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Delitti passionali e violenza sulle donne: tema svolto.

Riflessioni sul fenomeno


DELITTI PASSIONALI E VIOLENZA DOMESTICA

La cronaca nera è costellata di eventi criminosi incentrati sulla coppia, eventi in cui le
dinamiche di coppia diventano teatro di violenza, di aggressioni, e di tutto ciò che
comporta alla lesione fisica e morale della vittima, fino all’estrema conseguenza: la morte.
La violenza sulle donne è un crimine che spesso si perpetua all'interno delle relazioni. Lo
riscontriamo nelle pagine dei giornali, consultando il web, scorrendo le notizie di un
telegiornale o facendo zapping tra i programmi televisivi che ricostruiscono episodi in cui le
vittime, o i parenti, raccontano vicende drammatiche.
VIOLENZA SULLE DONNE: LA DINAMICA
La dinamica vede, quasi sempre, autore del delitto l’uomo, che, per un raptus o con
premeditazione, mette in atto un piano in cui - quella che considerava la sua compagna, il
suo amore – la deve “pagare”, come se questo fosse l’unico modo per ristabilire un
equilibrio nella propria vita.
LA VIOLENZA SULLE DONNE NELLA STORIA E NELLA LETTERATURA
La storia e la letteratura raccontano lo “schema” di cui parliamo: basti pensare a Otello, la
tragedia shakespeariana dove Otello uccide Desdemona o l’Inferno dantesco dove si
racconta la vicenda di Paolo e Francesca. Oggi come ieri la gelosia è ancora l’elemento
scatenante di violenza e uccisioni. Di violenza sulle donne e femminicidi si parla anche in
altre opere letterarie:
-Tentazione! Di Giovanni Verga
-l rosso e il nero di Stendhal
-At Urbe Condita di Livio. Qui si racconta dello stupro di Lucrezia, moglie di Collatino, ad
opera di Sestio Tarquinio, figlio dell'ultimo re di Roma Tarquinio il Superbo. L'oltraggio a
Lucrezia diede il via all'insurrezione e alla cacciata di Tarquinio a cui seguì la nascita della
Repubblica.
Il dramma della violenza sulle donne
Non parliamo di quella gelosia che ordinariamente caratterizza il rapporto tra due
innamorati: parliamo di qualcosa di patologico, della morbosità che prima
s’introduce e poi prende possesso della mente di un uomo e che fa strada all’idea di
un atto di violenza.
La violenza eseguita a danno delle donne può manifestarsi nell’abuso “emozionale”, in
quello “psicologico”, nella violenza sessuale o lesiva a qualsiasi grado. Inutile dire che
qualsiasi forma di violenza è dannosa e crea ferite nella donna, siano esse visibili
all’occhio umano o siano impresse nella sua anima e nei suoi ricordi.
L'ABUSO PSICOLOGICO
L’abuso “emozionale” è l’espressione di un disprezzo della personalità della donna
che sottomette il pensiero e abbassa l’autostima. Può sembrare una violenza di “serie B”,
perchè non uccide fisicamente una persona: ma questa inferiorità morale crea donne
deboli, infelici, a loro volta madri incapaci di essere una valida guida per i figli. L’abuso
“psicologico” è come quello emozionale, ma rinforzato da atti di violenza fisica.
L’abuso sessuale è un atto di prepotenza che mira a distruggere la donna nella sua
intimità, nella sua parte più profonda e fragile. Gli atti di violenza fisica ai danni della donna
sono l’espressione più esasperata, perchè sono spesso “definitivi”, e sono quelli che
possono condurre alla sua morte. Che sia un fatto accidentale oppure premeditato, la
conclusione – nei casi estremi - è la perdita di un familiare, di un’amica… e tutto per motivi
futili: il desiderio di dominare, di “avere l’ultima parola”.
L’ amore che diventa crimine tocca troppe pagine di cronaca nera: fidanzati o mariti in
preda a raptus omicidi, ex fidanzati o ex mariti che non si rassagnano alla separazione o
alla fine di una storia.
EMANCIPAZIONE FEMMINILE E UOMINI INADEGUATI AL DIALOGO
L’emancipazione femminile che finalmente ha posto la donna in condizioni -almeno
formalmente- paritarie rispetto all’uomo, ha evidentemente sconvolto gli equilibri. Tanta
violenza verso un donna sembra la risposta di un uomo esasperato dalla consapevolezza
di essere inadeguato al dialogo con una compagna in grado di competere con lui in ogni
campo; la risposta di un uomo schiacciato dall’incapacita di gestire il confronto con
una persoona che, oltre a non essere più sottomessa dal punto di vista economico e
lavorativo, ha riacquistato la piena autonomia decisionale anche in campo affettivo.
Le leggi di alcuni paesi riconoscono ancora una sfumatura di legalità in tanti
comportamenti violenti contro le donne come lo stupro e le percosse del coniuge, come
fossero ordinarie e legittime manifestazioni all’interno di un rapporto coppia. Molte donne
hanno il timore di denunciare per paura di esporsi ad un sacrificio che possa
rivelarsi inutile, che possa peggiorare le cose.
Il filo conduttore di questi drammi è la frustazione maschile, un senso di incapacità di
gestire un presunto tradimento, il timore dell’abbandono, l’annunciata separazione o
semplicemente la divergenza di opinioni: tutte situazioni che inducono l’uomo a
convincersi che si “debba dare una lezione” alla donna. La violenza è mancanza di
vocabolario.

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