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PREFAZIONE
Sono una studentessa di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali alla Sapienza di
Roma, e di recente ho sostenuto l’esame introduttivo all’economia politica e alla
politica economica. Non è una materia che mi è piaciuta particolarmente, e per tal
motivo ho dovuto fare dei riassunti per poterla studiare, che ora sto rendendo
pubblici per salvare qualche anima in pena (I feel u, ve lo assicuro), sperando di
apportare aiuto e speranza a qualcun altro.
Il libro riassunto è: “The Core Team, L’economia”, edito dal Mulino nel 2018, e
disponibile anche online gratuitamente, se non volete comprarlo.
Il riassunto è dettagliato, non si discosta dal libro, è solo spiegato in maniera, a mio
parere, più semplificata.
ATTENZIONE, MANCANO I SEGUENTI CAPITOLI:
Capitolo 4
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 16
Buono studio! 😊
ECONOMIA POLITICA: il modo in cui una società si organizza per produrre e distribuire beni e servizi
POLITICA ECONOMICA: ciò che bisogna fare per ottenere determinati risultati di produzione e distribuzione
NB. La scissione tra microeconomia e macroeconomia avviene dopo il Wall Street Crash (1929), grazie
all'economista Keynes
PIL: valore di tutto ciò che viene prodotto in un periodo dato all'interno di un Paese
→ rapporto tra il reddito medio del 10% più ricco e il reddito medio del 10% più povero
→ più comunemente definito come il rapporto tra il reddito del 90° percentile sul reddito del 10° percentile
Norvegia e Stati Uniti sono rispettivamente il secondo e il terzo paese più ricco
Il decile più ricco della Norvegia è più povero del decile più ricco degli Stati Uniti
In un paese, la distanza tra i più ricchi e i più poveri è una misura della disuguaglianza dello stesso
→ il 10% più povero della Norvegia è più ricco del 10% più ricco della Nigeria
NB. Fino alle Rivoluzioni Industriali, il PIL è rimasto pressoché uguale in tutti i Paesi
Il PIL pro capite si ottiene dividendo il PIL per la popolazione del Paese
PIL:
→ ha importanza sul benessere personale, ma non tiene conto di altri fattori (es. qualità dell'ambiente in
cui si vive..)
Il reddito assoluto è importante per il benessere, ma è rilevante anche la posizione relativa nella
distribuzione del reddito
→ se si guadagna meno degli altri nel proprio gruppo di appartenenza, si palesa un livello inferiore del
benessere
→ ergo, il reddito medio può riflettere in modo non corretto il livello di benessere materiale
Il PIL pro capite è una misura più adeguata del tenore di vita rispetto al reddito disponibile
PIL NOMINALE: ∑piqi pi= prezzo del bene qi= quantità del bene
→ es. in due anni, i prezzi aumentano del 2%, ma tutto il resto rimane invariato
Per confrontare due Paesi diversi bisogna scegliere uno stesso insieme di prezzi da applicare alla
produzione di entrambi
→ esiste il PURCHASING POWER PARITY (PPP) o PARITÀ DEL POTERE D'ACQUISTO (PPA)
NB. I prezzi sono più elevati nei paesi ricchi perché il reddito è maggiore
NB. In una scala logaritmica, una variabile che cresce ad un tasso costante, appare come una linea retta
crescente
RICORDA:
In alcune economie, miglioramenti sostanziali del tenore di vita della popolazione non ebbero luogo prima
dell'ottenimento dell'indipendenza dalla dominazione coloniale o dall'interferenza delle Nazioni europee
Il decollo di tante nazioni nel 1800 ca avviene compatibilmente con nuove scoperte ed innovazioni
tecnologiche
→ si innova la tecnica
TECNICA: processo che usa materiali e altri input (come il lavoro) per creare un prodotto
NB. I cambiamenti tecnologici (vedi illuminazione) hanno consentito una crescita significativa del tenore di
vita
"La Rivoluzione Industriale è stata una successione di cambiamenti tecnologici correlati gli uni agli altri, in
grado di trasformare le società in un cui hanno avuto luogo."
La velocità di trasmissione dell'informazione dà una prova della novità rappresentata dalla Rivoluzione
tecnologica permanente
1866: costruzione di un cavo transatlantico che ridusse il tempo di trasmissione delle notizie tra Londra e
New York a pochi minuti
Con la crescita della produzione, l'ambiente circostante è diventato sempre più degradato
RIVOLUZIONE CAPITALISTA
SISTEMA ECONOMICO: modo di organizzare la produzione e la distribuzione dei beni e dei servizi
nell'economia
ISTITUZIONI: differenti insiemi di leggi e norme sociali che regolano la produzione e la distribuzione nelle
famiglie, tra operatori economici privati, nell'azione di governo
In alcune economie del passato, i prodotti erano per lo più di gestione familiare o controllati dallo Stato
(vedi Unione Sovietica)
→ oggi le economie sono per la maggior parte capitaliste (comprendono forze e mezzi di produzione)
Comportano reciprocità
IMPRESA: attività economica organizzata al fine della produzione e scambio di beni e servizi
NB. Le imprese capitaliste si distinguono da famiglie e stati per la velocità con cui possono nascere e morire
NB. Le economie capitaliste sono la combinazione dei 3 fattori, e possono differire tanto tra di loro
La proprietà privata è molto importante perché gli input e gli output sono proprietà privata
I mercati sono molto importanti perché le imprese vendono i loro prodotti attraversi il mercato
NB. La PP (private property o proprietà privata) è essenziale per il funzionamento dei mercati
CONTRASTO CON:
Economia schiavista
→ il capitalista NON POSSIEDE i lavoratori,, ma la loro forza lavoro, che viene retribuita
1. Limita il potere del governo e dei dipendenti, che per vendere e/o comprare devono affrontare la
concorrenza
Adam Smith diceva che la nostra capacità di produrre aumenta quando ci concentriamo su attività limitate,
perché:
Learning by doing
Economia di scala
MA la SPECIALIZZAZIONE ha luogo solo se è possibile comprare gli altri prodotti di cui si necessita
Anche chi non ha un particolare talento può beneficiare della divisione del lavoro
→ VANTAGGIO COMPARATO
ESEMPIO:
DIVERGENZA DEL PIL PRO CAPITE DEI PAESI NEI QUALI LA RIVOLUZIONE CAPITALISTA È ARRIVATA TARDI:
→ Nigeria VS Botswana
Concorrenza
NB. Il capitalismo si presenta in tante forme a causa della differenza dei sistemi politici
UN MODELLO DI ECONOMIA:
1798: l'economista THOMAS MALTHUS afferma che una crescita sostenuta del reddito pro capite sarebbe
stata impossibile
→ ciò accade finché il tenore di vita non si riduce così tanto da fermare l'aumento della demografia
SMITH VS MALTHUS
↓ ↓
Circolo Circolo
Virtuoso Vizioso
↘ ↙
Irvin Fisher, per la sua tesi di dottorato alla Yale University nel 1891, rappresentò i flussi economici
attraverso un congegno idraulico
1. Egli ha costruito un modello per cogliere gli elementi di economia che riteneva fossero rilevanti per
la determinazione dei prezzi
2. Ha usato il modello per mostrare come le interazioni tra gli elementi possono determinare un
insieme di prezzi che tendono a non modificarsi
3. Ha condotto esperimenti con il modello per scoprire gli effetti di cambiamenti nelle condizioni
economiche
Nel modello: raggiungimento di uno stesso livello d'acqua, a indicare la costanza dei prezzi
NB. Per fidarsi di un modello bisogna confrontarlo con dei dati reali
Ceteris paribus
→ a parità di condizioni
→ per analizzare un determinano cambiamento, tutti gli altri fattori vengono mantenuti costanti
Incentivi
→ influenzano i costi e i benefici derivanti dal compiere un'azione piuttosto che un'altra
Prezzi relativi
Rendita economica
→ tra le opzioni da scartare, quella che avrebbe dato il massimo beneficio è l'opzione di riserva
Esempi di diverse tecniche per produrre 100 metri di tessuto utilizzando lavoro (8 ore al giorno) ed energia
(tonnellate di carbone)
A 1 6
B 4 2
C 3 7
D 5 5
E 10 1
Per stabilire quale tecnica usare, bisogna vedere quale tecnica domina l'altra:
A domina C
B domina D
COSTO = ωL + pR
ESEMPIO:
p = 20€ ω = 10€
RETTE DI ISOCOSTO:
La retta di isocosto unisce tutti i punti nei quali il costo totale è uguale
NB. Con le rette di isocosto, si può notare che la tecnica B è quella con il costo minore
A 1 6 130
B 4 2 80
C 10 1 120
ω 10 1
COEFFICIENTE ANGOLARE: - = − 20 = − 2
p
C ω
C = ωL + pR → R= − L → ESPRESSIONE DELLA RETTA
p p
Se la retta divenisse più ripida, la tecnica B non sarebbe più la più conveniente
ω = 10€ p = 5€
ω 10
m=− = − = −2 → AUMENTA LA PENDENZA
p 5
Nel passaggio da B a A:
= 0 - (40 - 50)
= 10
→ RENDITA DI INNOVAZIONE
Nel XVII secolo, in Inghilterra il lavoro era molto costoso rispetto all'energia
→ i salari erano più alti che altrove e la nazione era ricca di carbone
→ l'incentivo a sostituire lavoratori con macchine aumentò dalla fine del XVII secolo
I salari in rapporto al costo dell'energia e dei beni capitali crebbero durante il XVIII secolo in
Inghilterra rispetto ai periodi precedenti
I salari in rapporto al costo dell'energia e dei beni capitali erano più alti in Inghilterra che altrove
C'è stato poi un ulteriore sviluppo tecnico che ha portato ad un'altra tecnica
→ questa viene adottata sia dai paesi che utilizzano la tecnica A, che dai paesi che usano la tecnica B
Il modello di Malthus è in grado di predire un andamento dell'economia coerente con la parte piatta
dell'hockey stick del PIL pro capite
ESEMPIO:
Modello ceteris paribus → terra coltivabile disponibile in maniera fissa e tutta della stessa qualità
Per sapere cosa succede se gli agricoltori aumentano c'è bisogno della FUNZIONE DI PRODUZIONE:
NB. Più lavoratori ci sono, maggiore è la produzione totale, minore è la produttività media
→ anche nel caso in cui si potesse aumentare la terra, per più lavoratori, la prima generazione prenderebbe
comunque quella più fertile
IN CONCLUSIONE:
→ il reddito diminuisce
Richard Cantillon:
"Gli uomini si moltiplicano come topi in un pollaio se hanno mezzi di sussistenza illimitati"
DATI DI FATTO:
→ riempiono il paese
→ EQUILIBRIO
NB. Se le condizioni cambiano, la popolazione e i redditi possono cambiare, ma alla fine l'economia torna
ad un equilibrio, con i redditi al livello di sussistenza
Prima della Rivoluzione Industriale, ci furono dei progressi tecnici, ma non portarono ad un miglioramento
del tenore di vita
Equilibrio
Miglioramento tecnico
Aumenta il reddito
Aumenta la popolazione
Diminuisce il reddito
→ a questo punto, la popolazione non torna al livello originale perché in tal caso il reddito non sarebbe di
sussistenza, ma maggiore
QUINDI il modello di Malthus prevede che i miglioramenti della tecnica non portino ad un aumento degli
standard di vita se:
→ LEGGE DI MALTHUS
→ il reddito si alzava
→ si procreava
→ crescita demografica
→ TRAPPOLA MALTHUSIANA
ESEMPIO STORICO:
FUN FACT:
Nel 1349 e nel 1351, re Edoardo II d'Inghilterra promulgò leggi finalizzate a contenere l'aumento dei salari
→ per effetto della riduzione dell'offerta sul lavoro, l'economia vinse sulla politica
→1381: ribellione
RICORDA:
La teoria di Malthus è coerente, MA aveva torto quando diceva che la situazione non sarebbe mai potuta
cambiare
→ se i miglioramenti della tecnica avvengono in maniera più rapida della crescita demografica,
compensano la produttività media
Lavorare per il raggiungimento di un determinato obiettivo, implica mettere da parte gli altri
→ TRADE-OFF
ESEMPIO:
Guadagni 15€ all'ora, 600€ a settimana, lavorando 40 ore, e avendo 128 ore per il tempo libero. Nel caso in
cui il tuo salario diventasse di 90€ all'ora, e che il tuo capo ti dicesse di decidere quanto ore lavorare,
lavoreresti comunque per il salario di sussistenza (e quindi favorendo il tempo libero), o decideresti di
lavorare sempre le stesse ore (e quindi favorendo il guadagno)?
L'ipotesi è in realtà molto improbabile, ma è circa ciò che è successo durante la Rivoluzione Industriale
Nel tempo sono state preferite entrambe le cose (tempo libero ed aumento del guadagno), ma con tempi
diversi
→ negli Stati Uniti, ad esempio, il PIL è aumentato di quasi 6 volte, ma le ore libere sono diminuite solo di
un terzo
Disparità nel tempo libero e nel reddito tra Paesi nel 2013
MODELLO:
Le ore di studio sono in relazione al voto medio alla fine del semestre (GPA: Grade Point Average)
→ in un gruppo di studenti ci sono molte differenze influenti, ad esempio le condizioni in cui essi studiano
→ se l'ambiente è inadatto, affollato, caotico, uno studente ha bisogno di più tempo per studiare
AMBIENTE DI STUDIO POCO ADATTO 3.36 (31 STUDENTI) 3.17 (11 STUDENTI)
Gli psicologi hanno stimato che, tenendo conto delle condizioni ambientali e di altri fattori, un'ora
in più di studio alla settimana corrisponde ad un aumento di 0.24 punti nel voto medio del
semestre
ESEMPIO:
Ceteris paribus
La tabella rappresenta la funzione di produzione di Alessandro, ed illustra come l'input (le ore di studio) si
trasforma in output (voto finale)
NB: la produttività media corrisponde all'inclinazione della retta che collega il punto sulla curva relativo alle
ore di studio con l'origine degli assi
Nel grafico si vede che la produttività media per 4 ore di studio al giorno è 12.5:
La produttività marginale, invece, è l'aumento del voto che egli ottiene quando aumenta di un'ora il tempo
di studio
La produttività marginale è l'aumento del voto che si ottiene studiando un'ora in più
→ un'ora addizionale di studio vale molto se uno sta studiando poco, vale poco se uno sta studiando molto
Quando le ore di studio sono 4, la produttività marginale è circa 7, in quanto con un'ora di studio in
più, il voto aumenterebbe da 50 a 57
Se le ore di studio fossero maggiori o uguali a 15, la produttività marginale sarebbe uguale a 0
→ molte ore di studio, e quindi poco riposo, potrebbe anche far diminuire il voto
NB. Il valore preciso della produttività marginale è quello del coefficiente angolare della tangente alla curva
nel punto relativo alle ore di studio considerate
Data la funzione di produzione, non tutte le combinazioni che egli vorrebbe sono realizzabili, ma per il
momento le considero tutte
A e D gli forniscono la stessa utilità, e quindi deve scegliere in base alle sue preferenze
Volendo più ore di tempo libero, è disposto a sacrificare 9 punti del suo voto finale, e quindi anche
la scelta tra A ed E diviene indifferente
→ insieme dei punti che indicano combinazioni diverse di beni che forniscono lo stesso livello di utilità o
soddisfazione
La curva che passa per A ha un'utilità maggiore di quella che passa per B
La curva che passa per B ha un'utilità maggiore di quella che passa per C
OSSERVAZIONE:
Curve di indifferenza più alte sono associate a livelli più elevati di utilità
→ piccoli cambiamenti delle quantità dei beni non provocano grandi cambiamenti nell'utilità
Nel punto A, Alessandro è disposto a sacrificare 9 punti per ottenere un'ora in più di tempo libero,
arrivando al punto E
→ SMS corrisponde alla riduzione del voto finale che mantiene costante l'utilità quando si aumenta di
un'ora il tempo libero
NB. Le curve vanno appiattendosi perché più sarà il tempo libero, minore sarà il voto, e minore sarà il voto,
minore sarà la quantità di punti che Alessandro sarà disposto a rinunciare per guadagnare un'ora in più di
tempo libero
→ SMS si riduce
NB. Il tempo libero è stato calcolato sottraendo le ore medie annuali di lavoro dal numero totale di ore in
un anno
→ tale curva diventa sempre più piatta se si aumenta le ore di tempo libero e sempre più ripida se si
aumenta il voto
Alessandro vorrebbe ottenere un voto più alto con più ore di tempo libero, ma ciò non è possibile
→ COSTO OPPORTUNITÀ: per avere una maggiore quantità di tempo libero, Alessandro deve rinunciare
all'opportunità di ottenere un voto più alto e viceversa
ESEMPIO:
La somma di denaro che sarei disposto a pagare per il concerto gratuito, se tale non fosse, sarebbe
di 15€
Se quantifico il concerto a teatro con un valore di 50€, rinuncerei al concerto al parco, e la mia
rendita economica sarebbe di 10€
Se quantifico il concerto a teatro con un valore di 35€, andrei al concerto al parco, in quanto se
andassi al concerto a teatro, la mia rendita economica sarebbe negativa
NB: svolgendo un'azione si ottiene una rendita economia quando ciò determina un beneficio superiore del
suo costo economico
NB. La combinazione di 20 ore al giorno di tempo libero per ottenere una votazione di 70 cade fuori
dall'insieme possibile, ed infatti non è realizzabile
→ con le stesse ore di tempo libero, si potrebbe ottenere un voto più alto
→ scegliendo una combinazione all'interno della frontiera, si rinuncia a qualcosa che non ha nessun costo
opportunità
NB. Nel punto A si potrebbe ottenere un'ora di tempo libero in più, sacrificando 3 voti
→ il costo opportunità è 3
La frontiera possibile definisce il trade-off (l'alternativa) tra tempo libero e voto all'esame
→il costo della rinuncia, e quindi di opportunità, è rappresentato dalla pendenza della frontiera
DA NOTARE:
NB. l'inclinazione in ogni punto è l'inclinazione della tangente in quel punto e questa rappresenta sia il
saggio marginale di trasformazione che il costo opportunità in quel punto
1. Il primo è misurato dal saggio marginale di sostituzione (SMS), ed è il rapporto tra i valori attribuiti
al voto e al tempo libero
2. Il secondo è misurato dal saggio marginale di trasformazione (SMT), ed è il rapporto di scambio tra
due grandezze a cui si è vincolati nella frontiera del possibile
IC4 corrisponde al livello di utilità più alto, ma è fuori dalla frontiera del possibile
→ si trova sulla curva d'indifferenza più alta, che rientra nel possibile
→ utilità massima
→ SMS (inclinazione della curva di indifferenza) coincide con SMT (inclinazione della frontiera possibile)
→ chi decide persegue un obiettivo (in questo caso massimizzare la propria utilità) sotto un vincolo
(rappresentato dalla frontiera possibile)
NB. Nei problemi di scelta vincolata, la soluzione rappresenta la scelta ottimale per l'individuo
RIASSUMENDO:
Nel 1930, l'economista inglese John M. Keynes pubblicò un saggio dal titolo "Le prospettive economiche
per i nostri nipoti"
→ nell'arco dei 100 anni successivi, il progresso tecnico avrebbe accresciuto la ricchezza nelle nostre società
Ora, le previsioni di Keynes si sono rilevate corrette, ma sono ben lontane da un quantitativo lavorativo così
minimo
ESEMPIO:
→ SMS = SMT
Il miglioramento tecnologico rende possibile aumentare sia il consumo di tempo libero, che quello di grano
→ esso rende la frontiera possibile più piatta, aumentando la produttività marginale del lavoro
→ ora Angela può avere una maggiore quantità di grano per ciascuna quantità di tempo libero, e sarebbe
propensa a rinunciare ad una certa quantità di ricavato, per un'ora in più di tempo libero
ESEMPIO:
Ore di lavoro 0 2 4 6 8 10 12 14 16
Tempo libero, t 24 22 20 18 16 14 12 10 8
Il costo opportunità del tempo libero è pari al salario orario e rimane costante a 15€ per ogni ora di
lavoro
La combinazione ottimale di consumo e tempo libero è il punto sul vincolo di bilancio in cui:
SMS = SMT = w
Arriva un'email che ci offre un reddito di 50€ al giorno per tutta la vita, senza dover fare niente
c = 15 x (24 - t) + 50
Nel primo grafico di decide di non spendere tutti i soldi in più, e quindi di avere più tempo libero
Nel secondo grafico si decide di spendere tutti i soldi in più e di avere lo stesso quantitativo di ore
libere di prima
NB. l'effetto di reddito aggiuntivo (non guadagnato) sulla scelta del tempo libero è chiamato EFFETTO
REDDITO
→ nel primo grafico è positivo perché determina un aumento del tempo libero
NB. l'effetto reddito non è MAI negativo: se le entrate aumentano, non si sceglie di avere una quantità
minore di bene a cui teniamo
L'email è una truffa, ma un anno dopo il capo aumenta il salario di 10€ l'ora, arrivando così a percepire 25€
l'ora, con la possibilità di negoziare le ore giornaliere
Chiediamo al nostro datore di lavoro di poter lavorare 7 ore al giorno e non più 6
→ cresce SMS
→ cresce SMT
→ EFFETTO SOSTITUZIONE
L'effetto sostituzione coglie il fatto che, quando un bene diventa più costoso di un altro, si sceglie di
sostituire il secondo con il primo
NB. In presenza di curve di indifferenza di forma convessa, l'effetto sostituzione è sempre negativo
→ con un costo di opportunità del tempo libero più elevato si sceglie sempre un punto sulla curva con più
elevato SMS
NB. Se l'effetto reddito domina l'effetto sostituzione, i lavoratori preferirebbero lavorare di meno
RICORDA:
Negli Stati Uniti, invece, dal 1865 (anno in cui fu abolita la schiavitù) in poi, le ore si iniziarono a ridurre, fino
al 1970 circa
Grafico che mostra la stima dell'ammontare giornaliero medio di tempo libero e beni di consumo per un
lavoratore dipendente negli Stati Uniti nel 1900 e nel 2013:
In questo caso, l'effetto reddito supera l'effetto sostituzione, e quindi si ha un aumento del tempo libero e
dei beni consumati
Nel 1870, in Gran Bretagna, aumentarono sia le ore di lavoro, sia i salari:
Effetto reddito: l'aumento dei salari spinse ad aumentare i consumi piuttosto che il tempo libero
Effetto sostituzione: i lavoratori venivano pagati di più, e ciò li spingeva a lavorare piuttosto che ad
avere tempo libero
Prima del 1870 l'effetto sostituzione negativo era maggiore dell'effetto reddito positivo
Nel corso del XX secolo, invece, i salari aumentano, ma le ore di lavoro diminuiscono:
Effetto reddito: i lavoratori avevano più elevati livelli di consumo, e danno maggiore importanza al
tempo libero
Effetto sostituzione: coerente con quanto accaduto nel periodo precedente al 1870
PERÒ, nell'ultima parte del XX secolo, seppur i salari fossero aumentati, sono aumentate anche le ore di
lavoro negli Stati Uniti e in Svezia
→ SMS è diminuito
Si può prevedere che le economie ad alto reddito continueranno a diminuire le ore lavorative
POTERE: capacità di ottenere ciò che vogliamo anche quando questo contrasta con le intenzioni degli altri
Le istituzioni influenzano il potere degli agenti economici e la loro capacità di appropriarsi di una quota
maggiore o minore dei vantaggi dell’interazione
I criteri dell’efficienza e dell’equità possono aiutarci a valutare le istituzioni e i risultati delle interazioni
economiche
ISTITUZIONI: regole scritte e non scritte che regolano le interazioni tra gli individui di una collettività
determinando obblighi, divieti e incentivi e regolando la ripartizione dei relativi risultati
Le istituzioni influenzano:
1. Fissando i termini dello scambio con offerte del tipo "prendere o lasciare"
2. Imponendo o minacciando costi elevati alla controparte se questa non compie azioni che vanno a
beneficio di colui che detiene il potere
Nella realtà i proponenti sono i proprietari di fabbriche e/ o imprese, mentre i rispondenti sono coloro che
cercano lavorano, che hanno, appunto, un potere negoziale molto basso
Solo a metà del XVIII secolo ci fu la nascita di nuove istituzioni come sindacati, destinati ad accrescere il
potere negoziale dei rispondenti
ESEMPIO:
Due allocazioni: A e B
NB. Dicendo che un'allocazione migliora la condizione di un individuo, non necessariamente corrisponde ad
un maggiore guadagno di denaro
Il criterio di Pareto non permette di stabilire quale allocazione sia maggiormente desiderabile
Il fatto che un'allocazione sia Pareto-efficiente, non vuol dire che sia giusta
Per dare un giudizio di equità sostanziale, bisogna conoscere l'allocazione stessa, le regole del gioco e gli
altri fattori che spiegano come l'allocazione sia stata ottenuta
→ le persone potrebbero essere in disaccordo sui giudizi, in base a come si misura l'equità
Essi si basano sull'analisi del livello di diseguaglianza che riguarda alcuni aspetti particolari della vita:
Reddito
Felicità
Libertà
Le regole del gioco che generano allocazione possono essere valutate a diversi punti di vista:
La proprietà dei beni è stata acquistata attraverso scambi volontari e con mezzi legittimi?
L'equità procedurale è molto importante, perché le persone hanno giudizi diversi in merito a ciò che è equo
Il filosofo John Rawls suggerì di tener conto dei tre passi seguenti:
NB. Il velo di ignoranza invita tutti a mettersi nei panni degli altri
ESEMPIO:
Angela coltiva la terra. La terra è di Bruno che quindi costringe a dargli una parte del raccolto
RICORDA:
L'inclinazione della frontiera del possibilità produttive corrisponde al saggio marginale di trasformazione
(SMT)
→ maggiore è l'inclinazione della curva di indifferenza, maggiore è il valore che Angela attribuisce al tempo
libero, rispetto al raccolto
→ all'aumentare del tempo libero a disposizione, il valore che gli si attribuisce diminuisce e la curva diventa
più piatta
NB. In questo caso, un maggior livello di produzione e consumo non modifica il saggio al quale Angela è
disposta a scambiare il raccolto con il tempo libero
→ nel punto H, Angela lavora 12 ore al giorno, ma non riceve nulla del raccolto, e quindi non riesce a
sopravvivere
NB. Tra le allocazioni possibili, quale si realizzerà dipende dalle regole del gioco, che determinano le
modalità di interazione
→ Bruno lascia quindi una quantità di grano sufficiente ad Angela per restare in vita e continuare a lavorare
NB. Sono le allocazioni che soddisfano i limiti tecnologici (la funzione di produzione) e quelli biologici (avere
abbastanza nutrimento per lavorare e sopravvivere)
I punti al di sotto del vincolo biologico rappresentano situazioni non compatibili con la sopravvivenza di
Angela
→ la pendenza del vincolo biologico di sopravvivenza indica il SMS tra tempo libero e raccolto che consente
la sopravvivenza ad angela
Per turni di lavoro troppo lunghi, serve una quantità di grano non ottenibile
→ ragionamento malthusiano
Ogni strategia che Bruno decide di applicare, produce una diversa rendita economica
→ differenza tra ciò che Bruno ottiene costringendo Angela a lavorare con la forza e ciò che otterrebbe
altrimenti (zero)
Se Angela continuasse a lavorare 8 ore al giorno (avendo quindi libere 16 ore), produrrebbe 9 staia di grano
→ non è la combinazione ottimale per Bruno perché la pendenza del vincolo biologico è inferiore
all'inclinazione del vincolo tecnologico (SMS < SMT)
La rendita di Bruno è massima nel punto in cui le due frontiere hanno la stessa pendenza, ovvero:
SMT di ore di lavoro in grano prodotto = SMS di ore di lavoro in grano necessario alla sopravvivenza
L'interazione economica descritta è possibile in un mondo in cui Bruno può rendere Angela schiava
→ nel mondo reale si hanno sistemi legali che vietano la schiavitù e proteggono la proprietà privata
Quando gli individui prendono parte ad un'interazione economica è perché sperano di ricavarne una
rendita
→ le rendite derivanti da uno scambio sono dette guadagni dello scambio, perché corrispondono al
guadagno che una persona ottiene realizzando uno scambio rispetto a quello che otterrebbe rinunciandovi
→ la somma dei guadagni dello scambio realizzabili dai soggetti coinvolti in un'interazione economica è
indicata come SURPLUS TOTALE
→ quanto del surplus totale va a ciascuno dipende dal loro potere negoziale
→ se non si formula un accordo Bruno non riceve niente e Angela vive del solo sussidio statale → Angela
accetta qualsiasi offerta
Il vincolo ora non è più dato dalla sopravvivenza di Angela, ma dalla necessità di ottenere il suo consenso
Il punto Z è l'allocazione in cui Angela non lavora e ottiene solo la sussistenza → OPZIONE DI RISERVA
→ rappresenta tutte le allocazione per lei hanno lo stesso valore dell'opzione di riserva
→ indica per ogni ora di tempo libero a cui deve rinunciare, la minima quantità di grano che Bruno deve
lasciarle
NB. La curva di indifferenza di riserva sta sempre al di sopra del vincolo biologico di sopravvivenza
→ sulla curva del vincolo biologico lei ottiene solo il grano di sussistenza
→ sulla curva dell'opzione di riserva lei è sempre soddisfatta come lo è nel punto Z
→ ogni allocazione che si otterrebbe con un accordo Pareto-domina quelle che si otterrebbero senza
accordo
Nel grafico si nota che l'allocazione migliore (C) permette ad Angela di lavorare di meno rispetto a quella
imposta con la forza (B)
Angela resta sulla sua curva di indifferenza, quindi Bruno è l'unico a beneficiare dello scambio
Angela sceglie di lavorare 8 ore producendo 9 staia di grano, sia quando deve pagare la rendita, che quando
non deve farlo
I due casi sono diversi (il caso in cui angela lavori per se stessa o per Bruno)
2. SMT sulla frontiera delle possibilità produttive è uguale a SMS sulla curva di indifferenza di Angela
→ l'allocazione è Pareto-efficiente
NB. La curva unisce tutti i punti nell'insieme delle possibilità produttive per i quali SMS=SMT
→ in ogni allocazione sulla curva, Angela lavora 8 ore e c'è un surplus di 4.5 staia di grano, ma come questo
viene distribuito varia dal punto C al punto D
Angela vuole una quota del surplus, quindi fa pressione, assieme agli altri agricoltori, sul legislatore
→ NUOVA LEGGE: limitazione dell'orario a 4 ore lavorative giornaliere e retribuzione minima di 4,5 staia di
grano
→ Angela ora ottiene una rendita economica, che, misurata in staia di grano, corrisponde alla distanza tra la
sua curva di indifferenza di riserva (IC1), e la curva di indifferenza che raggiunge con la nuova legge (IC 2)
La quantità massima di grano (per anno) cui Angela è disposta a rinunciare per vivere sotto la
nuova legge
La somma massima che Angela è disposta a pagare (annualmente) per far sì che la legge venga
approvata e mantenuta
→ alternativa: Angela continua a dare a Bruno 2 staia, lei può tenere tutta la produzione in eccesso e
decidere quante ore lavorare
NUOVA LEGGE: permesso di lavorare più di 4 ore giornaliere, se si è d'accordo da entrambi le parti
PUNTO H:
Spostandosi da F a H, Bruno otterrebbe la stessa quantità di grano (CH=EF), mentre Angela sarebbe in una
situazione migliore
→ spostandosi in un punto sulla curva dei punti Pareto-efficienti tra G e H, sia Angela che Bruno starebbero
meglio
1. Da D a F, risultato imposto dalla legge, in cui le condizioni di Angela migliorano, ma quelle di Bruno
peggiorano
2. Da F a H, allocazione Pareto-efficiente
Bruno vuole negoziare perché da F a H non cambia niente per lui, ma ora Angela ha più potere negoziale
→ consente ad Angela di lavorare quanto vuole, in cambio di mezzo staio in più rispetto a EF (2)
Angela decide quindi di lavorare 8 ore, in corrispondenza del punto in cui SMS=SMT
→ miglioramento rispetto a F
RIASSUMENDO:
Quando una persona, o un gruppo, ha il potere di fissare l'allocazione con il solo vincolo di non
rendere le condizioni della controparte peggiori che nell'opzione di riserva, essa si impadronisce
dell'intero surplus
Chi ritiene di non essere stato trattato in modo equo, spesso può riuscire a influenzare i risultati
futuri attraverso la legge o altri mezzi politici → si può ottenere un'allocazione equa, ma che non
necessariamente sia anche Pareto-efficiente
ESEMPIO:
L'altezza della curva in ciascun punto indica la frazione del reddito totale posseduta dalla corrispondente
frazione di popolazione sull'asse orizzontale
NB. Se ogni membro della popolazione possedesse un ettaro di terra, la curva di Lorenz sarebbe la
bisettrice del I quadrante (inclinata 45°)
La curva di Lorenz permette di vedere quanto la distribuzione della ricchezza sia diversa dalla linea che
indica la perfetta uguaglianza
NB. Distribuzioni meno eque sono caratterizzate da un'area più grande tra la curve e la bisettrice
COEFFICIENTE DI GINI: rapporto tra l'area compresa tra la curva di Lorenz e la bisettrice, e l'area dell'intero
triangolo sotto la bisettrice del primo quadrante
NB. Se tutti hanno lo stesso reddito e non c'è diseguaglianza, il coefficiente di Gini è 0
NB. Se un singolo individuo riceve tutto il reddito, il coefficiente di Gini è 1 (valore massimo che può
assumere)
A
Gini =
A+B
Una definizione più corretta del coefficiente di Gini è la misura della differenza di reddito media tra ogni
coppia di individui nella popolazione
Per misurare le disuguaglianze bisogna guardare il reddito di mercato o il reddito disponibile (che da un
quadro più preciso dello standard di vita)
Il quinto più povero della popolazione riceve circa il 10% del reddito disponibile
La disuguaglianza del reddito disponibile è molto inferiore a quella del reddito di mercato
La figura mette a confronto i coefficienti di Gini per i redditi disponibili e di mercato tra una grande
numero di paesi, ordinati da sx a dx, dal più al meno equo in termini di distribuzione del reddito
disponibile
La spiegazione principale delle differenze tra i paesi in termini di distribuzione del reddito
disponibile sta nelle diverse politiche
In termini di disuguaglianza di reddito disponibile, le differenze tra paesi sono maggiori che in
termini di disuguaglianza di reddito di mercato
Nel gruppo delle economie ricche, USA e UK sono tra quelle con maggiore diseguaglianza nel
reddito disponibile
Le poche nazioni povere o di media ricchezza per le quali sono disponibili questi dati sono ancora
più diseguali degli Stati Uniti
→ questo fenomeno è più il risultato della scarsa redistribuzione tra ricchi e poveri, che di un forte livello di
disuguaglianza nei redditi di mercato
→ esempio storico: nel Bengala Occidentale, molti contadini lavorano come mezzadri, e dal XVIII secolo
dovevano dare metà del raccolto al proprietario
Nel 1973, il 73% della popolazione rurale viveva in povertà, finché non si arrivò, nel 1978, ad un piano di
riforme chiamato "Operazione Barga"
→ aumentano gli incentivi dei contadini, la produttività, il surplus totale e l'equità dell'allocazione
EFFICIENZA ED EQUITÀ:
RICORDA:
La produzione, i salari e gli standard di vita sono cresciuti grazie all'innovazione tecnologica
Si possono ottenere vantaggi reciproci dal fatto che gli individui si specializzino in mansioni in cui
hanno un vantaggio relativo
La divisione del lavoro può essere condotta tramite scambi di mercato (vedi es. capitolo 1 e 5)
A volte le persone devono collaborare per ottenere qualcosa che sia utile per entrambi
Un altro modo per coordinare il lavoro e combinarlo con altri input è organizzarlo all'interno di
un'impresa
Attraverso le imprese, i componenti dei prodotti finiti sono fabbricati da persone diverse in reparti
diversi e assemblati
Comprando e vendendo beni nei mercati, il prodotto passa dal produttore al consumatore
→ mostra che l'economia non è una scienza autosufficiente, ma un economista deve essere sia matematico
che psicologo sociale
I mercati sono caratterizzati dall'esercizio del potere in modo decentrato, in quanto un ordine è
solo una richiesta d'acquisto, che può essere rifiutata dal venditore
NB. I prezzi che vincolano le azioni degli individui in un mercato sono il risultato di migliaia di individui, non
della decisione di qualcuno dotato di autorità. Mentre nelle imprese, sono pochi a prendere le decisioni per
tutti
NB. Le frecce verdi che puntano in alto rappresentano la presenza di asimmetrie informative tra i diversi
livelli gerarchici dell'impresa
Il rapporto tra impresa e lavoratori contrasta con il rapporto che l'impresa ha con i suoi clienti, in quanto
quando si vende o si compra qualcosa lo si fa di propria spontanea volontà
Ronald Coase (economista) affermava che l'impresa può essere vista come un'economia centralizzata in
miniatura
→ il processo decisionale gerarchico al suo interno assomiglia alla direzione centralizzata della produzione
che caratterizzava le economie di molti paesi comunisti
La differenza tra le interazioni di mercato e le relazioni all'interno dell'impresa è definita dal CONTRATTO:
I contratti di lavoro trasferiscono temporaneamente l'autorità sulle attività di una persona dal
lavoratore al manager o al proprietario dell'impresa
Inoltre, le imprese sono diverse dai mercati per il tipo di interazione che si stabilisce:
Nei mercati l'interazione è momentanea, mentre nelle imprese può durare addirittura per tutta la vita (vedi
es. relazioni che si stabiliscono con i colleghi)
L'economista Oliver Williamson chiamò risorse specifiche alla transazione e risorse specifiche all'impresa
queste abilità, relazioni e amicizie, perché esse sono utili solo finché il lavoratore rimane entro una data
relazione o in una data impresa
Ai proprietari spetta tutto ciò che rimane dopo che i ricavi sono stati usati per pagare i dipendenti,
manager, fornitori, creditori e imposte
→ il profitto è il residuo
Nelle piccole imprese, i proprietari sono spesso anche manager, e prendono quindi le decisioni operative e
strategiche (es. ristorante)
Nelle grandi imprese, invece, ci sono molti proprietari, e la maggior parte di essi non prende parte alle
decisioni del management dell'impresa
I proprietari dell'impresa sono individui o istituzioni che possiedono le azioni emesse dall'impresa
Un'impresa può anche raccogliere capitale per finanziare la sua crescita, e lasciare le decisioni operative e
strategiche ad un gruppo di manager specializzati
→ i senior manager, in questo caso, devono anche scegliere quanti dei profitti dell'impresa vadano
distribuiti ai soci come dividendi, e quanti vengano trattenuti per finanziare nuovi investimenti
→ in tale situazione si parla di SEPARAZIONE TRA PROPRIETÀ E CONTOLLO per evitare il conflitto di
interessi
Le decisioni dei manager determinano i profitti, i profitti determinano i redditi dei proprietari
Anche i proprietari delle piccole imprese possono decidere di non massimizzare i profitti
→ in tal caso si perde una parte dei propri profitti e si paga il costo delle proprie decisioni
Adam Smith, già nel XVIII secolo, osservò come i manager fossero più interessati a servire i loro interessi
I proprietari hanno due modi per incentivare i manager a servire i loro interessi:
1. Possono strutturare i contratti in modo che la remunerazione dei manager dipenda direttamente
dall'andamento del valore azionario della società
→ quest'ultimo ha l'autorità di licenziare i manager, e gli azionisti hanno il diritto di rimpiazzare i membri
del consigli
NB. Quando si parla di un'impresa si dà per scontato che massimizzi i profitti perché è la base della
ricchezza dei proprietari e perché la concorrenza tra imprese nel mercato penalizza e finisce per eliminare
le imprese che non forniscono ai proprietari profitti adeguati
Assumere dipendenti è diverso dall'acquistare beni o servizi, ma il manager non può scrivere un contratto
di lavoro che specifichi in maniera verificabile tutti i compiti che il dipendente dovrà svolgere per essere
pagato perché:
Sarebbe impossibile o troppo costoso per il manager osservare in modo accurato l'impegno che
ogni dipendente mette nello svolgimento del suo lavoro
Il contratto di lavoro omette molti aspetti di interesse sia del proprietario che dei dipendenti
→ CONTRATTO INCOMPLETO
→ pagare il salario più basso possibile non è quasi mai la strategia migliore per minimizzare i costi
Alla fine del XIX secolo negli Stati Uniti più di metà dei lavoratori nel settore manifatturiero erano pagati a
cottimo, ma poi questo metodo andò scemando, perché:
Al contrario, lavorare bene significa, il linea di massima, non perdere il posto di lavoro e di essere promossi
→ ma anche in questi ultimi casi, il lavoratore teme le conseguenze di non star simpatico al direttore, in
quanto potrebbe essere privato di una promozione ecc.
Per un lavoratore è un problema perdere il lavoro? Se l'impresa pagasse i dipendenti il salario più basso
possibile, la risposta sarebbe no
→ un salario troppo basso renderebbe un lavoratore indifferente tra rimanere occupato o perdere il lavoro
→ c'è differenza tra il valore del posto di lavoro e il valore dell'opzione di riserva
Per calcolare la rendita di occupazione bisogna soppesare tutti i benefici e i costi di essere occupati e
confrontarli con quelli di essere disoccupati, ma anche lavorare comporta dei costi (come la disutilità e il
costo di raggiungere il posto di lavoro)
Con la perdita del lavoro ci sono dei benefici cui si dovrebbe rinunciare:
Il salario
Bisogna capire come le rendite di occupazione possano essere utilizzate per motivare i dipendenti
ESEMPIO:
Per determinare la rendita economica, bisogna pensare a come lei valuta due aspetti del suo lavoro:
L'utilità di Maria aumenta all'aumentare dei beni e servizi che può acquistare col suo salario, e diminuisce
all'aumentare delle ore di lavoro e dell'intensità del suo impegno
Maria trascorre la sua giornata lavorativa per metà lavorando, e l'altra metà sui social
Rendita da occupazione totale = rendita da occupazione oraria x numero atteso di ore di lavoro perse
= 10€ x 35 x 44 = 15.400€
Nel caso in cui Maria fosse aiutata da amici, famiglia, o un sussidio statale, avrebbe un SALARIO DI
RISERVA, ovvero il salario minimo che la porterebbe ad accettare un'offerta di lavoro nel quale non attua
nessuna disutilità del lavoro
Se Maria continua a lavorare con lo stesso impegno ed esperisce una disutilità pari a 2€, allora riceve una
rendita di occupazione pari a 12€, dai quali devono essere sottratti la disutilità del lavoro (2€) e il salario di
riserva (6€)
→ la rendita occupazionale di Maria ora vale 4€, che sono quelli che perderebbe all'ora in caso in cui
restasse disoccupata
= 4 x 1540 = 6160€
NB. Quando il costo di perdere il lavoro è alto, i lavoratori sono più disposti a lavorare con maggiore
impegno
GIOCO:
Caratteristiche
Payoff
Se Maria sceglie un livello di impegno che è la risposta ottima all'offerta del principale, e se il
principale sceglie il livello di salario che massimizza il suo profitto, si giunge a un equilibrio di Nash
Spesso i proprietari assumono supervisori o installano sistemi di sorveglianza per controllare l'andamento
del lavoro, ma non è questo il caso
Di tanto in tanto, il capo ha informazioni riguardo l'impegno degli impiegati, che non sono però sufficienti
per stabilire un pagamento a cottimo
→ quindi, per decidere il livello del salario, il principale deve sapere come il lavoratore risponderà ad un
salario più alto
Salario di riserva = 6€
Aumenta la sua rendita di occupazione, e la sua voglia di impegnarsi per ottenere il lavoro
Se Maria viene pagata 6€, il suo impegno è 0 perché non le interessa tenere il posto di lavoro
La pendenza della curva di risposta ottima indica al principale il saggio marginale di trasformazione tra
salario e impegno
→ quando il livello di impegno si avvicina al livello massimo, la disutilità derivante da ulteriori aumenti
dell'impegno tende a crescere
Dal punto di vista del principale, la curva dimostra che pagare salari più alti induce ad un impegno
maggiore, ma con rendimenti marginali decrescenti
→ più alto è il salario, più basso è l'aumento di impegno e di output che il principale ottiene con un
ulteriore aumento unitario del salario orario
NB. La funzione di risposta ottima è sotto l'ipotesi che la durata attesa della disoccupazione sia di 44
settimane
Maria può scegliere quanto effettivamente impegnarsi nel lavoro, e il principale sa che non può far sì che
ella si impegni di più della sua curva di risposta ottima
→ allo stesso modo, Maria fornisce un input che il datore di lavoro vorrebbe comprare a poco prezzo
Quello che conta, però, non è il numero di ore di lavoro, ma le unità di impegno
→ se Maria sceglie di fornire 0.5 unità di impegno all'ora e il suo salario ω, il costo per l'imprenditore è 2ω
In generale, se Maria fornisce e unità di impegno ogni ora di lavoro, il costo di ogni unità è ω/e
QUINDI per massimizzare i profitti, il principale deve trovare la combinazione possibile di impegno e salario
in grado di minimizzare il costo per unità di impegno, ω/e
Equivalentemente, si può dire che il principale deve massimizzare il numero di unità di impegno per unità di
salario, e/ω
La retta centrale riunisce tutti i punti il cui costo di unità di impegno è pari a 22.2€
→ la retta è crescente perché per mantenere costante il rapporto un maggiore livello di impegno deve
essere accompagnato da un maggiore salario
Per minimizzare i costi il datore cerca di raggiungere l'isocosto più ripido, ma questo deve coincidere anche
con la curva di risposta ottima di Maria
Il risultato migliore che il principale può ottenere è il punto di tangenza tra la retta di isocosto più ripida e la
curva di risposta ottima di Maria (punto A)
→ SMS = SMT
→ l'impresa minimizza i costi e massimizza i profitti nel punto in cui SMS=SMT, appunto nel punto A
I salari fissati in questo modo sono anche chiamati SALARI DI EFFICIENZA perché il principale riconosce che
ai fini del profitto ciò che conta è il rapporto e/ω, ovvero le unità di efficienza per unità di salario
Il modello esposto spiega la fissazione del salario sulla base della necessità del datore di lavoro di disporre
di un elemento di disciplina nei confronti del lavoratore, al fine di incentivarne l'impegno
RIASSUMENDO:
Equilibrio: nel gioco tra manager e lavoratore, il primo offre un salario, e il secondo risponde con
un livello di impegno
Rendita: nell'allocazione che ne risulta, il lavoratore si impegna perché riceve una rendita da
occupazione che potrebbe andare persa se l'impegno non fosse adeguato
Potere: dato che il lavoratore teme di perdere la sua rendita, il manager è in grado di esercitare
potere su di essa, usando la minaccia del licenziamento, e ciò contribuisce ad aumentare i profitti
Il modello implica che in caso di licenziamento ci debba essere un periodo sufficientemente lungo nel quale
il lavoratore resta disoccupato
Nel caso in cui Maria riuscisse subito a trovare un altro lavoro, con lo stesso salario, le sarebbe indifferente
tenere o perdere il lavoro
Una situazione in cui ci fossero molti posti di lavoro disponibili per 12€ orari e nessuno fosse disoccupato
non potrebbe durare a lungo
→ salari e disoccupazione devono essere abbastanza alti da assicurare una rendita da occupazione in grado
di indurre i lavoratori ad impegnarsi
I cambiamenti nelle condizioni economiche o le politiche pubbliche possono modificare l'intera funzione di
risposta ottima, traslandola
Un lavoratore è più o meno incentivato a scegliere un livello alto di impegno a seconda di cosa ha da
perdere o della probabilità di perderla
L'utilità derivante dai beni che possono essere acquistati col salario
La disutilità dell'impegno
Il salario di riserva
Quando il tasso di disoccupazione è alto, i lavoratori si aspettano che la perdita del posto di lavoro sia
seguita da un lungo periodo di disoccupazione
→ il sussidio può essere di durata limitata, quindi un periodo di disoccupazione di durata maggiore dà luogo
ad un livello più basso di sussidio per ora di lavoro persa
Per questo, un aumento della durata del periodo di disoccupazione ha due effetti:
2. Aumenta il numero di ore di lavoro perse e quindi la rendita da occupazione totale (il costo di
perdere il lavoro)
EFFETTI SULLA CURVA DI RISPOSTA OTTIMA DI UN AUMENTO DELLA DURATA DELLA DISOCCUPAZIONE E
DEL SUSSIDIO DI DISOCCUPAZIONE:
Le politiche economiche possono modificare sia l'ammontare e la durata dei sussidi di disoccupazione, sia il
livello di disoccupazione
Il successo di un'impresa non dipende solo dal prezzo. Ci sono variabili da tenere in considerazione:
La domanda di un prodotto dipende dal prezzo a cui viene offerto, mentre i costi di produzione dipendono
dalla quantità prodotta
LA DECISIONE DELL'IMPRESA:
Per decidere in maniera ottimale il prezzo, l'impresa deve conoscere quanto sono disposti a pagare i clienti
per il prodotto
Per stimare tale curva, l'economista Jerry Hausman ha analizzato i dati su quantità vendute e prezzi dei
cereali su base settimanale negli Stati Uniti dal 1996.
Supponendo che il costo unitario per libbra (1kg = 2.2 libbre) sia di 2€, e di riuscire a vendere tutto quanto è
stato prodotto:
= PxQ - 2xQ
Per cui:
Profitto = (P - 2) x Q
Usando questa formula, è possibile calcolare il profitto per ogni coppia prezzo/quantità, e disegnare le
CURVE DI ISOPROFITTO:
NB. Le curve di isoprofitto sono costituite dai punti che danno lo stesso livello di profitto
NB. La linea orizzontale in corrispondenza di un prezzo pari al costo unitario indica un profitto nullo
Per conseguire profitti più elevati, sarebbe auspicabile che quantità e prezzo fossero i più alti possibili, ma
la curva di domanda pone un vincolo a tale possibilità
→ è possibile vendere una quantità alta solo applicando un prezzo sufficientemente basso
Al fine di massimizzare il profitto, il manager deve tenere conto di due rapporti di sostituzione:
1. La pendenza della curva di isoprofitto dice che in che misura l'impresa è disponibile a rinunciare a P
per aumentare Q al fine di mantenere il proprio profitto invariato (SMS)
2. La pendenza della curva di domanda rappresenta il vincolo cui la scelta tra P e Q è soggetta alla
possibilità che ha l'impresa di trasformare una riduzione della quantità in un aumento del prezzo
(SMT)
NB. Nella realtà è inverosimile che i manager affrontino delle decisioni in questo modo
→ vanno a tentativi
FUNZIONE DI PROFITTO:
Con il tempo, molte aziende si sono allargate (Walmart, Intel, Fedex…), partendo da pochi migliaia di
dipendenti ed arrivando a coordinarne milioni
Una spiegazione a ciò è che un'azienda più grande riesce a produrre ad un costo unitario più basso. Ciò
accade per due ordini di ragioni:
Vantaggi tecnologici: aumentando la scala di produzione spesso è possibile utilizzare una minore
quantità di fattori produttivi per unità di prodotto
Vantaggi di costo: nelle imprese di maggiori dimensioni, i costi fissi incidono in misura minore sul
costo unitario e hanno maggiore potere contrattuale, riuscendo ad acquistare i fattori produttivi a
condizioni più favorevoli
ECONOMIE DI SCALA (redimenti di scala crescenti): è un'espressione che descrive i vantaggi tecnologici
associati ad una maggiore scala produttiva
DISECONOMIE DI SCALA (rendimenti di scala decrescenti): la scala produttiva porta degli svantaggi
Esempi:
Un lavoratore cui viene assegnato un numero molto ristretto di compiti, diventa presto abile nello svolgerli,
e quindi più produttivo
→ economia di scala
Al crescere degli addetti, cresce anche l'attività di monitoraggio, e si dovrà assumere dipendenti da
impiegare nell'attività di controllo di chi produce
→ rinunciare al monitoraggio dei dipendenti comporterebbe il rischio della diminuzione della produttività
→ diseconomia di scala
NB. Oltre che per la presenza di rendimenti crescenti di scala di tipo tecnologico, il costo unitario può
diminuire all'aumentare della quantità prodotta anche per la presenza dei costi fissi, tra cui i costi di ricerca
e sviluppo
Oltre ai vantaggi tecnologici di costo, che possono essere indicati come vantaggi dal lato dell'offerta, poiché
riguardano la struttura produttiva dell'impresa, le imprese di grandi dimensioni beneficiano anche di
vantaggi dal lato della domanda
→ economie di rete
Fino ad ora si è supposto che il costo di produzione unitario fosse costante. Adesso si suppone che i costi
unitari variano al variare del livello di produzione
ESEMPIO:
Motori Lusso Spa è una casa automobilistica che produce automobili di lusso in quantità limitata
Gli azionisti non impegneranno i propri capitali nell'impresa se hanno migliori possibilità di investimento
altrove, perché produrre macchine costa (impianti, produzione, macchina, stabilimenti, dipendenti…)
→ ciò che potrebbero ricavare da un impiego alternativo è il costo opportunità del capitale
→ la remunerazione del costo opportunità del capitale degli azionisti, che va loro garantita se si vuole che
mantengano il proprio investimento nell'impresa, fa parte del costo di produzione delle automobili
F = costi fissi
CM = costo medio = C / Q
→ rappresentato graficamente dalla pendenza della retta che congiunge l'origine e il punto interessato
All'aumentare della quantità, i costi totali salgono, ma il costo medio diminuisce (in B si ha il costo medio
minimo)
NB. La curva del costo medio è decrescente per bassi livelli di produzione e crescenti per grandi quantità
prodotte
CMg = ΔC / ΔQ
La curva del costo marginale è crescente, in quanto la funzione di costo diventa sempre più ripida al
crescere di Q
→ è l'andamento crescente dei costi marginali che determina, a lungo andare, un aumento del costo medio
CM è decrescente per tutti i valori di Q per i quali CM è maggiore di CMg ed è crescente per tutti i valori di
Q per i quali Cm è minore di CMg
NB. Questa non è una coincidenza, ma è una proprietà sempre verificata, qualunque sia la forma della
funzione di costo totale
La curva di domanda è la relazione che indica la quantità di beni acquistati in corrispondenza di ciascun
livello di prezzo
Supponendo che nel caso della Motori Lusso vi siano 100 consumatori potenziali, ognuno di essi avrà un
propria disponibilità a pagare (willingness to pay), una somma massima che sarà disposto a spendere per
acquistare un'automobile e che dipende dalla valutazione che il consumatore dà del prodotto
NB. Se il prezzo scende, il numero di consumatori disposti a comprare sale, e la domanda cresce
NB. Le curve di domanda spesso sono rappresentate come rette, ma non necessariamente sono tali (vedi i
cereali Cheerios)
NB. La relazione tra prezzo e quantità viene talora indicata come LEGGE DI DOMANDA
La domanda indica tutte le combinazione possibili e viene confrontata con le curve di isoprofitto per
individuare la combinazione ottimale, rappresentata dal punto di tangenza
RICORDA:
= P x Q - C(Q)
Questo è indicato come profitto economico (diverso dal profitto o utile contabile)
RICORDA:
La funzione di costo comprende il costo opportunità del capitale, definito profitto normale
Il profitto economico è quindi il profitto aggiuntivo rispetto alla remunerazione minima richiesta dagli
azionisti:
Da tale equazione si osserva che la forma della curva di isoprofitto dipende dal costo medio
CURVE DI ISOPROFITTO:
→ aumentando Q di uno e riducendo P di (P – CMg)/Q i profitti non variano perché il profitto addizionale (P
– CMg) sull’automobile 24 sarà interamente compensato dalla diminuzione dei ricavi (P – CMg) sulle altre
23 automobili
Lo stesso ragionamento vale per tutti i punti nei quali P > CMg
→ se la quantità aumenta di un’unità, per mantenere costanti i profitti è necessario un aumento del prezzo
È conveniente per l'impresa aumentare la quantità prodotta fino al punto in corrispondenza del quale la
pendenza delle due curve è uguale, ovvero SMT = SMS
NB. Il problema della massimizzazione dei profitti è un esempio di problema di ottimizzazione vincolata
Al fine di raggiungere un certo obiettivo, chi sceglie deve selezionare il valore di una o più variabili
Esiste un metodo alternativo per risolvere il problema di massimizzazione dei profitti, che non utilizza le
curve di isoprofitto
RICORDA:
Ricavi totali → R = P x Q
RICAVO MARGINALE (RMg): aumento dei ricavi dovuto alla produzione di un'unità in più di prodotto
RICAVO MARGINALE:
Il ricavo:
→ questo è dato anche dalla differenza tra le aeree dei due rettangoli
→ il ricavo di una vendita è maggiore del suo costo, quindi conviene aumentare la produzione
→ il ricavo di una vendita è minore del suo costo, quindi conviene ridurre la produzione
Chiaramente:
Quando due individui si accordano per uno scambio, agiscono per migliorare la loro condizione ed ottenere
un surplus che porta una rendita economica
→ il surplus complessivo per le parti coinvolte nello scambio misura i cosiddetti guadagni dallo scambio
Nel caso specifico, il consumatore ottiene un surplus se la sua disponibilità a pagare è maggiore del prezzo
di acquisto dell'automobile
→ l'impresa ottiene una rendita finché il costo marginale è minore del prezzo di vendita
Il 32° consumatore, la cui disponibilità a pagare è di 5440€ (prezzo della macchina), sarà indifferente
nell'acquistarla o meno, e difatti il suo surplus è nullo
La zona rossa rappresenta il surplus del consumatore, ottenuto sommando tutti i surplus individuali
La zona viola rappresenta il surplus del produttore, ottenuto dalla somma dei surplus per ogni singola
automobile
L'impresa realizza un surplus sull'automobile marginale (32°), visto che il costo marginale è inferiore al
prezzo
Il surplus del consumatore misura i benefici che ricevono i consumatori dalla partecipazione allo
scambio
→ differenza tra costi e ricavi marginali per ogni unità, non considera i costi fissi
Vi sono dei consumatori disposti ad acquistare ad un prezzo inferiore a quello di mercato, ma superiore al
costo marginale
→ se lo scambio a tale prezzo inferiore potesse avvenire, aumenterebbero sia il surplus del produttore, sia
quello del consumatore
→ MIGLIORAMENTO PARETIANO
LA PERDITA SECCA:
→ l'allocazione è efficiente perché non sono possibili ulteriori guadagni da entrambe le parti
In E c'è una PERDITA SECCA, pari all'area individuata dal triangolo bianco
In questo caso, il raggiungimento del punto Pareto-efficiente sarebbe possibile solo se l'impressa fosse in
grado di vendere le proprie automobili ai consumatori esclusi dallo scambio ad un prezzo più basso di
quello applicato alle prime 32 unità
→ l'impresa sceglie E perché è il meglio che può fare all'interno delle regole del gioco (tutte le auto
vengono vendute allo stesso prezzo)
La scelta dipende da quanto la quantità domandata dai consumatori risponde a una variazione prezzo del
bene
→ una domanda piatta corrisponde ad un'elevata reattività della quantità rispetto al prezzo
→ l'elasticità cambia lungo la curva di domanda anche quando la pendenza rimane costante
Al diminuire dell'elasticità, l'impresa andrà a scegliere un prezzo che si discosta maggiormente dal costo
marginale, aumentando il margine di profitto (differenza tra prezzo e costo marginale)
Il margine di profitto e il mark-up sono più bassi dove la curva di domanda è più piatta e dunque
l'elasticità è maggiore
Minore è l'elasticità, maggiori sono le perdite di efficienza e l'appropriazione del surplus da parte
dell'impresa
Conoscere l'elasticità della domanda è molto importante anche per le decisioni della politica economica
Supponendo che il governo introduca un'accisa, la quale va ad aumentare il prezzo di un bene specifico:
→ l'effetto potrebbe essere intenzionale quando lo scopo è quello di scoraggiare il consumo di certi beni
(es. tabacco)
Una riduzione delle vendita diminuisce l'importo totale dell'imposta incassata dal governo
Se l'obiettivo del governo è quello di aumentare le proprie entrate fiscali, le accise devono essere poste su
prodotti a domande rigida
In casi di MONOPOLIO il prezzo di mercato fissato dal venditore è superiore al costo marginale di
produzione
MA quando il prezzo è fissato ad un livello al di sopra del costo marginale, l'allocazione non è Pareto-
efficiente
La perdita secca esprime una misura delle conseguenze del fallimento del mercato
→ essa è tanto maggiore quando più il prezzo si discosta dal costo marginale e quanto minore è l'elasticità
della domanda
Cosa determina l'elasticità della domanda? Bisogna analizzare il comportamento del consumatore, e i
mercati con prodotti differenziati riflettono l'eterogeneità delle preferenze dei clienti
→ es. se il consumatore può scegliere tra modelli di automobili simili, la domanda per un'auto di uno
specifico modello è probabilmente elastica
→ se aumenta il prezzo di X modello Ford, il consumatore può scegliere di comprare X modello Peugeot
→ più vicine sono le caratteristiche dei diversi modelli, minori saranno le differenze di prezzo
→ rendita monopolistica, profitti che eccedono i costi di produzione (un esempio limitato è la rendita di
innovazione)
→ il potere di mercato consente di fissare i prezzi elevati e ottenere elevati profitti a danno dei
consumatori
Ciò è un motivo di preoccupazione per il governo, assieme alle formazione dei cartelli (invece di competere
tra loro, le imprese si accordano per mantenere prezzi elevati, comportandosi come se fossero in una
situazione monopolista)
Le politiche economiche che mirano a ridurre il potere di mercato delle imprese e a prevenire la formazione
di monopoli o cartelli si definiscono POLITICHE PER LA CONOCORRENZA o POLITICHE ANTITRUST
I profitti di un'impresa dipendono dalla curva di domanda del suo prodotto, che a sua volta dipende dalle
preferenze dei consumatori e della presenza di imprese concorrenti
Per accrescere i suoi profitti, l'impresa può provare ad influenzare la curva di domanda, modificando le
caratteristiche del prodotto o con la pubblicità
La presenza di prodotti differenti non è l'unica ragione per la quale il prezzo può essere maggiore del costo
marginale
→ andamento decrescente dei costi medi, dovuta dalla presenza di costi fissi o alla possibilità di spuntare
costi degli input più bassi acquistandone quantità elevate
→ in questo caso, il costo medio di produzione è maggiore del costo marginale e le curve di costo sono
decrescenti
→ ma comunque l'impresa non può fissare il prezzo al di sotto del costo medio perché otterrebbe una
perdita (CMg < P)
Costo medio decrescente significa che l'impresa ha costi unitari inferiori operando su larga scala
→ quando una singola impresa può coprire la domanda dell'intero mercato con un costo unitario inferiore
rispetto a quello che sosterrebbero due imprese distinte, si parla di MONOPOLIO NATURALE
→ in questo caso, il governo non è in grado di promuovere la concorrenza, poiché il costo medio aumenta
all'aumentare del numero di imprese operanti nel mercato
Un mercato nel quale competono imprese con costi medi decrescenti tenderà a diventare sempre più
concentrato, visto che l’impresa che per prima riesce a sfruttare i vantaggi di costo di un aumento
dimensionale sarà in grado di mettere fuori mercato i suoi concorrenti e, alla lunga, diventare un
monopolista
Un prezzo superiore al costo marginale, qualunque ne sia la causa, determina sempre un fallimento del
mercato, visto che a tale prezzo la quantità scambiata è sub-ottimale: vi sono potenziali consumatori la cui
disponibilità a pagare eccede il costo marginale ma è inferiore al prezzo; essi non acquistano il bene e ciò
determina una perdita secca di surplus
Ogni qualvolta il prezzo di un bene o di un servizio cresce è probabile che il numero delle persone che lo
domandano sia cresciuto, o che il suo costo di produzione abbia subito un incremento, o entrambe le cose
Fino agli anni '90, nelle economie pianificate dell'Unione Sovietica e di altri paesi dell'Europa centrale, le
informazioni relative all'organizzazione della produzione erano trasmesse da funzionari governativi
→ erano loro a decidere cosa dovesse essere prodotto e a che prezzo dovesse essere venduto
ESEMPIO:
Nessuno sarà disposto ad acquistare una copia usata pagando una cifra superiore al prezzo di
copertina del libro
Al di sotto di tale prezzo, la DAP degli studenti potrebbe dipendere dall'importanza che essi
attribuiscono allo studio, dall'utilità del libro o dal budget che hanno a disposizione
L'offerta dipende dalla DISPONIBILITÀ DI ACCETTARE (DDA) una certa somma di denaro in cambio di una
copia del libro da parte dei venditori
Gli studenti che offrono la vendita dei libri differiscono in termini di DAA, ossia hanno diversi PREZZI DI
RISERVA
→ egli è disposto a privarsi del libro solo a fronte di offerte pari almeno a tale valore
La curva di offerta indica il numero di studenti disposti a vendere il libro per ogni possibile livello del prezzo
NB. Per comodità, curve di domanda e offerta sono state disegnate come due rette, ma è molto più
probabile che siano curve
→ dipende da come le valutazioni sul valore del libro variano da studente a studente
Alla fine del XIX secolo, l'economista Alfred Marshall sviluppa un modello di domanda e offerta prendendo
ad esempio il corn exchange (edificio dove i contadini incontravano i mercanti e vendevano le proprie
sementi)
→ osserva che, nonostante il prezzo potesse oscillare, non si discosta mai di molto dal prezzo in
corrispondenza del quale la quantità di domanda dai mercanti eguagliava la quantità offerta dai contadini
→ per prezzi superiori a quello di equilibrio, i contadini erano disposti a vendere in grandi quantità, ma i
mercanti non erano disposti a comprare → ECCESSO DI OFFERTA
→ per prezzi inferiori a quelli di equilibrio, i contadini preferivano aspettare a vendere → ECCESSO DI
DOMANDA
NB. Il ragionamento di Marshall era basato sull'assunzione che tutte le sementi fossero della stessa qualità
Nell'esempio, si assume che tutti i volumi siano identici e che ciascun venditore possa mettere un libro in
vendita specificandone il prezzo su una piattaforma online
→ 24 individui sono disposti a cedere la loro copia a tale prezzo, e 24 individui sono disposti a comprare la
copia a tale prezzo
Per prezzi inferiori, più persone sono disposti a comprare, ma meno a vendere
Per prezzi superiori, più persone sono disposte a vendere, ma meno a comprare
PREZZO DI EQUILIBRIO: 8€
In questo tipo di mercato, nessuno è disposto a trattare con uno studente che chiede un prezzo più alto (o
offre un prezzo più basso) di tale prezzo
→ la concorrenza è tale che tutti gli scambi avvengono allo stesso prezzo
PRICE-TAKER: produttori e consumatori non traggono beneficio dal concludere transazioni a prezzi diversi
da quello di mercato, in quanto non dispongono del potere di influenzare il prezzo di mercato
PRICE-SETTER: produttori che producono beni differenziati e possono decidere quale prezzo praticare a
causa dell'assenza di imprese rivali che producono lo stesso bene
EQUILIBRIO CONCORRENZIALE: un mercato si dice tale quando tutti gli acquirenti e i venditori sono price-
taker e, in corrispondenza del prezzo di mercato prevalente, la quantità domandata eguaglia la quantità
offerta
NB. In presenza di un numero elevato di imprese che producono beni identici e di consumatori che possono
liberamente decidere da quale impresa acquistare → le imprese sono price-taker in equilibrio
CURVA DI DOMANDA:
→ nessuno è in grado di vendere il pane a prezzo più alto, perché i consumatori potrebbe rivolgersi
tranquillamente ad un altro rivenditore
→ impresa price-taker
Al crescere della quantità di pane prodotto, il costo medio cala, mentre il costo marginale cresce
gradualmente poiché l'aumento della produzione richiede personale aggiuntivo e un utilizzo più
intensivo degli strumenti di produzione
Per quantità elevate, il costo marginale cresce al di sopra del costo medio, che diventa anch'esso
crescente
Se il prezzo fosse pari al costo medio (P=CM), il profitto economico sarebbe zero
→ la curva di costo medio rappresenta quelle combinazioni quantità-prezzo cui corrispondono profitti nulli
Le curve di isoprofitto sono decrescenti per prezzi maggiore del costo marginale, e crescenti per
costi minori del costo marginale
La curva di costo marginale interseca le curve di isoprofitto nel punto di minimo di queste ultime
Se il prezzo è superiore al costo marginale, i profitti totali possono rimanere invariati solo vendendo
una quantità maggiore a un prezzo minore
Se il prezzo è inferiore al costo marginale, i profitti totali possono rimanere invariati solo vendendo
una quantità minore a un prezzo maggiore
→ bisogna trovare il punto nell'insieme del possibile che permette di massimizzare il profitto
→ graficamente, esso corrisponde al punto in cui la frontiera dell'insieme delle scelte ammissibili è
tangente alla curva di isoprofitto di livello 80€
NB. Non è la curva di mercato a determinare la domanda del panificio, ma il prezzo praticato dalle imprese
concorrenti
Le imprese price-taker scelgono di produrre una quantità tale da eguagliare costo marginale e costo di
mercato
→ il massimo profitto è raggiunto in corrispondenza del punto di domanda dell'impresa, tangente alla curva
di isoprofitto più alta possibile
→ la condizione di tangenza implica che, in quel punto, anche la curva di isoprofitto sia orizzontale
Se l'impresa decidesse di aumentare la produzione ad un livello tale per cui P < CMg, il costo dell'ultima
unità di prodotto eccederebbe il prezzo di mercato
→ realizzare l'ultima unità comporterebbe una perdita e l'impresa potrebbe aumentare i profitti riducendo
la produzione
Se l'impresa decidesse di aumentare la produzione ad un livello tale per cui P > CMg, essa potrebbe
ottenere un profitto aggiuntivo realizzando e vedendo almeno un'unità in più
→ la produzione potrebbe essere aumentata fino al punto in cui P = CMg, in corrispondenza del quale i
profitti sono massimizzati
NB. L'impresa accetta il prezzo di mercato e sceglie di produrre una quantità in corrispondenza della quale
il proprio costo marginale eguaglia tale prezzo
NB. Per un'impresa price-taker, la curva di costo marginale coincide con la curva di offerta individuale
Al di sotto di 1,52€ ( prezzo per cui i profitti sono zero), l'impresa realizza una perdita
→ il punto individuato sulla curva di offerta corrisponde più propriamente alla quantità prodotta
dall'impresa per minimizzare le proprie perdite
I panifici sono 50, e ciascuno di essi è caratterizzato da una curva di offerta, che coincide con la propria
curva di costo marginale
→ per ricavare la curva di offerta di mercato bisogna sommare le quantità offerte da tutti i panifici per
ciascun prezzo
→ una volta calcolato quanto pane viene prodotto da una singola impresa per un dato livello del prezzo, si
moltiplica per 50 e si trova l'offerta di mercato corrispondente
La curva di offerta di mercato ha lo stesso aspetto della curva di offerta individuale, ma la scala dell'asse
orizzontale è diversa
In questo caso, l'offerta di mercato, per un prezzo di 2,35€/kg e 120 kg prodotti da ogni panificio, è di
6000kg di pane
NB. Se le funzioni di costo dei panifici fossero diverse, in corrispondenza di un prezzo uguale, alcune
imprese produrrebbero più pane rispetto ad altre
La curva di offerta di mercato esprime la quantità complessivamente offerta dai panifici per ogni dato
livello del prezzo
Per ciascuna unità scambiata, ciascun consumatore con una disponibilità a pagare più elevata del prezzo di
mercato percepisce un SURPLUS pari alla differenza tra la prima e il secondo
NB. L'allocazione di equilibrio relativa a questo mercato differisce da quella di un mercato con prodotti
differenziati
La quantità di pane scambiata in equilibrio corrisponde al punto in cui la curva di offerta di mercato
interseca la curva di domanda di mercato
→ PERDITA SECCA
Il surplus totale è massimizzato in corrispondenza del punto in cui la domanda uguaglia l'offerta
NB. Il fatto che l'allocazione sia Pareto-efficiente, non vuol dire che essa sia desiderabile
→ ad es. si può notare che il surplus dei consumatore è maggiore del surplus dei produttori
NB. LA DISTRIBUZIONE DEL SURPLUS TOTALE TRA CONSUMATORE E PRODUTTORI DIPENDE DAL RAPPORTO
TRA L'ELASTICITÀ DELLA DOMANDA E L'ELASTICITÀ DELL'OFFERTA
Nell'esempio di vendita di libri usati, si sono ipotizzate 40 nuove immatricolazioni ogni anno
L'aumento del numero di immatricolati determina un incremento del numero di studenti interessati a
comprare il libro
→ nuovo equilibrio, con prezzo fissato a 10€ e una quantità di libri pari a 32
Tutti gli studenti con una disponibilità a pagare compresa tra 8€ e 10€ sceglieranno ora di non comprare il
libro
NB. Quanto più la curva di offerta è ripida, tanto maggiore sarà l'aumento del prezzo, e tanto minore sarà
l'aumento di domanda, e viceversa
Per quanto riguarda i panifici, se viene inventata una nuova tecnica produttiva che permette di lavorare più
velocemente, si abbassa il costo marginale per ogni livello di produzione
Un aumento dell'offerta
Gli aumenti della domanda e dell'offerta richiedono un aggiustamento di prezzo per riportare il mercato in
equilibrio
→ si va a poi a studiare il modo in cui l'equilibrio cambia al variare delle condizioni del mercato
Lo shock è detto ESOGENO quando la sua provenienza è esterna al modello, quando cioè il modello è in
grado di spiegarne le conseguenze e non le cause
Un altro fattore in grado di determinare variazioni dell'offerta è l'entrata di nuove imprese nel mercato
Si è visto come il mercato del pane offra opportunità di profitto, allora nuove imprese vi entreranno
→ costi di entrata
Se entrano nuove imprese, per ogni prezzo crescerà la quantità di pane offerta
I governi possono ricorrere alla tassazione per finanziare la gestione della cosa pubblica o per modificare
l'allocazione di un bene o un servizio nel mercato
Con un'imposta, la curva di offerta subisce una traslazione verso l'alto in quanto, per ogni data quantità, il
prezzo aumenta
→ la quantità di pane venduto e il prezzo netto di vendita sono inferiori a quelli iniziali
→ anche tenendo conto del gettito fiscale che va al governo, l'introduzione dell'imposta genera una perdita
secca
Surplus totale = surplus dei consumatori + surplus dei produttori + gettito fiscale
Il gettito fiscale è pari al prodotto tra la quantità di equilibrio e la differenza tra prezzo di vendita lordo e
netto
Q x (P1 - P0)
Un governo interessato a massimizzare i profitti preferirebbe tassare un bene la cui domanda non è
sensibile al prezzo
Perché i produttori prendano i prezzi come dati (siano price-taker) è necessario che:
Vi sia un numero elevato di consumatori interessati ad acquistare il bene al minor prezzo possibile
Analogamente, affinché i consumatori si comportino da price-taker, occorre che siano in numero elevato e
in competizione gli uni con gli altri
Sceglie prezzi e quantità da produrre (price- Prende i prezzi come dati (price-setter)
maker)
I produttori ricevono una rendita economica Se i produttori ricevono una rendita economica, questa
viene meno a causa dell'entrata di nuove imprese nel
mercato
Le imprese possono fare lobbying e utilizzare le Le singole imprese non hanno incentivi per fare
proprie ricchezze per influenzare le elezioni e lobbying
l'approvazione delle leggi
Incentivo a investire nella ricerca e nello Scarsi incentivi ad investire nella ricerca e nello sviluppo
sviluppo
Tre variabili: il salario nominale, il prezzo a cui l'impresa vende i prodotti e la produttività media
oraria di un lavoratore
1. Imprese e lavoratori
2. Imprese e clienti
→ le imprese devono scegliere se vendere più prodotti a prezzo minore, o venderne meno a prezzo
maggiore
RICORDA:
Il salario reale corrisponde al salario nominale diviso per la variazione nel tempo del livello dei prezzi
→ è determinato congiuntamente dal salario nominale pagato dalle imprese e dai prezzi fissati
1. Ogni impresa decide quale salario pagare, quale prezzo fissare per i suoi prodotti e quante persone
assumere
2. La somma di tutte queste decisioni dà come risultati il livello totale di occupazione nell'economia e
il salario reale
Primo stadio:
Il dipartimento Risorse Umane stabilisce qual è il salario minimo che l'impresa può pagare senza
compromettere la motivazione dei lavoratori, basandosi sui prezzi e sui salari delle altre imprese
Il dipartimento Marketing fissa il prezzo, basandosi sul salario nominale e sulla curva di domanda
Il dipartimento Produzione calcola quanti lavoratori sono necessari per produrre la quantità decisa
Secondo stadio:
La quantità di prodotto per lavoratore viene divisa tra il salario reale che il lavoratore riceve e il salario
nominale
→ individua, per ciascun livello di occupazione, il salario reale necessario per fornire ai lavoratori l'incentivo
a lavorare con l'impegno richiesto
→ individua il salario reale corrisposto alle imprese quando queste scelgono il prezzo che massimizza i loro
profitti
È senza lavoro
È disponibile a lavorare
IL MERCATO DI LAVORO:
disoccupati
tasso di disoccupazione =
forza lavoro
occupati
tasso di occupazione =
popolazione in età lavorativa
NB. Il denominatore del tasso di disoccupazione è diverso da quello del tasso di occupazione
→ due paesi con lo stesso tasso di disoccupazione possono avere tassi di occupazione diversi
Il tasso di disoccupazione è la percentuale della forza lavoro che non lavora, ovvero quei lavoratori
che si trovano tra la retta della forza lavoro e quella del tasso di occupazione
SE il tasso di occupazione è X, ALLORA il valore del salario che corrisponde all'equilibrio di Nash sarà w
→ in corrispondenza del tasso di occupazione X, il salario w è il risultato della strategia ottimale del datore
di lavoro e di quella del lavoratore
La curva della fissazione del salario per l'intera economia è basata sulla decisione del datore di lavoro
relativa al salario e su quella del lavoratore relativa all'impegno
DERIVAZIONE DELLA CURVA DI FISSAZIONE DEL SALARIO AL VARIARE DEL TASSO DI DISOCCUPAZIONE:
NB. Il salario che massimizza il profitto quando il tasso di occupazione è al 5% è rappresentato dal punto B
LA DECISIONE DELL'IMPRESA:
Processo decisionale:
p−W W
La ripartizione si basa sul markup: p
= 1− p
MARKUP:
p − CMg 1
= → è uguale all′ inverso dell′ elasticità della curva di domanda
p ε
In generale → CMg = 𝜆
markup → m = 1/𝜆
W
p − CMg p − λ 1−W W W
= = = = 1−m → = λ(1 − m)
p p λxp λxp p
Il dipartimento di produzione sa che per ogni ora lavorata si produce un'unità di prodotto
→ occupazione: n* = q* / λ = q*
Quando tutte le imprese fissano i prezzi in questo modo, l'output per lavoratore (la produttività media del
lavoro) viene ripartito in profitto reale per lavoratore (∏/P) e salario reale (W/P), dove P indica il livello
generale dei prezzi
LA CURVA DI FISSAZIONE DEL PREZZO, LA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO NEL MERCATO DEL LAVORO:
La retta orizzontale più alta indica il ricavo delle imprese, in termini reali, per lavoratori
→ è il valore che fornisce il livello del salario reale compatibile con il markup quando tutte le imprese
fissano il prezzo massimizzando il loro profitto
La posizione della curva di fissazione del prezzo è influenzata, in particolar modo, da due fattori:
→ influisce sulla capacità delle imprese di fissare un prezzo che ecceda i loro costi, cioè sul livello del
markup
→ per ogni livello di markup, la produttività del lavoro determina il salario reale
In tutti i punti al di sotto della curva di fissazione del salario, il salario reale risulta insufficiente a motivare i
lavoratori
L'equilibrio di Nash è dato da un punto di intersezione tra le curva della fissazione del salario e la curva di
fissazione del prezzo
Ogni impresa fissa il salario nominale nel punto in cui la curva di isocosto è tangente alla miglior funzione di
reazione e sceglie il prezzo che massimizza il suo profitto
Nel punto X:
Le imprese offrono il minimo salario che assicura un impegno adeguato da parte dei lavoratori
Alla luce di ciò si può dire che nel mercato ci sarà sempre disoccupazione
→ ECCESSO DI OFFERTA
→ la domanda di lavoro a un determinato salario è minore del numero di persone che per quel salario sono
disposte a lavorare
La curva della fissazione del salario si trova sempre a sx della curva di offerta del lavoro
NB. Qualsiasi politica che provasse a eliminare la disoccupazione, metterebbe i datori di lavoro nella
posizione di dover pagare salari così alti da azzerare i profitti delle imprese e spingerle fuori mercato
DOMANDA AGGREGATA: somma delle domande per tutti i beni e i servizi prodotti nell'economia da parte
dei consumatori, delle imprese, dello Stato o di soggetti esterni al paese
L'aumento della disoccupazione dato da una diminuzione della domanda aggregata è definito come
disoccupazione da carenza di domanda → DISOCCUPAZIONE CICLICA
→ disoccupazione involontaria
→ EQUILIBRIO DI NASH
→ in tale punto, il dipartimento delle Risorse Umane potrebbe ridurre i salari dei dipendenti senza che
questo abbia conseguenze negative sul loro impegno, per via dell'alto tasso di disoccupazione
→ finché il salario rimane al di sopra della curva della fissazione dello stesso, una riduzione porta ad un
aumento dei profitti per l'impresa
Il punto B potrebbe persistere a lungo senza politiche pubbliche di sostegno all'occupazione. Perché?
A seguito della decisione del dipartimento Risorse Umane di ridurre i salari, si verificano i seguenti eventi:
L'impresa vuole fissare un prezzo tale da riportare il markup al livello che massimizza i profitti, non
essendo variata l'intensità della concorrenza
La nuova curva di isoprofitto che passa per B è più ripida della curva di domanda
→ l'impresa può aumentare i profitti diminuendo il prezzo e vendendo una quantità maggiore, cioè
spostandosi a dx
L'impresa continua a ridurre il prezzo finché il punto sulla curva di isoprofitto non è tangente alla
curva di domanda
Il dipartimento Risorse Umane sa che la riduzione del salario è una decisione difficile da accettare per i
dipendenti
→ le imprese sono restie a ridurre i salari per non buttare giù il morale dei lavoratori, che si potrebbe
tradurre in scioperi e altre forme di resistenza
Affinché si realizzi lo spostamento da B a X, è necessario che vengano aggiustati salari e prezzi verso il basso
e che ci sia un aumento della domanda
Per una singola impresa una riduzione di prezzo porta a maggiore vendite, ma una riduzione generalizzata
dei prezzi nell'economia può portare a una contrazione della spesa
Una riduzione dei prezzi iniziale potrebbe spingere alle famiglie ad aspettarne altre più consistenti
Con la riduzione dei salari, le persone potrebbero decidere di spendere meno, diminuendo ancor di più la
domanda
Pertanto, in presenza di una domanda aggregata insufficiente, non sempre le imprese sono in grado di
raggiungere l'equilibrio di Nash
Lo stato può decidere di incrementare la spesa pubblica, aumentando così la domanda delle imprese
Trovandosi nel punto B, le imprese stanno producendo meno di quanto permetterebbe loro di
massimizzare il profitto e, invece di ridurre i salari, decidono di aumentare la quantità prodotta e quindi
l'occupazione
NB. Quando aumenta la domanda, le curve di isoprofitto non si spostano, è l'impresa a spostarsi su una
curva di isoprofitto più alta
RIASSUMENDO:
Quando la domanda aggregata nell'economia è troppo bassa, il livello di disoccupazione è più alto di quello
di equilibrio. Lo Stato o la Banca Centrale possono eliminare la disoccupazione da carenza di domanda
ricorrendo a politiche fiscali o monetarie. Ai fini di una riduzione della disoccupazione, è probabile che tali
politiche rappresentino un modo per ridurre la disoccupazione ben più rapido di quanto non sia affidarsi
alla riduzione di prezzi e salari
Nella sua semplicità, il modello del mercato del lavoro illustrato fino ad ora, riesce a spiegare la
distribuzione del reddito in un'economia dove ci sono solo due classi sociali (datori di lavoro e lavoratori), e
nel qualche alcuni membri sono disoccupati
Nel grafico di sx è rappresentato il mercato del lavoro in un'economia con 80 lavoratori impiegati in 10
imprese identiche
→ l'economia è in equilibrio nel punto A, dove ci sono 10 disoccupati e il salario reale è compatibile con il
markup che massimizza i profitti
→ in assenza di sussidi di disoccupazione, le persone disoccupate non ricevono reddito, e la curva (il
contorno inferiore all'area azzurra) parte dell'origine e coincide con l'asse orizzontale per tutti i primi dieci
lavoratori (disoccupati)
La curva della fissazione del prezzo nel grafico di sx indica che il prodotto totale è diviso in modo che i
lavoratori ottengano una quota del 60% e i datori di lavoro il resto
Nel grafico di dx, ciò viene mostrato dall'angolo della curva di Lorenz, dove si nota che le 90 persone più
povere (i 10 disoccupati e gli 80 lavoratori) ricevono il 60% del prodotto totale
LA CURVA DI LORENZ:
1. Il primo punto viene individuato dopo aver preso in considerazione tutte le persone disoccupate
2. Il secondo punto ha coordinate date dalla frazione del numero totale della popolazione
economicamente attiva (90% occupati + disoccupati) e la quota del prodotto totale ricevuto sotto
forma di salari (60%)
L'area azzurra nella figura, che è legata al valore dell'indice di diseguaglianza di Gini, aumenta:
Se aumenta la produttività, senza che aumentino i salari reali, in quanto aumenterebbe il markup
NB. Una maggiore concorrenza tra le imprese sposta verso l'alto la curva di fissazione del prezzo
Le imprese riducono i salari, rendendosi conto di star pagando più del necessario per assicurarsi
l'impegno dei lavoratori
L'equilibrio inziale è il punto A, con 4 milioni di occupati ad un salario orario di 20€, ed una forza
lavoro di 5 milioni di persone
Nel punto B, il salario è di 13€, mentre il livello di occupazione è tornato ad essere di 4 milioni
→ punto C
SINDACATO: organizzazione che rappresenta gli interessi di un gruppo di lavoratori nelle negoziazioni con i
datori di lavoro su argomenti come il salario, le condizioni e gli orari, ecc.
→ con la presenza di esso, un eventuale contratto collettivo viene stipulato tra l'impresa e il sindacato
Quando i lavoratori sono organizzati in sindacati, i salari non sono più determinati dal dipartimento Risorse
Umane
→ il salario non può essere più basso della curva di fissazione dei salari, ma potrebbe essere più alto
→ questo perché ora non c'è solo il datore di lavoro che minaccia di licenziare, ma anche il sindacato che
minaccia di scioperare
NB. In molti paesi, cercare lavoro in un'impresa i cui dipendenti siano in sciopero è considerata una seria
violazione delle norme sociali tra lavoratori
Tuttavia, un sindacato potrebbe anche decidere di non determinare un aumento dei salari
→ ne andrebbe dell'occupazione in quanto più i salari saranno alti, minori saranno i dipendenti in
un'azienda
Nel punto A, il datore di lavoro fissa il salario che massimizza i profitti nel punto ti tangenza tra
curva di isocosto e la funzione di reazione
Se è il sindacato a fissare il salario, questo sarà maggiore rispetto a quello proposto dal datore di
lavoro, e maggiore sarà il livello di impegno dei lavoratori (punto C)
In generale, la curva della fissazione del salario collettivamente contrattato è posizionata al di sopra della
curva della fissazione del salario
Il successo del sindacato nella contrattazione di un salario più elevato parrebbe quindi danneggiare i
lavoratori, dato che ci sono più disoccupati
MA ciò non vuol dire che la disoccupazione sia più alta nei paesi caratterizzati da una maggiore incidenza
della contrattazione collettiva
Ciò fa comprendere che lo spostamento verso l'alto della curva della fissazione del salario collettivamente
contrattato è solo parte della storia
Nel caso in cui datore di lavoro e sindacato riuscissero ad accordarsi, i dipendenti sarebbero più aperti alla
propria impresa e lavorerebbero con un maggiore impegno
Nel punto D, il salario è invariato rispetto al caso precedente, ma i profitti dell'impresa sono maggiori, pur
essendo la situazione dell'impresa peggiore, rispetto al caso in cui non ci fosse nessun sindacato
1. È in grado di imporre all'impresa salari più alti rispetto al minimo necessario a garantire che i
lavoratori si impegnano
2. Può far diminuire la disutilità del lavoro, riducendo quindi il salario necessario a motivare i
lavoratori all'impegno
Il livello di occupazione di equilibrio è più alto e il livello di disoccupazione è più basso in presenza del
sindacato (punto Y) rispetto che in sua assenza (punto X)
→ ciò accade perché l'effetto "voce" del sindacato, che fa muovere la curva della fissazione del salario verso
il basso è maggiore dell'effetto della contrattazione dei salari, che fa traslare la curva di fissazione del
salario verso l'alto
→ l'effetto dovuto alla contrattazione dei salari potrebbe essere maggiore dell'effetto voce
→ la presenza del sindacato porterebbe ad una riduzione del livello di occupazione d'equilibrio
L'effetto di una politica è determinato dal modo in cui essa sposta il punto di intersezione tra le due curve
L'effetto dovrebbe sempre essere quello di muovere l'equilibrio del mercato del lavoro verso l'alto e verso
dx, insieme alla curva di fissazione del salario, in un punto in cui il salario reale e l'occupazione siano
maggiori
→ lo mostra il punto G
Nuovi salari
→ punto C
Ha un forte impatto sul benessere dei cittadini e un suo buon funzionamento è segno di un
economia in grado di soddisfare i bisogni della popolazione
Opera in un modo piuttosto diverso dalla maggior parte degli altri mercati ed è quindi essenziale
coglierne le peculiarità per capire il funzionamento dell'intera economia
La disoccupazione involontaria nell'equilibrio nel mercato del lavoro è un risultato inevitabile perché:
I datori di lavoro e i lavoratori hanno interessi non coincidenti in merito all'impegno profuso da
questi ultimi sul lavoro
I datori di lavoro non possono stipulare con i loro dipendenti un contratto completo, che specifichi
la qualità e la quantità dell'impegno richiesto
NB. La disoccupazione di equilibrio è influenzata dal modo con cui lo Stato regola il mercato del lavoro e gli
altri mercati
La possibilità di ottenere e concedere prestiti corrisponde alla possibilità di anticipare o posticipare le scelte
di consumo e produzione
MONETA: è un mezzo di pagamento rappresentato da banconote, depositi bancari e qualsiasi altra cosa
utilizzabile per l'acquisto di beni e servizi, e viene accettata come pagamento perché altri potranno
impiegarla per lo stesso scopo
→ ciascuno deve avere fiducia nel fatto che la moneta sia accettata come mezzo di pagamento
RICCHEZZA: massimo ammontare che un individuo è in grado di consumare senza prendere denaro a
prestito, dopo aver pagato i debiti e incassato i crediti
→ variabile stock
REDDITO: ammontare di denaro ricevuto in un certo periodo di tempo ben preciso, come guadagno
ottenuto sul mercato, come frutto degli investimenti effettuati
→ variabile flusso
NB. La presenza del deprezzamento rende necessaria una distinzione tra reddito lordo e reddito netto:
NB. Un individuo risparmia quando il suo consumo è inferiore al reddito, per cui la sua ricchezza aumenta
→ il risparmio può assumere la forma di un acquisto di un titolo finanziario o un titolo di Stato, che sono
diversi dagli investimenti, che indicano l'acquisto di un bene capitale
Il costo opportunità di acquistare una maggiore quantità di beni oggi è dato dalla minore quantità di beni
disponibili in futuro
→ prendendo e cedendo denaro in prestito, si può riallocare nel tempo il potere d'acquisto
ESEMPIO:
Giulia può chiedere in prestito 91€, e restituirne 100 con un tasso di interesse al 10%
Giulia può scegliere qualsiasi combinazione sulla frontiera del possibile corrispondente ad un tasso
di interesse del 10%
Se il tasso di interesse è del 78%, Giulia può prendere in prestito fino a 56€
montante 100
tasso di interesse = −1= − 1 = 0.1 = 10% → tasso di interesse annuo
capitale 91
L'insieme delle possibili combinazioni di consumo presente e futuro identifica la frontiera del possibile
→ rappresenta il limite dell'insieme delle possibilità quando il tasso di interesse è pari al 10%
La quantità 1+r rappresenta il saggio marginale di trasformazione dei beni futuri presenti
→ comprare oggi un'unità di bene significa rinunciare in futuro a 1+r unità dello stesso
Con un tasso di interesse al 78%, l'insieme possibile si restringe e la frontiera si modifica di conseguenza
Quale sarà la scelta di Giulia? Ancora una volta, dipende dalle sue preferenze:
Da quanto ella desideri distribuire piò o meno uniformemente il consumo tra i due periodi
NB. L'utilità che deriva dal consumo di un'unità aggiuntiva di un bene decresce all'aumentare della quantità
consumata
Come conseguenza dei rendimenti decrescenti, la curva di indifferenza è convessa verso l'origine
→ la sua pendenza è determinata dal saggio marginale di sostituzione tra il consumo presente e quello
futuro in ciascun punto
→ Giulia consuma troppo poco e desidera anticipare parte del suo consumo futuro
Giulia sceglie il punto F, in corrispondenza del quale raggiunge la curva di indifferenza più alta
possibile
A quanto ammonterà la somma presa in prestito da Giulia? Ella desidera, ovviamente, collocarsi sulla curva
di indifferenza più alta, ma è limitata dalla frontiera del possibile
→ nel punto di tangenza, la pendenza della curva di indifferenza deve essere uguale a quella della frontiera
TASSO DI SCONTO INTERTEMPORALE (ρ): è una misura del grado impazienza di una persona
→ indica quale valore la persona attribuisce ad un'unità aggiuntiva di consumo attuale rispetto alla stessa
quantità di consumo futuro
→ coincide con la pendenza della sua curva di indifferenza tra consumo presente e consumo futuro meno 1
SMS = SMT
1+ρ=1+r
ρ=r
Con un tasso di interesse al 10%, la curva di indifferenza più alta che Giulia può raggiungere è
quella tangente alla frontiera, quindi il punto di tangenza è il punto E
ESEMPIO:
NB. La curva di indifferenza di riserva unisce tutti i punti che garantiscono lo stesso livello di utilità
dell'opzione di riserva
La differenza tra le due curve di indifferenza è data dalla loro condizione iniziale e non dalle loro preferenze
Marco può decidere di consumare il grano dal valore di 100€ oggi, ma ciò non gli gioverebbe, e quindi
decide di trasferire parte dei suoi beni in futuro
Potrebbe conservare il grano in magazzino, ma una parte verrebbe sicuramente mangiata dai topi
L'area scura rappresenta l'insieme della possibilità in caso di conservazioni delle merci in magazzino
Marco, attraverso il credito, può scegliere una curva di indifferenza più alta
→ punto J
Marco seleziona l'ammontare di grano da immagazzinare in maniera da collocarsi sulla curva di indifferenza
più alta possibile
→ la scelta ottimale è mostrata dal punto H: egli consuma 68€ di grano oggi, 26€ domani, e i topi ne
mangiano 6€
Vi sono alternative a ciò: potrebbe vendere tutto il grano, guadagnando 100€ e nascondendoli sotto al
materasso
Se Marco possiede del terreno, può decidere di investire il grano a sua disposizione per seminare e per
nutrire il bestiame che lo aiuterà nella coltivazione
→ il valore assoluto rappresenta SMT del grano investito in raccolto (pari a 1 + tasso di profitto)
Nel caso in cui Marco riuscisse a contrarre un debito con tasso al 10%, Marco può investire tutto ciò di cui
dispone, ampliando la frontiera del possibile:
LE OPZIONI A CONFRONTO:
Punto L: investimento con rendimento del 50% e debito con perdita del 10%
→ il paradosso è che Marco può ottenere un tasso più favorevole perché non ha necessità di quel prestito
RIASSUMENDO: prendere o dare in prestito, immagazzinare e investire rappresentano modi alternativi per
anticipare o posticipare il consumo
La ricchezza rappresenta una determinante importante della possibilità di contrarre debiti, concedere
crediti e investire
→ i soggetti con maggiore ricchezza possiedono un insieme di opportunità più ampio rispetto ad individui
meno abbienti
Lo STATO PATRIMONIALE è uno strumento essenziale per comprendere come vari la ricchezza quando un
individuo o un'impresa prende o dà in prestito
→ riassume tutto ciò che un'impresa possiede (attività) e tutto ciò che essa deve agli altri (passività)
Quando i termini di uguaglianza sono tali per cui essa è verificata per definizione, si parla di identità
BANCA: impresa che produce profitti operando nel mercato del credito
→ il tasso di interesse passivo che esse pagano sui depositi è minore di quello attivo applicato ai crediti
concessi
La moneta consiste di banconote, depositi bancari o qualsiasi altro valore accettato per fare acquisti. Si
distingue in:
1. Base monetaria: è data dai contanti detenuti da famiglie, imprese e banche, e dal saldo dei conti
correnti che le banche commerciali detengono presso la banca centrale, cioè le riserve
2. Moneta bancaria: è data dai depositi bancari creati dalle banche commerciali quando concedono
credito a famiglie e imprese
La quantità complessiva di moneta è la somma della moneta legale (con l'esclusione della parte detenuta
dalle banche) e la moneta bancaria
Diversamente dai depositi bancari o dagli assegni, la base monetaria deve essere obbligatoriamente
accettata (per legge) come forma di pagamento
Essa comprende i contanti e le riserve, ossia i conti tenuti dalle banche presso la banca centrale
→ le riserve sono equivalenti al contante perché una banca può sempre ritirare contanti dal proprio conto
corrente presso la banca centrale, e quest'ultima può sempre stampare nuova moneta in caso di necessità
NB. La stessa cosa non vale per i conti correnti che i soggetti economici detengono presso le banche, le
quali possono non disporre sempre del contante necessario per soddisfare i bisogni della clientela
NB. La maggior parte di ciò che viene considerata moneta, non è base monetaria emessa dalla banca
centrale, ma è creata dalle banche nel momento in cui esse concedono prestiti
ESEMPIO:
Marco ha 100€ in contanti e li deposita nel conto corrente presso la banca Abacus
→ il nuovo contante rappresenta un'attività, ma anche una passività, in quanto la banca detiene un debito
nei confronti di Marco di 100€
Marco va all'alimentari e spende 20€. Paga con carta di debito, e l'importo viene trasferito da banca
Abacus a banca Bonus, la banca di Gino (proprietario del negozio)
→ le attività e le passività di Abacus si riducono di 20€, mentre le attività e le passività di Bonus vengono
aumentati dello stesso ammontare
→ la banca glielo accredita, e l'attività (il valore del deposito) è ora 120€ (100 + 20 di prima)
→ Gino ora deve alla banca 100€ (il valore del prestito)
→ il bilancio bancario si è ampliato: le attività sono aumentate di 100€ (pari al nuovo credito verso Gino) e
lo stesso accade alle passività (perché il valore del deposito bancario da rimborsare a Gino aumenta)
Nella realtà, le banche effettuano ogni giorno numerosissime operazioni che coinvolgono scambi reciproci
di moneta legale
→ è più facile calcolare il saldo delle transazioni a fine giornata e trasferire effettivamente solo l'importo
netto delle operazioni seguite
→ le banche non hanno bisogno di disporre di moneta legale per coprire ogni transazione o ogni prelievo di
denaro contante
La moneta bancaria rappresenta una passività perché deve essere rimborsata su richiesta del debitore
La quantità di moneta posseduta da soggetti non bancari (broad money) è la somma della base monetaria
(esclusa la parte trattenuta dalle banche) e della moneta bancaria. Il rapporto tra base monetaria e moneta
complessiva varia nel tempo da paese a paese
Attraverso depositi e l'erogazione del credito, le banche svolgono una funzione di trasformazione delle
scadenze
→ i titolari dei conti correnti possono prelevare denaro dalla banca senza alcun preavviso
Quando le banche prestano denaro, ad esempio concedendo un mutuo, si stanno facendo prestare denaro
a breve termine per concedere un prestito a lungo termine → si parla di trasformazione della liquidità
Il servizio della trasformazione delle scadenze è essenziale per il funzionamento di un'economia, ma espone
la banca a una nuova forma di rischio, chiamato rischio di liquidità, che si aggiunge al rischio di credito (di
insolvenza, o di default), rappresentato dalla possibilità che il prestito non venga rimborsato
Le banche fanno profitti prestando più denaro di quanto esse posseggano sotto forma di monete legale,
perché contano sul fatto che i risparmiatori non necessitino tutti contemporaneamente dei fondi depositati
→ il rischio per la banca è proprio che tutti decidano di ritirare denaro nello stesso momento (bank run,
corsa agli sportelli)
NB. Il Governo può decidere se salvare o meno una banca dal rischio della bancarotta
→ ciò accade perché una crisi bancaria può far crollare l'intero sistema finanziario e avere effetti su tutto
l'economia
Tradizionalmente, il rapporto tra offerta di moneta e base monetaria è noto come moltiplicatore dei
depositi
→ la logica si basa sull'idea di base monetaria esogena, regolata dalla banca centrale, che regola l'offerta
totale di moneta tramite il moltiplicatore
→ meno circolante, più depositi, più prestiti, che generano ulteriori depositi
Banca centrale: manovrando il coefficiente della riserva obbligatoria imposto alle banche sul totale
dei depositi raccolti
La relazione base monetaria/quantità di moneta sembra "rompersi" se la banca centrale decide di creare
base monetaria in eccesso rispetto alle richieste dell'economia
Moneta endogena:
Le banche possono semplicemente creare il deposito e il credito, senza dover disporre di un precedente
deposito
→ la banca crea moneta elargendo un prestito, aprendo delle linee di credito dalle quelli le imprese
attingono per iniziare la produzione
→ le banche non sono vincolate nel concedere prestiti dall'ammontare del denaro precedentemente
depositato
Sequenza logica: le banche concedono prestiti, gli imprenditori investono, pagano le famiglie e queste
depositano i soldi nelle banche
→ le banche non sono intermediarie tra i risparmiatori che depositano denari e coloro che richiedono i
prestiti
→ non esiste una relazione automatica tra base monetaria e quantità di prestiti concessi dalle banche
La quantità di moneta legale è individuata dal valore delle transizioni nette che le banche devono eseguire
su base giornaliera
→ per ottenere base monetaria, le banche devono approvvigionarsi sul mercato della moneta con presiti a
breve termine
La banca Bonus non possiede base monetaria a sufficienza per eseguire il bonifico → mancano 30€
Le banche si prestano reciprocamente denaro, poiché in ogni momento alcune di esse sono in carenza di
liquidità, altre in eccesso
Una strada per ottenere liquidità è indurre i risparmiatori a depositare ulteriore denaro, ma anche i depositi
rappresentano dei costi, e costituiscono solo una parte del sistema finanziario bancario
Da cosa dipende il tasso di interesse, ossia il prezzo da pagare per ottenere liquidità sul mercato della
moneta? Si può ragionare in termini di domanda e offerta:
La domanda di base monetaria dipende dal numero di transazione che le banche commerciali
devono eseguire
L'offerta di base monetaria è determinata dalla banca centrale → è quest'ultima a imporre il tasso
d'interesse
Il tasso fissato sarà quello al quale gli scambi hanno effettivamente luogo → tasso di riferimento (tasso
ufficiale / tasso base)
Tale tasso si applica ai prestiti che le banche ottengono dalla banca centrale o da altre banche
Il tasso di interesse medio addebitato dalle banche commerciali a imprese e famiglie è chiamato tasso sui
prestiti bancari
→ generalmente maggiore del tasso di riferimento, per garantire alle banche un margine di profitto
La differenza tra il tasso sui presiti bancari e il tasso di riferimento definisce il markup (o spread) sui prestiti
commerciali
NB. La banca centrale non esercita un controllo sul markup applicato alle banche, ma generalmente il tasso
sui prestiti bancari si muove in sincronia con il tasso di riferimento
Azioni, prestiti bancari e obbligazioni costituiscono attività che generano flussi di reddito futuro
Dal momento che queste attività sono vendute e acquistate, bisogna chiedersi come si effettua la
valutazione di tali flussi
ESEMPIO:
Tasso di interesse al 6%
Viene offerto un contratto finanziario che permette di riscuotere 100€ tra un anno
Se il titolo viene offerto a 90€, l'importo da restituire sarà 95,40€, e il profitto sarà di 4.60€
Il valore atteso (VA) è l'ammontare che rende indifferenti tra acquistare e non acquistare il titolo
→ è pari alla somma che, affidata ad una banca, garantirebbe 100€ tra un anno
100 100
VA = = = 94.34€
1 + 6% 1.06
Si suppone che un reddito tra un anno viene scontato dal tasso di interesse: il fatto che il tasso di interesse
sia positivo rende il valore di tale reddito inferiore al valore che tale reddito avrebbe oggi
Poiché gli interessi vengono capitalizzati, un reddito di 100€ tra t anni ha un valore attuale pari a:
100
VA =
(1.06)t
Si suppone che un titolo della durata di T anni determini ogni anno t un reddito annuo pari a X t
X1 X2 XT
VA = + + ⋯ +
(1 + i)1 (1 + i)2 (1 + i)T
Il VA di questi pagamenti dipende dall'ammontare di ciascun pagamento, ma anche dal tasso di interesse
→ se questo aumenta, VA diminuisce, poiché aumenta il fattore di attualizzazione dei singoli importi
Un valore attuale netto positivo indica un investimento remunerativo, i cui profitti attesi sono superiori ai
costi
OBBLIGAZIONE (bond): particolare tipo di strumento finanziario, attraverso il quale l'emittente si impegna
a pagare una certa somma di denaro all'obbligazionista dopo un periodo di tempo stabilito
Nel passato le obbligazioni erano rappresentate da un documento cartaceo dal quale, all'atto dei
pagamenti periodici, veniva staccata una cedola, per questo possono chiamarsi anche cedole (si indica con
C)
Nessuno sarà disposto ad acquistare un'obbligazione ad un prezzo maggiore del suo valore attuale, come
nessuno la venderà ad un prezzo minore
Quindi:
Prezzo dell'obbligazione = valore attuale delle cedole + valore attuale del valore facciale
C C C F
P= + + ⋯+ +
(1 + i)1 (1 + i)2 (1 + i)T (1 + i)T
Il rendimento di un'obbligazione è il rendimento implicito che l'acquirente del titolo ottiene acquistandolo
al suo prezzo di mercato
Il rendimento del titolo sarà dunque quel valore y che risolve la seguente equazione:
c C C F
P= + + ⋯ + +
(1 + y)1 (1 + y)2 (1 + y)T (1 + y)T
NB. Nella realtà non si può sapere con certezza come varia nel tempo il tasso di interesse, ma conoscendo
il prezzo di un'obbligazione, l'importo delle sue cedole e il suo valore facciale, si può sempre calcolare il
rendimento
Quindi:
→ comprando si hanno flussi di pagamento futuri per i quali una banca chiederebbe un investimento
maggiore
C'è dunque una relazione inversa tra prezzo del titolo e tasso di interesse
Interessi passivi: dovuti sulle passività della banca, tra cui i depositi e gli altri debiti
Ricavi: costituiti dai rimborsi dei prestiti concessi e dagli interessi che tali prestiti maturano
La profittabilità dell'attività bancaria dipende dalla differenza tra il costo di finanziamento e il ritorno sui
prestiti
Contanti e riserve presso la banca centrale: rappresentati dal contante in cassa e dal saldo del
conto corrente che la banca detiene presso la banca centrale (fondi immediatamente accessibili)
Attività finanziare possedute dalla banca: possono essere usate come garanzia per ottenere
prestiti nel mercato della moneta
Prestiti a famiglie e imprese: costituiscono il core business della banca (attività principale)
Depositi bancari
Prestiti garantiti e non garantiti: ciò che viene preso in prestito nel mercato della moneta da
famiglie, imprese e altre banche
Un modo per descrivere l'affidabilità finanziaria di una società è quello di valutare il suo rapporto di
indebitamento (leverage)
Maggiore è il costo del finanziamento (rappresentato dal tasso di interesse), minore è il livello corrente di
spesa
Il grafico di dx mostra il livello di consumo oggi in corrispondenza di diversi livelli del tasso di
interesse
La domanda dei prestiti di Giulia decresce al crescere del tasso di interesse, e lo stesso fanno i
consumi correnti
Una variazione del tasso di interesse agisce dunque sul livello di spesa
Prestare denaro è un'attività rischiosa perché non sempre il prestito potrebbe essere rimborsato
Il creditore può comunque moderare il conflitto di interessi chiedendo al debitore di impegnarsi nel
progetto con la propria ricchezza
Un'altra possibilità per il principale è quella di richiedere una garanzia patrimoniale (es. ipoteca), per cui la
proprietà di un bene verrà trasferita al creditore in caso di insolvenza
L'utilizzo di capitale proprio e le garanzie patrimoniale riducono il conflitto di interessi tra i due soggetti;
quando la sua ricchezza è a rischio, il debitore:
C'è un ostacolo: se il debitore possiede ricchezza può usarla anche come credito (improbabile che detenga
ricchezza)
→ razionamento del credito, quando le richieste di credito dei soggetti con minore ricchezza vengono
rigettate, o accettate a condizioni più sfavorevoli
Nel caso in cui il soggetto non riesce ad ottenere il prestito si parla di esclusione dal credito
Se invece il prestito viene erogato, ma a condizioni meno favorevoli, si parla di accesso limitato al credito
Molto prima che esistessero datori di lavoro, lavoratori e disoccupati, c'erano creditori e debitori
Si può analizzare la disuguaglianza tra i due attraverso la curva di Lorenz e il coefficiente di Gini
ESEMPIO:
Economia in cui 90 agricoltori si indebitano con 10 prestatori di denaro e utilizzano i fondi per
finanziare le coltivazioni
Il raccolto è venduto per un ammontare superiore al valore del prestito, così che per ogni euro
investito gli agricoltori ottengono 1+∏
Dopo il raccolto, gli agricoltori rimborsano il prestito comprensivo degli interessi calcolati al tasso i
→ si semplifica il tutto assumendo che tutti i prestiti vengano ripagati, e che tutti i creditori prestino la
stessa quantità di denaro
→ questo viene diviso tra i creditori, che ricevono un reddito i per ogni euro prestato, e gli agricoltori, cui
spetta la quota restante ∏-i
Frazione di reddito totale che va ai creditori ammonta a i/∏ , quella che va ai debitori a 1-(i-∏)
Se i=0.10 e ∏=0.15, allora i creditori entrano in possesso di 2/3 del reddito, mentre gli agricoltori di 1/3
Che effetto produce l'esclusione dal credito di alcuni soggetti sulla curva di Lorenz e sull'indice di Gini?
Immaginando che 40 contadini non abbiano accesso al credito, l'indice di Gini aumenta da 0.57 a 0.70
È già stato utilizzato il PIL pro capite nel capitolo 1 per analizzarne la crescita nel lungo periodo
Nel grafico di dx, la pendenza della curva (retta nera tratteggiata) rappresenta il tasso medio di crescita
annuo dal 1921 al 2014
NB. La retta tracciata utilizzando la serie logaritmica dal 1875 al 1914 è più piatta della retta che parte dal
1921
→ il tasso medio annuo di crescita in quel periodo è stato solo dello 0.9%
Guardando il grafico a sx, è difficile dire se l'economia stesse crescendo ad un ritmo costante, accelerando
o diminuendo
→ la pendenza della retta nera tratteggiata rappresenta il tasso medio annuo di crescita della serie
Il grafico sopra mostra la crescita del PIL, quello sotto mostra il tasso di disoccupazione
I picchi negativi dei tassi di crescita del PIL si notano dopo la fine delle due guerre mondiali, e dopo
le crisi del 1929 e del 2008
La seconda crisi (2008) arriva al termine di un periodo di relativa stabilità (great moderation)
I picchi della disoccupazione tendono ad essere sincronizzati con i picchi negativi dei tassi di
crescita
inizio anni '90 → jobless-growth → la disoccupazione e i tassi di crescita del PIL si muovono insieme
2. Il livello di produzione è inferiore al suo livello normale, anche se l'economia sta crescendo e
termina solo quando il prodotto cresce abbastanza da tornare al livello normale → problema di
costituire il livello normale
Il passaggio da una fase di espansione ad una di recessione ecc. è conosciuto come CICLO ECONOMICO
LEGGE DI OKUN: mostra la relazione (decrescente) tra la variazione del tasso di disoccupazione e il tasso di
crescita del PIL:
Δy
∆u = α − β ( ) Δu = variazione del tasso di disoccupazione α = intercetta β
y
= coefficiente di Okun y = PIL
→ Arthur Okun notò che quando la crescita dell'output di un paese era elevata, la disoccupazione tendeva
a scendere
A una maggiore crescita della produzione corrisponde una diminuzione della disoccupazione
Es. negli Stati Uniti la pendenza della retta implica che, in media, un aumento dell'1% nella crescita
della produzione fa diminuire il tasso di disoccupazione di circa 0.39 punti percentuali
Il puntino rosso in goni grafico mostra la variazione del PIL reale e della disoccupazione tra 2008 e
2009
→ dopo quegli anni, come previsto dalla legge di Okun , la disoccupazione è cresciuta in maniera
significativa tranne in Germania
1. Spesa: la spesa totale effettuata da famiglie, imprese, Stato e residenti in altri Paesi per l'acquisto di
beni e servizi prodotti nell'economia nazionale di riferimento
→ il costo di beni e servizi usati come input nella produzione viene sottratto dal valore dell'output
→ tali input saranno compresi nel calcolo del valore aggiunto di altri settori, il che evita che alcuni output
possono essere calcolati più volte nella misurazione della produzione dell'intera economia
3. Reddito: la somma di tutti i redditi percepiti, inclusi salari, profitti e redditi dei lavoratori autonomi
e le imposte ricevute dallo Stato
La relazione tra consumi, produzione e reddito può essere rappresentata come un flusso circolare
Il PIL può essere definito, quindi, secondo una qualsiasi tra queste prospettive
Come valore aggiunto alla produzione interna o come spesa per beni e servizi prodotti all'interno
del Paese
NB. Il modello circolare in figura comprende solo famiglie e imprese, ma succede in maniera analoga tra lo
Stato e i servizi pubblici
Il consumo e la produzione di questi servizi possono essere visualizzati usando il modello del flusso
circolare:
Dallo Stato alle famiglie: le imposte sono usate per finanziare la produzione di servizi pubblici forniti
alle famiglie
Esempio: i cittadini pagano in media 15000€ all'anno in imposte (spesa), queste costituiscono entrate dello
Stato per 15000€ (reddito), che lo Stato usa per produrre beni e servizi pubblici il cui valore è 15000€
(valore aggiunto)
Consumi (C): sono gli acquisti di beni e servizi effettuati dalle famiglie
→ i beni sono normalmente cose tangibili, i servizi sono acquisti di natura intangibile
Spesa pubblica (G): è la spesa dei consumi e investimenti da parte dello Stato, che consiste in
governo centrale e locale, spesso chiamata PA (pubblica amministrazione)
Investimenti (I): sono la spesa da parte delle imprese in nuove attrezzature ed edifici commerciali,
nonché in strutture residenziali
→ i beni prodotti e rimasti invenduti sono investimenti che vengono registrati separatamente nei conti
nazionali, come variazione delle scorte o giacenze di magazzino
Esportazioni (X): sono i beni e i servizi prodotti internamente che vengono acquistati da famiglie,
imprese e PA degli altri Paesi
Importazioni (M): sono i beni e i servizi prodotti in altri paesi e acquistati da famiglie, imprese e PA
dell'economia nazionale
DOMANDA AGGREGATA: C + I + G + X - M
Esportazioni nette (NX): sono la differenza tra il valore delle esportazioni e quelle delle importazioni (X - M)
→ bilancia commerciale
→ questa presenta un disavanzo commerciale se il valore delle esportazioni meno il valore delle
importazioni è negativo
ΔC ∆I ΔG ΔNX
Δy [( C ) C] [( I ) I] [( G ) G] [( NX ) NX]
= + + +
y y y y y
Nonostante gli investimenti costituiscano meno di un quinto del PIL statunitense, sono stati
importanti nello spiegare la contrazione dell'economia
→ stimolo fiscale
Anche le esportazioni nette hanno contribuito positivamente alla crescita del PIL
CICLO ENDOGENO: le fluttuazioni sono generate dai meccanismi interni al funzionamento dell'economia
CICLO ESOGENO: le fluttuazioni dipendono da shock, ovvero eventi inattesi, esterni all'economia
Esempio storico: il ruolo di shock metereologici, per un'economia agricola, è molto evidente sull'esito dei
raccolti
→ UK 1550-1700
Tra il 1552 e il 1553, il settore agricolo è cresciuto del 41% e il PIL è aumentato del 17%. Nel 1554, il settore
agricolo si è contratto del 16%, portando ad una contrazione dell'economia dell'8%
Esempio storico: in India, nel 1960, l'agricoltura costituiva il 43% dell'economia, mentre era solo il 17% nel
2014
Le famiglie come possono far fronte a fluttuazioni che possono dimezzare i loro redditi da una stagione
all'altra? Si distinguono due casi:
Autoassicurarsi
Le modalità informali di condivisione del rischio tra famiglie e amici sono basate su reciprocità e fiducia
Queste strategie riflettono due aspetti importanti delle preferenze dei consumatori:
→ la sopravvivenza della comunità richiede che le famiglie che sono state relativamente rispariate
dall'evento avverso aiutino quelle più colpite duramente
Un fattore di stabilizzazione dell'economia è il desiderio delle famiglie di mantenere costante nel tempo il
livello del loro consumo di beni e servizi
Permanente: si aggiusta il livello della retta rossa in alto o in basso, per riflettere il nuovo livello dei
consumi di lungo periodo dell'individuo, coerente con le nuove previsioni sul reddito
Temporaneo: produce solo un piccolo cambiamento nel reddito complessivo nell'intero arco di
vita, quindi cambia ben poco
NB. Quando gli individui fanno considerazioni a lungo termine, gli shock si attenuano, ma ciò non sempre è
possibile a causa dell'incertezza
Ci sono altre tre circostanze che limitano la capacità delle famiglie di stabilizzare i loro consumi quando si
trovano ad affrontare shock del reddito:
2. Scarsa autodisciplina
Le famiglie con poca disponibilità economica non sempre riescono ad ottenere prestiti
→ sono proprio coloro che maggiormente necessitano di credito per mantenere il proprio livello di consumi
a essere impossibilitati a farlo
In una famiglia che vuole stabilizzare i propri consumi, il consumo aumenta non appena viene
ricevuta la notizia dell'aumento del reddito
Una famiglia che ha accesso limitato al credito deve aspettare fino all'aumento effettivo del reddito
prima di poter modificare il suo standard di vita
ESEMPIO:
Una famiglia riceve uno stesso reddito y (sia "oggi" che "domani")
Il tasso di interesse è r
Shock negativo
Tale esempio suggerisce che senza la possibilità di prestare o prendere in prestito, la famiglia non riuscirà
a stabilizzare i consumi nel tempo
SCARSA AUTODISCIPLINA:
Alla notizia dell'imminente riduzione del reddito, la famiglia che è in grado di stabilizzare i propri
consumi, comincia a risparmiare
La famiglia con scarsa autodisciplina non reagisce alla notizia e mantiene alti i livelli di consumo fino
al momento in cui il reddito diminuisce
Uno shock negativo inatteso di reddito riduce il consumo se non ci sono meccanismi assicurativi privati o
pubblici
→ la domanda per la produzione delle imprese crollò, le ore dei lavoratori furono tagliate, ma, per effetto
delle politiche attuate dal governo e degli accordi tra imprese e lavoratori, pochissimi tedeschi persero il
lavoro e molti di coloro che continuarono a lavorare vennero retribuiti come se stessero lavorando più ore
di quelle effettive
→ a fronte di una caduta del reddito, non vi fu una corrispondente riduzione dei consumi e aumento della
disoccupazione
Al di là dell'esempio storico, i dati empirici mostrano che, nella maggior parte dei casi, le variazioni del
reddito si traducono in variazioni dei consumi delle famiglie
Non esiste ragione per cui le imprese debbano stabilizzare le proprie spese nel tempo
→ il boom nel settore di chi adotta l'impresa si traduce in un investimento aggiuntivo nel settore
produttore dei mezzi di produzione che incorporano l'innovazione
L'investimento in nuove tecnologie può portare a una bolla del mercato azionario e ad un eccesso di
investimento in macchinari e attrezzature
I limiti di accessi al credito sono un'altra ragione per spiegare perché gli investimenti tendano ad addensarsi
in certi momenti, e perché sono volatili nell'aggregato
→ in un'economia in forte crescita, i profitti sono alti e le imprese possono usare questi profitti per
finanziare i progetti di investimento
ESEMPIO:
Ci sono due imprese A e B, che non usano a pieno ritmo macchinari e attrezzature
→ CIRCOLO VIZIOSO
→ CIRCOLO VIRTUOSO
DECISIONI DI INVESTIMENTO:
→ GIOCO DI COORDINAMENTO: gioco in cui esistono due equilibri di Nash, uno dei quali domina l'altro dal
punto di vista paretiano
La definizione è particolarmente appropriata perché per passare dal circolo vizioso al circolo virtuoso, le
imprese devono coordinarsi, o sviluppare aspettative ottimistiche
Dai dati dei conti nazionali si può notare che la spesa di consumo è più stabile e quella per investimenti più
volatile rispetto al PIL dell'economia nel suo insieme
TASSI DI CRESCITA DI CONSUMI, INVESTIMENTI E PIL NEL REGNO UNITO E NEGLI STATI UNITI,
PERCENTUALE ANNUA (1956-2012)
NB. In linea di massima, i picchi e le depressioni blu del PIL sono più ampi di quelli verdi del consumo, ma
questo è meno evidente nei paesi a reddito medio (o basso), forse perché le famiglie hanno un accesso al
credito più limitato e quindi sono meno capaci di indebitarsi per stabilizzare i propri consumi
Inoltre:
La spesa pubblica (G) non reagisce all'innovazione né fluttua in base alla fiducia delle imprese
La domanda per esportazioni fluttua insieme al ciclo economico di altri paesi ed è influenzata dalle
espansioni e recessioni dei paesi di destinazione per l'export
INFLAZIONE: aumento del livello generale dei prezzi dell'economia, solitamente misurato su un anno
INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO (IPC): misura il livello generale dei prezzi che i consumatori devono
pagare per i beni e servizi, incluse le imposte sui consumi
→ le variazione dell'IPC vengono spesso considerate misure del cambiamento del costo della vita
La variazione dell'IPC nel corso dell'anno passato è solitamente usata come misura dell'inflazione
DEFLATORE DEL PIL: è un indice dei prezzi come l'IPC, ma considera il cambiamento dei prezzi di tutti i beni
e servizi finali prodotti nel Paese
→ segue le variazioni dei prezzi delle componenti del PIL (C + I + G + X - M), include le esportazioni ed
esclude le importazioni
→ è dato dal rapporto tra il PIL nominale (o a prezzi correnti) e il PIL reale (a prezzi costanti)
ESEMPI DI CALCOLO:
∆P
Inflazione = = deflatore − 1
P
Nell'economia britannica, l'inflazione è stata estremamente bassa in alcuni periodi, persino negativa per
gran parte del periodo compreso tra le due guerre, prima e dopo la Grande Depressione, e molto alta in
altri come dopo la WWI e nel 1975
Livelli estremamente bassi (o negativi) di crescita economica sono associati a picchi del livello di
disoccupazione
FLUTTUAZIONI DELLA PRODUZIONE E DIMENSIONE DEL SETTORE PUBBLICO NEGLI STATI UNITI (1870-
2015):
→ i dati non indicano, però, un aumento della stabilità dell'economia in quel periodo
Il grande aumento nella dimensione del settore pubblico dopo la WWII è stato accompagnato dalla
riduzione della ampiezza delle fluttuazione dei cicli economici
Dopo il 1990 e fino alla crisi finanziaria globale del 2008, l'andamento del ciclo economico nelle
economia avanzate diventò ancora più piatto
In un'economia capitalista la spesa privata in investimenti è determinata dalle aspettative dei profitti futuri,
al netto della tassazione
RICORDA: cambiamenti nel reddito corrente influenzano la spesa, aumentando a loro volta il reddito di
qualcun altro e generando effetti indiretti nell'economia che amplificano l'effetto diretto dello shock sulla
domanda aggregata generato da un aumento degli investimenti
Per valutare l'impatto totale, diretto e indiretto, di un aumento della spesa per investimenti o di una
riduzione della spesa pubblica, gli economisti utilizzano il concetto di moltiplicatore
Con tale termine si indica comunemente anche il rapporto tra l'effetto complessivo, diretto e indiretto,
sul PIL e l'aumento iniziale della spesa, in questo caso per investimenti
Quindi, il moltiplicatore:
È uguale a uno quando l'aumento totale del PIL è uguale all'aumento iniziale degli investimenti
MODELLO:
L'intervento pubblico e il commercio nazionale sono esclusi; sono possibili solo due tipi di spesa (consumi e
investimenti); il consumo aggregato è formato da:
C = c0+c1Y
c1 = indica l'effetto sul consumo aggregato di un'unità addizionale di reddito, e vene definito propensione
marginale al consumo
→ una retta più ripida indica una maggiore risposta dei consumi a una variazione del reddito
→ una retta più piatta significa che le famiglie stanno dilazionando i propri consumi in modo da mantenerli
stabili al variare del reddito
NB. Si assume, in questo caso, che la propensione al consumo sia positiva, ma minore di uno
→ in caso di aumento del reddito, solo una parte del reddito aggiuntivo verrà consumata, mentre la parte
restante sarà risparmiata
c1 = 0.6
→ ciò vuol dire che un'unità addizionale di reddito incrementa i consumi di 1€ x 0.6 = 60 cent
La propensione marginale al consumo per il gruppo di famiglie con ricchezza limitata è vicino allo 0.8;
invece, per le famiglie più ricche, un aumento di 1€ farebbe aumentare il consumo solo di qualche
centesimo
NB. Le aspettative riguardo il reddito futuro, che rendono più ottimisti, rientrano nel consumo autonomo
La retta a 45° mostra tutte le combinazione nelle quali la produzione è uguale alla domanda
aggregata, ovvero tutte le possibili combinazioni di equilibrio
La prima componente della domanda aggregata sono i consumi (retta rossa più bassa)
Ai consumi vengono aggiunti gli investimenti, e questo fa traslare la retta rossa verso l'alto
Parlando di flusso circolare, è già stato detto che, nel sistema economico, la spesa per beni e servizi
(domanda aggregata) è uguale alla produzione di tali beni e servizi (produzione aggregata)
Assumendo che le imprese siano disposte a produrre qualsiasi quantità di beni richiesta, bisogna analizzare
le singole componenti della domanda aggregata; essa, in questo modello, si compone di:
Consumi: dato che la propensione marginale al consumo è minore di uno, la retta del consumo è
più piatta rispetto alla bisettrice (che ha coefficiente pari a 1)
Investimenti: non dipendono dal livello della produzione (in questo caso)
DA = C + I = c0 + c1Y + I
Si nota, come già detto, che l'aggiunta degli investimenti alla retta del consumo ne provoca semplicemente
la traslazione verso l'alto
Visto che la produzione è uguale alla domanda aggregata (bisettrice), e la domanda aggregata è pari alla
linea più piatta (c0 + c1Y + I), il sistema economico si deve trovare nel punto A, in corrispondenza del quale le
due rette si intersecano
Una riduzione degli investimenti fa diminuire la domanda aggregata di 1.5 miliardi di euro, e quindi
l'economia trasla dal punto A al punto B
Le famiglie subiscono una riduzione dei redditi e molte di esse, avendo accesso limitato al credito,
riducono i consumi; l'equazione del consumo mostra che questo comportamento porta ad una
riduzione iniziale del consumo aggregato pari a 0.6 volte la riduzione del reddito, equivalente alla
distanza tra il punto C e il punto D
Le imprese reagiscono tagliando la produzione; l'output diminuisce e l'economia si muove dal punto
D al punto E
La nuova retta della domanda aggregata passa per il punto Z e individua il nuovo equilibrio
dell'economia determinato dallo shock iniziale degli investimenti
La riduzione totale della produzione a seguito dello shock eccede l'iniziale diminuzione degli
investimenti: la produzione è diminuita di 3.75 miliardi
La variazione complessiva dell'output è pari a 2.5 volte la variazione iniziale degli investimenti
RIASSUMENDO:
Una diminuzione della domanda causa una riduzione della produzione e un'equivalente riduzione
del reddito: questo porta ad un'ulteriore (ma minore) riduzione della domanda, che produce
un'ulteriore riduzione della produzione e così via
Il moltiplicatore è dato quindi dalla somma di tutte queste successive riduzione della produzione:
alla fine del processo, la produzione è diminuita di un ammontare più grande rispetto all'iniziale
riduzione della domanda
La produzione si adatta alla domanda: le imprese offrono l'intera quantità di beni domandata al
prezzo corrente; quando la domanda diminuisce, le imprese agiscono diminuendo la produzione; il
modello assume che le imprese non varino i prezzi dei beni che producono
Si può vedere l'effetto sulla produzione di una variazione della componente autonoma della domanda
aggregata combinando le equazioni che determinano le rette nel grafico del moltiplicatore:
Y = DA = C + I = c0 + c1Y + I
Y(1 - c1) = c0 + I
Variazione dell'output:
ΔY = kΔI
Una traslazione della domanda aggregata potrebbe essere causata da una variazione del consumo
autonomo
Il valore attuale dei redditi futuri da cui si può prendere a prestito per finanziare il consumo
corrente
→ per questa via, cadute del mercato azionario o immobiliare possono far ridurre il consumo corrente
La caduta degli investimenti provoca una traslazione della curva della domanda aggregata dal livello
pre-crisi a quello di crisi
Se fosse stata una recessione normale, l'economia si sarebbe spostata nel punto B
L'output diminuì molto di più di quanto possa essere spiegato solo attraverso il moltiplicatore, fino
al punto C
L'incertezza riguardo allo stato dell'economia dopo il Wall Street Crash del 1929
Per spiegare perché anche le famiglie senza limiti di accesso al credito ridussero i propri consumi, bisogna
analizzare la composizione della ricchezza o dei beni delle famiglie
NB. Se la ricchezza obiettivo è maggiore della ricchezza attesa, la famiglia aumenterà il proprio risparmio,
diminuendo i consumi
NB. Se la ricchezza obiettivo è minore della ricchezza attesa, la famiglia ridurrà il proprio risparmi,
aumentando i consumi
La ricchezza complessiva della famiglia è data dai redditi da lavoro futuri attesi, dalla ricchezza
finanziaria e dalla ricchezza immobiliare netta
Il patrimonio netto è dato dalla somma tra della ricchezza immobiliare netta e dalla ricchezza
finanziaria
Il valore netto dell'abitazione è dato dal valore dell'abitazione meno il debito (che in questo caso è
intesolo solo come mutuo) che la famiglia deve ancora alla banca
Inizialmente, le famiglie stavano prendendo decisioni di consumo in linea con le loro aspettative
riguardo al proprio patrimonio e i ricavi da lavoro futuri, e ciò è evidenziato dal fatto che la
ricchezza totale è uguale alla ricchezza obiettivo
Ne derivò uno scarto tra la ricchezza obiettivo delle famiglie e la loro ricchezza attesa complessiva;
le famiglie aumentarono i loro risparmi
In che modo le imprese prendono le loro decisioni di investimento? Per un manager o un proprietario ci
sono quattro possibili scelte:
1. Distribuirli: usare i fondi per aumentare le remunerazioni dei manager o dei lavoratori, oppure per
pagare i dividendi agli azionisti
2. Risparmiare: usare i fondi per comprare un'attività finanziaria che produca interessi, come ad
esempio un'obbligazione, oppure per ridurre lo stock di debito dell'impresa
4. Investire nel proprio paese: costruire nuova capacità produttiva nel proprio paese
La quarta scelta è quella che coinvolge gli investimenti nel modello considerato, per cui:
Il proprietario dell'impresa può scegliere fra aumentare il consumo ora o rimandare l'aumento di
consumo il futuro
La desiderabilità di consumare di più oggi piuttosto che in futuro dipende dal tasso di sconto intertemporale
ρ del proprietario
→ il proprietario dell'impresa valuterà questa possibilità considerando il rendimento che può ottenere
rinunciando a consumare ora
→ se l'imprenditore decidesse di risparmiare, acquistando un'attività finanziaria, il suo ricavo sarebbe dato
dal tasso di interesse r
→ se egli investisse in capacità produttiva, il guadagno sarebbe invece dato dal tasso di profitto
dell'investimento ∏
NB. Se si ha del denaro disponibile, il tasso di interesse è il costo opportunità di usarlo per acquistare ciò
che produce lo stock di capitale, invece di risparmiarlo ottenendo un rendimento r
NB. Se non si ha denaro disponibile, il tasso di interesse r è il costo di prenderlo in prestito per effettuare
l'investimento
NB. Un tasso di interesse maggiore riduce gli investimenti, mentre un tasso minore li aumenta
INVESTIMENTI, TASSO DI PROFITTO ATTESO E TASSO DI INTERESSE IN UN'ECONOMIA CON DUE IMPRESE:
Con il tasso di interesse al 5%, l'impresa A investe nel progetto uno, e l'impresa B non investe in
niente
Con il tasso di interesse al 2%, l'impresa A investe sia nel progetto uno che nel due, l'impresa B
investe in tutti e tre i suoi progetti
→ l'investimento complessivo nell'economia aumenta dopo una riduzione del tasso di interesse, in quanto
vengono realizzati 5 progetti
→ si alzano le colonne
Con lo stesso tasso di interesse, gli investimenti aumentano e vengono realizzati in totale 3 progetti
→ ciò può essere dovuto ad un aumento permanente della domanda nel caso in cui la capacità produttiva
disponibile non sia sufficiente a far fronte alle nuove vendite previste, per cui occorre aumentare la
capacità produttiva grazie a nuovi progetti d'investimento
NB. Nella realtà, l'investimento non sembra essere eccessivamente sensibile a cambiamenti nel tasso di
interesse; le variazioni dal lato della domanda svolgono un ruolo più rilevante
Ora si possono aggiungere al modello il settore pubblico e la banca centrale, in modo da mostrare in che
modo essi possano stabilizzare (o destabilizzare) l'economia in seguito ad uno shock
CONSUMI: la spesa per consumi delle famiglie dipende dal loro reddito al netto della tassazione
Con l'imposizione di un'imposta proporzionale al reddito di aliquota t, il reddito dopo il pagamento delle
imposte (reddito disponibile) sarà (1 - t)Y
La propensione marginale al consumo c1 esprimerà ora la frazione del reddito disponibile (e non del reddito
lordo) consumata, per cui la funzione del consumo aggregato sarà:
C = c0 + c1(1-t)Y
I fattori che incidono sul consumo sono la ricchezza attesa e la ricchezza obiettivo, la capacità di accesso al
mercato del credito e le variazione del tasso di interesse; hanno l'effetto di traslare la funzione del consumo
aggregato nel grafico del moltiplicatore
INVESTIMENTI: la spesa per investimenti è influenzata dal tasso di interesse e dai profitti attesi al netto
della tassazione
La spesa per investimenti dipende dal tasso d'interesse e dal tasso di profitto netto atteso
Ceteris paribus, un tasso d'interesse maggiore riduce la spesa per investimenti facendo spostare
verso il basso la curva della domanda aggregata
Un tasso di profitto netto atteso maggiore fa aumentare la spesa per investimenti, facendo traslare
verso l'alto la curva della domanda aggregata
SPESA PUBBLICA: la maggior parte della spesa pubblica è diretta a finanziare i servizi pubblici, il sistema
sanitario e l'istruzione
Il suo ammontare non varia al variare del reddito; tale grandezza è, quindi, considerata esogena
Nel grafico del moltiplicatore, un aumento della spesa pubblica fa traslare la curva della domanda
aggregata verso l'alto
L'ammontare di beni e servizi prodotti all'estero e domandati nell'economia (le sue importazioni)
dipendono dal reddito
La frazione di ogni utilità addizionale di reddito che viene spesa nelle importazioni prende il nome di
propensione marginale all'importazione (m), e assume valori compresi tra zero e uno
NB. Se i costi di produzione in un paese diminuiscono in modo da poter vendere i suoi prodotti nel mercato
mondiale a un prezzo più basso di quello degli altri paesi, la domanda per le sue esportazioni aumenterà, e
la domanda interna di importazioni diminuirà
AD = c0 + c1 (1 − t)Y + I + G + X + mY
1
Y= (c + I + G + X)
[(1 − c1 )(1 − t) + m] 0
RIASSUMENDO:
Una maggiore propensione marginale all'importazione riduce il valore del moltiplicatore, rendendo
la curva della domanda aggregata più piatta
Un aumento delle esportazioni fa traslare la curva della domanda aggregata verso l'alto nel grafico
del moltiplicatore
Un aumento dell'aliquota fiscale t riduce il valore del moltiplicatore, rendendo la curva di domanda
più piatta
Sono quattro i modi principali attraverso i quali la spesa pubblica e la tassazione possono smorzare le
fluttuazione nell'economia:
Sussidi di disoccupazione
Intervento attivo dello Stato attraverso la politica fiscale (finalizzata a stabilizzare la domanda
aggregata)
→ è più usata la politica monetaria perché non deve passare il vaglio parlamentare
Sarebbe possibile per i lavoratori assicurarsi privatamente contro la possibilità di perdere il lavoro? No,
per almeno tre ragioni:
Presenza di rischi correlati: durante una recessione, la perdita di posti di lavoro colpisce l'intera
popolazione, una compagnia di assicurazione privata non sarebbe in grado di far fronte a richieste
di risarcimento su tale scala
Problemi di azione nascosta: la compagnia assicurativa non può sapere il motivo della perdita di
lavoro, quindi dovrebbe assicurare il lavoratore qualunque sia la causa, creando una situazione di
azzardo morale, poiché una persona perfettamente assicurata tenderà ad impegnarsi di meno sul
lavoro
Problemi di informazione nascosta: se il lavoratore è a conoscenza del fatto che l'impresa in cui
lavora è in difficoltà causa un'asimmetria informativa, in quanto la compagnia assicurativa non ha
modo di saperlo; per cui i soggetti con buone prospettive eviteranno di assicurarsi, e agli
assicuratori rimarranno soltanto quelli con cattive prospettive lavorative
Nel corso di una crisi, una famiglia tende a risparmiare e diminuisce i suoi consumi, ma Keynes mostrò che,
quando l'economia si trova in recessione, quel che appare saggio a livello di una singola famiglia (risparmio
precauzionale), non lo è per nulla quando si considerano le decisioni di politica economica
Se tutte le famiglie iniziano a risparmiare, tutte riducono i loro consumi; c'è riduzione del consumo
autonomo, e quindi riduzione della domanda aggregata; questo porta a livello di produzione, reddito e
occupazione più bassi
Il fatto che ciò che è vero per una parte dell'economia non sia vero per l'economia nel suo insieme è noto
come fallacia di composizione
Si può evitare questo effetto? Lo Stato può contribuire ad assorbire gli shock lasciando operare gli
stabilizzatori automatici, e può stimolare l’economia fino a quando la fiducia dei consumatori e delle
imprese non sarà aumentata e il settore privato non sarà nuovamente disposto a spendere. Il deficit di
bilancio aumenterà, ma, come Keynes comprese molto bene, ciò permetterà di evitare il peggioramento
della recessione
Il taglio delle imposte e l'aumento della spesa pubblica G durante una recessione rappresentano
forme di stimolo fiscale
→ il loro scopo è quello di contrastare la caduta della domanda aggregata del settore privato
Un taglio delle imposte incoraggia il settore privato ad aumentare la spesa, mentre un aumento
della spesa pubblica G contribuisce direttamente alla domanda aggregata
L'economia si trova inizialmente nel punto A, dove la domanda è uguale alla produzione (equilibrio)
L'economia entra in recessione in seguito ad una caduta della fiducia dei consumatori, che causa
una diminuzione del consumo autonomo → la retta della domanda aggregata trasla verso il basso e
l'economia si muove dal punto A al punto B
Lo stato, per contrastare la riduzione della domanda aggregata, decide di aumentare la spesa
pubblica dal livello G al livello G'
Non è raro che gli stati scelgano di aumentare la tassazione o di tagliare le spese durante una recessione,
perché hanno paura che la recessione si rifletti sul bilancio
Il saldo del bilancio delle amministrazioni pubbliche è dato dalla differenza tra le entrate pubbliche T
(calcolate al netto della spesa per trasferimenti) e la spesa pubblica G per beni e servizi → T - G
Quindi:
Bilancio in pareggio: G = T
NB. Quando il governo decide di ignorare l'effetto del peggioramento di bilancio e cerca di ridurre il proprio
deficit, probabilmente aggrava la recessione
MISURE DI AUSTERITÀ:
Lo Stato, durante una recessione, prova a consolidare il proprio bilancio, riducendo il deficit
attraverso un taglio della spesa
→ tale scelta, assieme a quella di aumentare la tassazione, viene indicata come politica di austerità
L'economia entra in recessione, a causa di un calo della fiducia dei consumatori, che provoca una
riduzione del consumo autonomo
Lo Stato, nel tentativo di contrastare il peggioramento del proprio bilancio, decide di ridurre la sua
spesa da G a G'
→ questo alimenta la recessione, causando un ulteriore aumento dei trasferimenti e la riduzione del gettito
fiscale
NB. Ciò non vuol dire che lo Stato non debba mai imporre politiche d'austerità per ridurre il deficit, ma che
non dovrebbe farlo nel momento di una recessione
TABELLA RIASSUNTIVA:
Nel modello del moltiplicatore, la situazione usata è molto semplificata, ma quando si applica il modello al
mondo reale non esiste un singolo moltiplicatore valido per tutte le circostanze
Nel modello di domanda aggregata utilizzato, il moltiplicatore dipendeva soltanto dalla propensione
marginale al consumo, dalla propensione marginale all'importazione e dal livello di imposizione fiscale
Il tasso di utilizzo della capacità (la fase del ciclo economico): con risorse pienamente impiegate, un
aumento della spesa pubblica spiazzerebbe la spesa privata (es. aumento dei dipendenti pubblici -
moltiplicatore pari a zero)
Aspettative del settore privato: il moltiplicatore potrebbe essere negativo se un deficit fiscale
crescente erodesse la fiducia dei consumatori
La crisi finanziaria del 2008 ha rivitalizzato il dibattito sulla dimensione del moltiplicatore (motivi:
inefficacia della politica monetaria; politiche di austerità)
Dimensione del moltiplicatore: coloro a favore di un maggiore intervento pubblico sostengono che
il moltiplicatore sia elevato, coloro che vorrebbero limitarlo ritengono che sia piccolo
Che siano di stimolo o di austerità, l’efficacia delle politiche fiscali dipende, in modo cruciale, dalla
dimensione e dal segno del moltiplicatore
Recenti studi suggeriscono che la dimensione del moltiplicatore può variare a seconda della fase
economica
Verso un consenso sul fatto che durante una recessione il moltiplicatore sia maggiore di uno (come
nel nostro modello)
Durante la crisi dell’Eurozona, tuttavia, alcuni paesi non avevano scelta perché avevano perso la
possibilità di indebitarsi (es. Italia)
Dal paradosso del risparmio si apprende che, per uno stato in recessione, è controproducente indebolire gli
stabilizzatori automatici dell'economia, e che l'uso di uno stimolo fiscale per sostenere la domanda
aggregata può essere giustificato durante una recessione, a condizione che il moltiplicatore sia maggiore di
uno
Dunque, perché le politiche di stimolo all'economia sono spesso perseguite da misure di austerità? La
ragione è il debito pubblico
ENTRATE: gli Stati raccolgono le imposte sul reddito, sui consumi, sulla ricchezza, ecc.
SPESE: includono la spesa per consumi pubblici come l'assistenza sanitaria, l'istruzione, la difesa e le opere
pubbliche come strade e scuole; includono anche i sussidi di disoccupazione, le pensioni e i sussidi di
invalidità
NB. Lo Stato deve pagare gli interessi sul proprio debito; sia i trasferimenti che gli interessi vengono pagati
attraverso le entrate statali, ma non fanno parte di G (ovvero non fanno parte del PIL), in quanto lo stato
non sta acquistando beni o servizi
Specularmente, quando le entrate sono maggiori della spesa al netto degli interessi si parla di avanzo
primario
Se la situazione iniziale è un saldo pari a zero, una crisi porta ad un disavanzo; in tal caso, lo Stato è
costretto a prendere in prestito le risorse necessarie per coprire il disavanzo
→ lo Stato prende denaro emettendo titoli di Stato che vengono acquistati da famiglie e imprese;
l'emissione si somma al debito pubblico
Solitamente i titoli di Stato sono un investimento sicuro, e il rischio di insolvenza è basso, ma quando
iniziano ad essere percepiti come rischiosi si può verificare una crisi del debito sovrano, come accadde nel
2010 nell'Eurozona
NB. I governi dei paesi colpiti da una crisi del proprio debito sovrano spesso non hanno alternative alle
politiche di rigore fiscale perché, nel momento in cui non sono più in grado di finanziare il proprio debito,
non possono spendere più di quanto le proprie entrate fiscali permettano
Gli Stati, in ogni caso, a differenza delle famiglie, non sono costretti a restituire interamente il proprio
debito: quando un’emissione di titoli arriva a scadenza, lo Stato tipicamente ne emetterà di nuovi,
mantenendo lo stock di debito; a questa strategia di differimento, che prende il nome di rollover, fanno
spesso ricorso anche le imprese
Dato che i titoli di Stato vengono generalmente considerati sicuri, c’è sempre domanda di debito pubblico
da parte degli investitori privati
NB. Un rapporto debito/PIL che cresce indefinitamente è insostenibile, ma non esiste alcuna regola
specifica che indichi esattamente quanto debito è problematico
Rapporto debito/PIL:
Il livello di indebitamento di uno Stato si misura rispetto alla dimensione della sua economia
→ questo perché i titoli di stato vengono ripagati in base al loro valore nominale
Gli stimoli fiscali dovranno essere riassorbiti in futuro (quando l'economia sarà in una fase
espansiva), altrimenti c'è il rischio di aumento del rapporto debito/PIL
Se il tasso di crescita è minore del tasso di interesse è necessario un avanzo primario per
stabilizzare e ridurre il debito pubblico
Nelle economie moderne, ciò che succede nel resto del mondo non solo è una fonte di shock, ma influisce
anche sull'efficacia delle politiche economiche realizzate da ciascun paese
→ per evitare di compiere scelte sbagliate, le autorità politiche devono essere a conoscenza di queste
interazioni
Le fluttuazioni economiche nei mercati esteri possono determinare, tramite l'effetto sulle esportazioni
nette (X - M), effetti positivi o negativi sulla domanda aggregata di un Paese
→ es. il rallentamento dell'Eurozona a causa della crisi del 2010, e a seguito della crisi globale del 2008, è
stato una delle principali cause della lentezza con la quale l'economia britannica è uscita dalla recessione
Il valore del moltiplicatore si riduce con l'aumento della propensione marginale all'importazione
→ quando la domanda autonoma aumenta, viene stimolata la spesa, ma una parte di questa nuova spesa si
rivolge verso beni prodotti all'estero → ciò riduce l'effetto espansivo sulla domanda interna
L'APERTURA AGLI SCAMBI CON L'ESTERO LIMITA L'EFFICACIA DEGLI STIMOLI FISCALI:
L'apertura al commercio internazionale riduce inoltre la capacità dei governi di usare politiche espansive
durante una recessione
→ es. Francia degli anni '80, che aumenta G (spesa pubblica) e diminuisce t (aliquota fiscale)
La politica espansiva francese produsse un'inziale aumento della crescita francese, che fu
rapidamente riassorbita
Questo perché le famiglie francesi aumentarono i consumi, ma per la maggior parte di essi furono
dirette all'estero (in Germania e Giappone)
Ci fu, in Francia, un forte aumento delle importazioni, e della sua politica fiscale finirono per
beneficiare i suoi partner commerciali (effetto spillover)
→ il governo fu costretto a svalutarlo tre volte per aumentare la competitività dei prodotti francesi
Modello dal lato dell'offerta: spiega come il lavoro è utilizzato per la produzione di beni e servizi; è
incentrato sul mercato del lavoro, ne individua l'equilibrio a partire dalla curva della fissazione del
salario e da quella della fissazione del prezzo
Modello dal lato della domanda: a partire dal meccanismo del moltiplicatore, spiega in che modo
le decisioni di spesa generano la domanda di beni e servizi e, di conseguenza, il livello della
produzione e dell'occupazione
Mettendo insieme questi due approcci, si può spiegare in che modo l'economia, durante il ciclo economico,
fluttui intorno all'equilibrio di lungo periodo del mercato del lavoro
Durante il ciclo economico l'economia tende a fluttuare intorno a tale punto e al corrispondente
livello del tasso di disoccupazione (pari al 5% nell'esempio del grafico superiore)
Il grafico del mercato del lavoro (grafico superiore) sull'asse orizzontale riporta il numero dei
lavoratori, consentendo di misurare sia l'occupazione che la disoccupazione
Per poter sovrapporre i grafici del modello dell'offerta e della domanda bisogna assumere che λ = 1, e
quindi Y = N
Le fluttuazioni di breve periodo dell'occupazione sono causate da variazioni nella domanda aggregata
Quando l'occupazione è al di sotto del valore di equilibrio a causa di una domanda aggregata insufficiente,
la disoccupazione addizionale prende il nome di disoccupazione ciclica
Se c'è un eccesso di domanda, ci si trova al di sopra del livello di equilibrio del mercato del lavoro e si parla
di occupazione ciclica
Se la curva della domanda aggregata si sposta verso il basso, per effetto del moltiplicatore
produzione ed occupazione scendono al livello C
NB. Nell'analisi del ciclo economico attraverso il moltiplicatore, sono state fatte ipotesi ceteris paribus
TABELLA RIASSUNTIVA:
Cosa è esogeno Prezzi, salari, stock di capitale, Stock di capitale, tecnologia, istituzioni
tecnologia, istituzioni
Chi conduce la politica economica lavora per tenere inflazione e disoccupazione bassi, ma il sistema
economico tende a muoversi diversamente: quando la disoccupazione scende, l'inflazione tende a salire, e
viceversa
→ le politiche devono puntare a ciò che è fattibile e ciò comporta l'individuazione di un compromesso tra
un obiettivo e l'altro
Un'inflazione più elevata rappresenta il costo opportunità di una bassa disoccupazione, mentre una
maggiore occupazione è il costo opportunità di una minore inflazione
Negli anni Novanta si diffuse l'adozione, da parte delle banche centrali, di politiche inflation targeting, cioè
la fissazione di un tasso di inflazione obiettivo; si affermò allo stesso tempo l'idea che, per ottenere un
basso livello di disoccupazione compatibile con un'inflazione stabile, fosse necessario operare con politiche
dal lato dell'offerta, quali l'aumento della concorrenza e un miglior funzionamento del mercato del lavoro
INFLAZIONE: considerando un'inflazione del 2% all'anno, il livello dei prezzi tende a salire ogni anno del 2%
INFLAZIONE CRESCENTE: se l'inflazione aumenta, il livello dei prezzi sale ad un tasso crescente
INFLAZIONE DECRESCENTE: questa situazione è conosciuta come disinflazione, il livello dei prezzi non
cambia se l'inflazione è pari a zero
Il tasso di variazione del deflatore del PIL (lato produzione): rapporto tra PIL nominale e PIL reale in
un dato periodo di tempo
Il tasso di variazione dell'indice dei prezzi al consumo (IPC o IACP): costo di un paniere predefinito di
beni rappresentativo degli acquisti di un consumatore urbano medio in termini relativi rispetto al
costo del medesimo paniere rilevato in un periodo base
L'inflazione è vista in modo negativo per gli elettori perché alcuni individui prendono lo stesso ammontare di
denaro prefissato
→ se in un anno c'è stata inflazione, essi avranno potuto acquistare meno beni e servizi
→ il peggioramento della loro situazione li spinge a votare contro quei partiti che, a loro giudizio,
consentiranno un'inflazione più elevata
Quando il tasso di interesse nominale dovuto sui debiti contratti non si adegua alla presenza di inflazione
(ad esempio perché è fisso):
I debitori trarranno beneficio dall'inflazione poiché il loro debito, pur non variando in termini
nominali, perde valore in termini reali
I creditori subiranno una perdita: un'inflazione estremamente elevata azzera il volume nominale dei
titoli
Per considerare l'impatto dell'inflazione sul mercato del credito, si fa riferimento al tasso di interesse reale,
definito attraverso l'equazione di Fisher:
Tasso di interesse reale (% annua) = tasso di interesse nominale (% annua) - tasso di inflazione (% annua)
Il tasso di interesse reale misura il potere d'acquisto delle somme restituite al creditore, sulla base dei prezzi
vigenti al momento della restituzione
→ in una situazione di inflazione elevata e volatile diventa difficile comprendere in che misura l'aumento
del prezzo corrisponda ad un effettiva scarsità del bene (individuata dai prezzi relativi), o rifletta altri fattori
erratici; inoltre, in caso di inflazione, le imprese sono costrette ad aggiornare più frequentemente i prezzi di
quanto non vorrebbero, sostenendo i costi di menu
Ma non si vogliono avere nemmeno prezzi decrescenti, in quanto le famiglie posticcerebbero i consumi (in
attesa di ulteriori diminuzioni di prezzi) e i debitori verrebbero danneggiati, in quanto il loro debito
crescerebbe in termini reali
→ i bassi consumi determinano una riduzione della domanda aggregata e dell'attività economica, che a loro
volta deprime ulteriormente i prezzi, innescando un circolo vizioso di prezzi decrescenti e stagnazione
economica
NB. Molti economisti ritengono che un livello moderato e stabile di inflazione sia un fattore positivo per
l'economia
L'inflazione nasce a causa dell'incoerenza tra i piani di vendita e acquisto di beni e servizi degli individui e
delle imprese; se le combinazioni di salari e prezzi adottate da tutte le imprese sono coerenti con l'obiettivo
di massimizzare i profitti, non c'è ragione perché prezzi e salari debbano variare
→ a questo tasso di disoccupazione, in cui l'inflazione è pari a zero, le curve del salario e del prezzo si
intersecano e il mercato del lavoro è in equilibrio di Nash
Nel caso in cui lo Stato, ad esempio, promuova politiche protezionistiche, il livello di markup può
aumentare, il livello generale dei prezzi cresce e i salari reali diminuiscono
→ i lavoratori si impegnano di meno, e i salari vengono aumentati per ripristinare il loro precedente valore;
ma l'incremento del salario corrisponde ad un aumento dei costi per l'impresa e, attraverso il markup, ad
un ulteriore aumento dei prezzi e a una diminuzione del salario reale, che verrà di nuovo corretta
Supponendo che l'intensità della concorrenza resti costante, ma che si verifichi un aumento del livello di
occupazione, le imprese devono pagare salari maggiori per incentivare i dipendenti ad impegnarsi; così
viene alzato il livello dei prezzi, per mantenere inalterato il markup e dando inizio al processo inflazionistico
Un aumento del potere contrattuale delle imprese: a seguito di una diminuzione della
concorrenza, aumenta il markup e la curva della fissazione del prezzo si sposta verso il basso
Un aumento del potere contrattuale dei lavoratori: consente loro di ottenere un salario reale
maggiore in cambio della prestazione lavorativa
1. La curva della fissazione del salario si sposta verso l'alto: il salario aumenta in corrispondenza di
ogni livello di occupazione
2. Il tasso di occupazione aumenta: il salario aumenta mentre ci si muove lungo la curva della
fissazione del salario (che resta invariata)
NB. La terza causa fu evidenziata dall'economista Bill Phillips, che pubblicò un grafico con i dati di livello di
disoccupazione e l'inflazione salariale nell'economia britannica
In seguito alla previsione di un rialzo dell’inflazione, le banche centrali possono alzare il tasso di riferimento
per rallentare la crescita della domanda aggregata e aumentare la disoccupazione ciclica, ristabilendo un
livello di inflazione più contenuto. All’opposto, se vogliono ostacolare la diminuzione dell’inflazione,
possono annunciare una riduzione del tasso di riferimento. Questa manovra stimola la domanda aggregata
e contribuisce al ripristino di un maggiore livello di inflazione
Il salario reale è definito come il rapporto tra la retribuzione nominale e il livello generale dei prezzi: 𝑤 =
𝑊/𝑃
Il salario reale si trova sull'asse delle ordinate nel grafico del mercato del lavoro
Per comprendere come si verifica il fenomeno dell'inflazione durante un ciclo economico favorevole, si
suppone che tale economia venga colpita da uno shock positivo della domanda aggregata che riduce la
disoccupazione al di sotto del livello di equilibrio:
Se la domanda aggregata rimane ad un livello sostenuto in grado di tenere la disoccupazione al di sotto del
punto di equilibrio, l'anno successivo ci si ritrova punto e a capo → spirale salari-prezzi
→ spiega come mai, con bassa disoccupazione, i prezzi aumentino non solo nell'anno in cui si ha il calo della
disoccupazione, ma anche in quelli successivi
Se l'economia si trova in fase di recessione, la spirale prezzi-salari opera nel modo inverso, e i prezzi
tendono a scendere anno dopo anno
INFLAZIONE E SPARTIZIONE DELLA TORTA: PREZZI STABILI CON MERCATO DEL LAVORO IN EQUILIBRIO
→ il salario individuato sulla curva della fissazione del salario coincide con quello individuato dalla curva
della fissazione del prezzo
È un equilibrio di Nash
→ l'inflazione è zero
La somma delle richieste di salario e di profitto eccede la produttività del lavoratore quando la
disoccupazione si trova al di sotto del livello di equilibrio
→ viene a crearsi una pressione sul rialzo dei salari e dei prezzi (spirale salari-prezzi ascendente)
→ in maniera opposta, una disoccupazione superiore al livello di equilibrio innesca una spirale salari-prezzi
discendente
Se la disoccupazione è bassa, il salario reale richiesto dai lavoratori per garantire un impegno
adeguato aumenta (punto B)
Il livello dei prezzi tende a muoversi quando il mercato del lavoro si trova al di sopra o al di sotto del livello
di equilibrio
Quando i livelli del salario reale individuati dalla curva di fissazione del prezzo e da quella della fissazione del
salario non coincidono, si è in presenza di un gap di contrattazione, misurato graficamente dalla distanza
verticale tra le due curve
GAP DI CONTRATTAZIONE: è la differenza tra il salario reale che l'impresa desidera offrire per incentivare i
lavoratori (misurato sulla curva della fissazione del salario) e quello che consente alle imprese di mantenere
il livello di markup desiderato (individuato sulla curva di fissazione del prezzo)
Quando il gap di contrattazione è positivo, il salario reale sulla curva della fissazione del salario è
maggiore di quello sulla curva della fissazione del prezzo e le richieste di salario e profitto non sono
coerenti
Il gap di contrattazione in termini percentuali è dato dalla differenza fra il salario sulla curva della
fissazione del salario e quello sulla curva della fissazione del prezzo, divisa per il salario su
quest’ultima curva
Quando il livello della domanda aggregata porta l'occupazione al livello di equilibrio (livello normale
di attività), i prezzi sono stabili (inflazione zero)
→ la curva è vista come un insieme possibile all'interno del quale l'autorità di politica economica può
selezionare la combinazione desiderata di disoccupazione e inflazione
Le curve di indifferenza indicano i trade-off tra inflazione e disoccupazione preferiti dal decisore
politico (SMS)
Solitamente, nelle curve di indifferenza si preferiscono i punti più lontani dell'origine, ma qui è il
contrario
Quando il livello di occupazione e inflazione è più basso, la curva di indifferenza è più ripida
La curva di indifferenza diventa verticale se l'inflazione è al 2%, cioè al livello preferito dal governo
Tra le combinazioni possibili, identificate dalla curva di Phillips, il governo sceglie il punto C
Questo dimostra che le autorità di politica economica, attraverso strumenti appropriati, possono aggiustare
il livello di domanda aggregata per selezione una giusta combinazione di disoccupazione e inflazione
Si nota che il trade-off che intercorre tra disoccupazione e inflazione non è stabile
La curva di Phillips (CP) negli anni Sessanta mostra che l'economia era in buona salute
La curva si sposta ancora più in alto alla fine degli anni Settanta
E si sposta ancora più in alto all'inizio degli anni ottanta, peggiorando ulteriormente il trade-off tra
disoccupazione e inflazione
Dalla fine degli anni Novanta ad oggi la curva di Phillips è stata bassa e piatta
Mantenere la disoccupazione troppo bassa porta non solo a prezzi più alti, ma anche ad un'inflazione
crescente
Milton Friedman disse: "C'è sempre un trade-off temporaneo tra inflazione e disoccupazione, ma non ne
esiste uno permanente"
NB. Esiste solo un tasso di disoccupazione in corrispondenza del quale l'inflazione si mantiene stabile, quello
individuato dall'equilibrio del mercato del lavoro
Questo perché:
Friedman evidenziò che il conflitto sulla divisione della torta tra lavoratori e imprese era alla base
dell'aumenta dei prezzi, e mostrò che l'inflazione continuava ad aumentare in presenza di ridotti livelli di
disoccupazione
→ ciò accadeva come risposta al modo in cui gli agenti formulavano le proprie aspettative sul tasso di
inflazione futuro → inflazione attesa
Nel punto B, l'inflazione è pari al 5%, somma dell'inflazione attesa più il gap
= aumento dei salari (%) (se i salari sono gli unici costi)
NB. Friedman vuole dimostrare che con bassa disoccupazione l'inflazione non rimane al 5% (punto B)
L'inflazione cresce progressivamente, ad un tasso pari alla somma dell'inflazione precedente + gap
Il fatto che la disoccupazione rimanga al di sotto del tasso di disoccupazione che stabilizza
l'inflazione comporta la persistenza del gap di contrattazione
Il salario reale non varia e rimane sulla curva di fissazione del prezzo
→ si raggiunge il punto B
Nel periodo successivo, con la disoccupazione ancora al 3%, l'inflazione è uguale all'inflazione
attesa + gap
→ si raggiunge il punto C
All'inizio del primo anno successivo al determinarsi del gap, l'inflazione è pari al gap (2%) più
l'inflazione attesa (3%)
All'inizio del secondo anno, senza cambiamenti nel gap, l'inflazione arriva al 7%, pari al gap +
inflazione attesa
Finché il gap rimane invariato, l'inflazione continua ad aumentare anno dopo anno
Un'altra causa di inflazione è uno shock dal lato dell'offerta, come un aumento del potere contrattuale di
imprenditori o lavoratori, che può determinare spostamenti della curva di fondazione del prezzo verso il
basso o di quella di fissazione del salario verso l'alto, il che genera a sua volta una traslazione verso l'alto
della curva di Phillips
NB. Anche i cambiamenti nell'economia globale possono generare uno shock di offerta, come lo shock dei
prezzi petroliferi
NB. Gli shock di offerta spostano la curva di Phillips influenzando l'equilibrio nel mercato del lavoro
Gli shock di offerta differiscono dagli shock di domanda (es. variazione di investimenti o consumi) perché,
mentre uno shock negativo di domanda aumenta la disoccupazione e riduce l'inflazione, uno shock negativo
di offerta può portare ad un aumento contestuale di disoccupazione e inflazione
Sposta la curva della fissazione del prezzo verso il basso: questo crea un gap di contrattazione
positivo ed inflazione
Sposta la curva di Phillips verso l'alto: il processo prosegue fin tanto che l'inflazione attesa
aumenta
SHOCK PETROLIFERO:
Se il livello della domanda aggregata mantiene l'economia nel punto A, si determina un gap positivo
e inflazione crescente
Il nuovo equilibrio è dato dal punto B, cui corrisponde un più alto tasso di disoccupazione
PREZZO REALE DEL PETROLIO E CRESCITA DEL PIL NEL REGNO UNITO (1950-2015):
NB. Gli shock petroliferi sono una delle maggiori fonti di perturbazione macroeconomica
Aumenti inattesi dei prezzi petroliferi degli anni '70 (1973 e 1979) determinarono aumenti simultanei della
disoccupazione e dei prezzi
NB. Perché il gap di contrattazione sia negativo, il tasso di disoccupazione deve essere maggiore del livello
che stabilizza l'inflazione
→ una volta che l'inflazione ha iniziato a scendere, continua a farlo, e la curva di Phillips si sposta verso il
basso
Il grande incremento della disoccupazione negli anni Ottanta è associato alla diminuzione dell'inflazione
Ma perché il terzo shock petrolifero (2002-2008) non ha prodotto un aumento dell'inflazione com'era
accaduto nei casi precedenti? Ipotesi:
Miglioramenti tecnici-produttivi
Le aspettative di inflazione non si adeguarono all'aumento dei prezzi, frenando la spirale prezzi-
salari
→ molte banche centrali considerano come obiettivo della loro azione il mantenimento del tasso di
inflazione prossimo al 2%
Quando possono, le banche centrali utilizzano quale principale strumento di politica monetaria le
variazione del tasso di interesse di riferimento
La banca centrale seleziona il tasso di interesse nominale, ma ciò che influisce concretamente sulla spesa è il
tasso di interesse reale
Dunque, la banca centrale deve tenere in considerazione le aspettative di inflazione, cosicché al tasso di
interesse nominale selezionato corrisponda il tasso di interesse reale desiderato
Il tasso che influenza la decisione di indebitarsi di famiglie e imprese è il tasso sui prestiti bancari; quando la
BC abbassa il tasso di riferimento per stimolare la spesa, il tasso di interesse di mercato diminuisce dello
stesso ammontare
Sceglie il livello desiderato di domanda aggregata, sulla base dell'equilibrio sul mercato del lavoro e
della curva di Phillips
Stima il tasso di interesse reale corrispondente a questo livello di domanda aggregata (utilizzando il
modello del moltiplicatore)
Calcola il tasso di interesse nominale che produrrà il tasso di interesse di mercato appropriato
Una modifica nel tasso di interesse di riferimento determina un effetto domino su tutti i tassi di
interesse nell'economia
Quando il tasso di interesse diminuisce, il prezzo delle attività finanziarie (come i titoli pubblici e le
azioni) aumenta
Le famiglie che detengono attività finanziarie saranno più ricche e questo, di conseguenza,
aumenterà il loro livello di consumo
Una condotta di politica economica coerente e credibile e una buona comunicazione con il pubblico
alimentano la fiducia nei confronti della BC
Questo può indurre le imprese ad attendersi una domanda più elevata e quindi ad aumentare i loro
livelli di investimento
A loro volta, le famiglie avranno più fiducia di non perdere il lavoro, e aumenteranno i loro livelli di
consumo
La diminuzione dei consumi abbassa la curva della domanda aggregata, portando l'economia in
recessione e facendola spostare dal punto A al punto B
Per stabilizzare l'economia, la BC stimola gli investimenti riducendo il tasso di interesse da r a r'
→ ciò sposta in alto la curva della domanda aggregata, spingendo il sistema economico verso la sua
condizione iniziale (fuori dalla recessione)
AVVERTENZE:
Le aspettative e i prezzi delle attività finanziarie spostano sia la funzione degli investimenti (tramite
il tasso di interesse) che quella dei consumi (tramite effetto sul consumo autonomo)
Perciò, se vuole stimolare l’economia durante una recessione, la BC taglia il tasso di interesse,
cercando anche di influenzare il livello di fiducia degli agenti economici e accrescere il livello di
investimenti
Tuttavia, è difficile decidere se un basso livello di domanda aggregata sia un fenomeno passeggero
o una debolezza di lungo periodo
Inoltre, come deve reagire la BC a un boom nei consumi? Deve adottare una politica opposta: alzare
il livello del tasso di interesse, riportando la domanda nella posizione di partenza
Perché si deve porre un freno ad un boom economico? La risposta sta nella curva di Philips: in una
fase di espansione l’inflazione aumenta e, quando le aspettative si adeguano sulla base
dell’inflazione passata (inflazione attesa) tale aumento può continuare indefinitamente, con gravi
costi per l’economia
Anche la politica fiscale può essere utilizzata per contrastare una recessione: che bisogno c’è allora
della politica monetaria? La politica monetaria è meno complessa e più flessibile: la BC può
aggiustare il tasso di interesse con maggiore frequenza e piccole variazioni
o Il tasso di interesse nominale non può scendere sotto lo zero, e ciò comporta due situazioni:
Nel caso di una recessione, un tasso di interesse nominale pari a zero potrebbe non
essere sufficiente per stabilizzare l'economia
Se il tasso di interesse di riferimento fosse negativo, le persone non depositerebbero il loro denaro
in banca, perché dovrebbero pagare
Tale limite diventa rilevante nel caso di recessione, perché perfino un tasso di interesse nominale
pari a zero non può essere sufficientemente basso da generare un tasso di interesse reale (pari al
tasso di interesse nominale meno l'inflazione) che possa stimolare l'economia
A causa di questa situazione, le economie colpite durante dalla crisi finanziaria hanno introdotto un
nuovo tipo di politica monetaria "non convenzionale": il quantitative easing (QE)
Ciò aumenta la domanda dei titoli finanziari: i prezzi aumentano e i rendimenti e i tassi di interesse
sulle obbligazioni si riducono
Aumenta la spesa di immobili e beni durevoli, visto che si riducono sia il costo di indebitarsi che il
rendimento delle attività finanziarie
Tuttavia, l'evidenza suggerisce che, benché positivi, gli effetti del QE siano modesti e non
comparabili a quelli di politiche monetarie convenzionali basate sull'utilizzo del tasso di interesse di
riferimento
Esiste una sola politica monetaria per l'intera Eurozona, sotto il controllo della BCE, che è la sola a
decidere il tasso di interesse di riferimento
Dopo la crisi, ciò ha causato tensione tra i paesi del Sud Europa, dove la disoccupazione era alta, a
causa della scelta della BCE di mantenere a lungo una politica monetaria più restrittiva, a favore dei
paesi in cui la disoccupazione era bassa
TASSO DI CAMBIO: numero di unità di moneta domestica necessaria ad acquistare un'unità di moneta
straniera
Incide sulla competitività nei mercati internazionali e, quindi, sulle esportazioni nette
Se una banca centrale riduce il tasso di interesse, gli investitori internazionali sono meno attratti dalle
attività finanziarie di quel paese e la relativa domanda diminuisce
Al ridursi della domanda di titoli, diminuisce anche la domanda di valuta necessaria ad acquistarli; ciò a sua
volta determina un deprezzamento del cambio del paese, ovvero una riduzione dei prezzi dei beni da esso
prodotti espressi nelle altre valute
SHOCK DAL LATO DELLA DOMANDA: cambiamento inatteso della domanda aggregata
Gli Stati possono utilizzare, per stabilizzare la domanda, sia la politica fiscale che la politica monetaria:
Politica fiscale: riduzione delle tasse e/o aumento della spesa pubblica
Il miglio risultato non è la piena occupazione, ma piuttosto il livello di occupazione che mantiene il mercato
del lavoro in equilibrio, scongiurando spirali inflazionistiche
POLITICHE DI STABILIZZAZIONE:
La domanda aggregata si abbassa e l'economia si muove nel punto D, nel quale l'inflazione è
minore, ma la disoccupazione è più elevata
Una riduzione del tasso di interesse e uno stimolo fiscale (riduzione delle imposte e aumento della
spesa pubblica) riportano la curva della domanda aggregata alla posizione iniziale
I 25 anni che hanno preceduto la crisi del 2008 prendono il nome di Grande Moderazione, e sono stati
caratterizzati da crescita stabile e bassi libelli di inflazione e disoccupazione
Due aspetti hanno caratterizzato la conduzione della politica economica durante questo periodo:
La ragione di queste scelte va cercata nell'instabilità della curva di Phillips e negli elevati costi in termini di
disoccupazione che molti paesi avevano dovuto sostenere negli anni Ottanta per ridurre l'inflazione
NB. I paesi a più alta inflazione sono stati quelli che hanno concesso la maggiore indipendenza alle
rispettive banche centrali
INFLATION TARGETING: regime di politica monetaria nel quale la BC utilizza strumenti di policy volti a
mantenere l'economia vicina all'inflazione-obiettivo del 2% e la disoccupazione è al 6%
RIASSUMENDO:
Se uno shock di domanda aggregata riduce la disoccupazione al di sotto del livello di equilibrio, e
l'inflazione, di conseguenza, cresce lungo la curva di Phillips, la BC aumenterà il tasso di interesse
per alzare la disoccupazione e prevenire la spirale prezzi-salari
Questo impegno della BC a perseguire un obiettivo di inflazione spiega perché il terzo shock
petrolifero (2202-2008) non ha provocato un'inflazione drastica a differenza dei primi due
Perché esiste un trade-off tra disoccupazione e inflazione? Finora la risposta era che, quando il tasso di
disoccupazione aumenta, il maggior costo della perdita del lavoro rende i lavoratori più disponibili ad
accettare un salario più basso e a garantire a tale salario l'impegno richiesto dai datori di lavoro
→ nel breve periodo, le imprese fronteggiano vincoli di capacità produttiva (non sono, cioè, in grafo di
soddisfare l'eccesso di domanda per il loro prodotto) e quindi aumentano i prezzi
Le imprese affrontano una concorrenza meno intensa e le loro curve di domande sono meno
elastiche al prezzo
Si innesca, così, una spirale salari-prezzi quando le altre imprese rispondono nello stesso modo e
aumentano il markup del prezzo sui costi