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Corso di Elaborazione digitale del suono

Laboratorio di Audio

9_Dispensa
 Altri aspetti della registrazione multitraccia
Quando una registrazione multitraccia digitale è memorizzata sul HD di un pc, si parla di Hard-disk
recording (HDR).
Le PC-DAW sono computer attrezzati per l’HDR; il numero di tracce disponibili dipende dalla loro potenza di
calcolo.

La registrazione multitraccia può essere ottenuta registrando:


- un esecutore per volta: seguendo un segnale metronomico in cuffia e/o quanto registrato da chi lo ha
preceduto in sala d’incisone, ogni musicista esegue la propria parte in solitudine.
Questa tecnica è detta Overdubbing (cioè aggiungi una esecuzione sopra l’altra, Sovraicisione; perché
permette a un solo musicista di eseguire, uno alla volta, tutte le parti di un brano, ad es musica per
pianoforte a quattro mani incisa da un solo esecutore. due mani per volta!
L’overdubbing si usa negli arrangiamenti e orchestrazioni di colonne sonore, che nella dance.
- tutti gli esecutori insieme: è una situazione più complessa da realizzare dal punto di vista tecnico, ma
preferibile sotto il profilo musicale, perché permette di esprimere lo “spirito del gruppo”, cioè quel tocco di
espressività in più che spesso manca ai brani registrati interamente in overdubbing.

Come mai anche un file audio monofonico può essere panpottato, dal momento che non è possibile
bilanciare al suo interno il segnale audio, essendo costituito da un solo canale.
Una registrazione multitraccia può essere composta da qualsiasi combinazione di tracce mono e stereo.
Il numero totale di tracce dipende dalla complessità del brano: un provino (Demo) di voce e chitarra potrà
avere anche solo due tracce, brani dalla strumentazione più ricca ne hanno molte di più, basta pensare che
dalla sola batteria, si possono ottenere anche una dozzina di tracce.

Al termine del missaggio, tutte le singole tracce strumentali e vocali, monofoniche o stereofoniche, prima
separate, confluiscono in un’unica traccia stereofonica detta Stereo Master o Stereo mix, traccia che sarà
poi “masterizzata”, cioè incisa su CD.

Panpottaggio, per le tracce mono (la Pan envelope agisce anche su di esse, e Bilanciamento, per le
tracce stereo, convogliano i segnali audio verso la traccia master stereofonica.
Il (041-OASI MIX CON PAD1.wav) è un master stereo ottenuto da una registrazione multitraccia composta
da quattro tracce, tre stereo e una mono.
Puoi importare nell’’Audio Montage la traccia master e sottoporla a Volume envelope e Pan envelope, ma
non puoi intervenire sui singoli strumenti, ma solo sull’esecuzione d’assieme.
Effettuando il missaggio di una registrazione multitraccia ottieni il master stereo ma non può essere
scomposto nella registrazione multitraccia d’origine.
Per cimentarsi nel Remix di un brano originale va richiesta oltre all’autorizzazione, anche la registrazione
multitraccia originale; questa viene quindi remixata.
L’intervento non consiste tanto nel modificare volume e posizione stereo degli strumenti usati nella versione
originale, quanto nel togliere e/o aggiungere nuove tracce, eliminare o inserire intere battute di musica,
modificare o sostituire le parti ritmiche, cambiare la linea vocale ecc.

 Audio Montage: approfondimento


Apri n°36,37,38 e 40 e importali nell’Audio montage.
Qui non uso missaggio e panning, ma altri interventi che possono essere fatti sulla clip.
Perché una traccia è chiara e le altre scure?
La traccia chiara è quella selezionata; per “schiarire” una clip, cioè per selezionarla, fai click nella sua metà
inf. Seleziona il clip del pianoforte.
- Posiziona il puntatore del mouse sul suo bordo sin, dove esso ha inizio: il puntatore si trasforma in una
doppia freccia gialla, che consente di registrarne la lunghezza, provocando la sparizione del segnale audio.
Tenendo premuto, sposta il puntatore verso dex fino alla posizione dei 4 sec e ascolta, questa potrebbe
essere un’altra versione con il pianoforte che entra solo verso la metà:
- I primi 4 secondi del clip non sono stati eliminarti, ma nascosti. Riposiziona il puntatore sul bordo sin e
tenendo premuto trascinalo un po’ a sin, così da far riapparire un altro pezzo, altre due note di pianoforte.
Nuova versione!

- Ripeti l’operazione sul basso, facendolo iniziare prima del pianoforte, e può essere un’altra alternativa.

- Accorcia ancora la parte del pianoforte, lasciando solo le ultime quattro note.
Posiziona il puntatore nella metà inf del clip del pianoforte ora ridotto ai minimi termini: comparirà il simbolo
di una freccia a 4 punte; fai click, tenendo premuto e puoi spostare il clip avanti e indietro lungo l’asse del
tempo. In questo modo l’inizio di ogni clip, può essere posizionato dove vuoi.
Fallo iniziare in corrispondenza dei 2 secondi, e ascolta.

- Quelle 4 note starebbero bene anche ripetute dove erano prima in fondo al brano?
Quindi, muovi il puntatore nella metà superiore del clip finché lo vedi trasformarsi in una freccia con accanto
un rettangolo bianco sovrapposto a un rettangolo grigio.
Fai click in quel punto, tieni premuto e trascina in posizione 6 sec, lì molla il mouse e seleziona Add/Mix:
comparirà una copia del clip:
- I due identici clip di pianoforte sono indipendenti, questo significa che puoi disegnare Volume e Pan
envelope differenti per ognuno.
Puoi anche assegnare due nomi diversi, così da poterli distinguere meglio, basta richiamare l’etichetta Clips
e agire nel campo Name.
- Preferisco che la linea melodica del pianoforte partisse fin dall’inizio, quindi mouse sul bordo sin del clip di
sin, fai click, tieni premuto e trascina all’estrema sin.
- Vorrei che l’introduzione del pianoforte fosse appena un bisbiglio, con ingresso graduale, magari con
proposta a sin e risposta a dex, e che alla fine le 4 note fossero energiche e al centro.
E la batteria suonasse prima piano e poi forte quando entra il basso, che dovrebbe avere nel groove il
massimo risalto possibile, mentre il sintetizzatore (= tappeto) dovrebbe incrociarsi con il pianoforte
nell’introduzione per poi tornare centrale.
E’ così venuto fuori il (042- OASI MIX CON PAD2.wav) come la prima fig seguente a sin: (tracce tutte
“schiarite” per maggior chiarezza ,da confrontare con quella a dex).

Fai un confronto nel Wave editor con il n°41 (e sua figura seguente).

Le differenze non sono stratosferiche, stante alla semplicità del materiale proposto, ma ci sono!
 Il processing dell’ampiezza: cross-fade
- Apri n°1 e trasformalo in stereo (selez tutto, trascina+Ctrl): la stessa manovre trasforma un file stereo in
mono e un file mono a stereo.
- Apri n°2 e trasformalo in stereo
- Apri l’Audio Montage, fai click dex sull’area grigia vuota e importa il file Untitled 1, che è l’es audio n°1
stereofonizzato
- Aggiungi una traccia stereo sotto il clip con Inset stereo track below e lì importa il file Untitled 2,che è la
“Sveglia” resa stereofonica.
- Non vanno ascoltati insieme, intanto rinominali con “Classica” e “Hard Rock” con l’etichetta Clips
- Afferra Hard Rock a metà inf, fallo scorre a dex, finché l’inizio si troverà spostato oltre la fine di Classica:

- Prendendolo col mouse nella sua metà inf, spingilo su facendolo saltare sulla traccia Classica.
Nb: un file stereo può saltare solo da una traccia stereo a un’altra stereo, e non a una mono, e viceversa.
- Elimina la traccia due, che non serve più.
- Sulla traccia 1 ci sono ora due clip. Prendi la clip di dex e falla scorrere verso sin finché una freccia gialla ti
dirà Right clip edge, segnalandoti che è andato a combaciare col bordo dex, cioè la fine, di Classica.
Continua lo scorrimento verso sin: si otterrà una sovrapposizione (overlapping) di due clip, con creazione
automatica di un fade-out e un fede-in su Hard Rock.

La sovrapposizione tra un fade-in e fade/out è detta Dissolvenza incrociata ( cross-fade), zona arancione:

E’ un effetto usato anche in campo televisivo/cinematografico per passare da una immagine all’altra. L’entità
del cross-fade è regolata tramite le maniglie; essendo qui il volume di Hard Rock più elevato di Classica,
allunga il suo fade-in spostando un po’ a dex la maniglia di dex, così da rendere più morbido l’ingresso.

Apri n°3, trasformalo in stereo, importalo (sarà un file Untitled 4) nell’Audio Montage sulla traccia 1 e fai la
dissolvenza incrociata tra i programmi “Quando la musica si fa dura” e “Balla coi Boogie”:
 Un Esercizio con un brano canonico
Apri (043-FRA’ MARTINO.wav), ed esercitati con la registrazione multitraccia a creare un canone con questo
file audio, copiandolo, spostandolo, facendolo saltare da una traccia all’altra, missando, panpottando, e
e aggiungere anche il din don dan (n°44, n°45,n°46).
Il (047- FRA’ MARTINO A CANONE.wav), è una delle possibili versioni:

Per iniziare, ecco qualche indicazione:


- traccia1, stereo:Frà Martino con panpot al centro
- traccia2, stereo:Frà Martino con panpot a sin
- traccia3, stereo:Frà Martino con panpot a dex
- traccia4, mono:din,con panpot a sin
- traccia5, mono:don,con panpot a dex
- traccia6, mono:dan, con panpot al centro
Usa i marcatori e lo zoom per individuare le posizioni temporali che ti garantiscono un buon allineamento tra
le parti, aiutandoti anche con l’inserimento manuale dei valori di Start dei clip.

 Il pitch-bending
Nell’audio editing puoi disegnare l’andamento dell’altezza di un file audio nel tempo tramite una Pitch
envelope, o una Frequency envelope, cioè un inviluppo di frequenza o di altezza.
In WaveLab questa curva è detta Pitch-bendig (“piegamento dell’altezza”) ma è diverso dal pitch-shifting.
Nella registrazione multitraccia non ha grandi applicazioni pratiche.
- Apri n°4. Per trasformare questo ex audio in un SI 493 Hz, sai già come fare: usa la funzione di pitch-
schifting impostandola a +2 semitoni.
Prova a selezionare l’intero file audio e a scegliere Process / Pitch bend (o da tastiera:tasto B): apparirà una
finestra con delle maniglie; nel campo Range in basso a sin si imposta il valore in semitoni dell’escursione
d’altezza desiderata.
- Inserisci il valore 2 nel campo Range,sposta in alto la maniglia dex,fai click su Apply e infine su Close.
Ascolta cosa accade!
La nota La3 si trasforma in un Si3 gradualmente: i 440 Hz vengono “piegati” un pò alla volta fino ad arrivare
a 943 Hz, passando attraverso tutte le frequenze.
Il passaggio graduale da una nota (frequenza) all’altra passando per tutte le (frequenze) intermedie è detto
Portamento (glide, “scivolare” da una nota all’altra), ed è una tecnica esecutiva di diversi strumenti,
compressa la voce. Come tutte le tecniche esecutive, anche il portamento va usato al momento giusto.
Il pitch-bending,con il portamento che ne deriva, non è di grande utilità, ascolta (048-PITCH ENVELOPE
PURE MADNESS.wav), che ricorda il therenim.

Apri (049-SYNTH GLIDE AND GUITAR BENDING.wav), che contiene invece un ex di portamento su una
linea solista di sintetizzatore, come si usava negli anni ’70, seguito da un bending di chitarra elettrica.

Il Bending, produce una modifica graduale dell’intonazione entro l’intervallo di un tono. Con il bending
l’esecutore può passare da una prima nota a una seconda saltando lo stadio di attacco di quest’ultima.
Cioè, per ottenere una successione di note La-Si-La-Si-La:
- un pianista deve premere uno dopo l’altro i tasti, provocando per 5volte l’Innesco (trigger) dell’inviluppo di
ampiezza della relativa nota;
- un chitarrista può fare come il pianista, pizzicando ripetutamente la corda mentre preme col dito sui tasti del
manico, o può pizzicare la corda una sola volta per innescare, o “triggerare” un solo inviluppo d’ampiezza,
quello della nota iniziale, e poi ottenere le note successive con il bending, senza cioè rieccitare il corpo
elastico, ma modulando, durante lo stadio di decadimento del suono (l’inviluppo d’ampiezza di chitarra e
basso è di tipo AD come nel pianoforte), la frequenza della nota emessa piegando opportunamente la corda.
Con un bending molto leggero e rapido, quanto basta per “piegare” la frequenza tra 430 Hz e 450 Hz circa
per un La3 440 Hz, un chitarrista può inserire una modulazione di frequenza/vibrato durante il decadimento
di una nota,cosa impossibile per un pianista.

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