo la desinenza “EST”.
Anche qui vale la stessa regola dei comparativi di maggioranza.
Se l’aggettivo monosillabico – la cui consonante finale è preceduta
da una vocale – prima di aggiungere la desinenza “EST” all’aggettivo
dovrà raddoppiare la consonante finale premettendo davanti
all’aggettivo l’articolo determinativo “THE”.
FAT THE FATTEST
SMALL THE SMALLEST
BIG THE BIGGEST

Gli aggettivi bisillabici terminanti per “Y, LE, OR, OW”, nella
formazione del superlativo aggiungono la desinenza “EST”
all’aggettivo:
HAPPY THE HAPPIEST
NARROW THE NARROWEST
SIMPLE THE SIMPLEST
CLEVER THE CLEVEREST

Gli aggettivi polisillabici e quelli bisillabici non terminanti per le lettere


su menzionate, effettueranno la formazione del superlativo con
l’ausilio di “THE MOST”.
INTERESTING THE MOST INTERESTING
ELEGANT THE MOST ELEGANT
BEAUTIFUL THE MOST BEAUTIFUL

Una cosa esclusivamente importante, è il termine di paragone.


Mentre nel comparativo di maggioranza e in quello di minoranza –
ad esclusione di quello di uguaglianza – il termine presentato era
“THAN” nel superlativo dobbiamo distinguere due elementi diversi
per esprimere il paragone:

OF IN

Utilizziamo “OF” quando all’interno del superlativo compare un


complemento di specificazione.
Utilizziamo “IN” quando all’interno della frase espressa al superlativo
vi è un complemento di luogo.
Esempio:
“Londra è la città più bella d’Europa.” “London is the most beautiful city in Europe.”
“Luigi è il più intelligentedei suoi amici.” “Luigi is the cleverest of all his friends.”

Nella prima frase si nota subito che dopo l’elemento superlativo


emerge un complemento di luogo “EUROPA” mentre nella seconda
frase dopo l’elemento del superlativo emerge un complemento di
specificazione “DEI SUOI AMICI”.

FOCUS ON THE LANGUAGE

L’analisi di questo paragrafo è rivolta alla differenza sostanziale che


esiste tra “THE MOST” e “MOST”.
Molti ritengono che l’assenza o la presenza dell’articolo
determinativo sia irrilevante e che in ogni modo si parli di superlativo.
Ma in realtà la teoria è estremamente sbagliata perché se andate a
controllare sui i dizionari di lingua inglese, noterete che i due
elementi presentano significati esclusivamente differenti per cui non
possono essere accomunati secondo la stessa legge del massimo
comune divisore.
Partendo da “THE MOST” diremo che quest’ultimo significa “IL PIU’”
e viene utilizzato ogni qualvolta facciamo riferimento al superlativo
con aggettivi polisillabici o con aggettivi bisillabici non presenti nella
tabella su menzionata.
“Luigi è il più simpatico della classe.” “Luigi is the nicest guy in the classroom.”

Al contrario “MOST” senza articolo, assume un altro significato. Non


è più inteso come termine di superlativo ma bensì come “LA
MAGGIOR PARTE DI” e può avere funzione attributiva se precede il
nome o funzione pronominale se da esso viene separato dall’articolo
determinativo, aggettivo possessivo o da aggettivo dimostrativo.
“La maggior parte degli studenti passò l’esame.” “Most students passed their exam.”
“La maggior parte di questi libri sono nuovi.” “Most of these books are new.”

“MOST” in contropartita può essere usato anche come sinonimo di


“VERY” e quindi assumere il significato di “MOLTO”
“Questo articolo è molto interessante.” “This report is most / very interesting.”

N.B. È possible utilizzare “MOST” in contrapposizione a “VERY” solo davanti agli aggettivi terminanti in –ING.
Con tutti gli aggettivi terminanti per – “ED” si preferisce usare “VERY” e non “MOST”.

“Lei era molto felice di venire alla festa.” “She was very pleased to come to our party.”

Il secondo tipo di superlativo riguarda quello assoluto che viene


utilizzato – come detto precedentemente - quando vogliamo
esprimere che una persona possiede una qualità superiore in
maniera assoluta senza alcun tipo di relazione con altre persone o
oggetti.
Il superlativo assoluto viene reso in inglese con “VERY” che si
premette prima dell’aggettivo.
“Lui era molto ricco.” “He was very rich.”

E con il superlativo assoluto chiudiamo questo paragrafo per


addentrarci nei superlativi irregolari.
4.4.1 SUPERLATIVI IRREGOLARI
Come abbiamo ben notato nei paragrafi precedenti trattando del
comparativo, abbiamo notato che nella forma del comparativo oltre
alle regole già precedentemente trattate, esistono i comparativi
irregolari e allo stesso modo si comportano i superlativi.
In effetti, anche qui abbiamo i superlativi irregolari come si può
evincere dalla tabella seguente:
GOOD THE BEST
BAD THE WORST
NEAR THE NEAREST
FAR THE FARTHEST
MUCH / MANY THE MOST
LATE THE LATEST
OLD THE OLDEST
LITTLE THE LEAST

GOOD rappresenta l’aggettivo e signfica “Buono”, “THE BEST”


rappresenta il superlativo “IL MIGLIORE”.
BAD rappresenta l’aggettivo e significa “Male”, “THE WORST”
rappresenta il superlativo e significa “IL PEGGIORE”:
NEAR rappresenta l’aggettivo e significa “Vicino”, “THE NEAREST”
rappresenta il superlativo e significa “IL PIU’ VICINO”.
FAR rappresenta l’aggettivo e significa “Distante”, “THE FARTHEST”
rappresenta il superlativo e significa “IL PIU’ DISTANTE”
LITTLE rappresenta l’aggettivo e significa “Poco”, “THE LEAST”
rappresenta il superlativo e significa “IL MINIMO.”
LATE rappresenta l’aggettivo e significa “Tardi”. “THE LATEST”
rappresenta il superlativo e significa “IL PIU’ TARDI”.
OLD rappresenta l’aggettivo e significa “Vecchio”. “THE OLDEST”
rappresenta il superlativo e significa “IL PIU’ ANZIANO”.
MUCH / MANY rappresenta l’aggettivo e significa “Molto / Molti”.
“THE MOST” rappresenta il superlativo e significa “IL PIU’”.

Prima di chiudere questo paragrafo facciamo un’ultima tabella


riepilogativa in cui inserire anche la forma del comparativo irregolare
per avere tutto il prospetto davanti ben chiaro e dettagliato.
GOOD BETTER THE BEST
LATE LATER THE LATEST
NEAR NEARER THE NEAREST
OLD OLDER THE OLDEST
MUCH / MANY MORE THE MOST
FAR FURTHER / FARTHER THE FURTHEST / THE FARTHEST
LITTLE LESS THE LEAST
BAD WORSE THE WORST

La prima colonna rappresenta come al solito l’aggettivo, la seconda


quella inerente al comparativo e la terza colonna quella inerente al
superlativo. Purtroppo – come detto in precedenza – per tali
comparativi e superlativi irregolari non esiste una regola per poterli
ricavare – come invece al contrario esistono per gli altri aggettivi -
ma la loro applicazione nonché il loro utilizzo deriva espressamente
dalla memorizzazione e quindi dallo studio mnemonico degli stessi.
Lasciamo definitivamente la sezione dedicata agli aggettivi
qualificativi e ai comparativi e superlativi per riferirci ad un’altra
tipologia di aggettivi che sono quelli di quantità.
4.5. AGGETTIVI DI QUANTITA’
Gli aggettivi di quantità vengono utilizzati ogni qualvolta vogliamo
stabilire o identificare una quantità di cose, oggetti, persone o
animali.
L’aggettivo di quantità viene reso in italiano dall’espressione “MOLTI,
MOLTA, MOLTE, MOLTO” e “POCO, POCHI, POCHE, POCA” che
però non corrispondono proprio in maniera dettagliata alla lingua
inglese.
Infatti c’è molta difficoltà per un discente di lingua inglese
apprendere i vari modi che gli inglesi hanno per esprimere l’idea
della quantità e non vi sorprenderà notare l’utilizzo diretto e mirato di
ciascun termine all’interno della struttura della frase.
Cominciamo a delineare gli aggettivi di quantità Essi sono:
MUCH MANY
A LOT OF VERY

Cominciamo a trattare del primo aggettivo di quantità:


MUCH
Significa “MOLTO/A” e viene utilizzato con i sostantivi singolari non numerabili nelle frasi interrogative, negative
e interro negative.

“Non c’è molta acqua.”


“There isn’t much water.”

“C’è molto vino in questa bottiglia?”


“Is there much wine in this bottle?”

“Non c’è molta acqua nel mio bicchiere?”


“Isn’t there much water in my glass?”

Al contrario abbiamo:
MANY
MANY
Ha il significato di “Molti / e” e viene utilizzato con i sostantivi numerabili plurali nelle frasi interrogative e
negative.

“Ci sono molte macchine in questo parcheggio?


“Are there many cars in this parking area?

“Non ci sono molte persone oggi.”


“There aren’t many people today.”

“Non ci sono molte persone oggi?”


“Aren’t there many people today?”

Invece in contropartita abbiamo:


A LOT OF
Ha il significato di “MOLTO” e viene utilizzato con i sostantivi singolari e plurali solo ed esclusivamente nelle
frasi affermative.

“Lui ha molti libri.”


“He has got a lot of books.”

“Lui beve molto latte.”


“He drinks a lot of milk.”

A differenza degli aggettivi di quantità su menzionati che reggono un


sostantivo, abbiamo “VERY” che invece viene utilizzato solo davanti
agli aggettivi o davanti agli avverbi.
“Lui è molto arrabbiato.” “He is very angry”.
“Lui sta molto bene.” “He is very well”.

Inoltre non è strano notare l’unione di “VERY” con “MUCH”.


VERY MUCH infatti vuol dire “Molto” e viene utilizzato
singolarmente.
È posto alla fine della frase, per esprimere gradimento verso un
qualcosa o verso un’azione.
“Grazie molto.” “Thank you very much.”
“Mi piace molto questo libro.” “I like this book very much.”

Lo stesso si può dire per “A LOT” che può comparire singolarmente


– e quindi senza essere seguito da un sostantivo – con la stessa
funzione di VERY MUCH, con l’eccezione però che quest’ultimo è
possibile rintracciarlo solo ed esclusivamente nelle frasi affermative
mentre il precedente in tutti i tipi di frasi.
“Lei parla molto.” “She speaks a lot.”
Quando non vogliamo esprimere il concetto di “MOLTO” ricorriamo
ad un altro aggettivo di quantità che è “ENOUGH”.
ENOUGH
Significa “ABBASTANZA” e viene utilizzato in due modi diversi:

Quando siamo in presenza di un sostantivo, “ENOUGH” si colloca prima del sostantivo, proprio come
nell’esempio:

“Non ho abbastanza pane.”


“I haven’t got enough bread.”

Se invece “ENOUGH” è seguito da un aggettivo. Quest’ultimo si mette dopo.

“Sono abbastanza bravo.”


“I am good enough.”

L’espressione “ABBASTANZA” viene reso in inglese anche


dall’espressione: “QUITE” e “QUITE A LOT.” Vediamo la differenza.

FOCUS ON THE LANGUAGE

In questo nostro “Focus” ci concentreremo maggiormente sulla


differenza tra “QUITE” e “QUITE A LOT”.
Entrambi significano “ABBASTANZA”, solo che il loro utilizzo è
relativamente diverso: “Quite”, compare sempre quando all’interno
della frase troviamo un aggettivo.
“Lui è abbastanza intelligente” “He is quite clever.”

“Quite a lot”, invece lo troviamo come membro singolo, membro


isolato all’interno di una frase. Lo troviamo soprattutto nelle frasi di
risposta ad una domanda.
“Hai abbastanza soldi?” Si ne ho abbastanza. “Do you have enough money?” “Yes, quite a lot.”

Continuando sempre a delineare gli aggettivi di quantità, come


abbiamo finora descritto gli aggettivi che descrivono una moltitudine
di oggetti, animali e persone, passiamo a descrivere quegli aggettivi
di quantità che descrivono una quantità esclusivamente ristretta e
limitata. Ci stiamo riferendo al concetto di “POCO/POCHI” che in
inglese viene reso in due modi diversi:

LITTLE FEW
Utilizziamo “LITTLE” con sostantivi singolari in frasi affermative,
negative e interrogative.
“Non ho poco tempo ma molto.” “I haven’t got little time but plenty”
“Hai pochi soldi da darmi?” “Do you have little money to give me?”
“Ho pochi soldi, così non posso permettermi quella
“I have got little money so I cannot afford that new car.”
macchina nuova.”

Utilizziamo “FEW” con i sostantivi plurali numerabili in frasi


affermative, negative e interrogative.
Il suo significato è “POCHI / POCHE.
“Hai pochi amici?” “Have you got few friends?”
“Non ho pochi amici.” “I haven’t got few friends.”
“Ho pochi amici.” “I have got few friends.”

FOCUS ON THE LANGUAGE

In questo paragrafo come punto focale di analisi affronteremo la


differenza tra “FEW” e “A FEW”.
FEW A FEW

Il termine “FEW”, viene utilizzato quando si vuole esprimere che c’è


scarsità di persone, o oggetti – un numero limitato di cose.
“Ho pochi libri sullo scaffale.” “I have got few books on the shelf.”

Il termine “A FEW” al contrario indica un aggettivo indefinito e si


ritiene sinonimo di SOME e ANY – che tratteremo nel paragrafo
successivo. Il suo significato è “QUALCHE – ALCUNI” e così via.
“Ho alcuni amici molto gentili.” “I have got a few kind friends.”

Quindi non dimenticate che premettendo l’articolo indeterminativo


prima di “FEW” non state creando il plurale di “POCO” – e quindi
come aggettivo di quantità – ma bensì state parlando del sinonimo di
SOME e ANY e quindi di “aggettivo indefinito” con il significato di
“Qualche / alcuni” etc etc.
Un altro Focus on the language è sulla differenza tra:
LITTLE A LITTLE

LITTLE si usa – come abbiamo detto sopra con sostantivi singolari


per indicare il concetto di “POCO” e può essere usato in frasi
affermative, negative e interrogative. Precede il sostantivo.
“I have got little time.” “Ho poco tempo.”

A LITTLE, al contrario, vuol dire “UN PO’ e rappresenta una sorta di


locuzione staccato dal contesto della frase. Lo troviamo molte volte
nei contesti riguardanti le risposte alle domande.
“Quanto vino vuoi?” “Un po’ “ “How much wine would you like?” “A little.”

Molte volte vi sarà capitato di vedere l’espressione “JUST A LITTLE”


che vuol dire “giusto un po’ / appena un po’” e viene utilizzato per
enfatizzare la locuzione all’interno della frase.
Molto interessanti per denotare l’aspetto quantitativo sono anche:

NOT MUCH / NOT MANY / SO MUCH / SO MANY.


NOT MANY
NOT MUCH
Si usa nelle frasi di risposta con sostantivi singolari. Si usa nelle frasi di risposta con sostantivi plurali

“Quanto latte c’è nel frigo? Non molto. “Quanti giornali hai comprato? Non molti.”

“How much milk is there in the fridge?” “Not much” “How many newspapers have you bought? Not many.”

Utilizzeremo “SO MUCH” e “SO MANY” quando vogliamo rendere


l’idea della quantità come “TANTO” oppure “TANTI/E”
“SO MUCH” è usato con sostantivi singolari nelle frasi affermative,
negative e interrogative.
“Ci sono tanti soldi nel cassetto.” “There is so much money in the drawer.”
“C’è tanto latte nel mio bicchiere?” “Is there so much milk in my glass?”
“Non c’è tanto caffè nella mia tazza.” “There isn’t so much coffee in my cup.”

“SO MANY” viene usato con sostantivi plurali in frasi affermative,


negative ed interrogative. Significa “TANTI/E”.
“Ci sono tante macchine in questa area.” “There are so many cars in this area.”
“Ci sono tante macchine in questa area?” “Are there so many cars in this area?”
“Non ci sono tante macchine qui.” “There aren’t so many cars here.”

Dopo aver trattato a lungo degli aggettivi quantificativi, possiamo


tranquillamente parlare di un altro argomento che è quello degli
aggettivi indefiniti.
4.6 Aggettivi Indefiniti.
In questo paragrafo tratteremo – come dice appunto il titolo – degli
aggettivi indefiniti il cui utilizzo sembra non suscitare grande simpatia
da parte dei discenti di lingua inglese anche perché gli inglesi – a
differenza nostra – hanno modi diversi di esprimere il concetto
dell’indefinito.
Cosa si intende per aggettivo indefinito?
Beh al primo impatto potremmo dire che per aggettivo indefinito si
intende quell’aggettivo che non descrive in maniera dettagliata,
analitica e precisa la quantità di un oggetto, o persone, ma bensì
lascia un senso indeterminato, abbastanza vago.
Infatti se andiamo a prendere come punto di riferimento i nostri
aggettivi indefiniti italiani “QUALCHE / ALCUNI / DEI” notiamo che
sono aggettivi generici, che non ci forniscono dettagli precisi sulla
quantità.
La stessa cosa accade anche in inglese.
Vediamo però di delineare – inizialmente – il partitivo in lingua
inglese per poi addentrarci nel suo utilizzo.
Il partitivo in inglese si rende con “SOME” e “ANY”. Entrambi
significano: “DELLO / DELLA / DEGLI / DEI / QUALCHE / ALCUNI”
e così via e anche abbastanza diversificato è il loro utilizzo all’interno
delle frasi.
Usiamo SOME e ANY rispettivamente nei seguenti casi riportati
nella seguente tabella:
SOME ANY
Frasi affermative Nelle frasi negative
Esempio: Esempio:
“Ho del pane.” “Non ho del pane.”
“I have got some bread.” “I haven’t got any bread.”

Nelle frasi interro – negative. Nelle frasi interrogative:


Esempio: Esempio:
“Non ci sono alcune persone interessanti?” “Ci sono delle persone interessanti in questa classe?
“Aren’t there some interesting people?” “Are there any interesting people in this classroom?”

Nelle domande di offerta e di richiesta Nelle frasi introdotte da “IF”.


Esempio: Esempio:
“Vuoi del latte? “Se hai dei dettagli da aggiungere puoi dirmelo.”
“Do you want some milk?” “If you have any details to add, you can say that to
“Posso comprare dei libri?” me.”
“Can I buy some books?”

Dalla tabella precedente si nota in maniera chiara ed evidente, che


noi utilizziamo “SOME” nelle forme interrogative che esprimono
offerta e richiesta oppure nelle frasi affermative. “ANY” invece in tutti
i tipi di domande e forme negative.
Bisogna anche però dire che “ANY” nelle forme negative assume lo
stesso significato di “NIENTE” e quindi se io ho una frase del
genere:
“I haven’t got any book.” “Io non ho nessun libro”.

Sottolineando così l’aspetto di negatività rispetto a “SOME” che


invece esprime una quantità imprecisa e indefinita.
E’ possibile usare anche “ANY” nelle frasi affermative, ma in questo
contesto l’aggettivo indefinito assume un altro significato. Da una
quantità imprecisa che esso denota, passa a descrivere una
caratteristica generale e astratta, con il significato di “QUALSIASI.”
“Any bus comes by this street.” “Qualsiasi autobus passa per questa strada.”

Paragoniamo le seguenti frasi:

“Some buses come by this square.” (1)


“Any bus comes by this square.” (2)

Nella frase (1) non sono tutti gli autobus a passare per quella piazza
ma solo un numero limitato: alcuni autobus passano per quella
piazza.
Nella frase (2) al contrario, non è il numero limitato di autobus a
passare ma bensì è qualsiasi autobus che passa per quella piazza,
quindi l’idea più generica rispetto a “SOME”.
Può capitare di trovare espressioni del genere:

SOME OF ANY OF

Si usa “SOME OF” quando all’interno della frase è presente o un


articolo determinativo, o un aggettivo dimostrativo o un possessivo o
un pronome complemento oggetto.
“Alcuni dei miei amici sono venuti alla mia festa ieri. “Some of my friends came to my party yesterday.”
“Alcuno di questi libri sono miei.” “Some of these books are mine.”
“Alcuni di loro sono miei amici.” “Some of them are my friends.”

Si usa “ANY OF” quando all’interno della frase è presente o un


articolo determinativo, o un aggettivo dimostrativo o un possessivo o
un pronome complemento oggetto.
“Non ho nessuna di queste canzoni.” “I haven’t got any of these songs.”
“Qualunque mia lettera parla d’amore”. “Any of my letters deals with love.”
“Hai alcuni dei cd che ti diedi alla festa?” “Have you got any of the cds I gave you at the party?”

Molto intrigante è anche l’uso di “NO” e “NONE” all’interno degli


aggettivi indefiniti.
“NO” ha funzione di soggetto e precede il sostantivo di riferimento.
Significa “NESSUNO”.
“No Bus comes by this square.” “Nessun auto passa per questa piazza.”
Il suo corrispondente è “NONE” e viene utilizzato quando il
sostantivo a cui fa riferimento è preceduto o da un articolo
determinativo, o da un aggettivo dimostrativo o da un aggettivo
possessivo o da un pronome personale complemento oggetto.
“Nessuno di questi libri è mio.” “None of these books is mine.”
“Nessuno di loro è italiano.” “None of them is Italian.”
“Nessun dei miei amici ama andare al cinema.” “None of my friends love going to the cinema.

In tutte queste frasi “NONE” ha la funzione di pronome.


Molte volte troviamo “NONE” anche nelle risposte come
“How many cigarettes have you brought along? None.”
elemento isolato dal contesto fraseologico.
“Quante sigarette hai portato con te?” Nessuna.

FOCUS ON THE LANGUAGE

L’argomento progetto di analisi in questo paragrafo sarà


rispettivamente la differenza che esiste tra “ANY” e “NO”.
Abbiamo detto poc’anzi che “ANY” nelle frasi negative assume un
significato simile ed analogo a “NO” per cui si comporta come valore
negativo.
Se io prendo una classica frase italiana del tipo:

“Non c’è nessun bicchiere.”

Io posso avere la facoltà di scelta di come poter tradurre la frase su


menzionata.
“There isn’t any glass.” “There is no glass.”

Entrambi le frasi traducono molto bene il significato della frase su


menzionata, ma hanno al loro interno delle varianti:
Nella prima frase abbiamo il verbo espresso alla forma negativa
mentre nella seconda, il verbo è espresso alla forma affermativa in
quanto “NO” rappresenta già di per se un elemento di negazione.
Dopo aver delineato tutti e tre gli aggettivi quantificativi – prima di
passare al nuovo capitolo dedicato interamente agli avverbi –
concludiamo il paragrafo con una semplice tabella che mostra
brevemente i tre aggettivi.
FRASI AFFERMATIVE
FRASI INTERRO
SOME
NEGATIVE
DOMANDE DI OFFERTA E DI RICHIESTA
FRASI NEGATIVE
ANY FRASI INTERROGATIVE
FRASI DUBITATIVE
NO FRASI AFFERMATIVE

Adesso possiamo congedare questo capitolo dedicandoci – come


già menzionato precedentemente agli avverbi
5.0 GLI AVVERBI
Nel capitolo due abbiamo trattato – come primo paragrafo di
apertura - della struttura della frase e abbiamo evidenziato alcune
caratteristiche come il soggetto, il pronome complemento, i pronomi
possessivi e così via, lasciando in sospeso l’ordine di una frase e
quindi come questa deve essere disposta dai suoi singoli elementi.
All’appello infatti mancano ancora i famosi avverbi che meritano –
come gli aggettivi e gli altri argomenti – una trattazione a parte e
distaccata.
Gli avverbi li possiamo distinguere in diverse categorie:

Avverbi di modo Avverbi di luogo


Avverbi di frequenza Avverbi di tempo

Ogni avverbio su menzionato sarà trattato singolarmente, per il


momento dobbiamo però fare un piccolo passo indietro ritornando
alla struttura della frase e per rendere il concetto più univoco
dobbiamo riallacciarci al secondo capitolo.
Abbiamo detto che in inglese una parte fondamentale della frase è
sicuramente il soggetto, il quale deve sempre comparire anche
quando in italiano questo è sottinteso. Abbiamo anche detto – e lo
ripetiamo – che quando ci troviamo dinanzi ad una frase
impersonale, il soggetto utilizzato è il pronome “IT”.
Abbiamo anche accennato al fatto che il soggetto rappresenta quasi
sempre l’elemento iniziale della frase – tranne quando ci troviamo in
una frase interrogativa o interro negativa. Come secondo elemento –
anch’esso essenziale – troviamo il verbo che può essere in forma
attiva o passiva a seconda dell’azione rappresentata.
Dopo aver delineato i due caratteri fondamentali, non abbiamo
considerato l’ordine della frase quando al suo interno troviamo i
famosi complementi e locuzioni avverbiali.
Una frase tendenzialmente corretta ha i suoi elementi collocati
rispettivamente nel seguente ordine:

SOGGETTO
VERBO
COMPLEMENTO OGGETTO

E poi tutti i vari complementi: quello di termine, quello di compagnia,


di luogo, di tempo e così via.
Ovviamente l’ordine dipende dai vari complementi presenti all’interno
della frase dato che non abbiamo una frase con tutti i possibili
complementi, ma la regola generale prevede che almeno i tre
elementi su menzionati nello schema siano rispettati.
“Ho comprato un cd per mia zia.” “I bought a cd for my aunt.”

Analizzando la frase abbiamo:

“I” soggetto
“BOUGHT” verbo: passato remoto
“A CD” complemento oggetto
“FOR MY AUNT”. Complemento di fine o scopo.
“Ieri ho letto un giornale mentre camminavo lungo la “Yesterday, I read a newspaper while I was
strada.” walkingalong the street.”

Passiamo ad osservare più direttamente gli avverbi e in particolare:


gli avverbi di modo.
5.1. AVVERBI DI MODO
Gli avverbi di modo vengono utilizzati per descrivere la maniera con
cui viene eseguita un’azione.
L’avverbio di modo trae origine dall’aggettivo e si forma aggiungendo
“–ly” alla radice principale dell’aggettivo. Ovviamente questa regola
sembra essere esclusivamente generica in quanto esistono delle
varianti in base alla desinenza finale dell’aggettivo.
Vediamo un po’ di comprendere meglio questo aspetto:
Abbiamo detto che l’avverbio di modo si forma dall’aggettivo
attraverso la desinenza “ly”
Bad Badly
Beautiful Beautifully
Ovviamente questa regola non è universale altrimenti sarebbe
troppo semplice formare gli avverbi. Anzi proprio perché presenta
delle diversità dalla regola sopra citata, dobbiamo distinguere gli
aggettivi in base alla desinenza finale.
Gli aggettivi che finiscono per:

- IC -ALLY
UE -ULY
LE Y
Y ILY
Esempio:
AUTOMATIC AUTOMATICALLY
TRUE TRULY
HAPPY HAPPILY
SIMPLE SIMPLY

Dove si collocano gli avverbi di modo?


Questo aspetto sembra anche mandare in crisi molti discenti di
lingua inglese anche perché a differenza della lingua italiana, gli
avverbi di modo hanno diversi modi di collocazione che sono
rispettivamente i seguenti:
In assenza di un complemento oggetto, gli avverbi seguono
immediatamente il verbo:
“Lui parla bene”. “He speaks well.”

Se invece all’interno della frase abbiamo un complemento oggetto e


quindi ci troviamo dinanzi ad una frase transitiva, l’avverbio di modo
si colloca subito il complemento oggetto.
“Lui suona la chitarra meravigliosamente.” “He plays the guitar wonderfully”.

Nei tempi composti: passato prossimo, trapassato prossimo, futuro


anteriore, futuro semplice, condizionale presente e passato,
l’avverbio di modo si colloca a cavallo tra i due verbi.
“Lui ha felicemente iniziato il suo nuovo lavoro”. “He has happily starter his new job.”

Con i verbi modali (tranne “WANT”), gli avverbi di modo si collocano


in mezzo ai due verbi
“Lui sa attentamente scrivere il suo nome.” “He can carefully spell his name.”
Se l’avverbio di modo precede un verbo espresso in forma infinitiva,
l’avverbio so collocherà tra il soggetto e il verbo.
“Aspettava ansiosamente di leggere quella lettera.” “He anxiously expected to read that letter.”

Bisogna però a questo punto far presente che non tutte le parole che
terminano per “LY” sono effettivamente considerati avverbi di modo,
anzi al contrario possono essere considerati aggettivi. Esempi tipici
possono essere:
WEEKLY SETTIMANALE
MONTHLY MENSILE
YEARLY ANNUALE
FRIENDLY SOCIEVOLE

Questi non rappresentano avverbi di modo nonostante la finale che


coincide a quella degli avverbi di modo ma bensì agli aggettivi.
Un'altra caratteristica principale è dominata da:

LATE FAST
HARD STRAIGHT

Queste espressioni su menzionate, si comportano simultaneamente


sia da aggettivi che da avverbi. Esempio:
“He is a hard worker.” “Lui è un duro lavoratore”.
“He works hard.” “Lui lavora sodo.”

Nella frase numero uno, “HARD” ha funzione di aggettivo perché


precede un sostantivo. Sta qualificando il tipo di persona.
Nella seconda frase, “HARD” è un avverbio perché è posto dopo il
verbo e perché sta a denotare la maniera con cui la persona lavora.
Cosa succede se io aggiungo “-LY” all’aggettivo “HARD”?
Vediamolo nel FOCUS ON THE LANGUAGE.

FOCUS ON THE LANGUAGE

In questa sezione ci occuperemo della differenza che sussiste tra


“HARD” e HARDLY”.
In realtà questi due termini sono diversi sia per significato che per
struttura.
“HARD” rappresenta – come abbiamo appena detto poc’anzi –
l’aggettivo qualificativo ma anche l’avverbio di modo.
“He works hard” “Lui lavora duramente.”
“He is a hard worker.” Lui è un duro lavoratore.

“HARDLY” al contrario ha un valore del tutto negativo. Non ha nulla


a che vedere con “HARD” e il suo significato è “A STENTO”.
La sua collocazione è:
Tra il soggetto e il verbo: quando la frase è in forma semplice.
“He hardly knows me” “A stento mi conosce.”

Tra i due verbi: se il tempo è composto


“He has hardly spoken to us.” “Lui a stento ha parlato con noi.”

Se c’è un verbo ausiliare come il verbo essere, “Hardly” si colloca


subito dopo il verbo ausiliare.
“He is hardly happy about his job” “Lui è a stento soddisfatto del suo lavoro.”

In presenza di verbi modali, “HARDLY” si colloca tra i due verbi:


“He can hardly recognize us when he sees us.” “A stento riesce a riconoscerci quando ci vede.”

“Hardly” ha lo stesso valore di “Barely” e “Scarcely” e tutti e tre


hanno lo stesso significato mostrando connotati negativi di frase.
“Hardly” in abbinamento con “EVER” genera un avverbio di
frequenza che è “HARDLY EVER” ovvero “QUASI MAI.”
“I hardly ever study English language.” “Quasi mai studio la lingua inglese.”

Ma di questo argomento – avverbi di frequenza – ne trattiamo nei


paragrafi successivi.
Adesso passiamo anche ad un secondo Focus on the Language
riguardante un altro aggettivo che è “LATE”.
Un altro studio analitico è quello della differenza tra “LATE” e
“LATELY” che sono entrambi molto diversi.
“LATE” rappresenta sia un aggettivo che un avverbio. Se io prendo
le seguenti frasi:
“He works till late.”
“He is a late worker.”
Nel primo caso “LATE” ha valore di avverbio, nel secondo caso
invece assume valore di aggettivo perché precede il sostantivo.
“LATELY” invece è sinonimo di “RECENTLY” che significa
“RECENTEMENTE / DI RECENTE”
“Lately I have played tennis with my friends.” “Recentemente ho giocato a tennis con I miei amici.”

Quindi da non confondere e non mischiare “LATE” con “LATELY”


perché sono due concezioni rispettivamente diverse e quest’ultimo
determina una concezione temporale.

N.B. Esiste una differenza tra: “GOOD” e “WELL”.


“GOOD” rappresenta l’aggettivo, mentre “WELL” rappresenta l’avverbio.

“He is a good worker.” “Lui è un buon lavoratore.”


“He speaks well.” “Lui parla bene.”

Adesso andiamo a trattare della seconda categoria di avverbi che


sono quelli di frequenza.
5.2 AVVERBI DI FREQUENZA
Prima di addentrarci nella spiegazione grammaticale, partiamo dal
definire cosa sia un avverbio di frequenza.

Per avverbio di frequenza, si intende quella parte del discorso che scandisce la frequenza con cui viene
eseguita un’azione.

Quali sono gli avverbi di frequenza in lingua inglese? Vediamoli


insieme nella seguente tabella:
Always Sempre
Usually Di solito
Sometimes A volte
Often Spesso
Seldom Di rado
Rarelly Raramente
Hardly Ever Quasi mai
Occasionally Occasionalmente
Never* Mai*
Il problema adesso nasce come e dove collocare questi avverbi.
L’italiano ad esempio rispetto alla lingua inglese si pone ad essere
una lingua più flessibile ed elastica nel suo utilizzo.
Se io affermo:
“Io mangio sempre carne la Domenica”.

Oppure
“Io sempre mangio carne la Domenica.”

In Italiano non mi cambia niente.


Entrambi le frasi sono di senso compiuto e sono grammaticalmente
corrette. In inglese ahimè questo non è possibile e l’ordine degli
elementi all’interno di una frase deve essere severamente rispettato.
Ci sono tre possibili collocazioni degli avverbi di frequenza all’interno
di una frase a seconda se quest’ultima sia semplice, composta o con
la presenza di un verbo ausiliare. Cominciamo a vedere
singolarmente i tre casi.
I) caso: Avverbi di frequenza in frasi in forma semplice
Che cosa significa frase in forma semplice?
Una frase si definisce in forma semplice quando al suo interno
compare solo un elemento verbale. Partiamo dalla lingua italiana:

Io leggo sempre un libro.


Io guardo spesso la televisione
Lui parla di solito inglese.

Tutte e tre le frasi si definiscono in forma semplice, perché come ben


si può notare recano solo la presenza di un elemento verbale e
rispettivamente: (leggo; guardo; parla).
Come ben si può notare in italiano, l’avverbio di frequenza è solito
seguire il verbo mentre in inglese la regola vuole che quando
all’interno della frase c’è solo un elemento verbale l’avverbio di
frequenza si colloca tra il soggetto e il verbo. Esempio:
“Io leggo sempre un libro” “I always read a book”.
“Io guardo spesso la televisione” “I often watch TV.”
“Lui parla di solito italiano” “He usually speaks Italian.”
Che cosa accade se però all’interno di una frase è presente un
elemento negativo?
Se notate la tabella, ho indicato con un asterisco l’avverbio di
frequenza “Never”.
Quest’ultimo esprime già una connotazione negativa per cui se io
volessi fare una frase negativa con questo avverbio il verbo che
deve seguire deve essere espresso in forma affermativa, proprio
perché in inglese due negazioni non possono coesistere altrimenti
generano un’affermazione.
Facciamo un esempio pratico:
Io non guardo mai la televisione la sera.
In Italiano abbiamo due presenze negative: la negazione (non), e
l’avverbio di frequenza negativo (mai). Per la famosa regola su
menzionata in inglese avremmo:

“I never watch TV in the evening.”

Assisteremo così all’eliminazione della particella (non) che è


presente nella frase italiana e sostituiremo la forma negativa con un
verbo affermativo (watch).
II) Caso: Avverbi di frequenza in tempi composti
Per tempo composto si intende una frase in cui sono presenti due
elementi verbali.
Se analizziamo la grammatica italiana sono definiti tempi composti i
seguenti tempi verbali: passato prossimo, trapassato remoto, futuro
anteriore, condizionale passato etc. etc.
Partiamo anche qui con alcuni esempi di frasi italiane:

“Io ho sempre mangiato il pane.”


“Lui aveva spesso letto quel libro”
“Lei di solito sarebbe stata molto contenta.”

Tutte e tre le frasi hanno il tempo composto perché abbiamo due


elementi verbali. In inglese, quando abbiamo una frase in cui
compaiono due elementi verbali, l’avverbio di frequenza si colloca a
cavallo tra i due verbi e cioè tra il primo e il secondo elemento
verbale.
Esempio:

“I have always eaten bread.”


“He had often read that book.”
“She would usually have been very happy.”

III) Caso: Avverbi di frequenza in presenza di un verbo ausiliare


Quando all’interno di una frase compare un verbo ausiliare,
l’avverbio di frequenza si colloca subito dopo il verbo.
In inglese sappiamo tutti che gli unici verbi ausiliari sono due:
(essere e avere), ma quest’ultimo trasgredisce dalla regola degli
avverbi di frequenza in quanto il verbo (have) è anche usato come
verbo ordinario e cioè nella forma interrogativa con (Do – Does) per
cui non fa fede in questo caso.
Ci limiteremo ad utilizzare solo il verbo essere come unico verbo di
riferimento.
Partendo dalla lingua italiana abbiamo rispettivamente tre frasi:

“Lui è sempre in ritardo”


“Io sono spesso contento”
“Loro sono di solito in anticipo.”

In tutti e tre gli esempi compare il verbo essere. In questo caso la


traduzione dall’italiano all’inglese avviene in maniera letteraria
ovvero senza fare nessuno spostamento all’interno della frase. Così
avremo:

“He is always late”


“I am often happy”
“They are usually early.”

E se io trovo il verbo avere? Come mi devo comportare?


Vediamo qualche esempio:

“Lei ha sempre mal di testa.”

In italiano anche qui l’avverbio di frequenza compare subito dopo il


verbo avere, ma in inglese con questo verbo, l’avverbio si colloca tra
il soggetto e il verbo proprio come se stessimo in presenza di un
verbo ordinario.

“She always has headache.”

Vediamo cosa accade se al posto di una frase affermativa ci


trovassimo in una posizione di frase interrogativa e negativa.
Sappiamo che normalmente, salvo casi eccezionali che non
tratteremo in questa sede dato che si tratta di un livello base di
grammatica, la forma interrogativa e negativa dei verbi che non sono
ausiliari si rendono con l’ausilio della particella.

“Do – Does” + Soggetto + Verbo

Quando abbiamo la presenza di un avverbio di frequenza,


quest’ultimo si colloca sempre tra il soggetto e il verbo. Esempio:
“Guardi sempre la televisione?” “Do you always watch TV?”
“Mangia spesso alle ore 13.00?” “Does she often eat at 1.00 p.m?”
Esci di solito con I tuoi amici? Do you usually go out with your friends?

Il problema sussiste quando nella forma interrogativa sussiste


l’avverbio di frequenza “Mai” che come abbiamo detto lo abbiamo
contrassegnato con un asterisco.
Vediamo di fare chiarezza su questo avverbio. In Inglese “Mai” si
dice in due modi:
NEVER EVER
NEVER EVER
Utilizziamo “NEVER” in frasi affermative Utilizziamo “EVER” in frasi interrogative o con frasi in
cui all’interno abbiamo un altro elemento negativo
diverso dalla negazione.
Esempio:
Esempio:
Io non guardo mai la TV Guardi mai la televisione?
I never watch TV. Do you ever watch TV?

Sei mai stato in Inghilterra?


Have you ever been to England?

Nessuno mai dice la verità


Nobody ever tells the truth.

Quasi mai leggo un libro.


I hardly ever read a book.

A questo punto sorge una domanda molto interessante: e se io


utilizzo NEVER in una frase interrogativa cosa succede? Prendiamo
due frasi uguali e traduciamole in inglese.
Frase Italiana:
“Sei mai stato a Napoli?”

Frasi inglesi:
“Have you ever been to Naples?”

Have you never been to Naples?


Entrambe possono sembrare grammaticalmente corrette in quanto
rispettano la volontà legislativa della grammatica inglese.
E allora la differenza dove risiederebbe? La differenza risiede nella
diversa interpretazione che si da alla frase.
Un parlante straniero quando sente pronunciata la seconda frase
avverte come un tono di meraviglia e stupore verso un azione che
non si è mai fatta.
Nel primo caso invece il tono è quello di una semplice domanda a
titolo informativo.
La traduzione italiana corretta della seconda frase sarebbe:
“Non sei mai stato a Napoli?????” evidenziando il tono di stupore e
di meraviglia da parte dell’interlocutore.
Quando siamo in presenza di una frase negativa, l’avverbio di
frequenza, si colloca dopo la negazione “NOT”. Esempio:
Lui non mangia spesso la carne. He does not often eat meat.
Lei non parla sempre con i suoi genitori. She does not always speak to her parents.

Quando invece al contrario siamo in presenza di una frase interro-


negativa: ovvero quando all’interno di una domanda è presente una
negazione, l’avverbio di frequenza si mette tra il soggetto e il verbo.
Esempio:
Non giochi spesso a pallone? Don’t you often play football?

Ultima osservazione da tener conto è quando ci troviamo in


presenza di una risposta breve in cui è presente un avverbio di
frequenza. Partiamo dalla lingua italiana.
Lui fa sempre tardi. Si, è vero, lui lo fa sempre.” “He is always late. Yes, you are right. He always is!”

Quando ci troviamo in presenza di risposte brevi, l’avverbio di


frequenza si colloca sempre tra il soggetto e il verbo.
Lui parla spesso, ma di solito non lo fa. He often speaks but he usually doesn’t.

FOCUS ON THE LANGUAGE

Always + ing Always + present simple


You always listen to music
You are always listening to music in your spare time!
in your spare time

Notiamo le due costruzioni.


Normalmente gli avverbi di frequenza come tempo verbale reggono
il presente semplice e non quello progressivo proprio perché non
stanno ad indicare un azione che accade limitatamente nel tempo
ma esprimono azioni che si compiono in maniera regolare, ovvero
con una certa frequenza.
Una nota particolare, merita l’avverbio di frequenza ALWAYS, che ha
due costruzioni.
Nel primo caso abbiamo trovato l’avverbio di frequenza coinvolto in
un tempo verbale che si discosta dal nostro tempo verbale (presente
semplice), per trovarlo invece coniugato con il presente progressivo.
Il significato delle due frasi non è assolutamente identico nonostante
sembrino avere lo stesso significato oltre a condividere la stessa
scrittura.
La prima frase (You are always listening to music in your spare
time!), indica un infastidimento verso un’azione, ovvero il parlante
mostra seccatura nei riguardi dell’azione compiuta dall’altra persona.
Nella seconda frase (You always listen to music in your spare time),
il parlante esprime la sua frequenza a compiere costantemente
un’azione e cioè quella di ascoltare la musica.
Quando si vuole esprimere un’abitudine a compiere un’azione, non
dimenticatevi mai di usare il PRESENTE SEMPLICE e non il
PRESENTE PROGRESSIVO altrimenti si rischia di essere poco
cortesi nei confronti del nostro interlocutore.

SOMETIMES – OFTEN – USUALLY

Questi tre avverbi di frequenza a differenza degli altri, possono


essere anche collocati all’inizio frase oltre al loro normale utilizzo.
Per cui potremmo avere:
Io spesso gioco a calcio. I often play football.
Oppure: Often I play football.

Di solito leggo romanzi. I usually read novels.

Oppure: Usually I read novels.

Dopo aver delineato anche gli avverbi d frequenza tratteremo degli


avverbi di tempo.
5.3 AVVERBI DI TEMPO
Gli avverbi di tempo vengono utilizzati per scandire la temporalità
entro cui viene eseguita un’azione.
Gli avverbi di tempo giocano un ruolo estremamente importante
nella grammatica inglese perché sono strettamente connessi al
verbo e ne determinano il tempo – presente, progressivo, futuro,
condizionale, trapassato – e così via.
Possiamo distinguere due tipi di avverbi di tempo:
Quelli che implicano la frequenza e quindi gli avverbi di frequenza –
ampliamente trattati nel paragrafo precedente – e quelli che indicano
la temporaneità di un’azione: avverbi di tempo determinato, oppure
quelli che implicano la durata di un’azione: avverbi di durata.
Vediamo quali sono gli avverbi di durata:
SINCE DA
UNTIL FINO
FROM DA

FOCUS ON THE LANGUAGE

In questo paragrafo l’analisi linguistica da porre all’attenzione è tra:


“SINCE” e “FROM”. Entrambi significano “DA” ma da un punto di
vista esclusivamente diverso:
Utilizziamo “SINCE” quando vogliamo esprimere una forma di durata
temporale precisa, iniziata in un momento preciso del passato e che
continua ancora, ovvero l’azione non si è conclusa.
“I have been studying English since 1980.” “Studio l’inglese dal 1980.”

In questa frase l’azione dello studiare è iniziata nel “1980” e non si è


ancora conclusa ma è in progresso.
“FROM” invece indica un “DA” inteso come momento temporale di
partenza.
“Da lunedì frequenterò un corso di inglese.” “From Monday I am attending an English Course.”

In questa frase l’azione di frequentare comincerà a partire da


Lunedì, il che significa che prima d’ora – e quindi prima del termine
prefissato – io non sto frequentando nessun corso di lingua.
Adesso passiamo a trattare quali sono gli avverbi di tempo
determinato.
Questi avverbi pongono l’enfasi sulla temporaneità di un’azione; vuol
dire che l’azione si sta svolgendo in un arco ben definito e limitato di
tempo.
Questi sono:

NOW
THIS WEEK
THIS MONTH
TODAY
AT THE MOMENT
THIS YEAR
IN THIS PERIOD OF THE TIME

Tutti questi avverbi di tempo determinato generano un’azione di


durata limitata nel tempo per cui reggono come tempo verbale il
“PRESENTE PROGRESSIVO”.
Come ultimi avverbi - diversi da quelli di tempo determinato – che
esprimono invece la costanza nel compiere un’azione sono gli
avverbi di frequenza.

ALWAYS
OFTEN
SOMETIMES
NEVER
EVER
HARDLY EVER
USUALLY
GENERALLY

La cui trattazione è stata già fatta nel paragrafo precedente.


Ultimo argomento per questo capitolo è dedicato sicuramente agli
avverbi di luogo.
5.4 AVVERBI DI LUOGO
Dopo aver trattato degli avverbi di frequenza e degli avverbi di modo,
la nostra attenzione si sposterà su un’altra categoria di avverbi che è
quella di luogo.
Gli avverbi di luogo vengono utilizzati per indicare il luogo dove
avviene un’azione.
Nella struttura e quindi nell’ordine strutturale di una frase – che
abbiamo già incontrato precedentemente – abbiamo notato - e lo
ripetiamo – che l’ordine degli elementi all’interno della frase è:
SOGGETTO - VERBO - COMPLEMENTO OGGETTO –
COMPLEMENTO DI TERMINE e così via.
Dove si collocano allora gli avverbi di luogo e quali sono?
Gli avverbi di luogo, a differenza degli altri avverbi: di frequenza, di
quelli di modo e così via, si collocano o alla fine o all’inizio della
frase.
Non possono mai comparire nel mezzo della frase.
Se non esiste un complemento oggetto o altro tipo di complemento,
possono anche essere collocati dopo il verbo.
Vediamo quali sono questi avverbi di luogo.

Here, there, up, down, above, below, upstairs, downstairs, in, inside, out, outside.

Cominciamo da questa prima serie di avverbi di luogo:


HERE QUI
THERE LI’

“HERE” indica un rapporto di vicinanza del parlante rispetto ad un


oggetto nell’atto della spazialità.
“Il libro è qui.” “The book is here.”

Il parlante, si trova vicino al libro e lo indica al suo interlocutore.


“THERE” al contrario indica un rapporto di lontananza del parlante
rispetto all’oggetto nell’atto della spazialità.
“Il libro è lì.” “The book is there.”

Il parlante si trova lontano dall’oggetto di riferimento.


“HERE” viene anche utilizzato per indicare “ECCO” e può essere
coniugato in base al soggetto a cui ci riferiamo.
“Here it is.” Eccolo (1)
“Here you are.” Eccoti (2)
“Here they are.” “Eccole/i” (3)
“Here I am” “Eccomi” (4)

Nella frase (1), il soggetto è “ESSO” quindi è riferito ad un oggetto,


nella frase (2) invece il parlante si sta riferendo al suo interlocutore
(YOU), nella frase (3) invece il parlante si sta riferendo ad un gruppo
di persone o cose, nella frase (4) il parlante riferisce a se stesso.
Poi abbiamo
“UP” che vuol dire “SOPRA” e “DOWN” che vuol dire sotto. Sono
altre due locuzioni che vengono usate per esprimere la posizione di
un oggetto. “UP” traduce appunto un espressione di posizione
dell’oggetto elevata rispetto alla superficie di un piano. “DOWN” al
contrario trae un’espressione di posizione dell’oggetto più bassa
rispetto al piano di una superficie.
“DOWN” lo troviamo anche nelle espressioni che indicano le
direzioni stradali: “GO DOWN THIS STREET”, “vada dritto
scendendo per questa strada.”
“UP” lo troviamo anche in espressioni di tipo commerciale “GO UP”
quando ad esempio assistiamo ad un incremento dei prezzi.
“Prices go up frequently these days.” “I prezzi aumentano frequentemente ai giorni nostri.”

E il suo contrario: “Prices go down” significa “I prezzi diminuiscono.”

Poi abbiamo “ABOVE” e “BELOW”.


Il primo termine significa “SOPRA” ma del cui utilizzo ne abbiamo già
trattato nel paragrafo inerente alle preposizioni di luogo, mentre
“BELOW” signfica “AL DI SOTTO” e viene comunemente usato
quando ci si riferisce alle temperature climatiche.
“It’s 5 grades below zero”. “Siamo a 5 gradi sotto zero”.

Lo stesso può essere anche detto per “ABOVE” con il significato di


“SOPRA”.
“It’s 5 grades above zero”. “Siamo a 5 gradi sopra lo zero”.

Poi abbiamo “UPSTAIRS” e “DOWNSTAIRS” dei quali tratteremo


nella sezione dedicata alla “FUNZIONE COMUNICATIVA” della
lingua ed infine “INSIDE” e “OUTSIDE” di cui già ne abbiamo parlato
all’interno del paragrafo inerente alle preposizioni di luogo.
La seconda serie degli avverbi di luogo riguarda:

abroad, across, along, around, away, back, near, on, through

“ABROAD” significa “ALL’ESTERO”, il cui sinonimo può essere


considerato “OVERSEAS”
“I go abroad every month”. “Vado all’estero ogni mese.”
“There are a lot of interesting places to look at
“Ci sono molti posti interessanti da vedere all’estero.”
overseas.”

N.B. “OVERSEAS” preceduto dal verbo andare assume un altro


significato. Vuol dire “In alto mare.” Quindi andare all’estero si dice
solo “GO ABROAD”.
Poi abbiamo “ALONG” e “ACROSS”. Molti studenti di lingue non
capiscono il significato dei due termini e quando essi vengono
utilizzati. Entrambi hanno lo stesso significato “LUNGO” nel senso di
percorrenza di un luogo.
La differenza soggiace nella percorrenza del luogo.
Uso “ALONG” quando la percorrenza di un luogo avviene “in lungo”
ovvero in senso verticalmente nell’asse di marcia.
“Cammino lungo la strada.” “I walk along the street.”
“Cammino lungo la costa.” “I walk along the coast.”

Uso “ACROSS” quando invece percorro un luogo orizzontalmente, e


non verticalmente.
“I am walking across the street.” “Attraverso la strada”

Vuol dire che sto passando da un lato all’altro della strada e non che
mi trovo sulla stesso percorso di marcia.
Per quanto riguarda “NEAR, ON” ne abbiamo già parlato nel
paragrafo inerente alle preposizioni di luogo.
“AROUND” invece vuol dire “INTORNO” e viene indicato per
circoscrivere un luogo.
“Walk around the corner.” “Svolta l’angolo.”
“Around the corner there is a man waiting for you.” “Dietro l’angolo c’è un uomo ad aspettarti.”

“AWAY” vuol dire “Via / lontano” e lo utilizziamo per dimostrare o


mostrare posizione di lontananza.
“He went away without telling me anything.” “Se ne andò via senza dirmi nulla.”

“BACK” invece significa “DIETRO” nel senso di lato posteriore, alle


spalle di…
“At the back of the supermarket you will find the bank.” “Alle spalle del supermercato troverai la banca.”

where, somewhere, anywhere, nowhere, everywhere, elsewhere, wherever, ward, backward, forward,
downward, upward, inward, outward, homeward
“WHERE” vuol dire “DOVE”, fa parte dei pronomi interrogativi e
viene usato per chiedere informazioni su dove si trova un luogo.
“Where is the cinema?” “Dove sta il cinema?”

Può anche essere utilizzata in domande indirette:


“Lui mi disse dove stava il cinema.” “He told me where the cinema was.”

Per quanto riguarda i composti di some e any e no, ne abbiamo già


trattato quando ci siamo riferiti ai pronomi indefiniti per cui vi rimando
al capitolo di riferimento per una trattazione più amplia.
“WARD” è un indicatore di direzione. Vuol dire “VERSO” e indica
appunto il verso, la direzione verso un posto o luogo.
Abbinato ad alcuni elementi ne stabilisce il senso.
BACKWARD Verso la parte posteriore
INWARD Verso l’interno
OUTWARD Verso l’esterno
UPWARD Verso l’alto
DOWNWARD Verso il basso

E così via.
Lasciamo il capitolo dedicato agli avverbi per immetterci in un nuovo
argomento che è quello della forma interrogativa.
6.0. PRONOMI INTERROGATIVI
Per introdurre la forma interrogativa dobbiamo cominciare a trattare
dei primi elementi che concorrono alla sua formazione. Per tale
motivo ho deciso aprire il capitolo attraverso la trattazione dei
pronomi interrogativi.
I pronomi interrogativi vengono utilizzati per chiedere informazioni su
persone, cose o fatti.
I pronomi interrogativi che tratteremo in questa sede sono:
WHO Chi?
WHICH Quali / Quale?
WHAT Che / Che cosa?
WHOSE Di chi?

Utilizziamo i suddetti pronomi interrogativi per denotare le seguenti


funzioni:

WHO Con funzione di soggetto utilizzato per le “persone”


WHICH Con funzione di complemento e di soggetto usato per “persone / cose”
WHAT Con funzione di soggetto / complemento riferito alle “cose”
WHOSE Per denotare possesso utilizzato per designare persone / cose / animali

Vediamo adesso quando si usano singolarmente questi pronomi


interrogativi. Partiamo dal primo pronome interrogativo che è “WHO”.
WHO: si utilizza quando vogliamo chiedere informazioni inerenti
l’identità di una persona, vale sia per il singolare che per il plurale,
sia per il maschile che per il femminile. Esempio:
“Chi è quella donna li giù?” “Who is that woman over there?”

Oppure:
“Chi sono i tuoi migliori amici?” “Who are your best friends?”

Come si può ben notare da entrambi le frasi, il pronome interrogativo


“WHO” non viene mai cambiato ma resta invariabile anche quando il
verbo che lo segue è in forma plurale.
Il pronome “WHICH”, è utilizzato come soggetto e come
complemento. Può avere valore di pronome o di aggettivo e viene
utilizzato quando vogliamo esprimere una scelta tra un numero
ristretto di persone o di cose. Esempio:
“Which pen do you like best? The red one or the blue
“Quale penna ti piace di più? La rossa o la blu?”
one?”

Il pronome interrogativo “WHAT”, viene usato in inglese per diversi


scopi:
· Per chiedere informazioni sulla nazionalità di una persona
· Per chiedere informazioni sulla professione di una persona
· Per chiedere informazioni sull’identità di una persona.

Vediamo di comprenderne il significato attraverso l’ausilio di


determinati esempio:
Chiedere informazioni sulla nazionalità What is your nationality?
Chiedere informazioni sulla professione What is your job?
Chiedere informazioni sull’identità di una persona What is your name?

Inoltre “WHAT” viene utilizzato anche quando vogliamo ottenere


un’indicazione specifica su cose o persone senza dover compiere
una scelta. Esempio:
“Quale è il tuo colore preferito?” “What is your favorite colour?”
“Cosa c’è per televisione stasera?” “What’s on Tv tonight?”

Ultimo pronome interrogativo in questione è sicuramente “WHOSE”


che può avere funzione di aggettivo o pronome e viene utilizzato
ogni qualvolta vogliamo riferirci sul possessore di un oggetto. Infatti,
il suo significato è: “Di chi è?”.
Il suddetto pronome interrogativo resta ad ogni modo invariabile sia
se il verbo che lo segue è singolare sia se plurale. Esempio:
“Whose is this book?”
“Di chi è questo libro?”
“Whose book is this?”

Nel primo caso “WHOSE” ha funzione di pronome in quanto è


staccato dal sostantivo e si lega direttamente al verbo; nel secondo
caso invece siccome “WHOSE” precede un sostantivo “book”, ha
funzione di aggettivo.
Vorrei soffermarmi, prima di chiudere questo paragrafo sulla
differenza che sussiste tra “WHICH” e “WHAT”.
Questi due oltre ad avere la funzione di pronome, hanno anche la
funzione di aggettivo e vengono utilizzati per designare “Quale /
Quali” in ambito diverso.
Molte volte la sottigliezza di utilizzo di questi due aggettivi genera
enorme difficoltà negli apprendenti di lingua straniera perché risulta
estremamente difficile immedesimarsi in specifici usi che non sono
nettamente delineati nella lingua italiana.
Vediamo insieme di comprenderne meglio l’utilizzo mettendo a
confronto i due aggettivi interrogativi:
“Which” è usato per compiere una scelta entro un “What” lo usiamo quando la scelta avviene tra un
numero limitato di persone o cose. numero non determinato di oggetti o persone.

Dalle due definizioni si nota subito la differenza di utilizzo dei due


aggettivi interrogativi: ovvero l’ambito è riferito alla specificità o
all’indeterminatezza di numero riferito a cose o persone.
Partendo con degli esempi, la nozione dovrebbe sembrare più chiara
anche se – come ho sempre detto anche precedentemente – la
lingua inglese è una lingua che deve essere vista all’interno di un
contesto comunicativo e situazionale e mai staccato da essa
altrimenti si rischia di non carpire quelle che sono le differenze che
ruotano intorno ad essa.
Partiamo da un contesto situazionale:

Siamo ad una festa di compleanno e incontriamo una nostra amica che non vedevamo da tempo. Dopo aver
ampiamente discusso, decidiamo di recarci alla tavola del buffet per prendere qualcosa da mangiare. Sul tavolo
ci sono due succhi: uno all’arancia e uno al limone. Chiedo alla mia amica quale succo preferisce.

“Which juice would you like? Orange or lemon?”

In questo caso visto che la scelta che la mia amica dovrà compiere è
strettamente legata ai soli due succhi di frutta l’aggettivo
interrogativo appropriato da utilizzare potrà essere solo “WHICH” e
non “WHAT”.
Continuiamo nel nostro mini dialogo e vediamo cosa succede:

Mentre beviamo il nostro succo, la mia amica continua a parlare dei suoi hobbies e mi dice che adora molto
leggere. Ultimamente ha finito di leggere un libro poliziesco visto che ama questo genere letterario, ma ad un
tratto è assalita da una curiosità. Vuole sapere quale libri adoro leggere.

A questo punto la domanda che mi chiederà sarà:


“Quali libri adori leggere di più? “What books do you like reading most?”

In questo caso l’utilizzo di “WHAT” e non “WHICH” è d’obbligo


poiché la domanda non si riferisce a nulla di specifico o limitato, né
io mi trovo a dover compiere una scelta tra un numero determinato e
specifico di libri o generi letterari.
Dal tono della domanda si evince un senso di indeterminatezza, un
senso di informazione un senso di voler ottenere come risposta una
indicazione specifica.
Per questo motivo, proprio perché la domanda si pone ad essere
libera e non ristretta, il mio campo di scelta e quindi di indagine
avviene in un numero indecifrato di cose – ovvero: tra tutti i libri
esistenti al mondo, quali sono quelli che io preferisco leggere di più”.
Dopo aver spiegato in maniera chiara, precisa, dettagliata i pronomi
interrogativi e la differenza tra “WHICH” e “WHAT”, passiamo ad
analizzare un altro aspetto della grammatica che sono le Question
Words.
6.1 QUESTION WORDS
Abbiamo lasciato i pronomi e gli aggettivi interrogativi per dirigerci un
pochino verso un altro aspetto – simile e pertinente all’argomento
precedente – denominato Question Words.
Secondo voi cosa possono essere le Question Words?
Le Question Words, sono delle parole che vengono utilizzate con
funzione interrogativa per formulare le domande.
Esistono anche in lingua italiana e vengono utilizzate soventemente
ogni qualvolta vogliamo chiedere informazioni riguardanti:

· Il motivo per il quale accade un’azione


· Il modo in cui avviene un’azione
· La quantità di qualcosa
· La frequenza entro cui viene eseguita un’azione
· La distanza
· La forma di durata
· Il luogo
· Il tempo
· Lo scopo

Cominciamo a vedere pian pianino ciascuno di queste Question


Words.
Non vi spaventate se vi sembrerà territorio sconosciuto la forma
interrogativa dei verbi perché di questo argomento ne parleremo più
avanti in questo libro.
Per il momento limitatevi a memorizzare l’utilizzo e il significato di
queste parole.
Quando vogliamo chiedere informazioni sul motivo per il quale
accade un’azione in inglese utilizziamo la question word “WHY” che
vuol dire “PERCHE’”
In inglese la forma del “perché”, si utilizza in due maniere diverse:
“WHY” nelle forme interrogative e nelle forme interrogative indirette,
“BECAUSE” nelle frasi di risposta e quindi nelle frasi affermative.
Notiamo il seguente schema:

Why si usa nella frasi interrogative

Facciamo un esempio per chiarire meglio tale situazione:


“Perché hai usato la mia macchina?” “Why did you use my car?”

Nella domanda il parlante sta chiedendo al suo interlocutore il motivo


e quindi la spiegazione del perché abbia commesso una specifica
azione ovvero: “aver usato la propria macchina.” In contropartita
avremmo la risposta alla domanda eseguita da “BECAUSE” seguito
dalla spiegazione del gesto.

Because si usa nelle frasi affermative

Facendo riferimento alla domanda su menzionata: (“Perché hai


usato la mia macchina?”), una possibile risposta potrebbe essere:
“Perché non volevo andare a lavoro a piedi”. “Because I didn’t want to go to work on foot.”

In questa risposta stiamo giustificando il motivo della nostra azione e


quindi il perché abbiamo utilizzato la macchina del nostro
interlocutore.
Queste due locuzioni, in un atto comunicativo, si interscambiano, nel
senso che è frequente trovarne l’utilizzo di entrambi come nel
seguente mini dialogo:
A: Hi John Ciao John
B: Hi Mark Ciao Marco
A: How are you today? Come stai?
B: Not too bad thanks, and You? Non c’è male grazie, tu?
A: Fine, thanks, even if I am a bit worried about Jane. I Bene, grazie, anche se sono un po’ preoccupato per
met her yesterday morning. She was quite sad. She Jane. L’ho incontrata ieri mattina ed era abbastanza
had been quarrelling with her boyfriend. triste. Aveva litigato con il suo ragazzo.
B: Oh Dear! I am sorry! Why did they have an
Oh, mio dio! Mi dispiace! Perché hanno litigato?
argument?
A: Because she had been going out with her friend and Perché lei era uscita con una sua amica e il suo
her boyfriend didn’t want to. fidanzato non voleva.

In questo dialogo assistiamo alla conversazione di due ragazzi,


amici che hanno un’amica in comune di nome Jane. Da notare lo
scambio delle battute dell’uno e dell’altro personaggio nonché
l’utilizzo della Question Word “WHY” abbinata alla risposta
“BECAUSE”.
Mark chiede a John il motivo del perché Jane avesse litigato con il
suo ragazzo e quindi quale è stata la causa o il sentore che abbia
portato a tale litigio. John, in contropartita, gli spiega il motivo reale
della tristezza di Jane dicendogli che lei era uscita con una sua
amica contro la volontà del ragazzo.
Abbiamo però anche detto che “WHY” si usa nelle forme
interrogative indirette per chiedere “il perché di un’azione.” Esempio:
“Lei mi chiese il perché mi ero comportato in quella
“She asked me why I had behaved that way.”
maniera”.

Non possiamo utilizzare “BECAUSE” in questa frase perché l’idea


che si vuole rendere non è quella della consequenzialità di
un’azione, ma bensì il motivo effettivo per cui si è assunto un
determinato comportamento, per cui “WHY” resta l’unica possibile
alternativa e scelta a nostro favore.
Adesso soffermiamoci sulle altre Question Words in questione
passando a trattare di come si esprime “la maniera di compiere
un’azione”.
In inglese la maniera e quindi “THE WAY”, viene eseguito da un
pronome interrogativo che si chiama “HOW”.
“HOW” vuol dire “COME” nel significato di “IN CHE MODO” e viene
utilizzato sia nelle forme interrogative che nelle forme interrogative
indirette.

HOW Forma interrogativa e frasi indirette

Facciamo un esempio:
“Come hai aperto quella porta?” “How did you open that door?”

Questa frase mostra semplicemente una domanda in cui il parlante


sta chiedendo la maniera su come sia potuta accadere un’azione -
come la porta è stata aperta.
Un esempio di frase indiretta potrebbe invece essere:
“Lei mi disse come aprire la cassaforte.” “She told me how to open the safe.”

Terza Question Word in questione è sicuramente l’espressione di


quantità e quindi “HOW MUCH” e “HOW MANY” che abbiamo già
trattato nel capitolo inerente gli aggettivi.
Quarta Question word è quella per esprimere la frequenza con cui
viene eseguita un’azione.
Nel capitolo precedente abbiamo trattato degli avverbi di frequenza e
quindi della loro posizione all’interno della frase nonché cosa essi
indicano.
In questa sezione ci limitiamo a descrivere l’uso di questa
espressione abbinata al contesto interrogativo.
“HOW OFTEN” vuol dire “QUANTO SPESSO” e viene utilizzato per
chiedere informazioni su quanto un parlante sia propenso a
compiere un’azione. Esempio:
“Quanto spesso giochi a pallone? “How often do you play football?”

Un altro modo per poter esprimere tale domanda potrebbe essere


attraverso l’utilizzo della parola “TIMES” abbinato alla forma
interrogativa “HOW MANY”. Esempio:
“Quante volte giochi a pallone?” “How many times do you play football?”
In entrambi le domande la risposta è unica: nel senso che abbiamo
lo stesso tipo di risposta e la stessa struttura grammaticale.
Esempio:
“Gioco a pallone una volta a settimana.” “I play football once a week.”

L’espressione “ONCE” vuol dire “VOLTA” e la troviamo anche


comunemente utilizzata quando leggiamo le fiabe
“ONCE UPON A TIME” “C’ERA UNA VOLTA”.

Se io volessi esprimere altre locuzioni temporali potrei dire:


Twice / Two Times 2 volte a settimana
Thrice / Three times 3 volte a settimana
Once a month 1 volta al mese
Once a year 1 volta l’anno
Once a week 1 volta a settimana
Very often Molto spesso
Always Sempre
Never Mai
Usually Di solito
Often Spesso
Hardly ever Quasi mai

Per esprimere invece la distanza di un posto rispetto ad un altro in


inglese usiamo la domanda “HOW FAR” che appunto significa
“QUANTO DISTA”? Esempio:
“Quanto dista Roma da Napoli?” “How far is it Rome from Naples?”

La prima cosa da notare in questa forma interrogative è l’estrema


differenza che si riscontra tra i due sistemi linguistici: in italiano
abbiamo un verbo (dista) mentre in inglese usiamo un sostantivo
(Far – distanza). Seconda differenza è che in italiano in soggetto non
esiste, mentre in inglese esso viene evidenziato dal pronome “IT”
collocato subito dopo il verbo.
Una traduzione letteraria della frase inglese sarebbe:

“Quanto distante è Roma da Napoli?”

Siccome la domanda reca come soggetto un pronome personale


neutro (IT), la risposta dovrà allo stesso modo iniziare con la ripresa
del soggetto, collocato stavolta all’inizio della frase visto che ci
troviamo in una frase affermativa e non più in una frase interrogativa.
“Dista 3 chilometri”. “It is three kilometres far.”

Come si può notare la parola “FAR” da secondo elemento all’interno


di una frase interrogativa, nella frase affermativa viene collocato alla
fine della frase per cui appare come ultimo elemento.
Per indicare al contrario la distanza imprecisa e non esatta dal punto
di vista chilometrico, possiamo utilizzare l’espressione italiana “E’
molto distante da qui” che in inglese viene tradotta: “It’s a long way
from here”, mentre se non è molto distante potremmo dire: “It is not
too far from here.” ovvero “non è molto distante da qui”.
Altra Question Word è sicuramente quella per esprimere la forma di
durata.
In inglese esiste un particolare tempo verbale che si chiama
DURATION FORM ma che non tratteremo assolutamente in questo
libro perché, lo scopo di questo testo, essendo grammatica di
inglese elementare non si fa alcun riferimento all’aspetto verbale al
quale vi rimandiamo al volume successivo dedicato interamente ai
verbi.
La forma di durata è espressa in inglese da una locuzione chiamata
“HOW LONG” che vuol dire “QUANTO TEMPO” e viene utilizzata
per chiedere informazioni sul soggiorno del nostro interlocutore in un
determinato luogo o paese o nazione. Esempio:
“Quanto tempo resterai a New York?” “How long are you going to stay in New York?”

A questa domanda potremmo rispondere:


“Resterò qui una settimana” “I am going to stay here for a week.”

Oppure:
For a month Per un mese
For a year Per un anno
For two years Per due anni
For three weeks Per tre settimane
For six days Per sei giorni
Until Saturday Fino a sabato
Until next week Fino alla settimana prossima
Until next year Fino all’anno prossimo
Throughout June Per tutto il mese di giugno
All year Tutto l’anno

Per designare o chiedere informazioni un posto in inglese utilizziamo


“WHERE” che vuol dire “DOVE”. Viene usato sia nelle forme
interrogative dirette che quelle indirette. Esempio:
“Dove sono i miei pantaloni?” “Where are my trousers?

Oppure per chiedere sulla provenienza di una persona:


“Da dove vieni?” “Where are you from?”

Oppure in una domanda indiretta:


“Le chiesi dove aveva messo i miei pantaloni.” “I asked her where she had put my trousers.”

Oppure per sapere informazioni su qualcuno dove è stato o dove si


trovava in un momento preciso del passato.
“Dove eri tu ieri mattina?” “Where were you yesterday morning?”

Oppure per chiedere informazioni su dove la persona si troverà in un


preciso momento del futuro o presente.
“Dove sarai domani / sei oggi?” “Where will you be tomorrow? / Where are you today?”

Per ottenere informazioni sulla temporalità di un’azione utilizzeremo


“WHEN” che vuol dire “QUANDO”. Lo utilizziamo sia in frasi
interrogative dirette che in quelle indirette. Esempio:
“Quando ti sei alzato?” “When did you get up?”

Oppure:
“Mi chiese quando avrei finito il mio libro.” “He asked me when I would finish writing my book.”

Ultima Question Word per questo paragrafo e ci riferiamo al


“Purpose” ovvero “allo scopo” e quindi alla finalità per cui serve un
oggetto anche per indicare il motivo per cui si effettua un’azione.
Esempio:
“Lui è a Miami adesso. Per cosa?” “He is in Miami now. What for?

Oppure:
“Ho comprato un nuovo coltello. Per quale motivo?” “I bought a new knife. What for?”
Quindi riassumendo brevemente le Question Words avremmo:
Why? Perché?
How? Come?
How much? Quanto
How many? Quanti?
How often? Quanto spesso?
How far? Quanto dista?
How long? Quanto tempo?
Where? Dove?
When? Quando?
What for? Per cosa?

Adesso passiamo ad un'altra sezione dedicata alle forme


interrogative con i verbi preposizionali.
6.2. Forma interrogativa con preposizioni.
Abbiamo visto quindi, nei paragrafi precedenti due tipologie di forme
interrogative: la prima legata all’utilizzo degli aggettivi e pronomi
interrogativi, la seconda legata invece all’utilizzo delle Question
Words.
In questo paragrafo ci dedicheremo sempre all’aspetto interrogativo
ma strettamente connesso ad un’altra situazione interrogativa che è
quella dei verbi seguiti da una preposizione, ovvero cosa succede
quando in italiano un verbo è legato ad una particella e dove
quest’ultima viene collocata all’interno di una forma interrogativa.
Prendiamo come punto di partenza una frase italiana ed
analizziamola nei suoi singoli elementi.

“A cosa stai pensando?”

Notando questa frase vediamo che essa, – al di la di essere una


domanda e quindi una forma interrogativa - è preceduta da una
preposizione semplice che è “A” che è collocata all’inizio della frase.
In inglese sarebbe normale tradurre la frase in forma interrogativa
senza l’ausilio della preposizione semplice. Chiunque tradurrebbe la
frase

“What are you thinking?”


Cosa succede in questo caso? La frase rispecchia la traduzione
italiana della frase? Abbiamo reso in maniera corretto lo stesso
significato? Cosa avrebbe mai potuto comprendere un parlante di
lingua inglese?
Vediamo di comprenderne insieme le differenze. Una traduzione
della frase “A cosa stai pensando?” fatta come l’esempio su
menzionato non implica una connessione di pensiero con quello che
volevamo esprimere in italiano ma bensì un azione in atto di
svolgimento in un determinato momento del presente – denota
quindi un azione in progresso per cui il suo significato è “Cosa stai
pensando?” e non “A cosa stai pensando?”
Quindi come si può ben notare la preposizione in questione non
rappresenta un semplice “accessorio ornamentale” che decidiamo di
tradurre o farne semplicemente a meno pensando che quest’ultima
non cambi il significato di una frase. Al contrario, questa deve essere
tacitamente espressa e anche ben evidenziata perché rappresenta
una parte fondamentale della nostra forma interrogativa.
Vediamo di analizzare la struttura elemento per elemento:

“A cosa stai pensando?”

Come primo elemento interrogativo la preposizione compare


all’inizio della frase, quindi volendo scomporre la frase su
menzionata avremmo:

“A” (Preposizione semplice)


“COSA” (Pronome interrogativo)
“STAI PENSANDO?” (Presente progressivo)

In inglese assistiamo invece ad uno spostamento della preposizione


semplice che da primo elemento diventa elemento finale della frase
– ovvero viene collocata alla fine della frase come nell’esempio:

“What are you thinking of?”


Il primo elemento della frase quindi diventa il pronome interrogativa,
poi la parte verbale, poi il soggetto ed infine la preposizione.
Questo procedimento accade quindi con ogni verbo seguito da una
preposizione. Facciamo altri esempi:
“Da dove vieni?” “Where are you from?”
“Con chi stai parlando?” “Who are you speaking to / with”?
“A chi scrivi queste lettere?” “Who are you writing these letters to?”
“A cosa serve questo nuovo coltello?” “What is this new knife for?”

E così via di volta in volta.


Adesso passiamo ad analizzare alcuni contenuti più specifici della
lingua inglese; un po’ come abbiamo già fatto per il FOCUS ON THE
LANGUAGE nei vari capitoli, prima di dedicarci interamente alla
seconda parte al modulo di comunicazione che vi aiuterà ad
interagire e con il mondo britannico. Siamo pronti?
APPENDICE
1.1 Espressioni con “HOW”
“HOW” in inglese viene utilizzato per chiedere informazioni su:

ETA’
DURATA / LUNGHEZZA
VELOCITA’
DISTANZA
FREQUENZA
GRANDEZZA
ALTEZZA
PROFONDITA’
PESO
PREZZO
QUANTITA’
AMPIEZZA
SPESSORE

HOW OLD? ETA’


HOW LONG? DURATA / LUNGHEZZA…
HOW FAST? VELOCITA’
HOW FAR? DISTANZA
HOW OFTEN? FREQUENZA
HOW BIG? GRANDEZZA
HOW HIGH? ALTEZZA
HOW DEEP? PROFONDITA’
HOW HEAVY? PESO
HOW MUCH? PREZZO
HOW MUCH? / HOW MANY? QUANTITA’
HOW WIDE? AMPIEZZA
HOW THICK? SPESSORE

Da notare anche le seguenti espressioni:


HOW NICE OF YOU! COME E’ GENTILE DA PARTE TUA!
HOW ABOUT CHE NE DICI…?
HOW COME? COME MAI…?
HOW ARE YOU? COME STAI?
HOW’S THAT? TI VA L’IDEA?
AND HOW! ECCOME!
1.2 Espressioni con “WHAT”
Dopo aver notato i vari usi di “HOW” mi sembra giusto porre
all’attenzione anche i diversi usi di “WHAT” all’interno di particolari
frasi. Ecco le espressioni idiomatiche più comuni:
WHAT FOR? A CHE SCOPO?
WHAT IF? E SE?
WHAT ABOUT? CHE NE DIRESTI?
WHAT NOW? E ADESSO CHE C’E’?
WHAT NEXT? E DOPO?
WHAT ON EARTH! CHE DIAMINE!
WHAT A NICE IDEA CHE BELLA IDEA!
WHAT NONSENSE! CHE STUPIDAGGINI!
WHAT A SHAME! CHE VERGOGNA!
WHAT A PITY! CHE PECCATO
WHAT ELSE? CHE ALTRO?
WHAT’S ON? COSA DANNO (TV)?
WHAT’S UP? COSA C’E’?
WHAT’S WRONG? COSA C’E’ CHE NON VA?
WHAT’S GOING ON? CHE SUCCEDE?
WHAT’S THE MATTER? COSA C’E’ CHE NON VA?
WHAT ARE YOU? CHE MESTIERE FAI?
WHAT’S SHE LIKE? CHE TIPO E’?
YOU WHAT! MA COSA DICI MAI!

“WHAT” può essere usato nelle classiche espressioni esclamative:


“Che bel fiore.” “What a beautiful flower!”

Se il sostantivo è singolare e numerabile l’esclamazione si ottiene


con:

WHAT + A / AN + AGGETTIVO /NOME

Quando al contrario il sostantivo non è numerabile o è in forma


plurale l’articolo indeterminativo non si usa.
“Che bei fiori!” “What beautiful flowers!”
“Che bel tempo!” “What beautiful weather!”

1.3 ESPRESSIONI DI TEMPO


Questo paragrafo è da supplemento al paragrafo inerente agli
avverbi di tempo. In questa sezione verranno aggiunti tutti i tipi di
espressioni temporali che non sono stati potuti elencare all’interno
del paragrafo apposito per cui ho voluto creare questa sezione
supplementare per illustrarveli.
NOW ORA
TODAY OGGI
TONIGHT STANOTTE
AT THE MOMENT AL MOMENTO
AT PRESENT ATTUALMENTE
NOWDAYS AI GIORNI NOSTRI
LAST NIGHT LA SCORSA NOTTE
LAST WEEK LA SETTIMANA SCORSA
LAST MONTH IL MESE SCORSO
LAST YEAR L’ANNO SCORSO
THE OTHER DAY L’ALTRO GIORNO
YESTERDAY IERI
THE DAY BEFORE YESTERDAY L’ALTRO IERI
YESTERDAY EVENING IERI SERA
ONCE UNA VOLTA
ONE TIME UN TEMPO
A WEEK AGO UNA SETTIMANA FA
A MONTH AGO UN MESE FA
A YEAR AGO UN ANNO FA
NEXT WEEK LA SETTIMANA SCORSA
NEXT YEAR L’ANNO PROSSIMO
NEXT MONTH IL MESE PROSSIMO
TOMORROW DOMANI
THE DAY AFTER TOMORROW DOPODOMANI
IN A DAY OR TWO TRA UN GIORNO O DUE
TOMORROW MORNING DOMATTINA
IN A COUPLE OF DAYS TRA UN PAIO DI GIORNI
LATER DOPO
AFTERWARDS SUCCESSIVAMENTE
BEFORE LONG PRESTO
SHORTLY BREVEMENTE
SOON PRESTO
THEN DOPO
NEXT IN SEGUITO
EVENTUALLY PIU TARDI
FINALLY ALLA FINE
AT ONCE / RIGHT AWAY / STRAIGHT AWAY /
SUBITO
IMMEDIATELY / INSTANTLY
IN THE MORNING AL MATTINO
IN THE AFTERNOON AL POMERIGGIO
IN THE EVENING DI SERA
AT NIGHT DI NOTTE
SUDDENLY IMPROVVISAMENTE
THE FOLLOWING DAY IL GIORNO DOPO
ON TIME PUNTUALMENTE
IN TIME IN ORARIO
FROM TIME TO TIME DI TANTO IN TANTO
DAILY / WEEKLY / SETTIMANALE /
MONTHLY / YEARLY MENSILE / ANNUALE
AGAIN DI NUOVO
LAST PER ULTIMO
FIRST PER PRIMO
EARLY PRESTO
LATE TARDI

1.4 “YET – ALREADY”


In questa sezione tratteremo della differenza che sussiste tra “YET”
e “ALREADY”.
YET ALREADY
Viene utilizzato nelle frasi interrogative, e negative. Viene utilizzato nelle frasi affermative

“Non ho ancora mangiato”. “Ho già letto quel libro”


“I haven’t eaten yet.” “I have already read that book.”

“Hai già mangiato?” Nelle frasi interrogative quando mostriamo sorpresa o


“Have you eaten yet?” stupore verso qualcosa

Esso va posto alla fine della frase “Hai già letto quei libri?
“Have you already read those books?”

Si pone prima del verbo, se il verbo è in forma


semplice, a cavallo tra I due verbi quando questo è
composto.

1.5 “STILL” & “NOT YET”


Il concetto di “ANCORA” in inglese viene espresso con due elementi
differenti: “STILL” e “NOT YET”.
STILL NOT YET
Viene utilizzato nelle frasi affermative per indicare un
Viene utilizzato per esprimere quelle azioni non ancora
azione che si sta ancora svolgendo. Va posto prima del
avvenute o non ancora compiute.
verbo quando il verbo non è ausiliare, prima del verbo
quando questo è in forma semplice.
“Lei non ha ancora cominciato a studiare”.
“She hasn’t started studying yet.”
“Lei sta ancora studiando.”
“She is still studying”

1.6 Question Tags


Quando in lingua italiana vogliamo chiedere conferma sull’esito o
sull’accadimento di un particolare avvenimento utilizziamo le
“QUESTION TAGS”.
Le question tags, vengono usate quando vogliamo tradurre le nostre
espressioni italiane “E’ vero? Non è vero?” che normalmente – quasi
tutti coloro che “fingono” di sapere l’inglese – traducono con “Is it
true?”
Ma ovviamente la traduzione di qui sopra è esclusivamente errata,
perché una traduzione corretta viene fatta appunto con le question
tags e non con una traduzione letteraria.
La cosa principale per creare una question tag è sicuramente la
tipologia di verbo. Qui rientrano in gioco tutte le possibili casistiche
che abbiamo trattato nel capitolo dedicato ai verbi e quindi: se il
verbo è ordinario, composto, ausiliare etc. etc.
Voi vi chiederete il perché di una tale situazione. La risposta è che la
natura del verbo è importante per stabilire come deve essere
impostata la domanda retorica. Esempio:
“Lui è a scuola, non è vero?” “He is at school, isn’t he?”

Innanzitutto bisogna vedere la natura del verbo. Nel nostro caso è


un verbo ausiliare. Successivamente, la forma in cui quest’ultimo è
stato coniugato nella prima parte della frase – nel nostro caso in
forma affermativa. La question tag in questione si otterrà prendendo
lo stesso verbo e ricollocandolo nella forma opposta proprio come
effettuato nell’esempio precedente.
“He works with other men, doesn’t he?” “Lui lavora con altri uomini, non è vero?”

In questo caso il verbo in questione è un verbo ordinario per cui


tenendo in considerazione la tipologia di verbo abbiamo:
Il verbo “to work” è un verbo ordinario per cui effettua la forma
interrogativa e negativa attraverso l’ausilio del verbo “DO/DOES”.
Siccome il verbo – nella frase principale – è affermativo, la question
tag dovrà essere per forza al negativo per cui si riprenderà non il
verbo “WORK” ma bensì l’ausiliare del verbo “DO” rendendolo in
forma interrogativa e coniugandolo alla persona accordata come
nell’esempio su menzionato.

N.B.: Quando il verbo nella frase principale è espressa in forma affermativa, la question tag diventa negativa.
Quando – al contrario – il verbo nella frase principale è espresso in forma negativa, la question tag diventa
affermativa.

Dopo esserci così tanto dedicati all’aspetto della Competence


(accuratezza grammaticale), mi sembra giunto il momento di
dedicarci anche un po’ alla Fluency (produzione linguistica) ed è per
tale motivo che I LOVE ENGLISH tenta di unire insieme due aspetti
fondamentali della lingua: grammatica (teoria), lingua (pratica
comunicativa) e lo fa attraverso l’utilizzo di uno splendido manuale di
conversazione che faciliterà, anche i più ostili alla lingua, alla
comunicazione. Scopriamolo insieme nella terza parte del volume.
English Passpartout
Premessa
La lingua inglese è una lingua viva e come ben si sa deve essere
parlata. Lo scopo di questo manuale nonchè del presente volume I
LOVE ENGLISH è quello di voler unire i due aspetti della lingua:
quello grammaticale e quello comunicativo.
E’ inimmaginabile pensare alla lingua inglese come una lingua
solamente teorica. Non avrebbe senso di esistere. La grammatica, è
una parte fondamentale della lingua, ci insegna le basi, ci permette
di realizzare frasi, di comprendere il funzionamento della lingua ma
non è tutto. Se noi siamo in grado di parlare DELLA LINGUA vuol
dire che noi non parliamo la lingua inglese, ma siamo molto bravi e
preparati a parlare dei fatti di lingua: ovvero delle regole che
governano la lingua (alias la grammatica). Sicuramente potremmo
essere degli insegnanti preparati, in grado di descrivere ogni
situazione linguistica ai nostri allievi ma non potremmo ma pensare
di poter andare all’estero e di comprendere o quanto meno
intrattenere una semplice conversazione. Ecco perchè il motivo
principale di creare un volume che sia all’avanguardia e che non
screditi alcun tipo di situazione linguistica. Da una parte di vuole
insegnare ai discenti l’uso della lingua inglese dal punto di vista della
correttezza grammaticale, dall’altra però bisogna insegnare anche la
FLUENCY ovvero la capacità di produrre lingua straniera attraverso
esercitazioni costanti. Ed ecco che arriva ENGLISH PASSPARTOUT,
un amico indispensabile per i viaggi che questa volta decide di unirsi
a questo Colossal della lingua che è I LOVE ENGLISH proprio per
creare una struttura solida di lingua che non può essere scissa e
quindi parte grammaticale (per spiegare le regole della lingua) e
conunicazione. Per la prima volta, sul mercato un manuale completo
da entrambi i punti di vista, volto a soddisfare le esigenze di chi, da
una parte è interessato ai FATTI DI LINGUA e che magari vuole
comprenderne il loro funzionamento, dall’altra è rivolto a chi sente
l’esigenza di voler subito comunicare per non trovarsi a disagio in un
paese straniero e subire il cosiddetto senso di frustrazione. Se non
sono stato ancora abbastanza convincente, prima di addentrarci in
questo mondo vi presenterò un articolo di giornale scritto da me
apparso su un giornale locale dove spiego l’importanza della lingua
inglese.
L’importanza della Lingua Inglese nella società odierna di Florio
Fabio
La lingua inglese, rappresenta la lingua più parlata ed utilizzata al
mondo non soltanto nei rapporti commerciali tra i paesi, ma anche
nel vissuto quotidiano. Infatti sono molte le parole inglesi che ormai
sono entrate a far parte nella nostra lingua italiana e che, per forza
maggiore, vengono usate dagli italiani quando interagiscono tra loro
un esempio potrebbe essere: internet, e-mail, floppy disk, che sono
tutte legate al settore informatico. L’uso di queste parole però non
implica solitamente una conoscenza della lingua inglese e molte
volte il loro utilizzo deriva semplicemente da una semplice
acquisizione e non da un processo di apprendimento. L’inglese non
è soltanto un insieme di parole, ma rappresenta un sistema
linguistico costituito da verbi, nomi, aggettivi e quanto altro. La sua
importanza è sempre più crescente nel mondo attuale e oggi risulta
una risorsa indispensabile per ogni individuo che voglia
intraprendere un’attività lavorativa, ma non è l’unico contesto. Tutto il
mondo ruota intorno all’inglese: la tecnologia, i software di
programmazione, la musica, il turismo e così via. Non conoscere
l’inglese vuol dire rinnegare l’innovazione, rinnegare la modernità,
escludersi dalla società e dalla vita quotidiana per cui diventa una
risorsa per potersi mantenere al passo con la società attuale.
Concludo questo articolo con un motto che spero sia di incentivo per
molta gente: NO ENGLISH = NO LIFE
Il motto “NO ENGLISH = NO LIFE” trae spunto dalla pubblicità
televisiva dedicata al mondo della telefonia. La scelta di questo
motto sicuramente non è stato quello di voler imitare quanto di voler
trovare una frase sponsor che potesse in due parole riassumere il
significato di un intero articolo ma anche perché mi piace trovare
delle frasi o parole che possano generare umorismo e parodia in
modo da aiutare a far circolare il nome tra il vasto pubblico di lettori.
Utili Affermazioni
Here it is! Eccolo!
I like it! Mi piace!
I don’t like it! Non mi piace!
I don’t know! Non lo so!
I am hungry! Ho fame!
I am thirsty! Ho sete!
I am in a hurry! Vado di fretta!
Take a seat! Si accomodi!
Come in! Entra!

Ed inoltre abbiamo anche:


I THINK SO! Penso di si!
THIS WAY! Da questa parte!
I’M TIRED Sono stanco!
LEAVE ME ALONE! Lasciami in pace!
JUST A MOMENT Un momento!
I’M READY Sono pronto!
IT’S CHEAP! E’ economico!
THAT’S ALL! E’ tutto!
IT’S EXPENSIVE E’ costoso!
YOU’RE RIGHT! Hai ragione!
I KNOW! Lo so!
YOU’RE WRONG! Hai torto!
Greetings (saluti)
GOOD MORNING! BUONGIORNO
GOOD AFTERNOON! BUON POMERIGGIO!
GOOD EVENING! BUONA SERA!
GOOD NIGHT! BUONA NOTTE!
HELLO! Ciao!
GOODBYE! Arrivederci!
SEE YOU SOON! Ci vediamo!
Good luck! Buona fortuna!
Have a good time! Buon divertimento!
See you next time Ci vediamo la prossima volta
See you next week Ci vediamo la settimana prossima
See you next month Ci vediamo il mese prossimo
See you next year Ci vediamo l’anno prossimo
See you around Ci vediamo in giro
See you later Ci vediamo dopo
See you then Ci vediamo dopo
See you in five minutes Ci vediamo tra cinque minuti
I Mesi dell’anno
JANUARY GENNAIO
FEBRUARY FEBBRAIO
MARCH MARZO
APRIL APRILE
MAY MAGGIO
JUNE GIUGNO
JULY LUGLIO
AUGUST AGOSTO
SEPTEMBER SETTEMBRE
OCTOBER OTTOBRE
NOVEMBER NOVEMBRE
DECEMBER DICEMBRE
Numeri
Numeri da 1 a 50
1 One
2 Two
3 Three
4 Four
5 Five
6 Six
7 Seven
8 Eight
9 Nine
10 Ten
11 Eleven
12 Twelve
13 Thirteen
14 Fourteen
15 Fifteen
16 Sixteen
17 Seventeen
18 Eighteen
19 Nineteen
20 Twenty
21 Twenty one
22 Twenty two
23 Twenty three
24 Twenty four
25 Twenty five
26 Twenty six
27 Twenty seven
28 Twenty eight
29 Twenty nine
30 Thirty
31 Thirty one
32 Thirty – two
33 Thirty three
34 Thirty four
35 Thirty five
36 Thirty six
37 Thirty seven
38 Thirty eight
39 Thirty nine
40 Forty
41 Forty one
42 Forty two
43 Forty three
44 Forty four
45 Forty five
46 Forty six
47 Forty seven
48 Forty eight
49 Forty nine
50 Fifty
51 Fifty one
52 Fifty two
53 Fifty three
54 Fifty four
55 Fifty five
56 Fifty six
57 Fifty seven
58 Fifty eight
59 Fifty nine
60 Sixty

Numeri da 61 a 100
61 Sixty one
62 Sixty two
63 Sixty three
64 Sixty four
65 Sixty five
66 Sixty six
67 Sixty seven
68 Sixty eight
69 Sixty nine
70 Seventy
71 Seventy one
72 Seventy two
73 Seventy three
74 Seventy four
75 Seventy five
76 Seventy six
77 Seventy seven
78 Seventy eight
79 Seventy nine
80 Eighty
81 Eighty one
82 Eighty two
83 Eighty three
84 Eighty four
85 Eighty five
86 Eighty six
87 Eighty seven
88 Eighty eight
89 Eighty nine
90 Ninety
91 Ninety one
92 Ninety two
93 Ninety three
94 Ninety four
95 Ninety five
96 Ninety six
97 Ninety seven
98 Ninety eight
99 Ninety nine
100 One hundred

1000 One thousand


1.000.000 One million
1.000.000.000 One billion

Alfabeto
A EI
B BI
C SI
D DI
E I
F EF
G GI
H EIG
I AI
J JEY
K KEY
L EL
M EM
N EN
O OU
P PI
Q KIU
R AR
S ES
T TI
U YIU
V VI
W DABL IU
X EX
Y UAI
Z ZED
L’orologio
Che ora è? What time is it? / What’s the time?
Sono le ore 7.00 It’s seven o’ clock
Sono le ore 07.05 It’s five past seven
Sono le ore 07.10 It’s ten past seven
Sono le ore 07.15 It’s quarter past seven
Sono le ore 07.20 It’s twenty past seven
Sono le ore 07.25 It’s twenty five past seven
Sono le ore 07.30 It’s half past seven
Sono le ore 07.35 It’s twenty five to eight
Sono le ore 07.40 It’s twenty to eight
Sono le ore 07.45 It’s quarter to eight
Sono le ore 07.50 It’s ten to eight
Sono le ore 07.55 It’s five to eight
Sono le ore 8.00 It’s eight o’ clock

* in lingua inglese i minuti precedono le ore e queste ultime sono


separate dai minuti attraverso l’ausilio di una preposizione. Nel lato
destro del quadrante e cioè (da 12 a 6) la preposizione usata sarà
PAST, mentre nel secondo quadrante e cioè (da 7 a 12) la
preposizione utilizzata sarà TO.
Con il termine PAST si indicano i minuti trascorsi dall’ora. Con il
termine TO si indicano i minuti mancanti all’ora successiva.
Altre espressioni sono:
At six = alle ore 6
Around six = verso le ore sei
By six = entro le ore sei
Presentare se stessi e gli altri
Hi, my name is Judy, I am 26 years old and I am a student at Oxford University. I am English. I am a student. I
live in London and I catch the tube every morning to get to University.
I like studying languages a lot and in my free time I go shopping and spend a lot of money on books. My parents
are Italian, so it gives me the chance to speak another language when I am with them.

My name is… Il mio nome è.... / Mi chiamo….


I am 26 years old.* Ho 26 anni.

*per esprimere l’età in inglese, a differenza della lingua italiana, non


si usa il verbo “avere”, ma bensì il verbo “essere”. La formula infinita
base è:

“To be + età + years old”.

La parte che viene coniugata è il verbo essere che si coniuga in


rapporto al soggetto.
Per esprimere l’età si usa:
“How old are you?” “Quanti anni hai?”
I live in... “Vivo a....”
My parents are.... “I miei genitori sono...”

This is my friend Rob. He is my colleague. He works in the same factory as me. He works in the Finance
Department while I work in the Accounting Department.

Per presentare una persona si usano gli aggettivi dimostrativi e non i


pronomi personali soggetto.
This is my friend Rob.
“Lui è il mio amico Rob” o “Questo è il mio amico Rob.”

“He works in the same factory as me.” “Lui lavora nella stessa mia fabbrica.”
He works in…. “Lui lavora nel.”
“Nice to meet you” “Piacere di conoscerti.”
“Nice meeting you.” “Piacere di aver fatto la sua conoscenza.”
“How do you do!” “Piacere!”
“Nice to meet you too!” “Piacere tutto mio!”
Likes and dislikes
Forma affermativa
I like A me piace
You like A te piace
He likes A lui piace
She likes A lei piace
It likes A esso piace
We like A noi piace
You like A voi piace
They like A loro piace

Forma negativa
I don’t like A me non piace
You don’t like A te non piace
He doesn’t like A lui non piace
She doesn’t like A lei non piace
It doesn’t like A esso non piace
We don’t like A noi non piace
You don’t like A voi non piace
They don’t like A loro non piace

Forma interrogativa
Do I like? Mi piace?
Do you like? Ti piace?
Does he like? Lui piace?
Does she like? A lei piace?
Does it like? A esso piace?
Do we like? A noi piace?
Do you like? A voi piace?
Do they like? A essi parlano?

Forma interro – negativa


Don’t I like? Non mi piace?
Don’t you like? Non ti piace?
Doesn’t he like? Non gli piace?
Doesn’t she like? Non le piace?
Doesn’t it like? A esso non piace?
Don’t we like? A noi non piace?
Don’t you like? A voi non piace?
Don’t they like? A loro non piace?

I like going to the cinema. “A me piace andare al cinema.”


I like music. “A me piace la musica.”
I don’t like romantic movies. “A me non piacciono i film d’amore.”
*Il verbo “like” ha due costruzioni: verbo seguito da “– ing” quando si
esprime gradimento verso qualcosa. Prende invece la forma di
infinito quando esprimiamo costrizione a dover compiere un’azione.
Esprimere preferenza
Jennie:
Guarda! Ci sono tue borse carine in vetrina.
Look! There are two nice bags in the shopwindow.
Anne:
Dove precisamente?
Where exactly are you looking at?
Jennie: the two bags in the corner, they are perfect for Le due borse nell’angolo. Sono perfette per la festa di
Janet’s party. Don’t you think? Janet. Non pensi?
Anne:
MMM! Fammi pensare! Se dovessi acquistare una di
MMM! Let me think! If I should buy one of them I would
queste preferirei acquistare quella più grande.
rather buy the biggest one.
Jennie:
Credo che sia scomoda. Preferisco la borsa piccola
I think it’s uncomfortable. I prefer the small bag to the
invece di quella grande.
big one.
Anne:
Forse potremmo acquistare qualcosa di diverso.
Maybe we could buy something different.
Jennie:
Cosa intendi dire?
What do you mean by that?
Anne:
Potremmo acquistare un cd. Lei adora la musica.
We could buy a CD. She loves music.
Jennie:
Preferisco acquistare queste borse invece di comprare
I prefer buying these bags to buying CDs. They are
cd. Sono molto più utili.
more useful!
Anne:
Preferirei acquistare il cd. Ok, siamo incerte su come
I would prefer to buy CDs. Ok, we are not sure about
spendere i nostri soldi. Faremmo meglio a ritornare
the way of spending our money. We had better come
domani.
back tomorrow.

I would prefer
Preferirei
I would rather
“I would rather do something” Preferirei fare qualcosa
“I would prefer to do something” Preferirei fare qualcosa
“ENGLISH IN COMMUNICATION”
At the post office
Lessico:
Buca per le lettere Post box
Carta d’ identità Identification
Francobollo Stamp
Lettera Letter
Lettera espresso Letter express
Lettera raccomandata Registered letter
Modulo Form
Sportello postale Window
Telegramma Telegram
Ufficio postale centrale Main post office
Vaglia postale Money order

Communication:
“A che ora apre l’ufficio postale?” What time does the post office open?
“A che ora chiude l’ufficio postale?” What time does the post office close?
“A quale sportello devo andare per i francobolli?” Which window do I go to for stamps?
“A quale sportello devo andare per i telegrammi?” Which window do I go to for telegrams?
“A quale sportello devo andare per i vaglia postale?” Which window do I go to for money orders?
“Devo spedire un telegramma.” I have to send a telegram.
“Dov’è l’ufficio più vicino?” Where is the nearest post office?
“Dov’è la cassetta della posta?” Where is the post box?
“Dove è la posta centrale?” Where is the main post office?
“Ha un documento d’identità?” Have you any identification?
“Mi dia tre francobolli, per favore.” Give me three stamps, please.
“Quanto costa una lettera per l’Italia?” How much is a letter to Italy?
“Voglio spedire questa lettera espresso” I want to send this letter express.

At the Exchange Bureau (All’ufficio Cambi)


Lessico:
Accettare assegni To take / accept cheques
Assegni da viaggio Travellers’ cheques
Cambiare un assegno To change a cheque
Cassa Cashier
Senaro in spiccioli Small change
Firmare To sign
Incassare To cash
Tasso di cambio Current rate
Ufficio Cambi Exchange Bureau / office
Communication:
C’è un ufficio cambi nei dintorni? “Is there an Exchange office nearby?”
Ecco il mio passaporto “Here is my passport.”
Ha un documento di identità? “Do you have any identification?”
Per favore firmi questa ricevuta. “Please, sign this receipt.”
Per favore, mi dia due sterline in monete, il restante in “Please, give me 2 pounds in small change, the other
banconote. in banknotes.”
Potrebbe indicarmi dove si trova un ufficio cambi per “Could you tell me where an Exchange office is,
cortesia? please?”
Quale è il tasso di cambio ufficiale? “What is the official current rate?”
“I would like to change Italian money into English
Vorrei cambiare soldi italiani in sterline per favore.
money, please.”
Vorrei incassare un assegno da viaggio. “I would like to cash a traveller cheque.”

*Monete - Monete Inglesi


Sterlina Pound (100 pence)
Centesimi (di una sterlina) Pence
50 centesimi 50 pence
10 centesimi 10 pence
5 centesimi 5 pence
2 centesimi 2 pence
1 penny 1 penny
½ penny ½ penny

At the bank - (In Banca)


Lessico:
Agente di Cambio Exchange Broker
Ammontare Amount
Assegno Cheque
Assegno sbarrato Crossed cheque
Libretto d’assegni Cheque book
Assegno Circolare Bank cheque
Girare un assegno To endorse a cheque
Banca Bank
Banchiere Banker
Banconota Banknote
Cambiale Bill of exchange
Cambiale pagabile a vista Bill payable at sight
Cambio Exchange
Cassa di risparmio Saving bank
Cassetta di sicurezza Safe box
Contanti Ready money
Denaro Money
Deposito Deposit
Depositare To deposit
Documento di riconoscimento Identity card
Esente da tasse Free of taxation
Fuori corso Out of circulation
Incassare To cash
Libretto Book
Ricevuta Receipt
Rimoborsare To reimburse
Somma Sum
Spiccioli Small coins
Tasso d’interesse Interest rate
Vaglia Postal money order
Versamento Payment
Versare To pay

Communication:
“Devo versare dei soldi.” “I have to pay some money.”
Devo spedire un vaglia postale. “I must send a postal money order.”
E’ la sua ricevuta. “It’s your receipt.”
Posso aprire un conto corrente per favore? “May I open a current account, please?
Sto cercando un agente di cambio per cortesia. “I am looking for an Exchange Agent, please.”

Travelling
Lessico:
Arrivi Arrival
Bagagli Luggage
Dogana Customs
Effetti personali Personal things
Facchino Porter
Indirizzo Address
Merci Goods
Partenze Departures
Passaporto Passport
Ufficio informazioni Information Office / Bureau
Valigia Bag
Viaggiare To travel

Communication:
Apra questa borsa per favore. “Open this bag, please.”
Ha qualcosa da dichiarare? “Have you got anything to declare?”
Ho soltanto i miei effetti personali. “I have only my personal things.”
Ho...euro. “I have…euros.”
Il suo passaporto, per favore. “Your passport, please.”
La porterò da me. “I will take it myself.”
Non è mia. “That’s not mine.”
Quale è il suo bagaglio? “Which is your luggage?”
Quale è il suo indirizzo in Italia? “What’s your address in Italy?”
Quanti soldi ha? “How much money have you got?”
Quanto le devo? “How much do I owe you?”
Quanto tempo resterà qui? “How long are you staying here?”
Sono qui per lavoro / in vacanza. “I’m here on business / on holiday.”
Viaggiate insieme? “Are you together?”
Viaggio con mia moglie / un amico. “I’m travelling with my wife / a friend.”
Viaggio da solo. “I’m travelling alone.”
Vuole chiamare un taxi? “Would you call a taxi?”
Vuole portarmi queste valigie al taxi? “Would you take these bags to a taxi?”

By Plane - (Viaggiare in aereo)


Lessico:
Aereo Aeroplane
Aeroporto Airport
Altitudine Altitude
Atterraggio Landing
Atterrare To land
Bagaglio Luggage
Cabina Cabin
Compagnia aerea Airline Company
Decollare To take off
Decollo Take off
Documenti Documents
Elicottero Helicopter
Hostess Hostess
Linea giornaliera Daily line
Mal d’aria Air sickness
Meccanico Mechanic
Motore Engine
Numero di volo Flight number
Paracadute Parachute
Passaporto Passport
Passeggero Passenger
Pilota Pilot
Pista di decollo Runway
Posti a bordo Seat on board
Radar Radar
Salire To go up
Scendere To get down
Sedile Seat
Torre di controllo Traffic control tower
Valigia Suitcase
Viaggiare in aereo To travel by air
Visto Visa
Volo Flight
Vuoto d’aria Air pocket

Communication:
A che ora arriveremo a X? “What time does it get to X?”
A che ora devo fare il check in? “When must I check in?”
C’è un servizio autobus diretto all’aeroporto? “Is there a bus service to the airport?”
A che ora parte l’autobus diretto all’aeroporto? “What time does the bus for the airport leave?”
Dov’è l’aeroporto? “Where is the airport?”
Dove sono i miei bagagli? “Where is my luggage?”
E’ consentito fumare a bordo? “Is smoking allowed on board?”
La partenza è ritardata di X ore. “Departure is delayed X hours.”
Non possiamo partire a causa delle cattive condizioni
“We cannot leave owing to bad weather conditions.”
metereologiche.
Per favore, vuole prenotare due posti a sedere “Please, will you book two seats for me on the plane
sull’aereo che parte alle… per X dall’aeroporto Y? leaving at….for X from Y airport?”
Prima di atterrare ai passeggeri è richiesto di allacciare “Before landing passengers are requested to fasten
le loro cinture di sicurezza. their seat belts.”
Quanti chili di bagagli ci è consentito portare? “How many kilos of luggage are we allowed to take?”
Quanto costa il biglietto di andata e ritorno? “How much is the return ticket?”
Quanto costa il biglietto di sola andata? “How much is the ticket?”
Quanto dista dal centro della città? “How far is it from the town centre?”
Quanto tempo ci vuole per arrivare li? “How long does it take to get there?”
Quanto tempo dura il volo da X a Y? “How long does the flight take from X to Y?”
Vorrei cambiare la mia prenotazione per… “I would like to change my reservation to …”
Vorrei che che i miei bagagli fossero spediti a X. “I would like to have my luggage sent to X”
Vorrei mettere in deposito i miei bagagli. “I would like to deposit my luggage.”

By bus - (Viaggiare in autobus)


Lessico:
Escursione Excursion
Fermata a richiesta Request stop
Fermata del pullman Bus Stop
Giro turistico Sightseeing tour
Gita organizzata Organized tour
Salire su un autobus To get on a bus
Scendere da un autobus To get off a bus
Stazionamento dei pullman Bus Station

Communication:
“Per favore, dov’è lo stazionamento dei pullman? “Where is the bus station, please?”
A che ora arriveremo a…. “What time do we get to…?”
A che ora parte il prossimo autobus? “What time is the next bus?”
C’è un’escursione per…? “Is there an excursion to…?”
C’è una visita guidata della città? “Is there an organized tour of the town?”
Con che frequenza partono gli autobus? “How often do buses run?”
Dove devo scendere? “Where do I get off?”
Dove posso prendere il Pullman diretto a…? “Where can I get a bus to…?”
E’ partito l’ultimo autobus? “Has the last bus gone?”
E’ un lungo viaggio? “Is it a long journey?”
Gli autobus effettuano la corsa ogni 10 minuti. “The buses run every ten minutes.”
Il Pullman diretto a…ferma li. “The bus to….stops there.”
Il Pullman ferma a…? “Does the bus stop at…?”
L’autobus numero X va a…. “A number…goes to…”
L’autobus passa vicino a…? “Does the bus go near…?”
Lei deve prendere l’autobus numero…. “You must take a number…”
Quale Pullman va a…? “Which bus goes to…?”
Quali fermate fa? “What stops does it make?”
Quando parte il Pullman? “When does the bus leave?”
Questo Pullman va…? “Does this bus go to…?”
Scenda alla fermata successiva. “Get off at the next stop.”
Vogliamo fare un giro turistico. “We want to take a sightseeing tour”
Voglio andare a… “I want to go to….”

By taxi (con il taxi)


Lessico:
Chiamare un taxi To call a taxi
Prendere un taxi To get a taxi
Salire su un taxi To get in a taxi
Scendere da un taxi To get out of a taxi
Tassametro Taximeter
Tassista Taxi driver

Communication:
Dove posso prendere un taxi? “Where can I get a taxi?”
E’ costoso ma va bene. “It’s a lot but all right.”
E’ costoso. “That’s too much.”
E’ distante? “Is it far?”
E’ libero? / disponibile? “Are you free?”
Per cortesia attenda un minuto. “Please wait a minute.”
Per favore, mi porti a…. “Please, take me to…”
Può andare più veloce? Sono in ritardo. “Can you hurry? I’m late.”
Quanto costa? “How much is it?”
Si Fermi qui. “Stop here.”
Voglio passare per il centro “I want to go through the centre.”
Vuole chiamarmi un taxi per favore? “Will you call me a taxi, please?”

By Train or Underground - (Con il treno o in metropolitana)


Lessico:
Biglietteria Ticket office
Binario Platform
Cambiare treno To change train
Capotreno Conductor
Coincidenza di treni Connection
Cuccetta Couchette
Posti a sedere Seats
Posto libero Free seat
Posto occupato Taken seat
Prenotare To reserve / book
Registrare i bagagli To register luggage
Stazione ferroviaria Railway Station
Stazione metropolitana Tube / Underground Station
Treno accelerato Local train
Treno diretto Express train
Vagone letto Sleeper
Vagone ristorante Restaurant car
Communication:
A che ora c’è la coincidenza per…? “What time is there a connection to…?”
A che ora il treno arriva a…? “When does the train get to…?”
Abbiamo prenotato due posti a sedere “We have reserved two seats.”
C’è un treno che parte più tardi? “Is there a later train?”
C’è un treno che parte presto? “Is there an earlier train?”
C’è un treno diretto a…? “Is there a through train to…?”
C’è un vagone ristorante sul treno? “Is there a restaurant car on the train?”
Da quale binario parte il treno diretto a…? “Which platform does the train to… leave from?”
Devo fare il cambio? “Do I have to change?”
Dov’è la biglietteria? “Where is the ticket office?”
Dov’è la stazione ferroviaria? “Where is the railway station?”
Dove devo fare il cambio treno? “Where do I change?”
Due posti a sedere sul treno Numero...per domani. “Two seats on the… train tomorrow.”
E’ libero questo posto? “Is this seat free?”
E’ questo il treno diretto a…? “Is this the train to…?
E’ un treno diretto o accelerato? “Is it an express or local train?”
Il treno è in ritardo? “Is the train late?”
Il treno si ferma a…? “Does the train stop at…?”
Quando arriva il treno proveniente da…? “When does the train from…get in?”
Quando parte il treno? “When does the train leave?
Quanto tempo sosteremo qui? “How long do we stop here?”
Questo posto è occupato. “This seat is taken.”
Su quale binario? “At which platform?”
Voglio prenotare un posto in un vagone letto. “I want to book a sleeper.”
Voglio prenotare una cuccetta. “I want to book a couchette.”
Voglio registrare i miei bagagli. “I want to register my luggage.”

Trains - (Treni)
Treno Accelerato Local train
Treno direttissimo Long distance express train
Treno diretto Express Train
Treno Rapido Fast Train

Signs to look at the stations (Segnali da guardare alle stazioni)


Arrivi Arrivals
Autobus Buses
Bagno Toilet
Bagno per donne Ladies’room
Bagno per uomini Gentlemen
Biglietti Tickets
Cambiovalute Exchange
Coincidenze Connections
Deposito bagagli Left luggage
Fumatori Smoker
Informazioni Information
Linee locali Suburban lines
Linee principali Main lines
Metropolitana Underground
Oggetti smarriti Lost property
Partenze Departures
Prenotazioni Reservations
Ristoratori Refreshments
Sala d’aspetto Waiting Room
Tassì Taxis
Ufficio Prenotazioni Booking office
Vietato fumare No smoking

By Sea - (In Nave)


Lessico:
Abbordare una nave To board on a ship
Aliscafo Hydrofoil
Barca Boat
Barca a vela Sailing ship
Cabina letto Berth cabin
Cuccetta Berth
Essere a bordo To be on board
Fare scalo To put in
Motoscafo Motorboat
Nave Ship
Nave da crociera Cruise liner
Nave passeggeri Passenger ship
Porto Dock / harbour
Prenotare To book
Traghetto Ferry boat
Vascello Vessel

Communication:
A che ora arriviamo al porto? “When do we dock?”
C’è una nave che da qui è diretta a…? “Is there a ship from here to...?
Con che frequenza partono le navi? “How often do the ships leave?
Dove fa scalo la nave? “Where does the ship put in?”
La nave si ferma a…? “Does it call at…?”
Posso prenotare una cabina letto? “Can I book a berth cabin?”
Quando dobbiamo salire a bordo? “When must we go on board?”
Quando parte la prossima nave? “When does the next ship leave?”
Quante cuccette ci sono in questa cabina? “How many berths are there in this cabin?”
Quanto tempo ci vuole per arrivare a…? “How long does it take to get to…?

At a hotel - (In albergo)


Lessico:
Acqua calda Hot water
Acqua corrente Running water
Acqua fredda Cold water
Albergo Hotel
Aria condizionata Air conditioning
Ascensore Lift
Asciugamano Towel
Attaccapanni Hanger
Autorimessa Garage
Bagno Bath
Balcone Balcony
Biancheria Linen
Camera a due letti Double bedroom
Camera da letto Bedroom
Cameriera Chamber maid
Cameriere Waiter
Campanello Bell
Cena Supper / dinner
Colazione Breakfast
Comodino Night table
Con bagno With bath
Conto Bill
Coperta Blanket
Corridoio Corridor
Cucina Kitchen
Culla Cot
Dependence Annexe
Direttore Manager
Direzione Manager’s office
Disponibile Available
Facchino Porter
Finestra Window
Lampada Lamp
Lavare To wash
Lenzuolo Sheet
Letto Bed
Letto a due piazze Double bed
Letto a una piazza Single bed
Luce Light
Maitre d’hotel Head waiter
Mancia Tip
Mezza pensione Half board
Pasto Meal
Pensione Boarding house
Pensione completa Full board
Piano Floor
Poltroncina Easychair
Porta Door
Portiere Door keeper
Pulito Clean
Riscaldamento Heating
Ristorante Restaurant
Sapone Soap
Sedia Chair
Servizio Service
Sporco Dirty
Stanza libera Vacant room
Stirare To iron
Suitcase Valigia
Tavolo Table
Telefono Telephone

Dialogue:
Receptionist: Good morning, madam. How can I help
Buongiorno signora. Come posso aiutarla?
you?
Buongiorno. Avrei bisogno di una camera singola per Madam: Good morning, I need a single room for two
due notti per favore. nights please.
Receptionist: Yes, madam, so you are staying for two
Certo signora, quindi lei resterà due notti, vero?
days aren’t you?
Si, vorrei una stanza con bagno certamente, che abba Madam: Yes. I want a room with a bathroom of course,
una vista sul mare. La avete? overlooking the sea. Do have it?
Bene, abbiamo delle stanze disponibili. Se non le Receptionist: Well, we have some rooms available. If
dispiace vorrei mostrargliele. you don’t mind I will show them to you.
Questa è una delle nostre stanze. Come ben può Receptionist: This is one of our rooms. As you can see,
notare, c’è un letto singolo e la stanza affaccia sul we have a single bed and the room overlooks the sea.
mare. E’ una stanza luminosa. It is a bright room.
Non ne sono convinta. E’ troppo piccolo per me. Deve Madam: I am not sure. It is too small for me. It must be
essere anche molto rumorosa. Vorrei una stanza più very noisy as well. I’d like a bigger room and a less
grande e meno rumorosa per cortesia. noisy one please.
Mi dispiace Signora, ma questa è l’unica stanza Receptionist: I am sorry Madam, but this one is the
disponibile con vista sul mare. Le altre stanze che only available overlooking the sea. The others we have
abbiamo sono già tutte occupate e quelle restanti non already been taken and the other ones left do not have
hanno vista sul mare. the sea view.
Va bene, mi mostri le altre stanze per favore. Madam: Ok, show me the other ones, please.
Receptionist: This room is quite bigger than the
Questa stanza è un po’ più grande di quella
previous one. It has air conditioning and bathroom
precedente. Ha l’aria condizionata e il bagno incluso.
included. It has a window and also a beautiful curtain.
Ha una finestra e una splendida tenda. Le piace?
Do you like it?
Madam: Oh yes! It’s wonderful. I’ll take it. How much is
Certamente! E’ bella! La prendo! Quanto costa a notte?
this room per night?
Sono 80 euro con colazione inclusa. Se lei ha bisogno
Receptionist: It’s 80 euros with breakfast included. If
di un trattamento a pensione completa pagherà 100
you need full board treatment you will pay 100 euros.
euro.
MMM! Prendo la pensione completa. Ah! Un’altra Madam: MMM! I will have the full board treatment. Ah!
domanda! C’è un garage nei dintorni? One more question! Is there a garage nearby?
Si, Ce n’è uno all’angolo ed è anche molto economico Receptionist: Yes, there is just one on the corner and it
per i clienti dell’albergo. is also very cheap for our customers.
C’è un facchino? Vorrei che la mia valigia sia portata in Madam: Is there a porter? I would like my suitcase to
camera per favore. be taken to this room, please.
Sicuramente Signora. Glielo chiamo immediatamente.
Receptionist: Sure Madam. I call him immediately. I
Ho bisogno della sua carta d’identità per procedere alla
need your identity card for registration please.
registrazione.
Receptionist: Before I go, I would like to inform you that
Prima che vada, vorrei informarla che vicino al suo letto
near your bed you have a telephone, the bathroom is
ha un telefono, il bagno è di fronte al letto e qui,
opposite the bed and here, close to the door, you will
accanto alla porta, ha l’interruttore della luce.
have the light switch.
Va bene, lei è molto gentile, grazie. Madam: Ok, you are very kind, thank you.
Receptionist: You are welcome, Madam. Have a
Prego, signora. Trascorra un piacevole soggiorno.
pleasant stay!

In your room (In stanza d’albergo)


Servizio in camera. Room service
Potremmo fare la colazione in camera? Could we have breakfast in our room?
Per favore, mi svegli alle ore… Please wake me at…
Non c’è un portacenere nella mia stanza. There is no ashtray in my room.
Posso avere qualche altra gruccia? Can I have more hangers, please?
C’è una presa per il rasoio elettrico? Is there a point for an electric razor?
Che voltaggio ha? What’s the voltage?
Dov’è il bagno? Where is the bathroom?
Dov’è il gabinetto? Where is the lavatory?
C’è la doccia? Is there a shower?
Non ci sono asciugamani nella mia stanza. There are no towels in my room.
Non c’è sapone. There is no soap
Non c’è acqua calda. There is no hot water.
Non c’è il tappo nel mio lavandino. There is no plug in my washbasin.
Non c’è carta igienica nel bagno. There is no toilet paper in the lavatory.
Lo sciaquone non funziona. The lavatory won’t flush.
Posso avere un’altra coperta? May I have another blanket, please?
Posso avere un altro cuscino? May I have another pillow?
Queste lenzuola sono sporche. These sheets are dirty.
Non riesco ad aprire la finestra, per piacere la apra. I can’t open my window, please open it.
Fa troppo caldo! It’s too hot.
Fa troppo freddo! It’s too cold.
Si può alzare il riscaldamento? Can the heating be turned up?
Si può abbassare il riscaldamento? Can the heating be turned down?
Si può spegnere il riscaldamento? Can the heating be turned off?
La stanza è ad aria condizionata? Is the room air – conditioned?
L’aria condizionata non funziona. The air conditioning doesn’t work.
Entri! Come in!
Lo metta sul tavolo. Put it on the table.

At the porter’s desk (Alla reception)


Le chiavi per favore. “My key, please.”
Può tenere questo in cassaforte? “Can you keep this in your safe?”
Ci sono delle lettere per me? “Are there any letters for me?”
Ci sono dei messaggi per me? “Are there any messages for me?
Se qualcuno mi telefona, ditegli che sarò di ritorno alle
If anyone phones, tell them I will be back at…”
ore...
Nessuno ha telefonato. “No one phoned.”
C’è un signore / signora che la desidera. “There’s a lady / gentleman to see you.”
Per favore, le dica di salire. “Please ask him/her to come up.”
Sto scendendo. “I’m coming down.”
Ha della carta da lettera? “Have you any writing paper?”
Ha delle buste da lettere? “Have you any envelopes?”
Ha dei francobolli? “Have you any stamps?”
Per favore mandi una cameriera / un cameriere. “Please, send the chambermaid / the waiter.”
Ho bisogno di una guida / di un interprete. “I need a guide / an interpreter.”
Dov’è il ristorante? “Where is the dining room?”
A che ora è la colazione / pranzo / cena? “What time is breakfast / lunch / dinner?”
C’è un garage? “Is there a garage?”
L’albergo è aperto tutta la notte? Is the hotel open all night?”
A che ora chiude? “What time does it close?”

Departures (Partenze)
Devo partire domani. “I have to leave tomorrow.”
Può prepararmi il conto? “Can you make up my bill?”
“I shall be coming back on… Can I book a room for that
Ritornerò il…. Posso prenotare per quella data?
date?
Potrebbe farmi scendere I bagagli? “Could you have my luggage brought down?
Per favore, mi chiama un taxi. “Please, call a taxi for me.”
La ringrazio per il piacevole soggiorno. “Thank you for a pleasant stay.”

At the restaurant - (Al ristorante)


Lessico:
Bottiglia Bottle
Caffettiera Coffee pot
Cameriera Waitress
Cameriere Waiter
Capo cameriere Head waiter
Cavatappi Cork screw
Cena Dinner
Colazione Breakfast
Coltello Knife
Cucchiaino Tea – spoon
Cucchiaio Spoon
Cuoco Cook
Forchetta Fork
Fruttiera Fruit dish
Insalatiera Salad dish
Oliera Cruet
Pasti Meals
Personale Staff
Piatto Dish
Pranzo Lunch
Schiaccianoci Nut cracker
Sedia Chair
Spuntino Snack
Tavola apparecchiata Laid table
Tavolo Table
Tazza Cup
Tazza da caffè Coffee cup
Tazza da tè Tea cup
Tovaglia Table cloth
Tovagliolo Serviette
Vassoio Tray
Zuccheriera Sugar pot
Zuppiera Soup tureen

Communication:
“Good morning. Have you got a free table for four
Buongiorno, ha un tavolo libero per Quattro persone?
people?
Cameriere, per favore mi porti il menu e la lista dei vini. “Waiter, please give me the menu and the wine list.”
Questo è il menu a prezzo fisso. Costa X senza vino. “This is the fixed price menu. It costs X without wine.”
Cosa ordina signore? “What do you wish, Sir?”
E per secondo piatto? “Next, what do you wish?”
Cosa ordina per il dolce? “What do you wish to have for dessert?”
Cosa vuole bere? “What would you like to drink?”
Cameriere, il conto per piacere. “Waiter, the bill please.”
Tenga il resto. “Keep the change for yourself.”
Servizio e Iva non compresi “Service and Vat not included.”
Coperto “Cover charge”
Vorrei qualcosa di leggero “I would like something light.”
Potremmo avere una piccola porzione? “Could we have a small helping?”
Qual’è il piatto del giorno? “What is the dish of the day?”
Cosa ci consigliate? “What do you recommend?”
Quali sono le specialità della casa? “What are the specialties of the restaurant?”
Volete provare…? “Would you like to try…?”
Questo non è ciò che avevo ordinato. “This isn’t what I ordered, I want…”
Non voglio nè olio nè salsa. “I don’t want any oil, sauce with it.”
Dell’altro pane, per favore. “Some more bread, please.”
Un po’ di più. “A little more, please.”
Basta così, grazie. “That’s enough, thank you.”
Questo è cattivo / poco cotto / andato a male. “This is bad / uncooked / stale.”
E’ freddo / salato / scotto. “This is cold / too salty / overcooked.”
Questo piatto / coltello / cucchiaio / bicchiere non è
“This plate / knife / spoon / glass is not clean.”
pulito.

Paying (Pagare il conto)


Il conto per piacere. “The bill please.”
Il conto comprende il servizio? “Does it include service?”
Per favore, verificate il conto: non mi sembra giusto.” “Please, check the bill; I don’t think it’s correct.”
Non ho preso la minestra. “I didn’t have soup.”
Ho preso il pollo “I had chicken.”
Possiamo avere dei conti separati? “May we have separate bills?”

Food (Cibo)
Acciughe Anchovies
Acqua Minerale Mineral Water
Aglio Garlic
Agnello Lamb
Albicocca Apricot
Amaro Bitters
Anatra Duck
Anguria Watermelon
Arancia Orange
Aranciata Orange juice
Baccalà Salt cod
Banana Banana
Birra Beer
Birra alla spina Draught beer
Birra grande Large Beer
Birra Piccola Small Beer
Biscotti Biscuits
Brodo di manzo Consommè
Brodo di pollo Chicken broth
Burro Butter
Caffè con panna Black coffee with cream
Caffè latte White coffee
Caffè nero Black coffee
Calamaretti Small squids
Calamari Squid
Capretto Kid
Carciofi Artchokes
Carciofini sott’olio Artchokes in olive oil
Carne Meat
Carote Carrots
Castagne Chestnuts
Cavolfiore Cauliflower
Ceci Chick-peas
Cervo Deer
Cetriolo Cucumber
Cialde Waffles
Ciliegie Cherries
Cinghiale Boar
Cioccolata Chocolate
Cipolla Onion
Coniglio Rabbit
Cozze Mussels
Crema di piselli Cream of pea soup
Faggiano Pheasing
Fagioli Beans
Fegato Livrer
Fettuccine in brodo Noodle soup
Finocchio Femmel
Formaggio Cheese
Fragole Strawberries
Frittata Omelette
Frittelle Pancakes
Fritto di pesce Mixed fried fish
Frutti di mare Shellfish salad
Funghi Mushroom
Gelato Ice Cream
Granchio Crab
Insalata Salad
Insalata di finocchi e cetrioli Fennel and cucumber salad
Insalata di tonno Tunny fish salad
Lattuga Lettuce
Lepre Hare
Limonata Lemonade
Limone Lemon
Lumache Snails
Maccheroni Macaroni
Maiale Pork
Mandarini Tangerines
Manzo Beef
Mela Apple
Melanzane Aubergine
Melone Melon
Merluzzo Hake
Minestra Soup
Minestra di cipolle Onion soup
Minestra di fagioli Bean soup
Minestra di lenticchie Lentil soup
Minestra di pomodoro Tomato soup
Minestra di riso Rice soup
Minestrone Vegetable soup with noodles
Mortadella Bologna sausage
Nasello Whiting
Noci Nuts
Oca Goose
Olive Olives
Ostriche Oysters
Pane Bread
Panino Roll
Pasta e fagioli Pasta and beans in broth
Pasticcio di frutta Fruit pie
Patate Potatoes
Patatine fritte Chips
Pepperoni Peppers
Pera Pear
Pesca Peach
Pesce alla griglia Grilled fish
Pesce spada Swordfish
Piselli Peas
Polipi Octopus
Pollo Chicken
Polpette Meat balls
Polpettone Meat roll
Pomodoro Tomato
Pompelmo Grapefruit
Porchetta Roast sucking pig
Prosciutto Ham
Prosciutto affumicato Gammon
Prosciutto e melone Ham and melon
Prugna Prune
Risotto alla marinara Rice with shrimps, squid and octopus
Salame Salami
Salmone Salmon
Salsicce di maiale Pork sausages
Salsiccia Sausage
Sardine Sardines
Scampi Prawns
Scarola Chicory
Sedano Celery
Seppie Cuttlefish
Sogliola Sole
Sottaceti Pickles
Spaghetti Spaghetti
Spigola Sea bass
Spinaci Spinach
Spumante Sparkling
Spuntino Snack
Succo di frutta Fruit juice
Supplì di riso Rice croquettes with ham and cheese
Tacchino Turkey
Tavola calda Snack bar
Tonno Tunny fish
Torrone Nougat
Torta Cake
Torta di mele Apple pie
Trippa Tripe
Uova Eggs
Uova sode Hard boiled eggs
Uva Grape
Vino Wine
Vino bianco White wine
Vino dolce Sweet wine
Vino rosso Red wine
Vino secco Dry wine
Vitello Veal
Zampone Stuffed pig’s trotter
Zucchini Baby marrows
Zuppa di cozze Mussel soup
Zuppa di verdure Vegetable soup
Zuppa inglese Trifle

Modi di cottura (Ways of cooking)


Steamed A vapore
Smoked Affumicato
With butter Al burro
Baked Al forno
With sauce Al sugo
Grilled Alla griglia
With tomato and garlic sauce Alla pizzaiola
Boiled Bollito
With garlic Con aglio
Raw Crudo
Fried Fritto
Marinated Marinato
Braised Stufato

Restaurant Vocabulary (Lessico per ristorante)


Portacenere Ashtray
Conto Bill
Scodella Bowl
Sigarette Cigarettes
Guardaroba Cloakroom
Portata di piatto Course
Tazza Cup
Forchetta Fork
Bicchiere Glass
Avere fame To be hungry
Coltello Knife
Fiammiferi Matches
Menu Menu
Senape Mustard
Salvietta Napkin
Olio Oil
Pepe Pepper
Piatto Plate
Sale Salt
Saliera Salt cellar
Salsa Sauce
Piattino Saucer
Servizio Service
Cucchiaio Spoon
Tavolo Table
Tovaglia Tablecloth
Avere sete To be thirsty
Mancia Tip
Stuzzicadenti Toothpick
Vegetariano Vegetarian
Aceto Vinegar
Cameriere Waiter
Cameriera Waitress
Acqua Water
Lista dei vini Wine list

Drinks (Bevande)
Cosa prende da bere? “What will you have to drink?”
Una bottiglia di vino locale. “A bottle of local wine”
Vende vino a bicchieri? “Do you serve wine by the glass?”
Caraffa / bicchiere. “Carafe / glass”
Bottiglia / mezza bottiglia “Bottle / half bottle”
Due bottiglie di birra per favore. “Two glasses of beer, please.”
Ha birra alla spina? “Do you have any draught beer?”
Altre due birre “Two more beers.”
Una birra grande / piccola “Large / small beer.”
Birra liscia “Neat Beer”
Con ghiaccio “On the rocks”
Vorrei un altro bicchiere d’acqua. “I’d like another glass of water”
Lo stesso, per favore. “The same again.”

Shopping and Services (Fare compere e servizi)


A che ora aprono I megozi? “When do the shops open?”
A che ora chiudono i negozi? “When do the shops close?”
C’è un mercato ogni giorno? “Is there a market every day?”
Dov’è la farmacia più vicina? “Where is the nearest chemist?”
Dove è il mercato? “Where is the market?”
Dove posso comprare…? “Where can I buy…?
Dove sono i migliori negozi? “Where are the best stores?”
Può consigliarmi un…? “Can you recommend a…”?

Stores and Shops (Negozi)


Barbiere Barber
Calzolaio Shoe repairer
Cartoleria Stationer
Drogheria Grocer
Farmacia Chemist
Fioraio Florist
Fruttivendolo Greengrocer
Gioielliere Jeweller
Giornalaio Newsagent
I grandi magazzini Department stores
Latteria Dairy
Lavanderia Launderette
Libreria Bookshop
Macellaio Butcher
Merceria Haberdashery
Negozio di calzature Shoe shop
Negozio di ferramenta Hardware shop
Negozio di giocattoli Toy shop
Ottico Optician
Panettiere Baker
Parrucchiere Hairdresser
Pasticceria Cake shop
Pescivendolo Fishmonger
Salumeria Delicatessen
Tabaccaio Tobacconist

Food shops (negozio di alimentari)


Aceto Vinegar
Cannella Cinnamon
Carne in scatola Corned beef
Cibo in scatola Tinned food
Cioccolata Chocolate
Frutta secca Dried fruit
Lievito Yeast
Liquirizia Liquorice
Marmellata Jam
Noce moscata Nutmeg
Olio Oil
Pepe Pepper
Piselli in scatola Tineed peas
Prugne secche Dried plums
Sale Salt
Senape Mustard
Sottaceti Pickles
Spezie Spices
Surgelati Frozen food
Tavoletta di cioccolata Tablet of chocolate
Thè Tea
Tonno Tuna
Uva passa Dried grapes
Zucchero Sugar

Fruit and Vegetables (Frutta e Verdura)


Aglio Garlic
Albicocca Apricot
Arachide Peanut
Arancia Orange
Asparago Asparagus
Banana Banana
Barbabietola Beet root
Caco Kaki
Carciofo Artichoke
Carota Carrot
Cavolfiore Cauliflower
Cavolo Cabbage
Cetriolo Cucumber
Ciliegia Cherry
Cipolla Onion
Fagiolino French bean
Fagiolo Bean
Fico Fig
Fragola Strawberry
Fungo Mushroom
Insalata Salad
Lattuga Lettuce
Limone Lemon
Mandarino Tangerine
Mandorla Almond
Mela Apple
Nespola Medlar
Nocciola Hazel-nut
Patata Potato
Pera Pear
Pesca Peach
Piselli Peas
Pomodoro Tomato
Prezzemolo Parsley
Sedano Celery
Spinaci Spinach
Uva Grapes
Zucca Squash
Zucchina Vegetable marrow

Dairy Products (prodotti giornalieri)


Formaggio Cheese
Latte Milk
Ricotta Cream cheese
Uova Egg
Yogurt Yoghurt

At the Butcher (Dal macellaio)


Lamb Agnello
Steak Bistecca
Kid Capretto
Meat Carne
Rabbit Coniglio
Fillet Filetto
Hare Lepre
Pork Maiale
Beef Manzo
Chicken Pollo
Turkey Tacchino
Veal Vitello

At theBakery (dal panettiere)


Flour Farina
Bread Pane
French bread Bastone di pane
Crust Crosta
White bread Pane bianco
Brown bread Pane integrale
Tea loaf Pancarrè
Loaf Pagnotta
Little roll Panino

At the Confectionary (Dal pasticciere)


Biscuits Biscotti
Candied fruits Frutta candita
Sweets Caramelle
Chocolates Cioccolatini
Sugared almonds Confetti
Cakes Pasticcino
Cake Torta
At the fishmonger (dal pescivendolo)
Anchovy Acciuga
Eel Anguilla
Lobster Aragosta
Squid Calamaro
Crab Gambero
Shrimp Gamberetto
Cod Merluzzo
Whiting Nasello
Polypus Polipo
Salmon Salmone
Sardine Sardina
Cuttle fish Seppia
Sole Sogliola
Tuna Tonno
Trout Trota

At the shoe shop (Dal calzaturificio)


Lessico:
Shoes Calzature
To shoe Calzare
To try the shoes on Provare le scarpe
Shoemaker Calzolaio
Buckle Fibbia
Shoe polish Lucido per scarpe
To polish Lucidare
Leather Cuoio
Suède Scamosciato
Calf Vitello
Cloth Tela
Fur lined Foderato di pela
Slippers Pantofole
Foot Piede
Sandal Sandalo
Mountain boots Scarpe da montagna
Ski boots Scarponi da sci
Shoe brush Spazzola da scarpe
Boots Stivaletti
High boots Stivali
Lace Laccio
Sole Suola
Leather sole Suola di cuio
Rubber sole Suola di gomma
Heel Taco
Clog Zoccolo

Communication:
Vorrei una paio di scarpe da uomo I would like a pair of men’s shoes.
Che taglia? 42 What size, please? Seven and half
Sono troppo grandi, troppo piccole, troppo lunghe,
They’re too large, too small, too long, too short.
troppo corte.
Questo paio mi calza bene. Quanto costa? This pair fits me well. How much is it?
Vorrei un paio di scarpe nere da donna I would like a pair of ladies’ black shoes
Preferisco provare la scarpa al mio piede sinistro I prefer to try the shoe on my left foot.
Queste scarpe mi calzano perfettamente These shoes fit me perfectly.
Vorrei un paio di sandali. I would like a pair of sandals.

Sizes (Misure)
34 3½
35 4
36 4½
37 5
38 5½
39 6
40 6½
41 7
42 7½

At the stationery (In cartoleria)


Lessico:
Acquerello Water colours
Album da disegno Album for drawings
Album per foto Album for photos
Blocco di carta da lettera Note paper pad
Busta da lettera Envelope
Calendario Calendar
Carta Paper
Carta carbone Carbon paper
Carta da disegno Drawing paper
Carta per pacchi Packing paper
Cartolaio Stationer
Cartolina Postcard
Cartone Cardboard
Colla Glue
Colori a olio Oil colours
Etichetta Label
Ferma carte Paper press
Foglio di carta Sheet of paper
Gomma da cancellare Eraser
Gomma da matita Rubber for pencil
Inchiostro Ink
Matita Pencil
Matita colorata Coloured pencil
Pastels Pastelli
Penna Pen
Penna a sfera Ball pen
Penna stilografica Fountain pen
Pennino Nib
Quaderno Copy book
Quaderno a quadretti Squared copy book
Quaderno a righe Lined copy book
Ricambio di inchiostro Refill
Riga Ruler
Scrivere To write
Spago String

At the Chemist’s - (In farmacia)


Lessico:
Acido Acid
Acqua Water
Acqua distillata Distilled water
Acqua ossigenata Peroxide
Acqua sterilizzata Sterilized water
Ago da iniezione Injection needle
Alcool Alcohol
Ammoniaca Ammonia
Antiallergico Antiallergic
Antibiotico Antibiotic
Aspirina Aspirin
Assorbenti igienici Sanitary towels
Balsamo Balm
Benda Bandage
Bottiglia Bottle
Calmante Sedative
Camomilla Chamomile
Cerotto Plaster
Collirio Collyrium
Compressa Pill
Contagocce Medicine dropper
Disinfettante Disinfectant
Farmacista Chemist
Fasciare To bandage
Garza Gauze
Gocce Drops
Medicina Medicine
Medicinale Medicinal
Pastiglia Lozenge
Penicillina Penicillin
Pomata Pomade
Prescription Ricetta medica
Preservativo Preservative
Purgante Purgative
Sciroppo Syrup
Siringa Syringe
Sonnifero Sleeping pill
Supposta Suppository
Tisana Ptisan
Valeriana Valerian
Vitamina A – B – C Vitamin A – B – C

Dov’è la farmacia più vicina? Where is the nearest chemist’s shop?


C’e una farmacia che funziona anche di notte? Is there a chemist’s shop working at night?
Vorrei della garza e delle bende. I would like some gauze and bandage.
Ho un forte raffreddore. Potrebbe indicarmi un buon I have a strong cold. Could you tell me a good remedy
rimedio contro il raffreddore, per cortesia? against cold, please?
Lei ha bisogno della ricetta medica se vuole acquistare You need a prescription if you want to buy this
questo medicinale. medicine.

Medicine instructions (Instruzioni sui flaconi dei medicinali)


Solo per uso esterno (rif. Al medicinale) Only for external use
Dosi: per bambini e per adulti Dose: for children, for adults
Agitare prima dell’uso Shake before use
Richiudere accuratamente la bottiglia dopo l’uso. Re – cork the bottle after use
The bottle should be securely corked and stored away
Non lasciare la boccetta esposta alla luce o all’umidità.
from damp or light

Parts of the Body - (Le parti del corpo umano)


Bocca Mouth
Braccio Arm
Capelli Hair
Ciglia Eyelashes
Collo Neck
Dente Tooth
Denti Teeth
Dita Finger
Dita (dei piedi) Toe
Fronte Forehead
Gamba Leg
Ginocchio Knee
Gomito Elbow
Guancia Cheek
Labbra Lips
Mano Hand
Mento Chin
Naso Nose
Occhi Eyes
Orecchie Ears
Palpebre Eyelids
Pettorale Chest
Piede Foot
Piedi Feet
Polso Wrist
Sopracciglia Eyebrows
Spalla Shoulder
Testa Head
Unghia Nail
At the florist - (Dal fioraio)
Lessico:
Azalea Azalea
Camelia Camellia
Fiore di pesco Peach blossom
Gardenia Gardenia
Garofano Carnation
Margherita Daisy
Mimosa Mimosa
Orchidea Orchid
Pianta grassa Cactus
Rosa Rose
Tulipano Tulip
Violet Violet

At the Jeweller’s shop – Watchmaker’s shop (Dal gioielliere e in


orologeria)
Lessico:
Anello Ring
Argento Silver
Avorio Ivory
Braccialetto Bracelet
Cinturino Strap
Collana Necklace
Corallo Coral
Diamante Diamond
Gioielliere Jeweller
Lancetta Hand
Onice Onyx
Orecchini Earrings
Oro Gold
Orologiaio Watchmaker
Orologio Watch
Orologio a pendolo Pendulum clock
Orologio da muro Wall clock
Orologio da polso Wrist – watch
Orologio da tavolo Clock
Perla Pearl
Pietra preziosa Precious stone
Platino Platinum
Quadrante Dial
Regolare l’ora Regulate
Riparare Repair
Rubino Ruby
Smeraldo Emerald
Spilla Pin
Sveglia Alarm clock
Topazio Topaz
Vetro Glass
Zaffiro Sapphire

Communication:
Vorrei comprare un braccialetto dorato. Potrebbe I would like a gold bracelet. Could you show me one
mostramene uno per favore? please?
Vorrei acquistare una buona sveglia. I would like to buy a good alarm clock.
Vorrei acquistare la collana che ho visto in vetrina. I would like to buy the necklace I saw in shop window.
Quanto costa? How much is it?
Potrebbe riparare questo orologio per favore? Non
Could you repair this watch, please? It doesn’t work.
funziona.
Potrebbe regolare il mio orologi, per favore? Va tre Could you regulate my watch, please? It’s three
minuti avanti. minutes fast.
Quando posso passare a ritirarlo? When can I fetch it?
Ho rotto il vetro del mio orologio. Potrebbe I have broken my watch glass. Could you change it for
sostituirmelo? me?

At the Department Store - (Ai grandi magazzini)


Lessico:
Ascensore Lift
Calzature Shoe department
Biancheria Linen
Articoli casalinghi Household articles
Cristalleria Glass ware
Cassa Cash
Cassiera Cashier
Commessa Saleswoman
Commesso Salesman
Giocattoli Toys
Maglieria Knitwear
Mobili Furniture
Pellicceria Fur department
Piano Floor
Profumeria Cosmetics
Reparto Department
Scala mobile Escalator
Tappeti Carpets
Vestiario Clothing

Communication:
Per cortesia, a che piano è il reparto…? Please, on which floor is the department…?
Posso aiutarla Signora? Can I help you madam?
Avete delle…? Do you have any…?
Potrebbe dirmi quanto costa……? Could you tell me how much….is?
Scelgo questo. Potrebbe spedirmelo a casa? I will choose it. Could send it home?
Certamente. Potrebbe darmi il suo indirizzo e il suo Of course, Could you give me your address and name
nominativo per piacere? please?
Potrebbe mostrarmi altri giocattoli per favore? Could you show me other toys please?
Dove si trova il reparto abbigliamento per cortesia? Where is the clothing department, please?
Vorrei comprare un abito da uomo. I would like to buy a suit.
Può pagare alla cassa. You can pay at the cash desk.
Che taglia porta? What’s your size?
Posso misurarlo? Can I try it on?
Per favore, entri in cabina. Please come into the cubicle.
Il vestito mi calza bene ma è troppo lungo. Potrebbe The dress fits me well but it is too long. Can you have it
farmelo accorciare per favore? shortened for me please?
Vorrei delle cravatte I would like some ties.

Clothes - (Vestiti)
Abiti da spiaggia Beach clothes
Accappatoio Bathrobe
Berretto Cap
Calze Stockings
Calzini Socks
Camicia (da donna) Blouse
Camicia (da uomo) Shirt
Camicia da notte Nightdress
Cappello Hat
Cappello per il sole Sunhat
Cappotto Overcoat
Costume da bagno Bathing Costume
Cravatta Tie
Felpa Sweater
Giacca Jacket
Giubbino Anorak
Gonna Skirt
Guanti Gloves
Impermeabile Raincoat
Maglia a “V” Jersey
Maglietta T – shirt
Mocassini Loafers
Mutandine Pants
Occhiali Glasses
Pantaloncini corti Shorts
Pantaloni Trousers
Pantofole Slippers
Papillon Bow tie
Pigiama Pijamas
Pullover Jumper
Reggiseno Bra
Sandali Sandals
Scarpe Shoes
Scarpe col tacco Heeled shoes
Scarpe da ginnastica Running shoes
Sciarpa Scarf
Smoking Tuxedo
Stivali Boots
Vestaglia Dressing gown
Cloth (Stoffa)
Cotone Cotton
Filato di cotone Cotton yarn
Lana Wool
Pelle Leather
Raso Satin
Seta Silk
Velluto Velvet

Sizes (Taglie) - Women’s dresses / abiti da donna


British Sizes Italian Sizes
32 38
34 40
36 42
38 44
40 46
42 48
44 50

Men’s suits / Abiti da uomo


British Sizes Italian Sizes
36 46
38 48
40 50
42 52
44 54
46 56

Men’s Shirts / Camicie da Uomo


British sizes Italian Sizes
14 36
15 38
16 41
17 43

Socks / Calzini
British sizes Italian sizes
9 38 - 39
10 39 - 40
11 41 - 42

At the Hairdresser’s (dal parrucchiere)


Lessico:
Acconciatura Hair style
Arricciare To curl
Bigodini Rollers
Capelli Hair
Capelli grassi Oily hair
Capelli normali Normal hair
Capelli secchi Dry hair
Casco Dryer
Forfora Scurf
Frizione Friction
Lacca Lacquer
Lavare i capelli To wash the hair
Ondulazione Wave
Ossigenare To bleach
Parrucchiere Hairdresser
Permanente Permanent wave
Pettinare To comb
Pettine Comb
Phon Hand Dryer
Rasoio Razor
Ricciolo Curl
Riga Parting
Shampoo Shampoo
Spazzola Brush
Spazzolare To brush
Tingere To dye
Tinta Shade
Communication:
May I make an appointment for tomorrow? Posso prendere un appuntamento per domani?
What time? A che ora?
I want my hair cut. Vorrei un taglio di capelli.
Not too short at the sides. Non troppo corti ai lati.
A bit shorter at the back please. Un po’ più corti sul collo per piacere.
My hair is oily / dry / normal. I miei capelli sono grassi / secchi / normali.
I want a shampoo Vorrei uno shampoo.
I want my hair cut and set. Vorrei un taglio e una messa in piega.
Per favore mi faccia una messa in piega senza
Please set my hair without rollers.
bigodini.
I want a dark shade. Vorrei una tinta scura.
I would like my hair dyed. Vorrei una tintura ai capelli
I would like my hair permed / waved. Vorrei una permanente / capelli ondulati.
Have you got any lacquer? Ha la lacca?
The dryer is too hot. Il casco è troppo caldo.
Thank you, I like it very much. La ringrazio, mi piace molto.

Beauty Therapists’s vocabulary - (Vocaboli per Estetiste)


Asciugamano Towel
Ceretta Waxing
Contorno occhi Eye contour
Correttore Concealer
Crema viso Face cream
Cura Care
Depilazione Depilation
Epilazione Epilation
Esfoliante Exfoliator
Latte detergente Cleansing milk
Lima per le unghia Nail file
Lozione Lotion
Lucidalabbra Lip gloss
Mascara Mascara
Maschera per il viso Face pack
Matita per gli occhi Eye liner
Matita per le labbra Lip liner
Olio Oil
Peli Hair
Pennello per il Blush Blush Brush
Rossetto Lipstick
Smalto Nail polish
Tonico Toner
Trattamento Treatment
Tronchesina Nail clipper
Trucco Make up

Colours (I colori)
Arancione Orange
Bianco White
Blu Blue
Giallo Yellow
Grigio Grey
Marrone Brown
Nero Black
Rosa Pink
Rosso Red
Verde Green
Viola Violet

At the Optician (Dall’ ottico)


Lessico:
Astigmatismo Astigmatism
Astuccio per occhiali Spectacle case
Diottria Dioptry
Lente per occhiali Spectacle lens
Lenti a contatto Contact lenses
Miope Shortsighted
Miopia Short sightdness
Montatura degli occhiali Frame
Occhiali da sole Sun glasses
Presbiopia Longsightdeness
Presbite Longsighted
Vista Sight

Communication:
Please, Could you replace the broken lens of this pair Per favore, potrebbe sostituire le lenti rotte di questo
of spectacles? paio di occhiali?
Your spectacles will be ready in three days. I suoi occhiali saranno pronti tra tre giorni.
Have you got any sun glasses? Ha delle lenti da sole?
I need a pair of contact lenses please. Ho bisogno di una coppia di lenti a contatto per favore.
Is it possible to measure my eye sight please? E’ possibile misurare la vista per favore?

At the dentist - (Dal dentista)


Lessico:
Ascesso Abscess
Dentiera Dentures
Dentista Dentist
Gengive Gums
Iniezione Injection
Mal di denti Toothache
Nervo Nerve
Otturare un dente To fill a tooth
Otturazione (al dente) Filling
Perdere l’otturazione To lose a filling
Sciacquarsi la bocca To rinse one’s mouth
Togliere un dente To take the tooth out

Communication:
Posso prendere un appuntamento con il dentista? Can I make an appointment with the dentist?
Ho un mal di denti. I have a toothache.
Questo dente mi fa male. This tooth hurts.
Mi è caduta l’otturazione. I have lost a filling.
Può otturare il dente? Can you fill it?
Devo tirarle un dente. I must take your tooth out.
Per favore, mi faccia prima un’iniezione. Please, give me an injection first.
Ho la dentiera rotta / scheggiata. I have broken / chipped my dentures.
Ho le gengive gonfie. My gums are swollen.
Le mie gengive continuano a sanguinare. My gums keep bleeding.
Mi sta facendo male. You are hurting me.
Quanto le devo? How much do I owe you?
Quando dovrei ritornare? When should I come again?
Per favore, risciaqui la bocca. Please rinse your mouth.
Lei ha un ascesso. You have an abscess.

Describing people: physical appearance (Descrivere le persone:


aspetto fisico)
Alta Tall
Attraente Attractive
Basso Short
Bella Beautiful
Bello Handsome
Calvo Bald
Grassa Fat
Magra Slim
Molto attraente (per donne e per uomini) Gorgeous
Paffutello Chubby
Pelle e ossa Skinny
Persona comune Ordinary
Persona sporca Scruffy
Poco tono muscolare Flabby
Presentabile Presentable
Sinuosa Curvy
Snella Thin
Sovrappeso Large
Tatuata Tattooed

Red letter days (feste e ricorrenze)


Capodanno New Year’s Eve
Carnevale Carnival
Compleanno Birthday
Domenica delle palme Palm Sunday
Epifania Epiphany
Festa nazionale Bank holiday
Festività Holidays
Il giorno dei Morti All Souls Day
Il mercoledì delle ceneri Ash Wednesday
Natale Christmas
Ognissanti All Saints Day
Onomastico Name day
Pasqua Easter
Pentecoste Whitsunday
Quaresima Lent
Settimana santa Holy week
Vigilia Eve
Vigilia di Natale Christmas Eve

*Oltre alle normali feste religiose in Inghilterra si celebrano le


seguenti altre festività civili chiamate: “bank holidays”
Easter Monday = Pasquetta
Whit – Monday = Lunedì dopo la Pentecoste
August Bank Holiday = Ultimo lunedì di Agosto
Boxing day* = il 26 di Dicembre
*Boxing day
Viene celebrata il 26 Dicembre ed è una festa della solidarietà. In
questa giornata, che capita subito dopo il Natale, la popolazione
Inglese regala alle persone più povere dei doni.
L’etimologia della parola “Boxing” si dice che risalga all’antico
Medioevo ma fonti storiche presuppongono un’epoca ancora più
distante che coincide con l’era Romana / Cristiana. In questa epoca,
vi erano dei contenitori di metallo posti all’esterno delle Chiese con
lo scopo di raccogliere offerte per la festa di Santo Stefano. Ecco
perchè viene festeggiata il 26 Dicembre.

April’s fool Day = 1 Aprile


Guy Fawkes’Day* = Giorno di Guy Fawkes. (5 Novembre)
*Guy Fawkes’ Day

Festa celebrata per commemorare lo sventato complotto di Guy


Fawkes nel 1603 per far saltare il Palazzo del Parlamento.
Chi era Guy Fawkes?
era membro di un gruppo di cospiratori cattolici inglesi che tentarono
di assassinare con un'esplosione il re Giacomo I d'Inghilterra e tutti i
membri del Parlamento inglese mentre erano riuniti nella Camera dei
Lord per l'apertura delle sessioni parlamentari dell'anno 1605.Il 5
novembre 1605 il complotto fu scoperto da un soldato del Re,
Thomas Knyvet, e i barili di polvere da sparo furono disinnescati
prima che potessero compiere danni. Da allora ogni 5 novembre nel
Regno Unito e in Nuova Zelanda viene festeggiato il fallimento
dell'attentato nella cosiddetta Guy Fawkes Night, nella quale i
bambini bruciano su un falò un pupazzetto che simboleggia
l'attentatore. I bambini inglesi andavano in giro per il paese con dei
fantocci recitando una filastrocca e chiedendo soldi ai cittadini da
dare ai genitori per comprare i fuochi per il falò.
Telephoning (Al telefono)
Lessico:
Cabina telefonica Phone box
Elenco telefonico Telephone directory
Gettoni telefonici Tokens
Interrompere una conversazione telefonica To cut off
Lasciare un messaggio To leave a message
Linea telefonica Line
Messaggio Message
Numero dell’interno Extension
Ricevitore Receiver
Segreteria telefonica Answering machine
Telefonata Phone call
Communication:
Dove è la cabina telefonica più vicina? Where is the nearest phone box?
Voglio fare una telefonata. I want to make a phone call.
Posso usare il suo telefono? May use your phone?
Ha un elenco telefonico? Do you have a telephone directory?
Potrebbe darmi dei gettoni per favore? Could you give me some tokens, please?
Mi scusi, la linea è caduta. Potrebbe rimettermi in
Sorry, we were cut off. Could you reconnect me?
collegamento?
Pronto? Hallo?
Desidero l’interno…. I want extension…
Posso parlare con…? May speak to…?
Chi parla? Who’s speaking?
E’ il Signor X che parla. This is Mr X speaking.
Attenda in linea per favore. Hold the line please.
Abbassi il ricevitore. Put the receiver down.
Lui non è qui al momento. Potrebbe telefonare più tardi He is not here at the moment. Could you phone later
per favore? please?
Mr X è occupato adesso. Mr X is busy now.
Quando ritornerà? When will he be back?
Vuole lasciare un messaggio? Will you leave a message?
Gli dica che ho telefonato. Tell him I phoned.
Per favore gli chieda di telefonarmi. Please ask him to phone me.
Quale è il suo numero di telefono? What’s your phone number?
Il mio numero di telefono è…. My telephone number is….
Non riesco a sentirla. La linea è disturbata. I can’t hear you. It’ s a bad line
La linea è occupata. The line is engaged
Il suo numero è sbagliato. You have the wrong number.
Non c’è risposta. There is no reply.
La metto in collegamento. I’ll put you through.

Ed inoltre:
Comporre un numero di telefono To dial
Cellulare Mobile phone
Casella di posta vocale Voice Mail
Tastiera Keyboard

Entertainment (Divertimento)
Lessico:
Abito da sera Evening dress
Cinema Cinema
Concerto Concert
Discoteca Discoteque
Esaurito Sold out
Guardaroba Cloakroom
Guida degli spettacoli Entertainment guide
Locale notturno Nightclub
Posto a sedere Seat
Programma Programme
Rappresentazione Performance
Spettacolo Show
Teatro Theatre

Communication:
Is there an entertainment guide? C’è una guida degli spettacoli?
What’s on at the theatre tonight? Che danno stasera al teatro?
Is there a concert on this evening? C’è un concerto stasera?
I want to book two seats. Voglio prenotare due posti a sedere.
We have sold out! Tutto esaurito!
What time does the show start? A che ora inizia lo spettacolo?
What time does the show end? A che ora finisce lo spettacolo?
Where is cloakroom? Dov’è il guardaroba?
This is your seat sir. Questo è il suo posto, signore.
Where are the best night clubs? Dove sono i migliori locali notturni?
Is there a discoteque near here? C’è una discoteca qui vicino?
Can you recommend a good show? Può consigliarmi un buon spettacolo?

On the beach (In spiaggia)


Lessico:
Acqua Water
Acqua salata Salt water
Andare a pescare To go fishing
Attrezzatura Equipment
Battello da pesca Fishing boat
Cabina Cabin
Corrente Current
Docce Showers
Farsi un bagno To bathe
Fredda Cold
Ghiaia Shingle
Nuotare Swimmer
Nuotare To swim
Ombrellone Sunshade
Pesca subacquea Underwater fishing
Piscina Swimming pool
Porto Harbour
Sabbia Sand
Sci nautico Water– ski
Sedia a sdraio Deckchair
Spiaggia Beach
Tiepida Warm
Tuffarsi To dive

Communication:
Dove sono le migliori spiaggie? Where are the best beaches?
C’è una spiaggia tranquilla qui vicino? Is there a quiet beach near here?
È raggiungibile a piedi o è troppo lontana? Can we walk or is it too far?
C’è un autobus che va alla spaggia? Is there a bus to the beach?
La spiaggia è sabbiosa o con ghiaia? Is the beach sand or shingle?
È pericoloso fare il bagno qui? Is it dangerous to bathe here?
Questa spiaggia è sicura per i bambini? Is this beach safe for children?
C’è corrente forte qui. There is a strong current here.
Sei tu un bravo nuotatore? Are you a good swimmer?
L’acqua è profonda? Is the water deep?
Com’è l’acqua? How’s the water?
È calda. È tiepida. It’s cold. It’s warm.
L’acqua è salata? Is it salt water?
Ho bisogno di una cabina per una mattinata. I need a cabin for a morning.
Voglio noeggiare una sedia a sdraio e un ombrellone. I want to hire a deckchair and a sunshade
Possiamo fare sci nautico? Can we water – ski here?
Dove è il porto? Where’s the harbour?
Voglio andare a pescare. We want to go fishing.
Possiamo noleggiare una barca? Can we hire a boat?

At the doctor’s - (Dal dottore)


Lessico:
Ambulanza Ambulance
Ambulatorio medico Doctor’s surgery
Anestetico Anaesthetic
Aspirina Aspirin
Chiamare un dottore To call a doctor
Dottore Doctor
Fascia Bandage
Infermiera Nurse
Iniezione Injection
Lassativo Laxative
Operazione Operation
Ospedale Hospital
Ottico Optician
Stare male To be ill

Communication:
C’è un ambulatorio medico qui vicino? Is there a doctor’s surgery near here?
Devo chiamare un dottore. I have to call a doctor.
Potrebbe chiamare un dottore? Could you call a doctor please?
Mi sento male. I am ill.
Ho un dolore al braccio. I have a pain in my arm.
Sono caduto e mi sono fattomale la schiena. I fell down and I hurt my back.
I miei piedi sono gonfi. My feet are swollen.
Mi sono scottato. I have burned myself.
Mi sono tagliato. I have cut myself.
Mi sono ammaccato. I have bruised myself.
Mi fa male lo stomaco. My stomach is upset.
Ho un’indigestione. I have indigestion.
Il mio naso continua a sanguinare. My nose keeps bleeding.
Ho mal d’orecchio. I have earache.
Mi sento svenire. I feel dizzy.
Ho un forte raffreddore. I have got a heavy cold.

Allergia Allergy
Appendicite Appendicitis
Asma Asthma
Bruciatura Burn
Colpo di freddo Chill
Colpo di sole Sunstroke
Crampo Cramp
Decimi di febbre Fever
Diabetico Diabetic
Dolore Ache
Dolore Pain
Febbre alta Temperature
Ferita Wound
Foruncolo Boil
Frattura Fracture
Indigestione Indigestion
Infezione Infection
Insonnia Insomnia
Livido Bruise
Mal d’orecchi Earache
Mal di denti Toothache
Mal di gola Sore throat
Mal di pancia Stomachache
Mal di testa Headache
Malattia Illness
Raffreddore Cold
Raffreddore Cold
Scottatura di sole Sunburn
Stitichezza Constipation
Tosse Cough
Ulcera Ulcer
Vescica Blister

The Weather Forecast (Le previsioni del tempo)


Lessico:
Acquazzone Shower of rain
Afa Sultriness
Arcobaleno Rainbow
Atmosfera Atmosphere
Barometro Barometer
Caldo Heat
Cielo Sky
Sereno (del cielo) Clear
Nuvoloso Cloudy
Clima Climate
Caldo Hot
Freddo Cold
Glaciale Icy
Umido Damp
Gelo Ice
Grandine Hail
Lampo Lightening
Luna Moon
Lampeggiare To lighten
Nebbia Fog
Neve Snow
Nevicare To snow
Nuvola Cloud
Pioggia Rain
Sole Sun
Piovere To rain
Goccia di pioggia Rain drop
Luce solare Sun light
Stella Star
Temperatura Temperature
Sopra lo zero Above zero
Sotto zero Below zero
Tempestoso Stormy
Tempesta Storm
Vento Wind
Ventoso Windy

Communication:
Che tempo fa? What’s the weather like?
Fa caldo / freddo / è mite / è ventoso / è nebbioso It’s hot / cold / warm / windy / foggy

Useful adjectives - (aggettivi utili)


Allegro Merry
Alto Tall
Amaro Bitter
Antipatico Nasty
Aperto Open
Asciutto Dry
Avaro Mean
Bagnato Wet
Basso Short
Bella Beautiful
Biondo Blond
Brutto Ugly
Buono Good
Cattivo Bad
Chiuso Closed
Corto Short
Costoso Expensive
Debole Weak
Divertente Amusing
Dolce Sweet
Duro Hard
Economico Cheap
Facile Easy
Famoso Famous
Felice Happy
Forte Strong
Fragile Fragile
Generoso Generous
Gentile Kind
Giovane Young
Grasso Fat
Intelligente Intelligent
Inutile Useless
Leggero Light
Lento Slow
Lungo Long
Magro Thin
Morbido Soft
Noioso Boring
Nuovo New
Pesante Heavy
Piacevole Pleasant
Povero Poor
Pulito Clean
Rapido Quick
Ricco Rich
Sgarbato Rude
Simpatico Nice
Sporco Dirty
Stupido Silly
Triste Sad
Utile Useful
Vecchio Old

Common phrases- (Frasi di uso comune)


A proposito By the way
Arrivederci Goodbye
Aspetta un momento Wait a moment
Bene, grazie Fine, thanks
Buon viaggio Have a nice journey
Buona fortuna Good luck
Buonanotte Good night
Buonasera Good evening
Buongiorno signor X Good morning Mr X
Che bella sorpresa What a nice surprise
Che cosa cerchi? What are you looking for?
Che cosa vuoi? What do you want?
Come stai? How are you?
Come ti chiami? What’s your name?
Complimenti My compliments
Congratulazioni Congratulation
Così e così So and so
Da dove vieni? Where are you from?
Davvero? Really?
Dove stai andando? Where are you going?
Grazie tante Thank you so much
Hai ragione You are right
Hai torto You are wrong
I miei ossequi Kind regards
Lasciami da solo Leave me alone
Mi dispiace I am sorry
Mi fa piacere I am glad
Mi scusi Excuse me
Mi scusi Sorry
Molte grazie Thank you very much
No grazie No thanks
Non c’è male Not too bad.
Non dire sciocchezze Don’t talk nonsense
Non importa Never mind
Non lo so I don’t know
Non ne vale la pena It is not worth the while
Non posso I can’t
Non voglio disturbarti I don’t want to bother you
Parli sul serio? Are you serious?
Per piacere Please
Permette? Will you allow me?
Potrebbe farmi un favore Could you do me a favour?
Prego You are welcome
Sbrigati Hurry up
Scusi, come ha detto? I beg your pardon
Si Yes please
Signora X Mrs X
Smettila Stop it
Sto male I’m bad
Suppongo che I suppose that
Taci Shut up
Va bene OK!
Vattene Go away
Vieni qui Come here
Volentieri Willinghly

Family (Membri della famiglia)


Antenati Ancestors
Bisnonno Great – grand father
Bisnonna Great – grand mother
Cognato Brother in law
Cognata Sister in law
Cugino / cugina Cousin
Cugino di primo grado First cousin
Cugino di secondo grado Second cousin
Famiglia Family
Fidanzato Boyfriend
Fidanzata Girlfriend
Figlio Son
Figlia Daughter
Figliastro Step son
Figliastra Step daughter
Fratello Brother
Sorella Sister
Fratellastro Step brother
Sorellastra Step sister
Gemelli Twins
Genero Son in law
Genitori Parents
Madre Mother
Matrigna Step mother
Madrina God mother
Marito Husband
Moglie Wife
Nipote Nephew
Nipote (femmina) Niece
Nipote maschio Grand son
Nipote femmina Grand daughter
Nuora Daughter in law
Patrigno Step father
Padrino God father
Parenti Relatives
Suocero Father in law
Suocera Mother in law
Zia Aunt
Zio Uncle
I Love English Volume 2
Parte 1 – Distinzione e Classificazione dei verbi
1.1 Il Verbo: premessa
Il Verbo rappresenta una parte fondamentale per la struttura di una
frase. Non a caso indica l’azione espressa dal soggetto. Sappiamo
anche che quest’ultimo ha diverse declinazioni ma anche diversi
tempi verbali da essere coniugati, per non parlare delle regolarità e
delle irregolarità.
Il verbo, rappresenta sicuramente la sezione più difficile di una
lingua, o meglio, la sezione più difficile da apprendere per uno
studente di lingua. Non importa di quale lingua noi ci addentriamo a
studiare, sia essa l’inglese, francese, tedesco, spagnolo e così via.
La sua difficoltà soggiace proprio nel comprendere le diverse
concezioni e i diversi modi di utilizzo di un tempo verbale da lingua a
lingua.
Il presente volume, vuole analizzare questa peculiarità,
soffermandosi in maniera dettagliata e più semplice possibile di uno
dei tanti argomenti che colpisce la maggior parte degli studenti
italiani. Già nel primo volume: “I Love English: l’inglese a partire da
zero”, abbiamo esaminato accuratamente un aspetto della
grammatica della lingua inglese: quella elementare, creando così un
volume di 320 pagine in cui ogni struttura elementare della lingua è
stata descritta con molteplici esempi e soprattutto molteplici schemi
e tabelle. Sono stati affrontati confronti tra due sistemi linguistici:
quello italiano e quello inglese in modo da permettere al lettore di
comprendere in maniera sistematica il funzionamento e quindi il
passaggio da un sistema di L1 (lingua madre) a L2 (lingua straniera).
Lo stesso procedimento faremo in questo volume in quanto questa
sezione dedicata al verbo merita sicuramente più delucidazioni e più
interesse da parte degli studenti. Da una parte, perchè il verbo dà
l’idea di comunicare. Molti studenti, non appena imparano a
declinare un verbo, oltre a comprenderne il suo significato, hanno la
sensazione di saper la parlare la lingua diversamente se questi ultimi
non si conoscessero. Dall’altra parte perchè il verbo è quella parte
che dà un senso alla frase. Tutto l’universo umano si esprime
attraverso i verbi. Immaginatevi una persona che parlasse soltanto
con sostantivi e congiunzioni e aggettivi senza mai usare un verbo.
Che tipo di conversazione sarebbe? Io direi nulla.
Ovviamente, già nel primo volume abbiamo voluto delineare una
parte dei verbi, anche perchè non volevamo proprio lasciarvi a bocca
asciutta su quello che avreste successivamente incontrato nel
presente volume. In inglese, come dicevo poc’anzi, l’aspetto verbale
suscita sempre grande preoccupazione e tensione, non tanto per il
modo in cui essi vengono coniugati, quanto nel modo in cui debbano
essere utilizzati. Ed è proprio questo aspetto che mi preme
insegnare in questo volume: il loro utilizzo affinchè molti studenti
riescano a trovare “pace” e “conforto” in questo argomento che dà
loro notevoli problemi.
Senza dilungarci troppo passiamo subito al primo aspetto dei nostri
tanto ben voluti verbi.
1.2 Classificazione dei Verbi
Il verbo rappresenta la parte fondamentale di una frase: può
esprimere – a seconda della forma in cui viene coniugato (attiva o
passiva) – l’azione eseguita dal soggetto o l’azione subita dal
soggetto. Nel primo caso parliamo di frase in forma attiva, nel
secondo caso parliamo di frase in forma passiva, ma di questo ce ne
occuperemo nel volume successivo dedicato ai verbi.
In questo paragrafo ci limiteremo soltanto a descrivere e a delineare
quelli che sono i verbi in inglese e magari spiegarne la loro struttura
giusto per fornire una minima base di formazione della forma
interrogativa – negativa e interro – negativa.
C’è da premettere una cosa, il verbo rappresenta la parte della
lingua inglese sicuramente più complessa da apprendere perché gli
inglesi a differenza nostra danno enorme importanza all’azione
avvenuta ed è per questo che possiedono un innumerevole varietà
di forme verbali. Gli inglesi distinguono un azione in corso di
svolgimento, un azione appena conclusa, un azione compiuta e
terminata in un momento preciso del passato, un azione che
esprime un’intenzione di compiere un’azione nel futuro, una
decisione presa sul momento o anche un azione che implica la
consequenzialità di un’altra. Vedete quanti diversi modi di
espressione? Pensate che queste non rappresentano neppure la
metà di quelle citate. Ma adesso non vorrei spaventarmi inutilmente,
anche perché lo scopo di questo testo è quello di volervi far costruire
le basi affinché possiate costruire – mattone dopo mattone – il vostro
“castello” della lingua inglese.
Dopo esserci dilungati abbastanza, passiamo all’oggetto del nostro
paragrafo – ovvero la classificazione dei verbi.
I verbi vengono classificati in 4 categorie:

Verbi Ordinari Verbi Ausiliari


Verbi Irregolari Verbi Semi-Modali

Cominciamo a delineare e quindi a definire cosa è un verbo


ausiliare.
Normalmente nelle grammatiche di lingua italiana, si nota che il
verbo ausiliare rappresenta un verbo di ausilio e quindi di sostegno
agli altri verbi. Può essere considerato anche così nella lingua
inglese visto che il verbo ausiliare viene molte volte impiegato per la
formazione dei tempi progressivi oppure per la formazione della
forma passiva. Ma in inglese la differenza soggiace anche nella
struttura grammaticale interrogativa di una frase che la distingue da
quella interrogativa dei verbi ordinari.
Per verbo ausiliare si intende:

Quel verbo che effettua la forma interrogativa invertendo il verbo con il soggetto e che effettua la forma negativa
ponendo la negazione “not” subito dopo il primo elemento verbale.

In inglese i verbi ausiliari sono soltanto due:


ESSERE AVERE
(TO BE) (TO HAVE)*

Il verbo “TO HAVE” è stato contrassegnato da un asterisco perché


come poi vedrete nel paragrafo successivo il suo impiego è vario
all’interno della grammatica inglese.
Continuando la nostra rassegna abbiamo i verbi ordinari.
Per verbo ordinario si intende:

Quel verbo che effettua la forma interrogativa utilizzando come particella l’ausiliare “DO / Does” (se terza
persona) e che effettua la forma negativa ponendo il “not” dopo il primo elemento verbale.

Cosa potrà mai significare” dopo il primo elemento verbale?” Quanti


verbi troveremo in una forma interrogativa di un verbo ordinario?
Anche questo sarà oggetto del paragrafo successivo.
Terza distinzione riguardano i verbi modali e semi modali.
Per verbo Modale si intende:

Quei verbi difettivi (e sono solo tre) che mancano del tempo dell’infinito e altri tempi verbali e che posseggono
solo il tempo presente, passato e condizionale. Si comportano come i verbi ausiliari*.

Mentre i verbi semi – modali sono:

Quei verbi che si collocano a metà tra i verbi modali e verbi ordinari. Hanno una doppia struttura per la
formazione della forma interrogativa e negativa.

Prima di passare a trattare delle ultime due categorie, cominciamo a


mostrare visivamente quali sono questi verbi che abbiamo appena
menzionato:

Verbi ausiliari To Be - To Have* (Essere – Avere)


Verbi ordinari Tutti quelli esistenti (tranne i modali e gli ausiliari)
Can (Potere)
Verbi Modali Must (Dovere)
Want (Volere)
Need (Avere bisogno)
Verbi semi-modali Dare (Osare)
Used to (essere soliti)

Ultima classificazione dei verbi riguarda quelli regolari: Per verbo


regolare si intende:

Quel verbo che al passato remoto e al participio passato aggiungono alla radice del verbo la desinenza –ed.

Quindi la formazione del passato remoto e del participio di alcune


tipologie di verbi non risulta di estrema difficoltà dato che bisogna
aggiungere solo alla radice del verbo la desinenza “- ed”.
Esempio:
“To start” Started Started
“To arrive” Arrived Arrived

Mentre per verbo irregolare si intende:

Quei verbi che effettuano la formazione del passato remoto e del participio passato attraverso la tabella
periodica dei verbi.

1.3 La tabella periodica dei Verbi


Come la chimica, anche l’inglese ha una tabella periodica,
ovviamente non dei componenti chimici, ma dei singoli verbi. E’ una
tabella molto semplice dal punto di vista strutturale in quanto è divisa
soltanto in tre colonne recanti tre forme verbali: l’infinito, il passato
remoto e il participio passato.
La sua complessità però soggiace nella irregolarità dei verbi. In
inglese ad esempio esistono circa 2010 verbi irregolari, ognuno con
una forma ben delineata e che obbliga la memorizzazione
mnemonica quando si devono utilizzare. Vogliamo vedere insieme
questa tabella periodica? Allora pronti, partenza, Via!
Infinito Passato Remoto Participio Passato
Arise Arose Arisen
Be Was / were Been
Bear Bore Born
Beat Beat Beaten
Become Became Become
Begin Began Begun
Bend Bent Bent
Bet Bet Bet / betted
Bind Bound Bound
Bite Bit Bitten / bit
Bleed Bled Bled
Blow Blew Blown
Break Broke Broken
Breed Bred Bred
Bring Brought Brought
Build Built Built
Burn Burnt Burnt
Burst Burst Burst
Buy Bought Bought
Cast Cast Cast
Infinito Passato Remoto Participio Passato
Catch Caught Caught
Choose Chose Chosen
Cling Clung Clung
Come Came Come
Cost Cost Cost
Creep Crept Crept
Cut Cut Cut
Deal Dealt Dealt
Dig Dug Dug
Do Did Done
Draw Drew Drawn
Dream Dreamt Dreamt
Drink Drank Drunk
Drive Drove Driven
Eat Ate Eaten
Fall Fell Fallen
Feed Fed Fed
Feel Felt Felt
Fight Fought Fought
Find Found Found
Fly Flew Flown
Forbid Forbade Forbidden
Forecast Forecast Forecast
Foresee Foresaw Foreseen
Forget Forgot Forgotten
Forgive Forgave Forgiven
Freeze Froze Frozen
Get Got Got / gotten
Give Gave Given
Go Went Gone
Grind Ground Ground
Grow Grew Grown
Hang Hung / hanged Hung / hanged
Have Had Had
Hear Heard Heard
Hit Hit Hit
Hide Hid Hidden
Hold Held Held
Hurt Hurt Hurt
Kneel Knelt Knelt
Keep Kept Kept
Know Knew Known
Lay Laid Laid
Lead Led Led
Lean Leant Leant
Leap Leapt Leapt
Learn Learnt Learnt
Leave Left Left
Lend Lent Lent
Infinito Passato Remoto Participio Passato
Let Let Let
Lie Lay Lain
Light Lit / lighted Lit / lighted
Lose Lost Lost
Make Made Made
Mean Meant Meant
Meet Met Met
Mistake Mistook Mistaken
Pay Paid Paid
Put Put Put
Quit Quit Quit
Read Read Read
Ride Rode Ridden
Ring Rang Rung
Rise Rose Risen
Run Run Run
Saw Sawed Sawn
Say Said Said
See Saw Seen
Seek Sought Sought
Sell Sold Sold
Send Sent Sent
Set Set Set
Sew Sewed Sewn / sewed
Shake Shook Shaken
Shine Shone Shone
Shoot Shot Shot
Show Showed Showed / shown
Shrink Shrank Shrunk
Shut Shut Shut
Sing Sang Sung
Sink Sank Sunk
Sit Sat Sit
Sleep Slept Slept
Slide Slid Slid
Smell Smelt Smelt
Speak Spoke Spoken
Spell Spelt Spelt
Spend Spent Spent
Spill Spilt Spilt
Spin Span Spun
Spit Spat Spat
Split Split Split
Spoil Spoilt Spoilt
Spread Spread Spread
Stand Stood Stood
Steal Stole Stolen
Stick Stuck Stuck
Sting Stung Stung
Infinito Passato Remoto Participio Passato
Strike Struck Struck
Swear Swore Sworn
Sweep Swept Swept
Swell Swelled Swollen
Swim Swam Swum
Swing Swung Swung
Take Took Taken
Teach Taught Taught
Tear Tore Torn
Tell Told Told
Think Thought Thought
Thrive Throve Thriven
Throw Threw Thrown
Tread Trod Trodden / trod
Understand Understood Understood
Wake Woke Woken / waked
Wear Wore Worn
Weave Wove / weaved Woven / weaved
Weep Wept Wept
Win Won Won
Wind Wound Wound
Withdraw Withdrew Withdrawn
Write Wrote Written

La prima colonna è rappresentata dall’infinito, la seconda è quella


del passato remoto e la terza è quella del participio passato.
1.4. I Verbi Ausiliari
Il primo verbo appartenente alla categoria dei verbi ausiliari che
andiamo a descriverne le caratteristiche è il verbo “essere” che in
inglese si dice “TO BE”.
Vediamo di conoscere insieme le quattro forme di questo verbo:
ossia la forma affermativa, la forma negativa, la forma interrogativa,
la forma interro – negativa.
Questo è uno dei primi verbi che viene insegnato alle scuole
elementari e medie proprio perchè di estrema semplicità. Ma se
andiamo a vedere già la forma interrogativa e quella interro negativa
tanto poi semplice non risulta essere ma non si sa perchè tutti
riescono, a differenza degli altri verbi, a usarlo meccanicamente e
spontaneamente.
Cominciamo con la forma affermativa:
VERBO “BE” FORMA AFFERMATIVA
I am Io sono
You are Tu sei
He is Egli è
She is Ella è
It is Esso è
We are Noi siamo
You are Voi siete
They are Essi sono

Dalla prima coniugazione emerge che le forme del presente del


verbo essere sono variegate:
La prima persona persona singolare fa “AM” mentre la seconda
persona singolare, prima persona plurale, seconda persona plurale e
terza persona plurale fa “ARE” e alla terza persona singolare fa “IS”.
Già da qui si evince l’irregolarità del verbo e che il discente deve
ricordare tre forme differenti di coniugazione.
La seconda differenza da notare è nella seconda persona. Sia la
forma singolare che plurale hanno la stessa declinazione verbale.
Voi vi chiederete: come si fa a capire se ci riferiamo ad un gruppo di
persone o solo a una persona?
La risposta è dettata dal contesto situazionale e quindi dal momento
e dagli interlocutori che abbiamo davanti in un determinato contesto
comunicativo.
Una frase presa singolarmente come del tipo:
“You are intelligent”
Può assumere due significati: o “Tu sei intelligente”, se l’interlocutore
al quale ci stiamo riferendo è una singola persona, oppure “Voi siete
intelligenti”, se le persone chiamate in causa sono più di una. Ecco
perché dico sempre che l’inglese deve essere visto in un contesto
situazionale e non può essere scisso da esso.
Terza differenza da notare sono le tre forme per la terza persona
singolare: HE, SHE, IT:
Il pronome personale soggetto “HE” si riferisce alle persone di sesso
maschile: infatti vuol dire “Lui”, “SHE” viene usato per le persone di
sesso femminile e vuol dire “Lei”, “IT” al contrario si riferisce a cose e
ad animali e significa “Esso”.
La forma negativa si ottiene mettendo la negazione “NOT” subito
dopo il primo elemento verbale per cui avremo:
VERBO “BE” FORMA NEGATIVA
I am not Io non sono
You are not Tu non sei
He is not Lui non è
She is not Lei non è
It is not Esso non è
We are not Noi non siamo
You are not Voi non siete
They are not Essi non sono

La forma interrogativa al contrario si effettua invertendo il verbo con


il soggetto per cui avremo:
VERBO “BE” FORMA INTERROGATIVA
Am I? Sono io?
Are you? Sei tu?
Is he? E’ lui?
Is she? E’ lei?
Is it? E’ esso?
Are we? Siamo noi?
Are you? Siete voi?
Are they? Sono loro?

La forma interro-negativa si ottiene mettendo la negazione “NOT”


subito dopo il pronome personale soggetto.
VERBO “BE” FORMA INTERRO – NEGATIVA
Am I not? Non sono?
Are you not? Non sei?
Is he not? Non è lui?
Is she not? Non è lei?
Is it not? Non è esso?
Are we not? Non siamo noi?
Are you not? Non siete voi?
Are they not? Non sono loro?

Adesso vediamo di fare una serie di frasi utilizzando le quattro


forme:
“Lui è a casa a guardare la televisione.” “He is at home watching TV:”
“Io non sono sposato.” “I am not married.”
“Sono loro a casa?” “Are they at home?”
“Non sono loro tuoi amici?” “Are they not your friends?”

1.5. Forma contratta del verbo “Be”


Quelle che abbiamo trattato nel paragrafo precedente sono
sicuramente le forme piene del verbo Essere. Molto interessante
risulta sapere che oltre a tali forme esistono le cosiddette forme
contratte o comunemente definite dai libri di testo “Short Forms”
ovvero forme brevi. Quanti di voi sicuramente avranno letto questa
frase all’interno dei propri eserciziari, Student’s books o libri
tradizionali di grammatica per cui la formula non vi sembrerà
assolutamente nuova.
Bisogna dire che le forme contratte vengono, a differenza di quelle
piene, molto usate dagli inglesi quando essi parlano e quindi nella
forma comunicativa proprio perchè sono di estrema semplificazione.
Gli inglesi amano essere sintetici quando parlano e se possono
eliminare qualche vocale o consonante lo fanno con piacere perchè
parlare comunque rappresenta uno sforzo fisico e come tale stanca.
Ovviamente bisogna stare attenti a usare le forme contratte perchè
siccome rappresentano una forma colloquiale di lingua, non possono
essere adoperate ovunque. Qunidi sarà sempre bene informarsi
prima del contesto in cui ci si trova: se si tratta di un ambiente
formale o informale, del rapporto che ci lega all’interlocutore e così
via. Ovviamente quando si scrive una lettera commerciale, le forme
contratte sono vietate proprio perchè quando si affronta un discorso
commerciale e quindi un ambiente formale, anche il registro e il tono
devono essere rigorosamente rispettati.
Ad ogni modo, visto che questo è un manuale di grammatica
inglese, ci sembra doveroso analizzare e trattare anche quest’altro
aspetto di lingua.
VERBO “BE” FORMA AFFERMATIVA CONTRATTA
I’m Io sono
You’re Tu sei
He’s Egli è
She’s Lei è
It’s Esso è
We’re Noi siamo
You’re Voi siete
They’re Essi sono

Come si può ben notare dall’esempio in tabella, per forma contratta


la vocale iniziale del verbo cade totalmente generando
un’assonanza tra il soggetto e il verbo. Ovviamente anche il modo di
pronunciare cambierà rispetto alla forma precedente (quella piena) a
tal punto avremo:
Forma piena: I am = Io sono /Ai Em/
Forma Contratta: I’m = Io sono /Ai M/
Adesso vediamo la fonetica per entrambi le categorie: forma piena e
contratta

P.s. Tratterò l’aspetto fonetico non dal punto dei segni dell’IPA (ovvero) alfabeto fonetico internazionale in quanto
il manuale è rivolto a TUTTI e ci potrebbero essere persone che non conoscono i segni fonetici dell’alfabeto
internazionale. Siccome è un manuale designato per tutti gli studenti di lingua inglese e per tutte le età dobbiamo
permettere a chiunque di poter comprendere la pronuncia di questi verbi.

Fonetica per il verbo “To Be” forma piena


I am /Ai em/ Io sono
You are /Gliu ar/ Tu sei
He is /Hi iz/ Lui è
She is /Sci iz/ Lei è
It is /It iz/ Esso è
We are /ui ar/ Noi siamo
You are /Gliu ar/ Voi siete
They are /Dei ar/ Essi sono

Fonetica Forma contratta verbo “To Be”


I’m /Aim/ Io sono
You’re /Gliu’r/ Tu sei
He’s /Hiz/ Lui è
She’s /Sciz/ Lei è
It’s /Its/ Esso è
We’re /Wiir/ Noi siamo
You’re /Gliu’r/ Voi siete
They’re /Deir/ Essi sono
Con questa struttura fonetica non dovrà risultarvi difficile saper
pronunciare e leggere correttamente le forme del verbo essere.
Continuando nel nostro excursus abbiamo da analizzare ancora due
forme contratte di questo verbo e precisamente quella negativa e
quella interro–negativa. Cominciamo da quella negativa:
VERBO “BE” FORMA NEGATIVA CONTRATTA
I’m not Io non sono
You aren’t Tu non sei
He isn’t Lui non è
She isn’t Lei non è
It isn’t Esso non è
We aren’t Noi non siamo
You aren’t Voi non siete
They aren’t Essi non sono
Ad eccezione della prima persona singolare che mantiene intatta la
vocale all’interno dell’elemento negativo: NOT, tutte le altre
coniugazioni perdono la vocale all’interno della negazione. In
sostituzione alla versione su menzionata possiamo avere anche: “I’m
not – You’re not – He’s not – She’s not – It’s not - We’re not – You’re
not – They’re not.
La forma interrogativa contratta non esiste mentre invece esiste la
forma interro-negativa.
VERBO “BE” FORMA INTERRO-NEGATIVA CONTRATTA
Aren’t I? Non sono?
Aren’t you? Non sei?
Isn’t he? Non è lui?
Isn’t she? Non è lei?
Isn’t it? Non è esso?
Aren’t we? Non siamo noi?
Aren’t you? Non siete voi?
Aren’t they? Non sono loro?

Ci sono due cose da porre in evidenza: la prima è che non esiste la


forma contratta interro negativa della prima persona singolare.
Infatti, come vedete nella tabella in alto, la forma contratta interro
negativa trae origine dalla desinenza della seconda persona
singolare “ARE” e non da “AM”. La seconda cosa da porre in enfasi
è che mentre nella forma piena del verbo Essere esistono 4 forme di
coniugazione, in quella contratta ne esistono soltanto tre, proprio
perchè la forma interrogativa contratta non esiste.
Facciamo anche qui la sezione della fonetica per questi altru due
casi prima di passare alla forma passata del Verbo Essere
Fonetica della Forma contratta negativa del verbo “To Be”
I’m not /Aim not/ Io non sono
You aren’t /Gliu arent/ Tu non sei
He isn’t /Hi iznt/ Lui non è
She isn’t /Sci iznt/ Lei non è
It isn’t /It iznt/ Esso non è
We aren’t /Ui arent/ Noi non siamo
You aren’t /Gliu arent/ Voi non siete
They aren’t /Dei arent/ Essi non sono

Fonetica della Forma contratta interro-negativa del verbo “BE”


Aren’t I? /Arent ai/ Non sono io?
Aren’t You? /Arent Gliu/ Non sei tu?
Isn’t he? /Iznt Hi/ Non è lui?
Isn’t She? /Iznt Sci/ Non è lei?
Isn’t it? /Izn’t it/ Non è esso?
Aren’t we? /Arent Ui/ Non siamo noi?
Aren’t You? /Arent Gliu/ Non siete Voi?
Aren’t They? /Arent Dei/ Non sono loro?

Adesso andremo a delineare lo stesso tempo verbale “To Be” ma dal


punto di vista del Passato Remoto.
1.6. Verbo “To Be” forma del passato remoto
Come abbiamo trattato nel paragrafo precedente della tabella
periodica dei verbi, abbiamo notato che il Verbo Essere è un verbo
irregolare. Questo lo si capisce bene poichè sia la forma passata
che quella del participio passato hanno due desinenze
completamente differenti. Nella forma passata il verbo essere flette
nelle sue due forme: “WAS / WERE” coniugate in base al soggetto.
“WAS” lo troviamo nella prima persona singolare e terza persona
singolare mentre “WERE” lo troviamo in tutte le altre persone – e
quindi seconda persona plurale, seconda persona singolare, terza
persona plurale, prima persona plurale.
Forma affermativa del Verbo “Be” Passato Remoto
I Was Io ero
You Were Tu eri
He Was Egli era
She Was Ella era
It Was Esso era
We Were Noi eravamo
You Were Voi eravate
They Were Essi erano

La forma interrogativa del verbo si otterrà, come effettuato per il


presente, invertendo il verbo con il soggetto e quindi: Forma
interrogativa Verbo Essere passato remoto
Was I? Ero Io?
Were you? Eri tu?
Was he? Era lui?
Was she? Era lei?
Was it? Era esso?
Were we? Eravamo noi?
Were you? Eravate voi?
Were they? Erano loro?

La forma negativa si otterrà invece inserendo il “NOT” subito dopo il


primo elemento verbale. Forma negativa del Verbo Essere passato
remoto
I was not Io non ero
You were not Tu non eri
He was not Lui non era
She was not Lei non era
It was not Esso non era
We were not Noi non eravamo
You were not Voi non eravate
They were not Essi non erano

La forma interro–negativa si otterrà mettendo la negazione subito


dopo il pronome personale soggetto e quindi:
Was I not? Non ero?
Were you not? Non eri tu?
Was he not? Non era lui?
Was she not? Non era lei?
Was it not? Non era esso?
Were we not? Non eravamo noi?
Were you not? Non eravate voi?
Were they not? Non erano loro?

Come nella forma presente del verbo, anche nella forma passata
abbiamo la cosiddetta “short form” cioè la cosiddetta forma contratta.
La cosa da dire è che però la forma contratta al passato remoto della
forma affermativa non esiste mentre invece è presente in quella
della forma presente. Secondo voi perché non esiste?
La risposta è da ricercare nella questione della somiglianza verbale
tra i due tempi. La forma contratta consiste nell’incorporare il verbo –
attraverso una riduzione di elementi – all’interno del pronome
personale soggetto.
Se noi prendiamo la forma affermativa di seconda persona
singolare: “YOU ARE” e la seconda persona singolare del passato
remoto “YOU WERE” notiamo che entrambi hanno la stessa forma
di chiusura verbale, per cui una forma contratta del tempo presente
è:
YOU ARE - YOU’RE
YOU WERE - YOU’RE (e quindi non sarebbe possible)
Si andrebbe a creare il problema temporale tra i due verbi ecco
perché non esiste forma contratta della forma affermativa del
passato remoto.
Per cui ci limiteremo a trattare soltanto le forme contratte previste dal
questo tempo verbale e ovvero: la forma interro negativa e quella
negativa. Partiamo da quella negativa:
I wasn’t Io non ero
You weren’t Tu non eri
He wasn’t Lui non era
She wasn’t Lei non era
It wasn’t Esso non era
We weren’t Noi non eravamo
You weren’t Voi non eravate
They weren’t Essi non erano

Come si può ben notare la forma negativa del “NOT” si aggiunge


direttamente al verbo formando così un unico elemento. Nella forma
interro negativa avremo:
Wasn’t I? Non ero io?
Weren’t you? Non eri tu?
Wasn’t he? Non era lui?
Wasn’t she? Non era lei?
Wasn’t it? Non era esso?
Weren’t we? Non eravamo noi?
Weren’t you Non eravate voi?
Weren’t they? Non erano loro?

Come si può ben notare la forma contratta interro negativa – rispetto


alla forma del presente del verbo essere – esiste nella prima
persona singolare nel passato remoto mentre se vi ricordate bene,
non esiste nella forma del presente la cui desinenza trae origine
dalla seconda persona singolare. Per cui avremo:
Wasn’t I? Aren’t I?
Non ero? Non sono?

Come potete ben notare già dal primo verbo esistono alcune
differenze strutturali e grammaticali, immaginate cosa succede a tutti
quei verbi tipo futuro, condizionale, passato remoto etc etc che
possiedono diversi modi di esprimere un’azione, e che di sicuro
analizzeremo all’interno di questo volume.
Prima di lasciare il verbo essere non possiamo dimenticarci di dare
qualche nozione di fonetica anche sulla lettura e pronuncia del verbo
Essere al passato remoto e precisamente.
Fonetica Forma passata del verbo “To Be” affermativa
I was /Ai Woz/ Io ero
You Were /Gliu uer/ Tu eri
He Was /Hi uoz/ Lui era
She Was /Sci uoz/ Lei era
It was /It uoz/ Esso era
We were /Ui uer/ Noi eravamo
You were /Gliu uer/ Voi eravate
They were /Dei uer/ Essi erano

Fonetica Forma del Verbo Essere passato remoto negativa


I was not /Ai uoz not/ Io non ero
You were not /Gliu uer not/ Tu non eri
He was not /He uoz not/ Lui non era
She was not /Sci uoz not/ Lei non era
It was not /It uoz not/ Esso non era
We were not /Ui uer not/ Noi non eravamo
You were not /Gliu uer not/ Voi non eravate
They were not /Dei uer not/ Essi non erano

Fonetica Forma del Verbo Essere passato remoto contratta negativa


I wasn’t /ai uoznt/ Io non ero
You weren’t /Gliu uerent/ Tu non eri
He wasn’t /Hi uoznt/ Lui non era
She wasn’t /Sci waznt/ Lei non era
It wasn’t /It uoznt/ Esso non era
We weren’t /ui uerent/ Noi non eravamo
You weren’t /Gliu uerent/ Voi non eravate
They weren’t /Dei uerent/ Essi non eravamo

Fonetica Forma del Verbo Essere passato remoto contratta interro


negativa
Wasn’t I? /uoznt Ai/ Non ero?
Weren’t You? /uerent gliu/ Non eri
Wasn’t He? /uoznt hi/ Non era lui?
Wasn’t she? /uoznt sci/ Non era lei?
Wasn’t it? /uoznt it/ Non era esso?
Weren’t we? /uerent ui/ Non eravamo Noi?
Weren’t you? /uerent gliu/ Non eravate voi?
Weren’t they? /uerent dei/ Non erano loro?

Fonetica Forma del Verbo Essere passato remoto interrogativa


Was I? /uoz Ai/ Ero io?
Were You? /uer gliu/ Eri tu?
Was He? /uoz hi/ Era lui?
Was she? /uoz sci/ Era lei?
Was it? /uoz it/ Era esso?
Were We? /uer ui/ Eravamo Noi?
Were You? /uer gliu/ Eravate voi?
Were they? /uer dey/ Erano loro?

Fonetica Forma del Verbo Essere passato remoto interro – negativa


Was I not? /uoz Ai not/ Non ero io?
Were you not? /uer gliu not/ Non eri tu?
Was he not? /uoz hi not/ Non era lui
Was she not? /uoz sci not/ Non era lei?
Were we not? /uer ui not/ Non eravamo noi?
Were you not? /uer gliu not/ Non eravate Voi?
Were they not? /uer dei not/ Non erano loro?

Adesso passiamo ad un’altra forma del Verbo essere che è quella


idiomatica. La forma idiomatica è una particolare costruzione in cui il
verbo in questione assume un significato differente da quello
originario. Vediamo cosa succede nel Verbo “To Be” in forma
idiomatica.
1.7. Forma Idiomatica del verbo “Be”
FORME IDIOMATICHE DEL VERBO “BE”
To be hungry Avere fame
To be thirsty Avere sete
To be hot Avere caldo
To be cold Avere freddo
To be homesick Avere nostalgia di casa
To be seasick Avere mal di mare
To be wrong Avere torto
To be right Avere ragione
To be feverish Avere decimi di febbre
To be sleepy Avere sonno
To be in a hurry Andare di fretta
To be in time Essere in tempo
To be late Fare tardi
To be early Essere in anticipo
To be busy Essere impegnato
To be angry Essere arrabbiato
To be afraid Avere paura
To be frightened Essere spaventato
To be sorry Essere dispiaciuto
To be ashamed Avere vergogna

Come si può notare in queste espressione il verbo “BE” ha tutt’altro


significato rispetto a al nostro tradizionale verbo essere. Infatti
notiamo anche una sostanziale differenza con la nostra lingua
italiana e non vi nascondo che è molto semplice per un parlante
italiano incorrere in errori di traduzione dall’italiano all’inglese,
perché un parlante italiano è tentato soventemente ad usare la sua
principale forma verbale – ovvero il verbo avere – piuttosto che
immedesimarsi nella formula inglese. Ovviamente, per non incorrere
in errori, anche queste forme devono essere apprese a memoria ed
esercitate il più possibile. Soltanto con la forza dell’abitudine e
dell’esercitazione si eviteranno di commettere sbagli.
Adesso possiamo finalmente lasciare il verbo Essere per passare al
secondo dei verbi Ausiliari chiamato: “Avere” ovvero “To Have”.
1.8 Il Verbo “To Have”
Il Verbo “To Have” e quindi “Avere”, è il secondo verbo ausiliare che
andremo a vedere. Ovviamente questo verbo è di estrema
importanza perchè delinea diverse caratteristiche. Oltre alla sua
funzione base (verbo ausiliare), il verbo “Have” viene usato per
formare in inglese i tempi composti come: (passato prossimo,
trapassato remoto, condizionale passato, futuro anteriore) e così via.
Prima di descrivere le sue caratteristiche e il suo utilizzo passiamo
prima per la declinazione del verbo nelle sue quattro forme:
affermativa, negativa, interrogativa e interro – negativa.
TO HAVE: forma affermativa
I have got Io ho
You have got Tu hai
He has got Lui ha
She has got Lei ha
It has got Esso ha
We have got Noi abbiamo
You have got Voi avete
They have got Essi hanno

La forma negativa del verbo si ottiene mettendo il “NOT” subito dopo


l’elemento verbale e quindi:
TO HAVE: forma negativa
I have not got Io non ho
You have not got Tu non hai
He has not got Lui non ha
She has not got Lei non ha
It has not got Esso non ha
We have not got Noi non abbiamo
You have not got Voi non avete
They have not got Essi non hanno

La forma interrogativa invece si effettua l’inversione tra il soggetto e


il verbo per cui avremo:
TO HAVE: forma interrogativa
Have I got? Ho io?
Have you got? Hai tu?
Has he got? Ha lui?
Has she got? Ha lei?
Has it got? Ha esso?
Have we got? Abbiamo noi?
Have you got? Avete voi?
Have they got? Hanno loro?

La forma interro negativa del verbo si ottiene mettendo il “NOT”


subito dopo il soggetto come ad esempio:
TO HAVE: forma interro negativa
Have I not got? Non ho io?
Have you not got? Non hai tu?
Has he not got? Non ha lui?
Has she not got? Non ha lei?
Has it not got? Non ha esso?
Have we not got? Non abbiamonoi?
Have you not got? Non avete voi?
Have they not got? Non hanno loro?

Vediamo come si pronuncia il verbo “HAVE”. /Hev/


Forma fonetica verbo “Have” forma affermativa:
I have /Ai hev/ Io ho
You Have /Gliu hev/ Tu hai
He has /Hi hez/ Lui ha
She Has /Sci hez/ Lei ha
We have /Ui hev/ Noi abbiamo
You have /Gliu hev/ Voi avete
They have /Dei hev/ Essi hanno

Come si può vedere, il verbo avere presenta un uguale coniugazione


del verbo eccetto alla terza persona singolare che al posto di
“HAVE” porta “HAS”
Forma fonetica verbo “Have” forma negativa
I have not /Ai hev not/ Io non ho
You have not /Gliu hev not/ Tu non hai
He has not /Hi hez not/ Lui non ha
She has not /Sci hez not/ Lei non ha
We have not /Ui hev not/ Noi non abbiamo
You have not /gliu hev not/ Voi non avete
They have not /Dei hev not/ Essi non hanno

Forma fonetica verbo “Have” forma interrogativa


Have I? /Hev Ai/ Ho io?
Have you? /Hev gliu/ Hai tu?
Has he? /Hez hi/ Ha lui?
Has she? /Hez sci/ Ha lei
Have we? /hev ui/ Abbiamo noi?
Have you? /hev gliu/ Avete voi?
Have they? /hev dei/ Hanno loro?

Forma fonetica verbo “Have” forma interro negativa


Have I not? /Hev Ai not/ Non ho io?
Have you not? /Hev gliu not/ Non hai tu?
Has he not? /Hez hi not/ Non ha lui?
Has she not? /Hez sci not/ Non ha lei?
Has it not? /Hez it not/ Non ha esso?
Have we not? (Hev ui not/ Non abbiamo noi?
Have you not? /Hev gliu not/ Non avete voi?
Have they not? /Hev dei not/ Non hanno loro?

Solitamente il verbo “Have” viene seguito dal rafforzativo “GOT” che


ne denota il possesso ma non viene sempre utilizzato. Il “GOT” si
usa quando una persona o un oggetto detengono un qualcosa di
materiale. Per oggetto materiale si intende un oggetto che si può
vedere e toccare.
Vediamo quali sono gli usi del Verbo Avere.
Verbo “To Have” utilizzo
Il verbo “To have” si usa:
Denotare possesso di un qualcosa. In tal caso è “I have got a new car”
seguito dal rafforzativo “Got” “Io ho una nuova macchina”
“I have been to London.”
Per formare tempi composti
“Sono stato a Londra”
“I have breakfast at 8.00 a.m.”
Nelle forme idiomatiche del verbo “Avere”
“Faccio colazione alle ore 8.00”

Se io mi riferisco a cose astratte il “GOT” lo ometto: è il caso ad


esempio delle malattie come ad esempio:
“Ho un forte mal di testa.”
Diventa
“I have a strong headache.”
Proprio perchè il mal di testa non è un qualcosa che si vede e si
tocca ma bensì si avverte.
La stessa cosa vale quando esprimiamo una cosa che possediamo
frequentemente – e quindi l’ausilio degli avverbi di frequenza.
Esempio:
“Ho spesso mal di testa.” “I often have a headache.”

FOCUS ON THE LANGUAGE

“Rafforzativo “Got”
Già avete conosciuto questa sezione quando avete letto “I LOVE
ENGLISH vol. 1 dove abbiamo dedicato sezioni extra all’interno delle
unità proprio per spiegare al meglio determinati concetti. In questo
paragrafo, che inaugura la sezione del Focus on the Language,
analizzeremo la particella “GOT”

Non significa nulla (nella sua azione di possesso), nell’ atto della traduzione ma solo a
connotare un rafforzativo verbale
Deriva dal verbo “GET” che è un verbo polisemantico. Se andiamo ad aprire il dizionario di
lingua inglese troveremo innumerevoli significati legati a questo verbo, nonché i molteplici
GOT
usi che ne vengono fatti in grammatica: uno dei tanti è la cosiddetta forma riflessiva che
avete già incontrato nella sezione dei pronomi (vedi il capitolo omonimo)
Lo troviamo solo quando la persona possiede un oggetto che sia tangibile e materiale, non
con cose astratte.

Molto importante è anche la forma contratta del verbo Avere


Forma contratta del verbo “To Have” affermativa
I’ve got /Aiv gat/ Io ho
You’ve got /Gliuv gat/ Tu hai
He’s got /Hiz gat/ Lui ha
She’s got /sciz got/ Lei ha
It’s got /Its gat/ Esso ha
We’ve got /Uiv gat/ Noi abbiamo
You’ve got /gliuv gat/ Voi avete
They’ve got /deiv gat/ Essi hanno

Forma contratta del verbo “To Have” negativa


I haven’t got /Ai hevn’t gat/ Io non ho
You haven’t got /Gliu hevn’t gat/ Tu non hai
He hasn’t got /Hi heznt gat/ Lui non ha
She hasn’t got /Sci heznt gat/ Lei non ha
It hasn’t got /It heznt gat/ Esso non ha
We haven’t got /ui hevnt gat/ Noi non abbiamo
You haven’t got /gliu hevn’t gat/ Voi non avete
They haven’t got /Dei hevn’t gat/ Essi non hanno

Forma contratta del verbo “To Have” forma interro-negativa


Haven’t I got? /Hevn’t Ai gat/ Non ho io?
Haven’t you got? /Hevn’t gliu gat/ Non hai tu?
Hasn’t he got? /Heznt hi gat/ Non ha lui?
Hasn’t she got? /Heznt sci gat/ Non ha lei?
Hasn’t it got? /Heznt it gat/ Non ha esso?
Haven’t we got? /Hevnt ui gat/ Non abbiamo noi?
Haven’t you got? /Hevnt gliu gat/ Non avete voi?
Haven’t they got? /Hevnt dei gat/ Non hanno loro?

Bisogna inoltre dire che il verbo “Have” è anche considerato un


verbo ordinario per cui detiene un’altra forma interrogativa e
negativa servendosi dell’ausiliare “DO/DOES”. Vediamo anche
queste altre due forme:
Forma interrogativa
Do I have? Ho io?
Do you have? Hai tu?
Does he have? Ha lui?
Does she have? Ha lei?
Does it have? Ha esso?
Do we have? Abbiamo noi?
Do you have? Avete voi?
Do they have? Hanno loro?

Da notare che se decidiamo di trattare il verbo avere come verbo


ordinario il “GOT” che è presente nella precedente versione viene
totalmente omesso.
Quindi possiamo dedurre che una forma interrogativa del verbo
“Have” posso effettuarla nei due modi:

1) in forma ausiliare 2) come verbo ordinario

Quindi se io ho una frase interrogativa del verbo avere posso


decidere di tradurla in:
“Hai tu un libro?”
Have you got a book? Oppure: Do you have a book?

La stessa cosa si potrebbe dire per la forma negativa in cui esiste


anche qui la possibilità di crearla con il “DO” e “DOES” per cui
avremmo:
I do not have Io non ho
You do not have Tu non hai
He does not have Lui non ha
She does not have Lei non ha
It does not have Esso non ha
We do not have Noi non abbiamo
You do not have Voi non avete
They do not have Essi non hanno

Anche qui il “GOT” viene omesso per la stessa regola che abbiamo
espresso nella pagina precedente.
Anche qui vale la stessa regola della forma interrogativa. Se voglio
creare la forma negativa del verbo avere posso scegliere tra due tipi
di forme: quella ausiliare e quella ordinaria.
Esempio: Lui non ha una casa.
He hasn’t got a house Or: He doesn’t have a house

Adesso passeremo ad analizzare anche in questo caso le forme


idiomatiche del verbo Avere.
Forme idiomatiche del verbo “To Have”
In lingua inglese, ci sono molte espressioni usate con il verbo
“AVERE” dove quest’ultimo non denota un’azione di possesso ma
assume tutt’altro significato. Ecco perché le chiamiamo espressioni
idiomatiche. In queste espressioni, l’unica forma interrogativa e
negativa accettata è quella con l’ausiliare “DO/DOES” proprio perché
il verbo “TO HAVE” non essendo un verbo ausiliare non può essere
trattato diversamente. Vediamo insieme quali sono queste
espressioni idiomatiche:
FORME IDIOMATICHE DEL VERBO “TO HAVE”
TO HAVE BREAKFAST FARE COLAZIONE
TO HAVE LUNCH PRANZARE
TO HAVE DINNER CENARE
TO HAVE A SHOWER FARE UNA DOCCIA
TO HAVE A REST RIPOSARE
TO HAVE A WALK FARE UNA PASSEGGIATA
TO HAVE A PARTY FARE UNA FESTA
TO HAVE A NAP FARE UN SONNELLINO
TO HAVE A DREAM FARE UN SOGNO
TO HAVE A MEETING FARE UNA RIUNIONE
TO HAVE A CHAT FARE UNA CHIACCHIERATA
TO HAVE A DRINK BERE QUALCOSA
TO HAVE A SNACK FARE UNO SPUNTINO
TO HAVE TEA PRENDERE IL THE’
TO HAVE A RIDE ON A BYCICLE FARE UN GIRO IN BICICLETTA
TO HAVE A RIDE ON A HORSE FARE UNA CAVALCATA
TO HAVE A SWIM FARE UNA NUOTATA
TO HAVE A GAME FARE UNA PARTITA
TO HAVE A BREAK FARE UNA PAUSA
TO HAVE A HOLIDAY FARE UNA VACANZA
TO HAVE A JOURNEY FARE UN VIAGGIO
TO HAVE A GOOD TIME DIVERTIRSI
TO HAVE A LOOK AT DARE UN OCCHIATA A…
TO HAVE A TALK FARE UNA CONVERSAZIONE

In tutte queste espressioni – come ben potete notare – il verbo


Avere assume altri significati per cui non denotando possesso perde
la sua funzione di verbo ausiliare per divenire verbo ordinario.
Ed è proprio di questi verbi che tra poco andremo a parlare, non
prima però di avervi parlato della forma del passato remoto del verbo
Avere.
1.9. Forma passata del verbo Avere “Had”
Il verbo “HAVE” è esattamente come il verbo “BE”:
Entrambi sono:
BE HAVE
VERBO AUSILIARE VERBO AUSILIARE e ordinario
VERBO IRREGOLARE VERBO IRREGOLARE

Il paradigma verbale del verbo “HAVE” è:


HAD /hed/ (PASSATO REMOTO)
HAD /hed/ (PARTICIPIO PASSATO)

Il che vuol dire che se io voglio fare il passato remoto del suddetto
verbo devo rifarmi alla seconda colonnina della tabella periodica dei
verbi.
A differenza del tempo presente – in cui assistiamo ad un cambio di
declinazione soprattutto nella terza persona singolare che da
“HAVE” passiamo a “HAS” – nel passato remoto la questione è
molto più semplice perché tutte le desinenze - dalla prima persona
singolare alla terza persona plurale – sono tutte “HAD”.
Vediamo di coniugare il verbo avere nella forma affermativa del
passato remoto:
I had Io avevo
You had Tu avevi
He had Lui aveva
She had Lei aveva
It had Esso aveva
We had Noi avevamo
You had Voi avevate
They had Essi avevano

Come si può ben notare, il verbo mantiene la stessa struttura per


tutte le sue forme lasciando invariato il verbo soprattutto nella terza
persona singolare – dove invece per la forma del presente, abbiamo
la “S” che invece non figura nella forma del passato remoto”.

“Lei aveva delle macchine.”


“She had got some cars.”

Non esiste la forma “Hads”. E’ un errore.


La forma negativa, interrogativa ed interro negativa viene effettuata
solo con l’ausilare “DO” che però essendo passato remoto diventa
“DID”.
VERBO “HAD”: FORMA NEGATIVA
I did not have Io non avevo
You did not have Tu non avevi
He did not have Lui non aveva
She did not have Lei non aveva
It did not have Esso non aveva
We did not have Noi non avevamo
You did not have Voi non avevate
They did not have Essi non avevano

Come si può notare nella forma negativa al passato remoto del


verbo “HAVE”, la struttura non segue quella che abbiamo visto nei
paragrafi precedenti ma bensì cambia leggermente. Innanzitutto
quando si effettua la forma negativa al passato remoto del verbo
avere si ricorre all’ausiliare “DO” che però essendo riferito al passato
remoto deve essere “DID” - poiché “DO” implica un tempo verbale
presente per cui non conforme a quello che stiamo trattando.
Inoltre, siccome la forma del passato remoto è espressa già dal
“DID”, il verbo che deve seguire deve essere all’infinito senza il “TO”
e quindi “HAVE”. Da queste due unioni “DID” + “HAVE” deriva la
forma passata negativa del verbo avere.
Lo stesso accadrà anche per la forma interrogativa e interro negativa
con la sola eccezione che trattandosi di una domanda assisteremo
all’inversione degli elementi: ovvero soggetto e verbo.
VERBO “HAD”: FORMA INTERROGATIVA
Did I have? Avevo io?
Did you have? Avevi tu?
Did he have? Aveva lui?
Did she have? Aveva lei?
Did it have? Aveva esso?
Did we have? Avevamo noi?
Did you have? Avevate voi?
Did they have? Avevano loro?

Come si può ben notare la prima forma ad apparire nella struttura


interrogativa è il “DID” seguito dal “SOGGETTO” e poi dal verbo in
forma infinitiva “HAVE”. Questa è la classica forma di costruzione del
passato remoto inglese con i verbi ordinari.
Vediamo adesso la forma interro negativa

Did I not have? Non avevo io?


Did you not have? Non avevi tu?
Did he not have? Non aveva lui?
Did she not have? Non aveva lei?
Did it not have? Non aveva esso?
Did we not have? Non avevamo noi?
Did you not have? Non avevate voi?
Did they not have? Non avevano loro?

In questa forma invece abbiamo che il primo elemento sempre resta


il DID seguito da il soggetto ma prima del verbo “HAVE” troviamo
l’elemento negativo che è il “NOT”.
Adesso, visto che abbiamo visto la forma intera del verbo passiamo
alla forma contratta. Anche qui la forma contratta riguarda solo la
forma negativa e interro negativa.
Partiamo dall’analisi della forma negativa:
I didn’t have Io non avevo
You didn’t have Tu non avevi
He didn’t have Lui non aveva
She didn’t have Lei non aveva
It didn’t have Esso non aveva
We didn’t have Noi non avevamo
You didn’t have Voi non avevate
They didn’t have Essi non avevano
La forma contratta negativa del verbo si ottiene incorporando la
negazione “NOT” nell’ausiliare “DID” generando quindi “DIDN’T”.
La forma interro negativa al contrario abbiamo il “DIDN’T” +
“SOGGETTO” + “VERBO” proprio come mostrato nella tabella
seguente:
Didn’t I have? Non avevo io?
Didn’t you have? Non avevi tu?
Didn’t he have? Non aveva lui?
Didn’t she have? Non aveva lei?
Didn’t it have? Non aveva esso?
Didn’t we have? Non avevamo noi?
Didn’t you have? Non avevate voi?
Didn’t they have? Non avevano loro?

Ricordate che il verbo “HAD” oltre ad essere il passato remoto del


verbo avere e il participio passato, viene anche comunemente usato
per la formazione dei seguenti tempi verbali:
TRAPASSATO REMOTO
TRAPASSATO REMOTO PROGRESSIVO
Mentre il verbo HAVE viene impiegato – oltre ad esprimere il verbo
avere nella forma presente – anche nella formazione dei seguenti
tempi verbali:

PASSATO PROSSIMO SEMPLICE


PASSATO PROSSIMO PROGRESSIVO
e anche nella formazione combinativa del:
CONDIZIONALE PASSATO.

Il verbo Essere “BE” - oltre ad esprimere il verbo ausiliare “Essere”, -


viene impiegato per la formazione dei seguenti tempi verbali:

PRESENTE PROGRESSIVO
FORMA PASSIVA

Dopo aver trattato anche dell’aspetto del verbo avere, passiamo a


trattare l’altra categoria dei verbi che sono quelli “ORDINARI”.
1.10. I verbi Ordinari
Nei paragrafi precedenti abbiamo trattato sia della classificazione dei
verbi delineandoli in – regolari, irregolari, ausiliari, ordinari e modali
spiegandone il loro significato anche attraverso l’ausilio di numerosi
esempi – sia la trattazione singola dei verbi ausiliari come quella del
verbo essere e quella del verbo avere.
In questo paragrafo ci soffermiamo a trattare la caratteristica dei
verbi ordinari che – ovviamente – si differiscono dai verbi ausiliari
nella coniugazione.
Vediamo di stabilire cosa sia un verbo ordinario.

Per verbi ordinari si intendono tutti quei verbi (tranne essere e avere) che effettuano la forma interrogativa,
negativa e interro negativa utilizzando l’ausiliare “DO/DOES” al presente e “DID” al passato remoto.

Voi vi chiederete cosa sia questo “DO” di cui parliamo tanto ma di


questo aspetto dovrete pazientare ancora un pochino finchè non
giungeremo a trattare della forma negativa ed interrogativa dei verbi
ordinari. Questo paragrafo per il momento focalizza la forma
affermativa dei verbi che ovviamente anche questa suscita grande
interesse anche se non desta molta difficoltà come invece possa
destare una forma interrogativa o negativa, per cui state tranquilli
che non entrerete in crisi, perché la sua formazione possiamo
definirla “automatica” per cui se si conosce il verbo la coniugazione
diventa semplice.
In questo paragrafo tratteremo della forma affermativa dei verbi
ordinari al tempo presente mentre in quello successivo ne parleremo
al tempo passato.
Cominciamo a dire che in inglese tutti – tranne i verbi ausiliari
(Essere – avere*) e quelli modali e semi – modali – si definiscono
verbi ordinari. Questi verbi hanno tutti una forma infinitiva – cioè
sono preceduto dal “TO” come ad esempio “TO WORK, TO STUDY”
e così via - e sono rintracciabili nella tabella periodica dei verbi se
sono irregolari.
La forma del presente semplice di un verbo ordinario deriva
dall’infinito del verbo SENZA “TO”. Il che vuol dire che se io voglio
coniugare un verbo ordinario al presente semplice dovrò eliminare
solo il “TO” che lo precede e procedere alla normale coniugazione.
Facciamo un esempio pratico scegliendo un verbo semplice come:
1.11 TO WORK
Questo verbo è espresso alla forma infinitiva come lo si può ben
notare dalla preposizione “TO” che precede il verbo. Supponiamo
che io volessi tradurlo al presente, dovrò eliminare il “TO” ed inserire
– proprio come faccio per la coniugazione di un verbo italiano – il
pronome personale soggetto corrispondente al verbo – esempio: io
lavoro, tu lavori etc etc.
Facciamo un esempio di coniugazione comparata tra la lingua
italiana e quella inglese di questo verbo lavorare:
I work Io lavoro
You work Tu lavori
He works Lui lavora
She works Lei lavora
It works Esso lavora
We work Noi lavoriamo
You work Voi lavorate
They work Essi lavorano

Cosa notiamo in questa prima forma? Notiamo che la lingua italiana


rispetto alla lingua inglese è sicuramente più desinenziale. Se
andiamo a paragonare i due sistemi linguistici notiamo che il verbo
essere coniugato al presente presenta diverse desinenze abbinate ai
diversi pronomi personali soggetto: - (O, I, A. AMO, ATE, ANO) –
mentre in inglese il verbo sembra essere statico – tutti con “WORK”
– tranne alla terza persona singolare che troviamo l’aggiunta della
“S” al verbo principale.
Il problema della “S” è un problema fondamentale che si trova in
lingua inglese non solo per la coniugazione del tempo verbale di
terza persona singolare ma anche nella questione del plurale dei
sostantivi.
In questo nostro esempio – nel verbo “TO WORK”, l’aggiunta della
“S” non desta alcun tipo di problema, ma se invece avessimo dei
verbi terminanti per:
O
SH
CH
S

Alla terza persona devono cambiare obbligatoriamente la loro


desinenza che da “S” devono passare a “ES”. Facciamo un
esempio:
Se io prendo il verbo cercare “TO SEARCH”, verbo comunemente
sentito nel linguaggio colloquiale e odierno da parte di tutti visto che
il suo impiego è ampliamente utilizzato nel settore informatico,
notiamo che come parte finale del verbo c’è un suono consonantico
dettato dalla presenza della “C” + “H” che unita diventa “CH”. Se io
volessi coniugare questo verbo al presente semplice avremmo:
I search Io cerco
You search Tu cerchi
He searches Lui cerca
She searches Lei cerca
It searches Esso cerca
We search Noi cerchiamo
You search Voi cercate
They search Essi cercano

Come potete ben notare a parte la staticità del verbo nelle varie
persone, la terza persona singolare subisce una variazione ovvero
nell’aggiunta della “S” finale premette la “E”
Se invece abbiamo un verbo terminante in “Y” e quest’ultima è
preceduta da una consonante avremmo che la “Y” cambia in “IES”
prima di aggiungere la “S”.
Prendiamo ad esempio il verbo “TO STUDY” e passiamo alla
coniugazione:
I study Io studio
You study Tu studi
He studies Lui studia
She studies Lei studia
It studies Esso studia
We study Noi studiamo
You study Voi studiate
They study Essi studiano
Notate che alla terza persona la “Y” scompare proprio perché
quest’ultima è preceduta da una consonante e al suo posto viene
sostituita da “IES”.
Adesso vediamo cosa succede con la forma negativa di un verbo
ordinario.
La forma negativa del verbo ordinario si ottiene utilizzando l’ausiliare
DO / DOES seguito dal “NOT”.
Vediamo di comprendere cosa sia questo “DO”
Vi sarà sicuramente capitato di vedere le forme negative ed
interrogative di un verbo ordinario e quante volte vi sarete chiesti
cosa potesse mai significare quella particella che tanto angoscia gli
apprendenti di lingua inglese.
Ogni volta che faccio i corsi di lingua tutti mi chiedono sempre il
significato di questa particella, perché non sanno mai come fare la
trasposizione italiana di una versione inglese.
C’è da dire che il “DO” rappresenta un verbo ausiliare. Non è una
particella senza significato. Esso è un vero e proprio verbo per di più
irregolare come ben si può notare dalla tabella periodica dei verbi.
Il verbo significa “FARE” e nella tabella periodica dei verbi figura:

TO DO DID DONE

La prima colonna rappresenta l’infinito, la seconda rappresenta il


passato remoto e la terza invece il participio passato.
Se vogliamo parlare della forma del presente basterà prendere dalla
prima colonna il verbo all’infinito ed eliminare il “TO”.
Coniughiamo il seguente verbo attraverso la traduzione comparativa:
I do Io faccio
You do Tu fai
He does Lui fa
She does Lei fa
It does Esso fa
We do Noi facciamo
You do Voi fate
They do Essi fanno

Alla terza persona singolare abbiamo la “ES” proprio perché il verbo


- come delineato nel paragrafo precedente – termina per “O” per cui
per la famosa regola grammaticale aggiunge “ES” e non
semplicemente “S”.
Alla forma negativa il verbo aggiunge la particella NOT subito dopo
l’ausiliare e quindi diviene:
I do not
You do not
He does not
She does not
It does not
We do not
You do not
They do not

Di cui la forma contratta:


I don’t
You don’t
He doesn’t
She doesn’t
It doesn’t
We don’t
You don’t
They don’t

Nella forma negativa, questo verbo “DO” con il significato di “FARE”


annulla il suo significato fungendo così da ausiliare nei confronti del
verbo principale reggente – ovvero che lo segue – quindi potremmo
definirlo come aiuto, come sostegno e in tale contesto non viene
tradotto.
Prendendo un semplice verbo ed effettuiamo la forma negativa.
Il verbo in questione è
1.12 “TO TEACH”
È un verbo irregolare, in forma infinitiva e significa “insegnare”.
Termina per “CH” per cui la sua forma affermativa alla terza persona
sarà in “ES” e quindi “TEACHES”.
Vediamo però cosa accade nella forma negativa mettendola a
confronto con quella affermativa.
I don’t teach Io non insegno
You don’t teach Tu non insegni
He doesn’t teach Lui non insegna
She doesn’t teach Lei non insegna
It doesn’t teach Esso non insegna
We don’t teach Noi non insegnamo
You don’t teach Voi non insegnate
They don’t teach Essi non insegnano

Mettendo a confronto la forma negativa con quella affermativa


abbiamo:
I teach Io insegno
You teach Tu insegni
He teaches Lui insegna
She teaches Lei insegna
It teaches Esso insegna
We teach Noi insegnamo
You teach Voi insegnate
They teach Essi insegnano

Come si può ben notare dal confronto: emerge che alla terza
persona singolare, il verbo “TEACH” aggiunge la “ES” mentre questa
sparisce del tutto nella forma negativa. Perché? La risposta
soggiace nel fatto che la “S” non è che viene tolta, esiste sempre
anche se non la si vede visivamente, essa è contenuta nell’ausiliare
“DO”, ecco perché diventa “DOESN’T” e non “DON’T” per cui il
verbo che lo segue deve essere obbligatoriamente in forma infinitiva.
Adesso non ci resta che trattare come ultima spiaggia del nostro
capitolo le ultime due forme che sono: la forma interrogativa e quella
negativa.
La forma interrogativa desta sempre grande angoscia quando
bisogna studiarla perché gli inglesi godono di questa differenza tra
verbi ausiliari e verbi ordinari che non risulta presente nella nostra
lingua italiana.
Cercherò in questo paragrafo di farla divenire più semplice possibile
magari mostrando anche la differenza ove possibile con i paragrafi
precedenti in modo da farvi avere un’idea e una visione sicuramente
più completa e chiara.
Premettiamo che in questo paragrafo, come in quello precedente
l’ausiliare “DO” ne fa da padrone per cui diventa anche qui un
aspetto fondamentale se non essenziale della nostra trattazione,
anzi possiamo con grande tranquillità e con enorme agio asserire
che tutto il paragrafo ruota intorno al “DO”.
Vediamo di comprendere come funziona la forma interrogativa:
partiamo dalla differenza tra verbo ausiliare e verbo ordinario:

Verbo Ausiliare: Inversione tra Soggetto e Verbo.


Esempio: Are you at school?
Quindi come si può ben notare dall’esempio su menzionato, la
regola generica per la composizione della forma interrogativa è
quella del:

DO + SOGGETTO + VERBO (SENZA TO)

Vediamo di fare una coniugazione del tempo presente di un verbo:


Prendendo come riferimento un verbo comune come “TO GO” che
vuol dire “ANDARE” avremmo:

Verbo Ordinario: Do /Does + soggetto + infinito del verbo senza


“TO”
Esempio: Do you work at school?

Do I go? Vado io?


Do you go? Vai tu?
Does he go? Va lui?
Does she go? Va lei?
Does it go? Va esso?
Do we go? Andiamo noi?
Do you go? Andate voi?
Do they go? Vanno loro?

Come si può ben notare alla terza persona singolare la forma


interrogativa è espressa con il “DOES” e il verbo che segue è
espresso alla forma dell’infinito senza il “TO”.
Se facciamo un confronto tra la forma affermativa e quella
interrogativa notiamo:
I go Io vado
You go Tu vai
He goes Lui va
She goes Lei va
It goes Esso va
We go Noi andiamo
You go Voi andate
They go Essi vanno

Come si può ben vedere la “S” della terza persona singolare


affermativa scompare nella forma interrogativa facendo divenire il
verbo alla forma infinitiva. Per cui non dimenticate che se avete una
frase in forma affermativa alla terza persona dovete aggiungere la
“S” al verbo, se invece effettuate la forma interrogativa alla terza
persona il verbo diventa in forma infinitiva. Esempio:
“Lui va al cinema.” “He goes to the cinema.”

Frase affermativa, terza persona singolare.


Lui va al cinema? Does he go to the cinema?

Forma interrogativa, anche qui terza persona singolare.


Passiamo a delineare l’ultima forma che è quella interro negativa del
verbo.
La forma interro negativa di un verbo – come abbiamo già espresso
precedentemente nei paragrafi precedenti - consiste in una
domanda seguita da una negazione. Come avete ben potuto notare
nei paragrafi precedenti la costruzione di una classica forma
interrogativa di un verbo ordinario avviene nel seguente modo:

DO + SOGGETTO + VERBO ALL’INFINITO (SENZA TO)

Se io volessi fare una forma interro – negativa alla costruzione su


menzionata dovrò aggiungere la negazione “NOT” come
nell’esempio sottostante:

DO/DOES + SOGGETTO + NOT + VERBO ALL’INFINITO (SENZA


TO)

Quindi il “NOT” si pone subito dopo il soggetto e non dopo il “DO”


come sussiste in una frase negativa. Partendo da un verbo in forma
italiana “GO” abbiamo:
Do I not go? Non vado io?
Do ou not go? Non vai tu?
Does he not go? Non va lui?
Does she not go? Non va lei?
Does it not go? Non va esso?
Do we not go? Non andiamo noi?
Do you not go? Non andate voi?
Do they not go? Non vanno loro?

La forma contratta di questo verbo diviene con il “DON’T” ovvero


l’unione della negazione all’ausiliare del verbo e quindi:
Don’t I go? Non vado io?
Don’t you go? Non vai tu?
Doesn’t he go? Non va lui?
Doesn’t she go? Non va lei?
Doesn’t it go? Non va esso?
Don’t we go? Non andiamo noi?
Don’t you go? Non andate voi?
Don’t they go? Non vanno loro?

Possiamo chiudere la rassegna della forma del presente dei verbi


ordinari per passare a quella del passato remoto.
Come abbiamo appena notato nei paragrafi precedenti – trattando
della forma del presente semplice dei verbi ordinari – in questo
paragrafo tratteremo di un’altra forma verbale che è quella del
passato remoto e quindi l’oggetto del nostro studio non sarà più
“DO” ma bensì “DID”.
Ricordandoci ciò che abbiamo espresso precedentemente a
proposito di “DO” e “DOES”, abbiamo detto che il verbo “DO” è un
verbo irregolare e come secondo paradigma nella tabella periodica
dei verbi troviamo “DID”:
Volendo coniugare questo tempo verbale passato in tutte le sue
forme abbiamo:
I DID
YOU DID
HE DID
SHE DID
IT DID
WE DID
YOU DID
THEY DID

Come potete ben notare dalla tabella, il verbo “DID” mantiene


sempre la stessa forma e la stessa struttura in maniera costante per
tutte le persone. Anche nella terza persona singolare – dove nel
precedente paragarafo abbiamo assistito ai cambiamenti – il verbo
resta invariabile.
Per farvi notare meglio la differenza è opportuno fare una tabella
comparatistica dei due verbi:
I DO I DID
YOU DO YOU DID
HE DOES HE DID
IT DOES IT DID
WE DO WE DID
YOU DO YOU DID
THEY DO THEY DID

Al presente semplice si evince la “S” della terza persona come unica


variante rispetto alle altre persone in cui il verbo “DO” appare come
forma statica. Nel passato remoto, invece il verbo è tutto statico e
anche alla terza persona non esiste la “S”, per cui è molto semplice
da ricordare e da memorizzare.
La questione adesso da tenere conto è la scelta di un vebo
ordinario. Voi sapete che per il passato remoto di un verbo dobbiamo
distinguere nella coniugazione alla forma affermativa tra verbo
regolare e verbo irregolare.
Per darvi un esempio a titolo di prova prenderemo un verbo regolare
e uno irregolare per mostrarvi il funzionamento che poi potrete
adottare rispettivamente per tutti gli altri verbi.
A differenza dei paragrafi precedenti che abbiamo distinto le varie
forme trattandole in paragrafi distinti, di questo tempo verbale
tratteremo di tutte e quattro le forme all’interno di questo paragrafo.
Cominciamo a trattare della forma affermativa di un verbo ordinario
regolare.
Dicemmo che per verbo regolare, si intende quel verbo che effettua
la formazione del passato remoto e del participio passato
aggiungendo alla radice principale del verbo la desinenza “ED”.
Se noi prendiamo come riferimento il verbo italiano “lavorare”
diventa in inglese “TO WORK”.
Questo verbo è regolare, nel senso che effettua il passato remoto
aggiungendo alla radice del verbo la desinenza “ED” come
nell’esempio:
To Work (Lavorare) Worked (Lavoravo)

Volendo coniugare il verbo alla forma affermativa abbiamo:


I worked Io lavorai
You worked Tu lavorasti
He worked Egli lavorò
She worked Ella lavorò
It worked Esso lavorò
We worked Noi lavorammo
You worked Voi lavoraste
They worked Essi lavorarono

Come si può notare la coniugazione del verbo appare statica ovvero


alla terza persona non aggiunge la “S” ma bensì abbiamo solo e
sempre la desinenza “ED”.
Vediamo adesso la forma negativa dello stesso verbo.
Siccome il verbo è ordinario, sappiamo perfettamente che la forma
negativa deve avvenire solo ed esclusivamente con l’ausiliare “DID”,
per cui la regola generale per la formazione della forma negativa del
passato remoto sarà:

SOGGETTO + DID + NOT + VERBO

Esempio:
“Io non lavoravo” diventa “I did not work.”

Facciamo un esempio coniugando l’intero verbo:


I did not work Io non lavorai
You did not work Tu non lavorasti
He did not work Lui non lavorò
She did not work Lei non lavorò
It did not work Esso non lavorò
We did not work Noi non lavorammo
You did not work Voi non lavoraste
They did not work Essi non lavorarono

A differenza della forma affermativa, la forma negativa denota una


lieve differenza e cioè – mentre la forma affermativa troviamo la
forma “ED” che si lega alla radice del verbo – nella forma negativa –
dato che la forma del passato è espressa in maniera esplicita dal
“DID” – l’altra parte del verbo è espresso dalla forma dell’infinito
senza il “TO”.
Vediamo adesso un attimo la forma contratta di questo verbo. La
forma contratta negativa – espressa su – diventa “DIDN’T” per cui
assistiamo un passaggio da DID a DIDN’T

I didn’t work Io non lavorai


You didn’t work Tu non lavorasti
He didn’t work Lui non lavorò
She didn’t work Lei non lavorò
It didn’t work Esso non lavorò
We didn’t work Noi non lavorammo
You didn’t work Voi non lavoraste
They didn’t work Essi non lavorarono

Per cui comparando i due sistemi avremmo:


I DID NOT WORK I DIDN’T WORK
YOU DID NOT WORK YOU DIDN’T WORK
HE DID NOT WORK HE DIDN’T WORK
SHE DID NOT WORK SHE DIDN’T WORK
IT DID NOT WORK IT DIDN’T WORK
WE DID NOT WORK WE DIDN’T WORK
YOU DID NOT WORK YOU DIDN’T WORK
THEY DID NOT WORK THEY DIDN’T WORK

Per cui avrete la possibilità di scelta se usare la prima o la seconda


forma – anche se quella contratta è molto più usata nella forma
parlata.
La forma interrogativa invece avviene invertendo il “DID” con il
soggetto seguendo la seguente costruzione:
DID + SOGGETTO + VERBO

Un esempio potrebbe essere:


“Hai studiato ieri?” “Did you study yesterday?”

Coniughiamo adesso il precedente verbo “TO WORK” alla forma


interrogativa.
Did i work? Io ho lavorato?
Did you work? Tu hai lavorato?
Did he work? Lui ha lavorato?
Did she work? Lei ha lavorato?
Did it work? Esso ha lavorato?
Did we work? Noi abbiamo lavorati?
Did you work? Voi avete lavorato?
Did they work? Loro hanno lavorato?

Anche qui, come si può ben notare il verbo è espresso nella forma
infinitiva perché il passato remoto è espresso dall’ausiliare “DID”.
Ultima forma per questo verbo è quella interro-negativa che si
ottiene inserendo la negazione “NOT” subito dopo il “DID”.
Per cui un esempio potrebbe essere:
“Non hai studiato ieri? “Didn’t you study yesterday?”

Coniugando il verbo alla forma interro negativa avremmo:


Didn’t I work? Io non ho lavorato?
Didn’t you work? Tu non hai lavorato?
Didn’t he work? Lui non ha lavorato?
Didn’t she work? Lei non ha lavorato?
Didn’t it work? Esso non ha lavorato?
Didn’t we work? Noi non abbiamo lavorati?
Didn’t you work? Voi non avete lavorato?
Didn’t they work? Loro non hanno lavorato?

Adesso dalla forma ordinaria regolare dei verbi passiamo ai verbi


irregolari.
Dicemmo nei paragrafi introduttivi al capitolo che per per verbo
irregolare si intende quel verbo la cui formazione del passato remoto
e del participio passato si ricava dalla tabella periodica dei verbi.
Esistono circa 210 verbi irregolari e per la trattazione dei suddetti
verbi si rimanda al paragrafo che riguarda “la classificazione dei
verbi”.
Prendiamo come punto di partenza per il verbo irregolare il verbo
“TO GO” che vuol dire “ANDARE”.
Analizzando la tabella periodica dei verbi, notiamo che i suoi
paradigmi sono rispettivamente:

TO GO WENT GONE

Quello che a noi maggiormente interesserà in questa sede è


esclusivamente il passato remoto del verbo e quindi “WENT”.
Coniugando il verbo nella forma affermativa avremmo:
I WENT IO ANDAI
YOU WENT TU ANDASTI
HE WENT EGLI ANDO’
SHE WENT ELLA ANDO’
IT WENT ESSO ANDO’
WE WENT NOI ANDAMMO
YOU WENT VOI ANDASTE
THEY WENT ESSI ANDARONO

La forma negativa si ottiene allo stesso modo come abbiamo visto


per il verbo “WORK” e cioè con l’ausilio del verbo “DID” seguito dalla
negazione “NOT” per cui avremo:
I DIDN’T GO IO NON ANDAI
YOU DIDN’T GO TU NON ANDASTI
SHE DIDN’T GO LEI NON ANDO’
HE DIDN’T GO LUI NON ANDO’
IT DIDN’T GO ESSO NON ANDO’
WE DIDN’T GO NOI NON ANDAMMO
YOU DIDN’T GO VOI NON ANDASTE
THEY DIDN’T GO ESSI NON ANDARONO

La forma interrogativa e interro negativa sono le seguenti:


DID I GO? ANDAI IO?
DID YOU GO? ANDASTI TU?
DID HE GO? ANDO’ LUI?
DID SHE GO? ANDO’ LEI?
DID IT GO? ANDO’ ESSO?
DID WE GO? ANDAMMO NOI?
DID YOU GO? ANDASTE VOI?
DID THEY GO? ANDARONO LORO?

E ancora:
DIDN’T I GO? IO NON ANDAI?
DIDN’T YOU GO? TU NON ANDASTI?
DIDN’T HE GO? LUI NON ANDO’?
DIDN’T SHE GO? LEI NON ANDO’?
DIDN’T IT GO? ESSO NON ANDO’?
DIDN’T WE GO? NOI NON ANDAMMO?
DIDN’T YOU GO? VOI NON ANDASTE?
DIDN’T THEY GO? ESSI NON ANDARONO?

In questa sezione abbiamo trattato genericamente della distinzione e


della classificazione dei verbi. Da ora inizieremo la seconda sezione
dedicata ai verbi che sicuramente esula dall’aspetto elementare
della lingua andando a toccare punti più forti e sicuramente più
salienti della grammatica di livello intermedio. Con questo ciclo si
chiude la prima sezione dedicata ai verbi per andare ad inauguare la
seconda sezione riguardante i tempi verbali nel suo specifico e nella
sua interezza.
Parte II – I TEMPI VERBALI
(Presente, Passato Remoto, Passato Prossimo, Trapassato)
2.1 Present Continuous
Uno dei primi tempi verbali che passeremo ad analizzare è
sicuramente il presente. Stavolta però, a differenza del capitolo
precedente, passeremo alla rassegna più specifica dei tempi verbali
senza lasciare nulla al caso anche perchè il presente volume è
completamente dedicato ai verbi e quindi l’argomento deve essere
onorevolmente trattato e rispettato.
In primis bisogna dire che in inglese, a differenza dell’italiano, i tempi
verbali sono il doppio proprio perchè gli inglesi danno molta
importanza non tanto all’azione in se stessa ma al momento in cui
questa accade. Quindi per gli inglesi è fondamentale il concetto
spazio - tempo ed è questo concetto che merita di essere
ampliamente analizzato e descritto proprio perchè non concepito dal
pubblico italiano e che desta enorme difficoltà nella comprensione del
sistema verbale.
Anche in un tempo verbale quale il “presente” che potrebbe essere
semplice per noi italiani, esistono già le prime due differenze:
“Present Continuous” e “Present Simple”.
In questo paragrafo cominceremo a trattare del “Present Continuous”.
Il Present Continuous chiamato in italiano presente progressivo
indica, come asserisce il nome, un’azione in progresso, non ancora
terminata ma bensì in esecuzione. In italiano, un’azione in
esecuzione viene scandita con il gerundio come ad esempio: “io sto
mangiando”, dove “mangiando” rappresenta il gerundio del verbo.
La forma gerundiva del verbo in inglese si fa con la “-ING FORM” che
si unisce alla forma base del verbo che stiamo adoperando. Vediamo
di comprendere questo verbo partendo dalla formula generica.
Il present continuous si forma con:

TO BE + VERBO + -ING FORM

In effetti nella formula noterete la presenza di due forme verbali:


quella del verbo “essere” che è la forma principale e quella del verbo
secondario al quale va aggiunto l’elemento della “ING” form.
La sua formazione non è difficile in quanto l’unico verbo ad essere
coniugato è solo il verbo “BE” che varia in base al soggetto. Il
secondo verbo si limiterà ad aggiungere la desinenza “ING”.
Facciamo un esempio: Se io prendo la frase:
“Io sto leggendo”
In italiano significa che sto compiendo un’azione in questo momento
e quindi nel momento in cui sto parlando. Il verbo “stare” che è
presente nella traduzione italiana viene automaticamente sostituito,
nella traduzione in lingua inglese dal verbo “Be” coniugato in base al
soggetto. Traduciamo passo passo e in maniera parallela questa
frase al punto tale da schematizzarne la regola.
Io sto leggendo I am reading

Partendo da questa traduzione abbiamo:


Altro non abbiamo fatto che sostituire al verbo italiano “Sto” il verbo
“essere” coniugato in base al soggetto e ad aggiungere la “ING” form
alla forma base del verbo “READ”
Coniughiamo alle quattro forme il present continuous
2.2 Present Continuous – forma affermativa
I am reading /Ai em riding/ Io sto leggendo
You are reading /Gliu Ar riding/ Tu stai leggendo
He is reading /Hi iz riding/ Lui sta leggendo
She is reading /sci iz riding/ Lei sta leggendo
It is reading /It iz riding/ Esso sta leggendo
We are reading /ui ar riding/ Noi stiamo leggendo
You are reading /gliu ar riding/ Voi state leggendo
They are reading /dei ar riding/ Essi stanno leggendo

In tutti questi esempi di coniugazione risulta ben evidente che l’unico


verbo coniugato è quello “essere” mentre l’altro verbo rimane
costante per tutte le declinazioni.
La forma negativa si ottiene del Present Continuous, si ottiene
aggiungendo la negazione “NOT” tra i due verbi: ovvero “essere” e il
gerundio come nell’esempio:

TO BE + NOT + VERBO + ING

Prendendo come esempio la stessa frase precedente, volgiamola alla


forma negativa:
“Io non sto leggendo” in italiano, la negazione si colloca tra il soggetto
e il verbo ma non è così in inglese. La suddetta frase quindi verrà
così tradotta:
Io non sto leggendo I am not reading

Coniughiamo la forma negativa del verbo interamente:


I am not reading Io non sto leggendo
You are not reading Tu non stai leggendo
He is not reading Lui non sta leggendo
She is not reading Lei non sta leggendo
It is not reading Esso non sta leggendo
We are not reading Noi non stiamo leggendo
You are not reading Voi non state leggendo
They are not reading Essi non stanno leggendo
La forma interrogativa si ottiene invertendo il primo elemento verbale
con il soggetto come nella formula:
BE + SOGGETTO + VERBO+ -ING

Prendendo come esempio sempre la stessa frase avremmo?


“Stai tu leggendo potrebbe essere simile come costruzione alla
lingua inglese.
Vediamo di vedere come la suddetta frase possa venir tradotta in
inglese.
Stai tu leggendo? Are you reading?

Coniughiamo allo stesso modo il verbo alla forma interrogativa:


Am I reading? Sto io leggendo?
Are you reading? Stai tu leggendo?
Is he reading? Sta lui leggendo?
Is she reading? Sta lei leggendo?
Is it reading? Sta esso leggendo?
Are we reading? Stiamo noi leggendo?
Are you reading? State voi leggendo?
Are they reading? State voi leggendo?

La forma interro – negativa si ottiene invece mettendo il “NOT” subito


dopo il soggetto come nella formula:

“BE” + SOGGETTO + NOT + VERBO + - ING FORM

Prendendo la stessa frase come esempio avremmo.


“Non stai tu leggendo”?
In Italiano la negazione che in inglese diventa terzo elemento della
frase passa al primo elemento. Traducendo la suddetta frase
diventerà:
Non stai tu leggendo? Are you not reading?

Passiamo a coniugare anche la quarte ed ultima forma di questo


verbo
Am I not reading? Non sto io leggendo?
Are you not reading? Non stai tu leggendo?
Is he not reading? Non sta lui leggendo?
Is she not reading? Non sta lei leggendo?
Is it not reading? Non sta esso leggendo?
Are we not reading? Non stiamo noi leggendo?
Are you not reading? Non state voi leggendo?
Are they not reading? Non stanno loro leggendo?

Utilizzo: Il present continuous si usa:


Per indicare un’azione che si sta “Io sto leggendo”
svolgendo nel momento in cui si “I am reading”
sta parlando L’azione prevede che si stia svolgendo adesso.
Per indicare un’azione che ha una “This Year I am attending an English Course”
durata limitata nel tempo “Quest’anno frequento un corso di Lingua Inglese”.

Inoltre si usa il Present Continuous anche per indicare un’azione


futura ma di questo ne tratteremo nel capitolo appropriato. Per il
momento ci soffermeremo a parlare dell’azione di tempo limitata.
Questo secondo aspetto della lingua si discosta notevolmente dalla
lingua italiana in quanto è lontana anni luce un’analisi temporale
come la fanno gli Inglesi. Per noi un’azione, anche se dettata da un
avverbio di tempo determinato, rimane sempre invariata nel tempo
verbale del presente semplice. Ad esempio, se prendiamo la frase
precedente del tipo: “This Year I am attending an English Course”, la
traduzione italiana è “Quest’anno frequento un corso di Lingua
Inglese”. Potrebbe anche tradursi “quest’anno sto frequentando un
corso di inglese” ma questi due opzioni non sempre sono possibili
trovarle in italiano. Ad esempio nella frase “Today I am eating at 1.00
p.m.” non possiamo tradurla “oggi stiamo mangiando alle ore 13.00”
ma verrebbe tradotta in italiana come un’azione futura. Tutto questo
per volervi stare a dire che ogni qualvolta che in Italiano troviamo un
avverbio di tempo determinato abbiamo il Present Continuous.
Vediamo quali sono gli avverbi di tempo determinato:
Avverbi di Tempo Determinato
Now Ora
Today Oggi
This Week Questa settimana
This Month Questo mese
At the moment In questo momento
This Year Quest’anno
In this period of the time In questo periodo di tempo
Con tutti gli avverbi su menzionati il tempo verbale d’obbligo, quando
si parla di presente, è il Present Continuous e non il present Simple.
Facciamo alcuni esempi di frasi:
Questo mese comprerò una nuova macchina This month I am buying a new car
Oggi farò colazione molto tardi. Today I am having breakfast very late.

Inoltre c’è da dire una cosa davvero interessante. Mi riferisco alle


regole ortografiche per l’aggiunta della ING form al verbo. Vediamole
insieme
2.3. Present Continuous (Spelling Rules)
Una caratteristica che divide la lingua inglese da quella italiana è che
non esiste corrispondenza tra il pronunciare le parole e il loro
scrivere. Infatti, una parola si legge in un modo ma graficamente si
scrive diversamente. Questo crea sempre grande confusione per un
discente di lingua italiana perchè deve innanzitutto imparare la
fonetica della lingua inglese, comprenderne i suoni e poi cominciare a
scriverla.
Nel Present Continuous le variazioni ortografiche prescindono dalla
fonetica e sono principalmente legate al concetto della grammatica.
Una domanda che mi viene sempre posta è: Come si mette la – ING
form? Esiste una regola precisa?
In effetti esiste una regola ben precisa e delineata per poter inserire
la ING form al verbo e questo è principalmente voluto dalla lingua
inglese. E’ una regola che si trova in tutti i testi di grammatica in
commercio e dalla quale non si può prescindere. Partiamo con alcuni
esempi.
La prima caratteristica che dobbiamo tenere in considerazione è la
tipologia di verbo: se esso sia monosillabico, bisillabico o polisillabico.
Voi vi chiederete cosa significa tutto questo e magari cosa
significhino questi termini. Per verbo Monosillabico si intende quel
verbo che pronunciato genera soltanto un suono. Per verbo
bisillabico si intende quel verbo che pronunciato genera due suoni
mentre per polisillabico si intende quel verbo che genera più di due
suoni. Per comprendere la sonorità di un verbo bisogna comprendere
la suddivisione in sillabe. Mentre in Italiano la suddivisione in sillabe
avviene per parità di lettere, in inglese quest’ultima avviene per
sonorità e quindi su dove cade l’accento che divide la parola.
Facciamo un paio di esempi: se io prendo un paio di verbi come
“Travel, Prefer, Sit” vediamo quanti suoni sentiamo in questi verbi.
Travel Tra – Vel
Prefer Pre – fer
Sit Sit

Dalla tabella su riportata possiamo dire che TRAVEL è un verbo


bisillabico, PREFER è un verbo bisillabico e SIT è un verbo
monosillabico.
Volendo cominciare a delineare la caratteristica della variazione
ortografica nel Present Continuous diremmo che:
Tutti i verbi monosillabici che terminano per consonante e
quest’ultima preceduta da una singola vocale, prima di aggiungere la
ING form al verbo, raddoppiano la consonante finale.
Cominciamo a tradurre in pratica la definizione su menzionata.
Prendiamo un verbo monosillabico. Lo abbiamo già trovato in
precedenza per cui ci servirà per spiegare al meglio il nostro
esempio:
Il verbo “TO SIT” vuol dire “Sedersi” ed è un verbo monosillabico in
quanto genera soltanto un suono. Il verbo termina per consonante “T”
ed è preceduta da una sola e singola vocale “I”. Se io voglio
realizzare il Present Continuous di questo verbo e quindi aggiungere
la ING form, prima di procedere all’aggiunta della desinenza devo
raddoppiare la consonante finale ovvero la “T”

SIT - SITTING
Quindi abbiamo:
SIT + T + ING

La stessa situazione sarebbe accaduta se avessimo avuto il verbo


“PUT” che vuol dire “METTERE”. Anche in questo caso la
consonante finale “T” è preceduta da una sola vocale per cui prima di
aggiungere la ING form deve raddoppiare la consonante finale; Put –
Putting.
Cosa succede quando un verbo monosillabico è preceduto da un
dittongo vocalico?
In quel caso la consonante finale non raddoppia ma si limita ad
aggiungere la ING form.
Esempio: se io prendo come verbo monosillabico “CLEAN” che vuol
dire PULIRE, siccome la “N” è preceduta da due vocali al Present
Continuous non raddoppia la consonante finale ma aggiungerà
semplicemente la ING form. Esempio: Clean - Cleaning.
La seconda regola ortografica prevede:
I verbi bisillabici la cui consonante finale è preceduta da una vocale
prima di aggiungere la ING raddoppia la consonante finale.
Prendiamo come esempio il verbo nella tabella: TRAVEL che vuol
dire VIAGGIARE. Il verbo è bisillabico e la consonante finale è
preceduta da una singola vocale “E”. Volendo fare il Present
continuous dobbiamo raddoppiare la consonante finale prima di
aggiungere la ING form come nell’esempio:

Travel - Travelling
Derivando da:
TRAVEL + L + ING form

La terza regola ortografica prevede invece i verbi che terminano per


vocale muta:
Tutti i verbi che terminano per vocale muta prima di aggiungere la
ING form al verbo perdono la vocale finale e al suo posto aggiungono
la ING form.
Prendiamo come esempio il verbo “Venire” che in inglese si dice
“COME”
Siccome il verbo termina per vocale ma quest’ultima non è
pronunciata, se vogliamo aggiungere al verbo la ING form, dobbiamo
eliminare la vocale finale ovvero la “E”. Quindi il verbo diventa:

COME /Kam/ - COMING


La “E” che non è pronuciata, cade e al suo posto si aggiunge la ING form

Altra regola ortografica è per i verbi che terminano per vocale


pronunciata:
Quando un verbo termina per vocale e quest’ultima è sonora e non
muta, il passaggio al Present Continuous si effettua aggiungendo la
ING form direttamente alla vocale del verbo
Prendiamo come esempio il verbo “Essere” e quindi il verbo “BE”.
Quest’ultimo termina per vocale e la vocale non è muta ma bensì
sonora (ovvero pronunciata) “BE” /BI/. Volendo fare la forma
progressiva di questo verbo ci limiteremo solo ad aggiungere la ING
form al verbo stesso senza sacrificare alcuna lettera. Quindi avremo:

BE /BI/ - BEING
In quanto la vocale finale è pronunciata e non muta.

Un’altra variazione ortografica si riscontra nel dittongo vocalico “IE”:


Tutti i verbi che terminano con il dittongo vocalico “IE” al present
continuous eliminano il dittongo e aggiungono la “Y” prima di inserire
la ING form.

Prendiamo come esempio il verbo “LIE” che vuol dire “Mentire”.


Siccome termina per “IE” se devo fare il Present Continuous di
questo verbo il dittongo vocalico deve cedere il posto alla “Y” prima di
aggiungere la ING form. Esempio:

LIE - LYING
Il verbo terminante per “IE” cambia in Y + Ing

Per quanto rigraurda i verbi terminanti con la “Y” questi ultimi non
subiscono alcun tipo di variazione ed aggiungono semplicemente la
ING form. Esempio: Study - Studying
Facciamo un breve schema riepilogativo e riassuntivo delle principali
regole ortografiche:

Tutti i verbi monosillabici che terminano per consonante e quest’ultima SIT - SITTING
preceduta da una singola vocale, prima di aggiungere la ING form al verbo,
raddoppiano la consonante finale. PUT - PUTTING
TRAVEL - TRAVELLING
I verbi bisillabici la cui consonante finale è preceduta da una vocale prima di
aggiungere la ING raddoppia la consonante finale
PREFER - PREFERRING
Tutti i verbi che terminano per vocale muta prima di aggiungere la ING form al COME - COMING
verbo perdono la vocale finale e al suo posto aggiungono la ING form. SURVIVE - SURVIVING
Quando un verbo termina per vocale e quest’ultima è sonora e non muta, il BE - BEING
passaggio al Present Continuous si effettua aggiungendo la ING form
direttamente alla vocale del verbo GO - GOING
Tutti i verbi che terminano con il dittongo vocalico “IE” al present continuous
eliminano il dittongo e aggiungono la “Y” prima di inserire la ING form. LIE - LYING
Non tutti i verbi possono essere usati al Present Continuous.
Esistono una serie di verbi che non si possono usare al presente
progressivo perchè esprimono sensazioni, capacità e vengono definiti
verbi di percezione. Vediamo nel paragrafo precedente quali sono.
2.4. Verbi che non reggono la forma progressiva
In inglese non tutti i verbi possono essere usati nella forma
progressiva proprio perché non implicano una temporaneità di
azione. Questi verbi vengono comunemente definiti “Verbi di
percezione”.
I “verbi di percezione” sono quei verbi che esprimono una
sensazione, uno stato d’animo, una capacità percettiva, uditiva e così
via e per tale motivo non sono legati al concetto spazio temporale ma
sono permanenti. Vediamo insieme alcuni verbi percezione:
To see * Vedere
To hear Sentire
To smell* Odorare
To taste* Assaggiare
To understand Capire
To remember Ricordare
To recall Riportare alla memoria
To remind Far ricordare
To like Piacere
To love Amare
To hate Odiare
To seem Sembrare
To appear Sembrare / apparire
To consist Consistere
To agree Essere d’accordo
To suggest Suggerire
To recommend Consigliare
To allow / permit /enable Permettere
To cost Costare
To Have* Avere (verbo ausiliare)
To Be Verbo Essere
To believe Credere
To own Possedere
To want Volere
To wish Desiderare
To realize Comprendere

Con questi verbi non si usa mai la forma progressiva, ovvero la ING
form.
In alcuni verbi ho messo l’asterisco proprio perché ci possono essere
delle eccezioni. Vediamole insieme.
TO SEE TO SEE
Significa “vedere”. E’ un verbo di percezione ed indica Assume il significato di “Vedere” nel senso di
una capacità visiva. E’ un verbo irregolare appartenente “Incontrare” qualcuno, per cui la sua azione non è
alla tabella periodica dei verbi e ovvero: connessa alla capacità visiva quanto ad una situazione
tipicamente differente.
To see - Saw - Seen Ha lo stesso significato del verbo “To Meet” che vuol
dire “Incontrare”. Infatti quando traduciamo una frase
Dato che indica una capacità a compiere un’azione possiamo usare o l’uno o l’altro senza alcuna differenza.
“Vedere”, l’azione visiva non può essere intesa come Esempio:
limitata del tempo. Se una persona ci vede (come dono
ricevuto dalla nascita) vedrà sempre non limitatamente “Ieri ho incontrato Marco”
nel tempo. “Yesterday I saw / met Mark”

Un altro caso di verbo è quello di “To Taste”


To Taste To Taste
Vuol dire “avere sapore di” ed è riferito a cibi, o Vuol dire anche “Assaggiare” ed è collegato ad
bevande. E’ un vero regolare per cui il suo passato un’azione compiuta da una persona. Il fatto che venga
remoto e participio passato si otterranno aggiungendo contestualizzata e personificata permette al verbo di
al verbo la desinenza - ed comportarsi anche in forma progressiva dato che
Per cui avremo: l’enfasi si pone su chi compie l’azione piuttosto che sul
To taste - Tasted - Tasted verbo stesso.
Esempio: Esempio:
“Questa zuppa ha un brutto sapore.” “Sto assaggiando la zuppa.”
“This soup tastes bad” “I am tasting the soup.”

Un altro esempio potrebbe essere:


To smell To smell
Vuol dire “sentire odore di” ed è strettamente connesso Vuol dire “annusare” ed è anche qui contestualizzato in
agli oggetti che emanano fragranze sia esse positive base all’individuo. Passando da un oggetto a persona,
che negative. anche il verbo comincia ad essere considerato nella sua
E’ un verbo irregolare e il passato remoto e il participio temporaneità.
passato si ricava dalla tabella periodica dei verbi.
To smell - smelt - smelt
Esempio : Esempio:
“Questa zuppa ha un brutto odore.” “Sto annusando i fiori.”
“This soup smells badly” “I am smelling the flowers.”

Passiamo adesso ad analizzare un altro tempo verbale affine al


“Present Continuous” che porta il nome di “Simple Present” ovvero
“Presente Semplice”.
2.5 Simple present
Il Presente semplice è un verbo alquanto semplice che deriva
dall’infinito del verbo senza il TO.
Facciamo un esempio giusto per dare un’idea di ciò che stiamo
dicendo. Prendiamo un verbo all’infinito:
To Read - Leggere

Se voglio fare il presente semplice di questo verbo dovrò cominciare


ad eliminare il “TO” dell’infinito. Effettuando questa operazione
rimane soltanto la parola “Read”
Se vogliamo coniugare questo verbo alla forma affermativa avremo:
I read /Ai rid/ Io leggo
You read /Gliu rid/ Tu leggi
He reads /Hi rids/ Lui legge
She reads /Sci rids/ Lei legge
It reads /It rids/ Esso legge
We read /Ui rid/ Noi leggiamo
You read /Gliu rid/ Voi leggete
They read /Dei rid/ Essi leggono

La prima caratteristica da notare in questa forma affermativa è


sicuramente la terza persona singolare che nel verbo aggiunge la “S”,
poi per tutta la parte restante della coniugazione il verbo appare
statico nella sua forma.
A differenza della lingua italiana che ha molti verbi irregolari nella sua
coniugazione, l’inglese da questo punto di vista ha la strada spianata.
Questo è il motivo per cui un parlante inglese non riesce ad imparare
la declinazione dei verbi italiani e preferisce usare la forma a loro più
affine che è quella dell’infinito.
Abbiamo parlato della “S” alla terza persona singolare ma non
abbiamo ancora detto i casi incui si aggiunge. Vediamoli un attimo:
Alla terza persona la “S” al verbo si aggiunge in maniera differente se
il verbo termina per le seguenti lettere:
Esempio:
Go Goes
Search Searches
Finish Finishes

A parte questa aggiunta della “S” alla terza persona singolare il resto
non sembra destare enorme complicazione.
Per quanto riguarda la forma interrogativa, la domanda si pone
utilizzando gli ausiliari “DO” e “DOES” un po’ come abbiamo già
trattato nel capitolo precedente quando abbiamo parlato della
distinzione tra verbi ausiliari e verbi ordinari. A tal punto si rimanda al
capitolo precedente per delucidazioni e chiarimenti. In questa sezione
ci limiteremo a coniugare la forma interrogativa del suddetto verbo
“Read” alla forma interrogativa.
Do I read? Io leggo?
Do you read? Tu leggi?
Does he read? Lui legge?
Does she read? Lei legge?
Does it read? Esso legge?
Do we read? Leggiamo Noi?
Do you read? Leggete Voi?
Do they read? Leggono Loro?

La forma negativa invece si ottiene aggiungendo il “NOT” subito dopo


il “DO”.
I do not read Io non leggo
You do not read Tu non leggi
He does not read Lui non legge
She does not read Lei non legge
It does not read Esso non legge
We do not read Noi non leggiamo
You do not read Voi non leggete
They do not read Essi non leggono

La forma Interro – negativa si ottiene invece mettendo il “NOT” subito


dopo il soggetto e quindi:
Do I not read? Non leggo io?
Do you not read? Non leggi?
Does he not read? Lui non legge?
Does she not read? Lei non legge?
Does it not read? Esso non legge?
Do we not read? Non leggiamo?
Do you not read? Non leggete voi?
Do they not read? Non leggono essi?
Passiamo adesso a delineare l’uso del Present Simple e
successivamente a farne il paragone con il Present Continuous.
Quando si usa il Simple present? Il present Simple si usa per:
I live in London (Io vivo a Londra)
Indicare azioni stabili e
Birds fly (Gli uccelli volano)
permanenti nel tempo
The river flows into the sea (Il fiume sfocia nel mare)
I always go out on Saturdays (Esco sempre i Sabati)
Per indicare azioni abituali I never speak to anyone (Non parlo mai con nessuno)

Per l’utilizzo e per la trattazione degli avverbi di frequenza e della loro


posizione si rimanda al primo volume di questo libro.
Adesso vediamo il primo confronto tra i due tempi verbali: “Present
Continuous” e “Simple Present”.
PRESENT CONTINUOUS PRESENT SIMPLE
Per indicare un’azione che si sta svolgendo nel
Indicare azioni stabili e permanenti nel tempo
momento in cui si sta parlando
I live in London (Io vivo a Londra)
“Io sto leggendo”
Birds fly (Gli uccelli volano)
“I am reading”
The river flows into the sea (Il fiume sfocia nel mare)
L’azione prevede che si stia svolgendo adesso
Per indicare un’azione che ha una durata limitata nel
Per indicare azioni abituali
tempo.
I always go out on Saturdays (Esco sempre i Sabati)
“This Year I am attending an English Course”.
I never speak to anyone (Non parlo mai con nessuno)
“Quest’anno frequento un corso di Lingua Inglese”.

Con questo si chiude il primo tempo verbale per affacciarci sul


secondo tempo verbale che è quello dedicato al Passato remoto.
2.6. Simple Past
Il passato remoto è un tempo alquanto complesso in inglese poichè
esistono molti verbi irregolari (circa 210 verbi irregolari) la cui
costruzione è mnemonica. La tabella inerente ai verbi irregolari è
presente nel primo capitolo.
A questi verbi irregolari si devono aggiungere tutti quelli regolari
(ovvero quelli che aggiungono alla radice del verbo la desinenza –
ed).
Premesso che abbiamo abbondantemente argomentato sulla
regolarità e irregolarità dei verbi e delle loro costruzioni interrogative,
in questo paragrafo ci limiteremo a parlare solo ed esclusivamente
del tempo verbale in questione.
Gli inglesi, a differenza dell’italiano usano molto di più il passato
remoto che il passato prossimo proprio perchè danno maggiore
importanza al momento in cui un’azione accade. In italiano, al
contrario usiamo sempre il passato prossimo anche se ci riferiamo ad
un’azione effettuata il giorno precedente. Prendiamo una frase per far
capire la differenza.
“Ieri sono andato al cinema.” Questa frase in italiano reca un’azione
effettuata in un determinato momento del passato per cui si dovrebbe
ritenere cominciata e conclusasi. Eppure in italiano utilizziamo un
tempo verbale chiamato “passato prossimo semplice” che è un tempo
verbale volto ad indicare un’azione che ha una risultanza nel
presente. Gli inglesi non potrebbero tradurre letteralmente una frase
simile perchè sarebbe errata dal loro concetto temporale e per questo
motivo, per dare maggiore enfasi alla fine di un’azione, preferiscono
usare il Passato remoto.
Traduciamo la frase in questione:

I went to the cinema yesterday or Yesterday, I went to the cinema.

Entrambi le costruzioni sono corrette in quanto l’avverbio di tempo


può comparire sia all’inizio che alla fine della frase ma mai nel
mezzo.
Errata sarebbe stata la traduzione della frase:

“Yesterday I have gone to the cinema”.

Quando si usa il Simple Past? Il Simple Past si usa per:


Yesterday I went to the cinema (Ieri sono andato al cinema)
Parlare di azioni cominciate nel
L’azione di essere andato al cinema è stata eseguita il giorno precedente
passate e completamente trascorse.
e si è esaurita nell’arco di quella giornata.
Quando si parla di avvenimenti storici Christopher Culumbus discovered America (Cristoforo Colombo ha
o invenzioni scoperto l’America)
When I saw him I spoke to him (Quando lo incontrai, gli parlai).
Dopo le locuzioni “When” e “Since” Since I was a child I have been speaking English (parlo inglese da quando
ero piccolo)
Dopo l’espressione “What Time” What time did you go to bed Yesterday? (A che ora sei andato a letto ieri?)
Quando ci si riferisce a persone
Leopardi wrote a lot of books (Leopardi ha scritto molte opere)
defunte

Si usa il Simple past quando sono presenti i seguenti avverbi di


tempo o espressioni:
Yesterday Ieri
Last week La scorsa settimana
Last month Il mese scorso
Ago Fa
Three weeks ago Tre settimane fa
Since Da
When Quando
Last year L’anno scorso

Ovviamente per il Simple Past non esiste variazione ortografica nella


coniugazione del verbo. Mi spiego meglio! Mentre nel Simple Present
esiste l’aggiunta della “S” alla terza persona del verbo, nel Passato
remoto, il verbo rimane invariato. Quindi potremmo definirlo statico.
Coniughiamo le quattro forme di uno dei tanti verbi irregolari. Per
comodità sceglierò il verbo “ANDARE” che in inglese diventa “TO
GO”.
Il paradigma di questo verbo è:

TO GO WENT GONE

Ovviamente la colonna che ci interesserà è la seconda poichè è


l’unica che indica il passato remoto. Le altre due sono: l’infinito e il
participio passato
Forma affermativa Simple Past
I went /Ai uent/ Io andai
You went /gliu uent/ Tu andasti
He went /Hi uent/ Lui andò
She went /Sci uent/ Lei andò
It went /it uent/ Esso andò
We went /ui uent/ Noi andammo
You went /gliu uent/ Voi andaste
They went /dei uent/ Essi andarono

Come si può ben notare in tutte le forme il simple past non subisce
alcun tipo di variazione.
Vediamo nella forma negativa.
I did not go Io non andai
You did not go Tu non andasti
He did not go Lui non andò
She did not go Lei non andò
It did not go Esso non andò
We did not go Noi non andammo
You did not go Voi non andaste
They did not go Essi non andarono
Nella forma negativa assistiamo a un notevole cambiamento se
paragonato alla forma affermativa. Nella prima sezione del libro
abbiamo parlato di come si effettua la forma interrogativa e negativa
di tutti quei verbi che sono ordinari. Abbiamo anche trattato della
costruzione passata di un verbo. Siccome la forma negativa
necessita dell’ausiliare “DO” al presente, necessita, al contrario di
“DID” quando ci troviamo nella forma passata.
Quando si effettua la forma negativa passata di un verbo bisogna
ricorrere all’infinito del verbo senza “TO” e abbinarlo all’ausiliare “DID”
come accaduto nella tabella. Per ulteriori chiarimenti su tale funzione
si rimanda alla prima sezione di questo volume.
Vediamo adesso la forma interrogativa di questo verbo.
Did I go? Andai io?
Did you go? Andasti tu?
Did he go? Andò lui?
Did she go? Andò lei?
Did it go? Andò esso?
Did we go? Andammo noi?
Did you go? Andaste voi?
Did they go? Andarono loro?

Per la forma interrogativa assistiamo all’inversione tra il soggetto e il


verbo. Mentre per la forma interro negativa collocheremo il “NOT”
subito dopo il soggetto.
Did I not go? Non andai?
Did you not go? Non andasti?
Did he not go? Non andò lui?
Did she not go? Non andò lei?
Did it not go? Non andò esso?
Did we not go? Non andammo noi?
Did you not go? Non andaste voi?
Did they not go? Non andarono loro?

Queste sono tutte le quattro forme per il Simple Past (Full Forms).
Vediamo adesso la forma contratta negativa e interro negativa.
Forma negativa contratta
I didn’t go Io non andai
You didn’t go Tu non andasti
He didn’t go Lui non andò
She didn’t go Lei non andò
It didn’t go Esso non andò
We didn’t go Noi non andammo
You didn’t go Voi non andaste
They didn’t go Essi non andarono

La forma contratta interro negativa si otterrà:


Didn’t I go? Non andai?
Didn’t you go? Non andasti?
Didn’t he go? Non andò?
Didn’t she go? Non andò lei?
Didn’t it go? Non andò esso?
Didn’t we go? Non andammo noi?
Didn’t you go? Non andaste voi?
Didn’t they go? Non andarono loro?

Anche per il passato remoto come nel present continuous esistono le


regole ortografiche. Le regole ortografiche sono in funzione
dell’aggiunta della desinenza “–ED” alla radice del verbo perché per i
verbi irregolari esiste la tabella periodica dei verbi.
Vediamo questi famosi casi di aggiunta del suffisso –ED al verbo:
I verbi monosillabici, la cui consonante finale è preceduta da una sola
vocale, prima di aggiungere la “- ED” raddoppianola consonante
finale:
Knit knitted
Stop Stopped

I verbi bisillabici la cui consonante finale è preceduta da una sola


vocale prima di aggiungere la-ED raddoppiano la consonante finale.
Esempio:
To Travel Travelled

I verbi che terminano per “Y” cambiano la consonante finale in “I”


prima di aggiungere la “-ED”. Esempio:
To study Studied

Un altro tempo vebale che reca grande interesse è sicuramente il


“Past Continuous”. Lo introdurremo nel paragrafo successvo
2.7. Past Continuous
E’ anch’esso un tempo verbale progressivo come il presente. La sua
formazione è simile a quella del present continuous con la sola
eccezione del verbo essere che dalla forma presente si coniuga al
passato.
La regola base per la formazione del past continuous è:

Was/Were + verbo alla –ing form

Il tempo verbale affine in italiano e corrispondente al past continuous


in inglese è l’imperfetto.
Facciamo un esempio della sua formazione:
“Io stavo leggendo” è una frase ambientata nel passato e che indica
una sezione progressiva. La sua traduzione sarebbe: “I was reading”.
Proviamo a coniugare un intero verbo.
I was reading /Ai woz riding/ Io stavo leggendo
You were reading /gliu uer riding/ Tu stavi leggendo
He was reading /hi woz riding/ Lui stava leggendo
She was reading /sci woz reading/ Lei stava leggendo
It was reading /it woz riding/ Esso stava leggendo
We were reading /ui uer riding/ Noi stavamo leggendo
You were reading /gliu uer riding/ Voi stavate leggendo
They were reading /dei uer riding/ Essi stavano leggendo

La forma interrogativa di questo verbo si ottiene invertendo il verbo


essere con il soggetto e quindi:
Was I reading? Stavo io leggendo?
Were you reading? Stavi tu leggendo?
Was he reading? Stava leggendo lui?
Was she reading? Stava lei leggendo?
Was it reading? Stava esso leggendo?
Were we reading? Stavamo noi leggendo?
Were you reading? Stavate voi leggendo?
Were they reading? Stavano loro leggendo?

La forma negativa si ottiene ponendo il “NOT” subito dopo il verbo


essere.
I was not reading Io non stavo leggendo
You were not reading Tu non stavi leggendo
He was not reading Lui non stava leggendo
She was reading Lei non stava leggendo
It was not reading Esso non stava leggendo
We were not reading Noi non stavamo leggendo
You were not reading Voi non stavate leggendo
They were not reading Essi non stavano leggendo
La forma interro-negativa si ottiene invertendo il verbo essere con il
soggetto e aggiungendo il Not subito dopo il soggetto
Was I not reading? Non stavo io leggendo?
Were you not reading? Non stavi leggendo?
Was he not reading? Non stava lui leggendo?
Was she not reading? Non stava lei leggendo?
Was it not reading? Non stava esso leggendo?
Were we not reading? Non stavamo noi leggendo?
Were you not reading? Non stavate voi leggendo?
Were they not reading? Non stavano leggendo?

Vediamo anche la forma contratta negativa ed interro negativa dello


stesso verbo:
I wasn’t reading Io non stavo leggendo
You weren’t reading Tu non stavi leggendo
He wasn’t reading Lui non stava leggendo
She wasn’t reading Lei non stava leggendo
It wasn’t reading Esso non stava leggendo
We weren’t reading Noi non stavamo leggendo
You weren’t reading Voi non stavate leggendo
They weren’t reading Essi non stavano leggendo

La forma interro negativa sarà:


Wasn’t I reading? Non stavo io leggendo?
Weren’t you reading? Non stavi tu leggendo?
Wasn’t he reading? Non stava lui leggendo?
Wasn’t she reading? Nn stava lei leggendo?
Wasn’t it reading? Non stava esso leggendo?
Weren’t we reading? Non stavamo noi leggendo?
Weren’t you reading? Non stavate leggendo?
Weren’t they reading? Non stavano loro leggendo?

Per quanto riguarda le regole ortografiche per l’aggiunta della –ING


form al verbo bisogna rifarsi alle stesse regole ortografiche valide a
quelle del present continuous per cui si rimanda a tale capitolo.
Adesso passeremo a delineare l’utilizzo del Past Continuous.
Quando si usa il Past Continuous? Il Past Continuous si usa per:
Parlare di azioni che si stavano
“Yesterday evening I was reading a book”
realizzando in un momento preciso del
“Ieri sera stavo leggendo un libro”
passato
Parlare di azioni concomitanti ad una “Yesterday while I was reading, the telephone rang”.
passata “Ieri mentre stavo leggendo, squillò il telefono.”

Come si può ben notare il Past Continuous e il Simple Past molte


volte intercorrono insieme all’interno della stessa frase proprio come
accade in Italiano. La differenza fra i due tempi verbali soggiace nella
differenza di traduzione tra i due tempi verbali.
Il Simple past, viene usato per una narrazione ed è più vicino al
nostro Passato prossimo italiano. Il Past Continuous, al contrario,
esercita un’azione descrittiva ed è accomunato all’imperfetto italiano.
Adesso, avendo delineato i due tempi verbali, riepiloghiamo le due
caratteristiche del passato remoto semplice e quella del passato
remoto progressivo.
Past Continuous Simple Past
Parlare di azioni cominciate nel passate e
Parlare di azioni che si stavano realizzando in un
completamente trascorse.
momento preciso del passato.
“Yesterday evening I was reading a book”
Yesterday I went to the cinema
“Ieri sera stavo leggendo un libro”
Ieri sono andato al cinema
Parlare di azioni concomitanti ad una passata
Quando si parla di avvenimenti storici o invenzioni:
“Yesterday while I was reading, the telephone rang”.
Christopher Culumbus discovered America
“Ieri mentre stavo leggendo, squillò il telefono.”
Cristoforo Colombo ha scoperto l’America

Quando i due verbi intercorrono all’interno della frase, si tende ad


indicare un’interruzione momentanea di un’azione per dar luogo ad
un’altra proprio come spiegato nell’esempio in tabella in cui l’azione
di leggere viene bruscamente interrotta dal telefono che squilla.
Adesso passeremo alla rassegna di un altro tempo verbale che è il
passato prossimo.
2.8. Present Perfect Simple
Il passato prossimo è un tempo composto formato dalla presenza di
due elementi verbali: il verbo avere e il participio passato.
In inglese, dobbiamo distinguere anche qui tra “Present perfect
simple” e “Present perfect continuous”. Per il momento ci limiteremo
solo a parlare del primo caso in quanto il tempo verbale già mostra
una sua complessità di utilizzo.
Prima di addentrarci in questo verbo, c’è da dire che quest’ultimo,
insieme al futuro e ai verbi modali, genera molte difficoltà nei discenti
proprio perchè non capiscono il concetto di temporalità entro cui
viene espletata un’azione. Noi in italiano usiamo spesso il passato
prossimo anche quando parliamo di avvenimenti accaduti nel passato
e soltato raramente usiamo il passato remoto. Per questo motivo,
quando traduciamo dall’italiano all’inglese, ci risulta facile trasporre il
nostro passato prossimo piuttosto che il passato remoto. Purtroppo,
non è così in inglese e bisogna dire che in inglese il passato remoto
ha un uso molto più vasto rispetto al passato prossimo. Un abitante
della Sicilia, sicuramente non avrebbe problemi ad utilizzare e a
comprendere il present perfect simple perchè già nel suo DNA è
insito l’uso del tempo passato, per cui è insito in lui il concetto di
temporalità.
Partiamo a delineare la sua regola base per la formazione:
Il present perfect simple si forma con:

HAVE + past participle

Il participio passato rappresenta, nel caso dei verbi irregolari, la terza


colonna della tabella periodica dei verbi. Volendo fare un esempio di
frase al passato prossimo semplice avremo:
“Io ho mangiato una mela” “I have eaten an apple.”

“Eaten” deriva dal verbo “To eat” che vuol dire mangiare.
Siccome il paradigma di tale verbo recita:

TO EAT - ATE - EATEN

Il participio passato non poteva essere che la terza colonna.


Aggiungendo il participio passato del verbo al verbo “Have”, ottengo
e formulo il passato prossimo. Vediamo ad esempio una
coniugazione completa di tutte le quattro forme. Partiamo dalla forma
affermativa.
I have eaten /ai hev iten/ Io ho mangiato
You have eaten /gliu hev iten/ Tu hai mangiato
He has eaten /hi hez iten/ Lui ha mangiato
She has eaten /sci hez iten/ Lei ha mangiato
It has eaten /it hez iten/ Esso ha mangiato
We have eaten /ui hev iten/ Noi abbiamo mangiato
You have eaten /gliu hev iten/ Voi avete mangiato
They have eaten /dei hev iten/ Essi hanno mangiato

La forma negativa si ottiene inserendo il NOT subito dopo il verbo


avere come nell’esempio:
I have not eaten Io non ho mangiato
You have not eaten Tu non hai mangiato
He has not eaten Lui non ha mangiato
She has not eaten Lei non ha mangiato
It has not eaten Esso non ha mangiato
We have not eaten Noi non abbiamo mangiato
You have not eaten Voi non avete mangiato
They have not eaten Essi non hanno mangiato

La forma interrogativa invece, si ottiene invertendo il primo verbo con


il soggetto come nell’esempio:
Have I eaten? Ho mangiato?
Have you eaten Hai mangiato?
Has he eaten? Ha lui mangiato?
Has she eaten? Ha lei mangiato?
Has it eaten? Ha esso mangiato?
Have we eaten? Abbiamo noi mangiato?
Have you eaten? Avete voi mangiato?
Have they eaten? Hanno loro mangiato?

La forma interro negativa si ottiene inserendo il NOT subito sopo il


soggetto come nell’esempio:
Have I not eaten? Non ho io mangiato?
Have you not eaten? Non ha lui mangiato?
Has he not eaten? Non ha lui mangiato?
Has she not eaten? Non ha lei mangiato?
Has it not eaten? Non ha esso mangiato?
Have we not eaten? Non abbiamo noi mangiato?
Have you not eaten? Non avete voi mangiato?
Have they not eaten? Non hanno loro mangiato?

Esiste anche la forma contratta di questo verbo sempre nelle solite


tre forme: quella affermativa, negativa e interro negativa. Cominciamo
dalla forma affermativa:
I’ve eaten Io ho mangiato
You’ve eaten Tu hai mangiato
He’s eaten Egli ha mangiato
She’s eaten Lei ha mangiato
It’s eaten Esso ha mangiato
We’ve eaten Noi abbiamo mangiato
You’ve eaten Voi avete mangiato
They’ve eaten Essi hanno mangiato

La forma contratta negativa diventa:


I haven’t eaten Io non ho mangiato
You haven’t eaten Tu non hai mangiato
He hasn’t eaten Lui non ha mangiato
She hasn’t eaten Lei non ha mangiato
It hasn’t eaten Esso non ha mangiato
We haven’t eaten Noi non abbiamo mangiato
You haven’t eaten Voi non avete mangiato
They haven’t eaten Essi non hanno mangiato

La forma interro-negativa si ottiene:


Haven’t I eaten? Non ho io mangiato
Haven’t you eaten? Non hai tu mangiato?
Hasn’t he eaten? Non ha lui mangiato?
Hasn’t she eaten? Non ha lei mangiato?
Hasn’t it eaten? Non ha esso mangiato?
Haven’t we eaten? Non abbiamo noi mangiato?
Haven’t you eaten? Non avete voi mangiato?
Haven’t they eaten? Non hanno loro mangiato?

Vediamo quando si usa il Present perfect simple. Il present perfect


simple si usa per:
Io ho letto un libro
I have read a book.
Indicare azioni cominciate nel passato ma che hanno L’azione di leggere il libro è iniziata nel passato ma ha
rilevanza nel presente. una rilevanza nel presente. Inoltre il tempo non è
menzionato per cui non si conosce effettivamente il
momento in cui questo sia stato letto.
Quando all’interno della frase ci sono gli avverbi di
Ho sempre studiato l’inglese.
frequenza. In questo caso gli avverbi di frequenza si
I have always studied English
collocano tra i due verbi: “avere” e participio passato
Ho appena letto un libro
I have just read a book

Quando all’interno della frase ci sono espressioni come: Ho già letto quel libro.
“JUST, ALREADY e YET” I have already read that book.

Non ho ancora mangiato.


I haven’t eaten yet.
Questa settimana ho comprato un paio di scarpe.
Quando all’interno della frase ci sono gli avverbi di
This week I have bought a pair of shoes.
tempo come:
THIS WEEK, TODAY, SO FAR, RECENTLY, LATELY,
Recentemente ho letto un libro.
THIS YEAR, THIS MONTH
Recently I have read a book
Con le espressioni “THIS MORNING, THIS
Questa mattina ho fatto colazione (e sono le ore 10.00)
AFTERNOON e THIS EVENING solo quando ci
This morning I have had breakfast.
troviamo all’interno della fascia oraria.

Non si usa mai il passato prossimo con:


· Le espressioni “SINCE”, “WHEN” e “”WHAT TIME”
· Quando si parla di personaggi storici
· Quando si parla di avvenimenti storici
· Quando si parla di azioni compiute in spazialità differenti da
quelle in cui il parlante si trova attualmente

Vediamo adesso la relazione che esiste tra Present perfect simple e


Simple past.
SIMPLE PAST PRESENT PERFECT
Parlare di azioni cominciate nel passate e Indicare azioni cominciate nel passato ma che hanno
completamente trascorse. rilevanza nel presente.
Quando all’interno della frase ci sono gli avverbi di
Quando si parla di avvenimenti storici o invenzioni. frequenza. In questo caso gli avverbi di frequenza si
collocano tra i due verbi: “avere” e participio passato
Quando all’interno della frase ci sono espressioni come
Dopo le locuzioni “When” e “Since”
“JUST, ALREADY e YET”
Quando all’interno della frase ci sono gli avverbi di
tempo come:
Dopo l’espressione “What Time”
THIS WEEK, TODAY, SO FAR, RECENTLY, LATELY,
THIS YEAR, THIS MONTH

Molto importante è il concetto di “essere stato” ed “essere andato”


che in italiano si sovrappongono. Per noi è molto più semplice dire “io
sono andato al supermercato” piuttosto che dire “io sono stato al
supermercato” e molte volte usiamo in maniera impropria tale
terminologia. Gli inglesi fanno una netta distinzione tra le due cose.
Vediamole insieme:
Se prendiamo una frase del tipo:
“Io sono andato al cinema” verrebbe spontaneo tradurla con:
“I have gone to the cinema”. Questa però non è la traduzione corretta
in quanto se vogliamo intendere che siamo andati al cinema ma
siamo ritornati a casa il tempo verbale appropriato sarebbe il passato
remoto semplice in quanto la spazialità non corrisponde nè coincide.
Una traduzione corretta sarebbe:
“I went to the cinema”. In quanto la persona che sta parlando
attualmente non si trova più al cinema (quel luogo) ma bensì a casa
(questo luogo) e i due luoghi non coincidono oltre che stanno ad
indicare due fatti temporali completamente differenti.
Se vogliamo tradurre con il present perfect simple la suddetta frase
italiana allora dovremmo ricorrere alla frase:
I have been to the cinema. Dove per “I have been” si intende
un’azione differente da quella passata e quindi l’idea che la persona
al momento non si trova più al cinema ma bensì in un luogo
differente.
Come potete notare l’uso del present perfect si discosta
notevolmente da quello italiano ed è per questo motivo che desta
sempre enormi difficoltà verso coloro che tendono ad approcciare a
questo tempo verbale. Ad ogni modo, soltanto la pratica costante
permetterà di poter entrare nel vivo del gioco di questo tempo
verbale.
Un altro tempo verbale è sicuramente il “PRESENT PERFECT
CONTINUOUS” detto Passato prossimo progressivo. Vediamolo
insieme.
2.9. Present Perfect Continuous
Anch’esso rientra nei famosi tempi progressivi e si discosta
leggermente dal present perfect simple per il suo concetto di azione,
ma di questo ne parleremo successivamente. Quello che ci preme
trattare adesso è proprio la sua formazione ed il suo utilizzo nella
lingua inglese.
Innanzitutto partiamo proprio dalla regola di formazione che sarebbe:

HAVE + BEEN + VERBO + ING

Come sempre la forma della –ING compare per indicare l’azione in


progresso. Ma quando usiamo questo tempo verbale?
Il primo caso che si utilizza il PRESENT PERFECT CONTINUOUS è
sicuramente legato al concetto di durata di un’azione. Infatti, non è un
caso che questo verbo viene anche chiamato “DURATION FORM”. In
cosa consiste la DURATION FORM?
La DURATION FORM, si ha quando all’interno della frase italiana
compare la preposizione semplice italiana “DA” preceduta da un
tempo presente. Ad esempio:

Studio Inglese dall’anno scorso.

In questa, notiamo un verbo al presente semplice seguito da una


preposizione articolata. Apparentemente in inglese verrebbe
spontaneo tradurre questa frase usando la forma presente del verbo
STUDIARE e poi la preposizione articola “OF THE” come
nell’esempio:

I study English of the last year.

Ovviamente una frase così tradotta non esiste nè in cielo e nè in terra


e quindi allo stesso modo non potrà mai esistere nemmeno per la
grammatica inglese. In primis, l’uso dell’articolo determinativo davanti
ad un avverbio di tempo. Ma di questo ne abbiamo trattato
ampliamente nella parte di questo libro I Love English Volume 1. Il
tempo presente non può essere utilizzato. Punto primo, perchè non è
un’azione permanente e stabile nel tempo. L’azione di “studiare”
prima o poi deve giungere al termine. Punto secondo, la preposizione
articolata “Dal” indica una forma di durata e quindi un punto di
partenza e quindi di inizio da cui parte una determinata azione. Allora
come si tradurrebbe la frase su menzionata? Con il PRESENT
PERFECT CONTINUOUS. Vediamo come si fa.
Innanzitutto, il tempo verbale che viene coniugato è solo il verbo
HAVE in rapporto al soggetto della frase, l’altra parte restante della
frase rimane sempre costante. Per cui una frase del genere verrebbe:

I have been studying English since last year.

Come si può ben notare in questo tempo verbale confluiscono alcune


regole già riscontrate nei paragrafi precedenti come ad esempio la
regola per l’aggiunta della –ING form trattata precedentemente.
Inoltre, molto importante è sicuramente la preposizione “Da” che in
inglese subisce due traduzioni differenti a dell’espressione temporale
che segue.
FOR SINCE
Si usa quando il tempo non è ben delineato e preciso. Si usa per delineare un tempo preciso n cui avviene
Ad esempio: un’azione

Da sei mesi / da un anno / da due settimane Da Natale / l’anno scorso / 2011 / lo scorso Giugno
For six months / a year / two weeks Since Christmas / last year / 2011 / last June
Nel nostro caso il tempo era preciso e non generico per cui l’unica
alternativa poteva essere l’utilizzo di SINCE al posto di FOR.
Vediamo adesso le forme di coniugazione di questo verbo partendo
come al solito dalla forma affermativa.
I have been studying /Ai hev bin stading/ Io studio
You have been studying /Gliu hev bin stading/ Tu studi
He has been studying /he hez bin stading/ Lui studia
She has been studying /sci hez bin stading/ Lei studia
It has been studying /it hez bin stading/ Esso studia
We have been studying /ui hev bin stading/ Noi studiamo
You have been studying /gliu hev bin stading/ Voi studiate
They have been studying /dei hev bin stading/ Essi studiano

Come si può ben notare, l’unico verbo che cambia è solo il verbo
AVERE che alla terza persona diventa HAS e non HAVE. La forma
interrogativa, si ottiene invertendo il soggetto con il primo elemento
verbale che nel nostro è HAVE” ottenendo:
Have I been studying? Studio io?
Have you been studying? Studi tu?
Has he been studying? Studia lui?
Has she been studying? Studia lei?
Has it been studying? Studia esso?
Have we been studying? Studiamo noi?
Have you been studying? Studiate voi?
Have they been studying? Studiano loro?

La forma negativa si ottiene inserendo il “NOT” subito dopo il verbo


HAVE come nell’esempio:
I have not been studying Io non studio
You have not been studying Tu non studi
He has not been studying Egli non studia
She has not been studying Lei non studia
It has been not studying Esso non studia
We have not been studying Noi non studiamo
You have not been studying Voi non studiate
They have not been studying Essi non studiano

La forma interro – negativa si ottiene aggiungendo il NOT subito dopo


il soggetto come nell’esempio:
Have I not been studying? Non studio io?
Have you not been studying? Non studi tu?
Has he not been studying? Non studia lui?
Has she not been studying? Non studia lei?
Has it not been studying? Non studia esso?
Have we not been studying? Non studiamo noi?
Have you not been studying? Non studiate voi?
Have they not been studying? Non studiano loro?

Quando si usa il PRESENT PERFECT CONTINUOUS?


I have been reading a book for three days.
Leggo un libro da tre giorni
Per indicare un’azione iniziata e non
L’azione di leggere un libro è iniziata tre giorni fa ma non è ancora
ancora terminata ma bensì in progresso
conclusa ma ancora in svolgimento (il libro non è stato ancora
terminato)
I am tired. I have been working hard.
Per indicare un’azione che dipende da
Sono stanco. Ho lavorato molto
un’altra
L’azione di aver lavorato molto è la conseguenza dell’essere stanco
Può essere utilizzato in sostituzione al I have been reading a book now.
Present Continuous Adesso sto leggendo un libro.

Attenzione: la forma negativa del present perfect continuous esiste solo se quest’ultimo è in sostituzione del
present continuous. Non esiste forma negativa del present perfect continuous quando questo indica forma di
durata.

La forma negativa della Duration form si traduce semplicemente con


un PRESENT PERFECT SIMPLE. Ad esempio:
Non gioco a calcio dall’anno scorso.

Anche questa è una DURATION FORM perchè abbiamo la


preposizione temporale DA. Verrebbe normale applicare la stessa
regola come attuata nella forma affermativa: ovvero la forma
progressiva. In questo caso però, il contesto è negativo per cui la
forma corretta sarebbe quella del passato prossimo semplice. Quindi
la traduzione corretta sarebbe:

“I haven’t played football since last year.”

Inoltre non si usa mai il present perfect continuous con quei verbi che
non reggono la forma in ING: ovvero i VERBI DI PERCEZIONE,
STATO D’ANIMO e così via. Per l’elenco, rivedere il paragrafo
dedicato al present continuous.
Lo ricordo da sempre. I have remembered him fo ever.
Lo conosco da due anni. I have known him for two years.

Vediamo di comparare il due tempi verbali: il Present perfect


continuous con il Present Perfect Simple.
PRESENT PERFECT CONTINUOUS PRESENT PERFECT
Per indicare un’azione iniziata e non ancora terminata Indicare azioni cominciate nel passato ma che hanno
ma bensì in progresso rilevanza nel presente.

I have been studying English since last year. I have studied English.
Studio inglese dall’anno scorso. Ho studiato Inglese.
Quando all’interno della frase ci sono gli avverbi di
Per indicare un’azione che dipende da un’altra frequenza. In questo caso gli avverbi di frequenza si
collocano tra i due verbi: “avere” e participio passato
I am tired. I have been working hard.
Sono stanco. Ho lavorato molto. I have always watched those films.
Ho sempre guardato quei film.
Può essere utilizzato in sostituzione al Present Quando all’interno della frase ci sono espressioni come
Continuous. “JUST, ALREADY e YET”

I have been talking to you now. I have already spoken to you.


Sto parlando con te in questo momento. Ho già parlato con te.
Quando all’interno della frase ci sono gli avverbi di Quando all’interno della frase ci sono gli avverbi di
tempo come: tempo come:
THIS WEEK, TODAY, THIS YEAR, THIS MONTH THIS WEEK, TODAY, SO FAR, RECENTLY, LATELY,
THIS YEAR, THIS MONTH
La differenza tra il primo e il secondo tempo verbale è che mentre il
primo tempo verbale indica un’azione non conclusasi, il secondo
indica un’azione finita.
Adesso passiamo a trattare di un altro verbo verbale denominato il
Past Perfect Simple.
2.10. Past Perfect Simple
Il past perfect simple è un tempo composto come il present perfect
simple. La sua formazione è analoga a quella del present perfect
simple solo che mentre nel primo caso si parla di presente, il secondo
si parla di passato. La sua formazione è:

HAD + PARTICIPIO PASSATO

Il past perfect simple corrisponde al trapassato remoto in italiano che


si forma con l’imperfetto e il participio passato. Facciamo un esempio
di formazione attraverso una frase italiana.
Avevo appena comprato un paio di scarpe nuove. I had just bought a new pair of shoes.

Al primo contatto si può già notare che il suddetto verbo non desta
enorme difficoltà in quanto molto simile all’uso della lingua italiana.
C’è il verbo “avere” tradotto alla forma passata “HAD” e il participio
passato “Comprato” tradotto con “BOUGHT”
Io avevo comprato
I had bought

Passiamo ad effettuare la coniugazione in forma affermativa di


questo verbo.
I had bought /Ai hed bout/ Io avevo comprato
You had bought /gliu hed bout/ Tu avevi comprato
He had bought /hi hed bout/ Lui aveva comprato
She had bought /sci hed bout/ Lei aveva comprato
It had bought /it hed bout/ Esso aveva comprato
We had bought /ui hed bout/ Noi avevamo comprato
You had bought /gliu hed bout/ Voi avevate comprato
They had bought /dei hed bout/ Essi avevano comprato

La forma negativa si ottiene inserendo il NOT subito dopo il verbo


HAD e il participio passato.
I had not bought Io non avevo comprato
You had not bought Tu non avevi comprato
He had not bought Lui non aveva comprato
She had not bought Lei non aveva comprato
It had not bought Esso non aveva comprato
We had not bouhgt Noi non avevamo comprato
You had not bought Voi non avevate comprato
They had not bought Essi non avevano comprato

La forma interrogativa si ottiene invertendo il primo elemento verbale


con il soggetto e poi il participio passato come nella tabella:
Had I bought? Avevo io comprato?
Had you bought? Avevi tu comprato?
Had he bought? Aveva lui comprati?
Had she bought? Aveva lei comprato?
Had it bought? Aveva esso comprato?
Had we bought? Avevamo noi comprato?
Had you bought? Avevate voi comprato?
Had they bought? Avevano loro comprato?

La forma interro negativa si ottiene invertendo il verbo con il soggetto


e mettendo subito dopo di esso il NOT come nell’esempio:
Had I not bought? Non avevo io comprato?
Had you not bought? Non avevi tu comprato?
Had he not bought? Non aveva lui comprato?
Had she not bought? Non aveva lei comprato?
Had it not bought? Non aveva esso comprato?
Had we not bought? Non avevamo noi comprato?
Had you not bought? Non avevate voi comprato?
Had they not bought? Non avevano loro comprato?

La forma contratta si ottiene:


I’d bought Non avevo io comprato?
You’d bought Non avevi tu comprato?
She’d bought Non aveva lui comprato?
He’d bought Non aveva lei comprato?
It’d bought Non aveva esso comprato?
We’d bought Non avevamo noi comprato?
You’d bought Non avevate voi comprato?
They’d bought Non avevano loro comprato?

La forma negativa contratta diventa:


I hadn’t bought Io non avevo comprato
You hadn’t bought Tu non avevi comprato
He hadn’t bought Lui non aveva comprato
She hadn’t bought Lei non aveva comprato
It hadn’t bought Esso non aveva comprato
We hadn’t bought Noi non avevamo comprato
You hadn’t bought Voi non avevate comprato
They hadn’t bought Essi non avevano comprato

La forma contratta interro negativa si ottiene:


Hadn’t I bought? Non avevo io comprato?
Hadn’t you bought? Non avevi tu comprato?
Hadn’t he bought? Non aveva lui comprato?
Hadn’t she bought? Non aveva lei comprato?
Hadn’t it bought? Non aveva esso comprato?
Hadn’t we bought? Non avevamo noi comprato?
Hadn’t you bought? Non avevate voi comprato?
Hadn’t they bought? Non avevano loro comprato?

Il PAST PERFECT SIMPLE si usa per:


Indicare azioni antecedenti ad un’azione When I arrived at the station, the train had already left.
passata Quando arrivai alla stazione. Il treno era già partito.
If I had had enough money I would have bought a new car.
Nelle frasi di periodo ipotetico di terzo tipo
Se io avessi avuto abbastanza soldi avrei comprato una macchina
per indicare impossibilità
nuova.

Vediamo l’interazione tra il SIMPLE PAST e il PAST PERFECT


SIMPLE
PAST PERFECT SIMPLE SIMPLE PAST
Indicare azioni antecedenti ad un’azione passata Parlare di azioni cominciate nel passate e
I had just finished reading the book when the bell rang. completamente trascorse.
Avevo appena finito di leggere il libro quando suonò il I bought a new car Yesterday.
campanello. Ho acquistato una nuova macchina ieri.
PAST PERFECT SIMPLE SIMPLE PAST
Nelle frasi di periodo ipotetico di terzo tipo per indicare
impossibilità Quando si parla di avvenimenti storici o invenzioni
If you had studied hard, you would have passed your Shakespeare wrote “Romeo and Juliet”
exam. Shakespeare scrisse Romeo e Giulietta.
Se tu avessi studiato molto, avresti superato l’esame.

Adesso passeremo alla rassegna dell’altro tempo del PAST


PERFECT chiamato: PAST PERFECT CONTINUOUS.
2.11. PAST PERFECT CONTINUOUS
Il PAST PERFECT CONTINUOUS è simile come struttura al
PRESENT PERFECT CONTINUOUS anche se non si parla più di
presente ma bensì di azioni passate. La sua formula trae origine dal
“PAST PERFECT” al quale dobbiamo aggiungere BEEN + il verbo
alla ING form. Vediamo la sua regola di base:

HAD + BEEN + VERBO + ING

Anche questo tempo verbale traduce, come il PRESENT PERFECT


CONTINUOUS, un azione di durata e quindi anch’esso rientra nella
sezione della “DURATION FORM”.
La DURATION FORM, si ha quando all’interno della frase italiana
compare la preposizione semplice italiana “DA”. Solo che mentre nel
PRESENT PERFECT CONTINUOUS, il tempo verbale è espresso al
presente, qui invece il tempo è espresso al passato. Esempio:
I had been learning English for three years. Studiavo Inglese da tre anni.

Coniughiamo le quattro forme verbali del PAST PERFECT


CONTINUOUS partendo dalla forma affermativa.
I had been learning /Ai hed bin lerning/ Io imparavo
You had been learning /Gliu hed bin lerning/ Tu imparavi
He had been learning /Hi hed bin lerning/ Egli imparava
She had been learning /Shi hed bin lerning/ Lei imparava
It had been learning /It hed bin lerning/ Esso imparava
We had been learning /Ui hed bin lerning/ Noi imparavamo
You had been learning /Gliu hed bin lerning/ Voi imparavate
They had been learning /Dei hed bin lerning/ Essi imparavano

La forma negativa si ottiene aggiungendo il NOT subito dopo il primo


elemento verbale e quindi “HAD”.
I had not been learning Io non imparavo
You had not been learning Tu non imparavi
He had not been learning Lui non imparava
She had not been learning Lei non imparava
It had not been learning Esso non imparava
We had not been learning Noi non imparavamo
You had not been learning Voi non imparavate
They had not been learning Essi non imparavano

Attenzione: la forma negativa del past perfect continuous esiste solo se quest’ultimo è in sostituzione del present
continuous. Non esiste forma negativa del present perfect continuous quando questo indica forma di durata. Al
suo posto si usa il Past perfect simple.

La forma interrogativa, trattandosi di un verbo ausiliare come quello


avere, si ottiene invertendo il primo lelemento verbale con il soggetto
e quindi:
Had I been learning? Imparavo io?
Had you been learning? Imparavi tu?
Had he been learning? Imparava lui?
Had she been learning? Imparava lei?
Had it been learning? Imparava esso?
Had we been learning? Imparavamo noi?
Had you been learning? Imparavate voi?
Had they been learning? Imparavano loro?

La forma interro negativa, si ottiene aggiungendo il NOT subito dopo


il soggetto e quindi:
Had I not been learning? Non imparavo io?
Had you not been learning? Non imparav tu?
Had he not been learning? Non imparava lui?
Had she not been learning? Non imparava lei?
Had it not been learning? Non imparava esso?
Had we not been learning? Non imparavamo noi?
Had you not been learning? Non imparavate voi?
Had they not been learning? Non imparavano loro?

Vediamo adesso la forma contratta di questo verbo partendo sempre


dalla forma affermativa:
I’d been learning Io imparavo
You’d been learning Tu imparavi
He’d been learning Egli imparava
She’d been learning Lei imparava
It’d been learning Esso imparava
We’d been learning Noi imparavamo
You ‘d been learning Voi imparavate
They’d been learning Essi imparavano
La forma negativa contratta si ottiene invece:
I hadn’t been learning Io non imparavo
You hadn’t been learning Tu non imparavi
He hadn’t been learning Lui non imparava
She hadn’t been learning Lei non imparava
It hadn’t been learning Esso non imparava
We hadn’t been learning Noi non imparavamo
You hadn’t been learning Voi non imparavate
They hadn’t been learning Essi non imparavano

La forma interro negativa contratta si ottiene invece:


Hadn’t I been learning? Non imparavo io?
Hadn’t you been learning? Non imparav tu?
Hadn’t he been learning? Non imparava lui?
Hadn’t she been learning? Non imparava lei?
Hadn’t it been learning? Non imparava esso?
Hadn’t we been learning? Non imparavamo noi?
Hadn’t you been learning? Non imparavate voi?
Hadn’t they been learning? Non imparavano loro?

Vediamo quando si usa il PAST PERFECT CONTINUOUS. Il Past


Perfect Continuous si usa per:
Indicare azioni iniziate nel passato e non ancora I had been painting that picture for several weeks.
terminate ma bensì ancora in progresso Dipingevo quel quadro da diverse settimane
Si usa in sostituzione al “past continuous” per indicare
Yesterday, at eight o’ clock I had been reading a book.
un’azione che si stava svolgendo in un momento
Ieri, alle otto stavo leggendo un libro.
preciso del passato”
Si usa per indicare un’azione che dipende da un’altra I was very tired. I had been working hard.

Non si usa mai il present perfect continuous con quei verbi che non reggono la forma in ING: ovvero i VERBI DI
PERCEZIONE, STATO D’ANIMO e così via. Per l’elenco, rivedere il paragrafo dedicato al present continuous.

I had known him for ages. Lo conoscevo da anni


I had remembered him since last month. Lo ricordavo dall’anno scorso.

Adesso paragoniamo il PAST PERFECT SIMPLE con il PAST


PERFECT CONTINUOUS
PAST PERFECT CONTINUOUS PAST PERFECT SIMPLE
PAST PERFECT CONTINUOUS PAST PERFECT SIMPLE
Indicare azioni iniziate nel passato e non ancora
Indicare azioni antecedenti ad un’azione passata.
terminate ma bensì ancora in progresso.
I had just finished reading the book when the bell rang.
I had been painting that picture for several weeks.
Avevo appena finito di leggere il libro quando suonò il
Dipingevo quel quadro da diverse settimane
campanello.
In questo caso l’azione di dipingere è iniziata in un
In questo caso, l’azione di dipingere si intende del tutto
momento preciso del passato ma non si è ancora
terminata.
conclusa ma continua nel tempo.
Si usa in sostituzione al “past continuous” per indicare Nelle frasi di periodo ipotetico di terzo tipo per indicare
un’azione che si stava svolgendo in un momento impossibilità.
preciso del passato”
If you had studied hard, you would have passed your
Yesterday, at eight o’ clock I had been reading a book. exam.

Ieri, alle otto stavo leggendo un libro Se tu avessi studiato molto, avresti superato l’esame.
Si usa per indicare un’azione che dipende da un’altra. Si usa con “JUST, ALREADY e “YET”
I had just invited my friends.
I was very tired. I had been working hard. Avevo appena invitato i miei amici.

Il motivo per cui la persona avvertiva la stanchezza è I had already written that novel.
perchè aveva lavorato molto. Avevo già scritto quel romanzo

Un’altro confronto che ci preme fare è sicuramente tra il Present


Perfect Continuous e il Past Perfect Continuous.
Past Perfect Continuous Present Perfect Continuous
Indicare azioni iniziate nel passato e non ancora
terminate ma bensì ancora in progresso
Per indicare un’azione iniziata e non ancora terminata
ma bensì in progresso
I had been painting that picture for several weeks.
Dipingevo quel quadro da diverse settimane
I have been studying English since last year.
Studio inglese dall’anno scorso.
In questo caso l’azione di dipingere è iniziata in un
momento preciso del passato ma non si è ancora
conclusa ma continua nel tempo.
Si usa in sostituzione al “past continuous” per indicare
un’azione che si stava svolgendo in un momento Per indicare un’azione che dipende da un’altra
preciso del passato”
I am tired. I have been working hard.
Yesterday, at eight o’ clock I had been reading a book. Sono stanco. Ho lavorato molto.
Ieri, alle otto stavo leggendo un libro
Si usa per indicare un’azione che dipende da un’altra Può essere utilizzato in sostituzione al Present
Continuous.
I was very tired. I had been working hard.
Il motivo per cui la persona avvertiva la stanchezza è I have been talking to you now.
perchè aveva lavorato molto. Sto parlando con te in questo momento.

Questi tre tempi verbali indicano, tre tempi composti. Adesso


lasceremo la sfera del passato per rivolgerci a quella del futuro. Ma
prima di rivolgerci a quest’ultima sfera, vorrei fare una sorta di
riepilogo di tutti i tempi verbali appena analizzati soltanto attraverso
l’uso di tabelle.
2.12. TABELLA RIEPILOGATIVA DEI VERBI
Questa sezione nasce per effetto di voler rendere sempre più chiaro
ed evidente il rapporto che esiste tra i vari tempi verbali. Come
abbiamo definito poc’anzi, l’uso e l’apprendimento dei verbi in inglese
avviene soltanto attraverso il confronto costante dei vari tempi,
permettendo così all’apprendente di poter sviluppare la famosa
“Competence” (la corretta esecuzione delle regole grammaticali)
quando si trova a dover adoperare la lingua inglese.
Partiamo in questa sezione a rimettere a confronto tutti i tempi verbali
che abbimo analizzato finora in questo secondo capitolo, in quanto
quelli del primo capitolo, dove si è principalmente tentato di
classficare i verbi della lingua inglese, sono di estrema semplicità.
I verbi in questione, già ampliamente schematizzati e confrontati,
sono quelli del

· Simple Present
· Present Continuous
· Simple Past
· Past Continuous
· Present Perfect Simple
· Present Perfect Continuous
· Past Perfect Simple
· Past Perfect Continuous

Come si può ben evidenziare, in questo capitolo abbiamo trattato una


miriade di verbi e alcuni di essi, come avete ben potuto notare, sono
anche non di estrema semplicità. Con questo ultimo schema
riepilogativo, prima di passare al terzo capitolo, vedrete che la
situazione vi sembrerà decisamente più chiara e netta. Siamo pronti?
Tabella riepilogativa 1
Present Continuous Simple Present
Per indicare azioni che stanno accadendo nel momento
Indicare azioni stabili e permanenti nel tempo.
in cui si parla.
I live in London.
I am reading a book.
Io vivo a Londra
Sto leggendo un libro.
Present Continuous Simple Present
Per indicare un’azione che ha una durata limitata nel
Per indicare azioni abituali.
tempo
I always read books.
This year, I am studying English.
Leggo sempre libri.
Quest’anno studio Inglese

Past Continuous Simple Past


Parlare di azioni che si stavano realizzando in un Parlare di azioni cominciate nel passate e
momento preciso del passato. completamente trascorse.

I was eating at 8 o’clock. Yesterday I met my best friend.


Alle 8 stavo mangiando. Ieri, ho incontrato il mio migliore amico.
Quando si parla di avvenimenti storici o invenzioni o
Parlare di azioni concomitanti ad una passata
persone defunte.
I was having a shower when the phone rang.
Columbus discovered America.
Stavo facendo una doccia quando il telefono squillò.
Colombo scoprì l’America.

Tabella riepilogativa 2
Present Perfect Present Perfect
Simple Continuous
Si usa per indicare un azione che è ancora in progresso
Si usa per indicare azioni iniziate nel passato ma con
e non ancora terminata.
rilevanza nel presente.
I have been living in London since 1992.
I have read a book.
Vivo a Londra dal 1992.
Ho letto un libro
Si usa con gli avverbi di frequenza per indicare Si usa in sostituzione al Present continuous per indicare
un’azione costante nel tempo. un azione limitata di tempo.

I have always studied English. Today, I have been buying a lot of things.

Ho sempre studiato Inglese. Oggi, sto comprando molte cose.


Si usa con Already / Just / Yet. Si usa per indicare un’azione che deriva da un’altra.

I have already learnt a foreign language. I am thirsty. I have been running for a long time.

Ho già imparato una lingua straniera Ho sete. Corro da molto tempo


Si usa quando sono presenti le espressioni “this week, La forma negativa è usata solo per sostituzione al
this month, this year” etc etc. present continuous.

This year I have bought a lot of clothes. Today, I haven’t been reading a book.

Quest’anno ho comprato molti abiti Oggi non sto leggendo un libro

Past Perfect
Past Perfect Simple
Continuous
Si usa per indicare un’azione antecedente a quella
passata. Si usa per indicare un azione che era ancora in
progresso nel passato e non ancora terminata
I had invited a lot of guests before my husband knew
that. I had been painting a new picture since last June.

Avevo invitato molti ospiti prima che mio marito lo Dipingevo un quadro dallo scorso Giugno.
sapesse.
Si usa in sostituzione al Past continuous per indicare un
Si usa con gli avverbi di frequenza per indicare
azione che stava accadendo in in momento preciso del
un’azione che si compiva nel passato.
passato.
I had always studied English when I was at school.
I had been reading a book yesterday afternoon.
Avevo sempre studiato inglese quando ero a scuola.
Stavo leggendo un libro ieri pomeriggio.
Si usa con Already / Just / Yet. Si usa per indicare un’azione che derivava da un’altra.

I had already learnt a foreign language. I was thirsty. I had been running fast.

Avevo già appreso una lingua straniera Avevo sete. Avevo corso velocemente.
Si riscontra nel periodo ipotetico di III tipo per indicare La forma negativa è usata solo per sostituzione al
impossibilità present continuous.

If I had studied hard, I would have passed my exam. I hadn’t been reading yesterday morning.

Se avessi studiato molto, avrei superato l’esame. Ieri mattina non stavo leggendo.

Dopo aver rivissuto questa panoramica dei verbi e messi tutt’insieme


a stretto confronto, possiamo passare alla trattazione del terzo
capitolo che vede altri verbi interessanti quali: Il futuro e il
condizionale.
Parte III – I tempi verbali: il Futuro
3.1. Premessa
In questo capitolo, tratteremo della terza parte dei verbi inglesi e, se
finora abbiamo dato spazio e vita alla situazione temporale del
presente e del passato, adesso ci rivolgeremo ad un’altra sezione
che è quella del FUTURO e CONDIZIONALE.
Questi sono due tempi verbali che destano grande interesse dal
punto di vistra strutturale. Non tanto per il condizionale che abbiamo
principalemente soltanto due forme, “quella presente” e quindi
CONDIZIONALE PRESENTE e “quella passata” alias
CONDIZIONALE PASSATO, quanto per il FUTURO che ne esistono
di svariati tipi, ognuno con la sua caratteristica principale.
Per cui, in questo capitolo affronteremo in maniera specifica i
seguenti tempi verbali:
Futuro Semplice “Will” Condizionale presente
Futuro intenzionale “to be going to” Condizionale passato
Futuro programmato “present continuous” /
Futuro Progressivo /
Futuro anteriore /
Periodo Ipotetico /

Passiamo quindi al primo paragrafo di questo capitolo tutto


interamente dedicato al FUTURO SEMPLICE.
3.2. Futuro semplice “WILL”
Il futuro è un tempo verbale composto, proprio come lo son il
passato prossimo, trapassato remoto etc etc, perchè anche lui,
come gli altri precedenti verbi su menzionati, si forma dall’unione di
due tempi verbali che sono il WILL e L’INFINITO DEL VERBO
SENZA TO. Per cui si nota la compresenza di due elementi verbali
di cui uno ha la funzione di ausiliare rispetto al secondo. Partiamo
come al solito dalla regola base per la formazione.

WILL + INFINITO (del verbo) SENZA “TO”

La regola, sembra molto semplice da applicare in quanto si


tratterebbe, come afferma la definizione di mettere insieme due
tempi verbali. La difficoltà sta però nel suo utilizzo e soprattutto sul
rapporto che esso ha nei confronti degli altri tempi verbali del futuro
(intenzionale, progressivo, anteriore, programmato). Di questo però
ce ne occuperemo successivamente. Limitiamoci a fare la semplice
frase di esempio per poi, come al solito, effettuare la coniugazione
intera di questo verbo in tutte le sue quattro forme.

Esempio: “I will open the window”. Aprirò la finestra.

Quella su menzionata, è un classico esempio di formazione del


futuro semplice. Non abbiamo fatto altro che prendere il verbo
“aprire” che in inglese si dice “TO OPEN”, eliminare la particella “TO”
dell’infinito ed aggiungerla all’ausiliare “WILL”.
Passiamo alla prima coniugazione del verbo che è quella
affermativa.
I will open /ai uil oupen/ Io aprirò
You will open /gliu uil oupen/ Tu aprirai
He will open /hi uil oupen/ Lui aprirà
She will open /sci uil oupen/ Lei aprirà
It will open /it uil oupen/ Esso aprirà
We will open /ui uil oupen/ Noi apriremo
You will open /gliu uil oupen/ Voi aprirete
They will open /dei wil oupen/ Essi apriranno

Come si può ben notare l’ausiliare “WILL” appare come un verbo


statico e non dinamico nella sua coniugazione. Infatti, per tutte le
forme verbali, esso rimane invariato. Anche alla terza persona, dove
abbiamo notato per i tempi verbali precedenti una leggera flessione,
il verbo rimane in forma base senza aggiungere la “S”.
La forma negativa, si ottiene aggiungendo il “NOT” proprio tra i due
elementi verbali: “WILL” e “infinito del verbo senza to” proprio come
nell’esempio:
I will not open Io non aprirò
You will not open Tu non aprirai
He will not open Lui non aprirà
She will not open Lei non aprirà
It will not open Esso non aprirà
We will not open Noi non apriremo
You will not open Voi non aprirete
They will not open. Essi non apriranno
La forma interrogativa, si ottiene invertendo il soggetto con il primo
elemento verbale che in questo caso è il “WILL” per cui avremo:
Will I open? Aprirò io?
Will you open? Aprirai tu?
Will he open? Aprirà lui?
Will she open? Aprirà lei?
Will it open? Aprirà esso?
Wii we open? Apriremo noi?
Will you open? Aprirete voi?
Will they open? Apriranno loro?

La forma interro negativa, si ottiene aggiungendo il NOT subito dopo


il soggetto come nell’esempio:
Will I not open? Non aprirò?
Will you not open? Non aprirai?
Will he not open? Non aprirà?
Will she not open? Non aprirà lei?
Will it not open? Non aprirà esso?
Will we not open? Non apriremo noi?
Will you not open? Non aprirete voi?
Will they not open? Non apriranno loro?

La forma contratta si ottiene abbreviando il “WILL” con il soggetto e


quindi:
I’ll open Io aprirò
You’ll open Tu aprirai
He’ll open Lui aprirà
She’ll open Lei aprirà
It’ll open Esso aprirà
We’ll open Noi apriremo
You’ll open Voi aprirete
They’ll open Essi apriranno

La forma negativa contratta non è WILLN’T come magari possiamo


immaginare ma bensì “WON’T” per cui avremo:
I won’t open Io non aprirò
You won’t open Tu non aprirai
He won’t open Lui non aprirà
She won’t open Lei non aprirà
It won’t open Esso non aprirà
We won’t open Noi non apriremo
You won’t open Voi non aprirete
They won’t open Essi non apriranno
La forma interro negativa sarà:
Won’t I open? Non aprirò?
Won’t you open? Non aprirai?
Won’t he open? Non aprirà?
Won’t she open? Non aprirà lei?
Won’t it open? Non aprirà esso?
Won’t we open? Non apriremo noi?
Won’t you open? Non aprirete voi?
Won’t they open? Non apriranno loro?

Bisogna anche dire, che la prima forma di futuro utilizzata in


inghilterra era quella con SHALL usata soprattutto nella prima
persona singolare e plurale. Oggi l’uso di SHALL è stato sostituito da
WILL anche se degli usi di questo verbo ne troviamo ancora ma ve
lo svelerò nella sezione più avanti del FOCUS ON THE LANGUAGE.
Passiamo adesso a trattare dell’utilizzo di questo Futuro Semplice.
Innanzitutto prima di cominciare è doveroso dire che gli italiani
quando si parla di futuro pensano che questo sia l’unica maniera per
poter tradurre una frase italiana futura in inglese. In realtà non è così
per cui tutti, in maniera impropria e poco corretta dal punto di vista
grammaticale, utilizzano questo tempo verbale. Ma vediamo
effettivamente dove questo “WILL” può essere utilizzato e dove
invece non si può.
Il futuro con WILL si usa per:
I will be 18 in June
Compirò 18 anni a Giugno.
Esprimere un’azione che accadrà in
L’azione di compiere gli anni, non è una decisione volontaria della
futuro non dipendente dalla volontà
persona, nè può essere considerata come un’intenzione da parte di colui
della persona
che parla a voler crescere. Questa, deve intendersi come una situazione
naturale, come un fatto ovvio della vita.
All people will use the computer in 2023.
Tutta la popolazione utilizzerà il computer nel 2023.
Per esprimere una probabilità futura
che qualcosa possa succedere Questa sicuramente è una predizione. Non possiamo avere la certezza
statistica e matematica che tutta la popolazione diventerà tecnologica nel
2023.
Will you open the window, please?
Vuoi aprire la finestra per favore?
Quando chiediamo a qualcuno di
voler compiere un’azione per noi
In questo caso, il “WILL” assume non più il contesto di verbo futuro ma
bensì quello del verbo “VOLERE”
Quando vogliamo esprimere un I won’t help you with your homework.
rifiuto verso qualcosa Non ti aiuterò a fare i compiti
Quando all’interno della frase
I hope you will pass your exam
compaiono verbi che esprimono:
Spero che tu passi l’esame
dubbio, supposizione, speranza,
I wonder if you will come to my party
probabilità come ad esempio:
Mi chiedo se verrai alla mia festa.
I think you will be my best friend
I hope
Credo che diventerai il mio migliore amico.
I think
I will probably invite my friends
I don’t think
Probabilmente inviterò I miei amici
I wonder
I am sure you will help me
Probably
Sono sicuro che mi aiuterai.
I am sure
I am not sure you will be so good at English.
I am not sure
Non sono sicuro che tu sia così bravo in Inglese.
I expect
Quando si decide di compiere
I am hot. I will open the window.
un’azione nel momento in cui si
Ho caldo. Ti apro la finestra.
parla.

Ed è proprio questo aspetto che sembra destare un pò più di


difficoltà e che tende ad entrare in conflitto con la lingua italiana. In
italiano siamo sempre propensi ad usare il presente semplice al
posto di un tempo futuro anche perchè non suonerebbe bene in
italiano dire: “ti aprirò la finestra”. In inglese invece, proprio perchè
non è un’azione che si sta svolgendo in questo momento, non è
un’azione programmata in precedenza ma bensì è soltanto
un’azione che imminentemente ci si accinge a fare allora
preferiscono usare il futuro con “WILL”.
Anche qui, ci starebbe molto da discutere, perchè l’imminenza di
un’azione non sempre è dettata da “Will” ma bensì anche da “To be
going to” che sarebbe un altro futuro della lingua inglese, ma di
questo certamente ne parleremo nel paragrafo successivo.
Adesso, prima di concludere questo argomento, vorrei soffermarmi
su alcuni due punti dello schema e precisamente su quello della
decisione immediata di compiere un’azione e sull’idea del rifiuto a
compiere un’azione.
Partiamo dal primo caso:
Decisione di compiere un’azione nel momento in cui si parla
Abbiamo detto poc’anzi che in italiano siamo soliti usare il tempo
presente anche quando la nostra decisione a compiere un’azione
non è stata premeditata ma bensì presa al momento.
Dobbiamo staccarci dalla nostra tradizione linguistica e cercare di
avvicinarci maggiormente a quella anglosassone altrimenti la
connessione verbale non viene del tutto compresa.
Facciamo un classico esempio proprio simile a quello effettuato nello
schema.
Supponiamo che ci sia questo scambio di battute tra due personaggi
ipotetici. Uno lo chiamiamo Jane e l’altro lo chiamiamo Kate.
Immaginiamoci un contesto situazionale: un mal di testa e vediamo
cosa succede tra questi due personaggi. Per comodità, ma anche
per praticità, per evitare di scrivere interamente l’intero nome dei due
personaggi, ci limiteremo a contrassegnarli con le iniziali dei loro
nomi e quindi (J) per Jane e (K) per Kate.

J: Hi Kate. How do you feel today?


K: very bad, darlin’. Yesterday I was at a party and I drank a lot of
wine. I think I got drunk.

J: Oh my god! Don’t you remember anything about the party?


K: No, I have just woken up and I find myself lying down in this bed. I
have a hangover.

J: oh dear. How can I help you?


K: I would do with an aspirin.

J: Ok, don’t worry, I will go and buy it for you.

Vediamo di comprenderne prima il significato del dialogo. In questo


dialogo kate non sta bene, la sera precedente è stata ad una festa e
ha bevuto un po’ troppo vino al punto tale da essersi ubriacata. Non
ricorda nulla dell’avvenimento e si risveglia sdraiata in un letto con
un forte mal di testa dettato dalla sbornia. L’amica Jane, preoccupata
per la salute di kate le chiede come può aiutarla e quest’ultima le
risponde di aver bisogno di un’aspirina. Jane, decide nel momento in
cui sta parlando (e quindi, nel momento in cui Kate esprime la sua
volontà) di compiere il gesto di acquistare l’aspirina.

Ok, don’t worry, I will go and buy it for you.


Questo è il classico esempio di compiere una scelta nel momento in
cui si parla. Jane ha deciso di comprare l’aspirina in questo
momento. Prima che parlasse con Kate non aveva già intenzione o
programmato di compiere tale azione. Questa è una differenza
sostanziale ed importantissima nell’utilizzo corretto del futuro con
“Will”.
Il secondo caso che mi preme spiegare e soffermarmi è sicuramente
il concetto del rifiuto a compiere un’azione.
In Inglese esistono due forme verbali chiamate “Future continuous” e
“Future simple” che entrambe sono usate per esprimere rifiuto a
compiere un’azione. Decisamente, non riterrei proprio espressione di
rifiuto quella suggerita dal Future continuous, ma per rendere al
meglio l’idea della differenza d’uso dei due tempi verbali ho preferito
accomunarli sotto la stessa voce. Successivamente, avendo chiarito
i due tempi verbali attraverso l’esempio, potremmo anche
comodamente assegnare la giusta definizione alla forma negativa
del future continuous.
Se prendiamo due frasi del tipo:

Non ti aiuterò a fare i compiti. Sono arrabbiato con te


Non ti aiuterò a fare i compiti. Devo andare a lavoro.

Queste due frasi sono apparentemente simili dal punto di vista della
prima stringa di frase. Entrambe, infatti, iniziano con una sorta di
rifiuto a voler compiere un’azione. Diversa invece, è la seconda
stringa della frase che accompagna i due rifiuti. Nel primo caso e
quindi nella prima frase, si intravede una sorta di dispetto, punizione
nei confronti del ragazzo/a che giustifica il suo rifiuto. Nella seconda
frase, la seconda stringa più che risultare un atto di rifiuto, fa
sembrare una impossibilità a poter compiere un’azione. La persona
non vuole aiutare il ragazzo/a a fare i compiti non perchè si rifiuta di
farlo ma perchè per quel momento sarà impegnato a fare altro e
quindi: dover andare a lavoro, il che rende impossibile poterlo
aiutare.
Avendo ben delineato il contesto situazionale di entrambe le frasi,
passiamo a tradurre in maniera differente i sue concetti quali:
I won’t help you with your homework. I am angry with you.
I won’t be helping with your homework. I have to go to work

Nel primo caso si evince un rifiuto a compiere un’azione


Nel secondo caso si evince un’impossibilità oggettiva a compiere
un’azione
Adesso, dopo aver abbondantemente spiegato e chiarificato questo
tempo verbale, prima di lasciarlo mi limiterò a dire che il futuro con
“WILL” si usa anche nella famosa sezione del periodo ipotetico che
tratteremo più avanti e che qui non ho menzionato proprio per non
lasciare in sospeso determinati concetti.
Il prossimo futuro che andremo a vedere si chiama “FUTURO
INTENZIONALE”. Molti lo conosceranno con il nome di “TO BE
GOING TO”. Andiamo a vederlo insieme.
3.3 “To Be Going To”
Il futuro con il “TO BE GOING TO” viene chiamato futuro
intenzionale. E’ costituito dal verbo ESSERE più il verbo “GO” alla
forma progressiva proprio per indicarne la progressione, l’azione
futura del verbo ed in più L’INFINITO del verbo in tutta la sua forma.
Partiamo come al solito dalla regola base:

SOGG + BE + GOING TO + INFINITO

La parte del verbo che viene coniugata in rapporto al soggetto è


soltanto il verbo ESSERE, che, come abbiamo già descritto
abbondantemente nel primo capitolo di questo libro, è un verbo
ausiliare. L’altra parte del verbo resta costante senza subire alcun
tipo di flessione.
Partiamo con una semplice frase di esempio prima di passare
all’intera coniugazione delle quattro forme verbali.
Esempio:
Domani comprerò un nuovo paio di scarpe.
Tomorrow I am going to buy a new pair of shoes.
Siccome il soggetto della frase è “IO” la prima persona del verbo
ESSERE da coniugare è “I am” ecco perchè sussiste quella forma
nella frase su menzionata. Vediamo adesso la forma affermativa per
intero:
I am going to buy /Ai em going tu bai/ Io comprerò
You are going to buy /gliu ar going tu bai/ Tu comprerai
He is going to buy /hi iz going tu bai/ Lui comprerà
She is going to buy /Sci iz going tu bai/ Lei comprerà
It is going to buy /It iz going tu bai/ Esso comprerà
We are going to buy /ui ar going tu bai/ Noi compreremo
You are going to buy /gli ar going to bai/ Voi comprerete
They are going to buy /dei ar going tu bai/ Essi compreranno

Come si può ben vedere dalla completa coniugazione, il verbo


ESSERE assume la classica coniugazione per intero in tutte le sue
forme, mentre il GOING TO resta completamente invariato.
La forma negativa di questo verbo, si ottiene aggiungendo il NOT
subito dopo il verbo ESSERE e precisamente:
I am not going to buy Non comprerò
You are not going to buy Tu non comprerai
He is not going to buy Lui non comprerà
She is not going to buy Lei non comprerà
It is not going to buy Esso non comprerà
We are not going to buy Noi non compreremo
You are not going to buy Voi non comprerete
They are not going to buy Essi non compreranno

La forma interrogativa si ottiene invertendo il primo elemento verbale


con il soggetto. In questo caso, il primo elemento verbale è quello
ESSERE.
Am I going to buy? Comprerò io?
Are you going to buy? Comprerai tu?
Is he going to buy? Comprerà lui?
Is she going to buy? Comprerà lei?
Is it going to buy? Comprerà esso?
Are we going to buy Compreremo noi?
Are you going to buy? Comprerete voi?
Are they going to buy? Compreranno loro?

La forma interro negativa, si ottiene invertendo il soggetto con il


Verbo e aggiungendo il NOT subito dopo il soggetto. Quindi:
Am I not going to buy? Non comprerò io?
Are you not going to buy? Non comprerai tu?
Is he not going to buy? Non comprerà lui?
Is she not going to buy? Non comprerà lei?
Is it not going to buy? Non comprerà esso?
Are we not going to buy? Non compreremo noi?
Are you not going to buy? Non comprerete voi?
Are they not going to buy? Non compreranno loro?

La forma contratta di questo verbo è quella classica già trattata nel


capitolo primo e precisamente:
I’m going to buy Io comprerò
You’re going to buy Tu comprerai
He’s going to buy Lui comprerà
She’s going to buy Lei comprerà
It’s going to buy Esso comprerà
We’re agoing to buy Noi compreremo
You’re going to buy Voi comprerete
They’re going to buy Essi compreranno

La forma negativa invece diventa:


I’m not going to buy Non comprerò
You aren’t going to buy Tu non comprerai
He isn’t going to buy Lui non comprerà
She isn’t going to buy Lei non comprerà
It isn’t going to buy Esso non comprerà
We aren’t going to buy Noi non compreremo
You aren’t going to buy Voi non comprerete
They aren’t going to buy Essi non compreranno

La forma interro negativa si ottiene invece:


Aren’t I going to buy? Non comprerò?
Aren’t you going to buy? Non comprerai?
Isn’t he going to buy? Non comprerà lui?
Isn’t she going to buy? Non comprerà lei?
Isn’t it going to buy? Non comprerà esso?
Aren’t we going to buy? Non compreremo noi?
Aren’t you going to buy? Non comprerete voi?
Aren’t they going to buy? Non compreranno loro?

Quando si usa il “TO BE GOING TO”? Vediamo il suo utilizzo.


Il “TO BE GOING TO” si usa per:
Per indicare un’azione di cui si ha intenzione di I am going to buy a new pair of shoes.
compiere Comprerò un nuovo paio di scarpe.
Per indicare un’azione futura derivante dalla situazione The sky is full of clouds. It is going to rain soon.
presente. Un futuro che accadrà con certezza Il cielo è coperto d nuovole. Tra poco pioverà.
Adesso nasce l’esigenza di fare il paragone tra il futuro semplice e il
TO BE GOING TO in materia di compiere un’azione.

FOCUS ON THE LANGUAGE

WILL TO BE GOING TO
La decisione di compiere un’azione viene presa nel
La decisione di compiere un’azione è già stata presa in
momento in cui il parlante esprime una propria volontà.
precedenza e non è istantanea.
I am hot. I will open the window.
I am going to write a new book next week.
Ho caldo. Aprirò la finestra.
La settimana prossima scriverò un nuovo libro.
L’idea di scrivere un nuovo libro era già stata
L’azione di aprire la finestra è connessa alla
precedentemente presa. Non si decide di compiere
sensazione di calore avvertita dal parlante nel
un’azione nel momento in cui si sta parlando.
momento in cui sta parlando.

La stessa situazione si realizza nella forma negativa, dove in


entrambi i contesti le due realtà sono completamente differenti.
Prendiamo una frase italiana.
Esempio:
Non comprerò quel disco.
Posso tradurre questa frase in due modi differenti. Se scelgo di
usare Will avrò:
I won’t (will not) buy that record.
I am not going to buy that record.

Nella prima frase c’è un rifiuto a voler acquistare il disco. Nella


seconda frase, assistiamo ad una mancata intenzione a voler
compiere un’azione.
Ad ogni modo le due frasi non sono simili nè interscambiali. Quindi
bisogna far capire bene ad un parlante di lingua straniera quale
siano le nostre intenzioni nel voer esprimere una nostra idea.
Adesso passiamo a trattare il terzo tempo verbale dedicato al futuro
che è quello del Present Continuous ma non prima di avervi messo a
confronto i due tempi verbali “Will” e “To Be Going To”.
WILL TO BE GOING TO
Quando si decide di compiere un’azione nel momento Quando la decisione di compiere un’azione è già stata
in cui si parla presa.

I am thirsty. I will have a glass of water. I am going to watch Tv tonight.


Ho sete. Prenderò un bicchiere d’acqua Guarderò la Televisione questa sera
Indica un’azione di futuro imminente derivante da una
Quando indica una probabilità o possibilità che
situazione presente.
qualcosa possa accadere.
You are driving too fast. You are going to have an
I Think it will rain tomorrow.
accident.
Penso che pioverà domani
Stai guidando troppo velocemente. Farai un incidente.

Passiamo adesso al futuro con il Present Continuous.


Present Continuous con azione di futuro.
Su questo tempo non ci dilungheremo più di tanto anche perchè la
sua costruzione è uguale a quella già ampliamente trattata al
presente progressivo, pr cui per tutte le regole di variazione
ortografica e di aggiunta della ING FORM si rimanda al paragrafo del
presente progressivo.
In questa sede ci limiteremo soltanto a dire che il present
continuous, oltre ad esprimere un’azione di tempo limitata nel tempo
ed un’azione che si sta svolgendo nel momento in cui parla, viene
usato anche per esprimere una programmazione.
Non a caso viene definito “Futuro programmato”. Facciamo un
esempio:

Tomorrow, I am doing a lot of english exercises.


Domani, farò molti esercizi di lingua inglese.

La differenza dove soggiace?


La differenza tra il presente progressivo e il futuro programmato
soggiace nel fatto che questo tempo verbale desta ambiguità se non
si utilizza in maniera corretta ed appropriata. Può essere usato con
funzione di futuro solo se è seguito da un avverbio di tempo che ne
stabilisca la sua natura di futuro altrimenti rischia di essere
scambiato per un’azione progressiva e quindi un’azione che sta
avvenendo nel momento in cui si parla. Traducendo in linguaggio
pratico ciò che abbiamo asserito poc’anzi avremo:
Esempio:
I am studying English.
E’ una frase di presente progressivo e non di futuro: Non esiste
alcun avverbio di tempo che faccia pensare che la persona studierà
la lingua inglese. Piuttosto invece è più normale ritenere che la
persona in questo momento stia compiendo una simile azione:
quella di studiare inglese. Se la stessa frase fosse comparsa con un
avverbio di tempo futuro del tipo:

Tomorrow I am studying English.


Domani studierò inglese.

Allora in quel caso la frase poteva soltanto rivestire connotati di un


tempo futuro e nessun tipo di ambiguità.
Il Present Continuous con azione di futuro, a differenza del “TO BE
GOING TO”, viene usato per esprimere una programmazione,
mentre il secondo una intenzione a compiere un’azione.
Di fatto i due futuri entrambi possono essere usati. Ovviamente resta
sempre differente il concetto che si voglia far capire ad un parlante
madrelingua. Se si vuole far capire che si ha intenzione di compiere
un’azione si utilizzerà il “TO BE GOING TO”. Se si vuole far
intendere che l’azione è frutto di una programmazione, un accordo
preso in precedenza si userà il present continuous.
TO BE GOING TO PRESENT CONTINUOUS
Intenzione a compiere un’azione Azione programmata o stabilita.
I am going to go to the cinema. Tomorrow I am going to the cinema.
Andrò al cinema. Domani andrò al cinema.
In questo caso la decisione è stata già presa in L’azione è stata programmata o stabilita, magari a
precedenza per cui si ha l’intenzione di compierla. seguito di un accordo o appuntamento.

NB. Non usare mai il present continuous con azione di futuro se non
è seguito da avverbio di tempo indicante un tempo futuro.
Il present continuous con azione di futuro può essere utilizzato
quando all’interno della frase compaiono avverbi di tempo quali: next
year, next week, tonight, next month, in two days etc etc. Adesso
passiamo ad un altro futuro che è quello del PRESENT SIMPLE.
3.4.Simple Present
Il presente semplice è un tempo verbale che come abbiamo visto in
precedenza tende ad indicare un’azione permanente e stabile nel
tempo oppure un’azione abituale.
Viene anche adoperato per esprimere futuro in ben due circostanze:
The bus leaves at 8.15 a.m.
Il pullman partirà alle 8.15

The cinema opens at 7.00 p.m and closes at 11.00


Quando ci riferiamo agli orari di mezzi pubblici, o ad
p.m.
avvenimenti seguiti da date.
Il cinema apre alle 7 e chiude alle 11

The exhibition is on June 21 st


La mostra sarà il 21 giugno
If it rains I will take the umbrella.
Nel primo periodo ipotetico
Se pioverà porterò l’ombrello

Anche in questo caso, tutte le regole ortografiche inerenti alla


formazione e alla coniugazione del Simple Present si rimandano al
secondo capitolo e al paragrafo del presente semplice.
Passiamo a paragonare l’utilizzo del present continuous con azione
di futuro e quella del simple present.
PRESENT CONTINUOUS PRESENT SIMPLE
Quando ci riferiamo agli orari di mezzi pubblici, o ad
Azione programmata o stabilita.
avvenimenti seguiti da date
The bus leaves at 8.15 a.m.
Tomorrow I am going to the cinema.
Il pullman partirà alle 8.15
Domani andrò al cinema.
Nel primo periodo ipotetico
L’azione è stata programmata o stabilita, magari a
If it rains I will take the umbrella.
seguito di un accordo o appuntamento.
Se pioverà porterò l’ombrello

Passiamo adesso a delineare un altro futuro che è quello del


FUTURE CONTINUOUS
3.5.Future Continuous
Il Future Continuous, è un tempo progressivo proprio come il
“present continuous, il past continuous, il present perfect continuous
e il past perfect continuous”. La sua azione è progressiva e la sua
formula base è quella con:

WILL + BE + VERBO + ING

Un esempio di frase potrebbe essere:


I will be reading a book tomorrow.
Domani leggerò un libro.
Anche qui, essendo un tempo progressivo, le regole ortografiche per
l’aggiunta della –ING form si rimanda al capitolo del PRESENT
CONTINUOUS. Per adesso ci limiteremo a delineare le quattro
forme di coniugazione del verbo partendo dalla forma affermativa.
I will be reading /Ai uil bi riding/ Io leggerò
You will reading /gliu uil bi riding/ Tu leggerai
He will be reading /hi uil bi riding/ Lui leggerà
She will be reading /sci uil bi riding/ Lei leggerà
It will be reading /it uil bi riding/ Esso leggerà
We will be reading /ui uil bi riding/ Noi leggeremo
You will be reading /gliu uil bi riding/ Voi leggerete
They will be reading /dei wil bi riding/ Essi leggeranno

Come si può ben notare anche qui il verbo resta statico proprio
come appariva nel futuro semplice.
La forma negativa, si ottiene aggiungendo il “NOT” subito dopo il
primo elemento verbale “WILL” come nell’esempio:
I will not be reading Io non leggerò
You will not be reading Tu non leggerai
He will not be reading Lui non leggerà
She will not be reading Lei non leggerà
It will not be reading Esso non leggerà
We will not be reading Noi non leggeremo
You will not be reading Voi non leggerete
They will not be reading Essi non leggeranno

La forma interrogativa del verbo, si ottiene invertendo il soggetto con


il verbo e precisamente:
Will I be reading? Leggerò io?
Will you be reading? Leggerai tu?
Will he be reading? Leggerà lui?
Will she be reading? Leggerà lei?
Will it be reading? Leggerà esso?
Will we be reading? Leggeremo noi?
Will you be reading? Leggerete voi?
Will they be reading? Leggeranno loro?

La forma interro negativa si ottiene invece inserendo il NOT subito


dopo il soggetto e precisamente:
Will I not be reading? Non leggerò io?
Will you not be reading? Non leggerai tu?
Will he not be reading? Non leggerà lui?
Will she not be reading? Non leggerà lei?
Will it not be reading? Non leggerà esso?
Will we not be reading? Non leggeremo noi?
Will you not be reading? Non leggerete voi?
Will they be not reading? Non leggeranno loro?

La forma contratta del verbo è uguale a quella riscontrata a quella


del “Will” e quindi sarà “’ll”
I’ll be reading Io leggerò
You’ll be reading Tu leggerai
He’ll be reading Lui leggerà
She’ll be reading Lei leggerà
It’ll be reading Esso leggerà
We’ll be reading Noi leggeremo
You’ll be reading Voi leggerete
They’ll be reading Essi leggeranno

La forma contratta negativa sarà “Won’t” derivata da “Will not”


I won’t be reading Io non leggerò
You won’t be reading Tu non leggerai
He won’t be reading Lui non leggerà
She won’t be reading Lei non leggerà
It won’t be reading Esso non leggerà
We won’t be reading Noi non leggeremo
You won’t be reading Voi non leggerete
They won’t be reading Essi non leggeranno

La forma interro negativa si ottiene invece invertendo il verbo


comprensivo di negazione e il soggetto come nell’esempio:
Won’t I be reading? Non leggerò io?
Won’t you be reading? Non leggerai tu?
Won’t he be reading? Non leggerà lui?
Won’t she be reading? Non leggerà lei?
Won’t it be reading? Non leggerà esso?
Won’t we be reading? Non leggeremo noi?
Won’t you be reading? Non leggerete voi?
Won’t they be reading? Non leggeranno loro?

Il Future continuous si usa per:


Per esprimere un’azione che starà accadendo in un Tomorrow at this time I will be studying English
momento preciso del futuro Domani a quest’ora starò studiando inglese
Tomorrow I will be painting the whole house.
Come forma alternativa al futuro intenzionale
Domani dipingerò l’intera casa
Per informarsi sui progetti di qualcuno in base alla Will you be coming tomorrow?
necessità di avere tali informazioni Verrai domani?
Mettiamo a confronto il classico futuro semplice con “WILL” e il
Future continuous.
WILL WILL BE DOING
Quando si decide di compiere un’azione nel momento Per esprimere un’azione che starà accadendo in un
in cui si parla momento preciso del futuro.

I am thirsty. I will have a glass of water. Tomorrow I will flying to London.


Ho sete. Prenderò un bicchiere d’acqua Domani starò in viaggio per Londra.
Quando indica una probabilità o possibilità che
Come forma alternativa al futuro intenzionale.
qualcosa possa accadere.
I will be reading interesting novels this summer.
I Think it will rain tomorrow.
Quest’estate leggero romanzi interessanti.
Penso che pioverà domani
Quando chiediamo a qualcuno di voler compiere Per informarsi sui progetti di qualcuno in base alla
un’azione per noi necessità di avere tali informazioni.

Will you open the window please? Will you be inviting your friends?
Vuoi aprire la finestra per cortesia? Inviterai i tuoi amici?

NB. Non usare mai WILL quando si chiede informazioni generiche.


In tal caso usa il Future Continuous.
Altro importante verbo per indicare l’azione di futuro è sicuramente il
“Future Perfect”. Vediamone le caratteristiche nel paragrafo
successivo.
3.6 Future Perfect (futuro anteriore)
Anche il futuro anteriore, come il futuro semplice è un tempo
composto generato dalla presenza di tre tempi verbali: “WILL” più il
verbo Avere e il participio passato.
Volendo ridurre tale definizione sotto forma schematica avremo che
la regola di base sarà:

WILL + HAVE + PARTICIPIO PASSATO

Partendo da una frase modello avremo:

I will have studied English


Io avrò studiato Inglese.

Come si può ben notare dalla frase modello, il tempo che regola il
futuro è sempre il WILL mentre la parte che ne denota un’azione
passata è quella dettata dal passato prossimo generato dal verbo
“HAVE” + “PARTICIPIO PASSATO”.
Passiamo alla coniugazione di questo tempo verbale in tutte e
quattro le forme partendo ovviamente da quella affermativa.
I will have studied /Ai uil hev stadid/ Io avrò studiato
You will have studied /gliu uil hev stadid/ Tu avrai studiato
He will have studied /hi uil hev stadid/ Lui avrà studiato
She will have studied /sci uil hev stadid/ Lei avrà studiato
It will have studied /it uil hev stadid/ Esso avrà studiato
We will have studied /ui uil hev stadid/ Noi avremo studiato
You will have studied /gliu uil hev stadid/ Voi avrete studiato
They will have studied /Dei uil hev stadid/ Essi avranno studiato

La forma negativa si ottiene mettendo il “NOT” tra i due verbi il


“WILL” e il verbo Avere.
I will not have studied Io non avrò studiato
You will not have studied Tu non avrai studiato
He will not have studied Egli non avrà studiato
She will not have studied Lei non avrà studiato
It will not have studied Esso non avrà studiato
We will not have studied Noi non avremo studiato
You will not have studied Voi non avreste studiato
They will not have studied Essi non avranno studiato

La forma interrogative, si ottiene invertendo il primo elemento


verbale “WILL” con il soggetto come di seguito:
Will I have studied? Avrò io studiato?
Will you have studied? Avrai tu studiato?
Will he have studied? Avrà lui studiato?
Will she have studied? Vrà lei studiato?
Will it have studied? Avrà esso studiato?
Will we have studied? Avremo noi studiato?
Will you have studied? Avrete voi studiato?
Will they have studied? Avranno loro studiato?

La forma interro negativa si ottiene inserendo il NOT subito dopo il


soggetto come nello schema:
Will I not have studied? Non avrò studiato?
Will you not have studied? Non avrai studiato?
Will he not have studied? Non avrà studiato?
Will she not have studied? Non avrà studiato lei?
Will it not have studied? Non avrà studiato esso?
Will we not have studied? Non avremo studiato?
Will you not have studied? Non avrete studiato?
Will they not have studied? Non avranno loro studiato?
La forma contratta del verbo “WILL” si ottiene con “’ll” per cui
avremo:
I’ll have studied Io avrò studiato
You’ll have studied Tu avrai studiato
He’ll have studied Lui avrà studiato
She’ll have studied Lei avrà studiato
It’ll have studied Esso avrà studiato
We’ll have studied Noi avremo studiato
You’ll have studied Voi avrete studiato
They’ll have studied Essi avranno studiato

Come si può ben notare, la forma verbale che si contrae non è il


verbo AVERE e quindi “HAVE” ma bensì il “WILL”.
La forma contratta negativa è uguale a quella espressa per la
negazione del futuro semplice e quindi “WON’T” come nella
seguente tabella:
I won’t have studied Io non avrò studiato
You won’t have studied Tu non avrai studiato
He won’t have studied Egli non avrà studiato
She won’t have studied Lei non avrà studiato
It won’t have studied Esso non avrà studiato
We won’t have studied Noi non avremo studiato
You won’t have studied Voi non avrete studiato
They won’t have studied Essi non avranno studiato

La forma interro negativa contratta del verbo si ottiene invertendo il


verbo con il soggetto e inserendo, all’interno stesso dell’ausiliare
“WILL” la negazione “NOT” proprio come nel seguente schema:
Won’t I have studied? Non avrò io studiato?
Won’t you have studied? Non avrai studiato?
Won’t he have studied? Non avrà lui studiato?
Won’t she have studied? Non avrà lei studiato?
Won’t it have studied? Non avrà esso studiato?
Won’t we have studied? Non avremo noi studiato?
Won’t you have studied? Non avrete voi studiato?
Won’t they have studied? Non avranno loro studiato?

Adesso passiamo a delineare l’uso di questo tempo verbale.

Il Future Perfect si usa per:


By tomorrow evening I will have finished writing my
Indicare un’azione futura terminata nell’arco di un book.
periodo di tempo stabilito.
Entro domani sera avrò finito di scrivere il mio libro.

La frase introdotta nel Future Perfect sarà introdotta da espressioni


quali:
By Entro
By the time Quando
In two days / weeks Tra due giorni / settimane
Next week La settimana prossima
Tomorrow Domani

Esempio:
By 1995 They will have already left for England Per il 1995, loro avranno già lasciato l’Inghilterra a
because of their work. causa del loro lavoro.

Adesso effettueremo il paragone tra i due tempi verbali: FUTURE


PERFECT e FUTURE CONTINUOUS
FUTURE CONTINUOUS
FUTURE PERFECT
Indicare un’azione futura terminata nell’arco di un
Per esprimere un’azione che starà accadendo in un
periodo di tempo stabilito.
momento preciso del futuro.
By tomorrow evening I will have finished writing my
Tomorrow I will flying to London.
book.
Domani starò in viaggio per Londra.
Entro domani sera avrò finito di scrivere il mio libro.

Adesso concentreremo la nostra attenzione su un ulteriore tempo


verbale denominato: FUTURE IN THE PAST ovvero: il FUTURO
NEL PASSATO.
3.7. FUTURE IN THE PAST (il futuro nel passato)
Ovviamente molti di voi si chiederanno cosa sia questo tempo
verbale. Magari qualcuno non l’avrà neppure mai sentito parlare.
Eppure esiste! La sua formazione base non c’è in quanto la sua
origine, nonchè formazione dipende da una trasformazione di un
enunciato dal discorso diretto a quello indiretto.
Il tempo che andremo a vedere, reca in sè il condizionale con
“WOULD” ma non nella maniera complessa come è presente nella
lingua italiana (che reca un condizionale passato), ma bensì un
condizionale presente. Vediamo di comprenderne meglio la sua
forma.
Ogni qualvolta che in italiano formo una frase con il passato remoto
e con un condizionale passato, in inglese il condizionale passato
diventa condizionale presente.
Esempio:

Lui mi disse che sarebbe venuto.

Dalla frase su menzionata, si capisce benissimo che l’enunciato


abbia come riferimento una frase in discorso indiretto e che al suo
interno abbiamo la compresenza di due elementi verbali: “PASSATO
REMOTO (Lui mi disse) e “CONDIZIONALE PASSATO (sarebbe
venuto).
Se io volessi tradurre questa frase dall’italiano all’inglese devo fare
un “taglio” alla frase ed eliminare una parte del secondo verbo, (il
verbo Avere), che forma il tempo composto per la creazione del
condizionale passato e sostituirlo con un condizionale presente
(forma verbale semplice)
Paragoniamo le due strutture di frasi:

Lui disse che sarebbe venuto.

Diventa:
He said he would come.

Mettendo a confronto le due frasi avremo:

Lui disse che lui sarebbe venuto

He said that he would come

Come si può ben notare manca in inglese il tempo composto.


Letteralmente avremmo tradotto: “He would have come”. Questa è la
traduzione effettiva di “sarei venuto”, ma non è possibile una cosa
del genere in inglese.

PERCHE?

Perchè dobbiamo immaginare il contesto situazionale in cui la


persona afferma una determinata frase. Nel discorso diretto la frase
su menzionata sarebbe stata:

He said: “I will come” che tradotta sarebbe:


Lui disse: “Io verrò”.
Come tempo verbale, abbiamo il futuro, tempo verbale che stiamo
analizzando. Quando realizziamo il passaggio dal discorso diretto a
quello indiretto anche i tempi verbali subiscono dei cambiamenti e
nel nostro caso, il futuro, diventa Condizionale
Nella trasformazione “WILL “WOULD”
Ovviamente, io mi sono limitato a fare una frase utilizzando il
discorso diretto ed indiretto, ma questo gioco accade in ogni
simulazione di frase con ogni tipo di verbo come ad esempio:
Lui sperava di aver superato l’esame. He hoped he would pass his examination.

Quando si usa il FUTURE IN THE PAST?


Quando si vuole esprimere un’azione futura rispetto ad He said he would improve his English
un tempo passato. Diceva di voler migliorare il suo inglese

Un’altro problema che si apre è: se nella frase espressa dal


condizionale ci fosse anche una frase subordinata? In quel caso
come verrebbe la traduzione? Sarebbe sempre la stessa oppure ci
sarebbe un cambiamento verbale? Facciamo un esempio:
Se io avessi una frase italiana del tipo:
Lei disse che sarebbe venuta se tu l’avessi chiamata.
In questo contesto, la frase è leggermente differente. In quanto
abbiamo una “If clause” ovvero una frase subordinata legata legata
ad una principale. Quale è questa frase che ci interessa staccare dal
contesto? Sicuramente: “Se tu l’avessi chiamata, lei sarebbe
venuta”. In questo caso, la traduzione deve essere fatta in maniera
letteraria senza poter sacrificare alcun tempo verbale, visto che ci
troviamo davanti ad un periodo ipotetico di III tipo. Vediamo la
traduzione:
She said: “If you had phoned her, She would have come”.
Come si può ben notare la traduzione è estremamente uguale a
quella italiana per cui non reca alcun tipo di difficoltà. Per il momento
non ci addentreremo nel caso specifico ma ci limiteremo a fare il
confronto tra le due frasi.
Lei disse che sarebbe venuta She said she would come
She said that She would have come if you had phoned
Lei disse che sarebbe venuta se tu l’avessi chiamata
her

Notando quindi le due frasi possiamo notare che la prima è una


frase semplice mentre la seconda è sicuramente una frase in cui
sussiste una condizione e questo è esplicitamente espresso dalla
locuzione “IF”. Quindi potremmo definire che: quando all’interno di
una frase al discorso indiretto esiste una condizione, la traduzione
viene eseguita in maniera letteraria alla lingua italiana in quanto
entriamo in un altro tempo verbale denominato Periodo Ipotetico di
III tipo. Quando invece ci troviamo dinanzi ad una frase in forma
semplice espressa al discorso indiretto dovremmo adoperare con il
passato remoto, il condizionale presente. Per cui avremmo il
cosiddetto FUTURO NEL PASSATO.
Future in the past Future in the past related to a past condition
Lei disse che sarebbe venuta se tu l’avessi chiamata.
Lei disse che sarebbe venuta.
She said that She would have come if you had phoned
She said she would come.
her.

Con il FUTURO NEL PASSATO termina la nostra trattazione del


tempo Futuro per rivolgerci al Condizionale. Ma prima di passare a
questo altro affascinante verbo, faremo una semplice riepilogazione
delle varie forme del futuro.
TABELLA RIEPILOGATIVA DEI VERBI:
FUTURO CON:
WILL
· TO BE GOING TO
· SIMPLE PRESENT
· PRESENT CONTINUOUS
· FUTURE CONTINUOUS
· FUTURE PERFECT

Tabella Riepilogativa del Futuro


Will
Decisione presa sul momento
Ex. I am hot. I will open the window.
Ho caldo. Aprirò la finestra.

Quando si chiede a qualcuno di compoere un’azione


Ex. Will you open the door, please?
Vuoi aprire la porta, per favore?

Per esprimere un rifiuto a compiere un’azione.


Ex. I won’t go out with you tonight.
Non uscirò con te stasera.

Esprimere una probabilità che qualcosa possa accadere in futuro.


Ex. I think it will rain tomorrow.
Credo che pioverà domani.
Un’azione futura non dipendente dalla volontà della persona.
Ex. I will be 18 next year.
Io faro 18 anni l’anno prossimo.

To be going to
To be going to
Intenzione a compiere un’azione
Ex. I am going to write a letter.
Scriverò una lettera.

Azioni future che dipendono da un contesto presente e che quindi sicuramente accadranno.
Ex. Look! The sky is cloudy. It is going to rain.

Assenza di intenzione a compiere un’azione.


Ex. I am not going to help him.
Non ho intenzione di aiutarlo.

Present
Continuous
Per esprimere un’azione già programmata
Ex. I am writing a letter tomorrow.
Scriverò una lettera domani.

Tabella riepilogativa del Futuro II


Simple Present Future Continuous
Si usa per descrivere azioni che si staranno svolgendo
Descrivere azioni che accadono abitualmente nel
in un momento preciso del futuro.
futuro. Si usa principalmente con orari dei mezzi
pubblici o programmazioni di eventi.
Ex. I will be flying to London next year.
Partirò per Londra l’anno prossimo.
Ex. The bank opens at 8 o clock.
La banca apre alle ore 8
Si usa per descrivere azioni progettate senza
riferimento ad un tempo specifico
The exhibition is on January 3rd.
Ex. They will be working for that company.
La mostra è il 3 Gennaio.
Essi lavoreranno per quell’azienda

Future Perfect Future in the past


Si usa per descrivere azioni che saranno concluse nel Si usa per descrivere un’azione futura rispetto ad un
futuro tempo passato.

Ex. They will have studied English by six o’ clock. Ex. She said she would learn a new language.
Per le sei avranno studiato Inglese. Disse che avrebbe imparato una nuova lingua

Dopo questa tabella riepilogativa dei verbi e dopo aver ampliamente


descritto il tempo futuro nei singoli paragrafi mettendone ben in
evidenza il loro uso e la relativa spiegazione grammaticale,
passiamo a dedicarci al periodo ipotetico.
Parte IV – Tempi verbali Periodo Ipotetico e Condizionale
4.0. Premessa
Il periodo ipotetico è un tempo verbale estremamente interessante e
si discosta anche notevolmente dalla lingua italiana. In cosa si
discosterebbe? Sicuramente nella formula di composizione. In
italiano quando parliamo di periodo ipotetico, soprattutto quando
parliamo di casi che esprimono REALTA’ si usa un unico tempo
verbale che è il FUTURO, mentre per esprimere possibilità si usa il
CONGIUNTIVO PASSATO e il CONDIZIONALE PRESENTE e per
esprimere l’impossibilità a compiere un’azione si usa il
TRAPASSATO REMOTO e il CONDIZIONALE PASSATO.
In inglese ad esempio, quando parliamo soprattutto del primo e del
secondo periodo ipotetico abbiamo delle differenze strutturali ma
soprattutto grammaticali che adesso vedremo nei seguenti paragrafi:
4.1. Periodo Ipotetico I tipo
Questo periodo ipotetico esprime il concetto di REALTA’ e quindi una
probabile o possibile condizione che qualcosa possa accadere.
Per comprendere bene il periodo ipotetico, visto che si discosta da
quello italiano, dobbiamo apportare alcune spiegazioni teoriche e
alcune differenziazioni strutturali e grammaticali.
Partendo dal contesto grammaticale, dobbiamo partire con il
presupposto di suddividere la frase in due parti: SUBORDINATA e
PRINCIPALE.
Cosa significa FRASE SUBORDINATA?

Per Frase Subordinata si intende quella frase che isolata dal contesto della frase principale non ha alcun tipo di
significato.

Solitamente la frase subordinata è quella retta da locuzioni come


IF Se
WHEN Quando
AS LONG AS Finchè
AFTER Dopo
BEFORE Prima
PROVIDED THAT Ammesso che
UNTIL Fino a
WHILE Mentre
AS SOON AS Non appena

In contropartita:
Per Frase Principale si intende quella frase che isolata dal contesto della frase subordinata ha un significato di
senso compiuto.

Prendiamo come frase di esempio una frase italiana del tipo:


Se mi telefonerai, sarò molto contento.
Partiamo dalla schematizzazione della frase:
Prima di tutto, la frase su menzionata presenta due soggetti
differenti. La prima frase ha come soggetto (TU), la seconda frase
ha come soggetto (IO).
Seconda cosa, dobbiamo separare le due frasi in modo tale da
stabilire quale sia la subordinata e quale la principale.
Se mi telefonerai, sarò molto contento.

Dalla prima frase si evince che è la Subordinata, in quanto isolata


dalla frase principale non assume nessun significato di senso
compiuto. La seconda in contropartita, è la frase principale perchè
da sola ha un significato di senso compiuto.
Avendo stabilito il presupposto grammaticale, adesso andiamo a
vedere la costruzione grammaticale in lingua inglese.
Mentre in Italiano abbiamo un unico tempo verbale: il futuro, in
inglese i tempi diventano due e precisamente il Presente e il Futuro.
Il presente viene collocato nella frase subordinata mentre il tempo
futuro si colloca nella frase principale.
Nel nostro caso la frase subordinata sarebbe “Se tu mi telefonerai”
mentre quella principale sarebbe “Sarò molto contento”.
Effettuando la traduzione avremo:

Se mi telefonerai, sarò molto contento.


If you phone me, I will be very happy.

Come si evince dall’esempio nella frase subordinate abbiamo il


presente semplice del verbo “telefonare”, mentre in quella principale
abbiamo il futuro semplice con “WILL”.
Se mi telefonerai If you phone me
Sarò molto contento I will be very happy

Dopo aver attentamente delineato e strutturato il primo periodo


ipotetico, concentriamoci sugli altri due e il secondo periodo ipotetico
è quello che indica Impossibilità.
4.2. Secondo Periodo Ipotetico
Il secondo periodo ipotetico indica “l’impossibilità” a compiere
un’azione e anche questo si discosta dalla lingua italiana. In quanto
in italiano per tradurre la causa dell’impossibilità a compiere
un’azione utilizziamo due tempi verbali: Il congiuntivo Passato e il
Condizionale Presente.
Purtroppo la lingua inglese non possiede casi di congiuntivo e quindi
il suo equivalente è il SIMPLE PAST conosciuto come PASSATO
REMOTO e che abbiamo già ampliamente discusso nei capitoli
precedenti. Come già accennato precedentemente, la formazione
del passato remoto dipende sempre dal tipo di verbo: se esso sia
REGOLARE o IRREGOLARE. Nel primo caso si aggiunge alla
radice del Verbo la desinenza –ED, nel secondo caso, si deve
ricercarlo nella tabella periodica dei verbi.
Anche qui, valgono le stesse regole e definizioni del Primo Periodo
Ipotetico e quindi dobbiamo partire con il presupposto di suddividere
la frase in due parti: SUBORDINATA e PRINCIPALE.
La frase subordinata è quella retta da locuzioni come
IF Se
WHEN Quando
AS LONG AS Finchè
AFTER Dopo
BEFORE Prima
PROVIDED THAT Ammesso che
UNTIL Fino a
WHILE Mentre
AS SOON AS Non appena

Prendiamo come frase di esempio una frase italiana del tipo:

Se mi telefonassi, sarei molto contento.

Partiamo dalla schematizzazione della frase:


Prima di tutto, la frase su menzionata presenta due soggetti
differenti. La prima frase ha come soggetto (TU), la seconda frase
ha come soggetto (IO).
Seconda cosa, dobbiamo separare le due frasi in modo tale da
stabilire quale sia la subordinata e quale la principale.
Se mi telefonassi If you phoned me
Sarei molto contento I would be very happy.

Cosa cambia quindi dal primo periodo ipotetico? Semplicemente la


strutta verbale. Mentre nel periodo ipotetico di Primo tipo abbiamo
come tempi verbali: Presente Semplice e Futuro con Will, nel
periodo ipotetico di secondo tipo, abbiamo il Simple Past e il
Condizionale presente con Would.
Primo Periodo Ipotetico Periodo Ipotetico II tipo
SIMPLE PRESENT (Frasi Subordinate) SIMPLE PAST (Frasi subordinate)

FUTURE CON “WILL” (Frasi principali) CONDIZIONALE PRESENTE (Frasi Principali)

If you study, you will pass your exam. If you studied, you would pass your exam.
Se studierai, supererai il tuo esame. Se tu studiassi, supereresti il tuo esame.

Adesso non ci resta che analizzare il Terzo e ultimo Periodo ipotetico


che indica IMPOSSIBILITA’ a compiere un’azione.
4.3. III Periodo Ipotetico
Il terzo periodo ipotetico, è usato per indicare impossibilità a
compiere un’azione. Viene reso in inglese da altri due differenti
tempi verbali che sono il Trapassato remoto (frase subordinata) e
condizionale passato (Frase principale).
Come ben si sa, il Trapassato remoto, è un tempo composto formato
dal verbo HAD più PARTICIPIO PASSATO. Quest’ultimo, si ricava
dalla stessa regola utilizzata per la formazione del Passato remoto:
se il verbo è REGOLARE o IRREGOLARE. Nel primo caso si
aggiunge alla radice del Verbo la desinenza –ED, nel secondo caso,
si deve ricercarlo nella tabella periodica dei verbi. La colonna
corrispondente al participio passato nella tabella periodica dei verbi
è sicuramente la Terza.
Anche qui, valgono le stesse regole e definizioni del Primo Periodo
Ipotetico e quindi dobbiamo partire con il presupposto di suddividere
la frase in due parti: SUBORDINATA e PRINCIPALE.
La frase subordinata è quella retta da locuzioni come
IF Se
WHEN Quando
AS LONG AS Finchè
AFTER Dopo
BEFORE Prima
PROVIDED THAT Ammesso che
UNTIL Fino a
WHILE Mentre
AS SOON AS Non appena

Prendiamo come frase di esempio una frase italiana del tipo:


Se tu mi avessi telefonato, sarei stato felice. If you had phoned me, I would have been happy.

La frase su menzionata presenta due soggetti differenti. La prima


frase ha come soggetto (TU), la seconda frase ha come soggetto
(IO).
Seconda cosa, dobbiamo separare le due frasi in modo tale da
stabilire quale sia la subordinata e quale la principale.
Se mi avessi telefonato If you had phoned me
Sarei stato molto contento I would have been very happy

Cosa cambia quindi dal secondo periodo ipotetico? Semplicemente


la strutta verbale. Mentre nel secondo periodo ipotetico abbiamo
come tempi verbali: Passato remoto e Condizionale con Would, nel
periodo ipotetico di terzo tipo, abbiamo il Trapassato Remoto e il
condizionale passato.
Secondo Periodo Ipotetico Terzo Periodo Ipotetico
SIMPLE PAST (Frasi Subordinate) PAST PERFECT (Frasi subordinate)
CONDIZIONALE “WOULD” (Frasi principali) CONDIZIONALE PASSATO (Frasi Principali)
If you studied you would pass your exam. If you had studied you would have passed your exam.
Se studiassi, supereresti il tuo esame. Se tu avessi studiato, avresti superato il tuo esame.

Adesso passeremo brevemente a delineare una tabella riepilogativa,


proprio come abbiamo fatto per gli altri verbi, in modo tale da chiarire
e mettere a confronto i tre periodi ipotetici.
4.4. Tabella riepilogativa del Periodo Ipotetico
Periodo Ipotetico I Tipo
Si forma con il Simple Present e il futuro con “Will”

If you study hard, you will pass your exam.

Se studierai molto, supererai il tuo esame.

Periodo Ipotetico II tipo


Si forma con il Simple Past e il condizionale presente “Would”

If you studied hard, you would pass your exam.

Se tu studiassi molto, supereresti l’esame.

Periodo Ipotetico III tipo


Si forma con il Past Perfect e il condizionale passato (would have + participio passato)

If you had studied hard, you would have passed your exam.

Se tu avessi studiato molto, avresti superato l’esame.

Con il periodo ipotetico termina anche la terza parte del Volume per
addentrarci in una nuova sezione dedicata interamente ad altri due
tempi verbali: il condizionale e l’imperativo
4.5.Condizionale
Il condizionale, come il futuro, è un tempo composto. Si forma dalla
presenza di due elementi verbali: “WOULD” che ha funzione di verbo
ausiliare e “L’INFINITO DEL VERBO SENZA TO”.
Anche qui dobbiamo distinguere due tipologie di condizionale:
Present Conditional (Condizionale Presente) e Past Conditional
(Condizionale passato)
Ovviamente la loro formazione è leggermente differente ma del
condizionale passato ne parleremo nel paragrafo successivo. Per
adesso concentriamoci soltanto a quello presente.
Partendo da una frase italiana come esempio:
Io comprerei un paio di scarpe nuove. I would buy a new pair of shoes.

Dall’esempio si nota esplicitamente e chiaramente la presenza di


due tempi verbali: “Would” per il condizionale, “To buy” e quindi
“acquistare” dall’infinito del verbo.
Passiamo, per iniziare, alla coniugare le quattro forme esistenti del
verbo: affermativa, negativa, interrogativa, interro negativa.
FORMA AFFERMATIVA
I would buy /ai vud bai/ Io comprerei
You would buy /gliu vud bai/ Tu compreresti
He would buy /Hi vud bai/ Lui comprerebbe
She would buy /sci vud bai/ Lei comprerebbe
It would buy /it vud bai/ Esso comprerebbe
We would buy /ui vud bai/ Noi compreremmo
You would buy /gliu vud bai/ Voi comprereste
They would buy /Dei vud bai/ Essi comprerebbero

Come si può ben notare anche questo, come il tempo futuro con
“Will”, è un verbo statico. Mantiene le stesse forme in tutte le
persone. Anche alla terza persona non aggiunge la “S”. La forma
negativa, si ottiene inserendo il “NOT” tra i due verbi: “WOULD” e
“infinito del verbo senza to”, come nella tabella che segue:
FORMA NEGATIVA
I would not buy Io non comprerei
You would not buy Tu non compreresti
He would not buy Lui non comprerebbe
She would not buy Lei non comprerebbe
It would not buy Esso non comprerebbe
We would not buy Noi non compreremmo
You would not buy Voi non comprerete
They would not buy Essi non comprerebbero

La forma interrogativa si ottiene invertendo il primo elemento verbale


“Would” con il soggetto proprio come segue:
Would I buy? Comprerei io?
Would you buy? Compreresti tu?
Would he buy? Comprerebbe lui?
Would she buy? Comprerebbe lei?
Would it buy? Comprerebbe esso?
Would we buy? Compreremmo noi?
Would you buy? Comprerete voi?
Would they buy? Comprerebbero loro?

La forma interro negativa si ottiene invertendo il verbo “Would” con il


soggetto e aggiungendo il “NOT” subito dopo di esso come segue:
Would I not buy? Non comprerei Io?
Would you not buy? Non compreresti tu?
Would he not buy? Non comprerebbe lui?
Would she not buy? Non comprerebbe lei?
Would it not buy? Non comprerebbe esso?
Would we not buy? Non compreremmo noi?
Would you not buy? Non comprereste voi?
Would they buy? Comprerebbero loro?

La forma contratta del verbo si ottiene abbreviando il Would in “D” e


accorpandolo al soggetto proprio come nella tabella. A differenza
della forma piena (che possiede quattro forme di coniugazione), la
forma contratta ne possiede soltanto tre. Vediamole insieme:
I’d buy Io comprerei
You’d buy Tu compreresti
He’d buy Lui comprerebbe
She’d buy Lei comprerebbe
It’d buy Esso comprerebbe
We’d buy Noi compreremmo
You’d buy Voi comprereste
They’d buy Essi comprerebbero

La forma negativa si ottiene accorpando la negazione “NOT”


all’interno del verbo “WOULD” e quindi “WOULDN’T” come nella
tabella
I wouldn’t buy Io non comprerei
You wouldn’t buy Tu non compreresti
He wouldn’t buy Lui non comprerebbe
She wouldn’t buy Lei non comprerebbe
It wouldn’t buy Esso non comprerebbe
We wouldn’t buy Noi non compreremmo
You wouldn’t buy Voi non comprereste
They wouldn’t buy Essi non comprerebbero

La forma interro negativa contratta si ottiene ante cedendo e


accorpandola negazione “NOT” all’interno del verbo “WOULD” prima
del soggetto.
Wouldn’t I buy? Non comprerei io?
Wouldn’t you buy? Non compreresti tu?
Wouldn’t he buy? Non comprerebbe lui?
Wouldn’t she buy? Non comprerebbe lei?
Wouldn’t it buy? Non comprerebbe esso?
Wouldn’t we buy? Non compreremmo noi?
Wouldn’t you buy? Non comprereste voi?
Wouldn’t they buy? Non comprerebbero loro?

Quando si usa il condizionale presente? Il condizionale presente si


usa per:
Would you open the window?
Per invitare qualcuno a compiere un’azione
Vorresti aprire la finestra?
Nel periodo ipotetico di secondo tipo per esprimere If I had a lot of money, I would buy a new car.
impossibilità a compiere un’azione Se avessi molti soldi, comprerei una nuova macchina.
Would you like a cup of coffee?
Per esprimere offerte
Vorresti una tazza di caffè?
I would like to have a lot of money.
Per esprimere un desiderio o un’aspirazione
Vorrei avere molti soldi.

Come si può ben notare, il condizionale presente ha delle analogie


con il futuro semplice con “WILL” ed in modo particolare nella
sezione dedicata alle offerte e alla richiesta di compiere un’azione.
WILL WOULD
Richiesta di compiere un’azione Richiesta di compiere un’azione

Will you open the windows, please? Would you open the windows, please?
Vuoi aprire la finestra, per favore? Vorresti aprire la finestra?

Offrire qualcosa Offrire qualcosa


Will you have a cup of coffee? Would you like a cup of coffee?
Vuoi una tazza di caffè? Vorresti una tazza di caffè?

La differenza di uso soggiace nell’uso formale e gentile espresso dal


condizionale presente.
Adesso passiamo a trattare il secondo tipo di condizionale che è
quello passato:
4.6 Condizionale Passato
Il condizionale passato si ottiene dall’aggiunta di tre elementi verbali
che sono: “WOULD” più il verbo HAVE più il PARTICIPIO PASSATO.
Quindi la sua formula è

WOULD + HAVE + PARTICIPIO PASSATO

Come si può ben notare abbiamo la presenza di tre forme verbali.


La sua formazione, nonché la sua traduzione dall’italiano all’inglese
è letteraria senza alcuna traccia di inganno. Partiamo da una
semplice frase e poi passiamo alla sua coniugazione.

Avrei comprato un nuovo libro.


I would have bought a new book.
Anche qui vale lo stesso concetto che abbiamo trattato
precedentemente a riguardo del participio passato, per cui si reinvia
ai paragrafi precedenti.
Passiamo adesso alla coniugazione del verbo nelle sue quattro
forme:
I would have bought /Ai vud hev bout/ Io avrei comprato
You would have bought /gliu vud hev bout/ Tu avresti comprato
He would have bought /Hi vud hev bout/ Lui avrebbe comprato
She would have bought /sci vud hev bout/ Lei avrebbe comprato
It would have bought /it vud hev bout/ Esso avrebbe comprato
We would have bought /ui vud hev bout/ Noi avremmo comprato
You would have bought /gliu vud hev bout/ Voi avreste comprato
They would have bought /dei vud hev bout/ Essi avrebbero comprato

Questo verbo è uguale al condizionale presente come struttura.


Anch’esso è un verbo statico e non dinamico e tutte le sue
coniugazioni sono uguali senza mostrare alcun tipo di flessione.
La forma negativa si ottiene inserendo il “NOT” subito dopo il primo
elemento verbale e quindi il “WOULD” come nella seguente tabella:
I would not have bought Io non avrei comprato
You would not have bought Tu non avresi comprato
He would not have bought Lui non avrebbe comprato
She would not have bought Lei non avrebbe comprato
It would not have bought Esso non avrebbe comprato
We would not have bought Noi non avremmo comprato
You would not have bought Voi non avreste comprato
They would not have bought Essi non avrrebbero comprato

La forma interrogative invece si ottiene invertendo il primo element


verbale “WOULD” con il soggetto e inserendo, dopo di esso il verbo
“HAVE” e il PARTICIPIO PASSATO come nella tabella seguente:
Would I have bought? Avrei comprato?
Would you have bought? Avresti comprato?
Would he have bought? Avrebbe lui comprato?
Would she have bought? Avrebbe lei comprato?
Would it have bought? Avrebbe comprato esso?
Would we have bought? Avremmo noi comprato?
Would you have bought? Avreste voi comprato?
Would have they bought? Avrebbero loro comprato?

La forma interro negativa si ottiene invertendo il WOULD con il


soggetto e inserendo il NOT dopo il soggetto come nella tabella:
Would I not have bought? Non avrei comprato io?
Would you not have bought? Non avresti comprato tu?
Would he not have bought? Non avrebbe compratolui?
Would she not have bought? Nonavebbe comprato lei?
Would it not have bought? Non avrebbe esso comprato?
Would we not have bought? Non avremmo noi comrato?
Would you not have bought? Non avreste comprato voi?
Would they not have bought? Non avrebbero comprato loro?

La forma contratta è la stessa ottenuta per il condizionale presente e


quindi:
I’d have bought Io avrei comprato
You’d have bought Tu avresti comprato
He’d have bought Lui avrebbe comprato
She’d have bought Lei avrebbe comprato
It’d have bought Esso avrebbe comprato
We’d have bought Noi avremmo comprato
You’d have bought Voi avreste comprato
They’d have bought Essi avrebbero comprato

La forma negativa contratta è:


I wouldn’t have bought Io non avrei comprato
You wouldn’t have bought Tu non avresi comprato
He wouldn’t have bought Lui non avrebbe comprato
She wouldn’t have bought Lei non avrebbe comprato
It wouldn’t have bought Esso non avrebbe comprato
We wouldn’t have bought Noi non avremmo comprato
You wouldn’t have bought Voi non avreste comprato
They wouldn’t have bought Essi non avrrebbero comprato

La forma interro negativa si ottiene:


Wouldn’t I have bought? Non avrei comprato io?
Wouldn’t you have bought? Non avresti comprato tu?
Wouldn’t he have bought? Non avrebbe compratolui?
Woudn’t she have boought? Nonavebbe comprato lei?
Wouldn’t it have bought? Non avrebbe esso comprato?
Wouldn’t we have bought? Non avremmo noi comrato?
Wouldn’t you have bought? Non avreste comprato voi?
Wouldn’t they have bought? Non avrebbero comprato loro?

QUANDO SI USA IL CONDIZIONALE PASSATO?


Il condizionale passato si usa per:
She would like to have met her but she didn’t.
Esprimere azioni che sarebbero potute accadere nel
passato
Le sarebbe piaciuta incontrarla ma non la incontrò.
If you had studied more, you would have passed your
exam.
Nel periodo ipotetico di Terzo tipo
Se tu avessi studiato di più avresti superato il tuo
esame.

Confrontiamo, per concludere questo altro capitolo, i due tempi


verbali: Condizionale presente e Condizionale Passato.
Condizionale passato Condizionale Presente
Esprimere azioni che sarebbero potute accadere nel
Per invitare qualcuno a compiere un’azione
passato
Would you open the window, please?
She would like to have met her but she didn’t.
Vorresti aprire la finestra, per favore?
Le sarebbe piaciuta incontrarla ma non la incontrò
Nel periodo ipotetico di secondo tipo per esprimere
Nel periodo ipotetico di Terzo tipo
possibilità a compiere un’azione
If you had studied more, you would have passed your
If you learnt a foreign language you would go to work
exam.
abroad.
Se tu avessi studiato di più avresti superato il tuo
Se tu imparassi una lingua straniera, andresti a
esame.
lavorare all’estero.

Adesso passeremo alla rassegna di un nuovo tempo verbale


chiamato Imperativo.
4.7. Imperativo
L’imperativo in inglese si ottiene con il verbo “To Let” che vuol dire
“lasciare”, “Permettere”. Ovviamente non viene sempre utilizzato. Lo
troviamo solo nella prima persona singolare, terza persona
singolare, prima persona plurale e terza persona plurale. La seconda
persona singolare e quella plurale si ottengono dall’infinito del verbo
senza To.
La regola generale per la formazione è:

LET + COMPLEMENTO OGGETTO + INFINITO SENZA TO

Ovviamente questa regola vale solo per le eccezioni già descritte


sopra. Proviamo a fare una semplice frase italiana e a trarre da essa
il nostro esempio.
Go back home! You can’t stay here! Ritorna a casa! Non puoi stare qui!

Non possiamo nemmeno procedere alla coniugazione di questo


verbo proprio perché è un verbo che reca molte difficoltà e non è
omogeneo.
La forma negativa di questo verbo si ottiene con il Do e il Does più
NOT più LET.
Non lasciarmi andare. Don’t let me go!

Ricapitolando abbiamo:
Si usa:
Prima persona singolare
Terza persona singolare
Prima persona plurale
Terza persona plurale
LET
Ex. Let me go
Let him go
Let us go
Let them go

Quando si usa l’imperativo? L’imperativo si usa per:


Go back home!
Esprimere un ordine
Ritorna a casa
Help yourself!
Offrire qualcosa
Si serva da solo!
Don’t go out tonight!
Vietare di fare qualcosa
Non uscire!
Take this pill twice a day.
Dare consigli o suggerimenti
Prenda questa pillola due volte al giorno.
Follow this street and then you will reach the square.
Dare indicazioni
Segua questa strada e poi raggiungerà alla piazza.
Have a nice holiday.
Formulare un augurio
Fai buone Vacanze!
Bring me a cup of coffee, please.
Invitare qualcuno a fare qualcosa
Portami una tazza di caffè

Come accennato precedentemente, la forma negativa si ottiene


utilizzando l’ausiliare “Do” o “Does” come nei seguenti esempi
Don’t let me go Non lasciarmi andare!
Don’t let him go! Non lasciarlo andare!
Don’t let her go! Non lasciarla andare
Don’t let us go Non andiamo
Don’t let them go Non lasciarli andare

Molto interessante è l’aspetto della forma verbale alla prima persona


plurale. Quando usiamo la locuzione “Let’s” esercitiamo una sorta di
incitamento, incoraggiamento a compiere un’azione. Viene anche
considerato come una sorta di invito a compiere un’azione. Nella
frase:
“Let’s go to the cinema tonight.” “Andiamo al cinema stasera”
La frase su menzionata evoca una sorta di incitazione, invito ad
andare al cinema e quindi un movimento verso un luogo.
Molto interessante è anche l’imperativo quando si fa riferimento ai
segnali di divieto. Quando camminiamo per strada o quando
guidiamo, siamo soliti leggere dei cartelli di divieto (non oltrepassare
la linea gialla prima dell’arrivo del treno, vietato calpestare l’erba) etc
etc.
Come si traducono in inglese questi divieti?
Sicuramente sono degli imperativi. Ce ne accorgiamo da due dati
principalmente: il primo è che manca il soggetto ad entrambi le frasi.
Se vogliamo essere più precisi possiamo dire che il soggetto è
sottinteso. Ma lo è anche in inglese! Questo è l’unico caso in cui il
soggetto in inglese viene omesso perchè, come detto nel volume 1
di questa collana, il soggetto in inglese è sempre espresso anche
quando in inglese esso è sottinteso. Per dare un esempio parlammo,
nel primo volume, di frasi impersonali e dicemmo che in italiano il
soggetto non compare mentre in inglese esso figura con “IT”.
Nell’imperativo questa regola non vale per cui E’ L’UNICO VERBO
CHE NON PRESENTA IL SOGGETTO ESPRESSO.
Ritornando al nostro caso (i segnali di divieto), vediamo come si
traduce la forma dell’imperativo.
Prendiamo come esempio una frase tipia ci un segnale di divieto.
Quando siamo in una stazione ad aspettare la metropolitana,
sicuramente avrete notato il segnale:

Vietato oltrepassare la linea gialla in attesa del treno

Per la traduzione di queste forme non si può usare la regola


dell’imperativo che abbiamo spiegato finora. Bisogna ricorrere ad un
altro tipo di traduzione. La regola per tradurre i segnali di divieto è

NO + VERBO + ING form

Questo perchè la frase non reca nessuna indicazione specifica


personale. Il termine “Vietato” non implica il soggetto “Tu” o “Voi” ma
implica un concetto molto vasto ed un pubblico alquanto generico ed
è per questo motivo che io non posso trattare questo verbo allo
stesso modo di quelli analizzati sinora. Quindi attenendosi alla frase
su menzionata e tentando di tradurla otterremo:

NO TRESPASSING THE YELLOW LINE WHILE WAITING FOR


THE TRAIN.

Altro non abbiamo fatto che prendere il verbo “OLTREPASSARE” e


aggiungere la ING form

TRESPASS (OLTREPASSARE) – ING FORM

Si usa la –ING FORM proprio perchè qualunque verbo in inglese


preceduto da una preposizione regge la forma progressiva.
Un’altra particolarità che dobbiamo anche notare è l’utilizzo del “Do”.
Abbiamo sempre trattato questo elemento come un ausiliare per i
verbi ordinari. Abbiamo sempre detto che è un verbo irregolare,
serve per costruire la forma negativa ed interrogativa, ma non
abbiamo detto un’altro aspetto interessante che lega questo verbo al
concetto dell’imperativo.
Come abbiam detto poc’anzi, l’imperativo in inglese è un tempo forte
che implica ordini a compiere azioni. Possiamo tranquillamente
ammorbidire questo tempo verbale così “violento” con una forma
sicuramente più dolce che sarebbe quella di anteporre il “Do” davanti
al verbo.
Sicuramente è una forma che vi risulterà nuova ma invece è
fondamentale soprattutto quando ci rivolgiamo in seconda persona
singolare o plurale. Ovviamente, il DO in questa frase non viene
assolutamente tradotto, ma ha solo valore enfatico e quindi di
attenuante.
Prendiamo una frase per porre un esempio:
Prego, si accomodi. Please, Do sit down.

Visto che abbiamo trovato un altro valore del verbo “DO”


rivediamone brevemente le caratteristiche prima di passare ad un
nuovo tempo verbale.
Verbo Irregolare (To Do / Did / Done)

Ausiliare per I verbi ordinari nella formazione della forma interrogativa, negativa.
DO
Forma enfatica nel tempo verbale dell’imperativo
Do sit down, please

Ultimo aspetto dell’imperativo è legato alle QUESTION TAGS. Di


questo argomento ne abbiamo già parlato e quindi vi rimando per la
trattazione e la formazione di una QUESTION TAG. Qui ci
limiteremo soltanto a trattare le QUESTION TAGS in rapporto all’uso
dell’imperativo.
Sappiamo benissimo che una QUESTION TAG trae origine dalla
forma del verbo. Per cui il verbo assume un aspetto estremamente
importante nel gioco di questo argomento. Dicemmo che in una
frase se il verbo è in forma affermativa, la question tag avrà il verbo
al suo opposto e quindi al negativo. Se invece il verbo è in forma
positiva, la question tag sarà negativa. Ma cosa accade se nel verbo
non figura alcun soggetto? Quale è la parte che dobbiamo
prendere? Li diventa un po’ un problema. Nell’imperativo, l’unica
forma in cui si può creare una QUESTION TAG è nella seconda
persona singolare e plurale e prima persona plurale. Nelle altre non
è possibile.
Facciamo un esempio per spiegare in maniera chiara cosa succede
in queste circostanze:
Seconda Persona singolare

QUESTION TAGS Seconda Persona plurale

Prima persona singolare

Prendiamo due frasi per fornire degli esempi:


Sit down, won’t you? Siediti, Vuoi?
Let’s go to to the cinema, Shall we? Andiamo al cinema, vero?

Quindi ricorda che nella forma imperativa le Question tags si fanno


con WILL e SHALL nella prima persona plurale.
Con questo tempo verbale chiudiamo questa quarta parte per
dedicarci alla quinta sezione del Volume dedicata all’ultima
sequenza di verbi chiamata MODALI. Questa parte restante di verbi
è sicuramente rivolta a coloro che vogliono migliorare e approfondire
la lingua inglese, per cui è necessario avere già una base alquanto
solida di grammatica che solo i primi due volumi possono corredare.
Adesso non dilunghiamoci a trattare del terzo volume e accingiamoci
a parlare dei Verbi Modali.
Parte V – Verbi Modali (Can-Could-May-Might)
5.1 Premessa
In questa sezione, come accennato poc’anzi, andremo a trattare di
una tipologia di verbi denominata MODALI. Voi vi chiederete cosa
siano questi verbi anche se, sicuramente, nel excursus scolastico li
avrete studiati o quanto meno sentiti parlare. Forse il nome “Verbi
Modali” non vi suggerisce nulla ma vi garantisco che all’atto pratico,
subito li riconoscerete.
Innanzitutto passiamo a dare la definizione di cosa sia un Verbo
Modale.
I verbi modali, sono dei verbi DIFETTIVI e sono esattamente tre:

POTERE DOVERE VOLERE

Che rispettivamente diventano in inglese:

CAN MUST WANT

PERCHE’ SONO VERBI DIFETTIVI?


Innanzitutto perchè, a differenza dei tempi verbali analizzati nelle
sezioni precedenti mancano di forme verbali. Le uniche forme
riconosciute sono: IL PRESENTE, PASSATO, CONDIZIONALE. Tutti
le altre forme di coniugazione verbale sono rispettivamente
inesistenti e per la loro formazione bisogna ricorrere ad un altro
verbo sostitutivo. Di questo, ovviamente, ce ne occuperemo pià
tardi.
Un’altra caratteristica di questi verbi è che non hanno L’INFINITO,
per cui non potremo ricercarli nè in alcun dizionario, nè nella tabella
periodica dei verbi. Sono inoltre dei verbi STATICI e non DINAMICI
in quanto anche nella coniugazione di ciascuno di essi non esiste
alcun caso di flessione. Si comportano inoltre come verbi ausiliari
quando si effettua la forma interrogativa. Avendo ben dettagliato e
analizzato la loro “provenienza”, ci limiteremo a schematizzare
queste caratteristiche principali in modo tale da isolarle dall’intero
contesto.

Verbi Modali
Non hanno tutti i tempi verbali (ma solo l’infinito, passato, condizionale e presente)
Non hanno un infinito
Nella coniugazione non presentano casi di flessione
Si comportano come verbi ausiliari

Avendone delineato genericamente le caratteristiche, non ci resta


che entrare nello specifico partendo subito dal primo verbo Modale
che è il verbo POTERE (CAN)
5.1. VERBO “CAN”
Questo è il primo verbo modale che prenderemo in rassegna.
Analizzando questo verbo diremo che:
Non ha una forma infinitiva per cui non si troverà in alcun dizionario
e neppure nella tabella periodica dei verbi.
Non ha tutti i tempi verbali: gli unici tempi verbali sono: presente,
condizionale e passato nella coniugazione sia presente che passata,
il verbo non presenta casi di flessione per cui si caratterizza come
verbo statico e non dinamico.
Detto questo cominciamo a fare qualche esempio con il verbo “CAN”
per poi passare alle solite quattro forme di coniugazione del tempo
verbale.
I can swim. Io so nuotare.

Come si può ben notare dall’esempio, abbiamo una netta e chiara


differenza tra i due sistemi linguistici. Se mettiamo a confronto le due
frasi notiamo che:
In italiano, subito dopo il verbo “SAPERE” abbiamo una forma
infinitiva: “NUOTARE” che però non viene in maniera esplicita
riportata in lingua inglese. Tutti sappiamo che la forma dell’infinito in
inglese è tratta dal verbo preceduto da “TO”. Esempio di infinito è il
verbo “TO SWIM” che significa appunto “NUOTARE”. Allora cosa
succede in lingua inglese quando ci troviamo dinanzi ad un verbo
modale?
Innanzitutto dobbiamo dire che l’infinito si “spoglia” della sua
funzione tradizionale per diventare “nudo” ovvero “BARE
INFINITIVE” (infinito del verbo senza “TO”). Ed è questo ciò che ci
interessa sapere.

Con i verbi modali l’infinito del verbo è sempre senza il “TO” tranne per il verbo “WANT” che analizzeremo più
avanti.

Da qui possiamo dedurre le regole per la formazione base del verbo


“CAN”
FORMA AFFERMATIVA

SOGGETTO + CAN + INFINITO DEL VERBO (SENZA TO)

Da cui deriva l’esempio della frase fatto poc’anzi. Adesso passiamo


alla forma di coniugazione di questo verbo partendo appunto dalla
forma affermativa.
I can swim /Ai ken suim/ Io so nuotare
You can swim /gliu ken suim/ Tu sai nuotare
He can swim /Hi ken suim/ Lui sa nuotare
She can swim /sci ken suim/ Lei sa nuotare
It can swim /it ken suim/ Esso sa nuotare
We can swim /ui ken suim/ Noi sappiamo nuotare
You can swim /gliu ken suim/ Voi sapete nuotare
They can swim /dei ken suim/ Essi sanno nuotare

Come si può ben notare dalla forma affermativa, la terza persona


singolare non ha alcun tipo di flessione per cui il verbo, come detto
poc’anzi è assolutamente STATICO e non DINAMICO.
Passiamo adesso alla cosiddetta forma negativa. Quest’ultima si
ottiene aggiungendo la particella NOT alla radice del verbale “CAN”
proprio come nel seguente esempio:

SOGGETTO + CANNOT + INFINITO DEL VERBO (SENZA TO)

I cannot swim Non so nuotare


You cannot swin Tu non sai nuotare
He cannot swim Lui non sa anuotare
She cannot swim Lei non sa nuotare
It cannot swim Esso non s anuotare
We cannot swim Noi non sappiamo nuotare
You cannot swim Voi non sapete nuotare
They cannot swim Essi non sanno nuotare

La forma interrogativa si ottiene invertendo il primo elemento verbale


(CAN) con il soggetto proprio come segue:
Can I swim? So nuotare?
Can you swim? Sai nuotare?
Can he swim? Sa lui nuotare?
Can she swim? Sa lei nuotare?
Can it swim? Sa esso nuotare?
Can we swim? Sappiamo nuotare?
Can you swim? Sapete nuotare?
Can they swim? Sanno loro nuotare?

La forma interro negativa si ottiene inserendo il NOT subito dopo il


verbo CAN che diventa primo elemento rispetto al soggetto come
nell’esempio:
Cannot I swim? Non so nuotare?
Cannot you swim? Non sai nuotare?
Cannot he swim? Non sa lui nuotare?
Cannot she swim? Non sa lei nuotare?
Cannot it swim? Non sa esso nuotare?
Cannot we swim? Non sappiamo noi nuotare?
Cannot you swim? Non sapete voi nuotare?
Cannot they swim? Non sanno loro nuotare?

La forma contratta di questo verbo esiste solo nella forma


interronegativa e negativa. Quindi, dalle tre forme, che abbiamo visto
nei verbi precedenti, qui si riducono a due.
La forma contratta di CANNOT è “CAN’T” e anche la pronuncia è
diversa nel momento in cui bisogna distinguere la forma affermativa
da quella negativa.

CAN CAN’T

Passiamo alla coniugazione anche della forma contratta:


I can’t swim Io non so nuotare
You can’t swim Tu non sia nuotare
He can’t swim Lui non sa nuotare
She can’t swim Lei non sa nuotare
It can’t swim Esso non sa nuotare
We can’t swim Noi non sappiamo nuotare
You can’t swim Voi non sapete nuotare
They can’t swim Essi non sanno nuotare

La forma interro negativa diventa:


Can’t I swim? Non so nuotare?
Can’t you swim? Non sai nuotare?
Can’t he swim? Non sa lui nuotare?
Can’t she swim? Non sa lei nuotare?
Can’t it swim? Non sa esso nuotare?
Can’t we swim? Non sappiamo noi nuotare?
Can’t you swim? Non sapete voi nuotare?
Can’t they swim? Non sanno loro nuotare?

Adesso passiamo a descrivere il suo utilizzo. Quando si usa “CAN”?


“CAN” si usa:
Per esprimere una capacità a I can fly.
compiere un’azione Io so volare
I can see.
Per esprimere una capacità percettiva
Io ci vedo.
Per chiedere permesso a compiere Can I use your car, please?
un’azione Posso usare la tua macchina per favore?
You can use my car.
Concedere un permesso
Puoi usare la mia macchina
Proibire qualcuno a compiere You can’t go out with him tonight.
un’azione Non puoi uscire con lui questa sera.
Esprimere incapacità a compiere I cannot remember what you said.
un’azione Non riesco a ricordare quello che hai detto.

Prima di passare alla seconda parte di questo verbo mi voglio


soffermare sulla differenza tra il verbo “KNOW” e “CAN”. Come vi ho
spiegato poc’anzi, il verbo “CAN” viene usato per esprimere una
capacità di saper fare qualcosa. Molti di voi potrebbero confondere
questi due verbi per mezzo del loro significato analogo in una frase
italiana.
In una frase come quella: “IO SO NUOTARE”, verrebbe spontaneo,
ad un parlante italiano, tradurre il verbo “sapere” con “KNOW” invece
di “CAN” ed invece risulta essere sbagliato e vediamo di chiarire il
perchè:
CAN KNOW
Indica la conoscenza di qualcosa. Essere padrone di
qualcosa.
Indica una capacità a compiere un’azione.
I know English and French.
Conosco l’Inglese e il Francese.
“I can speak English.”
Si usa per denotare conoscenza di persone.
So parlare l’Inglese
I know you very well.
Ti conosco molto bene.

Adesso passiamo al secondo tempo del verbo “POTERE” che è


“COULD”
5.2. “COULD”
COULD, rappresenta il passato e il condizionale del verbo “CAN”.
Per passato, si intende in questo caso l’imperfetto e non il passato
remoto che si forma in altra maniera.
Partiamo anche qui dalla frase esempio:
I could read well when I was young. Sapevo leggere bene quando ero giovane.

Anche qui, valgono le stesse regole già citate nel paragrafo di “CAN”
(4.1.).
Partiamo dalla regola base:

SOGGETTO + COULD + INFINITO DEL VERBO (SENZA TO)

Adesso passiamo a coniugare questo verbo in forma affermativa


avendo così:
I could read /Ai cud rid/ Io sapevo leggere
You could read /gliu cud rid/ Tu sapevi leggere
He could read /hi cud rid/ Lui sapeva leggere
She could read /sci cud rid/ Lei sapeva leggere
It could read /it cud rid/ Esso sapeva leggere
We could read /ui cud rid/ Noi sapevamo leggere
You could read /gliu cud rid/ Voi sapevate leggere
They could read /dei cud rid/ Essi sapevano leggere

La forma negativa si ottiene mettendo il NOT subito dopo il verbo


COULD divenendo:

SOGGETTO + COULD + NOT + INFINITO DEL VERBO SENZA TO


Come nell’esempio:
I could not read Io non sapevo leggere
You could not read Tu non sapevi leggere
He could not read Lui non sapeva leggere
She could not read Lei non sapeva leggere
It could not read Esso non sapeva leggere
We could not read Noi non sapevamo leggere
You could not read Voi non sapevate leggere
They could not read Essi non sapevano leggere

La forma interrogativa si ottiene invertendo il primo elemento


verbale: “COULD” con il soggetto come nella tabella che segue:
Could I read? Sapevo leggere?
Could you read? Sapevi leggere?
Could he read? Sapeva leggere lui?
Could she read? Sapeva leggere lei?
Could it read? Sapeva leggere esso?
Could we read? Sapevamo leggere noi?
Could you read? Sapevate leggere voi?
Could they read? Sapevano loro leggere?

La forma interro negativa si ottiene aggiungendo il NOT al primo


elemento verbale seguito dal soggetto e quindi:
Could I not read? Non sapevo leggere?
Could you not read? Non sapevi leggere?
Could he not read? Non sapeva leggere lui?
Could she not read? Non sapeva leggere lei?
Could it not read? Non sapeva leggere esso?
Could we not read? Non sapevamo leggere noi?
Could you not read? Non sapevate leggere voi?
Could they not read? Non sapevano leggere loro?

La forma contratta del verbo COULD è COULDN’T. Anche qui, come


nel precedente verbo (CAN) esistono due forme di coniugazione per
il presente verbo: negativa e interro negativa come nella tabella che
segue:
I couldn’t read Io non sapevo leggere
You couldn’t read Tu non sapevi leggere
He couldn’t read Lui non sapeva leggere
She couldn’t read Lei non sapeva leggere
It couldn’t read Esso non sapeva leggere
We couldn’t read Noi non sapevamo leggere
You couldn’t read Voi non sapevate leggere
They couldn’t read Essi non sapevano leggere
La forma interro negativa diventa:
Couldn’t I read? Non sapevo leggere?
Couldn’t you read? Non sapevi leggere?
Couldn’t he read? Non sapeva lui leggere?
Couldn’t she read? Non sapeva lei leggere?
Couldn’t it read? Non sapeva esso leggere?
Couldn’t we read? Non sapevamo noi leggere?
Couldn’t you read? Non sapevate voi leggere?
Couldn’t they read? Non sapevate leggere?

Adesso passiamo a delineare le caratteristiche d’uso di questo


verbo. Quando si usa “COULD”?
COULD si usa per:
Per indicare una capacità di compiere When I was young I could read a lot of books.
un’azione in passato Quando ero giovane, sapevo leggere molti libri.
Una richiesta formale a compiere Could you open the window, please?
un’azione. Potresti aprire la finestra, per favore?
Per fornire un consiglio o You could telephone him first, before going to his house.
suggerimento Potresti prima telefonarlo, prima di andare a casa sua.
Si usa nel periodo ipotetico di If she could come, she would tell you.
secondo tipo Se potesse venire, te lo direbbe.

Una considerazione molto importante da fare è sicuramente la


differenza tra “CAN” e “COULD” nel suo utilizzo. Vediamo la
differenza nella seguente tabella.
CAN COULD
Registro informale di lingua Registro Formale
Quando due parlanti si conoscono I due parlanti non si conoscono
Quando i due parlanti sono coetanei Quando c’è disparità di età tra I due parlanti

Questo per far capire che ogni volta ci troviamo a contatto con
persone che non conosciamo dobbiamo per sicurezza utilizzare
COULD a discapito di CAN. Adesso prima di passare alla
sfaccettatura del condizionale passato espresso da COULD,
cominciamo a delineare in maniera comparata gli usi principali di
CAN e COULD mettendoli a confronto proprio come abbiamo fatto
cin tutti gli altri tempi verbali precedenti.
CAN COULD
Per indicare una capacità di compiere un’azione in
Per esprimere una capacità a compiere un’azione
passato.
I can swim
I could swim.
So nuotare
Sapevo suonare
CAN COULD
Per esprimere una capacità percettiva Una richiesta formale a compiere un’azione.

I can see. Could I use your car?


Io ci vedo Potrei usare la tua macchina?
Per chiedere permesso a compiere un’azione. Per fornire un consiglio o suggerimento

Can I use your car? You could study more.


Posso usare la tua macchina? Potresti studiare di più.

Adesso, prima di passare alla tabella riepliogativa definitva,


dedichiamoci al condizionale passato nel prossimo paragrafo.
5.3. COULD HAVE + PARTICIPIO PASSATO
Indica in inglese il condizionale passato. A differenza dei primi due
verbi che abbiamo visto: CAN e COULD, qui siamo in presenza di un
tempo composto dove abbiamo la presenza di be due elementi
verbali aggiuntivi come il VERBO AVERE e il PARTICIPIO
PASSATO.
Vediamo di partire da una frase modello e da li analizzare questo
tempo verbale:
You could have informed him. Lo avresti potuto informare.

Mentre il condizionale presente indica un’azione che si potrebbe


compiere nel presente, quella espresso dal passato riguarda una
sorta di rammarico nonchè dispiacere per un qualcosa che si
sarebbe potuto fare ma che non si è fatto.
La sua formazione generica è:

SOGGETTO + COULD + HAVE + PARTICIPIO PASSATO

Passando alla coniugazione delle quattro forme verbali avremmo:


Forma Affermativa
I could have informed Avrei potuto informarlo
You could have informed him Avresti potuto informarlo
He could have informed him Avrebbe potuto informarlo
She could have informed Avrebbe lei potuto informarlo
It Could have informed Avrebbe esso potuto informarlo
We could have informed Avrebbero potuto informarlo
You could have informed Avreste voi potuto informarlo
They could have informed Avrebbero loro potuto informarlo
La forma interrogativa si ottiene invertendo il primo elemento
verbale con il soggetto proprio come segue:
Could I have informed him? Potrei averlo informato?
Could you have informed him? Potresti averlo informato?
Could he have informed him? Potrebbe lui averlo informato?
Could she have informed him? Potrebbe lei averlo informato?
Could it have been informed him? Potrebbe esso essere stato informato?
Could we have been informed? Potremmo noi esser stati informati?
Could you have been informed? Potreste voi averlo informato?
Could they have been informed? Potrebbero loro averlo informato?

La forma negativa si ottiene aggiungendo la negazione NOT subito


dopo COULD e quindi:
I could not have informed him Non lo avrei informato
You could not have informed him Non lo avresti potuto informare
He could not have informed him Non avrebbe potuto informarlo
She could not have informed him Lei non avrebbe potuto informarlo
It could not have been informed him Esso non avrebbe potuto informarlo
We could not have been informed him Noi non avremmo potuto informarlo
You could not have been informed him Voi non avreste potuto informarlo
They could not have been informed him Essi non avrebbero potuto informarlo

La forma interro negativa si ottiene, dopo aver invertito il verbo con il


soggetto, aggiungendo il NOT subito dopo il soggetto come nella
tabella che segue:
Could I not have informed him? Potrei non averlo informato?
Could you have informed him? Potresti non averlo informato?
Could he not have informed him? Potrebbe non averlo informato?
Could she not have informed him? Potrebbe lei non averlo informato?
Could it not have informed him? Potrebbe esso non averlo informato?
Could we not have informed him? Potremmo noi non averlo informato?
Could you not have informed him? Potreste voi non averlo informato?
Could they not have informed him? Potrebbero loro non averlo informato?

La forma contratta di COULD è COULDN’T per cui anche nella


forma del condizionale passato, la forma contratta, nonostante ci sia
la presenza di due verbi, influisce soltanto sul primo elemento
verbale.
Couldn’t I have informed him? Potrei non averlo informato?
Couldn’t you have informed him? Potresti non averlo informato?
Couldn’t he have informed him? Potrebbe non averlo informato?
Couldn’t she have informed him? Potrebbe lei non averlo informato?
Couldn’t it have informed him? Potrebbe esso non averlo informato?
Couldn’t we have informed him? Potremmo noi non averlo informato?
Couldn’t you have informed him? Potreste voi non averlo informato?
Couldn’t they have informed him? Potrebbero loro non averlo informato?

La forma negativa contratta sarà:


I couldn’t have informed him Io non lo avrei potuto informare
You couldn’t have informed him Tu non lo avresti potuto informare
He couldn’t have informed him Lui non lo avrebbe potuto informare
She couldn’t have informed him Lei non lo avrebbe potuto informare
It couldn’t have informed him Esso non lo avrebbe potuto informare
We couldn’t have informed him Noi non lo avremmo potuto informare
You couldn’t have informed him Voi non lo avreste potuto informare
They couldn’t have informed him Essi non lo avrebbero potuto informare

Quando si usa il Condizionale Passato?


Il condizionale passato si usa per indicare un’azione che sarebbe
potuta esser fatta ma che in realtà non è stata eseguita.
You could have phoned him yesterday morning. Lo avresti potuto telefonare ieri mattina.

La forma negativa del condizionale passato assume un significato


leggermente differente. Non si traduce più come condizionale ma
bensì come passato e viene utilizzato per indicare un’impossiblità ad
aver compiuto un’azione.
He couldn’t have killed him. He was abroad. Lui non poteva averlo ucciso. Era all’estero.

Da qui nasce l’esigenza di porre a confronto il tempo presente di


CAN seguito dal verbo HAVE e il PARTICIPIO PASSATO con il
COULD.
COULDN’T + HAVE + PARTICIPIO PASSATO
CAN’T + HAVE + PARTICIPIO PASSATO
Esprime una certezza negativa su un particolare
avvenimento o azione. Esprime una supposizione su un particolare
avvenimento o azione accaduto in un tempo passato.
You can’t have used my car. It is locked.
Non puoi aver usato la mia macchina. E’ chiusa a He couldn’t have killed him. He was abroad.
chiave. Non poteva averlo ammazzato. Lui era all’estero.

Nella frase su menzionata, si nota una certezza La situazione non è di chiara ed evidente prova in
matematica che l’azione di aver utilizzato la macchina è quanto si riferisce ad una situazione passata. Si può
impossibile. L’azione deriva dalla situazione presente e ipotizzare che la persona si trovasse all’estero per cui
quindi da una attuale condizione che permette al l’azione di uccidere fosse impossibile.
parlante di mostrare la verità dei fatti.

Avendo analizzato anche questo altro aspetto, passiamo a


descrivere la seconda parte del Verbo “POTERE” verificando come
si formano gli altri tempi verbali.
5.4. “TO BE ABLE TO” (Essere capace di)
Il TO BE ABLE TO, corrisponde alla forma dell’infinito del verbo
POTERE. Come vi avevo accennato nei paragrafi precedenti, il
verbo CAN non ha alcuna forma di infinito e in qualità di verbo
difettivo, non ha nemmeno gli altri tempi verbali per cui, questi ultimi,
necessitano di essere rilevati o quanto meno recuperati attraverso
l’uso di questa forma verbale.
Cosa significa: TO BE ABLE TO?
Innanzitutto significa “ESSERE CAPACE DI” compiere un’azione e
quindi come il verbo POTERE, esprime una capacità fisica o
mentale a poter eseguire un’azione. Questo verbo, ci serve per la
coniugazione del verbo POTERE in tutte le sue possibili forme e
tempi verbali come ad esempio i tempi composti, la forma passiva
etc etc.
Molto semplice è il suo utilizzo. Se avete memorizzato bene lo
schema e la formazione dei precedenti verbi, non vi risulterà difficile,
adesso, comprendere il funzionamento di quest’altro verbo.
Partiamo dalla forma infinitiva e immaginiamo di dover creare un
tempo futuro o passato prossimo. Come si fa?
Innanzitutto si deve far mente locale della regola base del futuro.
Come si forma la regola generica del futuro?
Abbiamo detto che la regola base è:
WILL + INFINITO DEL VERBO SENZA TO

Partendo dall’infinito del verbo POTERE: TO BE ABLE TO,


dobbiamo eliminare il TO dell’infinito e al posto del “TO”, aggiungere
il WILL proprio come nell’esempio:

TO BE ABLE TO (Potere) WILL BE ABLE TO (Potrò)

Supponiamo di dover fare la stessa cosa per formare il Passato


Prossimo del Verbo POTERE. Seguendo lo stesso schema dettato
più su avremo:
REGOLA BASE DEI PRESENT PERFECT SIMPLE

TO HAVE + PARTICIPIO PASSATO

Prendiamo l’infinito del verbo POTERE: TO BE ABLE TO. Togliamo il


TO, premettiamo il verbo HAVE e troviamo il PARTICIPIO PASSATO
del verbo BE.

TO BE ABLE TO (Potere) Have been able to (Ho potuto)

Partendo quindi da questa regola, possiamo giungere alla


composizione di tutti i restanti tempi verbali. Per semplificazione,
troverete i singoli tempi verbali all’interno della seguente tabella:
Have been able to (pass. Prossimo) Ho potuto
Was being able to (past continuous) Potevo
Was able to (Simpe past) Potei
Had been able to (Past Perfect) Avevo potuto
Will be able to (Futuro) Potrò
Will have been able to (futuro anteriore) Avrò potuto
Would have been able to (Condizionale Passato) Avrei potuto
Being able to (Gerundio) Potendo

Ovviamente la coniugazione dei tempi verbali su menzionati è


soggetta alle stesse regole dei singoli verbi che ne prendono parte.
Ultimi due verbi per concludere con il verbo POTERE sono MAY e
MIGHT. Vediamoli insieme e poi passeremo alla rassegna
schematica delle quattro forme del verbo POTERE prima di
addentrarci nel verbo DOVERE.
5.5 MAY e MIGHT
Sono altre due forme del verbo POTERE. Questi due verbi sono
differenti da quelli che abbiamo visto sinora per descrivere il verbo
POTERE anche perchè hanno una loro struttura e formazione
leggermente differente. Di questi potremmo solo effettuare la
coniugazione alla forma affermativa e negativa in quanto quella
interrogativa è strettamente limitata.
Partiamo con il primo verbo che è MAY. Questo verbo, come anche
MIGHT, segue la stessa forma di CAN e COULD per quanto riguarda
la forma interrogativa e negativa. MAY indica la forma del presente,
MIGHT invece quella del condizionale. Entrambi le forme verbali
indicano un POTERE misto a dubbio e incertezza. Mettiamoli a
confronto direttamente:
MAY MIGHT
Si usa per esprimere una richiesta in maniera formale:
Si usa per esprimere una possibilità che qualcosa
May I use your phone, please?
avvenga. Probabilità più forte.
Posso usare il suo telefono, per favore?
It might rain tomorrow.
Si usa per concedere un permesso in maniera formale.
Potrebbe piovere domani.
You may use my car, if you like.
Puoi usare la mia auto se vuoi.
Richiesta gentile
Per indicare una possibilità che avvenga un’azione.
Might I use your car?
It may rain tomorrow.
Potrei usare la tua macchina?
Domani può piovere.

Passiamo alla coniugazione di questi due tempi verbali al presente:


I may go out /Ai Mei go aut/ Io posso uscire
You may go out /gliu mei go aut/ Tu puoi uscire
He may go out /hi mey go aut/ Lui può uscire
She may go out /sci mei go aut/ Lei può uscire
It may go out /it mei go aut/ Esso può uscire
We may go out /ui mei go aut/ Noi possiamo uscire
You may go out /gliu mei go aut/ Voi potere uscire
They may go out /dei mei go aut/ Essi possono uscire

La forma negativa, si ottiene ponendo il NOT subito dopo il MAY


come nella tabella:
I may not go out Io non posso uscire
You may not go out Tu non puoi uscire
He may not go out Lui non può uscire
She may not go out Lei non può uscire
It may not go out Esso non può uscire
We may not go out Noi non possiamo uscre
You may not go out Voi non potete uscire
They may not go out Essi non possono uscire.

La forma passata e quindi MAY HAVE si effettua come di seguito:


I may have gone out Posso essere uscito
You may have gone out Tu puoi essere uscito
He may have gone Lui può essere uscito
She may have gone Lei può essere uscita
It may have gone Esso può essere uscito
We may have gone Noi possiamo essere usciti
You may have gone Voi potete essere usciti
They may have gone Essi possono essere usciti.

Lo stesso discorso dicasi per il verbo MIGHT che diviene nella forma
affermativa:
I might go out /Ai mait go aut/ Io potrei uscire
You might go out /gliu mait go aut/ Tu potresti uscire
He might go out /hi mait go aut/ Lui potrebbe uscire
She might go out /sci mait go aut/ Lei potrebbe uscire
It might go out /it mait go aut/ Esso potrebbe uscire
We might go out /ui mait go aut/ Noi potremmo uscire
You might go out /gliu mait go aut/ Voi potreste uscire
They might go out /dei mait go aut/ Essi potrebbero uscire

La forma negativa si ottiene aggiungendo il NOT subito dopo il


MIGHT come nella tabella:
I might not go out Io non potrei uscire
You might not go out Tu non potresti uscire
He might not go out Lui non potrebbe uscire
She might not go out Lei non potrebbe uscire
It might not go out Esso non potrebbe uscire
We might not go out Noi non potremmo uscire
You might not go out Voi non potreste uscire
They might not go out Essi non potrebbero uscire.

La forma del condizionale passato si ottiene invece:


I might not have gone out Io non sarei potuto uscire
You might not have gone out Tu non saresti potuto uscire
He might not have gone out Lui non sarebbe potuto uscire
She might not have gone out Lei non sarebbe potuta uscire
It might not have gone out Esso non sarebbe potuto uscire
We might not have gone out Noi non saremmpo potuti uscire
You might not have gone out Voi non sareste potuti uscire
They might not have gone out Essi non sarebbero potuti uscire.
Il condizionale passato di MIGHT è MIGHT HAVE più PARTICIPIO
PASSATO
Il condizionale passato viene usato quando vogliamo esprimere una
possibilità che si sarebbe potutà verificare nel passato.
He may not have studied hard yesterday. Lui può non aver studiato molto ieri.

Dalla frase su menzionata, si evince una probabilità. Un qualcosa di


incerto. Non sapremo se la persona il giorno prima abbia
effettivamente studiato molto ma possiamo immaginarlo, intuirlo
senza alcuna parvenza di certezza. Lo stesso dicasi di MIGHT.
Se abbiamo una frase italiana espressa con la forma negativa del
verbo CAN come ad esempio:
You can’t have bought a cd. You didn’t have money
Non puoi aver acquistato un cd. Non avevi soldi con te.
with you.

Esprimiamo una certezza che un’azione non è stata potuta essere


eseguita. In questo caso, siccome la persona non possedeva dei
soldi non aveva potuto acquistare il cd. Quindi CAN indica certezza,
MAY, indica possibilità, probabilità che qualcosa possa o non possa
essere accaduta.
Adesso termineremo questa nostra trattazione del verbo CAN
attraverso una tabella riepilogativa prima di passare al secondo
verbo modale chiamato DOVERE.
TABELLA RIEPILOGATIVA VERBO POTERE
CAN COULD
CAN COULD
Si usa per indicare capacità a compiere un’azione nel
Si usa per indicare capacità a compiere un’azione nel
presente.
passato.
I can swim.
I could read.
So nuotare.
Sapevo leggere.
Si usa per chiedere permesso a compiere un’azione.
Si usa per chiedere qualcosa in maniera gentile e
formale.
Can I use your car?
Posso usare la tua macchina?
Could I use your car?
Potrei usare la tua macchina?
Si usa per concedere un permesso.
You can use my car.
Tu puoi usare la mia macchina
Si usa per indicare una probabilità di compiere
un’azione
Si usa per indicare una capacità percettiva.
He could leave for Naples next week but I don’t know if
I can hear you well.
he wants to.
Riesco a senitrti molto bene.
Lui potrebbe partire per Napoli la settimana prossima
ma non so se vuole.
Si usa per esprimere un rimprovero.
Si usa nel periodo ipotetico di II tipo.
You can’t go out at midnight.
Non puoi uscire a mezzanotte
If you could phone, I would be happy.
Se tu potessi telefonarmi, sarei felice.
Per esprimere una certezza su un particolare evento.
COULD è sia il condizionale che il passato (imperfetto)
You can’t have talked to him. He was away.
del verbo CAN
Non puoi aver parlato con lui. Lui era andato fuori.

MAY MIGHT
Si usa per esprimere dubbio o incertezza su un Si usa per esprimere dubbio o incertezza nel tempo
particolare evento. condizionale.

He may go to London next week. He might go to London next week.


Forse va a Londra la settimana prossima. Lui potrebbe andare a Londra la settimana prossima.

Per concedere un permesso in maniera formale. Per effettuare una richiesta in maniera formale e
distaccata.
You may use my car if you like.
Tu puoi usare la mia macchina, se vuoi. Might I go out tonight?
Potrei uscire stasera?
Per chiedere formalmente qualcosa.
Quando si vuole esprimere una possibilità che si
May I use your phone? sarebbe potuta verificare nel passato.
Posso utilizzare il tuo telefono?
You might have helped me.
Avresti potuto aiutarmi.

SI PUO’ USARE PER ESPRIMERE RICHIESTA IN SI PUO’ USARE PER ESPRIMERE RICHIESTA IN
MANIERA FORMALE O POSSIBILITA’ A COMPIERE MANIERA FORMALE O POSSIBILITA’ A COMPIERE
UN’AZIONE UN’AZIONE
Dopo aver ampliamente discusso e schematizzato le varie forme del
verbo POTERE in tutte le sue forme possibili, passiamo al secondo
dei verbi modali che è il verbo DOVERE.
Parte VI – Verbi Modali (Must-Have to-Shall – Should)
6.0 PREMESSA
In questo capitolo ci soffermeremo sul secondo ti o di verbi modali
dedicato alla forma del DOVERE. Anche questo, dal punto di vista
grammaticale segue le stesse indicazioni del precedente verbo: CAN
solo che ripetto quest’ultimo reca piu caratteristiche che lo
differenziano dall’altro. Il verbo DOVERE non è univoco e a volte
bisogna interpretarlo a seconda del tipo di intenzione che si vuole
esprimere. Il nostro senso del dovere in inglese viene differenziato a
secondo se vogliamo esprimere un OBBLIGO dettato dalla persona
stessa oppure e viene dettato da un’autorità esterna, se vogliamo
esprimere un consiglio o un suggerimento e così via. Partiamo dalla
prima forma verbale che è MUST
6.1. MUST
Indica il primo verbo modale indicante DOVERE. Anch’esso dal
punto di vista grammaticale è simile al verbo POTERE: è un verbo
difettivo (nel senso ch non contiene tutti i tempi verbali ma soltanto la
forma del presente, condizionale e passato.) per tutte le altre forme
si usa sicuramente u altro elemento verbale ma che tratteremo piu
avanti. Anche quwsto ha carattere ausiiare nel senso che quando
facciamo la forma interrogativa effettuiamo l’inversione tra il verbo e
il soggetto. Anche questo verbo, come il precedente è un verbo
statico e non dinamico perchè come ben si può notare non resenta
alcun tipo di flessione nella coniugazione anche e soprattutto nella
terza persona singolare.

Vediamo di schematizzare brevemente cio che abbiamo detto


attraverso l’ausilio di una tabella

MUST
VERBO MODALE
VERBO STATICO (non genera flessione all’interno della coniugazione)
VERBO DIFETTIVO (non ha tutti i tempi verbali ma solo presente, passato e condizionale)
SI COMPORTA COME UN VERBO AUSILIARE
Adesso passiamo a delineare la regola base per la formazione di
questo verbo:

SOGGETTO + MUST + INFINITO DEL VERBO SENZA TO

Partendo da una semplice frase:


“Io devo andare”

Notiamo che in italiano il verbo DOVERE ha il tempo all’infinito


proprio come il verbo POTERE visto poc’anzi Beh anche in questo
caso in inglese l’infinito si spoglia della sua forma piena per divenire
“Nudo” ecco perché si dice “infinito del verbo senza TO”.
Volendo tradurre questa frase dall’italiano all’inglese avremo:

I must go.

Prima di descrivere il suo utilizzo passiamo a coniugare singolarente


e nelle quattro forme il presente verbo.
I must go /ai mast go/ Io devo andare
You must go /gliu mast go/ Tu devi andare
He ust go /hi ast go/ Lui deve andare
She must go /sci mast go/ Lei deve adare
It Must go /it mast go/ Esso deve andare
We must go /ui mast go/ Noi dobbiamo andare
You must go /gliu mast go/ Voi dovete andare
They must go /Dei mast go/ Essi devono andare

La forma negativa si ottiene inserendo il NOT subito dopo il MUST


come segue nella tabella
I must not go Non devo andare
You must not go Tu non devi andare
He must not go Lui non deve andare
She must not go Lei non deve andare
It must not go Esso non deve andare
We must not go Noi non dobbiamo andare
You must not go Voi non dovete andare
They must not go Essi non devono andare

La forma interrogativa si ottiene invertendo il verbo con il soggetto


come segue:
Must I go? Devo io andare?
Must you go? Devi tu andare?
Must he go? Deve andare lui?
Must she go? Deve lei andare?
Must it go? Deve esso andare?
Must we go? Dobbiamo noi andare?
Must you go? Dovete andare voi?
Must they go? Devono essi andare?

La forma interro negativa si ottiene aggiungendo il NOT subito dopo


il soggetto come segue:
Must i not go? Non devo andare?
Must you not go? Non devi andare tu?
Must he not go? Non deve lui andare?
Must she not go? Non deve lei andare?
Must it not go? Non deve esso andare
Must we not go? Non dobbiamo andare?
Must you not go? Non dovete andare?
Must they not go? Non devono essi andare?

La forma contratta del verbo MUST si ottiene abbreviando il NOT


con il verbo principale facendo diventare il verbo come un'unica
parola come nell’esempio:
I mustn’t go Non devo andare
You mustn’t go Tu non devi andare
He mustn’t go Lui non deve andare
She mustn’t go Lei non deve andare
It mustn’t go Esso non deve andare
We mustn’t go Noi non dobbiamo andare
You mustn’t go Voi non dovete andare
They mustn’t go Essi non devono andare

Lo stesso dicasi per la forma interro negativa contratta si ottiene


invertendo il soggetto con il verbo come nella tabella:
Mustn’t I go? Non devo andare?
Mustn’t you go? Non devi andare tu?
Mustn’t he go? Non deve lui andare?
Mustn’t she go? Non deve lei andare?
Mustn’t it go? Non deve esso andare
Mustn’t we go? Non dobbiamo andare?
Mustn’t you go? Non dovete andare?
Mustn’t they go? Non devono essi andare?

Quando si usa MUST? MUST si usa per:


Quando si esprime l’obbligo da parte You must study.
di qualcuno a far compiere un’azione Tu devi studiare
Quando si vuole esprimere un Must you listen to music now?
rimprovero Devi per forza ascoltare musica?
I watched Titanic yesterday. It was fantastic. You must watch it.
Esprimere invito convincente.
Ieri ho visto Titanic. Era fantastico. Devi assolutamente vederlo.
You mustn’t study.
Esprime un divieto
Tu non devi studiare
John must be at home now. It is three o clock.
Esprimere supposizione
John deve essere a casa ora. Sono le tre.

Il tempo passato si ottiene con MUST+ HAVE + PARTICIPIO


PASSATO
I must have gone /Ai mast hev gan/ Io devo essere andato
You must have gone /gliu mast hev gan/ Tu devi esser andato
He must have gone /hi mast hev gan/ Lui deve esere andato
She must have gone /sci mast hev gan/ Lei deve essere andata
It must have gone /it mast hev gan/ Esso deve essere andato
We must have gone /ui mast hev gan/ Noi dobbaimo essere andati
You must have gone /gliu mast hev gan/ Voi dovete esser andati
They must have gone /dei mast have gan/ Esi devono essere andati

La forma interrogativa si ottiene invertendo il soggetto con il soggetto


come segue:
Must I have gone? Devo io essere andato?
Must you have gone? Devi tu essere andato?
Must he have gone? Deve lui essere andato?
Must she have gone? Deve lei essere andato?
Must it have gone? Deve esso essere andato?
Must we have gone? Dobbiamo noi essere andati?
Must you have gone? Dovete voi essere andati?
Must they have gone? Devono loro essere andati?

La forma negativa si ottiene inserendo il NOT subito dopo il primo


elemento verbale come segue
I must not have gone Io non devo essere andato
You must not have gone Tu non devi essere andato
He must not have gone Lui non deve essere andato
She must not have gone Lei non deve essere andato
It must not have gone Esso non deve essere andato
We must not have gone Noi non dobbiamo essere andati
You must not have gone Voi non dovete essere andati
They must not have gone Essi non devono essere andati

Quando si usa il condizionale passato di MUST? MUST HAVE si


utilizza quando si vuole esprimere una supposizione su qualcosa o
qualcuno.
Ex. Lui deve essere stato molto bravo in Inglese. He must have been very good at English.

Un altro verbo che ha le stesse caratteristiche a che si esprime con


utilizzo leggermente differente è HAVE TO. Vediamolo nel paragrafo
successivo.
6.2.TO HAVE TO
Anche questo verbo viene utiizzato pper esprimere una forma di
DOVERE. Bisogna per affermare che quest’ultimo, ha un uso
leggermente differente da MUST. Vediamo prima di coniugarlo nelle
sue quattro forme:
I have to go Io devo andare
You have to go Tu devi andare
He has to go Lui deve andare
She has to go Lei deve andare
It has to go Esso deve andare
We have to go Noi dobbiamo andare
You have to go Voi dovete andare
They have to go Essi devono andare

La forma interrogativa si effettua come quell dei verbi ordinari. Infatti


il verbo è leggermente differente da quello di MUST che al contrario
si comporta come se fosse un verbo ausiliare. Vediamo la forma
interrogativa:
Do i have to go? Devo io andare?
Do you have to go? Devi tu andare?
Does he have to go? Deve lui andare?
Does she have to go? Deve lei andare?
Does it have to go? Deve esso andare?
Do we have to go? Dobbiamo noi andare?
Do you have to go? Dovete voi andare?
Do they have to go? Devono essi andare?

La forma negativa si ottiene con:


I do not have to go Io non devo andare
You do not have t go Tu non devi andare
He does not have to go Lui non deve andare
She does not have to go Lei non deve andare
It does not have to go Esso non deve andare
We do not have to go Noi non dobbiamo andare
You do not have to go Voi non dovete andare
They do not have to go Essi non devono andare
La forma interro negativa si ottiene invece invertendo il verbo con il
soggetto e successivamente aggiungendo il NOT al soggetto come
nella seguente tabella:
Do i not have to go? Non devo andare io?
Do you not have to go Non devi andare tu?
Does he not have to go? Non deve andare lui?
Does she not have to go? Non deve andare lei?
Does it not have to go? Non deve andare esso?
Do we not have to go? Non dobbiamo andare noi?
Do you not have to go? Non dovete andare voi?
Do they not have to go? Non devono andare loro?

La forma contratta di questo verbo è simile a quella dei verbi ordinari


in quanto, vista la presenza del DO o DOES, la negazione NOT si
contrae direttamente con l’ausiliare divenendo:
I don’t have to go Io non devo andare
You don’t have to go Tu non devi andare
He doesn’t have to go Lui non deve andare
She doesn’t have to go Lei non deve andare
It doesn’t have to go Esso non deve andare
We don’t have to go Noi non dobbiamo andare
You don’t have to go Voi non dovete andare
They don’t have to go Essi non devono andare

Lo stesso dicasi per la forma interro negativa:


Don’t I have to go? Non devo andare io?
Don’t you have to go? Non devi andare tu?
Doesn’t he have to go? Non deve andare lui?
Doesn’t she have to go? Non deve andare lei?
Doesn’t it have to go? Non deve andare esso?
Don’t we have to go? Non dobbiamo andare noi?
Don’t you have to go? Non dovete andare voi?
Don’t they have to go? Non devono andare loro?

La differenza principale tra il verbo HAVE TO e il MUST è che


quest’ultimo è un verbo statico in quanto non flette nelle sue forme di
coniugazione: il primo, al contrario, si configura come un verbo
dinamico perchè genera casi di flessione: alias (la forma affermativa;
III persona singolare [He has to])
Adesso passiamo all’analisi di questo verbo e in particolare al suo
utilizzo.
Quando si usa TO HAVE TO? TO HAVE TO si usa per:
Esprimere un dovere che non deriva
You have to obliterate your ticket when you are on the bus.
direttamente dalla persona ma bensì
Devi obliterare il biglietto quando sei sull’autobus
da autorità esterne
Esprimere un azione che si ripete
I always have to eat breakfats at 9 o clock in the morning.
ripetutamente. Quindi l’ausilio degli
Devo sempre fare colazione alle 8 del mattino.
avverbi di frequenza
Un dovere che deriva da circostanze If you want to learn a language, you have to study grammar.
esterne Se vuoi imparare una lingua straniera, devi studiare la grammatica.

Già possiamo notare due caratteristiche rispettivamente dverse tra


MUST e HAVE TO. Mettiamoli a confronto.
MUST TO HAVE TO
Dovere imposto da una persona. Dovere che deriva da circostanze esterne e quindi non
connesso alla volontà personale.
You must study English. I want you to graduate in
English. You have to wear a helmet when you drive a
Devi studiare Inglese. Voglio che tu ti laurei in Inglese. motorbike.
Devi indossare il casco quando guidi il motorino.

In questo caso, l’obbligo di indossare il casco non


deriva dalal volontà di una persona ma bensì un
obbligo imposto dalla legge per cui dobbiamo riportare
ciò che la legge ha stabilito.

Molto interessante, è sicuramente anche la differenza che sussiste


nella forma negativa tra MUST e TO HAVE TO.
Abbiamo detto poc’anzi che usiamo MUST nella forma negativa
quando vogliamo esprimere un divieto a far compiere un’azione.
Molti pensano che le due forme verbali: MUST e HAVE TO siano
interscambiabili e utilizzabili allo stesso modo senza che ci sia
alcuna regola specifica. Invece non è così! Punto primo, perchè
altrimenti non ci sarebbe stato alcun motivo di riempire libri di
grammatica con tempi verbali se questi potessero essre eutilizzati a
caso e punto secondo, per una corretta esecuzione della frase
bisogna conoscere dettagliatamente la regola grammaticale onde
evitare in fraintendimenti, proprio come in questo caso. Se io prendo
la stessa frase del tipo:
Ex. “Tu non devi studiare”.
E la traduco rispettivamente:
You mustn’t study You don’t have to study
Entrambi le frasi sono GRAMMATICALMENTE corrette ma diversa è
l’intenzione che il parlante vuole esprimere. Per un italiano
sembrerebbela stessa cosa in quanto in italiano la frase è unica ma
per un parlante inglese il significato è rispettivamente diverso.
Se decido di utilizzare la traduzione del primo quadrante, un parlante
di lingua inglese capisce che io non voglio che lui studi. La volontà, il
divieto, parte dalla persona. Se invece io decido di tradurre la
suddetta frase con la traduzione della seconda frase, un parlante di
lingua inglese comprende che non è necessario che io studi e non
che io non debba studiare. Quindi potremmo dire che:
Mustn’t Divieto
Don’t have to Necessità

Adesso passiamo a rivolgerci alla terza forma del verbo DOVERE


che è quella del CONDIZIONALE.
6.3. SHOULD
Questa forma è il condizionale del verbo DOVERE. Anch’esso è un
verbo modale come i due precedenti e anche qui torniamo al caso
della staticità del verbo perchè anche quest’ultimo, come MUST non
assume alcun tipo di flessione durante la coniugazione. Anch’esso,
si comporta come verbo ausiliare, nel senso che, nella forma
interrogativa, interro negativa esegue l’inversione del verbo con il
soggetto. Passiamo alla formazione e quindi alla regola base del
condizionale del verbo DOVERE.

SOGGETTO + SHOULD + INFINITO DEL VERBO (SENZA TO)

Come si può ben notare, anche SHOULD ha la stessa struttura del


verbo MUST per cui prendendo una frase a titolo di esempio
avremo:
Io dovrei studiare
I should study.

Passiamo alla coniugazione di questo verbo:


I should study /Ai sciud stadi/ Io dovrei studiare
You should study /gliu sciud stadi/ Tu dovresti studiare
He should study /hi sciud stadi/ Lui dovrebbe studiare
She should study /sci sciud stadi/ Lei dovrebbe studiare
It should study /it sciud stadi/ Esso dovrebbe studiare
We should study /ui sciud stadi/ Noi dovremmo studiare
You should study /gliu sciud stadi/ Voi dovreste studiare
They should study /dei sciud stadi/ Essi dovrebbero studiare

La forma negativa, si ottiene inserendo il NOT tra i due verbi come


nella tabella:
I should not study Io non dovrei studiare
You should not study Tu non dovresti studiare
He should not study Lui non dovrebbe studiare
She should not study Lei non dovrebbe studiare
It should not study Esso non dovrebbe studiare
We should not study Noi non dovremmo studiare
You should not study Voi non dovreste studiare
They should not study Essi non dovrebbero studiare

La forma interrogativa, si ottiene invertendo il primo elemento


verbale, in questo caso SHOULD con il soggetto come nella tabella:
Should I study? Dovrei io studiare?
Should you study? Dovresti tu studiare?
Should he study? Dovrebbe lui studiare?
Should she study? Dovrebbe lei studiare?
Should it study? Dovrebbe esso studiare?
Should we study? Dovremmo noi studiare?
Should you study Dovreste voi studiare?
Should they study? Dovrebbero loro studiare?

La forma interro negativa si ottiene aggiungendo il NOT subito dopo


il soggetto come nella tabella:
Should I not study? Non dovrei studiare?
Should you not study? Non dovresti studiare?
Should he not study? Non dovrebbe lui studiare?
Should she not study? Non dovrebbe lei studiare?
Should it not study? Non dovrebbe esso studiare?
Should we not study? Non dovremmo noi studiare?
Should you not study? Non dovresti studiare?
Should they not study? Non dovrebbero loro studiare?

La forma contratta si ottiene contraendo il NOT con la forma del


verbo SHOULD generando SHOULDN’T proprio come nella tabella:
I shouldn’t study Io non dovrei studiare
You shouldn’t study Tu non dovresti studiare
He shouldn’t study Lui non dovrebbe studiare
She shouldn’t study Lei non dovrebbe studiare
It shouldn’t study Esso non dovrebbe studiare
We shouldn’t study Noi non dovremmo studiare
You shouldn’t study Voi non dovreste studiare
They shouldn’t study Essi non dovrebbero studiare

La forma interro negativa contratta diventa:


Shouldn’t I study? Non dovrei studiare?
Shouldn’t you study Non dovresti studiare?
Shouldn’t he study? Non dovrebbe lui studiare?
Shouldn’t she study? Non dovrebbe lei studiare?
Shouldn’t it study? Non dovrebbe esso studiare?
Shouldn’t we study? Non dovremmo noi studiare?
Shouldn’t you study? Non dovresti studiare?
Shouldn’t they study? Non dovrebbero loro studiare?

Quando si usa SHOULD? SHOULD si usa per:


You should buy a new pair of trousers. The ones you are wearing are too
old.
Dare consigli o suggerimenti
Dovresti acquistare un nuovo paio di pantaloni. Quelli che indossi sono
troppo vecchi.
It should be rainy tomorrow. Let’s take an umbrella with us.
Per esprimere probabilità
Dovrebbe piovere domani. Portiamoci un ombrello con noi.
John should be at home now.
Per esprimere supposizione
John dovrebbe essere a casa ora.
If you should come, please let me know.
Si usa nel periodo ipotetico di II tipo
Se dovessi venire, per favore, avvisami.

Un altro modo per esprimere la forma del condizionale in inglese del


verbo DOVERE oltre a SHOULD è OUGHT TO.
Questo verbo ha una costruzione grammaticale differente da
SHOULD in quanto viene utilizzato come verbo SEMI MODALE cioè
come quel verbo che possiede due possibili costruzioni per fare la
forma interrogativa: o usare il DO / DOES oppure quella di anteporre
OUGHT e poi il soggetto (come i verbi MODALI).
Passiamo a fare un esempio:

Io dovrei leggere più libri.


I ought to read more books.

Passiamo alla coniugazione dell’intero verbo nella forma affermativa.


I ought to study Io dovrei studiare
You ought to study Tu dovresti studiare
He ought to study Lui dovrebbe studiare
She ought to study Lei dovrebbe studiare
It ought to study Esso dovrebbe studiare
We ought to study Noi dovremmo studiare
You ought to study Voi dovreste studiare
They ought to study Essi dovrebbero studiare

La forma negativa si ottiene utilizzando il DO o il DOES come nella


tabella:
I don’t ought to study Io non dovrei studiare
You don’t ought to study Tu non dovresti studiare
He doesn’t ought to study Lui non dovrebbe studiare
She doesn’t ought to study Lei non dovrebbe studiare
It doesn’t ought to study Esso non dovrebbe studiare
We don’t ought to study Noi non dovremmo studiare
You don’t ought to study Voi non dovreste studiare
They don’t ought to study Essi non dovrebbero studiare

L’altra versione della forma negativa è:


I ought not study Io non dovrei studiare
You ought not study Tu non dovresti studiare
He ought not study Lui non dovrebbe studiare
She ought not study Lei non dovrebbe studiare
It ought not study Esso non dovrebbe studiare
We ought not study Noi non dovremmo studiare
You ought not study Voi non dovreste studiare
They ought not study Essi non dovrebbero studiare

La forma interrogativa invece si ottiene o utilizzando l’ausiliare


DO/DOES oppure invertendo il soggetto con in verbo come nella
tabella:
Do I ought to study? Dovrei io studiare?
Do you ought to study? Dovresti tu studiare?
Does he ought to study? Dovrebbe lui studiare?
Does she ought to study? Dovrebbe lei studiare?
Does it ought to study? Dovrebbe esso studiare?
Do we ought to study? Dovremmo noi studiare?
Do you ought to study? Dovreste voi studiare?
Do they ought to study? Dovrebbero loro studiare?

Oppure:
Ought I study? Dovrei io studiare?
Ought you study? Dovresti tu studiare?
Ought he study? Dovrebbe lui studiare?
Ought she study? Dovrebbe lei studiare?
Ought it study? Dovrebbe esso studiare?
Ought we study? Dovremmo noi studiare?
Ought you study? Dovreste voi studiare?
Ought they study? Dovrebbero loro studiare?
Quindi fate attenzione a quando usate le due forme del condizionale.
Ricordatevi sempre che: se usate SHOULD dovete inserire l’infinito
del verbo senza il TO. Se usate OUGHT TO dovete mettere l’infinito
nella sua forma piena.

I should study Dovrei studiare


I ought to study Dovrei studiare

Un altro modo per esprimere il condizionale in inglese a in forma


sicuramente più limitata rispetto a SHOULD è HAD BETTER.
Non so quanti di voi abbiano mai sentita. La costruzione si questo
verbo sembra anomala:
HAD Forma passata del verbo “Avere”
BETTER Comparativo di maggioranza

Volendo pur tentare di ricavare il significato di questa espressione


traducendo singolarmente i singoli elementi purtroppo diventa
impossibile e allora l’unica formula nonchè l’unico modo è quella di
saperla a memoria.
HAD BETTER = FARESTI MEGLIO

Viene usata quando si vuole dare un consiglio o suggerimento a


qualcuno.
Faresti meglio a portarti l’ombrello. You had better take an umbrella with you.

Vediamo la coniugazione di questo verbo:


I had better study Farei meglio a studiare
You had better study Faresti meglio a studiare
He had better study Lui farebbe meglio a studiare
She had better study Lei farebbe meglio a studiare
It had better study Esso farebbe meglio a studiare
We had better study Noi faremmo meglio a studiare
You had better study Voi fareste meglio a studiare
They had better study Essi farebbero meglio a studiare

La forma negativa si ottiene invece mettendo il NOT subito dopo


HAD come nella tabella:
I had better not study Farei meglio a non studiare
You had beter not study Tu faresti meglio a non studiare
He had better not study Lui farebbe meglio a non studiare
She had better not study Lei farebbe meglio a non studiare
It had better not study Esso farebbe meglio a non studiare
We had better not study Noi faremmo meglio a non studiare
You had better not study Voi fareste meglio a non studiare
They had better not study Essi farebbero meglio a non studiare

Come si può ben notare, il NOT della negazione si colloca subito il


comparativo BETTER e non in mezzo ai due elementi proprio perchè
vuol lasciar intendere che la suddetta costruzione è inseparabile.
Inoltre vi ricordo che SHOULD ha un carattere più generico e ancche
moralistico. Esprime anche un tipo di condotta che si dovrebbe
seguire. HAD BETTER è solo per uso ristretto e limitato per dare
consigli o suggerimenti. Non potrei mai dire:
PEOPLE HAD BETTER WEAR HELMETS in quanto non è un
consiglio ma bensì una condotta morale e quindi solo SHOULD può
essere usato.
Ultimo verbo che esprime senso di DOVERE è “OWING TO” e lo
vediamo nel prossimo paragrafo.
6.4. Altre forme di dovere
Esistono altre forme verbali che esprimono DOVERE e sono:
Quando si vuole un dovere stabilito. E’ usato per indicare l’orario di partenza e di
arrivo dei mezzii di trasporto (treni, bus etc.)
The bus is due to leave at 1.00 p.m
TO BE DUE TO Il Pullman deve partire alle ore 13.
Quando si vuole esprimere una conseguenza di un’azione.
We couldn’t reach the airport due to the fog.
Non riuscimmo a raggiungere l’aeroporto a causa della nebbia
E’ usato per esprimere DOVERE MORALE nei confronti di qualcuno.
I owe you my life.
Ti devo la vita.
E’ usato per indicare un dovere finanziario.
OWING TO I owe you 10 pounds.
Ti devo 10 sterline
A causa di.
Owing to the fog i couldn’t go out.
A causa della pioggia non sono riuscito a uscire

Prima di passare a trattare dell’ultima forma di DOVERE passiamo a


coniugare il verbo OWE TO in tutte e quattro le forme.
Questo verbo ha la stessa struttura e forma del verbo ordinario e
quindi utilizza gli ausiliari DO e DOES nelle forme negative e
interrogative.
I owe /Ai ou/ Io devo
You owe /gliu ou/ Tu devi
He owes /hi ous/ Lui deve
She owes /sci ous/ Lei deve
It owes /it ous/ Esso deve
We owe /ui ou/ Noi dobbiamo
You owe /gliu ou/ Voi dovete
They owe /dei ou/ Essi devono

La forma negativa si ottiene inserendo il NOT subito dopo il DO o il


DOES come nella tabella:
I don’t owe Io devo
You don’t owe Tu non devi
He doesn’t owe Lui non deve
She doesn’t owe Lei non deve
It doesn’t owe Esso non deve
We don’t owe Noi non dobbiamo
You don’t owe Voi non dovete
They don’t owe Essi non devono

La forma interrogativa si ottiene con il Do e DOES più soggetto e il


verbo.
Do i owe? Devo io?
Do you owe? Devi tu?
Does he owe? Deve lui?
Does she owe? Deve lei?
Does it owe? Deve esso?
Do we owe? Dobbiamo noi?
Do you owe? Dovete voi?
Do they owe? Devono loro?

La forma interro negativa si ottiene invece inserendo il NOT subito


dopo il soggetto come nella tabella:
Do I not owe? Non devo io?
Do you not owe? Non devi tu?
Does he not owe? Non deve lui?
Does she not owe? Non deve lei?
Does it not owe? Non deve esso?
Do we not owe? Non dobbiamo noi?
Do you not owe? Non dovete voi?
Do they not owe? Non devono loro?

La forma contratta interro negativa si ottiene:


Don’t I owe? Non devo io?
Don’t you owe? Non devi tu?
Doesn’t he owe? Non deve lui?
Doesn’t she owe? Non deve lei?
Doesn’t it owe? Non deve esso?
Don’t we owe? Non dobbiamo noi?
Don’t you owe? Non dovete voi?
Don’t they owe? Non devono loro?

Un altro tempo verbale che esprime Dovere è sicuramente TO BE


SUPPOSED TO che viene utilizzato per esprimere un’azione che è
stata accordata in precedenza di fare da due persone.

Ex. We are supposed to meet at 7 p.m.


Dobbiamo incontrarci alle ore 19.

Visto che il prmo verbo è sicuramente un ausiliare (TO BE), la sua


formazione è tipica dei verbi ausiliari e quindi avremo:
I am supposed to leave Devo partire
You are supposed to leave Tu devi partire
He is supposed to leave Lui deve partire
She is supposed to leave Lei deve partire
It is supposed to leave Esso deve partire
We are supposed to leave Noi dobbiamo partire
You are supposed to leave Voi dovete partire
They are supposed to leave Essi devono partire

La forma interrogativa si ottiene invertendo il verbo con il soggetto:


Am I supposed to leave? Devo io partire?
Are you supposed to leave? Devi tu partire?
Is he supposed to leave? Deve lui partire?
Is she supposed to leave? Deve lei partire?
Is it supposed to leave? Deve esso partire?
Are we supposed to leave? Dobbiamo noi partire?
Are you supposed to leave? Dovete voi partire?
Are they supposed to leave? Devono loro giocare?

La forma negativa si ottiene aggiungendo NOT subito dopo il verbo


come nella tabella:
I am not supposed to leave Io non devo partire
You are not supposed to leave Tu non devi partire
He is not supposed to leave Lui non deve partire
She is not supposed to leave Lei non deve partire
It is not supposed to leave Esso non deve partire
We are not supposed to leave Noi non dobbiamo partire
You are not supposed to leave Voi non dovete partire
They are not supposed to leave Essi non devono partire
La forma interro negativa si ottiene:
Am i not supposed to leave? Non devo io partire?
Are you not supposed to leave? Non devi tu partire?
Is he not supposed to leave? Non deve lui partire?
Is she not supposed to leave? Non deve lei partire?
Is it not supposed to leave? Non deve esso partire?
Are we not supposed to leave? Non dobbiamo noi partire?
Are you not supposed to leave? Non dovete voi partire?
Are they not supposed leave? Non devono loro partire?

La forma contratta affermativa è:


I’m supposed to leave Io devo partire
You’re supposed to leave Tu devi partire
He’s supposed to leave Egli deve partire
She’s supposed to leave Ella deve partire
It’s supposed to leave Esso deve partire
We’re supposed to leave Noi dobbiamo partire
You’re supposed to leave Voi dovete partire
They’re supposed to leave Essi devono partire

La forma contratta negativa si ottiene:


I’m not supposed to leave Io non devo partire
You aren’t supposed to leave Tu non devi partire
He isn’t supposed to leave Egli non deve partire
She isn’t supposed to leave Ella non deve partire
It isn’t supposed to leave Esso non deve partire
We aren’t supposed to leave Noi non dobbiamo partire
You aren’t supposed to leave Voi non dovete partire
They aren’t supposed to leave Essi non devono partire

La forma interro negativa si ottiene:


Aren’t I supposed to leave? Non devo partire?
Aren’t you supposed to leave? Non devi partire?
Isn’t he supposed to leave? Non deve partire lui?
Isn’t she supposed to leave? Non deve partire lei?
Isn’t it supposed to leave? Non deve esso partire
Aren’t we supposed to leave? Non dobbiamo noi partire?
Aren’t you supposed to leave? Non dovete voi partire?
Aren’t they supposed to leave? Non devono essi partire?

Con lo stesso significato e quindi “DOVERE” oltre a quelli su


menzionati abbiamo anche: TO BE TO
“I am to leave “ Devo partire.
Coniughiamo questo verbo nelle sue forme:
I am to leave Devo partire
You are to leave Devi partire
He is to leave Deve partire
She is to leave Lei deve partire
It is to leave Esso deve partire
We are to leave Noi dobbiamo partire
You are to leave Voi dovete parlare
They are to leave Essi devono partire

La forma negativa si ottiene inserendo il NOT subito dopo il verbo


essere come nella tabella
I am not to leave Io non devo partire
You are not to leave Tu non devi partire
He is not to leave Lui non deve partire
She is not to leave Lei non deve partire
It is not to leave Esso non deve partire
We are not to leave Noi non dobbiamo partire
You are not to leave Voi non dovete partire
They are not to leave Essi non devono partire

La forma interrogativa si ottiene invertendo il verbo con il soggetto


come nell’esempio:
Am I to leave? Devo io partire?
Are you to leave? Devi partire?
Is he to leave? Deve lui partire?
Is she to leave? Deve lei partire?
Is it to leave? Deve esso partire?
Are we to leave? Dobbiamo partire noi?
Are you to leave? Dovete voi partire?
Are they to leave? Devono essi partire?

La forma interro negativa si ottiene aggiungendo NOT subito dopo il


soggetto, proprio come accade per il verbo essere e quindi:
Am I not to leave? Non devo io partire?
Are you not to leave? Non devi tu partire?
Is he not to leave? Non deve lui partire?
Is she not to leave? Non deve lei partire?
Is it not to leave? Non deve essere partire?
Are we not to leave? Non dobbiamo noi partire?
Are you not to leave? Non dovete partire?
Are they not to leave? Non devono loro partire?

Inoltre il verbo DOVERE può essere espresso anche con alter forme
verbali quali:
To be obliged to Essere obbligati a
To be compelled to Essere costretti
To be forced Essere obbligati a

Adesso prima di lasciare il verbo DOVERE definitivamente,


dobbiamo ancora concludere il nostro capitolo con un altro verbo
che è SHALL.
6.5. SHALL
Abbiamo accennato, ma non espressamente parlato di SHALL
quando ci siamo riferiti al futuro. Ovviamente abbiamo deciso di
trattare questo argomento in maniera successiva semplicemente
perchè questo verbo ha doppi connotati: può esprimere sia il verbo
FUTURO ormai però caduto in disuso se non in particolari
espressioni, e il verbo DOVERE anche qui però con forma arcaica.
Partiamo dalla coniugazione del verbo nelle sue quattro forme:
I shall go /Ai Shell go/ Io devo andare
You shall go /Gliu shell go/ Tu devi andare
He shall go /Hi shell go/ Lui deve andare
She shall go /shi shell go/ Lei deve andare
It shall go /it shell go/ Esso deve andare
We shall go /Ui shell go/ Noi dobbiamo andare
You shall go /gliu shell go/ Voi dovete andare
They shall go /dei shell go/ Essi devono andare

La forma interrogativa, si ottiene invertendo il primo elemento


verbale: SHALL con il soggetto come nella seguente tabella:
Shall I go? Devo io andare?
Shall you go? Devi andare?
Shall he go? Deve andare lui?
Shall she go? Deve lei andare?
Shall it go? Deve esso andare?
Shall we go? Dobbiamo noi andare?
Shall you go? Dovete voi andare?
Shall they go? Devono loro andare?

La forma negativa si ottiene aggiungendo il NOT subito dopo SHALL


e quindi:
I shall not go Io non devo andare
You shall not go Tu non devi andare
He shall not go Lui non deve andare
She shall not go Lei non deve andare
It shall not go Essonon deve andare
We shall not go Noi non dobbiamo andare
You shall not go Voi non dovete andare
They shall not go Essi non devono andare

La forma interro negativa si ottiene invertendo il verbo SHALL con il


soggetto e mettendo il NOT subito dopo di esso come nella
seguente tabella:
Shall I not go? Non devo io andare?
Shall you not go? Non devi tu andare?
Shall he not go? Non deve lui andare?
Shall she not go? Non deve lei andare?
Shall it not go? Non deve esso andare?
Shall we not go? Non dobbiamo noi andare?
Shall you not go? Non dovete voi andare?
Shall they not go? Non devono loro andare?

Come si può ben notare il verbo SHALL si comporta proprio come i


verbi modali, il FUTURO e i verbi ausiliari. E’ un verbo indipendente
nella costruzione della foma interrogativa e interro negativa.
Vediamo adesso quando si usa questo verbo: SHALL si usa per:
Per esprimere una propria volontà o decisione a Shall I help you with your heavy bags?
compiere un’azione Ti aiuto con le tue valigie pesanti?
Shall we go to the cinema?
Per esprimere un invito a compiere un’azione?
Andiamo al cinema?
He shall go to London next week.
Esprime una forma arcaica del verbo DOVERE
Deve andare a Londra la settimana prossima.

NB. Il tempo verbale SHALL può essere usato solo per la prima
persona singolare e plurale, quando parliamo del verbo FUTURO.
Perchè per le altre persone e quindi: (HE, SHE IT, THEY) il verbo
assume il significato di DOVERE.
Ancora oggi troviamo l’uso di SHALL ma esclusivamente nell’uso
legale per esprimere una pena perentoria.
La forma negativa contratta di SHALL è SHAN’T = (SHALL NOT)
Chiudiamo la rassegna del verbo DOVERE con la tabella
riepilogativa per passare all’ultimo verbo modale, nonchè ultimo
argomento per questo volume che è il verbo VOLERE.
6.7.TABELLA RIEPILOGATIVA VERBO DOVERE
MUST TO HAVE TO
MUST TO HAVE TO
Esprime un dovere che deriva da un’altra persona o
circostanza esterna
Esprime un dovere che deriva dalla persona. You have to wear helmet when you drive a motorbike.
Ex. You must study. Devi usare il casco quando guidi la motocicletta.
Tu devi studiare
Per esprimere un’azione che avviene ripetutamete e
Esprime un invito convincente. quindi con l’uso degli avverbi di frequenza.
This movie is great. You must see it. Ex. I always have to get up early in the morning to go
Questo film è fantastico. Devi assolutamente vederlo. to work.
Devo alzarmi sempre presto la mattina per andare a
Esprime un divieto a compere un’azione. lavoro.
Ex. You mustn’t walk on the grass.
Non devi calpestare l’erba
Quando si vuole chiedere su un evento necessario.
Ex. Do you have to go out tonight?
Esprime un rimprovero. Devi uscire stasera?

Ex. Must you go out tonight? Quando non c’è nessità a compiere un’azione.
Devi uscire per forza stasera? Ex. You don’t have to turn on the thermostat. It is not
so hot.
Non è necessario che tu accenda I riscaldamenti. Non
fa molto caldo.

SHALL SHOULD
Per esprimere una propria volontà o decisione a
compiere un’azione Per esprimere consigli o suggerimenti.
Shall I help you? You should study more.
Ti aiuto? Dovresti studiare di più.

Per esprimere un invito a compiere un’azione? Per esprimere una probabilità o supposizione.
Shall we go out? They should be at home now.
Usciamo? Dovrebbero essere a casa ora.

Esprime una forma arcaica del verbo DOVERE. Nel periodo ipotetico di secondo tipo.
Ex. He shall study. Ex. If you should come, please let me know.
Lui deve studiare. Se dovessi venire, per favore avvisami.
Parte VII – Verbi Modali (Want – Will – Wish- Would Like)
7.1. VOLERE “WILL”
Il verbo volere è il terzo e ultimo verbo modale in questione. Dopo di
loro abbiamo i verbi semi modali che non saranno trattati in questo
volume ma bensì saranno trattati nel terzo volume di I LOVE
ENGLISH VOL. 3: I VERBI FRASALI.
Il verbo Volere, pur appartendendo alla categoria dei VERBI
MODALI ha una caratteristica leggermente diversa rispetto ai due
precedenti. Mentre CAN e MUST si comportano come verbi ausiliari
nella formazione della frase interrogativa, e ineterro negativa, il
verbo VOLERE al contrario ha bisogno del DO e del DOES (quando
utilizziamo WANT e WISH) mentre per gli altri due: (WOULD LIKE e
WILL), i due verbi seguono le stesse caratteristiche di CAN e MUST.
Anche il verbo VOLERE, come gli altri, non ha tutti i tempi verbali ma
bensì un presente e un condizionale. Come primo tempo verbale, in
questione, passiamo a trattare del verbo WILL.
Questo verbo, lo abbiamo già incontrato quando ci siamo affacciati
al futuro e abbiamo detto che la forma interrogativa si ottiene
invertendo il primo elemento verbale con il soggetto. Onde evitare di
essere ripetitivi sulla costruzione di questo tempo verbale, che come
detto poc’anzi è uguale a quella del futuro per cui vi invito a
riallacciarvi a tale capitolo, in questa sede e per questo tempo
verbale, mi limiterò a dire i due casi di utilizzo nel verbo VOLERE di
WILL.
Quando si usa WILL? WILL si usa per:
Will you open the window?
Chiedere a qualcuno di compiere un’azione
Vuoi aprire la finestra?
Will you have a cup of coffee?
Quando si offre qualcosa a qualcuno
Vuole una tazza di caffè?

Un altra forma per esprimere il verbo VOLERE è sicuramente


“WANT”.
7.2. “WANT”
Il verbo TO WANT è un verbo modale regolare. Indica, come tempo
verbale il PRESENTE, ma con l’aggiunta della desinenza –ED alla
radice del verbo assume valore di PASSATO.
Il verbo WANT per quanto sia un verbo modale, per effettuare la
forma interrogativa e negativa, necessita dell’asuiliare DO e DOES
proprio come i verbi ordinari.
Passiamo alla rassegna di una semplice frase italiana e con la
relativa traduzione in inglese.
Ex. I want to study English. Io voglio studiare l’inglese.

Come si può ben notare la traduzione dall’italiano all’inglese, in


questo caso, è uguale e dopo il verbo WANT (volere) abbiamo
l’infinito proprio come in lingua italiana.

La regola generale per costituire una frase con il verbo WANT è:

SOGGETTO + WANT + TO + INFINITO

Passiamo alla coniugazione di questo verbo per tutti i quattro tempi


verbali: forma affermativa, interrogativa, negativa, interro negativa
del suddetto verbo.
I want to study /Ai uont tu stadi/ Io voglio studiare
You want to study /gliu uont tu stadi/ Tu vuoi studiare
He wants to study /hi uonts tu stadi/ Lui vuole studiare
She wants to study /sci uonts tu stadi/ Lei vuole studiare
It wants to study /it uonts tu stadi/ Esso vuole studiare
We want to study /ui uont tu stadi/ Noi vogliamo studiare
You want to study /gliu uont tu stadi/ Voi volete studiare
They want to study /dei uont tu stadi/ Essi vogliono studiare

La forma negativa si ottiene mettendo il NOT subito dopo il DO come


nella seguente tabella:
I do not want to study Io non voglio studiare
You do not want to study Tu non vuoi studiare
He does not want to study Lui non vuole studiare
She does not want to study Lei non vuole studiare
It does not want to study Esso non vuole studiare
We do not want to study Noi non vogliamo studiare
You do not want to study Voi non volete studiare
They do not want to study Essi non vogliono studiare
La forma interrogative si ottiene invertendo il primo elemento verbale
con il soggetto come nella tabella seguente:
Do I want to study? Voglio studiare?
Do you want to study? Vuoi studiare?
Does he want to study? Vuole lui studiare?
Does she want to study? Vuole lei studiare?
Does it want to study? Vuole esso studiare?
Do we want to study? Vogliamo noi studiare?
Do you want to study? Volete voi studiare?
Do they want to study? Vogliono loro studiare?

La forma interro negativa si ottiene invertendo il verbo con il


soggetto e mettendo il NOT subito dopo il soggetto come nella
seguente tabella:
Do I not want to study? Non voglio io studiare?
Do you not want to study? Non vuoi studiare?
Does he not want to study? Non vuole lui studiare?
Does she not want to study? Non vuole lei studiare?
Does it not want to study? Non vuole esso studiare?
Do we not want to study? Non vogliamo noi studiare?
Do you not want to study? Non volete voi studiare?
Do they not want to study? Non vogliono loro studiare?

La forma del passato remoto di questo verbo si ottiene aggiungendo


la desinenza ED alla radice del verbo come nella tabella:
I wanted Io volevo
You wanted Tu volevi
He wanted Lui voleva
She wanted Lei voleva
It wanted Esso voleva
We wanted Noi volevamo
You wanted Voi volevate
They wanted Essi volevano

La forma interrogativa passata si ottiene con l’ausiliare DID più il


soggetto, più il verbo all’infinito come in tabella:
Did i want to study? Volevo io studiare?
Did yo want to study? Volevi tu studiare?
Did he want to study? Volev