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THE CORE, L'Economia - Il documento porta i riassunti di


suddetto libro: non si discosta tanto dal - L'economia.
Comprendere il mondo che cambia
Introduzione all'Economia e alla Politica Economia (Sapienza - Università di Roma)

StuDocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo.


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PREFAZIONE
Sono una studentessa di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali alla Sapienza di
Roma, e di recente ho sostenuto l’esame introduttivo all’economia politica e alla
politica economica. Non è una materia che mi è piaciuta particolarmente, e per tal
motivo ho dovuto fare dei riassunti per poterla studiare, che ora sto rendendo
pubblici per salvare qualche anima in pena (I feel u, ve lo assicuro), sperando di
apportare aiuto e speranza a qualcun altro.
Il libro riassunto è: “The Core Team, L’economia”, edito dal Mulino nel 2018, e
disponibile anche online gratuitamente, se non volete comprarlo.
Il riassunto è dettagliato, non si discosta dal libro, è solo spiegato in maniera, a mio
parere, più semplificata.
ATTENZIONE, MANCANO I SEGUENTI CAPITOLI:
 Capitolo 4
 Capitolo 11
 Capitolo 12
 Capitolo 16

Buono studio! 😊

CAPITOLO 1: LA RIVOLUZIONE CAPITALISTICA

ECONOMIA POLITICA: il modo in cui una società si organizza per produrre e distribuire beni e servizi

POLITICA ECONOMICA: ciò che bisogna fare per ottenere determinati risultati di produzione e distribuzione

MICROECONOMIA: analizza il comportamento dei singoli agenti

→ basata sul marginalismo → legge della domanda e dell'offerta

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MACROECONOMIA: analizza gli aggregati economici

→ rapporto tra occupazione e disoccupazione

NB. La scissione tra microeconomia e macroeconomia avviene dopo il Wall Street Crash (1929), grazie
all'economista Keynes

L'economia politica studia il capitalismo

→ esso prende avvio con le rivoluzioni industriali

PIL: valore di tutto ciò che viene prodotto in un periodo dato all'interno di un Paese

NB. Il PIL pro capite corrisponde al reddito medio annuo

A volte è indicato come il reddito interno lordo

DECILE: dividere in 10%

Una misura della disuguaglianza è il rapporto 90/10

→ rapporto tra il reddito medio del 10% più ricco e il reddito medio del 10% più povero

→ più comunemente definito come il rapporto tra il reddito del 90° percentile sul reddito del 10° percentile

→ più il rapporto è alto, maggiore è la diseguaglianza

GRAFICO REDDITO ANNUO 2014:

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 Singapore è il Paese più ricco

 Norvegia e Stati Uniti sono rispettivamente il secondo e il terzo paese più ricco

 Il decile più ricco della Norvegia è più povero del decile più ricco degli Stati Uniti

→ la distribuzione della ricchezza in Norvegia è meno sbilanciata a favore dei ricchi

DIFFERENCES BETWEEN AND WITHIN COUNTRIES 2014:

 In un paese, la distanza tra i più ricchi e i più poveri è una misura della disuguaglianza dello stesso

 Ci sono enormi differenze tra redditi medi dei Paesi

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→ il 10% più povero della Norvegia è più ricco del 10% più ricco della Nigeria

→ il reddito pro capite in Norvegia è 19 volte quella della Nigeria

 Nel tempo è aumentata la differenza interna

NB. Fino alle Rivoluzioni Industriali, il PIL è rimasto pressoché uguale in tutti i Paesi

→ successivamente alcuni di essi si sono sviluppati più di altri

→ da qui sono nate le differenze

→ HOCKEY STICK OF THE ECONOMIC HISTORY

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Il PIL pro capite si ottiene dividendo il PIL per la popolazione del Paese

PIL:

 Variabile di flusso definita da un intervallo ΔT

 Valore totale di beni e servizi prodotti in un paese in ΔT

 Coincide con la somma dei redditi percepiti nel Paese

 PIL medio ≠ benessere medio

 Reddito lordo ≠ reddito disponibile

NB. Il reddito lordo è quello prima di pagare le tasse

Il reddito disponibile è quello dopo aver pagato le tasse

→ può essere considerato una misura del tenore di vita

→ ha importanza sul benessere personale, ma non tiene conto di altri fattori (es. qualità dell'ambiente in
cui si vive..)

Il reddito assoluto è importante per il benessere, ma è rilevante anche la posizione relativa nella
distribuzione del reddito

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→ se si guadagna meno degli altri nel proprio gruppo di appartenenza, si palesa un livello inferiore del
benessere

→ ergo, il reddito medio può riflettere in modo non corretto il livello di benessere materiale

Il PIL pro capite è una misura più adeguata del tenore di vita rispetto al reddito disponibile

→ MA è difficile dare un valore ai servizi offerti dallo stato

→ per i beni prodotti esiste il PREZZO

PIL NOMINALE: ∑piqi pi= prezzo del bene qi= quantità del bene

Per valutare i cambiamenti dell'economia c'è bisogno del PIL REALE

→ bisogna depurare il PIL NOMINALE dalla variazione dei prezzi

→ es. in due anni, i prezzi aumentano del 2%, ma tutto il resto rimane invariato

→ il PIL NOMINALE cresce del 2%, il PIL REALE rimane invariato

Per confrontare due Paesi diversi bisogna scegliere uno stesso insieme di prezzi da applicare alla
produzione di entrambi

→ ma ciò non basta, per via dei tassi di cambio

→ esiste il PURCHASING POWER PARITY (PPP) o PARITÀ DEL POTERE D'ACQUISTO (PPA)

NB. I prezzi sono più elevati nei paesi ricchi perché il reddito è maggiore

→ usando il PPP, le differenze tra il PIL pro capite si affievoliscono

TASSI DI CRESCITA: sono variazioni percentuali

→ per calcolarli si usa una scala logaritmica

∆X Xt+1 −Xt variazione del PIL


= → TASSO DI CRESCITA DELLA VARIABILE →
Xt Xt livello iniziale del PIL

NB. In una scala logaritmica, una variabile che cresce ad un tasso costante, appare come una linea retta
crescente

→ ha pendenza g (g = tasso costante di crescita)

→ più è ripida, più il tasso di crescita è elevato

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RICORDA:

In alcune economie, miglioramenti sostanziali del tenore di vita della popolazione non ebbero luogo prima
dell'ottenimento dell'indipendenza dalla dominazione coloniale o dall'interferenza delle Nazioni europee

RIVOLUZIONE TECNOLOGICA PERMANENTE:

Il decollo di tante nazioni nel 1800 ca avviene compatibilmente con nuove scoperte ed innovazioni
tecnologiche

→ si innova la tecnica

TECNICA: processo che usa materiali e altri input (come il lavoro) per creare un prodotto

PERMANANENTE perché il progresso non si è mai arrestato

→ lo sviluppo è stato sempre maggiore di generazione in generazione

NB. I cambiamenti tecnologici (vedi illuminazione) hanno consentito una crescita significativa del tenore di
vita

"La Rivoluzione Industriale è stata una successione di cambiamenti tecnologici correlati gli uni agli altri, in
grado di trasformare le società in un cui hanno avuto luogo."

-David Landes, storico dell'economia

La velocità di trasmissione dell'informazione dà una prova della novità rappresentata dalla Rivoluzione
tecnologica permanente

1866: costruzione di un cavo transatlantico che ridusse il tempo di trasmissione delle notizie tra Londra e
New York a pochi minuti

Con la crescita della produzione, l'ambiente circostante è diventato sempre più degradato

→ fabbriche = produzione di CO2

→ CURVA DI KUZNETS DELL'AMBIENTE

RIVOLUZIONE CAPITALISTA

→ dopo di essa, le generazione non fanno che migliorare

CAPITALISMO: sistema economico caratterizzato da una particolare combinazione di istituzioni

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SISTEMA ECONOMICO: modo di organizzare la produzione e la distribuzione dei beni e dei servizi
nell'economia

ISTITUZIONI: differenti insiemi di leggi e norme sociali che regolano la produzione e la distribuzione nelle
famiglie, tra operatori economici privati, nell'azione di governo

In alcune economie del passato, i prodotti erano per lo più di gestione familiare o controllati dallo Stato
(vedi Unione Sovietica)

→ oggi le economie sono per la maggior parte capitaliste (comprendono forze e mezzi di produzione)

→ entra in gioco la proprietà privata

→ nel capitalismo è costituita dai beni capitali

MERCATI: consentono gli scambi di beni e servizi

→ lo stesso può avvenire con furto, dono o ordine del governo

I mercati si differiscono da ciò perché:

 Comportano reciprocità

 Il trasferimento è volontario sia per il venditore che per l'acquirente

NB. C'è concorrenza tra i mercati

IMPRESA: attività economica organizzata al fine della produzione e scambio di beni e servizi

PROPRIETÀ PRIVATA + MERCATI + IMPRESA = CAPITALISMO

L'impresa è volta a portare profitto

→ essa porta, successivamente, al mercato del lavoro:

 I datori sono la domanda (chiedono lavoro)

 I lavoratori sono l'offerta (offrono lavoro)

NB. Le imprese capitaliste si distinguono da famiglie e stati per la velocità con cui possono nascere e morire

NB. Le economie capitaliste sono la combinazione dei 3 fattori, e possono differire tanto tra di loro

La proprietà privata è molto importante perché gli input e gli output sono proprietà privata

I mercati sono molto importanti perché le imprese vendono i loro prodotti attraversi il mercato

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NB. La PP (private property o proprietà privata) è essenziale per il funzionamento dei mercati

→ nessuno comprerebbe niente se non avesse la possibilità di possederlo

CONTRASTO CON:

 Economia pianificata con beni capitali posseduti dallo Stato

→ il capitalista POSSIEDE PRIVATAMENTE i beni capitali

 Economia schiavista

→ il capitalista NON POSSIEDE i lavoratori,, ma la loro forza lavoro, che viene retribuita

MIX DI DECENTRAMENTO E CENTRALIZZAZIONE:

1. Limita il potere del governo e dei dipendenti, che per vendere e/o comprare devono affrontare la
concorrenza

2. Concentra il potere nelle mani del capitalista

NB. La crescita del tenore di vita è dovuta e tecnologia e specializzazione

Adam Smith diceva che la nostra capacità di produrre aumenta quando ci concentriamo su attività limitate,
perché:

 Learning by doing

 Diversità di abilità o condizioni ambientali

 Economia di scala

MA la SPECIALIZZAZIONE ha luogo solo se è possibile comprare gli altri prodotti di cui si necessita

→ PROBLEMA: come distribuire i prodotti da chi li produce a chi li consuma

Con la specializzazione aumenta anche la produttività

Tanto più il mercato è ampio, tanto maggiore può essere la specializzazione

Anche chi non ha un particolare talento può beneficiare della divisione del lavoro

→ VANTAGGIO COMPARATO

ESEMPIO:

Greta e Carlos hanno bisogno solo di grano e mele

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In 2000 ore (un anno):

 Greta produce 1250 mele e 50 tonnellate di grano

 Carlos produce 1000 mele e 20 tonnellate di grano

Greta ha un VANTAGGIO ASSOLUTO nella produzione di entrambi i beni

Carlos è meno svantaggiato nella produzione di mele che in quella di grano

→ rapporto di produzione 5/6 e 2/5

→ Carlos ha un VANTAGGIO COMPARATO

→ i mercati contribuiscono ad aumentare la produttività del lavoro, consentendo alle persone di


specializzarsi nelle produzioni in cui hanno un vantaggio comparato

→ risultano essere il "meno peggio"

NB. Il CAPITALISMO NON è LA SOLA CAUSA dell'hockey stick

DIVERGENZA DEL PIL PRO CAPITE DEI PAESI NEI QUALI LA RIVOLUZIONE CAPITALISTA È ARRIVATA TARDI:

Non sempre il capitalismo è garanzia di successo

→ Nigeria VS Botswana

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→ URSS post 1990

Molta differenza è data dal ruolo dello Stato

→ es. Corea del Sud → developmental state

Il capitalismo può essere poco dinamico a causa di condizioni economiche e politiche

Può essere invece dinamico quando combina:

 Concorrenza

 Selezione di coloro che producono beni a basso costo

 Politiche pubbliche che sostengono tali condizioni

 Stabilità sociale, ambientale e delle risorse

NB. Il capitalismo si presenta in tante forme a causa della differenza dei sistemi politici

UN MODELLO DI ECONOMIA:

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CAPITOLO 2: PROGRESSO TECNICO, DEMOGRAFIA E CRESCITA ECONOMICA

1798: l'economista THOMAS MALTHUS afferma che una crescita sostenuta del reddito pro capite sarebbe
stata impossibile

→ miglior tenore di vita = famiglie più numerose

→ ciò accade finché il tenore di vita non si riduce così tanto da fermare l'aumento della demografia

→ non si può sfuggire al circolo vizioso della povertà

MA POI → RIVOLUZIONE INDUSTRIALE → le innovazioni rompono il circolo vizioso

SMITH VS MALTHUS

↓ ↓

Circolo Circolo

Virtuoso Vizioso

↘ ↙

empiricamente hanno ragione entrambi,

riferendosi ad epoche differenti

SPIEGAZIONI ALTERNATIVE ALLA RIVOLZUIONE INDUSTRIALE:

 Mokyr: rivoluzione scientifica ed Illuminismo

 Landes: "Why are we so rich and they so poor?"

→ es. lo Stato in Cina soffoca l'innovazione

 Clark: cultura del lavoro e del risparmio (Weber)

 Pomeranz: abbondanza di materie prime e ruolo delle colonie

 Allen: alto costo del lavoro e basso costo dell'energia

MODELLO ECONOMICO: schema teorico, astratto, espresso in forma matematica

Irvin Fisher, per la sua tesi di dottorato alla Yale University nel 1891, rappresentò i flussi economici
attraverso un congegno idraulico

→ modello mutuato dalla fisica

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Come vengono utilizzati i modelli:

1. Egli ha costruito un modello per cogliere gli elementi di economia che riteneva fossero rilevanti per
la determinazione dei prezzi

2. Ha usato il modello per mostrare come le interazioni tra gli elementi possono determinare un
insieme di prezzi che tendono a non modificarsi

3. Ha condotto esperimenti con il modello per scoprire gli effetti di cambiamenti nelle condizioni
economiche

Il modello illustra il concetto di equilibrio

EQUILIBRIO: situazione che tende ad autoperpetuarsi

Nel modello: raggiungimento di uno stesso livello d'acqua, a indicare la costanza dei prezzi

Per Malthus: salario pari al livello di sussistenza

→ i salari tendono a tornare a questo livello quando la popolazione cresce

NB. Per fidarsi di un modello bisogna confrontarlo con dei dati reali

Costruire un modello usando delle idee chiave:

 Ceteris paribus

→ a parità di condizioni

→ per analizzare un determinano cambiamento, tutti gli altri fattori vengono mantenuti costanti

 Incentivi

→ influenzano i costi e i benefici derivanti dal compiere un'azione piuttosto che un'altra

→ si sceglie sempre ciò che produce il risultato migliore

 Prezzi relativi

→ aiutano a confrontare le alternative

 Rendita economica

→ beneficio ottenuto - beneficio della migliore alternativa

→ es. rendita di innovazione

→ tra le opzioni da scartare, quella che avrebbe dato il massimo beneficio è l'opzione di riserva

CHE COS'È UNA TECNICA?

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Esempi di diverse tecniche per produrre 100 metri di tessuto utilizzando lavoro (8 ore al giorno) ed energia
(tonnellate di carbone)

TECNICA N° LAVORATORI TON. DI CARBONE

A 1 6

B 4 2

C 3 7

D 5 5

E 10 1

Per stabilire quale tecnica usare, bisogna vedere quale tecnica domina l'altra:

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A domina C

B domina D

E non domina niente

→ C e D non saranno mai scelte se sono presenti A e B

NB. La tecnica E è ad alta intensità di lavoro (energy saving)

La tecnica A è ad alta intensità di energia (labour saving)

COSA SCEGLIERE TRA A, B, E?

Bisogna valutare il costo degli input

COSTO = ωL + pR

ω = salario L = lavoratori p = prezzo del carbone R = tonnellate

ESEMPIO:

p = 20€ ω = 10€

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RETTE DI ISOCOSTO:

La retta di isocosto unisce tutti i punti nei quali il costo totale è uguale

→ tutte i punti al di sopra della retta JH hanno un costo maggiore

NB. Con le rette di isocosto, si può notare che la tecnica B è quella con il costo minore

TECNICA N° LAVORATORI TON. DI CARBONE COSTO (€)

A 1 6 130

B 4 2 80

C 10 1 120

ω 10 1
COEFFICIENTE ANGOLARE: - = − 20 = − 2
p

C ω
C = ωL + pR → R= − L → ESPRESSIONE DELLA RETTA
p p

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Se la retta divenisse più ripida, la tecnica B non sarebbe più la più conveniente

→ l'impresa sceglierebbe la tecnica A

→ questo è ciò che è successo in Inghilterra nel XVIII secolo

→ seppur il salario rimane uguale, il prezzo della materia prima diminuisce

ω = 10€ p = 5€

ω 10
m=− = − = −2 → AUMENTA LA PENDENZA
p 5

NB. Passaggio dalla tecnica B alla tecnica A

PROFITTI = RICAVI - COSTI

Nel passaggio da B a A:

VARIAZIONE PROFITTI = VARIAZIONE RICAVI - VARIAZIONE COSTI

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= 0 - (40 - 50)

= 10

→ RENDITA DI INNOVAZIONE

Il primo ad utilizzare la nuova tecnica viene detto imprenditore

NB. La rendita di innovazione sparisce quando tutti una nuova tecnica

→ le imprese utilizzano la vecchia tecnica falliscono

→ l'economista Schumpeter definisce questo processo come DISTRUZIONE CREATRICE

Con le nuove tecniche si risparmiava lavoro a discapito dell'energia

Nel XVII secolo, in Inghilterra il lavoro era molto costoso rispetto all'energia

→ i salari erano più alti che altrove e la nazione era ricca di carbone

→ l'incentivo a sostituire lavoratori con macchine aumentò dalla fine del XVII secolo

QUINDI la Rivoluzione Industriale si presentò in quel luogo e in quel momento perché:

 I salari in rapporto al costo dell'energia e dei beni capitali crebbero durante il XVIII secolo in
Inghilterra rispetto ai periodi precedenti

 I salari in rapporto al costo dell'energia e dei beni capitali erano più alti in Inghilterra che altrove

 L'Inghilterra era un ambiente favorevole all'innovazione

C'è stato poi un ulteriore sviluppo tecnico che ha portato ad un'altra tecnica

→ questa viene adottata sia dai paesi che utilizzano la tecnica A, che dai paesi che usano la tecnica B

→ PROCESSO DI CONVERGENZA tra paesi in cui è partita la Rivoluzione Capitalista

Il modello di Malthus è in grado di predire un andamento dell'economia coerente con la parte piatta
dell'hockey stick del PIL pro capite

→ introduce la produttività media decrescente

ESEMPIO:

 Produzione di grano che richiede solo che si lavori la terra

 Input = lavoro e terra → fattori di produzione

 Modello ceteris paribus → terra coltivabile disponibile in maniera fissa e tutta della stessa qualità

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 800 appezzamenti e 800 agricoltori

 Stesse ore di lavoro

 Produzione totale = 500 mila kg di grano

produzione totale 500000


produttività media del lavoro = = = 625 kg
n° agricoltori 800
→ PRODOTTO MARGINALE

Per sapere cosa succede se gli agricoltori aumentano c'è bisogno della FUNZIONE DI PRODUZIONE:

OA e OB sono le RETTE DI PRODDUTTIVITÀ DEL LAVORO

Produttività media del lavoro = m (coefficiente angolare della retta)

OB è una retta meno ripida

→ la produttività media è minore

NB. Più lavoratori ci sono, maggiore è la produzione totale, minore è la produttività media

→ ciò preoccupa Malthus

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→ anche nel caso in cui si potesse aumentare la terra, per più lavoratori, la prima generazione prenderebbe
comunque quella più fertile

IN CONCLUSIONE:

 Si utilizza più lavoro su una quantità di terra fissa

 Si coltivano terre via via meno fertili

→ la produttività media diminuisce

→ il reddito diminuisce

Il tenore di vita dipende dall'ampiezza della popolazione

Richard Cantillon:

"Gli uomini si moltiplicano come topi in un pollaio se hanno mezzi di sussistenza illimitati"

→ la teoria di Malthus non era tanto diversa

DUE IDEE CENTRALI:

1. Legge della produttività media del lavoro decrescente

2. La popolazione aumenta se aumenta il tenore di vita

DATI DI FATTO:

Finché hanno sussistenza illimitata, gli umani si riproducono in larga quantità

→ riempiono il paese

→ diminuisce la produttività media, assieme al reddito pro capite

→ caduta del tenore di vita

→ freno della crescita demografica e aumento del tasso di mortalità

→ reddito al livello di sussistenza

→ EQUILIBRIO

NB. Se le condizioni cambiano, la popolazione e i redditi possono cambiare, ma alla fine l'economia torna
ad un equilibrio, con i redditi al livello di sussistenza

Prima della Rivoluzione Industriale, ci furono dei progressi tecnici, ma non portarono ad un miglioramento
del tenore di vita

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EFFETTI DEL MIGLIORAMENTO TECNICO SECONDO MALTHUS:

 Equilibrio

 Miglioramento tecnico

 Aumenta la produttività media

 Aumenta il reddito

 Aumenta la popolazione

 Diminuisce la produttività media

 Diminuisce il reddito

 Equilibrio (con popolazione più elevata)

→ a questo punto, la popolazione non torna al livello originale perché in tal caso il reddito non sarebbe di
sussistenza, ma maggiore

QUINDI il modello di Malthus prevede che i miglioramenti della tecnica non portino ad un aumento degli
standard di vita se:

 La produttività media diminuisce all'aumentare del lavoro

 La popolazione cresce all'aumentare del reddito

→ LEGGE DI MALTHUS

SPIEGAZIONE DELLA PARTE PIATTA DELL'HOCKEY STICK:

L'umanità ha inventato, man mano, modi migliori di produrre

→ il reddito si alzava

→ si procreava

→ crescita demografica

→ nuovo livello di sussistenza

→ TRAPPOLA MALTHUSIANA

ESEMPIO STORICO:

1347: peste nera

FUN FACT:

Nel 1349 e nel 1351, re Edoardo II d'Inghilterra promulgò leggi finalizzate a contenere l'aumento dei salari

→ per effetto della riduzione dell'offerta sul lavoro, l'economia vinse sulla politica

→ i salari continuarono ad aumentare

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→1381: ribellione

RICORDA:

L'economia malthusiana risulta coerente col periodo analizzato

NB. Crescendo la popolazione, cresce anche la domanda di cibo

→ la terra aumenta di valore

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→ aumenta il divario tra proprietari terrieri e lavoratori

La teoria di Malthus è coerente, MA aveva torto quando diceva che la situazione non sarebbe mai potuta
cambiare

→ se i miglioramenti della tecnica avvengono in maniera più rapida della crescita demografica,
compensano la produttività media

→ il tenore è cresciuto rapidamente e in modo permanente dopo la rivoluzione capitalista

Fino alla fine del '700, la teoria malthusiana permane

Dal 1800 in poi, l'economia prende un nuovo corso

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FUGA DALLA TRAPPOLA MALTHUSIANA:

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CAPITOLO 3: SCARSITÀ, LAVORO E SCELTA

Lavorare per il raggiungimento di un determinato obiettivo, implica mettere da parte gli altri

→ TRADE-OFF

Si preferisce guadagnare di più o avere più tempo libero?

ESEMPIO:

Guadagni 15€ all'ora, 600€ a settimana, lavorando 40 ore, e avendo 128 ore per il tempo libero. Nel caso in
cui il tuo salario diventasse di 90€ all'ora, e che il tuo capo ti dicesse di decidere quanto ore lavorare,
lavoreresti comunque per il salario di sussistenza (e quindi favorendo il tempo libero), o decideresti di
lavorare sempre le stesse ore (e quindi favorendo il guadagno)?

L'ipotesi è in realtà molto improbabile, ma è circa ciò che è successo durante la Rivoluzione Industriale

→ a favore dell'aumento del PIL, le ore lavorative sono diminuite di molto

Nel tempo sono state preferite entrambe le cose (tempo libero ed aumento del guadagno), ma con tempi
diversi

→ negli Stati Uniti, ad esempio, il PIL è aumentato di quasi 6 volte, ma le ore libere sono diminuite solo di
un terzo

→ potere d'acquisto molto maggiore, ma tempo libero aumentato solo di un quinto

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Disparità nel tempo libero e nel reddito tra Paesi nel 2013

MODELLO:

 Un gruppo di psicologi dell'educazione ha esaminato il comportamento di 84 studenti della Florida


State University
 Il gruppo si divide in 42 studenti che studiano molte ore al giorno, e i restanti 42 che studiano di
meno

 Le ore di studio sono in relazione al voto medio alla fine del semestre (GPA: Grade Point Average)

MOLTO TEMPO POCO TEMPO

GPA MEDIO 3.43 3.36

L'ipotesi è ceteris paribus

→ in un gruppo di studenti ci sono molte differenze influenti, ad esempio le condizioni in cui essi studiano

→ se l'ambiente è inadatto, affollato, caotico, uno studente ha bisogno di più tempo per studiare

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MOLTO TEMPO POCO TEMPO

AMBIENTE DI STUDIO ADATTO 3.63 (11 STUDENTI) 3.43 (31 STUDENTI)

AMBIENTE DI STUDIO POCO ADATTO 3.36 (31 STUDENTI) 3.17 (11 STUDENTI)

 Gli psicologi hanno stimato che, tenendo conto delle condizioni ambientali e di altri fattori, un'ora
in più di studio alla settimana corrisponde ad un aumento di 0.24 punti nel voto medio del
semestre

ESEMPIO:

 Ceteris paribus

 Alessandro può scegliere quante ore dedicare allo studio giornalmente

 Le ore di studio sono relegate al voto finale

La tabella rappresenta la funzione di produzione di Alessandro, ed illustra come l'input (le ore di studio) si
trasforma in output (voto finale)

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NB: nella realtà gioca la sorte.

 Con 15 ore di studio ottiene il suo voto massimo, che è 90/100

 Dopo le 15 ore, la produttività media inizia a diminuire e la curva diventa piatta

NB: la produttività media corrisponde all'inclinazione della retta che collega il punto sulla curva relativo alle
ore di studio con l'origine degli assi

Nel grafico si vede che la produttività media per 4 ore di studio al giorno è 12.5:

Inclinazione = distanza verticale / distanza orizzontale = 50 / 4 = 12.5

Mentre la produttività media per 10 ore di studio al giorno è 8.1:

Inclinazione = distanza verticale / distanza orizzontale = 81 / 10 = 8.1

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La produttività marginale, invece, è l'aumento del voto che egli ottiene quando aumenta di un'ora il tempo
di studio

 La produttività marginale è l'aumento del voto che si ottiene studiando un'ora in più

 Corrisponde all'inclinazione della funzione di produzione

→ la funzione di produzione diventa piatta dopo le 15 ore di studio giornaliere

→ la produttività marginale diventa decrescente

→ un'ora addizionale di studio vale molto se uno sta studiando poco, vale poco se uno sta studiando molto

 L'output aumenta quando l'input aumenta, ma la produttività marginale diminuisce

→ funzione di produzione concava

 In questo caso, la produttività marginale è sempre inferiore alla produttività media

 Quando le ore di studio sono 4, la produttività marginale è circa 7, in quanto con un'ora di studio in
più, il voto aumenterebbe da 50 a 57

 Se le ore di studio fossero maggiori o uguali a 15, la produttività marginale sarebbe uguale a 0

→ molte ore di studio, e quindi poco riposo, potrebbe anche far diminuire il voto

→ se questo fosse il caso, la funzione di produzione sarebbe inclinata negativamente

→ la produttività marginale diverrebbe negativa

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NB. Il valore preciso della produttività marginale è quello del coefficiente angolare della tangente alla curva
nel punto relativo alle ore di studio considerate

QUANTE ORE AL GIORNO DECIDE DI STUDIARE ALESSANDRO?

DIPENDE DALLE SUE PREFERENZE

Data la funzione di produzione, non tutte le combinazioni che egli vorrebbe sono realizzabili, ma per il
momento le considero tutte

 Per lo stesso voto, Alessandro preferisce A rispetto a B

 Per lo stesso ammontare di tempo libero, preferisce D rispetto a C

 A e D gli forniscono la stessa utilità, e quindi deve scegliere in base alle sue preferenze

 Volendo più ore di tempo libero, è disposto a sacrificare 9 punti del suo voto finale, e quindi anche
la scelta tra A ed E diviene indifferente

 Tale è anche la scelta tra E ed F, tra F e G e così via

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Le lettere sono state unite in quella che rappresenta la curva di indifferenza

→ insieme dei punti che indicano combinazioni diverse di beni che forniscono lo stesso livello di utilità o
soddisfazione

 La curva che passa per A ha un'utilità maggiore di quella che passa per B

 La curva che passa per B ha un'utilità maggiore di quella che passa per C

OSSERVAZIONE:

 Le curve di indifferenza sono inclinate verso il basso

→ una combinazione che ha più di un bene, deve avere meno dell'altro

 Curve di indifferenza più alte sono associate a livelli più elevati di utilità

→ allontanandosi dall'origine, aumentano le quantità di entrambi i beni

 Le curve di indifferenza sono lisce

→ piccoli cambiamenti delle quantità dei beni non provocano grandi cambiamenti nell'utilità

 Le curve di indifferenza non si incrociano

 La pendenza si riduce man mano che ci si sposta verso destra

Nel punto A, Alessandro è disposto a sacrificare 9 punti per ottenere un'ora in più di tempo libero,
arrivando al punto E

→ il SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE (SMS) è pari a 9

→ SMS corrisponde alla riduzione del voto finale che mantiene costante l'utilità quando si aumenta di
un'ora il tempo libero

NB. Le curve vanno appiattendosi perché più sarà il tempo libero, minore sarà il voto, e minore sarà il voto,
minore sarà la quantità di punti che Alessandro sarà disposto a rinunciare per guadagnare un'ora in più di
tempo libero

→ SMS si riduce

NB. Il tempo libero è stato calcolato sottraendo le ore medie annuali di lavoro dal numero totale di ore in
un anno

Relazione prodotto marginale - prodotto medio:

Se la variabile marginale è maggiore della media, la media va aumentando, e viceversa

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NB: Il saggio marginale di sostituzione è la pendenza della curva di indifferenza

→ tale curva diventa sempre più piatta se si aumenta le ore di tempo libero e sempre più ripida se si
aumenta il voto

Alessandro vorrebbe ottenere un voto più alto con più ore di tempo libero, ma ciò non è possibile

→ deve sacrificare una delle due cose

→ COSTO OPPORTUNITÀ: per avere una maggiore quantità di tempo libero, Alessandro deve rinunciare
all'opportunità di ottenere un voto più alto e viceversa

NB: se scegliamo A non possiamo scegliere B

→ non ottenere B diventa parte del costo di ottenere A

→ costo opportunità: rinuncia all'opportunità di avere B

ESEMPIO:

 Sono disposto a spendere 25€ per un concerto al teatro

 Al parco c'è un concerto gratuito

 La somma di denaro che sarei disposto a pagare per il concerto gratuito, se tale non fosse, sarebbe
di 15€

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 Il costo opportunità dell'andare al concerto a teatro ha quindi un valore di 15€

 Costo economico: 25 + 15 = 40€

 Se quantifico il concerto a teatro con un valore di 50€, rinuncerei al concerto al parco, e la mia
rendita economica sarebbe di 10€

 Se quantifico il concerto a teatro con un valore di 35€, andrei al concerto al parco, in quanto se
andassi al concerto a teatro, la mia rendita economica sarebbe negativa

NB: svolgendo un'azione si ottiene una rendita economia quando ciò determina un beneficio superiore del
suo costo economico

→ è pari alla somma di denaro che si spende e del costo di opportunità

RITORNO AL DILEMMA DI ALESSANDRO:

Relazione tra votazione finale e tempo di studio:

Il grafico è esattamente speculare alla funzione di produzione

La parte colorata rappresenta la frontiera possibile o fattibile

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NB. La combinazione di 20 ore al giorno di tempo libero per ottenere una votazione di 70 cade fuori
dall'insieme possibile, ed infatti non è realizzabile

NB. La combinazione D è possibile, ma si sta sprecando qualcosa

→ con le stesse ore di tempo libero, si potrebbe ottenere un voto più alto
→ scegliendo una combinazione all'interno della frontiera, si rinuncia a qualcosa che non ha nessun costo
opportunità

NB. Nel punto A si potrebbe ottenere un'ora di tempo libero in più, sacrificando 3 voti

→ il costo opportunità è 3

La frontiera possibile definisce il trade-off (l'alternativa) tra tempo libero e voto all'esame

→il costo della rinuncia, e quindi di opportunità, è rappresentato dalla pendenza della frontiera

La frontiera possibile mostra il SAGGIO MARGINALE DI TRASFORMAZIONE (SMT)

→ è il saggio al quale si può trasformare tempo libero in voti all'esame

DA NOTARE:

 L'inclinazione nel tratto AE (distanza verticale / distanza orizzontale) è -3

 Nel punto A il costo opportunità del tempo libero è 3

 Nel punto E il saggio marginale a cui si può trasformare tempo libero è 3

NB. l'inclinazione in ogni punto è l'inclinazione della tangente in quel punto e questa rappresenta sia il
saggio marginale di trasformazione che il costo opportunità in quel punto

Sono stati individuati due trade-off:

1. Il primo è misurato dal saggio marginale di sostituzione (SMS), ed è il rapporto tra i valori attribuiti
al voto e al tempo libero

2. Il secondo è misurato dal saggio marginale di trasformazione (SMT), ed è il rapporto di scambio tra
due grandezze a cui si è vincolati nella frontiera del possibile

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Relazione tra curve di indifferenza e frontiera possibile:

IC4 corrisponde al livello di utilità più alto, ma è fuori dalla frontiera del possibile

Nel punto E (IC3), Alessandro ha 19 ore di tempo libero e consegue un voto di 57

→ si trova sulla curva d'indifferenza più alta, che rientra nel possibile

→ utilità massima

→ SMS (inclinazione della curva di indifferenza) coincide con SMT (inclinazione della frontiera possibile)

→ la curva di indifferenza è tangente alla frontiera del possibile

→ le pendenze della curva e della frontiera sono uguali

NB. È UN PROBLEMA DI OTTIMIZZAZIONE VINCOLATA

→ chi decide persegue un obiettivo (in questo caso massimizzare la propria utilità) sotto un vincolo
(rappresentato dalla frontiera possibile)

NB. Nei problemi di scelta vincolata, la soluzione rappresenta la scelta ottimale per l'individuo

RIASSUMENDO:

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TRADE-OFF SUL GRAFICO UGUALE A…

SMS SAGGIO MARGINALE DI Inclinazione della


SOSTITUZIONE: curva di
indifferenza
Voti finali cui si è disposti a
rinunciare per un'ora di
tempo libero in più

SMT SAGGIO MARGINALE DI Inclinazione della Produttività marginale


TRASFORMAZIONE: frontiera del lavoro
(COSTO
possibile
OPPORTUNITÀ TEMPO Voti che si guadagnerebbero
LIBERO) (o perderebbero)
rinunciando (o acquisendo)
un'altra ora di tempo libero

Nel 1930, l'economista inglese John M. Keynes pubblicò un saggio dal titolo "Le prospettive economiche
per i nostri nipoti"

→ nell'arco dei 100 anni successivi, il progresso tecnico avrebbe accresciuto la ricchezza nelle nostre società

→ si risolveva così il problema economico della sopravvivenza

→ si stimava che sarebbe bastato lavorare circa 15 ore a settimana

Ora, le previsioni di Keynes si sono rilevate corrette, ma sono ben lontane da un quantitativo lavorativo così
minimo

ESEMPIO:

 Angela è un'agricoltrice autosufficiente che deve decidere quante ore lavorare

 Produce grano senza venderlo, quindi se ne producesse poco morirebbe di fame

 La scelta è vincolata: produrre grano richiede un sacrificio di tempo libero

→ il tempo libero è il costo opportunità del grano prodotto

 Angela deve scegliere tra consumo di grano e consumo di tempo libero

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Grafico della funzione di produzione:

La curva più alta (FPnuova) rappresenta un miglioramento tecnico

→ è ovunque più ripida rispetto all'originale

→ aumenta la produttività marginale

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Grafico della frontiera possibile:

NB. La pendenza della frontiera rappresenta il saggio marginale di trasformazione

→ costo opportunità del tempo libero

NB. Il progresso tecnico espande l'insieme possibile

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Grafico delle curve di indifferenza:

I punti E ed A sono quelli in cui trade-off si bilanciano

→ SMS = SMT

NB. Questo è solo uno dei possibili risultati

→ se i grafici fossero stati differenti, il risultato sarebbe stato un altro

Il miglioramento tecnologico rende possibile aumentare sia il consumo di tempo libero, che quello di grano

→ esso rende la frontiera possibile più piatta, aumentando la produttività marginale del lavoro

→ aumenta il costo opportunità del tempo libero, e quindi l'incentivo a lavorare

→ ora Angela può avere una maggiore quantità di grano per ciascuna quantità di tempo libero, e sarebbe
propensa a rinunciare ad una certa quantità di ricavato, per un'ora in più di tempo libero

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→ in questo caso Angela sceglie il punto E

ESEMPIO:

 Retribuzione oraria (w) pari a 15€

 La mia spesa non supera i guadagni

 Le ore libere sono 24 - t, dove t rappresenta le ore in cui si lavora

 Il livello massimo dei consumi è dato da c

c = w (24 - t) → VINCOLO DI BILANCIO → mostra quanto possiamo permetterci di acquistare

Ore di lavoro 0 2 4 6 8 10 12 14 16

Tempo libero, t 24 22 20 18 16 14 12 10 8

Consumo, c 0$ 30 $ 60 $ 90 $ 120 $ 150 $ 180 $ 210 $ 240 $

La linea retta inclinata negativamente è la rappresentazione grafica del vincolo di bilancio:

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 La pendenza del vincolo di bilancio corrisponde al salario

 Per ogni ora addizionale di tempo libero, il salario diminuisce di 15€

 L'area colorata è l'insieme possibile

 Il costo opportunità del tempo libero è pari al salario orario e rimane costante a 15€ per ogni ora di
lavoro

 Nel punto A, SMS è uguale al salario

→ si è disposti a scambiare 15€ per un'ora di tempo libero

Ci sono due trade-off:

TRADE-OFF SUL GRAFICO

SMS SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE: L'inclinazione della curva d'indifferenza

La quantità di consumo a cui si è disposti a


rinunciare per un'ora di tempo libero in più

SMT SAGGIO MARGINALE DI TRASFORMAZIONE: L'inclinazione del vincolo di bilancio (la


frontiera possibile), pari al salario
La quantità di consumo ottenibile rinunciando ad
un'ora di tempo libero, pari al salario

La combinazione ottimale di consumo e tempo libero è il punto sul vincolo di bilancio in cui:

SMS = SMT = w

Arriva un'email che ci offre un reddito di 50€ al giorno per tutta la vita, senza dover fare niente

l'espressione del vincolo ora è:

c = 15 x (24 - t) + 50

NB. Un'ora di tempo libero continua a costare sempre 15€

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Ora il lavoro ideale corrisponde al punto B in entrambi i casi, solo che:

 Nel primo grafico di decide di non spendere tutti i soldi in più, e quindi di avere più tempo libero

 Nel secondo grafico si decide di spendere tutti i soldi in più e di avere lo stesso quantitativo di ore
libere di prima

→ SMS è lo stesso sulle curve IC2 e IC3

NB. l'effetto di reddito aggiuntivo (non guadagnato) sulla scelta del tempo libero è chiamato EFFETTO
REDDITO

→ nel primo grafico è positivo perché determina un aumento del tempo libero

→ nel secondo grafico è pari a zero

NB. l'effetto reddito non è MAI negativo: se le entrate aumentano, non si sceglie di avere una quantità
minore di bene a cui teniamo

L'email è una truffa, ma un anno dopo il capo aumenta il salario di 10€ l'ora, arrivando così a percepire 25€
l'ora, con la possibilità di negoziare le ore giornaliere

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VINCOLO DI BILANCIO: c = 25 x (24 - t)

NB. Il costo di un'ora di tempo libero non è più di 15€, ma di 25€

→ il vincolo di bilancio è una linea retta più ripida

→ l'insieme possibile si è ampliato

→ la massima utilità viene raggiunta nel punto D

Chiediamo al nostro datore di lavoro di poter lavorare 7 ore al giorno e non più 6

Perché? L'aumento del salario ha due effetti:

1. Perché c'è un maggiore reddito per ogni ora di lavoro

→ cresce SMS

2. La pendenza del vincolo di bilancio è aumentata

→ cresce SMT

→ EFFETTO SOSTITUZIONE

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L'effetto sostituzione coglie il fatto che, quando un bene diventa più costoso di un altro, si sceglie di
sostituire il secondo con il primo

 La variazione da A a C è chiamato effetto reddito dell'aumento del salario

 La variazione da C a D è l'effetto sostituzione

 Effetto reddito + effetto sostituzione = effetto totale

NB. In presenza di curve di indifferenza di forma convessa, l'effetto sostituzione è sempre negativo

→ con un costo di opportunità del tempo libero più elevato si sceglie sempre un punto sulla curva con più
elevato SMS

NB. Se l'effetto reddito domina l'effetto sostituzione, i lavoratori preferirebbero lavorare di meno

Se l'effetto sostituzione domina l'effetto reddito, i lavoratori preferirebbero lavorare di più

RICORDA:

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Quelli illustrati fino ad ora sono tutti modelli

→ nella realtà nessuno, o comunque pochi, scelgono quanto lavorare

→ in ogni Stato ci sono delle regolamentazioni

Nella Rivoluzione Industriale, salari e ore di lavoro sono aumentati in Inghilterra

Negli Stati Uniti, invece, dal 1865 (anno in cui fu abolita la schiavitù) in poi, le ore si iniziarono a ridurre, fino
al 1970 circa

Grafico che mostra la stima dell'ammontare giornaliero medio di tempo libero e beni di consumo per un
lavoratore dipendente negli Stati Uniti nel 1900 e nel 2013:

In questo caso, l'effetto reddito supera l'effetto sostituzione, e quindi si ha un aumento del tempo libero e
dei beni consumati

Nel 1870, in Gran Bretagna, aumentarono sia le ore di lavoro, sia i salari:

 Effetto reddito: l'aumento dei salari spinse ad aumentare i consumi piuttosto che il tempo libero

 Effetto sostituzione: i lavoratori venivano pagati di più, e ciò li spingeva a lavorare piuttosto che ad
avere tempo libero

 Prima del 1870 l'effetto sostituzione negativo era maggiore dell'effetto reddito positivo

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Nel corso del XX secolo, invece, i salari aumentano, ma le ore di lavoro diminuiscono:

 Effetto reddito: i lavoratori avevano più elevati livelli di consumo, e danno maggiore importanza al
tempo libero

 Effetto sostituzione: coerente con quanto accaduto nel periodo precedente al 1870

 L'effetto reddito ha cominciato a superare l'effetto sostituzione

PERÒ, nell'ultima parte del XX secolo, seppur i salari fossero aumentati, sono aumentate anche le ore di
lavoro negli Stati Uniti e in Svezia

Perché? Si è iniziato a dare un maggior valore al consumo

→ SMS è diminuito

→ sono aumentate le quote di ricchezza e si vuole stare al passo

→ keeping up with Joneses or Kardashians

COSA SUCCEDERÀ IN FUTURO?

Si può prevedere che le economie ad alto reddito continueranno a diminuire le ore lavorative

Grafico dello storico economico Robert Fogel:

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Differenze tra paesi:

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CAPITOLO 5: PROPRIETÀ E POTERE

POTERE: capacità di ottenere ciò che vogliamo anche quando questo contrasta con le intenzioni degli altri

Le istituzioni influenzano il potere degli agenti economici e la loro capacità di appropriarsi di una quota
maggiore o minore dei vantaggi dell’interazione

I criteri dell’efficienza e dell’equità possono aiutarci a valutare le istituzioni e i risultati delle interazioni
economiche

ISTITUZIONI: regole scritte e non scritte che regolano le interazioni tra gli individui di una collettività
determinando obblighi, divieti e incentivi e regolando la ripartizione dei relativi risultati

Le istituzioni influenzano:

1. Le modalità con cui il gioco è giocato

2. Le dimensioni del payoff

3. Come il payoff viene diviso tra i giocatori

Proponente: chi propone l'offerta

Rispondente: chi accetta o rifiuta tale offerta

NB. Cambiando le regole del gioco (istituzioni), cambiano gli esiti

Il potere in economia si esercita in due modi:

1. Fissando i termini dello scambio con offerte del tipo "prendere o lasciare"

2. Imponendo o minacciando costi elevati alla controparte se questa non compie azioni che vanno a
beneficio di colui che detiene il potere

Tutto ciò rientra nel potere negoziale

Nella realtà i proponenti sono i proprietari di fabbriche e/ o imprese, mentre i rispondenti sono coloro che
cercano lavorano, che hanno, appunto, un potere negoziale molto basso

→ i proponenti possono anche licenziare

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Solo a metà del XVIII secolo ci fu la nascita di nuove istituzioni come sindacati, destinati ad accrescere il
potere negoziale dei rispondenti

NB. L'esito di un'interazione economica si chiama allocazione

→ definizione e ripartizione delle risorse economiche tra i diversi agenti

ESEMPIO:

Due allocazioni: A e B

→ si predilige A a B → allora A è migliore di B → CRITERIO DI PARETO

Secondo il criterio di Pareto, l’allocazione A domina l’allocazione B se il passaggio da A a B comporta un


miglioramento della condizione di almeno uno degli agenti coinvolti, senza che la condizione di nessun altro
peggiori. In questo caso, si dice che A domina B in senso paretiano.

NB. Dicendo che un'allocazione migliora la condizione di un individuo, non necessariamente corrisponde ad
un maggiore guadagno di denaro

(I;I) Pareto-domina (T;T)

→ le altre 3 allocazioni non sono Pareto-dominate da nessun'altra

→ tali allocazioni sono allora definite Pareto-efficiente

→ un'allocazione Pareto-efficiente è percepita come desiderabile

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Parlando di efficienza paretiana, si devono tenere conto le seguenti considerazioni:

 Più di un'allocazione spesso risulta essere Pareto-efficiente

 Il criterio di Pareto non permette di stabilire quale allocazione sia maggiormente desiderabile

 Il fatto che un'allocazione sia Pareto-efficiente, non vuol dire che sia giusta

Le allocazioni possono essere giudicate inique in base a:

 Quanto sono diseguali → equità sostanziale

 Come sono ottenute → equità procedurale

GIUDIZI DI EQUITÀ SOSTANZIALE:

Per dare un giudizio di equità sostanziale, bisogna conoscere l'allocazione stessa, le regole del gioco e gli
altri fattori che spiegano come l'allocazione sia stata ottenuta

→ le persone potrebbero essere in disaccordo sui giudizi, in base a come si misura l'equità

Essi si basano sull'analisi del livello di diseguaglianza che riguarda alcuni aspetti particolari della vita:

 Reddito

 Felicità

 Libertà

GIUDIZI DI EQUITÀ PROCEDURALE:

Le regole del gioco che generano allocazione possono essere valutate a diversi punti di vista:

 La proprietà dei beni è stata acquistata attraverso scambi volontari e con mezzi legittimi?

 Sono garantite opportunità uguali di accesso?

 Quanto il risultato è stato meritato?

L'equità procedurale è molto importante, perché le persone hanno giudizi diversi in merito a ciò che è equo

Il filosofo John Rawls suggerì di tener conto dei tre passi seguenti:

1. Adottare il principio che l'equità si applica a tutti nello stesso modo

2. Immaginare un velo di ignoranza

3. Esprimere il proprio giudizio dietro il velo di ignoranza

NB. Il velo di ignoranza invita tutti a mettersi nei panni degli altri

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ESEMPIO:

Angela coltiva la terra. La terra è di Bruno che quindi costringe a dargli una parte del raccolto

→ prevale la legge del più forte

Alla fine, ci sarà un cambiamento delle regole a favore di Angela

RICORDA:

L'inclinazione della frontiera del possibilità produttive corrisponde al saggio marginale di trasformazione
(SMT)

La pendenza della curva di indifferenza è chiamata saggio marginale di sostituzione (SMS)

→ maggiore è l'inclinazione della curva di indifferenza, maggiore è il valore che Angela attribuisce al tempo
libero, rispetto al raccolto

→ all'aumentare del tempo libero a disposizione, il valore che gli si attribuisce diminuisce e la curva diventa
più piatta

NB. In questo caso, un maggior livello di produzione e consumo non modifica il saggio al quale Angela è
disposta a scambiare il raccolto con il tempo libero

→ SMS non cambia al variare della quantità di grano consumata

→ spostandosi verticalmente sul grafico, le curve di indifferenza hanno la stessa pendenza

→ IPOTESI QUASI-LINEARE: è una semplificazione utile a rendere il modello più comprensibile

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C = 16 ore di tempo libero, 8 ore di lavoro, 9 staia di grano

FRONTIERE DELLE POSSIBILITÀ COMBINATA DI ANGELO E BRUNO:

NB. Non tutte le allocazioni sono possibili

→ nel punto H, Angela lavora 12 ore al giorno, ma non riceve nulla del raccolto, e quindi non riesce a
sopravvivere

NB. Tra le allocazioni possibili, quale si realizzerà dipende dalle regole del gioco, che determinano le
modalità di interazione

I soggetti sono auto-interessati:

Bruno desidera ottenere la quantità massima possibile di grano

Angela è interessata solo al suo consumo di grano e al suo tempo libero

Angela è l'unica dipendente che Bruno può minacciare e sfruttare

→ se Angela non lavora la terra, Bruno non riceve niente

→ Bruno lascia quindi una quantità di grano sufficiente ad Angela per restare in vita e continuare a lavorare

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LE ALLOCAZIONI TECNICAMENTE POSSIBILI:

NB. Sono le allocazioni che soddisfano i limiti tecnologici (la funzione di produzione) e quelli biologici (avere
abbastanza nutrimento per lavorare e sopravvivere)

I punti al di sotto del vincolo biologico rappresentano situazioni non compatibili con la sopravvivenza di
Angela

→ la pendenza del vincolo biologico di sopravvivenza indica il SMS tra tempo libero e raccolto che consente
la sopravvivenza ad angela

Più energia Angela investe nel lavoro, più ha bisogno di cibo

→ la curva cresce da dx a sx man mano che le ore di lavoro aumentano

Per turni di lavoro troppo lunghi, serve una quantità di grano non ottenibile

→ il vincolo tecnologico sta al di sotto del vincolo biologico

→ ragionamento malthusiano

SFRUTTAMENTO: IL MASSIMO TRASFERIMENTO TECNICAMENTE POSSIBILE DA ANGELA A BRUNO

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La quantità di lavoro che corrisponde al beneficio massimo di Bruno è l'ammontare di lavoro in


corrispondenza del quale la distanza tra la frontiera tecnologica e il vincolo biologico è massima

Ogni strategia che Bruno decide di applicare, produce una diversa rendita economica

→ differenza tra ciò che Bruno ottiene costringendo Angela a lavorare con la forza e ciò che otterrebbe
altrimenti (zero)

Se Angela continuasse a lavorare 8 ore al giorno (avendo quindi libere 16 ore), produrrebbe 9 staia di grano

→ non è la combinazione ottimale per Bruno perché la pendenza del vincolo biologico è inferiore
all'inclinazione del vincolo tecnologico (SMS < SMT)

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NB. Con 11 ore di lavoro di Angela, Bruno ottiene il massimo beneficio

→ a destra delle 13 ore libere, la pendenza del vincolo biologico si appiattisce

→ a sinistra delle 13 ore libere, la pendenza del vincolo tecnologico si appiattisce

La rendita di Bruno è massima nel punto in cui le due frontiere hanno la stessa pendenza, ovvero:

SMT di ore di lavoro in grano prodotto = SMS di ore di lavoro in grano necessario alla sopravvivenza

L'interazione economica descritta è possibile in un mondo in cui Bruno può rendere Angela schiava

→ nel mondo reale si hanno sistemi legali che vietano la schiavitù e proteggono la proprietà privata

D'ora in poi Bruno verrà considerato il proprietario della terra

Quando gli individui prendono parte ad un'interazione economica è perché sperano di ricavarne una
rendita

→ le rendite derivanti da uno scambio sono dette guadagni dello scambio, perché corrispondono al
guadagno che una persona ottiene realizzando uno scambio rispetto a quello che otterrebbe rinunciandovi

→ la somma dei guadagni dello scambio realizzabili dai soggetti coinvolti in un'interazione economica è
indicata come SURPLUS TOTALE

→ quanto del surplus totale va a ciascuno dipende dal loro potere negoziale

In un mondo governato da legalità, Bruno ha il vantaggio di formulare l'offerta prendere-o-lasciare, ma


Angela la può rifiutare

→ se non si formula un accordo Bruno non riceve niente e Angela vive del solo sussidio statale → Angela
accetta qualsiasi offerta

Il vincolo ora non è più dato dalla sopravvivenza di Angela, ma dalla necessità di ottenere il suo consenso

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Il punto Z è l'allocazione in cui Angela non lavora e ottiene solo la sussistenza → OPZIONE DI RISERVA

La curva che passa per Z è detta CURVA DI INDIFFERENZA DI RISERVA

→ rappresenta tutte le allocazione per lei hanno lo stesso valore dell'opzione di riserva

→ indica per ogni ora di tempo libero a cui deve rinunciare, la minima quantità di grano che Bruno deve
lasciarle

→ al di sotto o a sx della curva, Angela sta peggio

→ al di sopra o a dx della curva, Angela sta meglio

NB. La curva di indifferenza di riserva sta sempre al di sopra del vincolo biologico di sopravvivenza

→ sulla curva del vincolo biologico lei ottiene solo il grano di sussistenza

→ sulla curva dell'opzione di riserva lei è sempre soddisfatta come lo è nel punto Z

Da un eventuale accordo, sia Angela che Bruno ottengono beneficio

→ ogni allocazione che si otterrebbe con un accordo Pareto-domina quelle che si otterrebbero senza
accordo

→ Bruno ed Angela possono raggiungere un miglioramento paretiano

Ciò, però, non significa che guadagnano allo stesso modo

→ Bruno può prendersi tutto il surplus, eccetto quello necessario ad Angela

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Nel grafico si nota che l'allocazione migliore (C) permette ad Angela di lavorare di meno rispetto a quella
imposta con la forza (B)

In qualsiasi altro punto diverso da C, l'utilità di Angela sarebbe più bassa

Angela resta sulla sua curva di indifferenza, quindi Bruno è l'unico a beneficiare dello scambio

→ l'intero surplus (che coincide con la rendita economica) va a lui

CONFRONTO TRA MASSIMI POSSIBILI TECNICAMENTE ED ECONOMICAMENTE:

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Angela sceglie di lavorare 8 ore producendo 9 staia di grano, sia quando deve pagare la rendita, che quando
non deve farlo

→ il surplus aggregato è sempre 4.5 staia

I due casi sono diversi (il caso in cui angela lavori per se stessa o per Bruno)

→ se angela lavora per se stessa, è lei a tenere tutto il surplus

→ se paga la rendita a Bruno, è quest'ultimo ad avere tutto il surplus

Entrambe le allocazioni hanno due proprietà importanti

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1. Tutto il grano prodotto è diviso tra Angela e Bruno

2. SMT sulla frontiera delle possibilità produttive è uguale a SMS sulla curva di indifferenza di Angela

→ l'allocazione è Pareto-efficiente

→ migliorando le condizioni da una parte, peggiorano quelle dall'altra

LA CURVA DEI PUNTI PARETO-EFFICIENTI:

Ogni punto tra C e D è un'allocazione Pareto-efficiente

→ SEGMENTO CD: CURVA DEI PUNTI PARETO-EFFICIENTI

→ talvolta viene denominata curva dei contratti

NB. La curva unisce tutti i punti nell'insieme delle possibilità produttive per i quali SMS=SMT

→ in ogni allocazione sulla curva, Angela lavora 8 ore e c'è un surplus di 4.5 staia di grano, ma come questo
viene distribuito varia dal punto C al punto D

Angela vuole una quota del surplus, quindi fa pressione, assieme agli altri agricoltori, sul legislatore

→ NUOVA LEGGE: limitazione dell'orario a 4 ore lavorative giornaliere e retribuzione minima di 4,5 staia di
grano

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L'EFFETTO DELLA LEGGE:

La situazione di Angela è migliorata

→ curva di indifferenza più alta

→ SMT > SMS

→ Angela ora ottiene una rendita economica, che, misurata in staia di grano, corrisponde alla distanza tra la
sua curva di indifferenza di riserva (IC1), e la curva di indifferenza che raggiunge con la nuova legge (IC 2)

Si può pensare alla rendita come:

 La quantità massima di grano (per anno) cui Angela è disposta a rinunciare per vivere sotto la
nuova legge

 La somma massima che Angela è disposta a pagare (annualmente) per far sì che la legge venga
approvata e mantenuta

Quella ottenuta dall'intervento legislativo non è la migliore allocazione possibile

→ non è sulla curva dei punti Pareto-efficienti

→ alternativa: Angela continua a dare a Bruno 2 staia, lei può tenere tutta la produzione in eccesso e
decidere quante ore lavorare

NUOVA LEGGE: permesso di lavorare più di 4 ore giornaliere, se si è d'accordo da entrambi le parti

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CI SONO PUNTI (G) CHE ANGELA PREFERISCE ALL'ALLOCAZIONE F:

PUNTO H:

Spostandosi da F a H, Bruno otterrebbe la stessa quantità di grano (CH=EF), mentre Angela sarebbe in una
situazione migliore

→ lavora di più, ma riceve più grano

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LE ALLOCAZIONI G E H SONO VANTAGGIOSE PER ENTRAMBI:

F non è Pareto-efficiente perché SMT>SMS

→ spostandosi in un punto sulla curva dei punti Pareto-efficienti tra G e H, sia Angela che Bruno starebbero
meglio

Lo spostamento da D a H avviene attraverso due passaggi successivi:

1. Da D a F, risultato imposto dalla legge, in cui le condizioni di Angela migliorano, ma quelle di Bruno
peggiorano

2. Da F a H, allocazione Pareto-efficiente

Bruno vuole negoziare perché da F a H non cambia niente per lui, ma ora Angela ha più potere negoziale

→ la sua opzione di riserva non è più il sussidio dello Stato, ma l'allocazione F

Bruno fa una controproposta ad Angela

→ consente ad Angela di lavorare quanto vuole, in cambio di mezzo staio in più rispetto a EF (2)

Angela decide quindi di lavorare 8 ore, in corrispondenza del punto in cui SMS=SMT

→ ciò posiziona la nuova allocazione tra G e H

→ miglioramento rispetto a F

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LE DETERMINANTI FONDAMENTALI DEI RISULTATI ECONOMICI:

RIASSUMENDO:
 Quando una persona, o un gruppo, ha il potere di fissare l'allocazione con il solo vincolo di non
rendere le condizioni della controparte peggiori che nell'opzione di riserva, essa si impadronisce
dell'intero surplus

 Chi ritiene di non essere stato trattato in modo equo, spesso può riuscire a influenzare i risultati
futuri attraverso la legge o altri mezzi politici → si può ottenere un'allocazione equa, ma che non
necessariamente sia anche Pareto-efficiente

 Se le istituzioni permettono agli individui di raggiungere una soluzione di comune accordo e di


scegliere tra diverse allocazioni, allora è possibile evitare di scegliere tra efficienza ed equità

COME SI FA A MISURARE LE DISUGUAGLIANZE IN UN'INTERA SOCIETÀ?

Si usa la CURVA DI LORENZ

ESEMPIO:

 10 proprietari terrieri, ognuno con 10 ettari di terra

 90 agricoltori che non possiedono la terra

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L'intera popolazione è sull'asse orizzontale, dal più povero al più ricco

L'altezza della curva in ciascun punto indica la frazione del reddito totale posseduta dalla corrispondente
frazione di popolazione sull'asse orizzontale

Il primo 90% non possiede nulla, quindi la curva è piatta

Per il rimanente 10% la curva cresce come una linea retta

NB. Se ogni membro della popolazione possedesse un ettaro di terra, la curva di Lorenz sarebbe la
bisettrice del I quadrante (inclinata 45°)

La curva di Lorenz permette di vedere quanto la distribuzione della ricchezza sia diversa dalla linea che
indica la perfetta uguaglianza

NB. Distribuzioni meno eque sono caratterizzate da un'area più grande tra la curve e la bisettrice

COEFFICIENTE DI GINI: rapporto tra l'area compresa tra la curva di Lorenz e la bisettrice, e l'area dell'intero
triangolo sotto la bisettrice del primo quadrante

NB. Se tutti hanno lo stesso reddito e non c'è diseguaglianza, il coefficiente di Gini è 0

NB. Se un singolo individuo riceve tutto il reddito, il coefficiente di Gini è 1 (valore massimo che può
assumere)

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A
Gini =
A+B

Una definizione più corretta del coefficiente di Gini è la misura della differenza di reddito media tra ogni
coppia di individui nella popolazione

Per misurare le disuguaglianze bisogna guardare il reddito di mercato o il reddito disponibile (che da un
quadro più preciso dello standard di vita)

DISTRIBUZIONE DEL REDDITO NEI PAESI BASSI (2010):

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Il quinto più povero della popolazione riceve circa il 10% del reddito disponibile

La disuguaglianza del reddito disponibile è molto inferiore a quella del reddito di mercato

DISEGUAGLIANZA NEL REDDITO DI MERCATO E DISPONIBILE IN VARI PAESI DEL MONDO:

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 La figura mette a confronto i coefficienti di Gini per i redditi disponibili e di mercato tra una grande
numero di paesi, ordinati da sx a dx, dal più al meno equo in termini di distribuzione del reddito
disponibile

 La spiegazione principale delle differenze tra i paesi in termini di distribuzione del reddito
disponibile sta nelle diverse politiche

 In termini di disuguaglianza di reddito disponibile, le differenze tra paesi sono maggiori che in
termini di disuguaglianza di reddito di mercato

 Nel gruppo delle economie ricche, USA e UK sono tra quelle con maggiore diseguaglianza nel
reddito disponibile

 Le poche nazioni povere o di media ricchezza per le quali sono disponibili questi dati sono ancora
più diseguali degli Stati Uniti

→ questo fenomeno è più il risultato della scarsa redistribuzione tra ricchi e poveri, che di un forte livello di
disuguaglianza nei redditi di mercato

LE POLITICHE REDISTRIBUTIVE POSSONO AUMENTARE L'EFFICIENZA

→ esempio storico: nel Bengala Occidentale, molti contadini lavorano come mezzadri, e dal XVIII secolo
dovevano dare metà del raccolto al proprietario

Nel 1973, il 73% della popolazione rurale viveva in povertà, finché non si arrivò, nel 1978, ad un piano di
riforme chiamato "Operazione Barga"

Ora i contadini possono tenere il 75% del loro raccolto

→ aumentano gli incentivi dei contadini, la produttività, il surplus totale e l'equità dell'allocazione

NB. Non necessariamente è un miglioramento paretiano

→ alcuni dei proprietari possono aver perso

EFFICIENZA ED EQUITÀ:

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COME LE RIFORME HANNO RIDOTTO IL COEFFICIENTE DI GINI:

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CAPITOLO 6: L'IMPRESA, PROPRIETARI, MANAGER E DIPENDENTI

RICORDA:

 Il lavoro serve alle persone per guadagnarsi da vivere

 La produzione, i salari e gli standard di vita sono cresciuti grazie all'innovazione tecnologica

 Se un processo richiede la combinazione di input sarà fissato da un contratto

 Si possono ottenere vantaggi reciproci dal fatto che gli individui si specializzino in mansioni in cui
hanno un vantaggio relativo

 La divisione del lavoro può essere condotta tramite scambi di mercato (vedi es. capitolo 1 e 5)

 A volte le persone devono collaborare per ottenere qualcosa che sia utile per entrambi

 Un altro modo per coordinare il lavoro e combinarlo con altri input è organizzarlo all'interno di
un'impresa

Nell'economia capitalista, la divisione del lavoro è divisa principalmente in imprese e mercati:

 Attraverso le imprese, i componenti dei prodotti finiti sono fabbricati da persone diverse in reparti
diversi e assemblati

 Oppure i componenti fabbricati da gruppi di lavoratori in differenti imprese possono essere


assemblati attraverso le interazioni tra le imprese nel mercato

 Comprando e vendendo beni nei mercati, il prodotto passa dal produttore al consumatore

Mercati e imprese sono importanti in egual modo

→ Hebert Simon immagina di vedere entrambi da Marte

→ mostra che l'economia non è una scienza autosufficiente, ma un economista deve essere sia matematico
che psicologo sociale

Il coordinamento del lavoro all'interno dell'imprese è diverso da quello dei mercati:

 Le imprese rappresentano una concentrazione di potere economico nelle mani di proprietari e


manager che danno ordini direttivi ai dipendenti

 I mercati sono caratterizzati dall'esercizio del potere in modo decentrato, in quanto un ordine è
solo una richiesta d'acquisto, che può essere rifiutata dal venditore

NB. I prezzi che vincolano le azioni degli individui in un mercato sono il risultato di migliaia di individui, non
della decisione di qualcuno dotato di autorità. Mentre nelle imprese, sono pochi a prendere le decisioni per
tutti

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GLI ATTORI DELL'IMPRESA:

NB. Le frecce verdi che puntano in alto rappresentano la presenza di asimmetrie informative tra i diversi
livelli gerarchici dell'impresa

Il rapporto tra impresa e lavoratori contrasta con il rapporto che l'impresa ha con i suoi clienti, in quanto
quando si vende o si compra qualcosa lo si fa di propria spontanea volontà

Ronald Coase (economista) affermava che l'impresa può essere vista come un'economia centralizzata in
miniatura

→ il processo decisionale gerarchico al suo interno assomiglia alla direzione centralizzata della produzione
che caratterizzava le economie di molti paesi comunisti

La differenza tra le interazioni di mercato e le relazioni all'interno dell'impresa è definita dal CONTRATTO:

 Un contrato di vendita trasferisce permanentemente la proprietà dei beni dal venditore al


compratore

 I contratti di lavoro trasferiscono temporaneamente l'autorità sulle attività di una persona dal
lavoratore al manager o al proprietario dell'impresa

Inoltre, le imprese sono diverse dai mercati per il tipo di interazione che si stabilisce:

Nei mercati l'interazione è momentanea, mentre nelle imprese può durare addirittura per tutta la vita (vedi
es. relazioni che si stabiliscono con i colleghi)

L'economista Oliver Williamson chiamò risorse specifiche alla transazione e risorse specifiche all'impresa
queste abilità, relazioni e amicizie, perché esse sono utili solo finché il lavoratore rimane entro una data
relazione o in una data impresa

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I profitti dell'impresa appartengono legalmente a chi ha la proprietà dei beni dell'impresa

Ai proprietari spetta tutto ciò che rimane dopo che i ricavi sono stati usati per pagare i dipendenti,
manager, fornitori, creditori e imposte

→ il profitto è il residuo

→ i proprietari sono i titolari del residuo


Se i ricavi dell'impresa aumentano, l'unico beneficiario è il proprietario, a meno che questo non decida di
premiare i propri dipendenti

Nelle piccole imprese, i proprietari sono spesso anche manager, e prendono quindi le decisioni operative e
strategiche (es. ristorante)

Nelle grandi imprese, invece, ci sono molti proprietari, e la maggior parte di essi non prende parte alle
decisioni del management dell'impresa

I proprietari dell'impresa sono individui o istituzioni che possiedono le azioni emesse dall'impresa

Un'impresa può anche raccogliere capitale per finanziare la sua crescita, e lasciare le decisioni operative e
strategiche ad un gruppo di manager specializzati

→ i senior manager, in questo caso, devono anche scegliere quanti dei profitti dell'impresa vadano
distribuiti ai soci come dividendi, e quanti vengano trattenuti per finanziare nuovi investimenti

→ in tale situazione si parla di SEPARAZIONE TRA PROPRIETÀ E CONTOLLO per evitare il conflitto di
interessi

Le decisioni dei manager determinano i profitti, i profitti determinano i redditi dei proprietari

→ MA massimizzare i profitti non è sempre l'intento dei manager

→ essi possono scegliere di portare beneficio a se stessi

Anche i proprietari delle piccole imprese possono decidere di non massimizzare i profitti

→ in tal caso si perde una parte dei propri profitti e si paga il costo delle proprie decisioni

Adam Smith, già nel XVIII secolo, osservò come i manager fossero più interessati a servire i loro interessi

I proprietari hanno due modi per incentivare i manager a servire i loro interessi:

1. Possono strutturare i contratti in modo che la remunerazione dei manager dipenda direttamente
dall'andamento del valore azionario della società

2. Possono controllare le performances dei manager attraverso il consiglio di amministrazione della


società

→ quest'ultimo ha l'autorità di licenziare i manager, e gli azionisti hanno il diritto di rimpiazzare i membri
del consigli

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NB. Quando si parla di un'impresa si dà per scontato che massimizzi i profitti perché è la base della
ricchezza dei proprietari e perché la concorrenza tra imprese nel mercato penalizza e finisce per eliminare
le imprese che non forniscono ai proprietari profitti adeguati

I profitti dell'impresa (prima del pagamento delle tasse) dipendono da:

 Il costo di acquisto degli input necessari alla produzione

 La quantità di prodotto realizzato

 I ricavi della vendita di beni e servizi

Assumere dipendenti è diverso dall'acquistare beni o servizi, ma il manager non può scrivere un contratto
di lavoro che specifichi in maniera verificabile tutti i compiti che il dipendente dovrà svolgere per essere
pagato perché:

 Tali compiti possono cambiare improvvisamente

 Sarebbe impossibile o troppo costoso per il manager osservare in modo accurato l'impegno che
ogni dipendente mette nello svolgimento del suo lavoro

 Se il manager riuscisse ad avere informazioni precise sull'impegno del lavoratore, queste


difficilmente sarebbero informazioni verificabili su cui basare l'accusa di aver violato il contratto

Il contratto di lavoro omette molti aspetti di interesse sia del proprietario che dei dipendenti

→ CONTRATTO INCOMPLETO

→ pagare il salario più basso possibile non è quasi mai la strategia migliore per minimizzare i costi

Perché non pagare a cottimo (in base a quanto un dipendente produce)?

Alla fine del XIX secolo negli Stati Uniti più di metà dei lavoratori nel settore manifatturiero erano pagati a
cottimo, ma poi questo metodo andò scemando, perché:

 Nell'economia moderna, basata sull'informazione e i servizi, è spesso molto difficile misurare la


quantità di prodotto da attribuire a ogni lavoratore

 I dipendenti lavorano raramente in autonomia

Per migliorare la produttività vengono introdotti gli incentivi

Al contrario, lavorare bene significa, il linea di massima, non perdere il posto di lavoro e di essere promossi

Le leggi e le pratiche che riguardano la possibilità di licenziamento variano da paese a paese


→ in alcuni paesi i proprietari dell'impresa hanno il diritto di licenziare a loro discrezione, in altri
necessitano di iter legali

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→ ma anche in questi ultimi casi, il lavoratore teme le conseguenze di non star simpatico al direttore, in
quanto potrebbe essere privato di una promozione ecc.

Per un lavoratore è un problema perdere il lavoro? Se l'impresa pagasse i dipendenti il salario più basso
possibile, la risposta sarebbe no

→ un salario troppo basso renderebbe un lavoratore indifferente tra rimanere occupato o perdere il lavoro

→ nella realtà, però, tutti tengono a mantenere il loro lavoro

→ c'è differenza tra il valore del posto di lavoro e il valore dell'opzione di riserva

→ si parla di RENDITA DI OCCUPAZIONE

Le rendite di occupazione possono beneficiare in due modi ai proprietari e ai manager:

1. Se il lavoratore è propenso a restare nell'impresa, verrà risparmiato il costo di trovare un altro


dipendente e formarlo
2. L'implicita minaccia del licenziamento fa sì che il dipendente lavori meglio di quanto non farebbe se
non avesse niente da perdere

NB. Vale la stessa cosa tra proprietari e manager

CALCOLARE IL COSTO DI PERDERE IL LAVORO:

Per calcolare la rendita di occupazione bisogna soppesare tutti i benefici e i costi di essere occupati e
confrontarli con quelli di essere disoccupati, ma anche lavorare comporta dei costi (come la disutilità e il
costo di raggiungere il posto di lavoro)

Con la perdita del lavoro ci sono dei benefici cui si dovrebbe rinunciare:

 Il salario

 Le risorse specifiche dell'impresa

 L'assicurazione sanitaria (presente in alcuni paesi)

 Lo status di essere occupato

Bisogna capire come le rendite di occupazione possano essere utilizzate per motivare i dipendenti

ESEMPIO:

Maria guadagna 12€ all'ora per 35 ore settimanali

Per determinare la rendita economica, bisogna pensare a come lei valuta due aspetti del suo lavoro:

1. La remunerazione che riceve

2. l'impegno che mette nel lavoro

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L'utilità di Maria aumenta all'aumentare dei beni e servizi che può acquistare col suo salario, e diminuisce
all'aumentare delle ore di lavoro e dell'intensità del suo impegno

Maria trascorre la sua giornata lavorativa per metà lavorando, e l'altra metà sui social

→ il suo livello d'impegno è pari a 0.5, equivalente a 2€

→ utilità oraria netta = salario orario - disutilità del lavoro = 10€


La rendita di occupazione totale (corrispondente al costo di perdere il lavoro) dipende dalla lunghezza del
periodo in cui, in caso di licenziamento, Maria resta senza lavorare prima di trovare un nuovo impiego
(suppongo 44 settimane)

Rendita da occupazione totale = rendita da occupazione oraria x numero atteso di ore di lavoro perse

= 10€ x 35 x 44 = 15.400€

Nel caso in cui Maria fosse aiutata da amici, famiglia, o un sussidio statale, avrebbe un SALARIO DI
RISERVA, ovvero il salario minimo che la porterebbe ad accettare un'offerta di lavoro nel quale non attua
nessuna disutilità del lavoro

Tale sussidio statale si presuppone sia di 6€:

Se Maria continua a lavorare con lo stesso impegno ed esperisce una disutilità pari a 2€, allora riceve una
rendita di occupazione pari a 12€, dai quali devono essere sottratti la disutilità del lavoro (2€) e il salario di
riserva (6€)

→ la rendita occupazionale di Maria ora vale 4€, che sono quelli che perderebbe all'ora in caso in cui
restasse disoccupata

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Rendita da occupazione oraria

= salario - salario di riserva - disutilità del lavoro = 12 - 6 - 2 = 4€

Rendita da occupazione totale

= rendita da occupazione oraria x numero atteso di ore di lavoro perse

= 4 x 1540 = 6160€

NB. Quando il costo di perdere il lavoro è alto, i lavoratori sono più disposti a lavorare con maggiore
impegno

GIOCO:

Caratteristiche

 Numero dei partecipanti

 Strategie dei giocatori

 Ordine di scelta (simultaneo o sequenziale)

 Payoff

I personaggi sono il principale (datore di lavoro o manager) e Maria, il gioco è sequenziale:

 Il principale sceglie un salario

 Maria sceglie un livello di impegno in risposta al salario offerto

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 Il payoff per il principale è il profitto

→ più è grande l'impegno di Maria, maggiore sarà il profitto

 Il payoff di Maria è pari al salario netto

 Se Maria sceglie un livello di impegno che è la risposta ottima all'offerta del principale, e se il
principale sceglie il livello di salario che massimizza il suo profitto, si giunge a un equilibrio di Nash
Spesso i proprietari assumono supervisori o installano sistemi di sorveglianza per controllare l'andamento
del lavoro, ma non è questo il caso

Di tanto in tanto, il capo ha informazioni riguardo l'impegno degli impiegati, che non sono però sufficienti
per stabilire un pagamento a cottimo

→ quindi, per decidere il livello del salario, il principale deve sapere come il lavoratore risponderà ad un
salario più alto

L'impegno di Maria può variare da 0 a 1

Salario di riserva = 6€

Se anche la sua rendita di occupazione fosse tale, non le cambierebbe niente

E se il salario fosse più alto?

Aumenta la sua rendita di occupazione, e la sua voglia di impegnarsi per ottenere il lavoro

FUNZIONE DI RISPOSTA OTTIMA:

Se Maria viene pagata 6€, il suo impegno è 0 perché non le interessa tenere il posto di lavoro

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Se viene pagata di più, il suo impegno aumenta

La pendenza della curva di risposta ottima indica al principale il saggio marginale di trasformazione tra
salario e impegno

La curva è concava, e si appiattisce man mano che il salario e l'impegno aumentano

→ quando il livello di impegno si avvicina al livello massimo, la disutilità derivante da ulteriori aumenti
dell'impegno tende a crescere

→ ci vuole una rendita da occupazione maggiore per ottenere un aumento dell'impegno

Dal punto di vista del principale, la curva dimostra che pagare salari più alti induce ad un impegno
maggiore, ma con rendimenti marginali decrescenti

→ più alto è il salario, più basso è l'aumento di impegno e di output che il principale ottiene con un
ulteriore aumento unitario del salario orario

NB. La funzione di risposta ottima è sotto l'ipotesi che la durata attesa della disoccupazione sia di 44
settimane

→ se tale aspettativa dovesse cambiare, anche la funzione cambierebbe

Maria può scegliere quanto effettivamente impegnarsi nel lavoro, e il principale sa che non può far sì che
ella si impegni di più della sua curva di risposta ottima

→ trade-off: per ottenere più impegno, bisogna aumentare i salari

Per massimizzare i profitti, le imprese devono minimizzare i costi di produzione

→ allo stesso modo, Maria fornisce un input che il datore di lavoro vorrebbe comprare a poco prezzo

→ ciò non significa necessariamente pagare il salario più basso

Il salario (ω) è il costo, per il datore, di un'ora di tempo del lavoratore

Quello che conta, però, non è il numero di ore di lavoro, ma le unità di impegno

→ se Maria sceglie di fornire 0.5 unità di impegno all'ora e il suo salario ω, il costo per l'imprenditore è 2ω

In generale, se Maria fornisce e unità di impegno ogni ora di lavoro, il costo di ogni unità è ω/e

QUINDI per massimizzare i profitti, il principale deve trovare la combinazione possibile di impegno e salario
in grado di minimizzare il costo per unità di impegno, ω/e

Equivalentemente, si può dire che il principale deve massimizzare il numero di unità di impegno per unità di
salario, e/ω

LE CURVE DI INDIFFERENZA DEL PRINCIPALE: LE RETTE DI ISOCOSTO PER L'IMPEGNO:

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La retta centrale riunisce tutti i punti il cui costo di unità di impegno è pari a 22.2€

→ la retta è crescente perché per mantenere costante il rapporto un maggiore livello di impegno deve
essere accompagnato da un maggiore salario

NB. Maggiore è la pendenza della retta, minore è il costo dell'impegno e viceversa

→ è logico che il principale preferisca rette di isocosto più ripide

NB. La pendenza rappresenta il saggio marginale di sostituzione

→ il tasso a cui il principale è disposto ad aumentare il salario in cambio di maggiore impegno

Per minimizzare i costi il datore cerca di raggiungere l'isocosto più ripido, ma questo deve coincidere anche
con la curva di risposta ottima di Maria

SALARIO CHE MINIMIZZA IL COSTO DELL'IMPEGNO:

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Il risultato migliore che il principale può ottenere è il punto di tangenza tra la retta di isocosto più ripida e la
curva di risposta ottima di Maria (punto A)

→ SMS = SMT

NB. Il principale non può raggiungere un punto migliore di A

→ l'impresa minimizza i costi e massimizza i profitti nel punto in cui SMS=SMT, appunto nel punto A

→ in questo punto bilancia il trade-off tra salario e impegno

→ è un problema di scelta vincolata (vedi es. capitolo 3)

I salari fissati in questo modo sono anche chiamati SALARI DI EFFICIENZA perché il principale riconosce che
ai fini del profitto ciò che conta è il rapporto e/ω, ovvero le unità di efficienza per unità di salario

Il modello esposto spiega la fissazione del salario sulla base della necessità del datore di lavoro di disporre
di un elemento di disciplina nei confronti del lavoratore, al fine di incentivarne l'impegno

→ MODELLO DELL'EFETTO DISCIPLINANTE DEL SALARIO

RIASSUMENDO:

 Equilibrio: nel gioco tra manager e lavoratore, il primo offre un salario, e il secondo risponde con
un livello di impegno

→ le strategie dei due giocatori sono un equilibrio di Nash

 Rendita: nell'allocazione che ne risulta, il lavoratore si impegna perché riceve una rendita da
occupazione che potrebbe andare persa se l'impegno non fosse adeguato

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 Potere: dato che il lavoratore teme di perdere la sua rendita, il manager è in grado di esercitare
potere su di essa, usando la minaccia del licenziamento, e ciò contribuisce ad aumentare i profitti

È necessario che ci sia sempre una disoccupazione involontaria

→ un lavoratore è involontariamente disoccupato se ha un lavoro pur essendo disponibile a lavorare allo


stesso salario percepito dai lavoratori occupati con le sue caratteristiche

Il modello implica che in caso di licenziamento ci debba essere un periodo sufficientemente lungo nel quale
il lavoratore resta disoccupato

Nel caso in cui Maria riuscisse subito a trovare un altro lavoro, con lo stesso salario, le sarebbe indifferente
tenere o perdere il lavoro

→ il suo impegno sarebbe pari a zero

→ ma questo non può essere un equilibrio

Una situazione in cui ci fossero molti posti di lavoro disponibili per 12€ orari e nessuno fosse disoccupato
non potrebbe durare a lungo

→ le imprese offrirebbero salari più alti per assicurarsi un impegno maggiore

→ ma se i salari fossero troppo alti, i posti di lavoro diventerebbero scarsi

→ l'economia si trova in equilibrio con alti salari e disoccupazione involontaria

→ salari e disoccupazione devono essere abbastanza alti da assicurare una rendita da occupazione in grado
di indurre i lavoratori ad impegnarsi

I cambiamenti nelle condizioni economiche o le politiche pubbliche possono modificare l'intera funzione di
risposta ottima, traslandola

Un lavoratore è più o meno incentivato a scegliere un livello alto di impegno a seconda di cosa ha da
perdere o della probabilità di perderla

La posizione della funzione di risposta ottima viene a dipendere da:

 L'utilità derivante dai beni che possono essere acquistati col salario

 La disutilità dell'impegno

 Il salario di riserva

 La probabilità di essere licenziati quando si lavora con un certo livello di disimpegno

Se uno di questi fattori cambia, la curva si sposta

Quando il tasso di disoccupazione è alto, i lavoratori si aspettano che la perdita del posto di lavoro sia
seguita da un lungo periodo di disoccupazione

→ il sussidio può essere di durata limitata, quindi un periodo di disoccupazione di durata maggiore dà luogo
ad un livello più basso di sussidio per ora di lavoro persa

Per questo, un aumento della durata del periodo di disoccupazione ha due effetti:

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1. Riduce il salario di riserva, aumentando la rendita da occupazione oraria

2. Aumenta il numero di ore di lavoro perse e quindi la rendita da occupazione totale (il costo di
perdere il lavoro)

EFFETTI SULLA CURVA DI RISPOSTA OTTIMA DI UN AUMENTO DELLA DURATA DELLA DISOCCUPAZIONE E
DEL SUSSIDIO DI DISOCCUPAZIONE:

Un aumento nel tasso di disoccupazione trasla la curva di risposta ottima a sinistra

→ vengono favoriti i proprietari

Un aumento del sussidio di disoccupazione trasla la curva di risposta ottima a destra

→ vengono favoriti i lavoratori

Le politiche economiche possono modificare sia l'ammontare e la durata dei sussidi di disoccupazione, sia il
livello di disoccupazione

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CAPITOLO 7: L'IMPRESA E I SUOI CLIENTI

Il successo di un'impresa non dipende solo dal prezzo. Ci sono variabili da tenere in considerazione:

 La scelta del prodotto

 Abilità di attrarre i consumatori

 Abilità di produrre a basso costo

 Abilità di fornire un alto livello di qualità

 Abilità di selezionare e motivare adeguatamente i dipendenti

La domanda di un prodotto dipende dal prezzo a cui viene offerto, mentre i costi di produzione dipendono
dalla quantità prodotta

LA DECISIONE DELL'IMPRESA:

Per decidere in maniera ottimale il prezzo, l'impresa deve conoscere quanto sono disposti a pagare i clienti
per il prodotto

CURVA DI DOMANDA per i cereali CHEERIOS:

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Per stimare tale curva, l'economista Jerry Hausman ha analizzato i dati su quantità vendute e prezzi dei
cereali su base settimanale negli Stati Uniti dal 1996.

Supponendo che il costo unitario per libbra (1kg = 2.2 libbre) sia di 2€, e di riuscire a vendere tutto quanto è
stato prodotto:

Profitto = ricavi totali - costi totali

= (prezzo x quantità) - (costo unitario x quantità)

= PxQ - 2xQ

Per cui:

Profitto = (P - 2) x Q

Usando questa formula, è possibile calcolare il profitto per ogni coppia prezzo/quantità, e disegnare le
CURVE DI ISOPROFITTO:

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NB. Le curve di isoprofitto sono costituite dai punti che danno lo stesso livello di profitto

NB. La linea orizzontale in corrispondenza di un prezzo pari al costo unitario indica un profitto nullo

Per conseguire profitti più elevati, sarebbe auspicabile che quantità e prezzo fossero i più alti possibili, ma
la curva di domanda pone un vincolo a tale possibilità

→ se il prezzo è alto, la quantità venduta sarà ridotta

→ è possibile vendere una quantità alta solo applicando un prezzo sufficientemente basso

La curva di domanda, quindi, determina le combinazione prezzo/quantità possibili

SCELTA CHE MASSIMIZZA IL PROFITTO:

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In corrispondenza del punto E, la curva di isoprofitto e quella di domanda sono tangenti

P = 4,40 Q = 14000 libbre Profitto = 34000€

Al fine di massimizzare il profitto, il manager deve tenere conto di due rapporti di sostituzione:

1. La pendenza della curva di isoprofitto dice che in che misura l'impresa è disponibile a rinunciare a P
per aumentare Q al fine di mantenere il proprio profitto invariato (SMS)

2. La pendenza della curva di domanda rappresenta il vincolo cui la scelta tra P e Q è soggetta alla
possibilità che ha l'impresa di trasformare una riduzione della quantità in un aumento del prezzo
(SMT)

L'uguaglianza tra i saggi rappresenta la scelta ottimale tra P e Q

NB. Nella realtà è inverosimile che i manager affrontino delle decisioni in questo modo

→ vanno a tentativi

FUNZIONE DI PROFITTO:

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È un modo alternativo per rappresentare la massimizzazione del profitto

Con il tempo, molte aziende si sono allargate (Walmart, Intel, Fedex…), partendo da pochi migliaia di
dipendenti ed arrivando a coordinarne milioni

Una spiegazione a ciò è che un'azienda più grande riesce a produrre ad un costo unitario più basso. Ciò
accade per due ordini di ragioni:

 Vantaggi tecnologici: aumentando la scala di produzione spesso è possibile utilizzare una minore
quantità di fattori produttivi per unità di prodotto

 Vantaggi di costo: nelle imprese di maggiori dimensioni, i costi fissi incidono in misura minore sul
costo unitario e hanno maggiore potere contrattuale, riuscendo ad acquistare i fattori produttivi a
condizioni più favorevoli

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ECONOMIE DI SCALA (redimenti di scala crescenti): è un'espressione che descrive i vantaggi tecnologici
associati ad una maggiore scala produttiva

DISECONOMIE DI SCALA (rendimenti di scala decrescenti): la scala produttiva porta degli svantaggi

RENDIMENTI DI SCALA COSTANTI: la scala produttiva è neutrale

Esempi:

Un lavoratore cui viene assegnato un numero molto ristretto di compiti, diventa presto abile nello svolgerli,
e quindi più produttivo

→ più l'impresa è grande, maggiori sono le possibilità di specializzare il lavoro

→ economia di scala

Al crescere degli addetti, cresce anche l'attività di monitoraggio, e si dovrà assumere dipendenti da
impiegare nell'attività di controllo di chi produce

→ rinunciare al monitoraggio dei dipendenti comporterebbe il rischio della diminuzione della produttività

→ diseconomia di scala

→ legge di Dilbert della gerarchia di impresa

NB. Oltre che per la presenza di rendimenti crescenti di scala di tipo tecnologico, il costo unitario può
diminuire all'aumentare della quantità prodotta anche per la presenza dei costi fissi, tra cui i costi di ricerca
e sviluppo

Oltre ai vantaggi tecnologici di costo, che possono essere indicati come vantaggi dal lato dell'offerta, poiché
riguardano la struttura produttiva dell'impresa, le imprese di grandi dimensioni beneficiano anche di
vantaggi dal lato della domanda

→ economie di rete

Fino ad ora si è supposto che il costo di produzione unitario fosse costante. Adesso si suppone che i costi
unitari variano al variare del livello di produzione

ESEMPIO:

Motori Lusso Spa è una casa automobilistica che produce automobili di lusso in quantità limitata

Gli azionisti non impegneranno i propri capitali nell'impresa se hanno migliori possibilità di investimento
altrove, perché produrre macchine costa (impianti, produzione, macchina, stabilimenti, dipendenti…)

→ ciò che potrebbero ricavare da un impiego alternativo è il costo opportunità del capitale

→ la remunerazione del costo opportunità del capitale degli azionisti, che va loro garantita se si vuole che
mantengano il proprio investimento nell'impresa, fa parte del costo di produzione delle automobili

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Maggiore è il numero delle automobili prodotte, maggiori sono i costi totali

FUNZIONE DI COSTO C(Q):

F = costi fissi

CM = costo medio = C / Q

→ rappresentato graficamente dalla pendenza della retta che congiunge l'origine e il punto interessato

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All'aumentare della quantità, i costi totali salgono, ma il costo medio diminuisce (in B si ha il costo medio
minimo)

Nel grafico in basso si ha la curva di costo medio

NB. La curva del costo medio è decrescente per bassi livelli di produzione e crescenti per grandi quantità
prodotte

COSTO MARGINALE: pendenza della funzione di costo

→ costo che si sostiene per produrre un'unità aggiuntiva

COSTO TOTALE, COSTO MEDIO (CM) E COSTO MARGINALE (CMg):

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CMg = ΔC / ΔQ

La curva del costo marginale è crescente, in quanto la funzione di costo diventa sempre più ripida al
crescere di Q

→ è l'andamento crescente dei costi marginali che determina, a lungo andare, un aumento del costo medio

CURVE DEL COSTO MARGINALE E DEL COSTO MEDIO:

CM è decrescente per tutti i valori di Q per i quali CM è maggiore di CMg ed è crescente per tutti i valori di
Q per i quali Cm è minore di CMg

NB. Questa non è una coincidenza, ma è una proprietà sempre verificata, qualunque sia la forma della
funzione di costo totale

Le automobili costituiscono un esempio di prodotto differenziato

→ la domanda di tali prodotti è solitamente decrescente

→ se il prezzo è elevato, la domanda è bassa

→ se il prezzo è basso, la domanda è elevata

La curva di domanda è la relazione che indica la quantità di beni acquistati in corrispondenza di ciascun
livello di prezzo

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Supponendo che nel caso della Motori Lusso vi siano 100 consumatori potenziali, ognuno di essi avrà un
propria disponibilità a pagare (willingness to pay), una somma massima che sarà disposto a spendere per
acquistare un'automobile e che dipende dalla valutazione che il consumatore dà del prodotto

→ l'automobile verrà acquistata se il prezzo è inferiore o uguale a tale disponibilità

DOMANDA GIORNALIERA DI AUTOMOBILI:

NB. Se il prezzo scende, il numero di consumatori disposti a comprare sale, e la domanda cresce
NB. Le curve di domanda spesso sono rappresentate come rette, ma non necessariamente sono tali (vedi i
cereali Cheerios)

NB. La relazione tra prezzo e quantità viene talora indicata come LEGGE DI DOMANDA

La domanda indica tutte le combinazione possibili e viene confrontata con le curve di isoprofitto per
individuare la combinazione ottimale, rappresentata dal punto di tangenza

RICORDA:

Profitto = ricavi totali - costi totali

= P x Q - C(Q)

Questo è indicato come profitto economico (diverso dal profitto o utile contabile)

RICORDA:

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La funzione di costo comprende il costo opportunità del capitale, definito profitto normale

Il profitto economico è quindi il profitto aggiuntivo rispetto alla remunerazione minima richiesta dagli
azionisti:

Profitto = Q (P - (C(Q) / Q)) = Q (P - CM)

Da tale equazione si osserva che la forma della curva di isoprofitto dipende dal costo medio

CURVE DI ISOPROFITTO:

La curva in azzurro più chiaro rappresenta il costo medio

→ se P = CM i profitti economici sono nulli

L'impresa ha costi medi decrescenti per Q < 40 e crescenti per Q > 40

→ quando Q è piccolo, serve un prezzo elevato per non operare in perdita

Le curve di isoprofitto sono decrescenti se P > CMg

Le curve di isoprofitto sono crescenti se P < CMg

La differenza tra prezzo e costo marginale si definisce MARGINE DI PROFITTO

In ogni punto della curva di isoprofitto la pendenza è data da:

Pendenza = - ( (P - CMg) / Q) = - (margine di profitto / quantità)

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Per comprendere ciò, si può prendere in considerazione il punto G:

Q = 23 e il prezzo è maggiore del costo marginale

→ aumentando Q di uno e riducendo P di (P – CMg)/Q i profitti non variano perché il profitto addizionale (P
– CMg) sull’automobile 24 sarà interamente compensato dalla diminuzione dei ricavi (P – CMg) sulle altre
23 automobili

Lo stesso ragionamento vale per tutti i punti nei quali P > CMg

→ il margine di profitto è positivo e la pendenza della curva di isoprofitto è negativa

Quando P < CMg il margine di profitto è negativo

→ se la quantità aumenta di un’unità, per mantenere costanti i profitti è necessario un aumento del prezzo

→ la curva di isoprofitto ha dunque pendenza positiva

LA SCELTA OTTIMA PER LA MOTORI LUSSO SPA:

 La curva di isoprofitto è la curva di indifferenza dell'impresa e la sua pendenza (SMS) rappresenta la


massima riduzione del prezzo accettabile a fronte di un aumento della quantità per evitare una
riduzione del profitto

 La domanda rappresenta la frontiera delle combinazione possibili e la sua pendenza (SMT)


rappresenta la minima riduzione del prezzo necessaria per poter vendere un'unità aggiuntiva del
prodotto

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È conveniente per l'impresa aumentare la quantità prodotta fino al punto in corrispondenza del quale la
pendenza delle due curve è uguale, ovvero SMT = SMS

NB. Il problema della massimizzazione dei profitti è un esempio di problema di ottimizzazione vincolata

I problemi di ottimizzazione vincolata rappresentano tutti la stessa struttura:

 Al fine di raggiungere un certo obiettivo, chi sceglie deve selezionare il valore di una o più variabili

 l'obiettivo è individuare il valore ottimo di una certa funzione obiettivo

 Le scelte possibili sono limitate della presenza di un vincolo

Esiste un metodo alternativo per risolvere il problema di massimizzazione dei profitti, che non utilizza le
curve di isoprofitto

RICORDA:

Ricavi totali → R = P x Q

RICAVO MARGINALE (RMg): aumento dei ricavi dovuto alla produzione di un'unità in più di prodotto

RICAVO MARGINALE:

Il ricavo:

 Aumenta perché si vende un'unità aggiuntiva

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 Si riduce perché si vende ad un prezzo inferiore

La differenza tra il guadagno e la perdita dà il ricavo marginale

→ questo è dato anche dalla differenza tra le aeree dei due rettangoli

RICAVO MARGINALE, COSTI E PROFITTI:

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RMg e CMg si intersecano nel punto E, dove Q=32

Per Q < 32 si ha RMg > CMg

→ il ricavo di una vendita è maggiore del suo costo, quindi conviene aumentare la produzione

Per Q > 32 si ha RMg < CMg

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→ il ricavo di una vendita è minore del suo costo, quindi conviene ridurre la produzione

Il profitto è massimo quando Q=32

La curva del ricavo marginale è solitamente decrescente

Profitti = ricavi totali - costi totali

Variazione dei profitti = RMg - CMg

Chiaramente:

 Se RMg > CMg i profitti aumentano all'aumentare di Q

 Se RMg < CMg i profitti si riducono all'aumentare di Q

Quando due individui si accordano per uno scambio, agiscono per migliorare la loro condizione ed ottenere
un surplus che porta una rendita economica

→ il surplus complessivo per le parti coinvolte nello scambio misura i cosiddetti guadagni dallo scambio

Nel caso specifico, il consumatore ottiene un surplus se la sua disponibilità a pagare è maggiore del prezzo
di acquisto dell'automobile

→ l'impresa ottiene una rendita finché il costo marginale è minore del prezzo di vendita

I GUADAGNI DALLO SCAMBIO:

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Il 32° consumatore, la cui disponibilità a pagare è di 5440€ (prezzo della macchina), sarà indifferente
nell'acquistarla o meno, e difatti il suo surplus è nullo

La zona rossa rappresenta il surplus del consumatore, ottenuto sommando tutti i surplus individuali

La zona viola rappresenta il surplus del produttore, ottenuto dalla somma dei surplus per ogni singola
automobile

L'impresa realizza un surplus sull'automobile marginale (32°), visto che il costo marginale è inferiore al
prezzo

Surplus del consumatore, surplus del produttore e profitto:

 Il surplus del consumatore misura i benefici che ricevono i consumatori dalla partecipazione allo
scambio

 Il surplus del produttore è strettamente collegato al profitto

→ differenza tra costi e ricavi marginali per ogni unità, non considera i costi fissi

 Il profitto è dato dal surplus del produttore meno i costi fissi

 Il surplus totale è la somma dei surplus del consumatore e del produttore

L'equilibrio di mercato rappresentato è efficiente in senso paretiano? No

Vi sono dei consumatori disposti ad acquistare ad un prezzo inferiore a quello di mercato, ma superiore al
costo marginale

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→ se lo scambio a tale prezzo inferiore potesse avvenire, aumenterebbero sia il surplus del produttore, sia
quello del consumatore

→ MIGLIORAMENTO PARETIANO

LA PERDITA SECCA:

F rappresenta l'allocazione efficiente

→ rispetto a tale punto non sono possibili miglioramenti paretiani

In F il prezzo è uguale al costo marginale

→ l'allocazione è efficiente perché non sono possibili ulteriori guadagni da entrambe le parti

Il surplus del consumatore è maggiore in F, piuttosto che in E

Il surplus del produttore è maggiore in E, piuttosto che in F, ma il surplus totale è maggiore

In E c'è una PERDITA SECCA, pari all'area individuata dal triangolo bianco

→ perdita potenziale di surplus

In questo caso, il raggiungimento del punto Pareto-efficiente sarebbe possibile solo se l'impressa fosse in
grado di vendere le proprie automobili ai consumatori esclusi dallo scambio ad un prezzo più basso di
quello applicato alle prime 32 unità
→ l'impresa sceglie E perché è il meglio che può fare all'interno delle regole del gioco (tutte le auto
vengono vendute allo stesso prezzo)

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→ se si potesse fare, invece, ci sarebbe una discriminazione dei prezzi

L'impresa massimizza i profitti quando SMS=SMT

La scelta dipende da quanto la quantità domandata dai consumatori risponde a una variazione prezzo del
bene

→ L'ELASTICITÀ DELLA DOMANDA rispetto al prezzo è una misura di tale risposta

ELASTICITÀ: ε = - (variazione percentuale della domanda / variazione percentuale del prezzo)

NB. La quantità di domanda normalmente diminuisce all'aumentare del prezzo

→ il segno meno fa sì che l'elasticità assuma valori positivi

L'elasticità è fortemente legata alla pendenza della curva di domanda

→ una domanda piatta corrisponde ad un'elevata reattività della quantità rispetto al prezzo

→ valore elevato dell'elasticità

Viceversa, una domanda molto ripida è associata ad una bassa elasticità

NB. ELASTICITÀ E LA PENDENZA NON SONO LA STESSA COSA

→ l'elasticità cambia lungo la curva di domanda anche quando la pendenza rimane costante

Pendenza della curva di domanda = - (ΔP / ΔQ)

Variazione percentuale di Q = 100 (ΔQ / Q)


variazione percentuale di P = 100 (ΔP / P)

ELASTICITÀ DELLA DOMANDA:

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La tabella mostra il ricavo marginale in ogni punto

→ quando l'elasticità è maggiore di uno, il ricavo marginale è positivo → la domanda è elastica

→ quando l'elasticità è minore di uno, il ricavo marginale è negativo → la domanda è inelastica

In Q = 32, la domanda è elastica

Al diminuire dell'elasticità, l'impresa andrà a scegliere un prezzo che si discosta maggiormente dal costo
marginale, aumentando il margine di profitto (differenza tra prezzo e costo marginale)

MARKUP: rapporto tra il margine di profitto e il prezzo

→ inversamente proporzionale all'elasticità

Esempio di domanda elastica:

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Esempio di domanda inelastica:

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 Il margine di profitto e il mark-up sono più bassi dove la curva di domanda è più piatta e dunque
l'elasticità è maggiore

 In un punto di ottimo, pendenza della curva di domanda e isoprofitto sono uguali

 Minore è l'elasticità, maggiori sono le perdite di efficienza e l'appropriazione del surplus da parte
dell'impresa

Conoscere l'elasticità della domanda è molto importante anche per le decisioni della politica economica

Supponendo che il governo introduca un'accisa, la quale va ad aumentare il prezzo di un bene specifico:

 Se la domanda è elastica, vi sarà una forte riduzione delle vendite

→ l'effetto potrebbe essere intenzionale quando lo scopo è quello di scoraggiare il consumo di certi beni
(es. tabacco)

 Una riduzione delle vendita diminuisce l'importo totale dell'imposta incassata dal governo

Se l'obiettivo del governo è quello di aumentare le proprie entrate fiscali, le accise devono essere poste su
prodotti a domande rigida

In casi di MONOPOLIO il prezzo di mercato fissato dal venditore è superiore al costo marginale di
produzione

MA quando il prezzo è fissato ad un livello al di sopra del costo marginale, l'allocazione non è Pareto-
efficiente

→ fallimento del mercato

La perdita secca esprime una misura delle conseguenze del fallimento del mercato

→ essa è tanto maggiore quando più il prezzo si discosta dal costo marginale e quanto minore è l'elasticità
della domanda

Cosa determina l'elasticità della domanda? Bisogna analizzare il comportamento del consumatore, e i
mercati con prodotti differenziati riflettono l'eterogeneità delle preferenze dei clienti

→ es. se il consumatore può scegliere tra modelli di automobili simili, la domanda per un'auto di uno
specifico modello è probabilmente elastica

→ se aumenta il prezzo di X modello Ford, il consumatore può scegliere di comprare X modello Peugeot

→ più vicine sono le caratteristiche dei diversi modelli, minori saranno le differenze di prezzo

Diverso è il caso di produttori di oggetti con caratteristiche speciali e uniche

→ rendita monopolistica, profitti che eccedono i costi di produzione (un esempio limitato è la rendita di
innovazione)

Un'impresa si trova in una posizione di forza se la concorrenza è bassa

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→ ci sono poche imprese che producono beni sostituti

→ in questo caso la domanda è rigida e l'impresa gode di un elevato potere di mercato

→ il potere di mercato consente di fissare i prezzi elevati e ottenere elevati profitti a danno dei
consumatori

Ciò è un motivo di preoccupazione per il governo, assieme alle formazione dei cartelli (invece di competere
tra loro, le imprese si accordano per mantenere prezzi elevati, comportandosi come se fossero in una
situazione monopolista)

Le politiche economiche che mirano a ridurre il potere di mercato delle imprese e a prevenire la formazione
di monopoli o cartelli si definiscono POLITICHE PER LA CONOCORRENZA o POLITICHE ANTITRUST

I profitti di un'impresa dipendono dalla curva di domanda del suo prodotto, che a sua volta dipende dalle
preferenze dei consumatori e della presenza di imprese concorrenti

Per accrescere i suoi profitti, l'impresa può provare ad influenzare la curva di domanda, modificando le
caratteristiche del prodotto o con la pubblicità

Se l'allocazione dei beni che emerge sul mercato è inefficiente

→ fallimento del mercato

La presenza di prodotti differenti non è l'unica ragione per la quale il prezzo può essere maggiore del costo
marginale
→ andamento decrescente dei costi medi, dovuta dalla presenza di costi fissi o alla possibilità di spuntare
costi degli input più bassi acquistandone quantità elevate
→ in questo caso, il costo medio di produzione è maggiore del costo marginale e le curve di costo sono
decrescenti

→ ma comunque l'impresa non può fissare il prezzo al di sotto del costo medio perché otterrebbe una
perdita (CMg < P)

Costo medio decrescente significa che l'impresa ha costi unitari inferiori operando su larga scala

→ quando una singola impresa può coprire la domanda dell'intero mercato con un costo unitario inferiore
rispetto a quello che sosterrebbero due imprese distinte, si parla di MONOPOLIO NATURALE
→ in questo caso, il governo non è in grado di promuovere la concorrenza, poiché il costo medio aumenta
all'aumentare del numero di imprese operanti nel mercato

→ può invece decidere di regolare l'attività del monopolista privato

Un mercato nel quale competono imprese con costi medi decrescenti tenderà a diventare sempre più
concentrato, visto che l’impresa che per prima riesce a sfruttare i vantaggi di costo di un aumento
dimensionale sarà in grado di mettere fuori mercato i suoi concorrenti e, alla lunga, diventare un
monopolista

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Un prezzo superiore al costo marginale, qualunque ne sia la causa, determina sempre un fallimento del
mercato, visto che a tale prezzo la quantità scambiata è sub-ottimale: vi sono potenziali consumatori la cui
disponibilità a pagare eccede il costo marginale ma è inferiore al prezzo; essi non acquistano il bene e ciò
determina una perdita secca di surplus

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CAPITOLO 8: DOMANDA, OFFERTA E MERCATI CONCORRENZIALI

Ogni qualvolta il prezzo di un bene o di un servizio cresce è probabile che il numero delle persone che lo
domandano sia cresciuto, o che il suo costo di produzione abbia subito un incremento, o entrambe le cose

Fino agli anni '90, nelle economie pianificate dell'Unione Sovietica e di altri paesi dell'Europa centrale, le
informazioni relative all'organizzazione della produzione erano trasmesse da funzionari governativi

→ erano loro a decidere cosa dovesse essere prodotto e a che prezzo dovesse essere venduto

ESEMPIO:

 Modello di mercato caratterizzato dalla presenza di numerosi acquirenti e venditori

→ compravendita dei libri universitari di seconda mano

 La domanda di libri è determinata dagli studenti che si apprestano a cominciare i corsi

→ si differiscono in termini in DISPONIBILITÀ A PAGARE (DAP, willingness to pay WTP)

 Nessuno sarà disposto ad acquistare una copia usata pagando una cifra superiore al prezzo di
copertina del libro

 Al di sotto di tale prezzo, la DAP degli studenti potrebbe dipendere dall'importanza che essi
attribuiscono allo studio, dall'utilità del libro o dal budget che hanno a disposizione

CURVA DI DOMANDA DEI LIBRI:

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La curva di domanda riflette la DAP degli acquirenti

L'offerta dipende dalla DISPONIBILITÀ DI ACCETTARE (DDA) una certa somma di denaro in cambio di una
copia del libro da parte dei venditori

Gli studenti che offrono la vendita dei libri differiscono in termini di DAA, ossia hanno diversi PREZZI DI
RISERVA

→ valore che il venditore attribuisce all'ipotesi di tenere per sé il libro

→ egli è disposto a privarsi del libro solo a fronte di offerte pari almeno a tale valore

CURVA DI OFFERTA DEI LIBRI:

La curva di offerta indica il numero di studenti disposti a vendere il libro per ogni possibile livello del prezzo
NB. Per comodità, curve di domanda e offerta sono state disegnate come due rette, ma è molto più
probabile che siano curve

→ dipende da come le valutazioni sul valore del libro variano da studente a studente

Alla fine del XIX secolo, l'economista Alfred Marshall sviluppa un modello di domanda e offerta prendendo
ad esempio il corn exchange (edificio dove i contadini incontravano i mercanti e vendevano le proprie
sementi)

→ osserva che, nonostante il prezzo potesse oscillare, non si discosta mai di molto dal prezzo in
corrispondenza del quale la quantità di domanda dai mercanti eguagliava la quantità offerta dai contadini

→ PREZZO DI EQUILIBRIO: prezzo in grado di eguagliare domanda e offerta

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→ per prezzi superiori a quello di equilibrio, i contadini erano disposti a vendere in grandi quantità, ma i
mercanti non erano disposti a comprare → ECCESSO DI OFFERTA

→ per prezzi inferiori a quelli di equilibrio, i contadini preferivano aspettare a vendere → ECCESSO DI
DOMANDA

NB. Il ragionamento di Marshall era basato sull'assunzione che tutte le sementi fossero della stessa qualità

Nell'esempio, si assume che tutti i volumi siano identici e che ciascun venditore possa mettere un libro in
vendita specificandone il prezzo su una piattaforma online

L'EQUILIBRIO DEL MERCATO DEI LIBRI USATI:

Con P = 8€, la domanda eguaglia l'offerta

→ 24 individui sono disposti a cedere la loro copia a tale prezzo, e 24 individui sono disposti a comprare la
copia a tale prezzo

Per prezzi inferiori, più persone sono disposti a comprare, ma meno a vendere

Per prezzi superiori, più persone sono disposte a vendere, ma meno a comprare

PREZZO DI EQUILIBRIO: 8€

→ in questo momento il mercato è in EQUILIBRIO

→ il mercato è in equilibrio SE E SOLO SE le azioni di acquirenti e venditori non determinano alcuna


variazione del prezzo e della quantità scambiata (a meno che non si verifichi una variazione di mercato)

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In questo tipo di mercato, nessuno è disposto a trattare con uno studente che chiede un prezzo più alto (o
offre un prezzo più basso) di tale prezzo

→ è sempre possibile rivolgersi ad un altro venditore (o acquirente)

→ gli agenti coinvolti in questo mercato si dicono PRICE-TAKER

→ la concorrenza è tale che tutti gli scambi avvengono allo stesso prezzo

PRICE-TAKER: produttori e consumatori non traggono beneficio dal concludere transazioni a prezzi diversi
da quello di mercato, in quanto non dispongono del potere di influenzare il prezzo di mercato

PRICE-SETTER: produttori che producono beni differenziati e possono decidere quale prezzo praticare a
causa dell'assenza di imprese rivali che producono lo stesso bene
EQUILIBRIO CONCORRENZIALE: un mercato si dice tale quando tutti gli acquirenti e i venditori sono price-
taker e, in corrispondenza del prezzo di mercato prevalente, la quantità domandata eguaglia la quantità
offerta

NB. In presenza di un numero elevato di imprese che producono beni identici e di consumatori che possono
liberamente decidere da quale impresa acquistare → le imprese sono price-taker in equilibrio

Per comprendere meglio in cosa consiste un comportamento price-taker:

 Città in cui opera un numero elevato di piccoli panifici

 Ciascuno produce pane e lo vende direttamente ai consumatori

CURVA DI DOMANDA:

 Il pane è venduto a 2.35€ al kg

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→ nessuno è in grado di vendere il pane a prezzo più alto, perché i consumatori potrebbe rivolgersi
tranquillamente ad un altro rivenditore

→ impresa price-taker

 Il costo marginale cresce al crescere della quantità di pane prodotto

 Migliorando le macchine e assumendo un panettiere, il costo di un'unità addizionale di pane è


basso, ma il costo medio è elevato

 Al crescere della quantità di pane prodotto, il costo medio cala, mentre il costo marginale cresce
gradualmente poiché l'aumento della produzione richiede personale aggiuntivo e un utilizzo più
intensivo degli strumenti di produzione
 Per quantità elevate, il costo marginale cresce al di sopra del costo medio, che diventa anch'esso
crescente

LA COMBINAZIONE PREZZO-QUANTITÀ CHE MASSIMIZZA IL PROFITTO DEL PANIFICIO:

 I costi di produzione includono il costo-opportunità del capitale

 Se il prezzo fosse pari al costo medio (P=CM), il profitto economico sarebbe zero

→ la curva di costo medio rappresenta quelle combinazioni quantità-prezzo cui corrispondono profitti nulli

 I profitti crescono spostandosi verso dx

 Le curve di isoprofitto sono decrescenti per prezzi maggiore del costo marginale, e crescenti per
costi minori del costo marginale

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 La curva di costo marginale interseca le curve di isoprofitto nel punto di minimo di queste ultime

 Se il prezzo è superiore al costo marginale, i profitti totali possono rimanere invariati solo vendendo
una quantità maggiore a un prezzo minore

 Se il prezzo è inferiore al costo marginale, i profitti totali possono rimanere invariati solo vendendo
una quantità minore a un prezzo maggiore

 È un problema di ottimizzazione vincolata

→ bisogna trovare il punto nell'insieme del possibile che permette di massimizzare il profitto

 La scelta ottimale è data dal punto A

→ graficamente, esso corrisponde al punto in cui la frontiera dell'insieme delle scelte ammissibili è
tangente alla curva di isoprofitto di livello 80€
NB. Non è la curva di mercato a determinare la domanda del panificio, ma il prezzo praticato dalle imprese
concorrenti

→ la retta orizzontale con intercetta P* viene detta CURVA DI DOMANDA DELL'IMPRESA

→ se il prezzo fosse superiore a P, la domanda sarebbe nulla

Le imprese price-taker scelgono di produrre una quantità tale da eguagliare costo marginale e costo di
mercato

→ la curva di domanda di un'impresa price-taker è una retta orizzontale corrispondente al prezzo di


mercato

→ il massimo profitto è raggiunto in corrispondenza del punto di domanda dell'impresa, tangente alla curva
di isoprofitto più alta possibile

→ la condizione di tangenza implica che, in quel punto, anche la curva di isoprofitto sia orizzontale

→ prezzo pari al costo marginale

Se l'impresa decidesse di aumentare la produzione ad un livello tale per cui P < CMg, il costo dell'ultima
unità di prodotto eccederebbe il prezzo di mercato

→ realizzare l'ultima unità comporterebbe una perdita e l'impresa potrebbe aumentare i profitti riducendo
la produzione

Se l'impresa decidesse di aumentare la produzione ad un livello tale per cui P > CMg, essa potrebbe
ottenere un profitto aggiuntivo realizzando e vedendo almeno un'unità in più

→ la produzione potrebbe essere aumentata fino al punto in cui P = CMg, in corrispondenza del quale i
profitti sono massimizzati

NB. L'impresa accetta il prezzo di mercato e sceglie di produrre una quantità in corrispondenza della quale
il proprio costo marginale eguaglia tale prezzo

LA CURVA DI OFFERTA DELL'IMPRESA:

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NB. Per un'impresa price-taker, la curva di costo marginale coincide con la curva di offerta individuale

Al di sotto di 1,52€ ( prezzo per cui i profitti sono zero), l'impresa realizza una perdita

→ il punto individuato sulla curva di offerta corrisponde più propriamente alla quantità prodotta
dall'impresa per minimizzare le proprie perdite

I panifici sono 50, e ciascuno di essi è caratterizzato da una curva di offerta, che coincide con la propria
curva di costo marginale

→ per ricavare la curva di offerta di mercato bisogna sommare le quantità offerte da tutti i panifici per
ciascun prezzo

→ una volta calcolato quanto pane viene prodotto da una singola impresa per un dato livello del prezzo, si
moltiplica per 50 e si trova l'offerta di mercato corrispondente

CURVE DI OFFERTA INDIVIDUALE E DI MERCATO:

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La curva di offerta di mercato ha lo stesso aspetto della curva di offerta individuale, ma la scala dell'asse
orizzontale è diversa

In questo caso, l'offerta di mercato, per un prezzo di 2,35€/kg e 120 kg prodotti da ogni panificio, è di
6000kg di pane

NB. Se le funzioni di costo dei panifici fossero diverse, in corrispondenza di un prezzo uguale, alcune
imprese produrrebbero più pane rispetto ad altre

La curva di offerta di mercato esprime la quantità complessivamente offerta dai panifici per ogni dato
livello del prezzo

→ coincide con la curva di costo marginale del mercato

L'EQUILIBRIO DEL MERCATO DEL PANE:

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Per ciascuna unità scambiata, ciascun consumatore con una disponibilità a pagare più elevata del prezzo di
mercato percepisce un SURPLUS pari alla differenza tra la prima e il secondo

Un produttore percepisce un SURPLUS se il costo marginale sostenuto è inferiore al prezzo di mercato

L'EQUILIBRIO DEL MERCATO DEL PANE: BENEFICI DELLO SCAMBIO

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NB. L'allocazione di equilibrio relativa a questo mercato differisce da quella di un mercato con prodotti
differenziati
La quantità di pane scambiata in equilibrio corrisponde al punto in cui la curva di offerta di mercato
interseca la curva di domanda di mercato

Il surplus totale corrisponde all'area compresa tra le due curve

L'equilibrio concorrenziale massimizza il surplus totale

→ se la produzione giornaliera fosse inferiore a 5000kg di pane, il surplus sarebbe inferiore

→ PERDITA SECCA

→ se la produzione giornaliera fosse superiore a 5000kg di pane, il surplus sarebbe negativo

IN EQUILIBRIO, I POTENZIALI BENEFICI DEGLI SCAMBI VENGONO SFRUTTATI INTERAMENTE

Il surplus totale è massimizzato in corrispondenza del punto in cui la domanda uguaglia l'offerta

→ se consumatori e produttori sono price-taker, l'allocazione di equilibrio massimizza i benefici totali


derivanti dagli scambi

NB. L'allocazione è Pareto-efficiente

→ non è possibile aumentare il benessere di un consumatore o di un'impresa, senza svantaggiare l'altro

NB. Il fatto che l'allocazione sia Pareto-efficiente, non vuol dire che essa sia desiderabile

→ ad es. si può notare che il surplus dei consumatore è maggiore del surplus dei produttori

→ la curva di domanda è più ripida della curva di offerta

→ la domanda è quindi meno elastica dell'offerta

NB. LA DISTRIBUZIONE DEL SURPLUS TOTALE TRA CONSUMATORE E PRODUTTORI DIPENDE DAL RAPPORTO
TRA L'ELASTICITÀ DELLA DOMANDA E L'ELASTICITÀ DELL'OFFERTA

Nell'esempio di vendita di libri usati, si sono ipotizzate 40 nuove immatricolazioni ogni anno

EFFETTI DI UN AUMENTO DELLA DOMANDA DI LIBRI:

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L'aumento del numero di immatricolati determina un incremento del numero di studenti interessati a
comprare il libro

→ la curva di domanda trasla verso dx

Se il prezzo resta fermo a 8€, c'è un eccesso di domanda

→ nuovo equilibrio, con prezzo fissato a 10€ e una quantità di libri pari a 32

Tutti gli studenti con una disponibilità a pagare compresa tra 8€ e 10€ sceglieranno ora di non comprare il
libro

Shock positivo della domanda:

 La curva di domanda si sposta verso dx, crescendo

 La traslazione della curva ha come effetto una variazione del prezzo

 Incremento della quantità offerta

 Movimento lungo la curva di offerta

 La curva di offerta NON si è spostata, quindi non si parla di aumento dell'offerta

NB. Quanto più la curva di offerta è ripida, tanto maggiore sarà l'aumento del prezzo, e tanto minore sarà
l'aumento di domanda, e viceversa

Per quanto riguarda i panifici, se viene inventata una nuova tecnica produttiva che permette di lavorare più
velocemente, si abbassa il costo marginale per ogni livello di produzione

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L'adozione della nuova tecnologia porta dunque a:

 Un aumento dell'offerta

 Una riduzione del prezzo del pane

 Un aumento della quantità venduta

Gli aumenti della domanda e dell'offerta richiedono un aggiustamento di prezzo per riportare il mercato in
equilibrio

→ tali variazioni sono dette SHOCK

L'analisi economica viene generalmente condotta specificando un modello e trovandone l'equilibrio

→ si va a poi a studiare il modo in cui l'equilibrio cambia al variare delle condizioni del mercato

Lo shock è detto ESOGENO quando la sua provenienza è esterna al modello, quando cioè il modello è in
grado di spiegarne le conseguenze e non le cause

Un altro fattore in grado di determinare variazioni dell'offerta è l'entrata di nuove imprese nel mercato

Si è visto come il mercato del pane offra opportunità di profitto, allora nuove imprese vi entreranno

→ costi di entrata

Se entrano nuove imprese, per ogni prezzo crescerà la quantità di pane offerta

→ aumento dell'offerta, riduzione del prezzo, aumento della quantità di equilibrio

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→ traslazione verso dx della curva di offerta

I governi possono ricorrere alla tassazione per finanziare la gestione della cosa pubblica o per modificare
l'allocazione di un bene o un servizio nel mercato

Con un'imposta, la curva di offerta subisce una traslazione verso l'alto in quanto, per ogni data quantità, il
prezzo aumenta

Effetto dell'imposta su consumatori e produttori:

 Il surplus dei consumatori si riduce

→ i consumatori comprano meno pane a prezzo più alto

 Il surplus dei produttori si riduce

→ la quantità di pane venduto e il prezzo netto di vendita sono inferiori a quelli iniziali

 Il surplus totale è minore

→ anche tenendo conto del gettito fiscale che va al governo, l'introduzione dell'imposta genera una perdita
secca

Nel momento in cui viene introdotta l'imposta:

Surplus totale = surplus dei consumatori + surplus dei produttori + gettito fiscale

Il gettito fiscale è pari al prodotto tra la quantità di equilibrio e la differenza tra prezzo di vendita lordo e
netto

Q x (P1 - P0)

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Un governo interessato a massimizzare i profitti preferirebbe tassare un bene la cui domanda non è
sensibile al prezzo

La tassazione può, a seconda dei casi, aumentare o ridurre il benessere complessivo

Il potere del governo di introdurre imposte ricorda un'azienda price-setter


Nella maggior parte delle economie moderne, la riscossione delle tasse avviene mediante istituzioni ben
consolidate, generalmente istituite col consenso popolare

Perché i produttori prendano i prezzi come dati (siano price-taker) è necessario che:

 Vi sia un numero elevato di produttori di beni non differenziati

 I produttori agiscano in modo indipendente gli uni dagli altri

 Vi sia un numero elevato di consumatori interessati ad acquistare il bene al minor prezzo possibile

 I consumatori conoscano il prezzo praticato da ciascun venditore

Analogamente, affinché i consumatori si comportino da price-taker, occorre che siano in numero elevato e
in competizione gli uni con gli altri

Quando un mercato soddisfa le proprietà descritte parliamo di CONCORRENZA PERFETTA

L'equilibrio di tale mercato sarà un EQUILIBRIO CONCORRENZIALE e avrà le seguenti caratteristiche:

 Tutte le transazioni vengono concluse allo stesso prezzo

→ viene soddisfatta la LEGGE DEL PREZZO UNICO

 Al prezzo di mercato, la quantità domandata eguaglia l'offerta

 Tutti gli agenti sono price-taker

 Tutti i potenziali guadagni dallo scambio vengono realizzati

MONOPOLISTA O IMPRESA PRICE-SETTER IMPRESA IN UN MERCATO PERFETTAMENTE


CONCORRENZIALE

Sceglie prezzi e quantità da produrre (price- Prende i prezzi come dati (price-setter)
maker)

Il costo marginale è inferiore al prezzo Il costo marginale eguaglia il prezzo

Perdita secca (Pareto-inefficiente) Nessuna perdita secca (può essere Pareto-efficiente)

I produttori ricevono una rendita economica Se i produttori ricevono una rendita economica, questa
viene meno a causa dell'entrata di nuove imprese nel
mercato

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Le imprese possono fare lobbying e utilizzare le Le singole imprese non hanno incentivi per fare
proprie ricchezze per influenzare le elezioni e lobbying
l'approvazione delle leggi

Le imprese pubblicizzano i loro prodotti Poca pubblicità

Incentivo a investire nella ricerca e nello Scarsi incentivi ad investire nella ricerca e nello sviluppo
sviluppo

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CAPITOLO 9: IL MERCATO DEL LAVORO

 Economia costituita da imprese price-setter, che quindi vendono beni differenziati

 Grande numero di lavoratori identici

 Lavoro come unico fattore produttivo

 Il salario è l'unico costo

 Tre variabili: il salario nominale, il prezzo a cui l'impresa vende i prodotti e la produttività media
oraria di un lavoratore

Due relazioni da tenere in conto:

1. Imprese e lavoratori

→ le imprese devono fissare il salario ad un prezzo che invogli i dipendenti a lavorare

→ compito del dipartimento delle risorse umane

2. Imprese e clienti

→ le imprese devono scegliere se vendere più prodotti a prezzo minore, o venderne meno a prezzo
maggiore

→ compito del dipartimento marketing

RICORDA:

Il salario reale corrisponde al salario nominale diviso per la variazione nel tempo del livello dei prezzi

→ è determinato congiuntamente dal salario nominale pagato dalle imprese e dai prezzi fissati

Meccanismo di due stadi:

1. Ogni impresa decide quale salario pagare, quale prezzo fissare per i suoi prodotti e quante persone
assumere

2. La somma di tutte queste decisioni dà come risultati il livello totale di occupazione nell'economia e
il salario reale

Primo stadio:

 Il dipartimento Risorse Umane stabilisce qual è il salario minimo che l'impresa può pagare senza
compromettere la motivazione dei lavoratori, basandosi sui prezzi e sui salari delle altre imprese

 Il dipartimento Marketing fissa il prezzo, basandosi sul salario nominale e sulla curva di domanda

→ fissare il prezzo = stabilire il markup applicato al costo del lavoro

 Il dipartimento Produzione calcola quanti lavoratori sono necessari per produrre la quantità decisa

Secondo stadio:

La quantità di prodotto per lavoratore viene divisa tra il salario reale che il lavoratore riceve e il salario
nominale

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→ un salario maggiore (W/P) implica un markup minore (1-W/P)

Due concetti base:

 Curva della fissazione del salario

→ individua, per ciascun livello di occupazione, il salario reale necessario per fornire ai lavoratori l'incentivo
a lavorare con l'impegno richiesto

 Curva della fissazione del prezzo

→ individua il salario reale corrisposto alle imprese quando queste scelgono il prezzo che massimizza i loro
profitti

MISURARE OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE:

Si trova in condizione di disoccupazione chi:

 È senza lavoro

 È disponibile a lavorare

 Sta cercando lavoro

IL MERCATO DI LAVORO:

forza lavoro occupati + disoccupati


tasso di attività = =
popolazione in età lavorativa popolazione in età lavorativa

disoccupati
tasso di disoccupazione =
forza lavoro

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occupati
tasso di occupazione =
popolazione in età lavorativa

NB. Il denominatore del tasso di disoccupazione è diverso da quello del tasso di occupazione

→ due paesi con lo stesso tasso di disoccupazione possono avere tassi di occupazione diversi

LA CURVA DELLA FISSAZIONE DEL SALARIO:

 La forza lavoro corrisponde alla posizione della retta verticale più a dx

 A dx di tale curva ci sono i lavoratori inattivi

 Il tasso di occupazione indica la frazione della popolazione che effettivamente ha un lavoro, ed è


rappresentata dalle rette verticali tratteggiate

 Il tasso di disoccupazione è la percentuale della forza lavoro che non lavora, ovvero quei lavoratori
che si trovano tra la retta della forza lavoro e quella del tasso di occupazione

SE il tasso di occupazione è X, ALLORA il valore del salario che corrisponde all'equilibrio di Nash sarà w
→ in corrispondenza del tasso di occupazione X, il salario w è il risultato della strategia ottimale del datore
di lavoro e di quella del lavoratore

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La curva della fissazione del salario per l'intera economia è basata sulla decisione del datore di lavoro
relativa al salario e su quella del lavoratore relativa all'impegno

DERIVAZIONE DELLA CURVA DI FISSAZIONE DEL SALARIO AL VARIARE DEL TASSO DI DISOCCUPAZIONE:

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NB. Il salario che massimizza il profitto quando il tasso di occupazione è al 5% è rappresentato dal punto B

LA DECISIONE DELL'IMPRESA:

È data dall'interazione tra i suoi tre dipartimenti

Un'ora di lavoro produce un'unità di output

→ produttività media del lavoro = 𝜆 = q/n = 1

→ il salario pagato dall'impresa è anche il costo di un'unità di prodotto

RICORDA: W indica il salario nominale, mentre w indica il salario reale

Processo decisionale:

DIPARTIMENTO INFORMAZIONI IN SUO VARIABILE FISSATA


POSSESSO

Risorse umane Prezzi, salari e livello di Salario nominale, W


occupazione nelle altre
imprese

Marketing Tutte le informazioni Prezzo del prodotto, p


precedenti più la funzione
di domanda dell'impresa

Produzione Tutte le informazioni Livello di occupazione,


precedenti più la n
produttività del lavoro e
l'ammontare di prodotto
che l'impresa potrà vendere

 Il dipartimento Risorse Umane fissa il salario

 Il dipartimento Marketing studia la curva di domanda e le combinazione prezzo-quantità

Costruisce le curve di isoprofitto


p−W
NB. pendenza della curva di isoprofitto = saggio marginale di sostituzione =
q

LA SCELTA DI PREZZO E LA RIPARTIZIONE DEI RICAVI TRA PROFITTI E SALARI:

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Quando l'impresa vende una quantità Q ad un prezzo P, il ricavo è dato da P x Q

p−W W
La ripartizione si basa sul markup: p
= 1− p

MARKUP:

p − CMg 1
= → è uguale all′ inverso dell′ elasticità della curva di domanda
p ε

CMg = W → nell′ ipotesi di produttività costante e uguale a 1

In generale → CMg = 𝜆

la quantità di lavoro necessaria a produrre un′ unità di output addizionale → 1/λ

markup → m = 1/𝜆

W
p − CMg p − λ 1−W W W
= = = = 1−m → = λ(1 − m)
p p λxp λxp p

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Il markup è tanto maggiore quanto meno la curva di domanda è elastica

Il dipartimento di produzione sa che per ogni ora lavorata si produce un'unità di prodotto

→ numero di lavoratori da assumere tali da garantire n* ore di lavoro

→ n* = q* è la funzione di produzione dell'impresa (estremamente semplificata)

→ occupazione: n* = q* / λ = q*

Quando tutte le imprese fissano i prezzi in questo modo, l'output per lavoratore (la produttività media del
lavoro) viene ripartito in profitto reale per lavoratore (∏/P) e salario reale (W/P), dove P indica il livello
generale dei prezzi

LA CURVA DI FISSAZIONE DEL PREZZO, LA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO NEL MERCATO DEL LAVORO:

La retta orizzontale più alta indica il ricavo delle imprese, in termini reali, per lavoratori

→ produttività media del lavoro

La curva della fissazione del prezzo non è propriamente una curva

→ è il valore che fornisce il livello del salario reale compatibile con il markup quando tutte le imprese
fissano il prezzo massimizzando il loro profitto

LA CURVA DI FISSAZIONE DEL PREZZO, IL MERCATO DEL LAVORO:

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 Il punto A è sopra la curva della fissazione del prezzo

→ il salario è più alto del markup

→ spostandosi in B diminuisce l'occupazione, aumentano i prezzi

→ se il salario reale è troppo alto, il markup è troppo basso

 Il punto C è sotto la curva della fissazione del prezzo

→ il salario è più basso del markup

→ spostandosi in B aumenta l'occupazione, diminuiscono i prezzi

→ se il salario reale è troppo basso, il markup è troppo alto

 Nel punto B il prezzo massimizza il profitto dell'impresa data la domanda aggregata

La posizione della curva di fissazione del prezzo è influenzata, in particolar modo, da due fattori:

1. L'intensità della concorrenza

→ influisce sulla capacità delle imprese di fissare un prezzo che ecceda i loro costi, cioè sul livello del
markup

→ minore è la competizione, maggiore è il markup

2. La produttività del lavoro

→ per ogni livello di markup, la produttività del lavoro determina il salario reale

→ maggiore è la produttività del lavoro, maggiore è il salario reale

EQUILIBRIO NEL MERCATO DEL LAVORO:

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In tutti i punti al di sotto della curva di fissazione del salario, il salario reale risulta insufficiente a motivare i
lavoratori

→ non ci sono né lavoro né profitti, quindi nessuno viene assunto

L'equilibrio di Nash è dato da un punto di intersezione tra le curva della fissazione del salario e la curva di
fissazione del prezzo

Ogni impresa fissa il salario nominale nel punto in cui la curva di isocosto è tangente alla miglior funzione di
reazione e sceglie il prezzo che massimizza il suo profitto

Nel punto X:

 Le imprese offrono il minimo salario che assicura un impegno adeguato da parte dei lavoratori

→ curva di fissazione del salario

 Il livello di occupazione è il massimo possibile dato dal salario offerto

→ curva di fissazione del prezzo

 Chi lavora non ha modo di migliorare la sua situazione

 Chi è disoccupato vorrebbe lavorare, ma non ha modo di farsi assumere

Alla luce di ciò si può dire che nel mercato ci sarà sempre disoccupazione

→ persone cercano lavoro ma non riescono a trovarlo

→ ECCESSO DI OFFERTA
→ la domanda di lavoro a un determinato salario è minore del numero di persone che per quel salario sono
disposte a lavorare

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PER QUALE MOTIVO PERSISTE LA DISOCCUPAZIONE?

 Se non ci fosse disoccupazione, il costo di perdere il lavoro sarebbe zero

 Un certo livello di disoccupazione è necessario per stimolare i dipendenti

 La curva della fissazione del salario si trova sempre a sx della curva di offerta del lavoro

 Qualunque sia l'equilibrio di mercato, DEVONO ESSERCI persone disoccupate

NB. Qualsiasi politica che provasse a eliminare la disoccupazione, metterebbe i datori di lavoro nella
posizione di dover pagare salari così alti da azzerare i profitti delle imprese e spingerle fuori mercato

DOMANDA AGGREGATA: somma delle domande per tutti i beni e i servizi prodotti nell'economia da parte
dei consumatori, delle imprese, dello Stato o di soggetti esterni al paese

L'aumento della disoccupazione dato da una diminuzione della domanda aggregata è definito come
disoccupazione da carenza di domanda → DISOCCUPAZIONE CICLICA

 Nel punto X, la disoccupazione è al livello di equilibrio di mercato


→ la perdita del lavoro comporta un costo, quindi chi lo perde NON È INDIFFERENTE tra l'essere occupato o
disoccupato

→ disoccupazione involontaria

→ EQUILIBRIO DI NASH

 Nel punto B ci sono ulteriori disoccupati in cerca di lavoro

→ la maggiore disoccupazione è dovuta alla bassa domanda aggregata

→ disoccupazione da carenza di domanda, o disoccupazione ciclica

 La disoccupazione complessiva nel punto B è data dalla somma di disoccupazione ciclica e


d'equilibrio

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NB. Il punto B NON È un equilibrio di Nash

→ in tale punto, il dipartimento delle Risorse Umane potrebbe ridurre i salari dei dipendenti senza che
questo abbia conseguenze negative sul loro impegno, per via dell'alto tasso di disoccupazione

→ finché il salario rimane al di sopra della curva della fissazione dello stesso, una riduzione porta ad un
aumento dei profitti per l'impresa

Il punto B potrebbe persistere a lungo senza politiche pubbliche di sostegno all'occupazione. Perché?

A seguito della decisione del dipartimento Risorse Umane di ridurre i salari, si verificano i seguenti eventi:

 I minori salari fanno diminuire i costi

 L'impresa vuole fissare un prezzo tale da riportare il markup al livello che massimizza i profitti, non
essendo variata l'intensità della concorrenza

 Visto che i costi sono diminuiti, le imprese abbassano i prezzi

 Diminuendo il prezzo, l'impresa aumenta le vendite, e quindi la quantità prodotta e l'occupazione

L'IMPRESA AUMENTA LA QUANTITÀ PRODOTTA E L'OCCUPAZIONE DOPO IL TAGLIO DEI SALARI:

RICORDA: la pendenza della curva di isoprofitto è (P - C) / Q

 La nuova curva di isoprofitto che passa per B è più ripida della curva di domanda

→ l'impresa può aumentare i profitti diminuendo il prezzo e vendendo una quantità maggiore, cioè
spostandosi a dx

 L'impresa continua a ridurre il prezzo finché il punto sulla curva di isoprofitto non è tangente alla
curva di domanda

→ nel punto X l'impresa massimizza i suoi profitti

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NB. Le economie reali non funzionano in modo così lineare

Cosa può andare storto?

Il dipartimento Risorse Umane sa che la riduzione del salario è una decisione difficile da accettare per i
dipendenti

→ le imprese sono restie a ridurre i salari per non buttare giù il morale dei lavoratori, che si potrebbe
tradurre in scioperi e altre forme di resistenza

Affinché si realizzi lo spostamento da B a X, è necessario che vengano aggiustati salari e prezzi verso il basso
e che ci sia un aumento della domanda

Per una singola impresa una riduzione di prezzo porta a maggiore vendite, ma una riduzione generalizzata
dei prezzi nell'economia può portare a una contrazione della spesa

Una riduzione dei prezzi iniziale potrebbe spingere alle famiglie ad aspettarne altre più consistenti

Con la riduzione dei salari, le persone potrebbero decidere di spendere meno, diminuendo ancor di più la
domanda

Pertanto, in presenza di una domanda aggregata insufficiente, non sempre le imprese sono in grado di
raggiungere l'equilibrio di Nash

IL RUOLO DELLE POLITICHE PUBBLICHE:

Lo stato può decidere di incrementare la spesa pubblica, aumentando così la domanda delle imprese

Trovandosi nel punto B, le imprese stanno producendo meno di quanto permetterebbe loro di
massimizzare il profitto e, invece di ridurre i salari, decidono di aumentare la quantità prodotta e quindi
l'occupazione

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NB. Quando aumenta la domanda, le curve di isoprofitto non si spostano, è l'impresa a spostarsi su una
curva di isoprofitto più alta

RIASSUMENDO:

Quando la domanda aggregata nell'economia è troppo bassa, il livello di disoccupazione è più alto di quello
di equilibrio. Lo Stato o la Banca Centrale possono eliminare la disoccupazione da carenza di domanda
ricorrendo a politiche fiscali o monetarie. Ai fini di una riduzione della disoccupazione, è probabile che tali
politiche rappresentino un modo per ridurre la disoccupazione ben più rapido di quanto non sia affidarsi
alla riduzione di prezzi e salari

Nella sua semplicità, il modello del mercato del lavoro illustrato fino ad ora, riesce a spiegare la
distribuzione del reddito in un'economia dove ci sono solo due classi sociali (datori di lavoro e lavoratori), e
nel qualche alcuni membri sono disoccupati

CURVA DI LORENZ E INDICE DI GINI:

Nel grafico di sx è rappresentato il mercato del lavoro in un'economia con 80 lavoratori impiegati in 10
imprese identiche

→ l'economia è in equilibrio nel punto A, dove ci sono 10 disoccupati e il salario reale è compatibile con il
markup che massimizza i profitti

Nel grafico di dx è rappresentata la curva di Lorenz del reddito di tale economia

→ in assenza di sussidi di disoccupazione, le persone disoccupate non ricevono reddito, e la curva (il
contorno inferiore all'area azzurra) parte dell'origine e coincide con l'asse orizzontale per tutti i primi dieci
lavoratori (disoccupati)

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La curva della fissazione del prezzo nel grafico di sx indica che il prodotto totale è diviso in modo che i
lavoratori ottengano una quota del 60% e i datori di lavoro il resto

Nel grafico di dx, ciò viene mostrato dall'angolo della curva di Lorenz, dove si nota che le 90 persone più
povere (i 10 disoccupati e gli 80 lavoratori) ricevono il 60% del prodotto totale

LA CURVA DI LORENZ:

È composta da tre segmenti:

1. Il primo punto viene individuato dopo aver preso in considerazione tutte le persone disoccupate

2. Il secondo punto ha coordinate date dalla frazione del numero totale della popolazione
economicamente attiva (90% occupati + disoccupati) e la quota del prodotto totale ricevuto sotto
forma di salari (60%)

salario reale giornaliero per lavoratore Ω


quota dei salari (s) = =
prodotto giornaliero per lavoratore λ

L'area azzurra nella figura, che è legata al valore dell'indice di diseguaglianza di Gini, aumenta:

 Se aumenta la percentuale di disoccupazione

→ il primo punto d'angolo si muove verso dx

 Se, ceteris paribus, il salario reale diminuisce, e quindi aumenta il markup

→ il secondo punto d'angolo si muove verso il basso

 Se aumenta la produttività, senza che aumentino i salari reali, in quanto aumenterebbe il markup

→ spostamento del secondo punto d'angolo verso il basso

NB. Una maggiore concorrenza tra le imprese sposta verso l'alto la curva di fissazione del prezzo

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Ipotetico aumento di forza lavoro (per immigrazione o altro):

 le nuove persone in cerca di lavoro si uniscono al gruppo delle persone disoccupate

 Ciò determina un aumenta della durata attesa del periodo di disoccupazione

 Aumenta il costo di perdere il lavoro, aumenta la rendita di occupazione degli occupati

 Le imprese riducono i salari, rendendosi conto di star pagando più del necessario per assicurarsi
l'impegno dei lavoratori

L'EFFETTO DI NUOVA FORZA LAVORO:

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 L'equilibrio inziale è il punto A, con 4 milioni di occupati ad un salario orario di 20€, ed una forza
lavoro di 5 milioni di persone

→ la disoccupazione iniziale è rappresentata da U

 Aumenta la forza lavoro da 5 a 5,5 milioni

 Il costo associato alla perdita del lavoro è aumentato

→ l'aumento della disoccupazione è mostrato da U'

→ le imprese abbassano i salari e la curva di fissazione si abbassa

 Nel punto B, il salario è di 13€, mentre il livello di occupazione è tornato ad essere di 4 milioni

 Ciò spinge le imprese ad assumere nuovi lavoratori

→ aumento dei salari

→ punto C

 Nel punto C l'occupazione è di 4,5 milioni di persone, il salario è nuovamente di 20€ e la


disoccupazione è tornata ad essere di 1 milione di lavoratori (U'')

SINDACATO: organizzazione che rappresenta gli interessi di un gruppo di lavoratori nelle negoziazioni con i
datori di lavoro su argomenti come il salario, le condizioni e gli orari, ecc.

→ con la presenza di esso, un eventuale contratto collettivo viene stipulato tra l'impresa e il sindacato

PERCENTUALE DEI LAVORATORI IL CUI SALARIO È DETERMINATO DA UN CONTRATTO COLLETTIVO:

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Quando i lavoratori sono organizzati in sindacati, i salari non sono più determinati dal dipartimento Risorse
Umane

→ processo di negoziazione tra sindacati e imprese

→ il salario non può essere più basso della curva di fissazione dei salari, ma potrebbe essere più alto

→ questo perché ora non c'è solo il datore di lavoro che minaccia di licenziare, ma anche il sindacato che
minaccia di scioperare

NB. In molti paesi, cercare lavoro in un'impresa i cui dipendenti siano in sciopero è considerata una seria
violazione delle norme sociali tra lavoratori

Tuttavia, un sindacato potrebbe anche decidere di non determinare un aumento dei salari

→ ne andrebbe dell'occupazione in quanto più i salari saranno alti, minori saranno i dipendenti in
un'azienda

Con il sindacato, il processo è il seguente:

1. Il sindacato fissa il salario

2. Il datore di lavoro informa i lavoratori che un impegno insufficiente comporterà il licenziamento

3. I lavoratori rispondono al salario e alla minaccia di licenziamento decidendo il livello di impegno

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 Nel punto A, il datore di lavoro fissa il salario che massimizza i profitti nel punto ti tangenza tra
curva di isocosto e la funzione di reazione

 Se è il sindacato a fissare il salario, questo sarà maggiore rispetto a quello proposto dal datore di
lavoro, e maggiore sarà il livello di impegno dei lavoratori (punto C)

 Ma i profitti saranno minori

→ curva di isocosto più piatta

LA CURVA DELLA FISSAZIONE DEL SALARIO IN PRESENZA DI CONTRATTAZIONE SINDACALE MA SENZA


EFFETTO VOCE:

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In generale, la curva della fissazione del salario collettivamente contrattato è posizionata al di sopra della
curva della fissazione del salario

→ il salario reale è invariato, mentre l'occupazione è minore

Il successo del sindacato nella contrattazione di un salario più elevato parrebbe quindi danneggiare i
lavoratori, dato che ci sono più disoccupati

MA ciò non vuol dire che la disoccupazione sia più alta nei paesi caratterizzati da una maggiore incidenza
della contrattazione collettiva

COPERTURA DEI CONTRATTI COLLETTIVI E DISOCCUPAZIONE TRA I PAESI OCSE:

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Ciò fa comprendere che lo spostamento verso l'alto della curva della fissazione del salario collettivamente
contrattato è solo parte della storia

→ il sindacato HA anche ALTRI EFFETTI

Nel caso in cui datore di lavoro e sindacato riuscissero ad accordarsi, i dipendenti sarebbero più aperti alla
propria impresa e lavorerebbero con un maggiore impegno

Nel punto D, il salario è invariato rispetto al caso precedente, ma i profitti dell'impresa sono maggiori, pur
essendo la situazione dell'impresa peggiore, rispetto al caso in cui non ci fosse nessun sindacato

Quindi il sindacato ha due effetti:

1. È in grado di imporre all'impresa salari più alti rispetto al minimo necessario a garantire che i
lavoratori si impegnano

→ curva di contrattazione sopra alla curva di fissazione del salario

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2. Può far diminuire la disutilità del lavoro, riducendo quindi il salario necessario a motivare i
lavoratori all'impegno

LA CURVA DELLA FISSAZIONE DEL SALARIO IN PRESENZA DI CONTRATTAZIONE SINDACALE ED EFFETTO


VOCE:

Il livello di occupazione di equilibrio è più alto e il livello di disoccupazione è più basso in presenza del
sindacato (punto Y) rispetto che in sua assenza (punto X)

→ ciò accade perché l'effetto "voce" del sindacato, che fa muovere la curva della fissazione del salario verso
il basso è maggiore dell'effetto della contrattazione dei salari, che fa traslare la curva di fissazione del
salario verso l'alto

Tuttavia il risultato potrebbe essere quello opposto

→ l'effetto dovuto alla contrattazione dei salari potrebbe essere maggiore dell'effetto voce

→ la presenza del sindacato porterebbe ad una riduzione del livello di occupazione d'equilibrio

NB. Non c'è correlazione tra il grado di contrattazione salariale e la disoccupazione

EFFETTO DELLE POLITICHE PUBBLICHE:

L'effetto di una politica è determinato dal modo in cui essa sposta il punto di intersezione tra le due curve

L'effetto dovrebbe sempre essere quello di muovere l'equilibrio del mercato del lavoro verso l'alto e verso
dx, insieme alla curva di fissazione del salario, in un punto in cui il salario reale e l'occupazione siano
maggiori

EFFETTI DI UNA VARIAZIONE DEL SUSSIDIO DI DISOCCUPAZIONE:

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 Tasso di disoccupazione costante al 12%

 Un sussidio di disoccupazione più alto aumenta il salario di riserva e fa traslare la funzione di


reazione verso dx

→ lo mostra il punto G

 Nuovi salari

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→ punto C

Il mercato del lavoro è importante perché:

 Ha un forte impatto sul benessere dei cittadini e un suo buon funzionamento è segno di un
economia in grado di soddisfare i bisogni della popolazione
 Opera in un modo piuttosto diverso dalla maggior parte degli altri mercati ed è quindi essenziale
coglierne le peculiarità per capire il funzionamento dell'intera economia

La disoccupazione involontaria nell'equilibrio nel mercato del lavoro è un risultato inevitabile perché:

 I datori di lavoro e i lavoratori hanno interessi non coincidenti in merito all'impegno profuso da
questi ultimi sul lavoro

 I datori di lavoro non possono stipulare con i loro dipendenti un contratto completo, che specifichi
la qualità e la quantità dell'impegno richiesto

NB. La disoccupazione di equilibrio è influenzata dal modo con cui lo Stato regola il mercato del lavoro e gli
altri mercati

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CAPITOLO 10: BANCHE, MONETA E MERCATO DEL CREDITO

La possibilità di ottenere e concedere prestiti corrisponde alla possibilità di anticipare o posticipare le scelte
di consumo e produzione

MONETA: è un mezzo di pagamento rappresentato da banconote, depositi bancari e qualsiasi altra cosa
utilizzabile per l'acquisto di beni e servizi, e viene accettata come pagamento perché altri potranno
impiegarla per lo stesso scopo

→ utilizzo della moneta ≠ baratto

→ ciascuno deve avere fiducia nel fatto che la moneta sia accettata come mezzo di pagamento

RICCHEZZA: massimo ammontare che un individuo è in grado di consumare senza prendere denaro a
prestito, dopo aver pagato i debiti e incassato i crediti

→ talvolta il termine è usato in senso lato, includendovi anche il capitale umano

→ variabile stock

→ in questo capitolo si intende solo l'aspetto materiale

REDDITO: ammontare di denaro ricevuto in un certo periodo di tempo ben preciso, come guadagno
ottenuto sul mercato, come frutto degli investimenti effettuati

→ variabile flusso

→ in questo capitolo si intende solo il reddito disponibile

RICCHEZZA, REDDITO, DEPREZZAMENTO, CONSUMO:

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 La ricchezza è rappresentata dalla quantità di acqua nella vasca

 Il reddito è il flusso che riempie la vasca

 La riduzione della ricchezza nel tempo (deprezzamento) è l'acqua che evapora

→ flusso di segno negativo

 Il consumo equivale alla spesa

NB. La presenza del deprezzamento rende necessaria una distinzione tra reddito lordo e reddito netto:

 Il reddito lordo è analogo al flusso che entra nella vasca

 Il reddito netto è tale flusso meno il deprezzamento

→ somma massima che è possibile consumare senza modificare il livello di ricchezza

NB. Un individuo risparmia quando il suo consumo è inferiore al reddito, per cui la sua ricchezza aumenta

→ la ricchezza è data dalla somma dei risparmi passati e presenti

→ il risparmio può assumere la forma di un acquisto di un titolo finanziario o un titolo di Stato, che sono
diversi dagli investimenti, che indicano l'acquisto di un bene capitale

Il costo opportunità di acquistare una maggiore quantità di beni oggi è dato dalla minore quantità di beni
disponibili in futuro

→ prendendo e cedendo denaro in prestito, si può riallocare nel tempo il potere d'acquisto

ESEMPIO:

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Giulia non ha risorse monetarie oggi, ma in futuro disporrà di 100€

 Giulia può chiedere in prestito 91€, e restituirne 100 con un tasso di interesse al 10%

 Può chiedere 70€ e restituirne 77, tenendo 23€ da spendere in futuro

 Più chiedere 30€ e restituirne 33, tenendo 67€ sa spendere in futuro

 Giulia può scegliere qualsiasi combinazione sulla frontiera del possibile corrispondente ad un tasso
di interesse del 10%

 Se il tasso di interesse è del 78%, Giulia può prendere in prestito fino a 56€

La situazione iniziale è rappresentata dal punto "dotazione di Giulia"

I soldi di un prestito vanno restituiti con un tasso di interesse

montante = capitale + interessi = 91 + 91r = 91(1 + r) = 100€

montante 100
tasso di interesse = −1= − 1 = 0.1 = 10% → tasso di interesse annuo
capitale 91

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L'insieme delle possibili combinazioni di consumo presente e futuro identifica la frontiera del possibile

→ rappresenta il limite dell'insieme delle possibilità quando il tasso di interesse è pari al 10%

La quantità 1+r rappresenta il saggio marginale di trasformazione dei beni futuri presenti

→ comprare oggi un'unità di bene significa rinunciare in futuro a 1+r unità dello stesso

Con un tasso di interesse al 78%, l'insieme possibile si restringe e la frontiera si modifica di conseguenza

Quale sarà la scelta di Giulia? Ancora una volta, dipende dalle sue preferenze:

 Da quanto ella desideri distribuire piò o meno uniformemente il consumo tra i due periodi

 Da quanto ella sia impaziente di consumare

NB. L'utilità che deriva dal consumo di un'unità aggiuntiva di un bene decresce all'aumentare della quantità
consumata

→ rendimento marginali del consumo decrescenti

DISTRIBUIRE IL CONSUMO NEL TEMPO:

 La retta indica la frontiera del possibile

 Come conseguenza dei rendimenti decrescenti, la curva di indifferenza è convessa verso l'origine

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→ la sua pendenza è determinata dal saggio marginale di sostituzione tra il consumo presente e quello
futuro in ciascun punto

 SMS nel punto C è elevato

→ Giulia consuma troppo poco e desidera anticipare parte del suo consumo futuro

 SMS nel punto E è basso

→ Giulia preferisce posticipare parte del consumo attuale nel futuro

 Giulia sceglie il punto F, in corrispondenza del quale raggiunge la curva di indifferenza più alta
possibile

Se Giulia preferisce consumare oggi, potrebbe essere per pura impazienza

Vi sono due ragioni alla base di essa:

1. Miopia: le persone percepiscono il soddisfacimento di un bisogno o desiderio presente con


maggiore intensità rispetto al soddisfacimento dello stesso bisogno o desiderio in futuro
2. Prudenza: poiché del futuro non vi è certezza, e un domani potremmo anche non essere più al
mondo, anticipare ad oggi il consumo futuro può essere una buona idea

A quanto ammonterà la somma presa in prestito da Giulia? Ella desidera, ovviamente, collocarsi sulla curva
di indifferenza più alta, ma è limitata dalla frontiera del possibile

→ scelta ottimale: punto di tangenza

→ nel punto di tangenza, la pendenza della curva di indifferenza deve essere uguale a quella della frontiera

TASSO DI SCONTO INTERTEMPORALE (ρ): è una misura del grado impazienza di una persona

→ indica quale valore la persona attribuisce ad un'unità aggiuntiva di consumo attuale rispetto alla stessa
quantità di consumo futuro

→ coincide con la pendenza della sua curva di indifferenza tra consumo presente e consumo futuro meno 1

Dipende da due fattori:

1. Dal desiderio di uniformare i livelli di consumo nel tempo

2. Dal grado di pura impazienza della persona

Pendenza della curva di indifferenza = Pendenza della frontiera

SMS = SMT

1+ρ=1+r

tasso di sconto = tasso di interesse

ρ=r

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 Con un tasso di interesse al 10%, la curva di indifferenza più alta che Giulia può raggiungere è
quella tangente alla frontiera, quindi il punto di tangenza è il punto E

 Nel punto E, SMS=SMT

 Tutti i punti a sx di E hanno un taso di sconto maggiore del tasso di interesse

 Se l'interesse aumenta, l'insieme delle combinazione possibili di consumo presente e futuro si


restringe

 Con un tasso di interesse al 78%, il punto di tangenza diventa G

ESEMPIO:

Marco, a differenza di Giulia, possiede 100€ oggi e non domani

CURVE DI INDIFFERENZA DI RISERVA E DOTAZIONI INIZIALI:

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NB. La curva di indifferenza di riserva unisce tutti i punti che garantiscono lo stesso livello di utilità
dell'opzione di riserva

La differenza tra le due curve di indifferenza è data dalla loro condizione iniziale e non dalle loro preferenze

Marco può decidere di consumare il grano dal valore di 100€ oggi, ma ciò non gli gioverebbe, e quindi
decide di trasferire parte dei suoi beni in futuro

Potrebbe conservare il grano in magazzino, ma una parte verrebbe sicuramente mangiata dai topi

→ ciò potrebbe rappresentare il deprezzamento


Si suppone che, decidendo di immagazzinare tuto il suo grano, egli disporrà di una quantità pari ad 80€ nel
periodo successivo

→ il costo di spostare il grano nel futuro è del 20%

DISTRIBUIRE I LIVELLI DI CONSUMO NEL TEMPO:

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 L'area scura rappresenta l'insieme della possibilità in caso di conservazioni delle merci in magazzino

 Il punto H mostra la quantità di merci che Marco decide di conservare

 La linea chiara mostra la frontiera in caso di credito al tasso del 10%

 Marco, attraverso il credito, può scegliere una curva di indifferenza più alta

→ punto J

Marco seleziona l'ammontare di grano da immagazzinare in maniera da collocarsi sulla curva di indifferenza
più alta possibile
→ la scelta ottimale è mostrata dal punto H: egli consuma 68€ di grano oggi, 26€ domani, e i topi ne
mangiano 6€

Vi sono alternative a ciò: potrebbe vendere tutto il grano, guadagnando 100€ e nascondendoli sotto al
materasso

→ non c'è inflazione, e il denaro non viene rubato

Tuttavia, potrebbe anche fare credito ad un debitore affidabile

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→ per ogni euro prestato oggi, potrebbe ricavarne 1+r domani

Se Marco possiede del terreno, può decidere di investire il grano a sua disposizione per seminare e per
nutrire il bestiame che lo aiuterà nella coltivazione

→ investendo interamente la sua ricchezza, domani potrebbe ottenere 150€

→ il profitto sarebbe di 50€, con un tasso di profitto del 50%

La pendenza della retta rossa è di -1,5

→ il valore assoluto rappresenta SMT del grano investito in raccolto (pari a 1 + tasso di profitto)

Nel caso in cui Marco riuscisse a contrarre un debito con tasso al 10%, Marco può investire tutto ciò di cui
dispone, ampliando la frontiera del possibile:

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LE OPZIONI A CONFRONTO:

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 Punto H: magazzino con perdita del 20%

 Punto J: prestito con rendita del 10%

 Punto K: investito con rendimento del 50%

 Punto L: investimento con rendimento del 50% e debito con perdita del 10%

Ci sono tre differenze tra Marco e Giulia:

1. Marco ha una ricchezza iniziale, Giulia no

2. Marco ha un'opportunità di investimento, Giulia no

3. Marco e Giulia si confrontano con tassi di interesse diversi

→ il paradosso è che Marco può ottenere un tasso più favorevole perché non ha necessità di quel prestito

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RIASSUMENDO: prendere o dare in prestito, immagazzinare e investire rappresentano modi alternativi per
anticipare o posticipare il consumo

Gli individui possono:

 Aumentare la propria utilità uniformando nel tempo i propri consumi

 Aumentare il loro livello di consumo in entrambi i periodi investendo o prendendo denaro in


prestito

La scelta di una soluzione o l'altra dipende:

 Dalla situazione iniziale

 Dal loro grado di impazienza

La ricchezza rappresenta una determinante importante della possibilità di contrarre debiti, concedere
crediti e investire

→ i soggetti con maggiore ricchezza possiedono un insieme di opportunità più ampio rispetto ad individui
meno abbienti

Lo STATO PATRIMONIALE è uno strumento essenziale per comprendere come vari la ricchezza quando un
individuo o un'impresa prende o dà in prestito

→ riassume tutto ciò che un'impresa possiede (attività) e tutto ciò che essa deve agli altri (passività)

→ attività - passività = patrimonio netto

Quando i termini di uguaglianza sono tali per cui essa è verificata per definizione, si parla di identità

Attività = passività - patrimonio netto

Patrimonio netto = attività - passività

= quanto ci appartiene o ci è dovuto - quanto dobbiamo ad altri

Il patrimonio netto incrementa con il reddito e diminuisce con il consumo e il deprezzamento

Quando si prende o si cede un prestito, il patrimonio netto non varia

→ un debito compare sia come attività che come passività

→ se si ottiene un prestito, si riceve contante (attività) ma si ha anche un debito (passività)

BANCA: impresa che produce profitti operando nel mercato del credito

→ il tasso di interesse passivo che esse pagano sui depositi è minore di quello attivo applicato ai crediti
concessi

→ ciò permette alle banche di realizzare profitti

La moneta consiste di banconote, depositi bancari o qualsiasi altro valore accettato per fare acquisti. Si
distingue in:

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1. Base monetaria: è data dai contanti detenuti da famiglie, imprese e banche, e dal saldo dei conti
correnti che le banche commerciali detengono presso la banca centrale, cioè le riserve

→ passività della banca centrale

2. Moneta bancaria: è data dai depositi bancari creati dalle banche commerciali quando concedono
credito a famiglie e imprese

→ coincide con le passività delle banche

La quantità complessiva di moneta è la somma della moneta legale (con l'esclusione della parte detenuta
dalle banche) e la moneta bancaria

Diversamente dai depositi bancari o dagli assegni, la base monetaria deve essere obbligatoriamente
accettata (per legge) come forma di pagamento

Essa comprende i contanti e le riserve, ossia i conti tenuti dalle banche presso la banca centrale

→ le riserve sono equivalenti al contante perché una banca può sempre ritirare contanti dal proprio conto
corrente presso la banca centrale, e quest'ultima può sempre stampare nuova moneta in caso di necessità

NB. La stessa cosa non vale per i conti correnti che i soggetti economici detengono presso le banche, le
quali possono non disporre sempre del contante necessario per soddisfare i bisogni della clientela

NB. La maggior parte di ciò che viene considerata moneta, non è base monetaria emessa dalla banca
centrale, ma è creata dalle banche nel momento in cui esse concedono prestiti

ESEMPIO:

 Marco ha 100€ in contanti e li deposita nel conto corrente presso la banca Abacus

→ la sezione delle attività di tale banca viene movimentata per 100€

→ il nuovo contante rappresenta un'attività, ma anche una passività, in quanto la banca detiene un debito
nei confronti di Marco di 100€

 Marco va all'alimentari e spende 20€. Paga con carta di debito, e l'importo viene trasferito da banca
Abacus a banca Bonus, la banca di Gino (proprietario del negozio)

→ le attività e le passività di Abacus si riducono di 20€, mentre le attività e le passività di Bonus vengono
aumentati dello stesso ammontare

 Gino prende a prestito da banca Bonus 100€

→ la banca glielo accredita, e l'attività (il valore del deposito) è ora 120€ (100 + 20 di prima)

→ Gino ora deve alla banca 100€ (il valore del prestito)

→ il bilancio bancario si è ampliato: le attività sono aumentate di 100€ (pari al nuovo credito verso Gino) e
lo stesso accade alle passività (perché il valore del deposito bancario da rimborsare a Gino aumenta)

 Banca Bonus ha aumentato l'offerta di moneta

→ Gino può effettuare pagamenti fino a 120€

→ l'offerta monetaria è aumentata di 100€, anche se la base monetaria è rimasta invariata

→ la moneta così creata prende il nome di moneta bancaria

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Nella realtà, le banche effettuano ogni giorno numerosissime operazioni che coinvolgono scambi reciproci
di moneta legale

→ è più facile calcolare il saldo delle transazioni a fine giornata e trasferire effettivamente solo l'importo
netto delle operazioni seguite

→ le banche non hanno bisogno di disporre di moneta legale per coprire ogni transazione o ogni prelievo di
denaro contante

La moneta bancaria rappresenta una passività perché deve essere rimborsata su richiesta del debitore

→ le banche generano profitti solo addebitando gli interessi

La quantità di moneta posseduta da soggetti non bancari (broad money) è la somma della base monetaria
(esclusa la parte trattenuta dalle banche) e della moneta bancaria. Il rapporto tra base monetaria e moneta
complessiva varia nel tempo da paese a paese

Attraverso depositi e l'erogazione del credito, le banche svolgono una funzione di trasformazione delle
scadenze

→ i titolari dei conti correnti possono prelevare denaro dalla banca senza alcun preavviso

Quando le banche prestano denaro, ad esempio concedendo un mutuo, si stanno facendo prestare denaro
a breve termine per concedere un prestito a lungo termine → si parla di trasformazione della liquidità
Il servizio della trasformazione delle scadenze è essenziale per il funzionamento di un'economia, ma espone
la banca a una nuova forma di rischio, chiamato rischio di liquidità, che si aggiunge al rischio di credito (di
insolvenza, o di default), rappresentato dalla possibilità che il prestito non venga rimborsato

Le banche fanno profitti prestando più denaro di quanto esse posseggano sotto forma di monete legale,
perché contano sul fatto che i risparmiatori non necessitino tutti contemporaneamente dei fondi depositati

→ il rischio per la banca è proprio che tutti decidano di ritirare denaro nello stesso momento (bank run,
corsa agli sportelli)

→ la banca non riesce a soddisfare tutte le richieste di rimborso e fallisce

NB. Il Governo può decidere se salvare o meno una banca dal rischio della bancarotta
→ ciò accade perché una crisi bancaria può far crollare l'intero sistema finanziario e avere effetti su tutto
l'economia

→ è ciò che è successo nella crisi del 2008

Tradizionalmente, il rapporto tra offerta di moneta e base monetaria è noto come moltiplicatore dei
depositi

→ la logica si basa sull'idea di base monetaria esogena, regolata dalla banca centrale, che regola l'offerta
totale di moneta tramite il moltiplicatore

→ prevede una sequenza logica del tipo: depositi - presiti - depositi

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La dimensione del moltiplicatore dipende dal comportamento di:

 Banche: aumenta riducendo le riserve

→ meno riserve, più prestiti, più depositi

 Famiglie e imprese: aumenta riducendo il circolante

→ meno circolante, più depositi, più prestiti, che generano ulteriori depositi

 Banca centrale: manovrando il coefficiente della riserva obbligatoria imposto alle banche sul totale
dei depositi raccolti

La relazione base monetaria/quantità di moneta sembra "rompersi" se la banca centrale decide di creare
base monetaria in eccesso rispetto alle richieste dell'economia

Moneta endogena:

Le banche possono semplicemente creare il deposito e il credito, senza dover disporre di un precedente
deposito

Idea di base: i prestiti sono il punto di partenza

→ la banca crea moneta elargendo un prestito, aprendo delle linee di credito dalle quelli le imprese
attingono per iniziare la produzione

→ le banche non sono vincolate nel concedere prestiti dall'ammontare del denaro precedentemente
depositato

Sequenza logica: le banche concedono prestiti, gli imprenditori investono, pagano le famiglie e queste
depositano i soldi nelle banche

NB. I prestiti creano i depositi, e non viceversa

→ le banche non sono intermediarie tra i risparmiatori che depositano denari e coloro che richiedono i
prestiti

Per svolgere le transazioni richieste, le banche necessitano di base monetaria

→ non esiste una relazione automatica tra base monetaria e quantità di prestiti concessi dalle banche

La quantità di moneta legale è individuata dal valore delle transizioni nette che le banche devono eseguire
su base giornaliera

→ per ottenere base monetaria, le banche devono approvvigionarsi sul mercato della moneta con presiti a
breve termine

Gino deve pagare 50€ a Marco

La banca Bonus non possiede base monetaria a sufficienza per eseguire il bonifico → mancano 30€

Le banche si prestano reciprocamente denaro, poiché in ogni momento alcune di esse sono in carenza di
liquidità, altre in eccesso

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Una strada per ottenere liquidità è indurre i risparmiatori a depositare ulteriore denaro, ma anche i depositi
rappresentano dei costi, e costituiscono solo una parte del sistema finanziario bancario

Da cosa dipende il tasso di interesse, ossia il prezzo da pagare per ottenere liquidità sul mercato della
moneta? Si può ragionare in termini di domanda e offerta:

 La domanda di base monetaria dipende dal numero di transazione che le banche commerciali
devono eseguire

 L'offerta di base monetaria è determinata dalla banca centrale → è quest'ultima a imporre il tasso
d'interesse
Il tasso fissato sarà quello al quale gli scambi hanno effettivamente luogo → tasso di riferimento (tasso
ufficiale / tasso base)

Tale tasso si applica ai prestiti che le banche ottengono dalla banca centrale o da altre banche

→ importante anche per le sue ripercussioni sugli altri tassi

Il tasso di interesse medio addebitato dalle banche commerciali a imprese e famiglie è chiamato tasso sui
prestiti bancari

→ generalmente maggiore del tasso di riferimento, per garantire alle banche un margine di profitto

→ è tanto maggiore quanto più il prestito è percepito rischioso dalla banca

La differenza tra il tasso sui presiti bancari e il tasso di riferimento definisce il markup (o spread) sui prestiti
commerciali
NB. La banca centrale non esercita un controllo sul markup applicato alle banche, ma generalmente il tasso
sui prestiti bancari si muove in sincronia con il tasso di riferimento

BANCHE, BANCA CENTRALE, PRESTITI E RISPARMIATORI:

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Azioni, prestiti bancari e obbligazioni costituiscono attività che generano flussi di reddito futuro

Dal momento che queste attività sono vendute e acquistate, bisogna chiedersi come si effettua la
valutazione di tali flussi

→ bisogna calcolare il valore attuale (VA)

ESEMPIO:

 Tasso di interesse al 6%

 Viene offerto un contratto finanziario che permette di riscuotere 100€ tra un anno

Si è disposti a pagare il titolo finanziario sicuramente meno di 100€

Se il titolo viene offerto a 90€, l'importo da restituire sarà 95,40€, e il profitto sarà di 4.60€

Il valore atteso (VA) è l'ammontare che rende indifferenti tra acquistare e non acquistare il titolo

→ è pari alla somma che, affidata ad una banca, garantirebbe 100€ tra un anno

Al tasso del 6%:

100 100
VA = = = 94.34€
1 + 6% 1.06

94.34€ oggi valgono come 100€ tra un anno

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Si suppone che un reddito tra un anno viene scontato dal tasso di interesse: il fatto che il tasso di interesse
sia positivo rende il valore di tale reddito inferiore al valore che tale reddito avrebbe oggi

Poiché gli interessi vengono capitalizzati, un reddito di 100€ tra t anni ha un valore attuale pari a:

100
VA =
(1.06)t

Si suppone che un titolo della durata di T anni determini ogni anno t un reddito annuo pari a X t

Considerando un tasso di interesse i, il VA del titolo è:

X1 X2 XT
VA = + + ⋯ +
(1 + i)1 (1 + i)2 (1 + i)T

Il VA di questi pagamenti dipende dall'ammontare di ciascun pagamento, ma anche dal tasso di interesse

→ se questo aumenta, VA diminuisce, poiché aumenta il fattore di attualizzazione dei singoli importi

Se un'impresa prende in considerazione un'opportunità di investimento, deve confrontare il costo iniziale


con il valore attuale dei profitti attesi futuri

→ tale confronto è possibile calcolando il valore attuale netto (VAN)

VAN = VA - c c = costo dell'evento

Un valore attuale netto positivo indica un investimento remunerativo, i cui profitti attesi sono superiori ai
costi

Prezzo e rendimenti di un'obbligazione:

OBBLIGAZIONE (bond): particolare tipo di strumento finanziario, attraverso il quale l'emittente si impegna
a pagare una certa somma di denaro all'obbligazionista dopo un periodo di tempo stabilito

Emettere o vendere un'obbligazione e prendere denaro in prestito sono attività equivalenti

Sia lo Stato, sia le imprese possono emettere obbligazioni

Generalmente hanno una durata predeterminata e generano due forme di pagamento:

1. Il valore facciale F → il valore di rimborso

2. Pagamento periodico fisso fino a scadenza

Nel passato le obbligazioni erano rappresentate da un documento cartaceo dal quale, all'atto dei
pagamenti periodici, veniva staccata una cedola, per questo possono chiamarsi anche cedole (si indica con
C)

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Nessuno sarà disposto ad acquistare un'obbligazione ad un prezzo maggiore del suo valore attuale, come
nessuno la venderà ad un prezzo minore

Quindi:

Prezzo dell'obbligazione = valore attuale delle cedole + valore attuale del valore facciale

Nel caso in cui l'obbligazione abbia durata di T anni:

C C C F
P= + + ⋯+ +
(1 + i)1 (1 + i)2 (1 + i)T (1 + i)T

cedole valore facciale

Il rendimento di un'obbligazione è il rendimento implicito che l'acquirente del titolo ottiene acquistandolo
al suo prezzo di mercato

Il rendimento del titolo sarà dunque quel valore y che risolve la seguente equazione:

c C C F
P= + + ⋯ + +
(1 + y)1 (1 + y)2 (1 + y)T (1 + y)T

Se il tasso di interesse rimane costante, questo coincide con il rendimento

NB. Nella realtà non si può sapere con certezza come varia nel tempo il tasso di interesse, ma conoscendo
il prezzo di un'obbligazione, l'importo delle sue cedole e il suo valore facciale, si può sempre calcolare il
rendimento

Acquistare un'obbligazione con rendimento y è equivalente a investire il denaro ad un tasso di interesse


costante garantito i = y

Poiché un risparmiatore ha sempre la possibilità di acquistare un’obbligazione pubblica , prestando il


proprio denaro sul mercato della moneta, o depositare la somma corrispondente presso una banca, il
rendimento di un titolo di Stato sarà sempre molto vicino al tasso di interesse osservato sul mercato della
moneta. Se così non fosse, chi opera su questi mercati convertirebbe le proprie attività da un impiego
all’altro con operazioni di arbitraggio fino a far coincidere tra loro i rendimenti.

Quindi:

 Se P > VA nessuno vuole comprare il titolo

→ investendo P al tasso y, si ottengono flussi di pagamento maggiori di C e F

 Se P < VA nessuno vuole vendere il titolo e tutti vogliono comprarlo

→ comprando si hanno flussi di pagamento futuri per i quali una banca chiederebbe un investimento
maggiore

C'è dunque una relazione inversa tra prezzo del titolo e tasso di interesse

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Questa relazione genera un rischio nell'acquisto del titolo

→ se dopo l'acquisto, y aumenta, il titolo perde valore

Le principali voci di costi e ricavi:

 Costi operativi: includono i costi amministrativi dell'attività di concessione di credito

 Interessi passivi: dovuti sulle passività della banca, tra cui i depositi e gli altri debiti

 Ricavi: costituiti dai rimborsi dei prestiti concessi e dagli interessi che tali prestiti maturano

 Rendimento atteso: ritorno economico sui prestiti concessi, considerando il rischio di


inadempimento da parte dei debitori
Tanto maggiore sarà il rischio associato ai crediti concessi (rischio di credito), quanto più ampio sarà il
markup

La profittabilità dell'attività bancaria dipende dalla differenza tra il costo di finanziamento e il ritorno sui
prestiti

La banca fa profitti prestando e prendendo a prestito:

 I prestiti ottenuti dalla banca sono dal lato delle passività

 I prestiti concessi a famiglie e imprese sono sul lato attività

Sezione delle attività:

 Contanti e riserve presso la banca centrale: rappresentati dal contante in cassa e dal saldo del
conto corrente che la banca detiene presso la banca centrale (fondi immediatamente accessibili)

 Attività finanziare possedute dalla banca: possono essere usate come garanzia per ottenere
prestiti nel mercato della moneta

 Prestiti ad altre banche

 Prestiti a famiglie e imprese: costituiscono il core business della banca (attività principale)

 Immobilizzazioni materiali: edifici e attrezzature di proprietà della banca

Sezione delle passività:

 Depositi bancari

 Prestiti garantiti e non garantiti: ciò che viene preso in prestito nel mercato della moneta da
famiglie, imprese e altre banche

 Patrimonio netto (equity)

Un modo per descrivere l'affidabilità finanziaria di una società è quello di valutare il suo rapporto di
indebitamento (leverage)

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→ rapporto tra il totale delle attività e il patrimonio netto

Individui e imprese prendono denaro in prestito per finanziare i loro acquisti

Maggiore è il costo del finanziamento (rappresentato dal tasso di interesse), minore è il livello corrente di
spesa

TASSI DI INTERESSE E SPESA PER CONSUMI:

 Il grafico di dx mostra il livello di consumo oggi in corrispondenza di diversi livelli del tasso di
interesse

 La domanda dei prestiti di Giulia decresce al crescere del tasso di interesse, e lo stesso fanno i
consumi correnti

Una variazione del tasso di interesse agisce dunque sul livello di spesa

Prestare denaro è un'attività rischiosa perché non sempre il prestito potrebbe essere rimborsato

→ fra creditore e debitore c'è una relazione principale-agente

→ il creditore non ha solitamente le possibilità di assicurarsi l'adempimento del debitore mediante un


contratto

Il creditore può comunque moderare il conflitto di interessi chiedendo al debitore di impegnarsi nel
progetto con la propria ricchezza
Un'altra possibilità per il principale è quella di richiedere una garanzia patrimoniale (es. ipoteca), per cui la
proprietà di un bene verrà trasferita al creditore in caso di insolvenza

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L'utilizzo di capitale proprio e le garanzie patrimoniale riducono il conflitto di interessi tra i due soggetti;
quando la sua ricchezza è a rischio, il debitore:

 Sarà maggiormente incentivato a impegnarsi nel successo del progetto

 Invierà un segnale al creditore, sul fatto che il progetto è buono e realizzabile

C'è un ostacolo: se il debitore possiede ricchezza può usarla anche come credito (improbabile che detenga
ricchezza)

Il creditore può anche decidere di negare il prestito se non si sente sicuro

→ razionamento del credito, quando le richieste di credito dei soggetti con minore ricchezza vengono
rigettate, o accettate a condizioni più sfavorevoli

Nel caso in cui il soggetto non riesce ad ottenere il prestito si parla di esclusione dal credito

Se invece il prestito viene erogato, ma a condizioni meno favorevoli, si parla di accesso limitato al credito

RICCHEZZA, QUALITÀ DEL PROGETTO E CREDITO:

Molto prima che esistessero datori di lavoro, lavoratori e disoccupati, c'erano creditori e debitori

Si può analizzare la disuguaglianza tra i due attraverso la curva di Lorenz e il coefficiente di Gini

ESEMPIO:

 Economia in cui 90 agricoltori si indebitano con 10 prestatori di denaro e utilizzano i fondi per
finanziare le coltivazioni

 Il raccolto è venduto per un ammontare superiore al valore del prestito, così che per ogni euro
investito gli agricoltori ottengono 1+∏

 Dopo il raccolto, gli agricoltori rimborsano il prestito comprensivo degli interessi calcolati al tasso i

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→ si semplifica il tutto assumendo che tutti i prestiti vengano ripagati, e che tutti i creditori prestino la
stessa quantità di denaro

 Il reddito di ogni agricoltore è pari a ∏

→ questo viene diviso tra i creditori, che ricevono un reddito i per ogni euro prestato, e gli agricoltori, cui
spetta la quota restante ∏-i

Frazione di reddito totale che va ai creditori ammonta a i/∏ , quella che va ai debitori a 1-(i-∏)

Se i=0.10 e ∏=0.15, allora i creditori entrano in possesso di 2/3 del reddito, mentre gli agricoltori di 1/3

Il coefficiente di Gini è pari a 0.57

Che effetto produce l'esclusione dal credito di alcuni soggetti sulla curva di Lorenz e sull'indice di Gini?

Immaginando che 40 contadini non abbiano accesso al credito, l'indice di Gini aumenta da 0.57 a 0.70

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CAPITOLO 13: FLUTTUAZIONI ECONOMICHE E DISOCCUPAZIONE

È già stato utilizzato il PIL pro capite nel capitolo 1 per analizzarne la crescita nel lungo periodo

PIL PRO CAPITE BEL REGNO UNITO (1875-2014):

Nel grafico di dx, la pendenza della curva (retta nera tratteggiata) rappresenta il tasso medio di crescita
annuo dal 1921 al 2014

NB. La retta tracciata utilizzando la serie logaritmica dal 1875 al 1914 è più piatta della retta che parte dal
1921

→ il tasso medio annuo di crescita in quel periodo è stato solo dello 0.9%

Guardando il grafico a sx, è difficile dire se l'economia stesse crescendo ad un ritmo costante, accelerando
o diminuendo

→ per questo si usa la scala logaritmica

→ la pendenza della retta nera tratteggiata rappresenta il tasso medio annuo di crescita della serie

CRESCITA DEL PIL E TASSO DI DISOCCUPAZIONE NEL REGNO UNITO (1975-2014):

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 Il grafico sopra mostra la crescita del PIL, quello sotto mostra il tasso di disoccupazione

 I picchi negativi dei tassi di crescita del PIL si notano dopo la fine delle due guerre mondiali, e dopo
le crisi del 1929 e del 2008

 La seconda crisi (2008) arriva al termine di un periodo di relativa stabilità (great moderation)

 I picchi della disoccupazione tendono ad essere sincronizzati con i picchi negativi dei tassi di
crescita

→ ciò non accade in modo sistematico:

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inizio anni '90 → jobless-growth → la disoccupazione e i tassi di crescita del PIL si muovono insieme

La crescita economica non è, quindi, un processo omogeneo

→ si parla spesso di fasi di boom o di recessione

Due definizione di recessione:

1. La produzione diminuisce, e la recessione termina quando l'economia comincia di nuovo a crescere


(NBER: National Bureau of Economic Research)

2. Il livello di produzione è inferiore al suo livello normale, anche se l'economia sta crescendo e
termina solo quando il prodotto cresce abbastanza da tornare al livello normale → problema di
costituire il livello normale

Il passaggio da una fase di espansione ad una di recessione ecc. è conosciuto come CICLO ECONOMICO

LEGGE DI OKUN: mostra la relazione (decrescente) tra la variazione del tasso di disoccupazione e il tasso di
crescita del PIL:

Δy
∆u = α − β ( ) Δu = variazione del tasso di disoccupazione α = intercetta β
y
= coefficiente di Okun y = PIL

→ Arthur Okun notò che quando la crescita dell'output di un paese era elevata, la disoccupazione tendeva
a scendere

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 L'asse verticale rappresenta la variazione del tasso di disoccupazione

 L'asse orizzontale rappresenta il tasso di crescita del PIL

 A una maggiore crescita della produzione corrisponde una diminuzione della disoccupazione

 In ciascun grafico, la retta rappresenta la migliore approssimazione lineare dei dati

 Es. negli Stati Uniti la pendenza della retta implica che, in media, un aumento dell'1% nella crescita
della produzione fa diminuire il tasso di disoccupazione di circa 0.39 punti percentuali

→ coefficiente di Okun: -0.39

 Il puntino rosso in goni grafico mostra la variazione del PIL reale e della disoccupazione tra 2008 e
2009

→ dopo quegli anni, come previsto dalla legge di Okun , la disoccupazione è cresciuta in maniera
significativa tranne in Germania

 Le economie meno sviluppate sono state colpite meno dalla crisi

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LA RELAZIONE TRA PRODUZIONE, DISOCCUPAZIONE E BENESSERE PUÒ ESSERE RIASSUNTA COSÌ:

Ci sono tre diversi modi per stimare il PIL:

1. Spesa: la spesa totale effettuata da famiglie, imprese, Stato e residenti in altri Paesi per l'acquisto di
beni e servizi prodotti nell'economia nazionale di riferimento

2. Produzione: il totale prodotto dai settori che operano nell'economia nazionale

→ la produzione viene misurata tramite il valore aggiunto di ogni settore

→ il costo di beni e servizi usati come input nella produzione viene sottratto dal valore dell'output

→ tali input saranno compresi nel calcolo del valore aggiunto di altri settori, il che evita che alcuni output
possono essere calcolati più volte nella misurazione della produzione dell'intera economia

3. Reddito: la somma di tutti i redditi percepiti, inclusi salari, profitti e redditi dei lavoratori autonomi
e le imposte ricevute dallo Stato

La relazione tra consumi, produzione e reddito può essere rappresentata come un flusso circolare

Il PIL può essere definito, quindi, secondo una qualsiasi tra queste prospettive

NB. La definizione di PIL comprende le esportazioni ed esclude le importazioni:

 Come valore aggiunto alla produzione interna o come spesa per beni e servizi prodotti all'interno
del Paese

 Come reddito dovuto ai produttori del Paese

NB. Il modello circolare in figura comprende solo famiglie e imprese, ma succede in maniera analoga tra lo
Stato e i servizi pubblici

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Il consumo e la produzione di questi servizi possono essere visualizzati usando il modello del flusso
circolare:

 Dalle famiglie allo Stato: le famiglie pagano le imposte

 Dallo Stato alle famiglie: le imposte sono usate per finanziare la produzione di servizi pubblici forniti
alle famiglie

Esempio: i cittadini pagano in media 15000€ all'anno in imposte (spesa), queste costituiscono entrate dello
Stato per 15000€ (reddito), che lo Stato usa per produrre beni e servizi pubblici il cui valore è 15000€
(valore aggiunto)

Componenti del PIL dal lato della spesa:

 Consumi (C): sono gli acquisti di beni e servizi effettuati dalle famiglie

→ i beni sono normalmente cose tangibili, i servizi sono acquisti di natura intangibile

 Spesa pubblica (G): è la spesa dei consumi e investimenti da parte dello Stato, che consiste in
governo centrale e locale, spesso chiamata PA (pubblica amministrazione)

→ consiste nella costruzione di strade, scuola o armamenti

 Investimenti (I): sono la spesa da parte delle imprese in nuove attrezzature ed edifici commerciali,
nonché in strutture residenziali

→ i beni prodotti e rimasti invenduti sono investimenti che vengono registrati separatamente nei conti
nazionali, come variazione delle scorte o giacenze di magazzino

 Variazione delle scorte

 Esportazioni (X): sono i beni e i servizi prodotti internamente che vengono acquistati da famiglie,
imprese e PA degli altri Paesi

 Importazioni (M): sono i beni e i servizi prodotti in altri paesi e acquistati da famiglie, imprese e PA
dell'economia nazionale

DOMANDA AGGREGATA: C + I + G + X - M

Esportazioni nette (NX): sono la differenza tra il valore delle esportazioni e quelle delle importazioni (X - M)

→ bilancia commerciale

→ questa presenta un disavanzo commerciale se il valore delle esportazioni meno il valore delle
importazioni è negativo

→ presenta un avanzo commerciale se tale differenza è positiva

COME SI CALCOLA LA VARIAZIONE PERCENTUALE DEL PIL:

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ΔC ∆I ΔG ΔNX
Δy [( C ) C] [( I ) I] [( G ) G] [( NX ) NX]
= + + +
y y y y y

Esempio USA 2009:

PIL CONSUMI INVESTIMENTI SPESA PUBBLICA ESPORTAZIONI NETTE

2009 -2.08 -1.06 -3.52 -0.64 -1.10

 Nonostante gli investimenti costituiscano meno di un quinto del PIL statunitense, sono stati
importanti nello spiegare la contrazione dell'economia

 La spesa pubblica ha contribuito positivamente alla crescita del PIL

→ stimolo fiscale

 Anche le esportazioni nette hanno contribuito positivamente alla crescita del PIL

→ crisi meno avvertita nei paesi emergenti

Fluttuazioni endogene ed esogene

CICLO ENDOGENO: le fluttuazioni sono generate dai meccanismi interni al funzionamento dell'economia

CICLO ESOGENO: le fluttuazioni dipendono da shock, ovvero eventi inattesi, esterni all'economia

Esempio storico: il ruolo di shock metereologici, per un'economia agricola, è molto evidente sull'esito dei
raccolti

→ variabilità della produzione

→ UK 1550-1700

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Tra il 1552 e il 1553, il settore agricolo è cresciuto del 41% e il PIL è aumentato del 17%. Nel 1554, il settore
agricolo si è contratto del 16%, portando ad una contrazione dell'economia dell'8%

Esempio storico: in India, nel 1960, l'agricoltura costituiva il 43% dell'economia, mentre era solo il 17% nel
2014

→ i miglioramenti tecnologici hanno ridotto la variabilità della produzione agricola

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Le famiglie come possono far fronte a fluttuazioni che possono dimezzare i loro redditi da una stagione
all'altra? Si distinguono due casi:

1. La sorte, buona o cattiva, colpisce una singola famiglia

2. Un evento, positivo o negativo, colpisce l'intera economia

Nel primo caso, esistono due strategie per affrontare lo shock:

 Autoassicurarsi

 Condividere il rischio assicurandosi reciprocamente

Le modalità informali di condivisione del rischio tra famiglie e amici sono basate su reciprocità e fiducia

Queste strategie riflettono due aspetti importanti delle preferenze dei consumatori:

 Le persone preferiscono un flusso costante di consumi

 Le persone non sono totalmente egoiste

Nel secondo caso, la condivisione del rischio è ancora più necessaria

→ la sopravvivenza della comunità richiede che le famiglie che sono state relativamente rispariate
dall'evento avverso aiutino quelle più colpite duramente

Un fattore di stabilizzazione dell'economia è il desiderio delle famiglie di mantenere costante nel tempo il
livello del loro consumo di beni e servizi

→ per fare ciò bisogna prevedere in anticipo le proprie azioni

→ indebitarsi, risparmiare, assicurarsi

TEORIA DEL CICLO VITALE (FRANCO MODIGLIANI):

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Se l'individuo si trova ad affrontare uno shock:

 Permanente: si aggiusta il livello della retta rossa in alto o in basso, per riflettere il nuovo livello dei
consumi di lungo periodo dell'individuo, coerente con le nuove previsioni sul reddito

 Temporaneo: produce solo un piccolo cambiamento nel reddito complessivo nell'intero arco di
vita, quindi cambia ben poco

NB. Quando gli individui fanno considerazioni a lungo termine, gli shock si attenuano, ma ciò non sempre è
possibile a causa dell'incertezza

Ci sono altre tre circostanze che limitano la capacità delle famiglie di stabilizzare i loro consumi quando si
trovano ad affrontare shock del reddito:

1. Accesso limitato o esclusione dal credito

2. Scarsa autodisciplina

3. Condivisione del rischio limitata o impossibile

ACCESSO LIMITATO AL CREDITO:

Le famiglie con poca disponibilità economica non sempre riescono ad ottenere prestiti

→ sono proprio coloro che maggiormente necessitano di credito per mantenere il proprio livello di consumi
a essere impossibilitati a farlo

IL CONSUMO CON ACCESSO LIMITATO AL CREDITO:

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 In una famiglia che vuole stabilizzare i propri consumi, il consumo aumenta non appena viene
ricevuta la notizia dell'aumento del reddito

 Una famiglia che ha accesso limitato al credito deve aspettare fino all'aumento effettivo del reddito
prima di poter modificare il suo standard di vita

ESEMPIO:

Una famiglia riceve uno stesso reddito y (sia "oggi" che "domani")

Il tasso di interesse è r

La famiglia può chiedere in prestito e risparmiare

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 La pendenza della retta è -(1 + r)

→ vincolo di bilancio che rappresenta la frontiera del possibile

 La famiglia predilige consumare lo stesso ammontare oggi e domani

→ punto A: curva tangente al vincolo di bilancio

 Shock negativo

→ il reddito si sposta da y a y'

 Il nuovo vincolo di bilancio ha la stessa pendenza, e passa per A'

 La famiglia prende in prestito c'-y' oggi e restituisce (1+r)(c'-y') domani

 Il nuovo punto di equilibrio è A''

Tale esempio suggerisce che senza la possibilità di prestare o prendere in prestito, la famiglia non riuscirà
a stabilizzare i consumi nel tempo

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SCARSA AUTODISCIPLINA:

In futuro il reddito diminuirà

 Alla notizia dell'imminente riduzione del reddito, la famiglia che è in grado di stabilizzare i propri
consumi, comincia a risparmiare

 La famiglia con scarsa autodisciplina non reagisce alla notizia e mantiene alti i livelli di consumo fino
al momento in cui il reddito diminuisce

Si manca di forza di volontà

NB. Risparmiare è una forma di autoassicurazione

LIMITI ALLA POSSIBILITÀ DI CONDIVIDERE IL RISCHIO:

Uno shock negativo inatteso di reddito riduce il consumo se non ci sono meccanismi assicurativi privati o
pubblici

Il ruolo dei sussidi di disoccupazione è fondamentale

Esempio storico: esperienza della Germania dopo il 2009

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→ la domanda per la produzione delle imprese crollò, le ore dei lavoratori furono tagliate, ma, per effetto
delle politiche attuate dal governo e degli accordi tra imprese e lavoratori, pochissimi tedeschi persero il
lavoro e molti di coloro che continuarono a lavorare vennero retribuiti come se stessero lavorando più ore
di quelle effettive

→ a fronte di una caduta del reddito, non vi fu una corrispondente riduzione dei consumi e aumento della
disoccupazione

Al di là dell'esempio storico, i dati empirici mostrano che, nella maggior parte dei casi, le variazioni del
reddito si traducono in variazioni dei consumi delle famiglie

→ meccanismo di propagazione degli shock

Non esiste ragione per cui le imprese debbano stabilizzare le proprie spese nel tempo

→ le imprese investono quando ci sono nuove opportunità di profitto

NB. Gli investimenti da parte di un'impresa, spingono le altre imprese ad investire

→ le innovazioni sono incorporate in nuovi mezzi di produzione che richiedono di investire

→ il boom nel settore di chi adotta l'impresa si traduce in un investimento aggiuntivo nel settore
produttore dei mezzi di produzione che incorporano l'innovazione

NB. È cruciale il ruolo delle aspettative e della fiducia

L'investimento in nuove tecnologie può portare a una bolla del mercato azionario e ad un eccesso di
investimento in macchinari e attrezzature
I limiti di accessi al credito sono un'altra ragione per spiegare perché gli investimenti tendano ad addensarsi
in certi momenti, e perché sono volatili nell'aggregato

→ in un'economia in forte crescita, i profitti sono alti e le imprese possono usare questi profitti per
finanziare i progetti di investimento

ESEMPIO:

Ci sono due imprese A e B, che non usano a pieno ritmo macchinari e attrezzature

→ basso utilizzo della capacità produttiva

→ nessuna delle due assume nuovi dipendenti o installa nuovi macchinari

→ CIRCOLO VIZIOSO

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A e B decidono di assumere nello stesso momento

→ vengono impiegati più lavoratori

→ questi spendono di più

→ aumenta la domanda ed aumenta il profitto

→ CIRCOLO VIRTUOSO

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DECISIONI DI INVESTIMENTO:

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NB. Ci sono due equilibri di Nash (in alto a sx e in basso a dx)

→ GIOCO DI COORDINAMENTO: gioco in cui esistono due equilibri di Nash, uno dei quali domina l'altro dal
punto di vista paretiano

→ in questo caso è l'equilibrio in alto a sx

La definizione è particolarmente appropriata perché per passare dal circolo vizioso al circolo virtuoso, le
imprese devono coordinarsi, o sviluppare aspettative ottimistiche

→ questo tipo di ottimismo viene chiamato fiducia delle imprese

INVESTIMENTI E FIDUCIA DELLE IMPRESE NELL'EUROZONA (1996-2012):

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Dai dati dei conti nazionali si può notare che la spesa di consumo è più stabile e quella per investimenti più
volatile rispetto al PIL dell'economia nel suo insieme

TASSI DI CRESCITA DI CONSUMI, INVESTIMENTI E PIL NEL REGNO UNITO E NEGLI STATI UNITI,
PERCENTUALE ANNUA (1956-2012)

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TASSI DI CRESCITA DI CONSUMI, INVESTIMENTI E PIL IN MESSICO E SUDAFRICA (1961-2012):

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NB. In linea di massima, i picchi e le depressioni blu del PIL sono più ampi di quelli verdi del consumo, ma
questo è meno evidente nei paesi a reddito medio (o basso), forse perché le famiglie hanno un accesso al
credito più limitato e quindi sono meno capaci di indebitarsi per stabilizzare i propri consumi

Inoltre:

La spesa pubblica (G) non reagisce all'innovazione né fluttua in base alla fiducia delle imprese

→ risulta meno volatile degli investimenti

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La domanda per esportazioni fluttua insieme al ciclo economico di altri paesi ed è influenzata dalle
espansioni e recessioni dei paesi di destinazione per l'export

INFLAZIONE: aumento del livello generale dei prezzi dell'economia, solitamente misurato su un anno

DEFLAZIONE: se c'è una diminuzione dei prezzi (inflazione negativa)

INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO (IPC): misura il livello generale dei prezzi che i consumatori devono
pagare per i beni e servizi, incluse le imposte sui consumi

→ in Italia è calcolato dall'ISTAT (Istituto Centrale di Statistica)

→ le variazione dell'IPC vengono spesso considerate misure del cambiamento del costo della vita

L'IPC è basato su ciò che effettivamente viene acquistato dai consumatori

→ esclude le esportazioni, ma include le importazioni

La variazione dell'IPC nel corso dell'anno passato è solitamente usata come misura dell'inflazione

DEFLATORE DEL PIL: è un indice dei prezzi come l'IPC, ma considera il cambiamento dei prezzi di tutti i beni
e servizi finali prodotti nel Paese

→ segue le variazioni dei prezzi delle componenti del PIL (C + I + G + X - M), include le esportazioni ed
esclude le importazioni

→ è dato dal rapporto tra il PIL nominale (o a prezzi correnti) e il PIL reale (a prezzi costanti)

ESEMPI DI CALCOLO:

PILN2011 p1−2011 q1−2011 + p2−2011 q2−2011 + ⋯ + pn−2011 qn−2011


Deflatore2011 = =
PILR2011 p1−2010 q1−2011 + p2−2010 q2−2011 + ⋯ + pn−2010 q1−2011

∆P
Inflazione = = deflatore − 1
P

p1−2011 q1−2010 + p2−2011 q2−2010 + ⋯ + pn−2011 qn−2010


IPC =
p1−2010 q1−2010 + p2−2010 q2−2010 + ⋯ + pn−2010 qn−2010

Esempio storico: Regno Unito

Nell'economia britannica, l'inflazione è stata estremamente bassa in alcuni periodi, persino negativa per
gran parte del periodo compreso tra le due guerre, prima e dopo la Grande Depressione, e molto alta in
altri come dopo la WWI e nel 1975

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Livelli estremamente bassi (o negativi) di crescita economica sono associati a picchi del livello di
disoccupazione

CRESCITA DEL PIL NEL REGNO UNITO (1975-2014):

TASSO DI DISOCCUPAZIONE NEL REGNO UNITO (1945-2014):

TASSO DI INFLAZIONE NEL REGNO UNITO (1975-2014):

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LIVELLI DI INFLAZIONE E VOLATILITÀ IN ECONOMIE AD ALTO E BASO REDDITO:

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CAPITOLO 14: DISOCCUPAZIONE E POLITICA FISCALE

FLUTTUAZIONI DELLA PRODUZIONE E DIMENSIONE DEL SETTORE PUBBLICO NEGLI STATI UNITI (1870-
2015):

 Attenuazione dell'economia dopo la WWII, contemporaneamente all'accresciuto ruolo dello Stato


nella suddetta materia

 La percentuale di lavoratori occupati nel settore agricolo (causa di volatilità dell'economia) si è


ridotta dal 50% del 1870 al 20% all'inizio della WWII

→ i dati non indicano, però, un aumento della stabilità dell'economia in quel periodo

 Il fatto che le fluttuazione della produzione si sia drasticamente ridotta contemporaneamente


all'aumento del ruolo dello Stato non è sufficiente per affermare che un aumento della spesa
pubblica stabilizzi l'economia

→ la correlazione statistica non implica la causalità

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 Il grande aumento nella dimensione del settore pubblico dopo la WWII è stato accompagnato dalla
riduzione della ampiezza delle fluttuazione dei cicli economici

 Dopo il 1990 e fino alla crisi finanziaria globale del 2008, l'andamento del ciclo economico nelle
economia avanzate diventò ancora più piatto

→ periodo detto Grande moderazione

In un'economia capitalista la spesa privata in investimenti è determinata dalle aspettative dei profitti futuri,
al netto della tassazione

Gli investimenti tendono a presentarsi a ondate, per due ragioni principali:

 Più imprese potrebbero adottare contemporaneamente una nuova tecnologia

 Le imprese potrebbero avere aspettative simili sulla domanda futura

RICORDA: cambiamenti nel reddito corrente influenzano la spesa, aumentando a loro volta il reddito di
qualcun altro e generando effetti indiretti nell'economia che amplificano l'effetto diretto dello shock sulla
domanda aggregata generato da un aumento degli investimenti

Per valutare l'impatto totale, diretto e indiretto, di un aumento della spesa per investimenti o di una
riduzione della spesa pubblica, gli economisti utilizzano il concetto di moltiplicatore
Con tale termine si indica comunemente anche il rapporto tra l'effetto complessivo, diretto e indiretto,
sul PIL e l'aumento iniziale della spesa, in questo caso per investimenti

Quindi, il moltiplicatore:

 È uguale a uno quando l'aumento totale del PIL è uguale all'aumento iniziale degli investimenti

 È maggiore/minore di uno quando l'aumento totale del PIL è maggiore/minore dell'iniziale


aumento degli investimenti

MODELLO:

L'intervento pubblico e il commercio nazionale sono esclusi; sono possibili solo due tipi di spesa (consumi e
investimenti); il consumo aggregato è formato da:

 Un ammontare fisso, corrispondente a quanto gli individui spendono indipendentemente dal


proprio reddito

→ consumo autonomo (c0 nel grafico)

 Un ammontare variabile, che dipende dal reddito corrente

LA FUNZIONE DEL CONSUMO AGGREGATO:

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Consumo aggregato = consumo autonomo + consumo che dipende dal reddito

C = c0+c1Y

c1 = indica l'effetto sul consumo aggregato di un'unità addizionale di reddito, e vene definito propensione
marginale al consumo

→ questa è rappresentata dalla pendenza della retta

→ una retta più ripida indica una maggiore risposta dei consumi a una variazione del reddito

→ una retta più piatta significa che le famiglie stanno dilazionando i propri consumi in modo da mantenerli
stabili al variare del reddito

NB. Si assume, in questo caso, che la propensione al consumo sia positiva, ma minore di uno

→ in caso di aumento del reddito, solo una parte del reddito aggiuntivo verrà consumata, mentre la parte
restante sarà risparmiata

c1 = 0.6

→ ciò vuol dire che un'unità addizionale di reddito incrementa i consumi di 1€ x 0.6 = 60 cent

La propensione marginale al consumo per il gruppo di famiglie con ricchezza limitata è vicino allo 0.8;
invece, per le famiglie più ricche, un aumento di 1€ farebbe aumentare il consumo solo di qualche
centesimo

NB. Le aspettative riguardo il reddito futuro, che rendono più ottimisti, rientrano nel consumo autonomo

EQUILIBRIO NEL MERCATO DEI BENI: IL GRAFICO DEL MOLTIPLICATORE

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 Asse orizzontale: livello di produzione dal sistema economico

 Asse verticale: domanda per la produzione

 Il punto A rappresenta un possibile equilibrio nel mercato di beni

 La retta a 45° mostra tutte le combinazione nelle quali la produzione è uguale alla domanda
aggregata, ovvero tutte le possibili combinazioni di equilibrio

 La prima componente della domanda aggregata sono i consumi (retta rossa più bassa)

 Ai consumi vengono aggiunti gli investimenti, e questo fa traslare la retta rossa verso l'alto

Parlando di flusso circolare, è già stato detto che, nel sistema economico, la spesa per beni e servizi
(domanda aggregata) è uguale alla produzione di tali beni e servizi (produzione aggregata)

→ produzione = domanda aggregata per beni e servizi prodotti nell'economia → Y = DA

Ma su quale punto della bisettrice si trova il sistema economico?

Assumendo che le imprese siano disposte a produrre qualsiasi quantità di beni richiesta, bisogna analizzare
le singole componenti della domanda aggregata; essa, in questo modello, si compone di:
 Consumi: dato che la propensione marginale al consumo è minore di uno, la retta del consumo è
più piatta rispetto alla bisettrice (che ha coefficiente pari a 1)

 Investimenti: non dipendono dal livello della produzione (in questo caso)

Equazione della domanda aggregata:

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Domanda aggregata = consumi + investimenti

DA = C + I = c0 + c1Y + I

Si nota, come già detto, che l'aggiunta degli investimenti alla retta del consumo ne provoca semplicemente
la traslazione verso l'alto

→ da questo punto di vista, gli investimenti sono simili al consumo autonomo

Visto che la produzione è uguale alla domanda aggregata (bisettrice), e la domanda aggregata è pari alla
linea più piatta (c0 + c1Y + I), il sistema economico si deve trovare nel punto A, in corrispondenza del quale le
due rette si intersecano

IL MOLTIPLICATORE IN AZIONE: UNA RECESSIONE CAUSATA DA UNA RIDUZIONE DEGLI INVESTIMENTI:

 Inizialmente, l'economia si trova nel punto A, in equilibrio

 Una riduzione degli investimenti fa diminuire la domanda aggregata di 1.5 miliardi di euro, e quindi
l'economia trasla dal punto A al punto B

 Riducendosi la domanda, le imprese tagliano la produzione e l'occupazione; il reddito diminuisce di


un ammontare equivalente, e c'è lo spostamento dal punto B al punto C

 Le famiglie subiscono una riduzione dei redditi e molte di esse, avendo accesso limitato al credito,
riducono i consumi; l'equazione del consumo mostra che questo comportamento porta ad una
riduzione iniziale del consumo aggregato pari a 0.6 volte la riduzione del reddito, equivalente alla
distanza tra il punto C e il punto D

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 Le imprese reagiscono tagliando la produzione; l'output diminuisce e l'economia si muove dal punto
D al punto E

 Il processo continua finché non si raggiunge il punto Z

 La nuova retta della domanda aggregata passa per il punto Z e individua il nuovo equilibrio
dell'economia determinato dallo shock iniziale degli investimenti

 La riduzione totale della produzione a seguito dello shock eccede l'iniziale diminuzione degli
investimenti: la produzione è diminuita di 3.75 miliardi

 La variazione complessiva dell'output è pari a 2.5 volte la variazione iniziale degli investimenti

RIASSUMENDO:
 Una diminuzione della domanda causa una riduzione della produzione e un'equivalente riduzione
del reddito: questo porta ad un'ulteriore (ma minore) riduzione della domanda, che produce
un'ulteriore riduzione della produzione e così via

 Il moltiplicatore è dato quindi dalla somma di tutte queste successive riduzione della produzione:
alla fine del processo, la produzione è diminuita di un ammontare più grande rispetto all'iniziale
riduzione della domanda

 La produzione si adatta alla domanda: le imprese offrono l'intera quantità di beni domandata al
prezzo corrente; quando la domanda diminuisce, le imprese agiscono diminuendo la produzione; il
modello assume che le imprese non varino i prezzi dei beni che producono

Si può vedere l'effetto sulla produzione di una variazione della componente autonoma della domanda
aggregata combinando le equazioni che determinano le rette nel grafico del moltiplicatore:

Y = DA = C + I = c0 + c1Y + I

Y(1 - c1) = c0 + I

Se si divide tutto per (1 - c1) si ottiene:


1
Y= (c + I)
1 − c1 0

Così si è in grado di calcolare di quanto aumenterà o diminuirà la produzione aggregata moltiplicando il


valore del moltiplicatore per la variazione della domanda autonoma

Variazione dell'output:

ΔY = kΔI

ΔY = variazione dell'output, pari a k

K = valore del moltiplicatore

ΔI= variazione degli investimenti

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Una traslazione della domanda aggregata potrebbe essere causata da una variazione del consumo
autonomo

Dietro il consumo autonomo c'è:

 Il valore attuale dei redditi futuri da cui si può prendere a prestito per finanziare il consumo
corrente

 Il livello di ricchezza corrente finanziaria e reale, cui è possibile attingere direttamente

Dunque, il consumo è funzione di reddito corrente e ricchezza (due variabili)

→ per questa via, cadute del mercato azionario o immobiliare possono far ridurre il consumo corrente

LA DOMANDA AGGREGATA DURANTE LA GRANDE DEPRESSIONE: IL MOLTIPLICATORE E I PROCESSI DI


FEEDBACK POSITIVO

 Il punto A rappresenta la situazione iniziale dell'economia

 La caduta degli investimenti provoca una traslazione della curva della domanda aggregata dal livello
pre-crisi a quello di crisi

 Se fosse stata una recessione normale, l'economia si sarebbe spostata nel punto B
 L'output diminuì molto di più di quanto possa essere spiegato solo attraverso il moltiplicatore, fino
al punto C

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La riduzione del consumo avvenne in due differenti passaggi:

1. Lo spostamento da A a B: in seguito alla diminuzione della produzione, alcune famiglie tagliarono


la spesa per i beni di consumo durevoli perché, essendo soggetti a limiti nell'accesso al credito non
avevano la possibilità di indebitarsi per affrontare il momento di difficoltà; alcuni economisti hanno
stimato che in quel momento storico il valore del moltiplicatore fosse di circa 1.8

2. Lo spostamento da B a C: anche le famiglie che avevano mantenuto il lavoro tagliarono le proprie


spese in quanto stava divenendo sempre più chiaro che la depressione era la nuova normalità e
non si trattava di uno shock temporaneo; questo fece traslare la funzione del consumo verso il
basso e trascinò l'economia ulteriormente in depressione

Cause della Grande Depressione:

 L'incertezza riguardo allo stato dell'economia dopo il Wall Street Crash del 1929

 Il pessimismo e il desiderio di aumentare i propri risparmi

 La crisi bancaria e il collasso del credito

Per spiegare perché anche le famiglie senza limiti di accesso al credito ridussero i propri consumi, bisogna
analizzare la composizione della ricchezza o dei beni delle famiglie

NB. Se la ricchezza obiettivo è maggiore della ricchezza attesa, la famiglia aumenterà il proprio risparmio,
diminuendo i consumi
NB. Se la ricchezza obiettivo è minore della ricchezza attesa, la famiglia ridurrà il proprio risparmi,
aumentando i consumi

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 La ricchezza complessiva della famiglia è data dai redditi da lavoro futuri attesi, dalla ricchezza
finanziaria e dalla ricchezza immobiliare netta

 Il patrimonio netto è dato dalla somma tra della ricchezza immobiliare netta e dalla ricchezza
finanziaria

 Il valore netto dell'abitazione è dato dal valore dell'abitazione meno il debito (che in questo caso è
intesolo solo come mutuo) che la famiglia deve ancora alla banca

 La ricchezza complessiva è pari alla ricchezza obiettivo

DURANTE LA GRANDE DEPRESSIONE:

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 Inizialmente, le famiglie stavano prendendo decisioni di consumo in linea con le loro aspettative
riguardo al proprio patrimonio e i ricavi da lavoro futuri, e ciò è evidenziato dal fatto che la
ricchezza totale è uguale alla ricchezza obiettivo

 Alla fine del 1929 la recessione aveva mutato le aspettative

 Ne derivò uno scarto tra la ricchezza obiettivo delle famiglie e la loro ricchezza attesa complessiva;
le famiglie aumentarono i loro risparmi

In che modo le imprese prendono le loro decisioni di investimento? Per un manager o un proprietario ci
sono quattro possibili scelte:

1. Distribuirli: usare i fondi per aumentare le remunerazioni dei manager o dei lavoratori, oppure per
pagare i dividendi agli azionisti

2. Risparmiare: usare i fondi per comprare un'attività finanziaria che produca interessi, come ad
esempio un'obbligazione, oppure per ridurre lo stock di debito dell'impresa

3. Investire all'estero: costruire nuova capacità produttiva in un paese estero

4. Investire nel proprio paese: costruire nuova capacità produttiva nel proprio paese

La quarta scelta è quella che coinvolge gli investimenti nel modello considerato, per cui:

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 Il proprietario dell'impresa può scegliere fra aumentare il consumo ora o rimandare l'aumento di
consumo il futuro

 Se rimanda il consumo può risparmiare o investire in un nuovo progetto

 Se investe deve decidere di farlo nel proprio paese o all'estero

La desiderabilità di consumare di più oggi piuttosto che in futuro dipende dal tasso di sconto intertemporale
ρ del proprietario

→ il proprietario dell'impresa valuterà questa possibilità considerando il rendimento che può ottenere
rinunciando a consumare ora

→ se l'imprenditore decidesse di risparmiare, acquistando un'attività finanziaria, il suo ricavo sarebbe dato
dal tasso di interesse r

→ se egli investisse in capacità produttiva, il guadagno sarebbe invece dato dal tasso di profitto
dell'investimento ∏

 Se ρ è maggiore di r e di ∏, il proprietario deciderà di distribuire i profitti come dividendi e


aumentare i propri consumi

 Se r è maggiore di ρ e di ∏, la decisione sarà quella di estinguere un debito o di acquistare


un'attività finanziaria

 Se ∏ è maggiore di ρ e di r, il proprietario decide di investire (nel proprio paese o all'estero)

NB. Se si ha del denaro disponibile, il tasso di interesse è il costo opportunità di usarlo per acquistare ciò
che produce lo stock di capitale, invece di risparmiarlo ottenendo un rendimento r

NB. Se non si ha denaro disponibile, il tasso di interesse r è il costo di prenderlo in prestito per effettuare
l'investimento

NB. Un tasso di interesse maggiore riduce gli investimenti, mentre un tasso minore li aumenta

INVESTIMENTI, TASSO DI PROFITTO ATTESO E TASSO DI INTERESSE IN UN'ECONOMIA CON DUE IMPRESE:

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 Entrambe le imprese hanno a disposizioni tre progetti in cui poter investire

 Con il tasso di interesse al 5%, l'impresa A investe nel progetto uno, e l'impresa B non investe in
niente

 Con il tasso di interesse al 2%, l'impresa A investe sia nel progetto uno che nel due, l'impresa B
investe in tutti e tre i suoi progetti

 La parte inferiore del grafico aggrega le due imprese

→ l'investimento complessivo nell'economia aumenta dopo una riduzione del tasso di interesse, in quanto
vengono realizzati 5 progetti

EFFETTO SULL'INVESTIMENTO AGGREGATO DI UN AUMENTO DEL TASSO DI PROFITTO ATTESO DI ALCUNI


PROGETTI (EFFETTO SUL LATO OFFERTA):

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 Con un tasso pari al 5%, solo un progetto viene realizzato


 Il tasso di profitto atteso di ciascun progetto può aumentare a causa del miglioramento nelle
condizione dal lato dell'offerta dell'economia (es. impiego di un nuovo innovativo sistema di
produzione)

→ si alzano le colonne

 Con lo stesso tasso di interesse, gli investimenti aumentano e vengono realizzati in totale 3 progetti

EFFETTO SUGLI INVESTIMENTI DI UN AUMENTO DEL LIVELLO DI CAPACITÀ DESIDERATO (CAMBIAMENTO


DAL LATO DOMANDA):

 Il tasso iniziale di interesse è del 2%


 Con l'aumento della domanda, l'altezza delle colonne rimane inalterata, ma la loro ampiezza (che
rappresenta l'ammontare di investimento profittevole nei diversi progetti), è aumentata

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→ ciò può essere dovuto ad un aumento permanente della domanda nel caso in cui la capacità produttiva
disponibile non sia sufficiente a far fronte alle nuove vendite previste, per cui occorre aumentare la
capacità produttiva grazie a nuovi progetti d'investimento

LA FUNZIONE DELL'INVESTIMENTO AGGREGATO:

 In un'economia caratterizzata da diverse migliaia di imprese, si può rappresentare l'insieme dei


potenziali progetti d'investimento con una retta decrescente → funzione dell'investimento
aggregato

 In risposta ad una riduzione del tasso di interesse, gli investimenti aumentano da C ad E

 Se migliorano le aspettative di profitti, la curva dell'investimento aggregato trasla verso dx

 Se il tasso di interesse rimane fisso al 4%, gli investimenti aumentano da C a D

NB. Nella realtà, l'investimento non sembra essere eccessivamente sensibile a cambiamenti nel tasso di
interesse; le variazioni dal lato della domanda svolgono un ruolo più rilevante

Ora si possono aggiungere al modello il settore pubblico e la banca centrale, in modo da mostrare in che
modo essi possano stabilizzare (o destabilizzare) l'economia in seguito ad uno shock

Ricorda: DA = consumi + investimenti + spesa pubblica + esportazioni nette

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CONSUMI: la spesa per consumi delle famiglie dipende dal loro reddito al netto della tassazione

Con l'imposizione di un'imposta proporzionale al reddito di aliquota t, il reddito dopo il pagamento delle
imposte (reddito disponibile) sarà (1 - t)Y

La propensione marginale al consumo c1 esprimerà ora la frazione del reddito disponibile (e non del reddito
lordo) consumata, per cui la funzione del consumo aggregato sarà:

C = c0 + c1(1-t)Y

I fattori che incidono sul consumo sono la ricchezza attesa e la ricchezza obiettivo, la capacità di accesso al
mercato del credito e le variazione del tasso di interesse; hanno l'effetto di traslare la funzione del consumo
aggregato nel grafico del moltiplicatore

INVESTIMENTI: la spesa per investimenti è influenzata dal tasso di interesse e dai profitti attesi al netto
della tassazione

La funzione dell'investimento aggregato è tale che:

 La spesa per investimenti dipende dal tasso d'interesse e dal tasso di profitto netto atteso

 Ceteris paribus, un tasso d'interesse maggiore riduce la spesa per investimenti facendo spostare
verso il basso la curva della domanda aggregata

 Un tasso di profitto netto atteso maggiore fa aumentare la spesa per investimenti, facendo traslare
verso l'alto la curva della domanda aggregata

SPESA PUBBLICA: la maggior parte della spesa pubblica è diretta a finanziare i servizi pubblici, il sistema
sanitario e l'istruzione

Il suo ammontare non varia al variare del reddito; tale grandezza è, quindi, considerata esogena

Nel grafico del moltiplicatore, un aumento della spesa pubblica fa traslare la curva della domanda
aggregata verso l'alto

ESPORTAZIONI NETTE: prodotti e servizi venduti all'estero sotto forma di esportazioni

L'ammontare di beni e servizi prodotti all'estero e domandati nell'economia (le sue importazioni)
dipendono dal reddito

La frazione di ogni utilità addizionale di reddito che viene spesa nelle importazioni prende il nome di
propensione marginale all'importazione (m), e assume valori compresi tra zero e uno

In formule: esportazioni nette = X - M = X - mY

NB. Se i costi di produzione in un paese diminuiscono in modo da poter vendere i suoi prodotti nel mercato
mondiale a un prezzo più basso di quello degli altri paesi, la domanda per le sue esportazioni aumenterà, e
la domanda interna di importazioni diminuirà

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Mettendo insieme tutte le componenti della domanda aggregata si ottiene:

AD = c0 + c1 (1 − t)Y + I + G + X + mY
1
Y= (c + I + G + X)
[(1 − c1 )(1 − t) + m] 0

RIASSUMENDO:

 Una maggiore propensione marginale all'importazione riduce il valore del moltiplicatore, rendendo
la curva della domanda aggregata più piatta

 Un aumento delle esportazioni fa traslare la curva della domanda aggregata verso l'alto nel grafico
del moltiplicatore

 Un aumento dell'aliquota fiscale t riduce il valore del moltiplicatore, rendendo la curva di domanda
più piatta

Sono quattro i modi principali attraverso i quali la spesa pubblica e la tassazione possono smorzare le
fluttuazione nell'economia:

 Dimensione del settore pubblico

 Sussidi di disoccupazione

 Intervento attivo dello Stato attraverso la politica fiscale (finalizzata a stabilizzare la domanda
aggregata)

→ è più usata la politica monetaria perché non deve passare il vaglio parlamentare

 Sistema di tassazione proporzionale

Sarebbe possibile per i lavoratori assicurarsi privatamente contro la possibilità di perdere il lavoro? No,
per almeno tre ragioni:

 Presenza di rischi correlati: durante una recessione, la perdita di posti di lavoro colpisce l'intera
popolazione, una compagnia di assicurazione privata non sarebbe in grado di far fronte a richieste
di risarcimento su tale scala

 Problemi di azione nascosta: la compagnia assicurativa non può sapere il motivo della perdita di
lavoro, quindi dovrebbe assicurare il lavoratore qualunque sia la causa, creando una situazione di
azzardo morale, poiché una persona perfettamente assicurata tenderà ad impegnarsi di meno sul
lavoro

 Problemi di informazione nascosta: se il lavoratore è a conoscenza del fatto che l'impresa in cui
lavora è in difficoltà causa un'asimmetria informativa, in quanto la compagnia assicurativa non ha
modo di saperlo; per cui i soggetti con buone prospettive eviteranno di assicurarsi, e agli
assicuratori rimarranno soltanto quelli con cattive prospettive lavorative

PARADOSSO DEL RISPARMIO E FALLACIA DI COMPOSIZIONE:

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Nel corso di una crisi, una famiglia tende a risparmiare e diminuisce i suoi consumi, ma Keynes mostrò che,
quando l'economia si trova in recessione, quel che appare saggio a livello di una singola famiglia (risparmio
precauzionale), non lo è per nulla quando si considerano le decisioni di politica economica

Se tutte le famiglie iniziano a risparmiare, tutte riducono i loro consumi; c'è riduzione del consumo
autonomo, e quindi riduzione della domanda aggregata; questo porta a livello di produzione, reddito e
occupazione più bassi

Quindi, il tentativo contemporaneo di tutte le famiglie di mettere soldi da parte, si traduce in un


peggioramento dell'economia generale → paradosso del risparmio

Il fatto che ciò che è vero per una parte dell'economia non sia vero per l'economia nel suo insieme è noto
come fallacia di composizione
Si può evitare questo effetto? Lo Stato può contribuire ad assorbire gli shock lasciando operare gli
stabilizzatori automatici, e può stimolare l’economia fino a quando la fiducia dei consumatori e delle
imprese non sarà aumentata e il settore privato non sarà nuovamente disposto a spendere. Il deficit di
bilancio aumenterà, ma, come Keynes comprese molto bene, ciò permetterà di evitare il peggioramento
della recessione

L'ESPANSIONE FISCALE PUÒ CONTROBILANCIARE UNA DIMINUZIONE DEL CONSUMO PRIVATO

 Il taglio delle imposte e l'aumento della spesa pubblica G durante una recessione rappresentano
forme di stimolo fiscale

→ il loro scopo è quello di contrastare la caduta della domanda aggregata del settore privato

 Un taglio delle imposte incoraggia il settore privato ad aumentare la spesa, mentre un aumento
della spesa pubblica G contribuisce direttamente alla domanda aggregata

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 L'economia si trova inizialmente nel punto A, dove la domanda è uguale alla produzione (equilibrio)

 L'economia entra in recessione in seguito ad una caduta della fiducia dei consumatori, che causa
una diminuzione del consumo autonomo → la retta della domanda aggregata trasla verso il basso e
l'economia si muove dal punto A al punto B
 Lo stato, per contrastare la riduzione della domanda aggregata, decide di aumentare la spesa
pubblica dal livello G al livello G'

→ la curva DA trasla verso l'alto e l'economia si muove dal punto B al punto C

Non è raro che gli stati scelgano di aumentare la tassazione o di tagliare le spese durante una recessione,
perché hanno paura che la recessione si rifletti sul bilancio

Il saldo del bilancio delle amministrazioni pubbliche è dato dalla differenza tra le entrate pubbliche T
(calcolate al netto della spesa per trasferimenti) e la spesa pubblica G per beni e servizi → T - G

Quando l'economia è in recessione, i trasferimenti governativi (es. sussidi di disoccupazione) aumentano,


mentre il gettito fiscale diminuisce → il bilancio, di conseguenza, peggiora e può andare in deficit

Quindi:

 Bilancio in pareggio: G = T

 Deficit o disavanzo di bilancio: G > T

 Avanzo di bilancio : G < T

NB. Quando il governo decide di ignorare l'effetto del peggioramento di bilancio e cerca di ridurre il proprio
deficit, probabilmente aggrava la recessione

MISURE DI AUSTERITÀ:

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 Lo Stato, durante una recessione, prova a consolidare il proprio bilancio, riducendo il deficit
attraverso un taglio della spesa

→ tale scelta, assieme a quella di aumentare la tassazione, viene indicata come politica di austerità

 L'economia si trova inizialmente nel punto A (equilibrio)

 L'economia entra in recessione, a causa di un calo della fiducia dei consumatori, che provoca una
riduzione del consumo autonomo

→ la retta trasla verso il basso, e l'economia si sposta dal punto A al punto B

 Lo Stato, nel tentativo di contrastare il peggioramento del proprio bilancio, decide di ridurre la sua
spesa da G a G'

→ questo alimenta la recessione, causando un ulteriore aumento dei trasferimenti e la riduzione del gettito
fiscale

NB. Ciò non vuol dire che lo Stato non debba mai imporre politiche d'austerità per ridurre il deficit, ma che
non dovrebbe farlo nel momento di una recessione

TABELLA RIASSUNTIVA:

I meccanismi di smorzamento I meccanismi di amplificazione rinforzano gli


controbilanciano lo shock (sono shock (possono essere destabilizzanti)
stabilizzanti)

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Decisioni del Distribuzione uniforme del consumo nel  Le restrizione nell'accesso


settore privato tempo al credito limitano la
capacità di distribuire i
consumi

 L'aumento del valore di


beni dati come garanzie
può aumentare la ricchezza
e far aumentare i consumi

 Un aumento della capacità


produttiva utilizzata in un
periodo di boom incoraggia
gli investimenti

Decisioni del  Stabilizzatori automatici  Limitare l'effetto degli


governo e della (es. sussidi di stabilizzatori automatici in
banca centrale disoccupazione) recessione

 Politiche anticicliche  Non spendere in deficit


(fiscali o monetarie) quando la domanda è
insufficiente senza generare
surplus nelle fasi di
espansione

Nel modello del moltiplicatore, la situazione usata è molto semplificata, ma quando si applica il modello al
mondo reale non esiste un singolo moltiplicatore valido per tutte le circostanze

Nel modello di domanda aggregata utilizzato, il moltiplicatore dipendeva soltanto dalla propensione
marginale al consumo, dalla propensione marginale all'importazione e dal livello di imposizione fiscale

Nella realtà, dipende anche da:

 Il tasso di utilizzo della capacità (la fase del ciclo economico): con risorse pienamente impiegate, un
aumento della spesa pubblica spiazzerebbe la spesa privata (es. aumento dei dipendenti pubblici -
moltiplicatore pari a zero)

 Aspettative del settore privato: il moltiplicatore potrebbe essere negativo se un deficit fiscale
crescente erodesse la fiducia dei consumatori

NB. Le famiglie e le imprese, spesso, anticipano le politiche

→ aumenti di tassazione futuri → risparmio → riduzione dell'efficacia dell'intervento

Il dibattito sul moltiplicatore:

 La crisi finanziaria del 2008 ha rivitalizzato il dibattito sulla dimensione del moltiplicatore (motivi:
inefficacia della politica monetaria; politiche di austerità)

 Dimensione del moltiplicatore: coloro a favore di un maggiore intervento pubblico sostengono che
il moltiplicatore sia elevato, coloro che vorrebbero limitarlo ritengono che sia piccolo

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 Che siano di stimolo o di austerità, l’efficacia delle politiche fiscali dipende, in modo cruciale, dalla
dimensione e dal segno del moltiplicatore

 Recenti studi suggeriscono che la dimensione del moltiplicatore può variare a seconda della fase
economica

 Verso un consenso sul fatto che durante una recessione il moltiplicatore sia maggiore di uno (come
nel nostro modello)

 Durante la crisi dell’Eurozona, tuttavia, alcuni paesi non avevano scelta perché avevano perso la
possibilità di indebitarsi (es. Italia)

Dal paradosso del risparmio si apprende che, per uno stato in recessione, è controproducente indebolire gli
stabilizzatori automatici dell'economia, e che l'uso di uno stimolo fiscale per sostenere la domanda
aggregata può essere giustificato durante una recessione, a condizione che il moltiplicatore sia maggiore di
uno

Dunque, perché le politiche di stimolo all'economia sono spesso perseguite da misure di austerità? La
ragione è il debito pubblico

ENTRATE: gli Stati raccolgono le imposte sul reddito, sui consumi, sulla ricchezza, ecc.

SPESE: includono la spesa per consumi pubblici come l'assistenza sanitaria, l'istruzione, la difesa e le opere
pubbliche come strade e scuole; includono anche i sussidi di disoccupazione, le pensioni e i sussidi di
invalidità
NB. Lo Stato deve pagare gli interessi sul proprio debito; sia i trasferimenti che gli interessi vengono pagati
attraverso le entrate statali, ma non fanno parte di G (ovvero non fanno parte del PIL), in quanto lo stato
non sta acquistando beni o servizi

AVANZO E DISAVANZO PRIMARIO:


Il deficit dello Stato al netto del pagamento degli interessi sul debito pubblico prende il nome di disavanzo
primario

Specularmente, quando le entrate sono maggiori della spesa al netto degli interessi si parla di avanzo
primario

Se la situazione iniziale è un saldo pari a zero, una crisi porta ad un disavanzo; in tal caso, lo Stato è
costretto a prendere in prestito le risorse necessarie per coprire il disavanzo

→ lo Stato prende denaro emettendo titoli di Stato che vengono acquistati da famiglie e imprese;
l'emissione si somma al debito pubblico

Solitamente i titoli di Stato sono un investimento sicuro, e il rischio di insolvenza è basso, ma quando
iniziano ad essere percepiti come rischiosi si può verificare una crisi del debito sovrano, come accadde nel
2010 nell'Eurozona

NB. I governi dei paesi colpiti da una crisi del proprio debito sovrano spesso non hanno alternative alle
politiche di rigore fiscale perché, nel momento in cui non sono più in grado di finanziare il proprio debito,
non possono spendere più di quanto le proprie entrate fiscali permettano

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Gli Stati, in ogni caso, a differenza delle famiglie, non sono costretti a restituire interamente il proprio
debito: quando un’emissione di titoli arriva a scadenza, lo Stato tipicamente ne emetterà di nuovi,
mantenendo lo stock di debito; a questa strategia di differimento, che prende il nome di rollover, fanno
spesso ricorso anche le imprese

Dato che i titoli di Stato vengono generalmente considerati sicuri, c’è sempre domanda di debito pubblico
da parte degli investitori privati

NB. Un rapporto debito/PIL che cresce indefinitamente è insostenibile, ma non esiste alcuna regola
specifica che indichi esattamente quanto debito è problematico

Rapporto debito/PIL:

 Il livello di indebitamento di uno Stato si misura rispetto alla dimensione della sua economia

 Il livello di indebitamento può ridursi:

o Se c'è un avanzo primario

o Se il PIL cresce più rapidamente del debito pubblico

o Se l'inflazione è elevata (il valore reale del debito si riduce)

→ questo perché i titoli di stato vengono ripagati in base al loro valore nominale

 Le tendenze demografiche influenzano l'andamento del rapporto debito/PIL (es. invecchiamento


della popolazione)

 Gli stimoli fiscali dovranno essere riassorbiti in futuro (quando l'economia sarà in una fase
espansiva), altrimenti c'è il rischio di aumento del rapporto debito/PIL

 Crisi e guerre aumentano il debito pubblico

 Se il tasso di crescita è minore del tasso di interesse è necessario un avanzo primario per
stabilizzare e ridurre il debito pubblico

 I tentativi di ridurre troppo rapidamente il rapporto debito/PIL potrebbero comprometterne la


crescita

Nelle economie moderne, ciò che succede nel resto del mondo non solo è una fonte di shock, ma influisce
anche sull'efficacia delle politiche economiche realizzate da ciascun paese

→ per evitare di compiere scelte sbagliate, le autorità politiche devono essere a conoscenza di queste
interazioni

IMPORTANZA DEI MERCATI ESTERI:

Le fluttuazioni economiche nei mercati esteri possono determinare, tramite l'effetto sulle esportazioni
nette (X - M), effetti positivi o negativi sulla domanda aggregata di un Paese

→ es. il rallentamento dell'Eurozona a causa della crisi del 2010, e a seguito della crisi globale del 2008, è
stato una delle principali cause della lentezza con la quale l'economia britannica è uscita dalla recessione

LE IMPORTAZIONI SMORZANO LE FLUTTUAZIONI INTERNE:

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Il valore del moltiplicatore si riduce con l'aumento della propensione marginale all'importazione

→ quando la domanda autonoma aumenta, viene stimolata la spesa, ma una parte di questa nuova spesa si
rivolge verso beni prodotti all'estero → ciò riduce l'effetto espansivo sulla domanda interna

L'APERTURA AGLI SCAMBI CON L'ESTERO LIMITA L'EFFICACIA DEGLI STIMOLI FISCALI:

L'apertura al commercio internazionale riduce inoltre la capacità dei governi di usare politiche espansive
durante una recessione

→ es. Francia degli anni '80, che aumenta G (spesa pubblica) e diminuisce t (aliquota fiscale)

SUCCESSI E FALLIMENTI DELLA POLITICA FISCALE ESPANSIVA FRANCESE (1980-1983):

 Le barre viola mostrano la produzione francese, quelle arancioni la produzione tedesca

 Ad un certo punto, in Francia, si viene a creare un disavanzo di bilancio, mentre in Germania il


bilancio rimase circa in pari

 La politica espansiva francese produsse un'inziale aumento della crescita francese, che fu
rapidamente riassorbita
 Questo perché le famiglie francesi aumentarono i consumi, ma per la maggior parte di essi furono
dirette all'estero (in Germania e Giappone)

 Ci fu, in Francia, un forte aumento delle importazioni, e della sua politica fiscale finirono per
beneficiare i suoi partner commerciali (effetto spillover)

 Forte pressione sul franco francese

→ il governo fu costretto a svalutarlo tre volte per aumentare la competitività dei prodotti francesi

 A questi eventi seguirono politiche di austerità

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 Questo chiarisce l'importanza del coordinamento

DOMANDA AGGREGATA E DISOCCUPAZIONE:

 Modello dal lato dell'offerta: spiega come il lavoro è utilizzato per la produzione di beni e servizi; è
incentrato sul mercato del lavoro, ne individua l'equilibrio a partire dalla curva della fissazione del
salario e da quella della fissazione del prezzo

 Modello dal lato della domanda: a partire dal meccanismo del moltiplicatore, spiega in che modo
le decisioni di spesa generano la domanda di beni e servizi e, di conseguenza, il livello della
produzione e dell'occupazione
Mettendo insieme questi due approcci, si può spiegare in che modo l'economia, durante il ciclo economico,
fluttui intorno all'equilibrio di lungo periodo del mercato del lavoro

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LATO DELL'OFFERTA E DELLA DOMANDA DELL'ECONOMIA:

 Il punto A è l'equilibrio (grafico superiore)

 Durante il ciclo economico l'economia tende a fluttuare intorno a tale punto e al corrispondente
livello del tasso di disoccupazione (pari al 5% nell'esempio del grafico superiore)

 Il grafico del mercato del lavoro (grafico superiore) sull'asse orizzontale riporta il numero dei
lavoratori, consentendo di misurare sia l'occupazione che la disoccupazione

 Il grafico del moltiplicatore (grafico inferiore) sull'asse orizzontale riporta la produzione

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 La funzione di produzione mette in relazione l'occupazione e la produzione

La funzione di produzione in questo caso è molto semplice: Y = λ x N

λ = produttività del lavoro (assunta costante)

Per poter sovrapporre i grafici del modello dell'offerta e della domanda bisogna assumere che λ = 1, e
quindi Y = N

Le fluttuazioni di breve periodo dell'occupazione sono causate da variazioni nella domanda aggregata

Quando l'occupazione è al di sotto del valore di equilibrio a causa di una domanda aggregata insufficiente,
la disoccupazione addizionale prende il nome di disoccupazione ciclica

Se c'è un eccesso di domanda, ci si trova al di sopra del livello di equilibrio del mercato del lavoro e si parla
di occupazione ciclica

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FLUTTUAZIONI CICLICHE ATTORNO ALLA DISOCCUPAZIONE DI EQUILIBRIO:

 L'economia si trova inizialmente nel punto A, con un tasso di disoccupazione del 5%

→ il livello di prodizione in tale punto è detto livello di produzione normale

 Se aumentano gli investimenti, la curva di domanda aggregata si muove fino a DA (alta)

→ produzione ed occupazione crescono e l'economia si sposta dal punto A al punto B

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→ durante la fase di espansione, la disoccupazione scende al di sotto del 5%

→ l'occupazione addizionale è detta occupazione ciclica

 Se la curva della domanda aggregata si sposta verso il basso, per effetto del moltiplicatore
produzione ed occupazione scendono al livello C

→ la disoccupazione supera la soglia del 5%

→ la disoccupazione addizionale è detta disoccupazione ciclica

NB. Nell'analisi del ciclo economico attraverso il moltiplicatore, sono state fatte ipotesi ceteris paribus

TABELLA RIASSUNTIVA:

Capitolo 13/14 14/15

Periodo Breve Medio

Cosa è esogeno Prezzi, salari, stock di capitale, Stock di capitale, tecnologia, istituzioni
tecnologia, istituzioni

Cosa è endogeno Occupazione, domanda Occupazione, domanda, produzione,


produzione prezzi, salari

Problema da affrontare I movimenti della domanda Gli spostamenti della domanda e


influenzano la disoccupazione dell'offerta influenzano
disoccupazione, inflazione e
disoccupazione di equilibrio

Politiche Lato domanda Lato domanda e lato offerta

Modello Moltiplicatore Mercato del lavoro, curva di Phillips

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CAPITOLO 15: INFLAZIONE, DISOCCUPAZIONE E POLITICA MONETARIA

INFLAZIONE ED ELEZIONI PRESIDENZIALI NEGLI STATI UNITI (1912-2012):

Il margine di vittoria di un candidato nelle elezioni presidenziali è inversamente correlato al tasso di


inflazione

→ è alto quando l'inflazione è bassa

Chi conduce la politica economica lavora per tenere inflazione e disoccupazione bassi, ma il sistema
economico tende a muoversi diversamente: quando la disoccupazione scende, l'inflazione tende a salire, e
viceversa

→ le politiche devono puntare a ciò che è fattibile e ciò comporta l'individuazione di un compromesso tra
un obiettivo e l'altro

Un'inflazione più elevata rappresenta il costo opportunità di una bassa disoccupazione, mentre una
maggiore occupazione è il costo opportunità di una minore inflazione

Negli anni Novanta si diffuse l'adozione, da parte delle banche centrali, di politiche inflation targeting, cioè
la fissazione di un tasso di inflazione obiettivo; si affermò allo stesso tempo l'idea che, per ottenere un
basso livello di disoccupazione compatibile con un'inflazione stabile, fosse necessario operare con politiche
dal lato dell'offerta, quali l'aumento della concorrenza e un miglior funzionamento del mercato del lavoro

ZERO INFLAZIONE: il livello generale dei prezzi rimane costante in un anno

INFLAZIONE: considerando un'inflazione del 2% all'anno, il livello dei prezzi tende a salire ogni anno del 2%

DEFLAZIONE: il livello generale dei prezzi tende a diminuire

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INFLAZIONE CRESCENTE: se l'inflazione aumenta, il livello dei prezzi sale ad un tasso crescente

INFLAZIONE DECRESCENTE: questa situazione è conosciuta come disinflazione, il livello dei prezzi non
cambia se l'inflazione è pari a zero

Come si misura l'inflazione:

 Il tasso di variazione del deflatore del PIL (lato produzione): rapporto tra PIL nominale e PIL reale in
un dato periodo di tempo

 Il tasso di variazione dell'indice dei prezzi al consumo (IPC o IACP): costo di un paniere predefinito di
beni rappresentativo degli acquisti di un consumatore urbano medio in termini relativi rispetto al
costo del medesimo paniere rilevato in un periodo base

TIPOLOGIE DI INFLAZIONE E DEFINIZIONI:

Inflazione strisciante Legata ad un aumento contenuto del livello


dei prezzi (2/3% l'anno)

Inflazione moderata Legata ad un aumento del livello dei prezzi


non superiore alle due cifre (non
considerata allarmante)

Inflazione galoppante Fenomeno di aumento generale dei prezzi


superiori alle due cifre

Iperinflazione Fenomeno di aumento generale del livello


dei prezzi superiore alle tre cifre
(considerata una patologia del sistema)

→ es. Germani degli anni Venti

L'inflazione è vista in modo negativo per gli elettori perché alcuni individui prendono lo stesso ammontare di
denaro prefissato

→ se in un anno c'è stata inflazione, essi avranno potuto acquistare meno beni e servizi

→ l'aumento dei prezzi riduce il loro potere d'acquisto

→ il peggioramento della loro situazione li spinge a votare contro quei partiti che, a loro giudizio,
consentiranno un'inflazione più elevata

Quando il tasso di interesse nominale dovuto sui debiti contratti non si adegua alla presenza di inflazione
(ad esempio perché è fisso):

 I debitori trarranno beneficio dall'inflazione poiché il loro debito, pur non variando in termini
nominali, perde valore in termini reali

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 I creditori subiranno una perdita: un'inflazione estremamente elevata azzera il volume nominale dei
titoli

Per considerare l'impatto dell'inflazione sul mercato del credito, si fa riferimento al tasso di interesse reale,
definito attraverso l'equazione di Fisher:

Tasso di interesse reale (% annua) = tasso di interesse nominale (% annua) - tasso di inflazione (% annua)

Il tasso di interesse reale misura il potere d'acquisto delle somme restituite al creditore, sulla base dei prezzi
vigenti al momento della restituzione

L'inflazione danneggia il funzionamento dell'economia, e un'inflazione elevata è spesso molto variabile e


difficile da prevedere nella sua entità

→ in una situazione di inflazione elevata e volatile diventa difficile comprendere in che misura l'aumento
del prezzo corrisponda ad un effettiva scarsità del bene (individuata dai prezzi relativi), o rifletta altri fattori
erratici; inoltre, in caso di inflazione, le imprese sono costrette ad aggiornare più frequentemente i prezzi di
quanto non vorrebbero, sostenendo i costi di menu

Ma non si vogliono avere nemmeno prezzi decrescenti, in quanto le famiglie posticcerebbero i consumi (in
attesa di ulteriori diminuzioni di prezzi) e i debitori verrebbero danneggiati, in quanto il loro debito
crescerebbe in termini reali

→ i bassi consumi determinano una riduzione della domanda aggregata e dell'attività economica, che a loro
volta deprime ulteriormente i prezzi, innescando un circolo vizioso di prezzi decrescenti e stagnazione
economica

NB. Molti economisti ritengono che un livello moderato e stabile di inflazione sia un fattore positivo per
l'economia

L'inflazione nasce a causa dell'incoerenza tra i piani di vendita e acquisto di beni e servizi degli individui e
delle imprese; se le combinazioni di salari e prezzi adottate da tutte le imprese sono coerenti con l'obiettivo
di massimizzare i profitti, non c'è ragione perché prezzi e salari debbano variare

→ a questo tasso di disoccupazione, in cui l'inflazione è pari a zero, le curve del salario e del prezzo si
intersecano e il mercato del lavoro è in equilibrio di Nash

Nel caso in cui lo Stato, ad esempio, promuova politiche protezionistiche, il livello di markup può
aumentare, il livello generale dei prezzi cresce e i salari reali diminuiscono

→ i lavoratori si impegnano di meno, e i salari vengono aumentati per ripristinare il loro precedente valore;
ma l'incremento del salario corrisponde ad un aumento dei costi per l'impresa e, attraverso il markup, ad
un ulteriore aumento dei prezzi e a una diminuzione del salario reale, che verrà di nuovo corretta

Il processo continua finché:

 Le imprese hanno abbastanza potere di mercato da sostenere il maggior livello di markup

 Al dato tasso di occupazione, i lavoratori hanno abbastanza potere contrattuale da ottenere il


ripristino del salario reale iniziale

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Supponendo che l'intensità della concorrenza resti costante, ma che si verifichi un aumento del livello di
occupazione, le imprese devono pagare salari maggiori per incentivare i dipendenti ad impegnarsi; così
viene alzato il livello dei prezzi, per mantenere inalterato il markup e dando inizio al processo inflazionistico

Per riassumere, l'inflazione può essere determinata a partire da:

 Un aumento del potere contrattuale delle imprese: a seguito di una diminuzione della
concorrenza, aumenta il markup e la curva della fissazione del prezzo si sposta verso il basso

 Un aumento del potere contrattuale dei lavoratori: consente loro di ottenere un salario reale
maggiore in cambio della prestazione lavorativa

La forza contrattuale dei lavoratori può aumentare al verificarsi di due circostanze:

1. La curva della fissazione del salario si sposta verso l'alto: il salario aumenta in corrispondenza di
ogni livello di occupazione

2. Il tasso di occupazione aumenta: il salario aumenta mentre ci si muove lungo la curva della
fissazione del salario (che resta invariata)

LE TRE CAUSE DELL'INFLAZIONE:

NB. La terza causa fu evidenziata dall'economista Bill Phillips, che pubblicò un grafico con i dati di livello di
disoccupazione e l'inflazione salariale nell'economia britannica

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In seguito alla previsione di un rialzo dell’inflazione, le banche centrali possono alzare il tasso di riferimento
per rallentare la crescita della domanda aggregata e aumentare la disoccupazione ciclica, ristabilendo un
livello di inflazione più contenuto. All’opposto, se vogliono ostacolare la diminuzione dell’inflazione,
possono annunciare una riduzione del tasso di riferimento. Questa manovra stimola la domanda aggregata
e contribuisce al ripristino di un maggiore livello di inflazione

Il salario reale è definito come il rapporto tra la retribuzione nominale e il livello generale dei prezzi: 𝑤 =
𝑊/𝑃

Il salario reale si trova sull'asse delle ordinate nel grafico del mercato del lavoro

Per comprendere come si verifica il fenomeno dell'inflazione durante un ciclo economico favorevole, si
suppone che tale economia venga colpita da uno shock positivo della domanda aggregata che riduce la
disoccupazione al di sotto del livello di equilibrio:

 Quando la disoccupazione è bassa, i salari nominali devono essere aumentati

 Salari maggiori si traducono in costi maggiori, per mantenere costante il markup

 Il livello generale dei prezzi aumenta, ma la retribuzione reale rimane invariata

→ l'incremento percentuale di W è uguale a quello di P, e il loro rapporto rimane costante

Se la domanda aggregata rimane ad un livello sostenuto in grado di tenere la disoccupazione al di sotto del
punto di equilibrio, l'anno successivo ci si ritrova punto e a capo → spirale salari-prezzi

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→ spiega come mai, con bassa disoccupazione, i prezzi aumentino non solo nell'anno in cui si ha il calo della
disoccupazione, ma anche in quelli successivi

Se l'economia si trova in fase di recessione, la spirale prezzi-salari opera nel modo inverso, e i prezzi
tendono a scendere anno dopo anno

INFLAZIONE E SPARTIZIONE DELLA TORTA: PREZZI STABILI CON MERCATO DEL LAVORO IN EQUILIBRIO

 L'equilibrio del mercato del lavoro si trova nel punto A

→ il salario individuato sulla curva della fissazione del salario coincide con quello individuato dalla curva
della fissazione del prezzo

 È un equilibrio di Nash

 I salari non devono essere aumentati, e nemmeno i prezzi

→ l'inflazione è zero

INFLAZIONE E DISTRIBUZIONE DELLA TORTA AL VARIARE DELLA DISOCCUPAZIONE:

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 La somma delle richieste di salario e di profitto eccede la produttività del lavoratore quando la
disoccupazione si trova al di sotto del livello di equilibrio

→ viene a crearsi una pressione sul rialzo dei salari e dei prezzi (spirale salari-prezzi ascendente)

→ in maniera opposta, una disoccupazione superiore al livello di equilibrio innesca una spirale salari-prezzi
discendente

 Nel punto A il mercato del lavoro è in equilibrio

 Se la disoccupazione è bassa, il salario reale richiesto dai lavoratori per garantire un impegno
adeguato aumenta (punto B)

 Se la disoccupazione è alta, i lavoratori perdono potere contrattuale (punto C)

Il livello dei prezzi tende a muoversi quando il mercato del lavoro si trova al di sopra o al di sotto del livello
di equilibrio

Quando i livelli del salario reale individuati dalla curva di fissazione del prezzo e da quella della fissazione del
salario non coincidono, si è in presenza di un gap di contrattazione, misurato graficamente dalla distanza
verticale tra le due curve

 Se la disoccupazione è minore del livello di equilibrio: il gap è positivo e si crea inflazione

 Se la disoccupazione è maggiore del livello di equilibrio: il gap è negativo e si crea deflazione

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 Se il mercato del lavoro è in equilibrio: il gap è nullo è l'inflazione è zero

NESSO CAUSALE TRA GAP DI CONTRATTAZIONE E INFLAZIONE:

Inflazione (%) ≡ aumento dei prezzi (%)

= aumento dei costi per unità di prodotto (%)

= aumento dei salari (%) (se il salario è l'unico costo)

= gap di contrattazione (%)

GAP DI CONTRATTAZIONE: è la differenza tra il salario reale che l'impresa desidera offrire per incentivare i
lavoratori (misurato sulla curva della fissazione del salario) e quello che consente alle imprese di mantenere
il livello di markup desiderato (individuato sulla curva di fissazione del prezzo)

 Quando il gap di contrattazione è positivo, il salario reale sulla curva della fissazione del salario è
maggiore di quello sulla curva della fissazione del prezzo e le richieste di salario e profitto non sono
coerenti

 Il gap di contrattazione in termini percentuali è dato dalla differenza fra il salario sulla curva della
fissazione del salario e quello sulla curva della fissazione del prezzo, divisa per il salario su
quest’ultima curva

GAP, INFLAZIONE E CURVA DI PHILLIPS:

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 Inizialmente, il gap è zero e l'inflazione è zero

 Successivamente, il gap è positivo e l'inflazione è positiva

 Infine, il gap è negativo e l'inflazione è negativa

MODELLI DI BREVE E MEDIO TERMINE: DOMANDA AGGREGATA, OCCUPAZIONE E INFLAZIONE

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 Quando il livello della domanda aggregata porta l'occupazione al livello di equilibrio (livello normale
di attività), i prezzi sono stabili (inflazione zero)

 Se la domanda aggregata aumenta (boom economico), il gap di contrattazione e l'inflazione sono


positivi

 Se la domanda aggregata si riduce (recessione), il gap di contrattazione e l'inflazione sono negativi

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La curva di Phillips originale indica la presenza di un trade-off tra inflazione e disoccupazione

→ la curva è vista come un insieme possibile all'interno del quale l'autorità di politica economica può
selezionare la combinazione desiderata di disoccupazione e inflazione

LA CURVA DI PHILLIPS E LE PREFERENZE DEL GOVERNO:

 La curva di Phillips determina i trade-off possibili tra inflazione e disoccupazione (SMT)

 Le curve di indifferenza indicano i trade-off tra inflazione e disoccupazione preferiti dal decisore
politico (SMS)

 Solitamente, nelle curve di indifferenza si preferiscono i punti più lontani dell'origine, ma qui è il
contrario

 Quando occupazione e inflazione sono elevate, la curva di indifferenza è piatta

 Quando il livello di occupazione e inflazione è più basso, la curva di indifferenza è più ripida

 La curva di indifferenza diventa verticale se l'inflazione è al 2%, cioè al livello preferito dal governo

 La curva di indifferenza è orizzontale quando l'occupazione è pari all'offerta di lavoro

 Il punto F rappresenta quella che il governo considera la migliore possibile combinazione di


inflazione e disoccupazione

 Tra le combinazioni possibili, identificate dalla curva di Phillips, il governo sceglie il punto C

Questo dimostra che le autorità di politica economica, attraverso strumenti appropriati, possono aggiustare
il livello di domanda aggregata per selezione una giusta combinazione di disoccupazione e inflazione

CURVE DI PHILLIPS NEGLI STATI UNITI (1960-2014):

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 Si nota che il trade-off che intercorre tra disoccupazione e inflazione non è stabile

 Sull'asse delle ascisse la disoccupazione si riduce muovendosi verso dx

 La curva di Phillips (CP) negli anni Sessanta mostra che l'economia era in buona salute

→ gli Stati Uniti beneficiavano di combinazione di bassa inflazione e disoccupazione

 Negli anni Settanta la curva sembra essersi spostata più in alto

 La curva si sposta ancora più in alto alla fine degli anni Settanta

 E si sposta ancora più in alto all'inizio degli anni ottanta, peggiorando ulteriormente il trade-off tra
disoccupazione e inflazione

 Dalla fine degli anni Novanta ad oggi la curva di Phillips è stata bassa e piatta

Quindi, il trade-off tra inflazione e disoccupazione è instabile

→ la curva di Phillips si sposta col tempo

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Mantenere la disoccupazione troppo bassa porta non solo a prezzi più alti, ma anche ad un'inflazione
crescente

Milton Friedman disse: "C'è sempre un trade-off temporaneo tra inflazione e disoccupazione, ma non ne
esiste uno permanente"

NB. Esiste solo un tasso di disoccupazione in corrispondenza del quale l'inflazione si mantiene stabile, quello
individuato dall'equilibrio del mercato del lavoro

Questo perché:

 Le persone si formano aspettative per il futuro

 Le persone interpretano i prezzi come dei segnali

Friedman evidenziò che il conflitto sulla divisione della torta tra lavoratori e imprese era alla base
dell'aumenta dei prezzi, e mostrò che l'inflazione continuava ad aumentare in presenza di ridotti livelli di
disoccupazione

→ ciò accadeva come risposta al modo in cui gli agenti formulavano le proprie aspettative sul tasso di
inflazione futuro → inflazione attesa

GAP DI CONTRATTAZIONE, INFLAZIONE ATTESA E CURVA DI PHILLIPS:

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 In equilibrio, l'inflazione è al 3%, in linea con le aspettative (punto A)

 Per i livelli bassi di disoccupazione, il gap è al 2%

 Nel punto B, l'inflazione è pari al 5%, somma dell'inflazione attesa più il gap

NESSO CAUSALE CHE COLLEGA L'INFLAZIONE ATTESA E IL GAP ALL'INFLAZIONE:

Inflazione (%) ≡ aumento dei prezzi (%)

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= aumento dei costi per unità di prodotto (%)

= aumento dei salari (%) (se i salari sono gli unici costi)

= inflazione attesa (%) + gap di contrattazione (%)

NB. Friedman vuole dimostrare che con bassa disoccupazione l'inflazione non rimane al 5% (punto B)

 Né le imprese, né i lavoratori sono soddisfatti in caso di disoccupazione troppo bassa, perché la


somma delle loro richieste eccede la dimensione della torta

 L'inflazione cresce progressivamente, ad un tasso pari alla somma dell'inflazione precedente + gap

 Il fatto che la disoccupazione rimanga al di sotto del tasso di disoccupazione che stabilizza
l'inflazione comporta la persistenza del gap di contrattazione

 Il salario reale non varia e rimane sulla curva di fissazione del prezzo

NESSI CAUSALI CHE PORTANO DALL'INFLAZIONE PRECEDENTE A QUELLA SUCCESSIVA:

Inflazione (%) ≡ aumento dei prezzi (%)

= aumento dei costi unitari (%)

= aumento dei salari (%) (se rappresentano l'unico costo)

= inflazione attesa (%) + gap di contrattazione (%)

= inflazione precedente + gap di contrattazione (%)

ASPETTATIVE DI INFLAZIONE E CURVA DI PHILLIPS:

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 Nel punto A di equilibrio l'inflazione è al 3%

 Per i bassi livelli di occupazione, il gap è al 2%

→ l'inflazione è uguale alla somma del gap e dell'inflazione attesa

→ si raggiunge il punto B

 Nel periodo successivo, con la disoccupazione ancora al 3%, l'inflazione è uguale all'inflazione
attesa + gap

→ la curva di Phillips si sposta verso l'alto, in seguito all'aumento dell'inflazione attesa

→ si raggiunge il punto C

INFLAZIONE, INFLAZIONE ATTESA E GAP DI CONTRATTAZIONE:

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 Inizialmente, il gap è zero e l'inflazione è pari a quella attesa del 3%

 All'inizio del primo anno successivo al determinarsi del gap, l'inflazione è pari al gap (2%) più
l'inflazione attesa (3%)

 All'inizio del secondo anno, senza cambiamenti nel gap, l'inflazione arriva al 7%, pari al gap +
inflazione attesa

 Finché il gap rimane invariato, l'inflazione continua ad aumentare anno dopo anno

Un'altra causa di inflazione è uno shock dal lato dell'offerta, come un aumento del potere contrattuale di
imprenditori o lavoratori, che può determinare spostamenti della curva di fondazione del prezzo verso il
basso o di quella di fissazione del salario verso l'alto, il che genera a sua volta una traslazione verso l'alto
della curva di Phillips

NB. Anche i cambiamenti nell'economia globale possono generare uno shock di offerta, come lo shock dei
prezzi petroliferi

NB. Gli shock di offerta spostano la curva di Phillips influenzando l'equilibrio nel mercato del lavoro

Gli shock di offerta differiscono dagli shock di domanda (es. variazione di investimenti o consumi) perché,
mentre uno shock negativo di domanda aumenta la disoccupazione e riduce l'inflazione, uno shock negativo
di offerta può portare ad un aumento contestuale di disoccupazione e inflazione

Ad esempio, un aumento del prezzo del petrolio:

 Sposta la curva della fissazione del prezzo verso il basso: questo crea un gap di contrattazione
positivo ed inflazione

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 Sposta la curva di Phillips verso l'alto: il processo prosegue fin tanto che l'inflazione attesa
aumenta

SHOCK PETROLIFERO:

 Inizialmente, il punto di equilibrio è il punto A

 Il prezzo aumenta, abbassando la curva di fissazione de prezzo

 Se il livello della domanda aggregata mantiene l'economia nel punto A, si determina un gap positivo
e inflazione crescente

 Il nuovo equilibrio è dato dal punto B, cui corrisponde un più alto tasso di disoccupazione

PREZZO REALE DEL PETROLIO E CRESCITA DEL PIL NEL REGNO UNITO (1950-2015):

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NB. Gli shock petroliferi sono una delle maggiori fonti di perturbazione macroeconomica

Aumenti inattesi dei prezzi petroliferi degli anni '70 (1973 e 1979) determinarono aumenti simultanei della
disoccupazione e dei prezzi

In questo caso, è possibile ridurre l'inflazione solo in due modi:

1. Riducendo il gap di contrattazione

2. Riducendo le aspettative di inflazione

Se la disoccupazione è sufficientemente elevata, il gap di contrattazione avrà un valore negativo e


l'inflazione diminuirà

NB. Perché il gap di contrattazione sia negativo, il tasso di disoccupazione deve essere maggiore del livello
che stabilizza l'inflazione

→ una volta che l'inflazione ha iniziato a scendere, continua a farlo, e la curva di Phillips si sposta verso il
basso

INFLAZIONE E DISOCCUPAZIONE NEL REGNO UNITO (1950-2015):

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Il grande incremento della disoccupazione negli anni Ottanta è associato alla diminuzione dell'inflazione

→ talvolta si parla di costo della disinflazione

Ma perché il terzo shock petrolifero (2002-2008) non ha prodotto un aumento dell'inflazione com'era
accaduto nei casi precedenti? Ipotesi:

 Miglioramenti tecnici-produttivi

→ minora incidenza sull'input

 Abbassamento della curva dei salari

 Le aspettative di inflazione non si adeguarono all'aumento dei prezzi, frenando la spirale prezzi-
salari

La politica monetaria può impedire il formarsi di aspettative inflazionistiche

Difatti, non c'è ragione per considerare negativamente un'inflazione moderata

→ molte banche centrali considerano come obiettivo della loro azione il mantenimento del tasso di
inflazione prossimo al 2%

Quando possono, le banche centrali utilizzano quale principale strumento di politica monetaria le
variazione del tasso di interesse di riferimento

La banca centrale seleziona il tasso di interesse nominale, ma ciò che influisce concretamente sulla spesa è il
tasso di interesse reale

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Dunque, la banca centrale deve tenere in considerazione le aspettative di inflazione, cosicché al tasso di
interesse nominale selezionato corrisponda il tasso di interesse reale desiderato

MECCANISMI DI TRASMISSIONE DELLA POLITICA MONETARIA:

TASSO DI INTERESSE DI MERCATO:

Il tasso che influenza la decisione di indebitarsi di famiglie e imprese è il tasso sui prestiti bancari; quando la
BC abbassa il tasso di riferimento per stimolare la spesa, il tasso di interesse di mercato diminuisce dello
stesso ammontare

Per fissare il tasso di interesse di riferimento (policy rate) la BC agisce a ritroso:

 Sceglie il livello desiderato di domanda aggregata, sulla base dell'equilibrio sul mercato del lavoro e
della curva di Phillips

 Stima il tasso di interesse reale corrispondente a questo livello di domanda aggregata (utilizzando il
modello del moltiplicatore)

 Calcola il tasso di interesse nominale che produrrà il tasso di interesse di mercato appropriato

PREZZI DELLE ATTIVITÀ FINANZIARIE:

 Una modifica nel tasso di interesse di riferimento determina un effetto domino su tutti i tassi di
interesse nell'economia

 Quando il tasso di interesse diminuisce, il prezzo delle attività finanziarie (come i titoli pubblici e le
azioni) aumenta

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 Le famiglie che detengono attività finanziarie saranno più ricche e questo, di conseguenza,
aumenterà il loro livello di consumo

FIDUCIA E ASPETTATIVE DI PROFITTO:

 Una condotta di politica economica coerente e credibile e una buona comunicazione con il pubblico
alimentano la fiducia nei confronti della BC

 Questo può indurre le imprese ad attendersi una domanda più elevata e quindi ad aumentare i loro
livelli di investimento

 A loro volta, le famiglie avranno più fiducia di non perdere il lavoro, e aumenteranno i loro livelli di
consumo

 Abbassando il tasso di riferimento, la BC può influenzare positivamente le aspettative e


incoraggiare un maggior livello di spesa

LA POLITICA MONETARIA NEL MODELLO DEL MOLTIPLICATORE:

 Inizialmente l'equilibrio è nel punto A

 La diminuzione dei consumi abbassa la curva della domanda aggregata, portando l'economia in
recessione e facendola spostare dal punto A al punto B

 Per stabilizzare l'economia, la BC stimola gli investimenti riducendo il tasso di interesse da r a r'

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→ ciò sposta in alto la curva della domanda aggregata, spingendo il sistema economico verso la sua
condizione iniziale (fuori dalla recessione)

AVVERTENZE:

 Le aspettative e i prezzi delle attività finanziarie spostano sia la funzione degli investimenti (tramite
il tasso di interesse) che quella dei consumi (tramite effetto sul consumo autonomo)

 Perciò, se vuole stimolare l’economia durante una recessione, la BC taglia il tasso di interesse,
cercando anche di influenzare il livello di fiducia degli agenti economici e accrescere il livello di
investimenti

 Tuttavia, è difficile decidere se un basso livello di domanda aggregata sia un fenomeno passeggero
o una debolezza di lungo periodo

 Inoltre, come deve reagire la BC a un boom nei consumi? Deve adottare una politica opposta: alzare
il livello del tasso di interesse, riportando la domanda nella posizione di partenza

 Perché si deve porre un freno ad un boom economico? La risposta sta nella curva di Philips: in una
fase di espansione l’inflazione aumenta e, quando le aspettative si adeguano sulla base
dell’inflazione passata (inflazione attesa) tale aumento può continuare indefinitamente, con gravi
costi per l’economia

 Anche la politica fiscale può essere utilizzata per contrastare una recessione: che bisogno c’è allora
della politica monetaria? La politica monetaria è meno complessa e più flessibile: la BC può
aggiustare il tasso di interesse con maggiore frequenza e piccole variazioni

 Due importanti limiti della politica monetaria:

o Il tasso di interesse nominale non può scendere sotto lo zero, e ciò comporta due situazioni:

 Nel caso di una recessione, un tasso di interesse nominale pari a zero potrebbe non
essere sufficiente per stabilizzare l'economia

 Alleggerimento quantitativo (Quantitative Easing): la BC acquista attività finanziarie


allo scopo di aumentare l'investimento riducendone i rendimenti (in particolare
quando non può usare il tasso di interesse come strumento)

o Un paese senza moneta sovrana non controlla la politica monetaria

IL LIMITE INFERIORE DEL TASSO DI INTERESSE:

 Se il tasso di interesse di riferimento fosse negativo, le persone non depositerebbero il loro denaro
in banca, perché dovrebbero pagare

→ zero lower bound

 Tale limite diventa rilevante nel caso di recessione, perché perfino un tasso di interesse nominale
pari a zero non può essere sufficientemente basso da generare un tasso di interesse reale (pari al
tasso di interesse nominale meno l'inflazione) che possa stimolare l'economia

 A causa di questa situazione, le economie colpite durante dalla crisi finanziaria hanno introdotto un
nuovo tipo di politica monetaria "non convenzionale": il quantitative easing (QE)

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 Il QE consente di aumentare la domanda attraverso l'acquisto di attività finanziare anche quando il


tasso di riferimento è pari a zero

COME FUNZIONE IL QUANTITATIVE EASING:

 La BC acquista le obbligazioni e altre attività finanziarie, creando nuova base monetaria

 Ciò aumenta la domanda dei titoli finanziari: i prezzi aumentano e i rendimenti e i tassi di interesse
sulle obbligazioni si riducono

 Aumenta la spesa di immobili e beni durevoli, visto che si riducono sia il costo di indebitarsi che il
rendimento delle attività finanziarie

 Tuttavia, l'evidenza suggerisce che, benché positivi, gli effetti del QE siano modesti e non
comparabili a quelli di politiche monetarie convenzionali basate sull'utilizzo del tasso di interesse di
riferimento

LA RINUNCIA ALLA POLITICA MONETARIA NAZIONALE:

 Non tutti i paesi hanno a disposizione lo strumento della politica monetaria

 I membri dell'Eurozona ne sono un esempio: vi hanno rinunciato aderendo all'unione monetaria,


cioè adottando una valuta comune

 Esiste una sola politica monetaria per l'intera Eurozona, sotto il controllo della BCE, che è la sola a
decidere il tasso di interesse di riferimento

 Dopo la crisi, ciò ha causato tensione tra i paesi del Sud Europa, dove la disoccupazione era alta, a
causa della scelta della BCE di mantenere a lungo una politica monetaria più restrittiva, a favore dei
paesi in cui la disoccupazione era bassa

TASSO DI CAMBIO: numero di unità di moneta domestica necessaria ad acquistare un'unità di moneta
straniera

Incide sulla competitività nei mercati internazionali e, quindi, sulle esportazioni nette

Se una banca centrale riduce il tasso di interesse, gli investitori internazionali sono meno attratti dalle
attività finanziarie di quel paese e la relativa domanda diminuisce

Al ridursi della domanda di titoli, diminuisce anche la domanda di valuta necessaria ad acquistarli; ciò a sua
volta determina un deprezzamento del cambio del paese, ovvero una riduzione dei prezzi dei beni da esso
prodotti espressi nelle altre valute

IL TASSO DI CAMBIO COME MECCANISMO DI TRASMISSIONE DELLA POLITICA MONETARIA:

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SHOCK DAL LATO DELLA DOMANDA: cambiamento inatteso della domanda aggregata

Gli Stati possono utilizzare, per stabilizzare la domanda, sia la politica fiscale che la politica monetaria:

 Politica fiscale: riduzione delle tasse e/o aumento della spesa pubblica

 Politica monetaria: abbassamento del tasso di interesse nominale

Il miglio risultato non è la piena occupazione, ma piuttosto il livello di occupazione che mantiene il mercato
del lavoro in equilibrio, scongiurando spirali inflazionistiche

NB. Una recessione riduce sempre il benessere dell'economia

POLITICHE DI STABILIZZAZIONE:

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 Prima della recessione, l'economia è nel punto C

 La domanda aggregata si abbassa e l'economia si muove nel punto D, nel quale l'inflazione è
minore, ma la disoccupazione è più elevata

 Una riduzione del tasso di interesse e uno stimolo fiscale (riduzione delle imposte e aumento della
spesa pubblica) riportano la curva della domanda aggregata alla posizione iniziale

 L'aumento della domanda riduce la disoccupazione e aumenta l'inflazione

→ l'economia si muove lungo la curva di Phillips e ritorna al punto C

I 25 anni che hanno preceduto la crisi del 2008 prendono il nome di Grande Moderazione, e sono stati
caratterizzati da crescita stabile e bassi libelli di inflazione e disoccupazione

Due aspetti hanno caratterizzato la conduzione della politica economica durante questo periodo:

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1. L'indipendenza delle banche centrali dal controllo del governo

2. Il perseguimento di politiche di inflation targeting

La ragione di queste scelte va cercata nell'instabilità della curva di Phillips e negli elevati costi in termini di
disoccupazione che molti paesi avevano dovuto sostenere negli anni Ottanta per ridurre l'inflazione

INFLAZIONE E INDIPENDENZA DELLA BANCA CENTRALE NEI PAESI DELL'OCSE:

NB. I paesi a più alta inflazione sono stati quelli che hanno concesso la maggiore indipendenza alle
rispettive banche centrali

INFLATION TARGETING: regime di politica monetaria nel quale la BC utilizza strumenti di policy volti a
mantenere l'economia vicina all'inflazione-obiettivo del 2% e la disoccupazione è al 6%

IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE CHE RENDE STABILE L'INFLAZIONE:

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RIASSUMENDO:

 Se uno shock di domanda aggregata riduce la disoccupazione al di sotto del livello di equilibrio, e
l'inflazione, di conseguenza, cresce lungo la curva di Phillips, la BC aumenterà il tasso di interesse
per alzare la disoccupazione e prevenire la spirale prezzi-salari

 Questo impegno della BC a perseguire un obiettivo di inflazione spiega perché il terzo shock
petrolifero (2202-2008) non ha provocato un'inflazione drastica a differenza dei primi due

 L'aumento dei prezzi fu contemporaneo perché nessuno si aspettava un aumento durevole


dell'inflazione visto l'impegno credibile della BC

 Il mancato aumento dell'inflazione attesa ha consentito di evitare la spirale inflazionistica

Perché esiste un trade-off tra disoccupazione e inflazione? Finora la risposta era che, quando il tasso di
disoccupazione aumenta, il maggior costo della perdita del lavoro rende i lavoratori più disponibili ad
accettare un salario più basso e a garantire a tale salario l'impegno richiesto dai datori di lavoro

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C'è una seconda motivazione, i vincoli di capacità:

 Le imprese rispondono ad un utilizzo crescente delle capacità aumentando l'investimento

→ nel breve periodo, le imprese fronteggiano vincoli di capacità produttiva (non sono, cioè, in grafo di
soddisfare l'eccesso di domanda per il loro prodotto) e quindi aumentano i prezzi

 Le imprese affrontano una concorrenza meno intensa e le loro curve di domande sono meno
elastiche al prezzo

 Si innesca, così, una spirale salari-prezzi quando le altre imprese rispondono nello stesso modo e
aumentano il markup del prezzo sui costi

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