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La cinematografia francese, all’indomani della 

Grande guerra, aveva perso il suo predominio internazionale e navigava


in grosse difficoltà. I film di Hollywood, tecnicamente e artisticamente più evoluti, dominavano sul mercato.

Tuttavia fu proprio a causa di queste difficoltà ed incertezze economiche che diversi produttori si trovarono disposti a
rischiare ed una nuova generazione di registi ebbe la possibilità di esplorare il cinema come forma d’arte. Gli anni Venti
furono in Francia, come in altri paesi d’Europa che versavano in situazioni simili, teatro di numerosi movimenti ed
avanguardie cinematografiche. Il primo movimento a venire alla luce in Francia fu l’impressionismo.

L'impressionismo cinematografico fu una riflessione sul paesaggio, rappresentato secondo una visione poetica che
riproponeva i caratteri che l’ Impressionismo aveva in arte. I pittori impressionisti come Monet, Renour e Degas, infatti,
rappresentavano paesaggi naturali o cittadini, dipingevano dal vero, “en plein air”, studiando in particolare i cambiamenti
del paesaggio in base alla qualità della luce e alle condizioni atmosferiche.

In particolare Degas è influenzato dalla fotografia nelle “inquadrature” dei suoi quadri che vengono rappresentati obliqui,
oppure dall’alto, come se fossero tratti da un’ istantanea.

A Parigi, la grande capitale culturale d'Europa, numerosi intellettuali scrivevano di cinema sulla rivista Film, diretta
da Louis Delluc,, che era il principale veicolo delle nuove idee. Si aprì così un dibattito legato all'arte cinematografica e
incentrato sulla fotogenia , ovvero sull'uso e le potenzialità del PRIMO PIANO.

Il concetto fondamentale elaborato da Louis Delluc e Jean Epstein era che la fotogenia era quella particolare qualità
delle cose e delle persone che può esser colto e rivelato dal regista quando trasporta le immagini su pellicola e le
trasforma in film. Tale idea parte dalla convinzione che il cinema sia un linguaggio artistico, in questo senso l’artista, cioè
il regista, non deve limitarsi a riprodurre la realtà quotidiana ma, attraverso le possibilità del linguaggio di cui dispone,
deve spingersi oltre per rivelarne quegli aspetti che vanno oltre la semplice percezione sensoriale. In particolare Epstein
vuole far risaltare la fotogenia del paesaggio e dei protagonisti attraverso un grande utilizzo di effetti speciali. Perciò, la
ricerca degli impressionisti si concentrò sull’ uso di filtri, sovrimpressioni, dissolvenze, variazioni di fuoco, specchi
deformanti… qualsiasi tipo di manipolazione dell’immagine poteva essere utile a questi registi per esprimere la
soggettività dei propri personaggi, le loro emozioni, i loro pensieri, le loro impressioni. Uno dei film che meglio esprime
l’impressionismo cinematografico è “Coeur fidelè”. In una scena di Cœur fidèle, Jean , il protagonista, guarda il mare
mentre invano attende  Marie, la donna di cui è innamorato e il volto di lei ci appare tra le onde.

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