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PENSIERI DI CHI PENSA TROPPO

non sono bene che nome darò a questa cosa, semplicemente so che
voglio che tutte le mie riflessioni ci finiscano quindi niente, riflessioni di
un adolescente che pensa troppo.

la vita è un videogioco

ho sempre avuto un'opinione un tantino particolare sulla vita, la


potremmo pensare come un videogioco, nasciamo come un
personaggio randomico con nome,etnia,volto e classe sociale
completamente casuali,il nostro corpo è un avatar e l'ambiente può
essere più semplice o più difficile e tu devi giocare, e a questo punto ti
domandi se essendo un gioco c'è un modo per vincere, riuscire ad
apprezzare, tutto questo, se riesci ad apprezzarlo stai vincendo, se tutti
giocassero per vincere il mondo sarebbe un posto migliore, forse questo
concetto ha bisogno di essere approfondito.
Nel mio personale parere il senso della vita è essenzialmente trovarle un
senso, e non dico assolutamente che è semplice ma se ci pensi,
passiamo le nostre vite a cercare un modo di dargli un senso, quindi non
è che lo troviamo per l'appunto dandogli un senso? è complicato e
magari la risposta non è solo una però ne vale la pena, ti puoi fermare
alla prima risposta che riesci a trovare se sei soddisfatto, ma magari con
quella riesci ad essere felice ok? quindi è un azzardo andare avanti
perché una volta che vai avanti e continui a cercare è difficile tornare
indietro, anche se magari è troppo lontana da te la prossima risposta
oppure dopo averla trovata ti rendi conto che non ti piace così tanto e
magari avresti preferito rimanere ignaro e felice nel tuo vecchio stato,
ma ormai non puoi più e rimani un adulto rancoroso con il mondo perché
da ragazzo non hai saputo accontentarti della classica risposta alla vita
che tutti ricevono,oppure sei solamente un ragazzo pieno di pensieri,
paure, ansie e paranoie che sa che non riuscirà ad accontentarsi e
quindi parla di tutto questo per provare a sentirsi meno, però possiamo
anche vederla come qualcuno che cerca di trovare un percorso per
quanto complicato per raggiungere attraverso tutto a una felicità
perlomeno momentanea garantita dalla convinzione di aver trovato il suo
scopo nella vita, o forse ha paura che si spingerà più in là di adesso
nonostante sia riuscito a trovare qualcosa che ama più di sé stesso ha
paura di non riuscire a fermare il suo cervello dal continuare a pensare
così tanto.
il grillo parlante

c'è questa canzone "obiezione" degli Eugenio in via di gioia, parla del
grillo parlante e di morale e di coscienza, "ma qual'è la differenza" dice
nella canzone, ed è effettivamente una domanda stupenda perché come
è vero che la nostra è spesso una morale collettiva ovvero quella che si
ha in una società come per esempio un insieme di leggi,costumi,
tradizioni e usanze creano quella di un popolo e quindi non è una cosa
prettamente personale, la morale è semplicemente ciò che noi vediamo
giusto o sbagliato bianco nero o grigio ed è comunque una cosa fluida
che cambia, tutti la hanno diversa ma uguale spesso sono singoli eventi
nel corso della nostra vita ad aver cambiato la nostra morale magari
anche in modo collettivo, la coscienza invece è qualcosa di diverso,
mettiamo caso che io rubi un pacchetto di caramelle al supermercato, la
mia morale mi dice che è sbagliato ok? perché nella mia morale rubare è
sbagliato e fin qui tutto bene, la mia coscienza mi può dire "eri affamato
e hai ritenuto questa la soluzione non c'è niente di male" la nostra
coscienza è composta da una versione di noi che ci giudica e ci dice
cosa è giustificabile oppure no, al contrario la morale è più come un
insieme di leggi non scritte che vige nel nostro cervello e tutto questo
semplicemente modifichi ognuno di noi facendoci credere cos'è giusto e
cos'è sbagliato in modi differenti, magari due persone credono che la
stessa cosa sia sbagliata ma per percorsi mentali differenti,per esempio
io e Marco (dove Marco è una persona media) crediamo entrambi che
sia sbagliato rubare un pacchetto di caramelle, io perché crei un danno
economico al negoziante e Marco solamente perché infrangi la legge,
entrambi crediamo quindi che sia sbagliato rubarlo ma nel mio ideale
basterebbe una punizione per ripagare il furto, ma per lui invece la
punizione è relativa alla legge e quindi di conseguenza più grave della
mia, nonostante entrambi pensiamo che sia sbagliato è sbagliato in modi
diversi e questo è un altro esempio di come coscienza e morale sono
cose diverse e la coscienza soprattutto è una cosa personale e
individuale.
da solo su Marte

Non ci possiamo definire soli, siamo costantemente in contatto con il


resto del mondo tramite qualsiasi mezzo noi possiamo immaginare,ma
nonostante ciò non ci sentiamo in compagnia, anche dopo lunghi periodi
costretti a restare in casa chiusi magari con la propria intera famiglia ma
sentendosi comunque soli quanto un eremita, questo perché la
solitudine non esiste, o meglio, non esiste il sentirsi soli o meno a
seconda di quanti rapporti sociali intratteniamo questo perché noi esseri
umani siamo strani diamo ad altre cose o persone il potere di
influenzarci molto più di quanto vorremmo realmente, una persona si
può sentire sola in mezzo a una stanza piena di persone se tra quelle
persone non c’è la sua di persona, quella che la fa sentire a
casa.Questo è quasi ironico perché sembra che non abbiamo controllo
su quello che proviamo ed è vero, siamo tutti dipendenti da qualcuno o
qualcosa, ne abbiamo bisogno è insito dentro di noi anche se vogliamo
negarlo e considerarci indipendenti siamo comunque dipendenti da
qualcosa, che sia una persona una sostanza o anche il non dipendere
da niente, perché può essere una bella sensazione è vero.Il nostro
temere di essere soli non è propriamente reale, noi temiamo di essere
considerati soli piucchealtro, perché più vieni considerato solo più lo
diventi, anche per questo magari si fanno scelte sbagliate solo per non
sembrare soli integrarsi nella “società”, ma nonostante tutto questo
anche nelle feste con centinaia di persone magari mentre ridi ti rendi
conto che in realtà sei teso come una corda perché anche lì in mezzo
alla confusione e alla voce delle persone ti senti solo e hai paura di
diventarlo ancora di più.
una grande foresta

qualche mese fa non avrei saputo spiegare cos'è l'amore, era per me un
ammasso confuso di emozioni sensazioni contrastanti, perché l'amore è
anche sofferenza, l'amore è tutto, si soffre, si gioisce, ma soprattutto si
vive, amore è vivere, l'amore può essere sofferto perché si sennò non
sarebbe amore, credo che sia fondamentale nell'amore la connessione,
cioè tu non puoi innamorarti realmente di qualcuno senza averci una
connessione e io lo dico da persone che pensava di esserlo, questo
perché ti innamori di un sogno non di una persona della tua personale
visione di lei o lui e non della persona in sé a tal punto che solo
parlandoci l'attrazione può scomparire,ma io l'amore ho imparato cos'è o
almeno ho imparato cos'è per me grazie a una persona che mi ha fatto
riscoprire tutto ciò che l'amore era per me facendomi vivere quello che
probabilmente è il periodo migliore della mia vita, l'amore per me è come
una giornata senza il sole ma con la luce, come quando dopo una
giornata stancante torni a casa e c'è uno dei tuoi piatti preferiti ed è tutto,
ormai per me è quasi tutto sto vivendo in funzione di quello ormai e sono
consapevole che è pericoloso per quanto so che il mio amore non
svanirà è pericoloso affidare la propria felicità completamente ad una
cosa/persona
il mio concetto di amore continua ad espandersi proprio come avevo
predetto ora posso dire che altre cose sono amore cose che prima avrei
detto normali ma che non lo sono più se le fai con qualcuno con il quale
sei legato e senti come un filo che ti lega che quando ti allontani fa male
proprio sotto il cuore,ma cos'è l'amore se non la cancellazione dei dubbi
delle paure, certe volte li da è innegabile ma alla fine li toglie sempre, è
la come lo sbocciare di tutti i fiori, il primo sguardo di un padre a suo
figlio,il tuo piatto preferito al termine di una giornata stancante ed altre
mille cose di questo tipo, ma tutte insieme e aumentate di intensità,
perché basta uno sguardo per essere felici a volte
fame di esperienze

la gelosia, che emozione strana eppure naturale a tutti


familiare,qualcuno la conosce meglio di altri probabilmente per
esperienze passate, ci sono tanti tipi di gelosia diciamo e alcuni li ritengo
non so bene come dirlo,"giustificabili"? o comunque che non sono gelosi
con cattiveria, per esempio quella gelosia che deriva dalla paura di
perdersi le esperienze con l'altra persona, ed è per questo che questa
parte si chiama fame di esperienze, perché è la gelosia che provo di più
probabilmente, avere paura di non avere più la possibilità di fare quelle
esperienze con quella persona e la cosa li fa stare male e l'altra è quella
gelosia che deriva da una profonda insicurezza che li porta a credere
che l'altra persona troverà qualcuno di migliore ed è quella gelosia che
puoi curare solo essendoci sempre e continuando a dimostrare che
consideri quella persona la migliore o se non lo pensi davvero devi
dirglielo subito per non ferirla di più di quanto già farai
il labirinto

simpatica l'idea che abbiamo della morte, cioè no letteralmente


onestamente ho riso pensando alla morte come viene concepita di
solito, la morte ovvero la cessazione delle scariche elettriche tra i
neuroni nel nostro cervello che creano i pensieri, cosa succede dopo?
non è quello a cui voglio pensare, anche perché non credo succeda
qualcosa, ma questo è un altro discorso, tutti piangiamo quando
qualcuno muore, ma non piangiamo per lui ma per noi, essere tristi per
la morte di qualcuno quando lui voleva essere morto,smettere di
esistere, scomparire è un gesto egoista, eppure lo facciamo
comunque,anche io lo faccio, questo perché noi anche nell'amare siamo
egoisti, lo siamo sempre,mettiamo come caso ipotetico che io ormai
quasi un anno fa sia riuscito nell'intento di uccidermi, chiunque sarebbe
stato male non sarebbe stato male perché io ero morto, ma perché non
sarei più stato con loro, questo perché io avevo l'intenzione di morire
perché mi sembrava la soluzione,ma questo è un altro discorso
ancora,in ogni caso quelle persone che sapevano cosa stavo passando
sarebbero state tristi per le conseguenze che la mia morte avrebbe
avuto sulle loro vite, al contrario se morissi adesso avrebbe senso
piangere per la mia morte perché non vorrei morire, ho trovato il mio
motivo, ho trovato come dire la fine del mio labirinto e qui arriviamo al
titolo, "un grande labirinto", cos'è questo grande labirinto? la vita? la
morte? entrambe? tutte queste risposte e nessuna di queste, si la vita
perché come la vita è un labirinto dove alla fine muori senza che importi
se hai trovato la fine o no, come la morte stessa è un grande labirinto
dove non esiste una fine però, dove semplicemente vaghi per sempre
cercando una fine che non arriverà mai, come entrambi perché ci
perdiamo nei meandri della vita per la paura di perderci in quelli della
morte finendo per disperderci in entrambe le realtà senza trovare mai il
nostro arrivo, come vagare un un aeroporto infinito dove sono sempre le
sette di mattina senza mai trovare il tuo gate per il volo più importante
della tua vita.
siamo tutti magneti e metalli

spesso chi siamo e come ci comportiamo deriva dalle persone che


frequentiamo, ho due citazioni da fare su questa affermazione, la prima
viene da uno studio che afferma la nostra personalità è una deriva dalle
cinque persone che frequentiamo di più e l'altra viene da un film che
ironicamente l'ha pronunciata nel momento in cui ho iniziato a scrivere,
"siamo chi frequentiamo", ora non mi soffermerei su come continua
ovvero "se esci con gli sfigati sei uno sfigato" perooo è comunque
interessante e probabilmente è vero, spesso siamo condizionati da chi
frequentiamo, come le mamme che ci dicono di non uscire con cattiva
gente che lo diventiamo anche noi,ma comunque è vero, ci sono
ovviamente dei casi in cui non siamo influenzati ma spesso in questi casi
non è reale amicizia potremmo dire, se inizi a farci caso noterai sempre
più spesso che le coppie di persone che stanno sempre assieme
iniziano a parlare sempre più spesso in modo simile prendendo i modi di
parlare a vicenda, questo perché si apprezza così tanto l'altra persona
che si diventa in parte come lei, questa parte l'ho chiamata siamo tutti
magneti o ferro proprio perché come il magneto e il ferro ci influenziamo,
tutti siamo entrambi perché magnetizziamo qualcuno ma siamo
magnetizzati a nostra volta da qualcun altro ed è normale è il ciclo della
vita giustamente essere influenzati e influenzare

sapere e potere
tutti abbiamo desideri nascosti segreti che quasi ci vergogniamo ad
esternare, spesso sono desideri irrealizzabili che richiederebbero un
potere inesistente per averli, ma questo non ci impedisce di sognarli
perché è questo che sono e resteranno, sogni e questa introduzione
forse insensata era per dire il mio, l'onniscienza, da quando ho scoperto
questa parola me ne sono innamorato è un concetto così vasto ma così
semplice, sapere tutto, è così facile da dire ma così difficile da
comprendere, ci sarebbe quasi noia nell'esserlo però ci sarebbero
notevoli vantaggi pratici oltre che potrei saziare la mia enorme e
continua curiosità, ma ora cerco di spiegare come dovrebbe funzionare
secondo me, io non dovrei sapere tutto, ma essere in grado di sapere
tutto, una cosa del tipo, voglio sapere chi ha costruito qualcosa? me lo
chiedo e la risposta compare nella mia mente, altrimenti il flusso
continuo di informazioni che si vengono a creare o che sono già state
create probabilmente mi farebbe impazzire però questo è irrilevante
visto che l'onniscienza è irrealistica, proprio come l'onnipotenza ha
anche essa un proprio paradosso che ci costringe a riscriverne il
concetto, però per semplicità spiegherò il paradosso
dell'onnipotenza.Nell'ipotesi in cui tu sei onnipotente, crei una pietra che
nessuno può sollevare, però se neanche tu puoi sollevarla non puoi fare
tutto, ma al contempo stesso se riesci a sollevarla non sei in grado di
creare una pietra che nessuno può sollevare e di conseguenza non sei
in grado di fare tutto, è ironico come questi concetti che noi di solito
attribuiamo a un dio siano irrealizzabili

mamihlapinatapai
«guardarsi reciprocamente negli occhi sperando che l'altra persona
faccia qualcosa che entrambi desiderano ardentemente, ma che
nessuno dei due vuole fare per primo»
questa è la definizione di mamihlapinatapai,che beh è stupenda, non
avevo la minima idea che questa parola esistesse finché non ho
ascoltato l'omonima canzone di galeffi e ho deciso di informarmi sulla
parola, può rappresentare quella costante indecisione degli esseri
umani, quell' indecisione che come dice la parola stessa ci porta ad
aspettare che sia qualcun'altro a fare qualcosa nonostante lo
desideriamo ardentemente e questo è patetico, ma adorabile, ci rende
umani, non saremmo umani senza di questo patetici perché quasi mai in
grado di prendere in mano la situazione e adorabile perché anche se
non la prendiamo in mano ci affidiamo alla fiducia ed è bello come
nonostante tutto lo schifo che ci sia, che abbiamo creato noi riusciamo
comunque ad aver creato qualcosa di buono, gli sguardi di due
innamorati valgono cento anni di guerra? probabilmente no, non
possono compensare tutto questo ma vale la pena per il mondo di
essersi sviluppato attraverso cose ben peggiori della guerra solo per
arrivare a dare a quei due innamorati un mamihlapinatapai? si, ne vale
la pena.

ostriche, società e discariche

gli esseri umani sono da sempre interessati all'opinione altrui, passiamo


l'infanzia a essere sgridati perché abbiamo infranto regole che non
sappiamo da dove vengono e non troviamo mai scritte, norme, regole e
l'opinione altrui, è quella sempre più importante, quante volte è capitato
di essere sgridati per aver sbagliato qualcosa, sapendo solo che l'unico
errore è quello di aver causato magari un'occhiataccia o chiacchiere su
di te senza che tu capisca il perché e poi cresciamo e ci ritroviamo da
soli in mezzo a questo grande casino che è la società e siamo lì con
l'ansia costante di sbagliare e questo ci causa di sbagliare ed è un
circolo divertente quello di aver paura di sbagliare e sbagliare a causa di
questo, ma alla fine non è anche questo lo scopo? rendere felici persone
che non ci piacciono semplicemente perché ci sentiamo costretti a farlo
e questo ci fa solo stare peggio perché ci costringiamo a chiudere tutto
dentro, come un ostrica che all'interno dalla sabbia ricava delle perle
solo che noi da quelle emozioni negative pressate insieme ne ricaviamo
solo grandi e grossi cubi di schifosa spazzatura emotiva che viene solo
accumulata e pressata in cubi più grossi, e così finché la nostra
discarica non straripa e riversa il tutto al di fuori e quindi dentro di noi e
esplodiamo, e ce ne sbattiamo di tutte quelle norme sociali però è giusto
così, dovremmo farlo sempre ma non ne troviamo mai la forza, anzi per
meglio dire ne abbiamo la forza solamente quando non abbiamo più
forze e magari non riusciamo più a uscirne da soli e abbiamo bisogno di
qualcuno che ci aiuti a smaltire tutto lo schifo che abbiamo accumulato,
e magari loro avranno bisogno di qualcuno che li aiuti a loro volta, ma
nonostante questo non riusciamo nella collettività dell'essere umano ad
accettare che qualcuno stia male e che abbia bisogno di una mano.

essere adulto

beh ho sedici anni adesso e un pochino mi fa strano, non pensavo che


ci sarei mai arrivato ma mi fa ancora piu strano, in moltissime culture i
sedici anni rappresentano l'età adulta e questo è boh incredibile perché
lol io adulto? fa decisamente ridere dai cioè come si fa a immaginare
una persona adulta, e poi cosa vuoldire davvero adulto, dovrei avere
delle responsabilità in più dei doveri ma anche dei diritti, invece mi sento
uguale e probabilmente resterò sempre uguale anche a vent'anni perché
non sarebbe sano cambiare semplicemente in base a quanti anni
anagrafici ho, che poi ho sedici "anni", che alla fine cosa sono gli anni?
solo una divertente concezione umana che ci dà la possibilità di mettere
limiti e diritti solo in base a quanto periodo di tempo deciso da noi sia
trascorso, e fa molto ridere secondo me però tutta questa digressione è
completamente inutile perché non ha portato dove volevo ovvero al fatto
che odio il mio compleanno, e penso sia per un sacco di motivi tipo che
durante il compleanno rischi spesso di essere al centro dell'attenzione
ed è una cosa odiosa perché nonostante magari può anche piacere
essere al centro dell'attenzione ma è odioso esserlo perché gli altri si
sentono costretti a mettertici, oppure perché si fanno i regali e io odio
riceverli nonostante ami farli, è brutto riceverli mi fa sentire in colpa, poi
l'anno scorso ho provato a uccidermi e boh non so perché è un pochino
strano pensarci però ei sono ancora qua e boh ci sta sono ok, oppure
perché non capisco un sacco di cose di quello che le persone si
aspettano che io faccia e aha mi metto in crisi la cosa ma questo è tutto
lol volevo solo sfogarmi un pochetto:)

gli occhi

gli occhi specchio dell'anima si dice no? più che di ciò che pensiamo
negli occhi degli altri vediamo cosa temono e cosa vogliono non cosa
sono, per quanto ciò che vogliamo e ciò di cui abbiamo paura ci
definiscono, vorrei far notare quanto sia ironico che non sia cosa siamo
a definirci ma cioè che non abbiamo o ciò che non vogliamo,ma
comunque noi siamo le nostre paura e i nostri desideri, è così è
oggettivo, fattuale e questo perché semplicemente vedendo una
persona, senza conoscerne niente ma sapendo solo che ha paura che
ne so della reazione delle persone che ama quando sbaglia, ha paura di
fallire o di ferire chi ha accanto e che desidera solamente la felicità di chi
gli sta accanto puoi sapere chi o cosa è quella persona ed è bello è
sano desiderare cose irrealizzabili e avere paura di cose che ci
accadono tutti i giorni, la paura ci rende umani non avere paure e
desideri ci renderebbe vuoti senza un motivo di vivere, ma anche solo
non avere paura, che senso ha fare le cose se non hai paura delle
conseguenze, è come per dirla in un modo molto brutto, venire senza
fare l'amore, che senso avrebbe sì ok sei venuto ma con che scopo sei
venuto, ok è finita lì, non hai accanto qualcuno con cui condividere la
cosa la paura i dubbi i timori ma anche i desideri, le voglie e i sogni,
siamo fatti di ciò che temiamo e ciò che amiamo

cosa mi manchi a fare

cosa ci manca davvero di una persona quando ne sentiamo la


mancanza, ci manca la persona? la sua presenza accanto a noi? come
ci fa sentire? il suo carattere? io penso che tutte queste cose siano la
stessa,mi spiego meglio, credo che nella nostra mente inconsciamente
le persone non sono percepite per la persona che sono, ma per il misto
di ciò che effettivamente sono e di come ci fanno sentire quando siamo
con loro o comunque quando ci abbiamo contatti, è per noi più
importante l'effettiva essenza della persona o la l'influenza che essa ha
su di noi e questo magari può portare a pensare che siamo tutti egoisti e
forse un po' è vero ma in realtà semplicemente perché quello che ha un
effetto diretto su di noi è la cosa che a cui facciamo più caso ed è
fantastica in realtà come cosa perché ci permette di essere mille
persone diverse restando sempre la stessa perché nella mente di ogni
persona che incontriamo saremo sempre concepiti in un modo diverso,
non ci saranno mai due persone che ti percepiranno nello stesso modo è
impossibile e questo da ancora più importanza ad ogni singola
percezione che le altre persone hanno di te anche se magari la loro
percezione è sbagliata perché gli mancano pezzi del puzzle, ma per
rispondere alla domanda iniziale, come ci fa sentire una persona e cosa
effettivamente è quella persona nella nostra mente si fondono a formare
una cosa sola ed è quella che ci manca

nei treni la notte

mi piace osservare le persone è rilassante,come per esempio stare


seduto su una panchina dentro una stazione con le cuffiette, stai lì
invisibile ed è come guardare un film muto sugli arrivi e le partenze inizio
e fine tutto insieme esperienze che potrebbero segnare la vita delle
persone tu le vivi in pochi minuti, ne vivi magari a decine nella stessa
giornata e mentre per loro quel momento resterà impresso per sempre
per te non vale nulla, ed è strano questo cioè come siamo solamente noi
a vivere la nostra vita anche se magari non ci sembra, a volte magari
non siamo da soli ma siamo in due, il discorso di quando il libro della tua
vita è dedicato a una sola persona mentre per lei sei una menzione a piè
di pagina in un capitolo ché non è neanche il suo preferito, comunque
stavo dicendo che forse mi rilassa così tanto osservare le vite degli altri
perché mi aiuta a ridimensionare la mia, quando vedi gli altri vivere tante
emozioni ti ci ritrovi un pochino a ripensare a quanto certe tue
esperienze le abbia vissute chi ti sta accanto, perché molto spesso,
parlo per mia esperienza, quando si sta male e se ne parla con qualcuno
che si ama ti fa stare peggio sapere che magari loro soffriranno perché
tu stai male, ma magari sono io che soffro se chi amo sto male perché
sono troppo sensibile e mi metto a piangere se vedo due ragazzi che si
baciano prima che uno parte su un treno per chissà dove,anche se il
momento che mi ha colpito più di tutti fra quelli che ho visto è stato una
ragazza che veniva a trovare quello che pensi suo nonno e la sua
espressione subito prima che lei lo abbracciasse per la prima volta dopo
non so quanto tempo

cammino

non so perché la semplice azione del camminare mi rende spesso così


calmo,forse è la ripetizione il mettere un piede dopo l'altro
concentrandosi solamente sul gesto riuscendo al contempo stesso a
pensare con calma riuscendo a concentrarti e controllare la tua mente,
togliendogli il controllo che lei ha su di te tutto il tempo perché è l'unico
modo in cui riesci a incatenarla nella direzione che tu vuoi perché
nemmeno su quello hai il controllo e hai bisogno di stancarti fisicamente
fino a non poter più pensare al massimo delle tue potenzialità per
concentrarti sul serio altrimenti non hai il controllo di niente nemmeno
della tua stessa mente e di ciò che pensi, ma è ok perché ormai ti ci sei
dovuto abituare, che sei fatto così che non sei in grado di essere come
gli altri di sentirti normale e di andare avanti, non pensare a nulla e
rilassarti, ormai sai che il tuo cammino è quello dell'odio verso sé stesso,
della costante paura di sbagliare e dello sbagliare perché hai paura di
farlo e rovini le cose cercando di sistemarle, dovresti abituarti ma non lo
fai e continuo a soffrire e soffrire e non basta mai non riesci a smettere,
quando trovi qualcosa che ti fa smettere di soffrire lo rovini, sempre non
importa come ma lo rovini, ti basta del tempo
fermo a guardare

ogni tanto ho solo bisogno


sedermi,sdraiarmi,appoggiarmi a un muro e guardare il tempo passarmi
attorno per avere la sensazione di avere il controllo su qualcosa, come
iniziare ad accorgersi di star respirando e doverlo fare manualmente
perché senti di star perdendo il controllo anche sulle piccole cose, come
non riuscire a fare cose che ti sembrano normali da solo, che siano
camminare perché ti sei fatto male e hai bisogno degli altri per fare cose
che ti erano normalissime e questo fa male perché ti senti togliere quel
minimo controllo che avevi, che può essere anche non avere scelta su
cose che dovrebbero riguardare anche te, perché non ti viene data la
possibilità di scegliere e devi sottostare alle condizioni di altri e fa male
ma ti ci devi abituare perché appunto non hai più neanche quel controllo,
oppure non avere più voglia di opporti al flusso e ti lascio trasportare dal
fiume, lo stesso fiume accanto al quale dovresti sederti e aspettare di
veder passare il cadavere del tuo nemico, beh a quel punto sei tu che ci
galleggi su quel fiume e ti rendi conto che forse in fin dei conti sei
sempre stato tu il tuo nemico
uno o zero

sei un uno o uno zero? sei attivo o no? sei un sì o un no? in codice
binario lo zero rappresenta per l'appunto lo zero la "non attività" e l'uno
l'attività, questa frase "sei un uno o uno zero?" viene da mr robot e
vabbè il contesto generale non è importante, ma viene posta al
protagonista per fargli capire se è uno che agisce o uno che resta a
guardare, un po' come tutti noi quasi,vediamo quasi giornalmente
dolore, solitudine, ingiustizie e anche di peggio ma spesso chiudiamo un
occhio, perché? è forse più semplice convivere con la consapevolezza
che potremmo fare qualcosa se ne avessimo la voglia o la capacità?
oppure la maggioranza non ci riesce e questa serie di pensieri
appartiene a una minoranza di persone, e di questa minoranza di
persone solo una parte ancora più piccola agisce e di quella parte
un'altra a sua volta ancora più piccola riesce nel suo intento,
probabilmente sto parlando di qualche centinaia di persone massimo
qualche migliaio, senza ovviamente contare però tutte quelle persone
che possono essere influenzate positivamente da quello che quel
piccolo gruppo fa e quindi fare qualcosa di buono a loro volta nonostante
magari non capiscono neanche il perché lo fanno come dire per
convenienza sociale quasi però è ok perché comunque qualcosa fanno
invece la mia domanda quella che faccio a me anche adesso in questo
momento, sei un uno o uno zero?

dolore

cos'è alla fine tutto se non dolore, di diverse gradazioni ma pur sempre
dolore, non c'è altro che quello anzi no, due cose ci sono dolore e amore
le altre sono tutte sfumature,grigi variazioni grandi o piccole di questi
due non si possono cancellare l'un l'altro, o meglio potrebbero ma è
difficile è davvero difficile c'è bisogno di contatto di stare insieme avere
l'altro accanto ma più spesso il dolore è l'unica cosa che si sente, puro e
semplice dolore, non è quasi rilassante? l'assoluto dominio di una
sensazione che cancella tutte le altre che cancella una persona la fa
diventare l'ombra di sé stessa la fa diventare dolore dolore crea dolore
ma amore non crea amore crea dolore è ironico vero? tutto crea dolore
non c'è una scappatoia, sta tutto in quanto sei bravo a gestirlo o meglio
ignorarlo, o se proprio sei di quelle persone a crearlo, se sei
genuinamente felice o sei con qualcuno che ami, o sai gestire e ignorare
il dolore oppure lo crei agli altri a tal punto di nutrirti della cosa per non
provarne ed è una cosa meschina ma queste persone non se ne
rendono conto sono loro il centro del mondo, la cosa ancora più ironica è
che quello che per me può essere star bene per qualcun'altro è stare
malissimo come ovviamente quello che per me è star malissimo è stare
bene per qualcun'altro, dipende dagli standard diciamo e no cioè che
mondo di merda eh? non riesco manco a farcela dio mio fa schifo tutto
questo, il dolore crea semprr dolore e io sono dolore ormai e non faccio
altro che crearne e provarne con qualche sprazzo d'amore in mezzo, la
mia vita può essere definita come un libro di merda con cinque pagine
che però fanno valere la pena di leggere il resto

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