Queste constatazioni della resistenza del Dottore ad amare la sua paziente non
frenano però Vivian nei suoi tentativi di conquistarlo con mille attenzioni,
regalini, bigliettini, poesie, ricordando l’ossessività fantasiosa di L’amore mio è
buonissimo della raccolta Teresino. Nel 1981 all’amore mio la Lamarque
scriveva di aver messo sotto il tergicristallo dell’amore mio un bigliettino, di
volergli regale una poltrona, perché la sua non è molto comoda, e poi anche
di potergli fare tanti piaceri/ per esempio commissioni in centro/ o battere a
macchina/ o delle altre cose anche se un po’ noiose/ come per esempio fare le
code. Così anche nella trilogia Vivian porta al suo signore regali addirittura
V.L., Il signore della lettera il regalo è Vivian stessa:
a un signore per le vacanze partito una signora inviò in fretta in fretta una lettera
con dentro- se stessa. Con l’esuberanza di una bambina felice la signora di lui
innamorata esclama Buonapasqua buonapasqua
e in un altro componimento ammette che Gli scriveva lunghi foglietti che il
signore leggeva meticolosamente, prima di accantonare.
Anche in Poesie dando del Lei sono molti i regali che la paziente fa al suo
dottore, nel tentativo di conquistarne se non l’amore almeno l’affetto:
Millissimi uccellini/ io Le mando!
Conoscessi il punto esatto/
dove comincia il cielo/ immediatamente mi ci recherei/ a prenderne un pezzetto
da recapitarLe –con fiocco;
Attraverso il suo finestrino abbassato/ un furtivo
sacchetto di pane fresco fresco/ ho infilato...
Un intero testo è dedicato all’elenco dei regali per l’amato (una simile lista
compariva anche in Teresino, nel testo dedicato a G. e intitolato
emblematicamente Regali di Natale):
In dote io Le porto
foglioline di salvia
e di rosmarino
più mille poesie circa
più quello stralunato ritrattino
tutto qui?
no anche un fiore con dentro
un’ape in velo da sposa
più una goccia di miele
più una spina di rosa
tutto qui?
no anche il resto del modo
più un cielo gentile
più i colori che vuole
più il doppio della metà
di tutto il mio cuore.
A proposito di questi continui piccoli regali e pensieri per il Dottor B.M.,
l’autrice in un’intervista racconta:
All’inizio lui, il mio analista, era la mamma e io-proprio come una bambina che
vuole disperatamente essere amata, gli portavo di tutto: fiori, rami, sassolini, pane,
latte, disegni, piantine, giocattoli dell’infanzia. E soprattutto lettere e poesie...
La complessità dei sentimenti provati dalla Lamarque durante la terapia nei
confronti del proprio analista non si limitano così al solo innamoramento per il
Dottor B.M. Il mio Dottore ha rappresentato tutte le madri e tutti i padri che
avevo perso per strada. Una catena di separazioni, di lutti, che mi rendeva la
vita insopportabile dichiara l’autrice.