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formativi, Ribolzi
Sociologia Comunicativa Di Massa
Università Cattolica del Sacro Cuore - Milano
34 pag.
1.5. L’apprendimento
Prerequisito per la riuscita della socializzazione è la capacità di apprendimento, perché se
l’individuo non fosse capace di imparare, non solo gli sarebbe impossibile modificare il suo stato
naturale, ma non riuscirebbe né ad organizzare i significati né ad interiorizzare le norme, le
aspettative di ruolo e i simboli culturali che determinano la possibilità di acquisire le competenze
sociali, e di interpretare i ruoli. La sociologia ha studiato i condizionamenti dell’apprendimento che
comprendono fattori genetici, fattori ambientali e fattori legati al tipo di educazione ricevuta.
I cosiddetti innatisti pensano che tutto il potenziale di apprendimento sia contenuto nel
patrimonio genetico, e a poco servano particolari strategie per stimolarlo; gli ambientalisti
ritengono invece che i condizionamenti ambientali siano determinanti nel fissare i livelli di riuscita;
infine i fautori dell’ottimismo pedagogico legano la riuscita alla qualità dell’istruzione. La realtà è
una combinazione di questi tre fattori.
Il peso dell’ambiente economico e culturale si è dimostrato finora il fattore di maggior peso nel
determinare la riuscita. Per prima cosa il bambino apprende i comportamenti inerenti il suo ruolo
personale, alla sua posizione all’interno della famiglia e all’identità sessuale.
CAPITOLO 2
LE AGENZIE
2.1. Le agenzie di socializzazione e le loro funzioni
L’azione socializzante si esercita innanzitutto attraverso l’appartenenza a un tipo specifico di
società e di gruppo sociale, ma può avvenire in modo diretto solo nelle società più semplici; più
spesso è mediata da istituzioni o agenzie sociali definite agenzie di socializzazione.
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La comunità
Con il termine comunità si indica un soggetto unitario generato dalla relazione solidale tra
molteplici componenti, in opposizione alla società che si basa su rapporti formali, razionali,
individualisti e competitivi. La forma comunitaria, fondata sul sentimento di appartenenza
e sulla partecipazione spontanea, predomina in epoca preindustriale, la forma societaria,
basata sulla razionalità e sullo scambio, domina nella moderna società industriale.
I due termini potrebbero essere visti in una relazione, in cui i valori comunitari possono
essere considerati l’elemento fondante delle società. In un tempo come il nostro la
comunità riprende importanza.
La comunità è un gruppo locale duraturo, le cui relazioni sono basate su rapporti
faccia a faccia; la componente affettiva è molto forte ed essa deve essere coerente intorno
ad un significato. La comunità è particolarista e la società universalista, nella comunità
prevale l’orientamento all’affettività e nella società la neutralità affettiva, cioè la
valutazione avviene prima del comportamento, e non lo determina. Non esistono
gerarchie o comunque sono molto deboli, il modello educativo è invece forte poiché
comporta la condivisione di un sistema di riferimenti valoriali.
La ricerca mostra che l’appartenenza ad una comunità funzionale, cioè ad un
gruppo coeso intorno a valori comuni, esercita un’influenza positiva sia sugli
apprendimenti che sugli esiti non cognitivi del processo educativo. Inoltre diventano
sempre più importanti le comunità di pratica che indicano un gruppo di persone che
collaborano per sviluppare la propria professionalità.
Religione e socializzazione
La religiosità è una dimensione individuale, mentre la religione è una risposta
istituzionalizzata, che ha implicazioni concrete.
La socializzazione religiosa fa parte a pieno della socializzazione in quanto ha funzione di
trovare un senso del mondo accessibile alla comprensione umana. Il rito è un momento di
coesione e riaffermazione dell’appartenenza al gruppo.
Con il termine religione si può indicare sia tutto ciò che riguarda genericamente le
credenze e l’esperienza del sacro, sia le forme istituzionali, cioè un insieme di luoghi,
relazioni, esperienza di socializzazione finalizzati a fare esperienza del sacro, ma anche a
trasmettere modelli culturali, identità, valori, norme etiche utili a fini di regolazione
sociale.
Oggi l’esperienza religiosa può avvenire quasi indipendentemente dalle forme
istituzionali della religione, in modo personalizzato se non addirittura privatistico, e
l’appartenenza formale ad una Chiesa e la pratica religiosa sono assai meno diffuse di un
tempo. Dopo i momenti ancora largamente diffusi della prima comunione e della cresima,
con la relativa educazione religiosa, dalla preadolescenza inizia una progressiva
disaffezione della pratica religiosa, e a partire dai 14-15 anni la pratica crolla fino a
coinvolgere dopo i 25 anni, secondo recenti stime, non più di un adulto su quattro.
L’idea di un progressivo svuotamento della religione e delle sue forme istituzionali è
presente in tutti gli autori che si rifanno alla tradizione evoluzionista. Comte formulò la
legge dei tre stadi: quello teologico, ogni fenomeno si vede come frutto di un intervento
divino, quello metafisico, che è intermediario e transitorio, e infine quello scientifico, in
cui l’uomo capisce che i fenomeni sono frutto di leggi naturali e impersonali.
La religione viene sostituita dalla scienza positiva. Durkheim, Parsons e Weber
condividono l’idea che non può esistere una società senza una religione. Altri autori
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CAPITOLO 3
LE ISTITUZIONI FORMATIVA
3.1 La scuola
Le società hanno assegnato ad organizzazioni specializzate (scuola e università) il compito di
trasmettere ai giovani conoscenze teoriche e operative e modelli culturali di riferimento. Queste
situazioni sono differenziate sia in senso verticale che in senso orizzontale, con la presenza da un
certo punto in poi di diversi indirizzi all'interno dello stesso livello; inoltre in esse opera personale
appositamente qualificato, gli insegnanti.
Praticamente dovunque lo Stato fissa dei minimi di istituzione (scuola dell'obbligo) per tutti i
cittadini.
Se consideriamo la scuola italiana, l’elemento distintivo della seconda metà del secolo
scorso è stato innalzamento della scolarizzazione.
Nel decennio appena trascorso sono diminuiti gli analfabeti, mentre sono aumentati diplomati
e laureati: la scuola ha saputo svolgere egregiamente il suo ruolo fondamentale di
alfabetizzazione.
La centralità dell'educazione nel produrre e distribuire la conoscenza dei fenomeni
educativi cerca di diventare sempre più internazionale. Benché nell'Unione Europea distruzione
sia di competenza delle singole Nazioni, la commissione ha emanato una serie di documenti
che si pongono di costruire un sistema sovranazionale che abbia finalità comune e persegue
obiettivi di medio- lungo, a partire dal cosiddetto “rapporto Cresson”
3.2. Scuola e società
Nonostante il compito di socializzare i giovani membri è della società nel suo insieme, non si deve
sottovalutare la portata della scuola e soprattutto degli insegnanti come gruppo educativo.
Anche la ricerca psicologica sottolinea che alla base della socializzazione ci sia un legame, un
rapporto stabile con una o più figure adulte di riferimento Non solo compresenti ma in
interazione.
Definizione sociologica di scuola:
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In ogni società la scuola cerca di ottimizzare quella soluzione organizzativa che sembra garantire il
consenso con i costi più bassi. Cesareo afferma che “fra tutte le strutture impegnate nei processi
formativi, la scuola ha assunto un ruolo storicamente via via crescente.”
La scuola è dunque istituzione, dotata di notevole grado di universalità, indipendenza e
permanenza, e fornisce un servizio specializzato che risponde al duplice compito di:
1. addestrare i giovani fornendo competenze necessarie;
2. educarli, facendo interiorizzare i ruoli ideali e i valori E trasmettendo il patrimonio culturale
del passato.
In questa visione la scuola non ha un rapporto dipendenza dal sistema sociale ma anche di
interdipendenza con le altre situazioni con l'obiettivo di mantenere stabile il sistema, non tanto
rifiutando i cambiamenti quanto promuovendo sono i cambiamenti eufunzionali.
Attualmente l'aspetto più evidente di questo compito è da cercare nel rapporto tra formazione ed
economia nella creazione del capitale umano, attraverso estensione e innalzamento della
frequenza scolastica. Lo sviluppo delle istituzioni educative condiziona e stimola il progresso della
ricerca, che a sua volta produce mutamenti positivi nelle tecnologie e nell'organizzazione della
produzione.
Nonostante nella società contemporanea sia cresciuto il peso delle altre agenzie, informali
e formali, resta ancora centrale per il processo di socializzazione della scuola.
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CAPITOLO 4
LA SCIENZA DELLA SOCIALIZZAZIONE
4.1 Le scienze dell'educazione e il ruolo della sociologia
La sociologia dell'educazione è definita da un lato dalla teoria sociologica al cui interno si colloca;
dall'altro dalle caratteristiche del suo oggetto di studio, l'educazione la cui importanza all’interno
della società può variare nel tempo.
La tendenza attuale delle scienze umane è quella di valorizzare i processi di confine che
avvengono nel momento in cui due settori della società interagiscono sovrapponendosi
parzialmente e le procedure di fertilizzazione incrociata, che si hanno quando una scienza adotta
metodologie che provengono da un diverso ambito di ricerca.
Non a caso si parla di scienze dell'educazione attuale al quinterno la sociologia deve cercare una
collocazione specifica, Anche se spesso viene considerata come strumento per le altre scienze. A
partire dagli anni Sessanta la formazione è diventata oggetto di interesse anche per gli economisti
che se ne sono occupati da due punti di vista:
1. la relazione tra scolarizzazione e sviluppo economico: disporre di una forza di
lavoro. quantificata, rende più competitivo il sistema produttivo di un paese.
2. le possibilità di pianificare il sistema scolastico attraverso le previsioni del fabbisogno di
forza lavoro, riducendo il rischio di mancato bisogno fra qualificazioni offerte e domandate.
La ricerca sociologica sull'educazione cerca di mettere in relazione le azioni individuali con i
contesti entro cui avvengono e che sono da essi modificati; cerca poi di cogliere le relazioni che
esistono fra i singoli individui che possono quindi considerati singolarmente o in collegamento fra
loro.
Principali suddivisioni teoriche interni alla sociologia dell'educazione che nel corso degli anni ha
visto lo sviluppo di molte categorizzazioni:
La prima suddivisione è stata quella tra teoria del conflitto e del consenso basate sul
pensiero funzionalista e sugli approcci di origine marxista.
o Le teorie del consenso si basano su una concezione statica della società, in cui
l'obiettivo fondamentale è la conservazione e il mutamento viene visto come
traumatico, da contenere nei limiti del indispensabile adattamento fisiologico.
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CAPITOLO 5
LE PROSPETTIVE DELLA FORMAZIONE NEL XXI
Siamo in un periodo caratterizzato dalla centralità del problema educativo, dal duplice punto di
vista della sua fondamentale importanza per la crescita e lo sviluppo delle società e delle persone,
e della criticità delle condizioni in cui esso si sviluppa.
E’ opinione diffusa che l'educazione messa a punto nel XX secolo dà risposte inadeguate alla
domanda di formazione che viene dalla società del XXI secolo: il Papa parla di “emergenza
educativa” e fa riferimento ad una frattura fra le generazioni, che rende sempre più difficile il
compito di educare. L’educazione è da sempre un processo complesso, difficile e incerto, ed è
ancora più problematico in un'epoca in cui risultino messi in discussione regole e principi.
L'educazione, per quanto in crisi, resta uno strumento insostituibile di costruzione
dell'uomo e della società, una scritta connotata da un processo bipolare in cui
contemporaneamente si diffonde una dimensione globale e si rafforza un'appartenenza identitaria
di tipo locale. La globalizzazione, non è né buona né cattiva, ma ha conseguenze positive o
negative a seconda di come viene usata dalle persone. Ci si chiede allora Che cosa significa
studiare il rapporto tra istruzione e globalizzazione, quale legame esiste tra queste due sfere per
descrivere l'interdipendenza dei mercati.
Oggi, in una società che a parole sottolinea la centralità dell'educazione non solo ai fini
della competitività e dello sviluppo economico, vede prevalere gli interessi privati e a breve
termine, le decisioni sull'educazione sono caratterizzate da un senso di urgenza derivante dalla
consapevolezza che la formazione fa la differenza nel destino dei giovani. La maggior parte delle
politiche educative tende ad agire in base ad un eccesso di preoccupazione per il breve periodo,
trascurando il fatto che l'educazione ha effetti a lungo termine e che esistono obiettivi perseguibili
in tempi molto diversi.
Dal punto di vista di come impostare l'educazione, un secondo fatto fondamentale è la
constatazione che la società globale è una società plurale, caratterizzata dalla compresenza di
gruppi che fanno riferimento a sistemi di valori diversi (intreccio di etnie, culture, religioni diverse).
Inoltre è cresciuta la consapevolezza che al pluralismo delle culture si affianca una differenziazione
nelle culture.
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