Sei sulla pagina 1di 43

CULTURA RUSSA:

dalle 14.30 alle 16.10

L'esame si comporrà di 3 parti:


1- una generale il cui testo di riferimento è Bartlett, storia della russia, mondadori, milano
2011.
2- una sugli appunti delle lezioni e sui testi su blackboard.

3- la presentazione di un libro a scelta, che si può scegliere da una lista presente su


blackboard.

IL CORSO IN PILLOLE:

Lineamenti utili alla comprensione della Russia, quindi lineamenti di storia (molto complessa
rispetto a quella degli altri paesi europei e poco conosciuto rispetto agli altri paesi),
come gli eventi storici hanno influenzato la mentalità e l'ideologia russa, un discorso di arte,
poco di letteratura.

PAROLE CHIAVE:
Solovki, isole nel mar baltico in cui vennero aperti numerosi campi di concentramento.
Magadan, è un porto all'estremo oriente, terminale di trasporto di detenuti che facevano
capo alla Kolyma, un complesso di campi tragicamente famosi nella storia dell'unione
sovietica.
Raskol,è lo scisma che segnò il destino della chiesa russa.
Salechard, è una città che si trova sul circolo polare artico, importante perchè è uno dei
punti di arrivo o di smistamento di gas e petrolio, è un centro commerciale molto
importante, circondato da miniere.
Famosa anche perchè agli inizi degli anni 50, hanno cercato di replicare la trans-siberiana
nell'artico, solo che poi il progetto fallì, a causa del termafrost, il terreno che era instabile.
Igarka, altra città lungo la quale si cercò di far passare la ferrovia.

Risiera di San Sabba, punto di mistamento degli ebrei.


Kief (Babiiar), città in cui è stato consumato uno dei più grandi eccidi di ebrei, all'inizio
dell'invasione da parte delle milizie fasciste della russia.

LIBRI DA ACQUISTARE:
1- Bartlett, storia della russia.
2- Libro a scelta nella lista.
3- Stampare articoli su blackboard

LIBRI CONSIGLIATI:
Come si crea una mentalità per cui con un reattore espoloso, dici non è successo niente?
LEFORT- l'archipel du goulag -> l'autore è sempre stato uno spirito rivoluzionario di estrema
sinistra e non si smentì mai.
GUDKOV- ZASLAVSKY- la russia da gorbaciov a putin, il mulino, bologna, 2010.
ALEKSIEVIC- tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo,
bompiani, milano, 2015.

LEZIONE 1- ALLE ORIGINI < GRANDE, POSSENTE, VERIDICA E LIBERA>


La lingua russa è grande, perché quando credi di conoscerla ti sorprende e ti dice "non hai
capito niente". Baris uspenskib, ai tempi dell'unione sovietica iniziò con questo slogan,
affermando che la lingua non era propriamente russa, ma che ritraeva il rapporto genetico
della lingua russa con la lingua della chiesa (slavo ecclesiastico), perché nessuna delle parole
e delle strutture erano della lingua russa moderna, ma erano tutti slavismi, parole segnate
dalla tradizione, ad esempio il costrutto del da+indicativo, si usava nella lingua antica. Lo
slavo ecclesiastico è la lingua che ancora oggi si usa nelle chiese ortodosse, la differenza
dalle lingue moderne è che è una lingua antica, utilizzata liturgicamente per la celebrazione
della messa, ad oggi chi studia russo fa fatica a capirla. In Russia il problema del passaggio
alla lingua moderna fu posto nel 1917\1918, come apertura alla lingua moderna e alla
modernizzazione. Dostoevskij (1821-1881), era un galeotto ed un tremendo nazionalista,
che affermava che i russi erano immensi, immensi come nostra madre, la Russia. La Russia è
immensa, contiene 9 fusi orari come da Roma a Los Angeles, solo che in mezzo non c'è
l'atlantico, ma terra. Questa immensità dipende dall'immensità della terra. Dalla sete di
assoluto e di infinità discendono tutti i caratteri dell'uomo russo, che si possono trovare
attestati nella letteratura, il distacco dai beni terreni, la ribellione, lo spirito di rivolta, il
rifiuto della proprietà privata. I russi proclamano Mosca la terza Roma, quindi sono un
popolo che hanno intrinseco lo spirito di imperialisti. L'imperialismo era un carattere
definitorio della Russia. La storia della Russia inizia a Kiev. La prima apparizione dell'idea di
terza Roma è di poco successiva alla caduta di Costantinopoli, che aveva tradito l'idea
cristiana, nel 1453. Prima questa idea non c'era, di conseguenza l'idea di terza Roma non
può definire lo spirito russo, perché vorrebbe dire che la Russia per i secoli precedenti non
avrebbe avuto una cultura generale e tanto meno uno spirito caratteristico, ma sappiamo
che non è così. Le persone che definirono lo spirito russo furono Radonez (1322.-1392),
Rubjev (1360- 1430), Volockij (1440-1515, il monaco si deve spogliare di tutto ma il
monastero no perché sennò non avrebbe avuto i mezzi per insegnare ed ospitare i poveri),
Sorskij , che elaborò la concezione del monachesimo come pura e totale spogliazione, il
monaco deve fare il monaco e non deve aver nessuno possedimento (1433-1508) e Donskoj(
1350- 1389). I russi non sono strutturalmente imperialisti, perché come storia non ci sta ed è
anche inaccettabile dal punto di vista umano, sarebbe come definire l'Italia mafia e
spaghetti. Questa grandezza allora dipende dal fatto di avere una cultura, sentita da tutti e
solida. La steppa inizialmente non era ciò che definiva il russo, ma ciò da cui bisognava
difendersi, il luogo dove stavano i barbari, che distruggevano e derubavano le città costruite
dai russi. La steppa, prima di essere conquistata era qualcosa da cui i russi dovevano
difendersi.
CITAZIONE DI DOSTOEVSKIJ: Per cultura intende una luce spirituale che rischiara l'anima,
illumina l'anima e dà indirizzo alla mente, mostrandole la via della vita. È una concezione
della cultura integrale, che prende in sé tutte le dimensioni dell'uomo (dimensione pratica,
matematizzante, teoretica (dare le strutture attraverso le quali la mente ragione), noi
abbiamo una cultura utilitaristica, che agisce in base al principio di guadagno e benefici.
Quel che è espresso nella parola cultura non è luce, ma è coltivare. La lingua russa esprime
dei concetti che nella lingua italiana non possono essere tradotte, la cultura russa non è
quella dell'illuminismo, ma si contrappone a questa. Cultura in russo è uguale cultura.
L'autore vuole dire che i russi sono originali utilizza un termine che vuol dire cultura, ma che
rischia di ridurre quello che lui vuole dire.

LEZIONE 2: LA SOMIGLIANZA CON DIO E L’IDEA DI CULTURA


Commento alla citazione di Dostoevskij, tratta dal diario di uno scrittore:
Cultura: luce spirituale che rischiara l'anima, riscalda il cuore e illumina la mente. Le tre figlie
della sapienza sono la fede, la speranza e l'amore, intesa anche come carità. La parola usata
dall'autore per indicare la cultura, in verità indica l'educazione, la formazione, la
trasmissione delle conoscenze. Inoltre è il termine utilizzato per indicare l'età
dell'illuminismo, dei lumi. Quando uno scrittore fa una scelta e poi ci gioca sopra è evidente
che ha in mente qualche cosa. Infatti scegli questa parola, per dire che la loro cultura è
originale e lontana dalle conoscenze utili, perché la lingua che si usava nella sua epoca non
corrispondono a quelle del russo moderno, quindi quando si traduce bisogna vedere il
significato delle parole su un dizionario contemporaneo all'autore (in questo caso il Vladimir
I. Dal'), in questo dizionario la parola просветление (Prasviscenie) sta per la luce della
scienza e della ragione, ravvivata dalla pura moralità. È lo sviluppo delle capacità morali e
intellettuali dell'uomo, una formazione scientifica con la chiara coscienza del proprio dovere
e dello scopo della vita. Le due definizioni sono le stesse, anche se scritte in forma e modo
diversi. La cultura ha una dimensione integrale, dell'unione tra ragione e coscienza, è
un'idea tipicamente russa e del Medioriente. La Prasviscenie attraverso l'intelletto e la
scienza è unilaterale e non porta al bene, di conseguenza l'integralità è fondamentale. La
sapienza autentica è qualcosa di integrale. Inoltre esiste un'accezione religiosa, spirituale e
santa di cultura, nel linguaggio ecclesiastico invece la Prasviscenie è il giorno del battesimo,
indica anche il giorno dell'apparizione di Dio, incarnata nell'epifania. Gli orientali festeggiano
al natale l'arrivo dei re magi, all'epifania invece il battesimo di Gesù, attraverso cui viene
riconosciuto come figlio di dio. Quindi la Prasviscenie è il battesimo della cultura, l'uomo
viene investito da una luce che gli rivela quale è la sua vera struttura e la sua vera natura.
Quindi Dostoevskij aveva in mente proprio questo. Perciò la cultura viene assimilata a
qualcosa di divino. Il cristo è simbolo di una tenebra o di una luce? Ha senso parlare di fede
come luce, nelle messe orientali cristo viene definito come la luce della ragione, quindi il
modo di intendere la fede è luce, quando è venuto al mondo cristo è venuta al mondo la
ragione e questo fa nascere una cultura originale, una cultura autonoma, nella quale il
rapporto tra fede e ragione non è concepito come conflittuale, ma in cui il rapporto con
cristo illumina la ragione e né rischiare le caratteristiche. Questa cultura diventa esclusiva
rispetto ad altre, ma ha con le altre ideologie un rapporto conflittuale oppure no?
Dostoevskij passo sull'Italia: polemizza contro il conte di Cavour, dovuta ad una questione
personale in quante Camillo aveva mandato le truppe italiane nella guerra di Crimea
determinando la sconfitta della russa, l'autore ci vuole dire che l'idea universale russa non è
l'unica, ma esiste anche quella italiana, esistita per 2000 anni attraverso l'idea di Roma e
della grandezza papale, questa idea però non sostenuta da un'identità spirituale, ma da
un'idea geopolitica, ha fallito. Quindi ci fa capire che possono esistere due idee universali e
si possono apprezzare vicendevolmente, ma l'Italia diventa debole quando rinuncia a
quest'idea universale. Quello che ci dice l'autore è una fantasia (ideologizzazione romantica
ottocentesca) o è basata su fatti storici reali?
Troviamo qualcosa nel passato che giustifica che la cultura e la fede vadano a pari passo? (il
processo di alfabetizzazione va di pari passo con quello di cristianizzazione? la lingua è
qualcosa tramite cui si manifesta il cristianesimo? il mio modo di stare al mondo, è segnato
da Dio?). Verginità in russo si dice celomudire, composta da cela (integralità) e mudire
(sapienza) quindi la verginità è una sapienza integrale, un modo di guardare le cose per cui
tu le guardi nella loro integralità, se gli spacchi perdi la tua verginità, è il saper ricondurre
tutto l'essere che hai davanti alla sua integralità. Brutto si dice Bez (senza) e Obrazany
(immagine), quindi il brutto è qualcosa di deforme. L'uomo è fatto ad immagine e
somiglianza di Dio, quindi il brutto sono le cose che non hanno più l'immagine che gli ha
dato dio. Santo si dice Prepodobnyj, pre(rafforzativo) e podobnyj( colui che ha realizzato la
somiglianza con dio).
IL BATTESIMO DEL PRINCIPE VLADIMIR:
Il battesimo del principe Vladimir di Kiev: ogni storico dice la sua da diversi punti di vista,
vale a dire che questo avvenimento può essere stato dettato da ragioni economiche, da
alleanze militari. Per il prof la spiegazione più plausibile è una rilevazione cronachistica,
contemporanea all’avvenimento dei fatti, pubblicata sul racconto dei tempi passati del 988,
l’ambito è ecclesiastico, infatti l’episodio avviene nel monastero delle grotte di Kiev (kievo-
pecerskava lavra), che è il primissimo monastero della chiesa russa. In questo testo si
racconta perché Vladimir si sarebbe convertito al cristianesimo, stabilendo poi rapporti
economici e militari con Costantinopoli, la ragione sarebbe perché Vladimir era alla ricerca
di una religione all’altezza, degna del suo impero. Scarta il cristianesimo occidentale, era un
po’ tentato dall’Islam in quanto prometteva il paradiso per i grandi guerrieri nel quale
verranno accolti da meravigliose fanciulle, ma lo rifiuta poiché vietava di bere alcoolici.
Rimane colpito da quello che gli ambasciatori gli raccontano di aver visto durante la divina
liturgia a santa sofia di Costantinopoli. Gli ambasciatori dissero di non sapere se si trovavano
in cielo o sulla terra, giacché sulla terra non si vede alcuno spettacolo di tale bellezza, un
posto in cui gli uomini coesistono con Dio.
Vi sono tre idee che risaltano in queste tre righe:

• La prima idea che colpisce Vladimir è l’idea di un luogo in cui il celeste e gli uomini si
incontrano, in cui il finito terreno incontra l’infinito.
• La seconda è il non riuscire ad esprimere a parole ciò che avevano visto, la cultura
russa non ama le definizioni concettuali, ma rimprovera l’occidente di un eccessivo
razionalismo. Non mettono in dubbio quello che hanno visto, ma non riescono a
darne a parole una definizione degna di quello che ho visto. (Il concetto di dio crea
idoli, solo lo stupore coglie qualcosa)
• La terza è l’aver fatto un’esperienza della bellezza sulla terra (non riescono a
descrivere ciò di cui hanno fatto esperienza), vi è una particolare sensibilità
all’estetica e alla bellezza esterna, con la parola estetica non ci si riferisce ad un
giudizio soggettivo dato dall’individuo, ma alla capacità di capire quello che c’è
dentro. La bellezza nella cultura russa è lo splendore del vero.
Che cosa intendono i russi quando parlano di bellezza?

• ICONE:
Per antonomasia la bellezza è quella rappresentata dalle icone, ovvero delle
immagini sacre, ciò non vuol dire che sono quadri a soggetto religioso, ma che hanno
una funzione e collocazione precisa all’interno della vita della chiesa e di una famiglia
cristiana. Normalmente non stanno nei musei, ma in chiesa o in casa, che
trasformano però in chiesa domestica. In chiesa stanno sulle pareti in forme diverse,
ad esempio affreschi, mosaici o tavole di legno dipinte oppure sull’iconostasi, una
parete fatta di icone che distingue la parte dove stanno i fedeli dalla parte dove
stanno i sacerdoti e i diaconi, quindi divide il mondo terreno dal mondo divino, dove
avviene la consacrazione. Storicamente si è istituita quando i fedeli che ritenevano
che l’icona fosse legittima, per confermare la legittimità della loro fede
appoggiavano le icone sulla balaustra, facendola diventare una parete, sulla quale le
icone vengono disposte oggi dopo secoli di formazione con un ordine preciso, nella
parte superiore vi sono diversi ordini di icone, nella parte inferiore invece vi sono tre
aperture, le porte diaconali e quelle regali, da cui passano soltanto i sacerdoti che
portano cristo che insegna (vangelo) e cristo in presenza reale. Solitamente le chiese
hanno pianta centrale, con alcune cappellette laterali aggiuntive. Il primo ordine è
detto di intercessione, dove vi sono due processioni che vanno verso il trono dove
siete il re della gloria, cioè il salvatore, sopra c’è l’ordine delle grandi feste, poi
l’ordine dei profeti dell’antico testamento e quello dei patriarchi. Il Cremlino non si
trova solo a Mosca, ma in tutte le città medioevali, in quanto era una fortezza
difensiva. Sulle icone vengono dipinti o personaggi (santi, cristo e la vergine) e feste.
Attraverso le icone avveniva anche la catechesi, erano molto efficienti in quanto
comprensibili anche da chi non sapeva leggere.
Gli elementi dipinti erano:
Il Cristo di cui esistono tre varianti:

• Il Cristo detto anche acheropita oppure in russo nerutotuory, che vuol dire creato
non da mano d’uomo. Questo tipo di Cristo si rifà alla sindone, infatti hanno tratti in
comune tra cui la barba, il ciuffettino e il naso.
• Il Cristo di Rublev
• Il Cristo pantocratore, ovvero creatore del tutto. Questo modo di rappresentare è di
tutta la chiesa e fu così anche dopo lo scisma, in quanto i rapporti di comunicazione
tra le due chiese rimasero intatti.
La vergine, di cui esistono mille tipologie diverse, tra cui:

• La madonna di Vladimir, una città a 200km a nord-est di mosca, che è con il


bambino, vi sono 3 stelle, che rappresentano la verginità di Maria prima, durante e
dopo il parto.
• La madonna di Odigitria, ovvero colei che indica la strada, cioè cristo.
• La vergine orante, in piedi, con in petto Cristo e le mani volte verso il cielo per la
preghiera.
• La vergine di Bogolijubskaja, che prende il nome dal luogo e dal principe in cui è stata
realizzata, in questo dipinto compare chi l’ha commissionata, il vescovo, etc.

L’arcangelo Michele:

• L’arcangelo di Rublev

Gioacchino ed Anna, i progenitori di Dio, in quanto sono i genitori di Maria, sono l’icona
dell’amore matrimoniale.
Tra le feste vi sono:

• L’ingresso a Gerusalemme
• L’ascensione
• La discesa agli Inferi, quando vengono presi dall’inferno Adamo ed Eva, afferrandoli
dai polsi, una presa sicura.
• Le donne portatrici di aromi, è un’altra icona della risurrezione.
• La pentecoste, ovvero la discesa dello spirito santo
• Il giudizio universale
• La trasfigurazione, dove cristo viene mostrato come luminoso, il nostro corpo non
andrà perso, ma diventerà luminoso.
• La natività o icona del natale, quest’icona colpisce perché sembra fatta in maniera
grossolana, ma ha una composizione molto complessa, a griglia, in quanto vi sono
nove scene in un’unica icona. Al centro vi è il tema centrale ovvero la Vergine che
partorisce il bimbo nella grotta (il bambino è avvolto in delle fasce che ricordano
quelle di una mummia, in quanto viene per sacrificarsi), nelle altre otto formelle si
raccontano altri dettagli della festa, vi sono ad esempio gli angeli, la luce del divino
(raggi tripartiti), i magi che portano i doni, etc. La scena si può dividere in tre livelli, il
livello superiore in cui vi è il divino, al centro vi è l’incontro tra il divino e il terreno,
inferiormente vi è il livello terreno.
• La trinità di Rublev descrive la visita di tre angeli misteriosi nel querceto di Mambrev.
• I 40 martiri, ha un uso strano della prospettiva, in quanto quelli che stanno in primo
piano sono più piccoli, mentre quelli più lontani sono più grandi. (PROSPETTIVA
ROVESCIATA, tipica delle icone)

Non siamo noi che entriamo nella realtà, ma è la realtà che ci viene incontro, non sei tu che
la domini e la riproduci. Quindi la realtà si presenta in modo oggettivo.

• L’icona della sapienza di Dio, in questa icona Sofia si trova sul trono, è un soggetto
caro ai vecchio-credenti.
Lezione del 9102019:
La prospettiva rovesciata è caratteristica delle icone e le differenzia dalle opere
rinascimentali occidentali (caratterizzate da prospettiva lineare, cominciata con Brunelleschi
e possibile grazie allo studio delle leggi visive, secondo cui linee parallele convergono in un
punto, chiamato punto di fuga che solitamente si trova dietro al quadro). Il quadro è come
una finestra aperta sulla realtà e il movimento visivo parte da chi guarda, quindi lo
spettatore ricrea la realtà secondo il suo punto di vista, escludendo dal campo del visibile la
regione del simbolico e dei suoi significati, che sfuggono alla vista dei sensi. Nella
prospettiva inversa, invece le linee si incontrano in un punto che è situato davanti al quadro,
anche se in realtà ne esistono molteplici, in quanto spesso ogni oggetto rappresentato ha la
sua prospettiva, vi è quindi il dominio della realtà. Nelle icone lo spazio è ridotto e non c’è
profondità. Questa è una scelta di significato, diverso da quello che prevale nella modernità,
nell’oriente infatti prevale la coscienza, quindi davanti ad un quadro la domanda sul senso è
decisiva. Questa scelta è significativa, in quanto suggerisce che la realtà non è creata e
dominata dall’uomo, ma ci viene incontro per quello che è, quindi ogni realtà vale per quello
che è oggettivamente e per la funzione che ha. La prospettiva rovesciata è quindi voluta,
non è dettata dall’incapacità dell’iconografo di dipingere in modo realistico e naturalistico.
L’idea di fondo delle icone è che il nostro mondo finito rimanda continuamente all’infinito.
Infatti, l’iconostasi con l’icona ci mostra una sorta di gerarchia per cui dietro sta il cielo,
davanti la terra e in mezzo qualcosa che mette in comunicazione il cielo con la terra. È come
una sorta di passaggio per mostrare come quello che avviene dall’altra parte è una
mediazione, l’idea che la terra è un pezzo del cammino attraverso la quale si viene alla
salvezza. Come questo si può capire guardando le icone?
L’icona è un’immagine che ci mette in comunione con l’infinito, non immediatamente in
quanto non è un sacramento. Questo discorso si è posto all’origine della cristianità: come
fate a pretendere di fare un’immagine di Dio? Come si può rappresentare in un quadro
finito l’infinito? Qui si situa il dibattito che porta alla definizione del dogma dell’icona, la
venerazione delle icone fa parte della pienezza della fede cristiana, ciò fu stabilito in uno dei
primi concili ecumenici, ovvero il 2 concilio di Nicea del 787 (il primo fu nel 325), celebrato
insieme dalla chiesa cristiana d’oriente e da quella d’occidente prima dello scisma del 1054.
Infatti, in questo concilio si decretò che le icone fanno parte della tradizione della chiesa e
chi è contrario all’icona (iconoclasta) è considerato eretico.
Come è possibile rappresentare Dio?
I difensori delle icone affermano di non rappresentare la natura divina (non circoscrivibile,
infinita, indescrivibile) ma la natura umana, a questa pretese gli iconoclasti rispondono
affermando che non è possibile separare la natura umana da quella divina, pensare ciò
infatti sarebbe un’eresia, in quanto se la natura umana fosse divisa da quella divina, tutto
ciò che succede a Gesù cristo a noi non interessa, ma è solo qualcosa successo 2000 anni fa
e rimane nel passato, inoltre in questa prospettiva la salvezza non ci raggiungerebbe più. Un
altro problema si riscontra quando i supporter delle icone affermano che attraverso la
natura umana si può descrive quella divina, ma come si fanno a distinguere? (in quanto se si
creasse una fusione delle due nature sarebbe un’eresia perché non riuscirei a capire cosa
viene dal divino e cosa dall’umano).
Quindi se una natura attraverso l’altra non va, rappresentarne solo una nemmeno, quindi
cosa si fa?
Gli iconoclasti dicono che gli uomini hanno già un’immagine, ovvero l’eucarestia, ma questa
non è della stessa sostanza di ciò che rappresenta, non può essere ridotta ad un’immagine.
Come si risolve questa questione? Con il realismo dei padri. Non esiste una natura ma delle
persone. Quindi attraverso le icone si vuole rappresentare la persona che in sé conteneva la
natura divina, ovvero Gesù Cristo.
Nelle icone non si rappresenta la natura della persona, ma la persona in sé, in cui sono
presenti le due nature (divina e non). "Io non venero la materia, ma il creatore della
materia". Terra, mare, legno sono alcune delle materie attraverso cui ci arriva l'energia di
Dio, mentre la sua sostanza la riceviamo con l'Eucarestia. Questo aspetto di unità non è mai
dato in maniera definitiva, ma è qualcosa che va conservato ogni giorno. Con lo scisma del
1054, questa unità si spezza, ma ciò non ha effetti sulla popolazione.
LEZIONE DEL 15.10:

La Russia, anche nell’anno mille, non era un mondo sconosciuto che stava sepolto nelle steppe, ma
ad esempio dal 1240 al 1480 fu influenzata dalla presenza tartara in Russia si fece molto intensa.
Inoltre, aveva relazioni con il resto dell’Europa, in particolare con il matrimonio tra Vladimir il Santo
e Anna, sorella dell’imperatore di Bisanzio Basilio II. Quindi sono molti gli storici che affermano che il
battesimo di Vladimir sia stato anche dettato dalla volontà di sposare Anna. Dopo Vladimir prende il
comando Jaroslavl il saggio, sotto il suo regno a Kiev si inizia a costruire la cattedrale di Santa Sofia,
nel 1037. Nello stesso periodo viene scritto “Il sermone sulla legge e sulla grazia” (Slovo o zakone
blagodati), considerato un capolavoro della letteratura russa e scritto da Ilarione, in cui dimostra un
rapido sviluppo della lingua e della capacità di produrre una grande opera letteraria e di teologia in
una cultura appena nata. Jaroslavl il saggio emana anche il primo corpo di leggi, mentre una delle
prime decisioni che Vladimir aveva preso subito dopo essere stato battezzato è l’abolizione della
pena di morte. Anche Jaroslavl si interessa delle relazioni internazionali, infatti sposa la figlia del re di
Svezia, mentre stipula matrimoni tra i suoi figli e gli eredi di Ungheria, di Norvegia, di Bisanzio e di
Francia. Nel 1054 il saggio muore, nello stesso anno vi è lo scisma tra la chiesa d’oriente e quella di
occidente. Il motivo principale della separazione di queste due chiese furono tre differenze:
1. Il modo di intendere il primato di Roma e l’esercizio di questo primato da parte del
Papa.
2. Il Filioque, durante la recita del credo si parla della processione dello spirito santo
che procede dal padre al figlio. Mentre per gli orientali il figlio è un’aggiunta degli
occidentali.
3. Il diverso modo di considerare Maria, gli orientali oggi insistono sul fatto che
l’occidente ha il dogma dell’immacolata concezione. Ciò non riguarda la verginità di
Maria (punto fermo per entrambe le chiese), ma il fatto che Maria sia esente da ogni
macchia attuale del peccato originale.
Questi motivi non possono essere i motivi della separazione tra le due chiese, in quanto il 1 e il 3
punto furono istituiti dalla chiesa di occidente nell’854, 800 anni dopo lo scisma. Il punto 2 invece
entra in occidente a metà del sesto secolo, quindi verrebbe strano che si aspetti quattro secoli per
criticarlo. La divisione come c’è oggi dipende non solo da questione dogmatiche, ma da un
allontanamento progressivo che si crea progressivamente con la caduta dell’impero romano. Alcune
di queste differenze furono:

• La diversità delle lingue, infatti venne usato il latino in occidente e il greco in oriente.
I primi sette concili tentarono di assorbire queste differenze, dando delle indicazioni
sull’interpretazione delle parole nelle diverse lingue, ma poi questa questione non
venne più affrontata. Nei primi due concili (Nicea e Costantinopoli) venne formulata
la forma del credo, approvato da entrambe le chiese. A partire dal 5 secolo
l’occidente introdusse nel credo il Filioque, perché a Toledo in Spagna in quel
periodo riappare l’eresia dell’arianesimo, che negava la totale divinità del Cristo. I
vescovi cristiani quindi pensarono che per legittimare questa divinità totale di Cristo
fosse necessario sottolineare come lo spirito santo passasse dal padre al figlio.
Quindi se lo spirito santo (Dio) procede dal padre al figlio, anche il figlio deve essere
per forza divino. In oriente iniziano una serie di proteste, poi però tutto si riassorbe e
si accetta. Inizialmente l’oriente dice di no in quanto se la formula iniziale del credo è
stata decisa da un concilio totale della chiesa, per modificare quella formula bisogna
farlo a livello totale, quindi gli occidentali avrebbero dovuto interpretare anche gli
orientali in questa riformulazione del credo. Questa questione sottolinea delle
differenze di approccio alla realtà, l’occidente che preferisce insistere sull’unità della
natura e delle cose, mentre l’oriente insiste sulla diversità delle persone.
• Piccolezze umane: i due personaggi che si scontrano solo il nesso pontificio Umberto
di Silva Candida, dall’altra parte il patriarca Michele Cerulario. I due litigano (su
questioni come Il tipo di pane da usare nell’Eucarestia o se dare la comunione sotto
una specie o sotto entrambe) e si scambiano reciprocamente una scomunica che
inizialmente era personale, poi venne estesa a tutta la chiesa.
Oggi le due chiese si presentano divise. Le diversità sono:

• La chiesa cattolica occidentale ha un centro a Roma al cui centro c’è il Papa, mentre
le chiese locali solo organizzate attraverso le conferenze episcopali.
• In oriente non esiste un Papa, ma diverse chiese ortodosse che sono in comunione
tra loro. Ad esempio, i patriarcati antichi, che sono cinque: Roma, Costantinopoli
(per tradizione antica riceve anche il nome di patriarcato ecumenico, quindi
vorrebbe una sorta di primato d’onore), Gerusalemme, Antiochia e Alessandria.
Dopo lo scisma questa pentarchia viene rotta, infatti Roma viene lasciata sola e
dell’originaria pentarchia restano le altre quattro. A questi quattro patriarcati poi si
aggiungono patriarcati o chiese nazionali più moderne, tra questi vi sono Mosca, la
chiesa serba, quella bulgara, quella romena e quella georgiana. Poi vi sono chiese
che hanno un patriarca ma che sono comunque indipendenti ed autonome, dette
autocefale. Queste sono quelle di Polonia, di Grecia, di Albania, della Cechia e della
Slovacchia, di Cipro e quella di America, che è riconosciuta nella sua indipendenza da
Mosca, mentre Costantinopoli non la riconosce come tale. Ciò è importante in
quanto molti dei conflitti tra Ucraina e Russia sono dovuti alla questione del
patriarcato di Costantinopoli. Infatti, gli scontri sono dovuti anche a delle questioni
religiose. In Ucraina esistono diverse chiese cattoliche (una di rito latino e una di rito
orientale) e delle chiese ortodosse (una che dipendeva da Mosca, una che agli inizi
degli anni ’90 si era staccata da Mosca in quanto voleva l’indipendenza e verso il
2014 è rinata la chiesa autonoma, nata nel 1917). In questa vicenda si è inserito il
patriarcato di Costantinopoli, il quale riconosceva la necessità di costruire una chiesa
autocefala, che prendeva sotto la sua protezione. L’esito è stato che questa chiesa
autocefala è nata, ma non si come funzioni. Quindi oggi in Ucraina c’è gente che va
in chiesa e non sa a quale giurisdizione appartiene, non sapendo nemmeno se i
sacramenti sono validi o meno. Questo intervento di Costantinopoli è percepito da
Mosca come un intervento nel suo territorio canonico, in quanto Mosca considera le
terre di Kiev e circonstanti come suo territorio, poiché fino a qualche anno fa
facevano parte dello stesso stato.
Ad oggi in Russia di questa divisione rimangono alcuni simboli tra cui:

• Le icone.
• La lingua utilizzata nella liturgia è lo slavo ecclesiastico, una lingua antica.
• La comunione è data sotto le due specie, ovvero l’ostia (corpo di Dio) si intinge nel
calice (sangue di Dio) attraverso un cucchiaino con cui poi si tira su il pane intinto nel
vino. Questo vale anche per i cattolici di rito orientale, molto presenti ad esempio in
Ucraina.
• Il segno della croce si fa raggruppando le tre dita, toccandosi fronte, petto, spalla
destra e poi quella sinistra. Inoltre, il segno della croce si fa molto spesso durante la
liturgia.
• L’uso dell’incenso è eccessivo, vi è a volte la nebbia.
• La messa è soltanto cantata ed è lunga, il prete infatti non la può celebrare da solo,
ma ha bisogno di qualcuno che gli faccia da coro.
• I sacerdoti ortodossi di parrocchia normalmente sono sposati. I monaci però ad
esempio no. Una conseguenza importante è che i vescovi possono essere reclutati
soltanto tra i monaci, normalmente non si può avere un vescovo sposato. Prima ti
sposi e poi diventi sacerdote, non avviene mai il processo contrario.
• I laici possono divorziare al massimo due volte e comunque sono cerimonie
penitenziarie, sono una concessione alla debolezza degli umani, invece i sacerdoti
non possono divorziare mai.
Nelle messe della chiesa ortodossa vengono sollecitati tutti cinque i sensi.

Un po’ di storia:

Dopo il primo splendore del principato di Kiev, questo perde importanza e subentrano altre città
della Russia medioevale, tra cui Suzdal, Novgorod e Vladimir. Queste diventano il centro del potere
politico e di quello religioso, circa a metà del dodicesimo secolo. Mosca fino a questo punto non
esiste ancora. La prima menzione di Mosca in documento è del 1147. Qualche anno dopo il
principato di Kiev viene incamerato da un altro principe proveniente da Suzdal. Dal 1224 arrivano i
Tatari dell’orda d’oro (mongoli), in quell’anno ci fu la battaglia della Calca. Da questo momento i
Tatari dominano la Russia in maniera incontrastata fino al 1380, esigendo tasse e mettendo a ferro e
fuoco le città. Kiev cade e perde il suo predominio nel 1240, infatti mentre i tatari arrivano da Est la
Russia subisce attacchi da Ovest da parte dei cavalieri teutoni, che vengono sconfitti. L’emblema di
questa battaglia è il principe Nevskij, così chiamato perché la vittoria avviene sul fiume Neva. Oltre al
potere politico di Kiev, vi è la perdita del potere religioso (dopo il battesimo di Vladimir era diventata
il centro religioso della sede metropolitana). Nel 1299 perde questo ruolo a favore della città di
Vladimir, che ad oggi si trova a 200km a est di Mosca. Vladimir mantiene il ruolo di sede
metropolitana fino al 1328, quando Mosca che nel frattempo era cresciuta, diventa sede di
metropolitana, ma non è ancora un patriarcato. Nel 1380 vi è la prima battaglia in cui i russi riescono
ad affrontare in campo aperto gli eserciti tatari e a sconfiggerli, nella battaglia di Kulikovo, in cui vi è
una manifestazione dell’unità tra forze civili, forze ecclesiali e forze culturali. Il patriarcato di Mosca
si formerà soltanto nel 1589. Ciò perché sarà diventata una città potente e soprattutto perché
Costantinopoli non contava più niente, in quanto era caduta sotto i Turchi.

Alcune date importanti:


1380: Data della battaglia di Kulikovo, che segna il momento di cambiamento di atteggiamento
rispetto alla presenza tatara in Russia. Infatti,m fino a quel momento i tatari erano sempre riusciti a
sottomettere i principi russi, invece in questa battaglia vi fu la prima vittoria russa contro i tatari, in
seguito a questa battaglia iniziò una fase di arretramento della presenza tatara. Dal 1480 i Tatari
verranno emarginati ed eliminati completamente dal territorio russo. L’unico posto in cui rimarranno
è la Crimea, ciò va ricordato perché è una presenza culturalmente importante che porterà a dei
problemi durante la seconda guerra mondiale, Stalin infatti li deporterà in modo coatto, accusandoli
di collaborazione con il nemico tedesco (Dal 1970 i tatari avvieranno un movimento di ritorno in
Crimea). In questa battaglia i personaggi importanti furono Dmitrij Donskoj che riuscì ad unificare le
forze russe e a sconfiggere i tatari, con lui i russi capirono che se si fossero uniti, li avrebbero
sconfitti. Non agì da solo ma con San Sergio di Radonez e Andrej Rublev. (Realizzò molte icone, ad
esempio quella della santa trinità, in cui rappresenta il mistero dell’unità dei diversi). San Sergio è un
mistico, di lui si ha solo ciò che ci dicono le sue agiografie, era uno dei pilastri della spiritualità russa
ed è ricordato come il mistico dell’unità. L’unità permette di tenere insieme realtà apparentemente
contradditori, l’unità è antinomica, ovvero concetti apparentemente contrapposte e contradittorie
vengono tenute assieme. Nella cultura russa quello di “Unità antinomica” è un concetto molto
presente, abbiamo molti esempi di quest’unità, tra cui:
• Nel concetto di cristo come luce della ragione, fede e ragione in occidente sono
concetti contrapposti, mentre in oriente Cristo (simbolo per eccellenza della fede)
illumina la via della ragione.
• La leggenda del grande inquisitore di Dostoevskij. L’autorità e la libertà, un autore lo
risolve sostenendo che Dio (il massimo dell’autorità) è la carta della libertà
dell’uomo, senza Dio nel cuore dell’uomo sarebbe impossibile comprendere la sua
libertà (servo di Dio per non essere servo di qualcun altro).
• La contrapposizione tra comunità ed individuo
• La contrapposizione tra particolare e generale, il particolare esiste solo in quanto
parte di un’unità. Questo concetto di unità tra concetti inconciliabili si può notare
anche nel superamento dell’esclusivismo politico permette l’apertura di nuovi spazi
civili. Il concetto di unità antinomica è centrale nella cultura russa.
• Un altro esempio è quello dei personaggi di Nil Sorskij e Iosif Volocskij, entrambi del
15secolo, periodo a cavallo della caduta di Costantinopoli (1453). Sono due monaci,
rappresentanti di due indirizzi contrapposti di concezione della vita monastica. Il
primo è il capo fila della corrente di coloro che rifiutano ogni forma di proprietà, non
solo del monaco, ma anche del monastero stesso. Il secondo rappresenta la corrente
secondo cui il monaco non deve possedere nulla, ma il monastero sì, perché
attraverso l’uso di queste ricchezze si ha più facile l’influsso sulla società. Quindi
Sorskij è esponente della vita contemplativa, mentre Volocskij della vita attiva. La
chiesa li ha canonizzati entrambi e li offre entrambi come modello, le due vie infatti
non sono separabili l’una dall’altra. Ciascun singolo può scegliere qual è la via a lui
più adeguata ad arrivare al re dell’universo.
1453: Vi è la caduta di Costantinopoli e l’apparizione dell’ideologia di Mosca terza Roma (questa idea
esisteva già prima della caduta di Costantinopoli, ma senza questo evento cruciale non sarebbe stata
realizzabile), si diede avvio ad una politica di conquista, con Mosca come centro di Cristianità, che
ritrova la sua ortodossia, persa da Costantinopoli.

1439: Si tiene il concilio di Lione a Firenze, in cui vi è il tentativo di unione tra le due chiese dopo lo
scisma del 1054, in prima battuta sembra avere successo, in quanto i rappresentanti delle due chiese
si ricevono con stima e rispetto, le delegazioni accettano una forma di unità, chiamata unione di
Firenze, in cui agli orientali viene concesso di mantenere le loro usanze. Quando però le delegazioni
ritornano in patria, l’unione venne respinta. Questo momento ci interessa perché dopo l’unione di
Firenze ci furono dei tentativi di replica con riunioni sinodi locali, che vennero a formare nel giro di
un secolo (1596-1698) le chiese cattoliche orientali o le chiese cattoliche di rito orientale. Queste
chiese sono fondamentalmente tre:

• Quella di Ucraina, che nasce nel 1596 con l’unione di Brest.


• La chiesa cattolica rutena, che nasce nel 1646 con l’unione di Uzhhorod, in Ungheria.
Questa chiesa ha i suoi fedeli in Somachia e in Rutena sub-carpatica.
• La chiesa di Romania, che nasce nel 1698, dopo i sinodi di Alba Julia.
Sono chiese che hanno tutte le caratteristiche delle chiese ortodosse, salvo che accettano il primato
di Roma e le formulazioni dogmatiche elaborate dopo lo scisma del 1054, mantenendo però le
caratteristiche delle chiese orientali (ad esempio sacerdoti sposati, comunione di doppia specie).
Queste chiese nascono come tentativi di restaurare l’unità che si era realizzata a Firenze e che poi
era venuta meno. Nella mitologia, sviluppata dopo il concilio di Firenze, la caduta di Costantinopoli
era interpretata come una punizione divina, contro coloro che avevano guidato la presenza degli
orientali a Firenze. Molto spesso sono anche tentativi di affermazione di un’indipendenza politica,
oltre che ecclesiale. Diventa una contrapposizione al potere crescente di Mosca. Infatti, mosca era
diventata patriarcato nel 1589. I rapporti tra Russia e Ucraina vennero avvelenati dalla carestia
artificiale del ’33, dal concilio del 1946 celebrato a L’Lvov, dove i cattolici di rito orientale vennero
costretti a ritornare all’unità con Mosca. All’italiana è la città di Leopoli, contesa tra Ucraina e Mosca
da sempre. Questo paese a seconda da dove vieni è chiamato L’Lvov (Russia), Lviv (Ucraina) e Lvuf
(Polonia). Vi furono in seguito a questi concili martiri e deportazioni di coloro che non volevano
accettare l’unione con la Russia. Il vescovo Romza Snyder della chiesa Rutena morì martire nel 1946
e venne canonizzato nel 2001.

1480: Ascesa di Mosca, in seguito alla liberazione della Russia dal giogo dei Tatari. Mosca elimina le
città concorrenti. Nella mitologia si hanno scontri tra Mosca e Novgorod, che diventa il simbolo
dell’indipendenza e dell’autonomia delle città rispetto alla forza accentratrice di mosca. Inoltre,
perse potere Tver, grande principato di quegli anni e Pskov, città che tutt’oggi conserva monumenti
antichi e anche il suo Cremlino. Queste città vengono ammesse dallo stato moscovita, uno dei
momenti principali di questa crescita è il regno di Ivan quarto, detto anche il terribile. Ivan nasce nel
1430 e il suo regno dura dal 1447 al 15, è un regno con momenti contradditori. La prima parte
sembra essere di sviluppo tranquillo ed una seconda parte di terrore che si diffuse anche a Mosca,
per questo motivo Ivan si guadagnò il soprannome di Groznyj, ovvero il terribile. Di per sé questa
parola vuol dire spaventoso e severo, traducendolo con terribile ci si riferisce alla seconda parte del
suo regno. Con Ivan vi fu un’espansione, in particolare verso sud, dove conquistò Kazan (1582), verso
est dove conquistò la Siberia. Queste conquiste furono militari, economiche e religiose. A nord Ivan
conquistò le terre e formò molti porti, ad esempio nel 1584 muore Ivan il terribile e viene fondata
Arcangelo (Archangel’sk), era un porto in particolare militare. Inoltre, nacquero altre città, diventate
famose poi per la cultura e la letteratura. A metà del 1500 si consolida la dinastia degli Stroganov,
ovvero una dinastia di mercanti che in questi anni ottengono il monopolio da Ivan di alcune attività
commerciali in Siberia. In particolare, sulla caccia (Pellicce), sulla vendita del sale (conservare il cibo),
su attività minerarie, sulle bevande alcoliche e altri. Svilupparono quindi una dinastia commerciale di
altissimo livello e perché con i soldi che fanno promuovono cultura, infatti crearono una scuola
iconografica molto ricca. Gli aspetti negativi del regno di Ivan riguardano la seconda parte del suo
regno, tra questi:

• L’omicidio del metropolita Felipe di Mosca, che avrebbe respinto e cacciato dalla
chiesa Ivan, rimproverandolo di avere le mani sporche di sangue di sudditi e di
nemici. Ivan lo fece quindi uccidere, in seguito venne canonizzato come martire.
Questo elemento è interessante in quanto introduce una discontinuità rispetto ad
un’idea occidentale della chiesa ortodossa, secondo cui questa è succube al potere
politico. Il metropolita era la massima autorità ecclesiastica di quel tempo.
• Si sviluppa ed inizia a funzionare la servitù della gleba.
Alla morte di Ivan Mosca diventa patriarcato nel 1589 e si libera dalla chiesa madre di
Costantinopoli, infatti anche la chiesa, dopo le istituzioni politiche, cerca la sua autonomia. Prima
proclamando l’autocefalia, poi staccandosi completamente. Questo è un processo molto doloroso e
travagliato, basta guardare anche quello che sta succedendo ora in Ucraina e la resistenza che
Mosca sta esercitando. Il patriarcato di Mosca durerà fino al 1700, quando questo verrà distrutto da
Pietro il grande.

Dopo la morte di Ivan si ha un periodo di non chiarezza (detto periodo dei torbidi o in russo Smutnoe
vremja), a lui succedettero diversi personaggi, tra cui Godunov, in questo periodo non si capisce chi
abbia legittimamente il potere. È un periodo in cui vi sono diversi che affermano di avere il diritto al
trono, ma in realtà sono solo falsi pretendenti. Sul trono dopo questo periodo arrivò uno straniero,
l’ultima presenza straniera in Russia si ebbe con i Tatari, nel 1600 fino al 1612 sul trono governò un
polacco. La polonia allora era molto potente e questa presenza dura fino a quando vi fu una rivolta
congiunta tra popolo e nobilità, che liberarono Mosca nel 1612. I personaggi simbolo di questa
rivolta sono Minin e Pozars (che era un principe), guidarono la rivolta e liberarono la città dalla
presenza straniera. Entrambi hanno una statua sulla piazza rossa.

1613: Il momento di incertezza viene risolta con la dinastia Romanov, che inizialmente è una dinastia
elettiva. Il primo fu Michele Romanov (1613-1645), figlio di un boiaro, ovvero proprietario terriero,
che diventerà monaco e poi patriarca. Lo zar è figlio di un patriarca, ma questa sarà l’unica volta
nella storia. Romanov = Ramanof

Nel ‘600 vi sono alcuni momenti e personaggi importanti che ebbero come obiettivo quello di
preservare l’identità del popolo russo:

• Fondazione dell’accademia Moghigliana di Kiev


• L’ascesa di Bogdan Chmel’nickij (1596-1657)
• Il trattato di Perejaslav (1654)
• La questione del Raskol o dello scisma per antonomasia.

1)L’accademia di Kiev è un’istituzione, che ad oggi ha celebrato i suoi 400 anni di vita in quanto
nasce effettivamente nel 1632, ma si fa risalire la sua nascita nel 1615. È importante in quanto la
parte occidentale della Russia era sottoposta sia all’influenza di Mosca, sia all’influenza dei potentati
occidentali, che facevano capo alla tradizione protestantica e quella cattolica, polacco-lituana. La
cultura di Kiev del tempo sentì il bisogno di mantenere la propria identità, con questo scopo
nacquero l’accademia e numerose scuole con l’obiettivo di dare un’identità alle popolazioni.
L’accademia prende come modello le scuole di maggior successo, ovvero quelle di sistema gesuitico.
Ciò è una contraddizione in quanto si utilizzano sistemi occidentali per preservare una cultura
orientale. Con la rivoluzione verrà chiusa, poiché considerata un residuo dell’antico regime, ma verrà
riaperta dopo la fine dell’impero, quando l’Ucraina tornerà ad essere indipendente. Ad oggi è una
struttura universitaria di primissimo livello con un corpo docente di nuovo arruolamento.

2 e 3) Bogdan (Dato da Dio) chmel’nickij è un capo dei cosacchi, ovvero delle popolazioni libere di
diversa derivazione etnica con strutture statuali, spesso nati da gruppi di soldati oppure di contadini,
allevatori e girovaghi, utilizzati dai principi russi come corpi militari scelti. I cosacchi dell’oltre Dnepr
vogliono affermare l’indipendenza rispetto al regno polacco-lituano, per contrastare le loro pretese
Bogdan cerca un accordo con Mosca, attraverso cui l’Ucraina ottiene una sorta di indipendenza
verso il regno polacco, pagando ciò con il trattato di Perejaslav (1654). Per chi sta con Bogdan è un
trattato tra due potenze di pari dignità, ovvero la repubblica cosacca e Mosca, invece Mosca lo
interpreta come un riconoscimento di una sorta di vassallaggio, i Cosacchi vengono aiutati in quanto
vassalli di Mosca. Nonostante ciò i Cosacchi conservarono una loro identità marcata, nonostante le
influenze ortodosse e orientali cattoliche.
4)Il Raskol è lo scisma per antonomasia, scoppia a metà del 1600, quando lo zar è Alessio I. Scoppia
perché il patriarca Nikon decide di fare una riforma liturgica che porta alcuni cambiamenti sul modo
in cui si partecipa al rito (ad esempio il segno della croce, prima si faceva con due dita tese) e una
serie di correzione sui libri liturgici, i libri in slavo ecclesiastico erano stati tradotti dal greco, ma tra
traduzione e trascrizione successiva spesso vi erano degli errori di ortografia o dei cambiamenti di
significato. Nikon veniva da un ambiente di alto livello culturale e anche la sua equipe lo era, infatti
era stato anche nel monastero delle isole Solovki (fondato nel 1430), il più antico e importante
monastero, posto di grandissima cultura e promozione umana, i monaci avevano studiato metodi di
conservazione della verdura e di collegamento tra le diverse isole, inoltre avevano inventato un
sistema di riscaldamento del monastero. Difronte a quest’osservazione degli errori nei libri liturgici,
fatta dalla chiesa madre di Bisanzio, Nikon vuole correggerli, in particolar modo mosso da delle
preoccupazioni politiche cattive o politico-identitarie buone. Infatti, come fai a rivendicare questa
continuità religiosa delle origini (idea di terza Roma) se ti dimostrano che i libri liturgici sono pieni di
errori e non corrispondono alla vera fede? (preoccupazione politica buona come tramandanti di una
tradizione culturale antica). Una preoccupazione politica sporchina era quella per cui si voleva
approfondire l’unità politica con l’Ucraina. Un modo per completare quest’unità era quello di
insistere su un’unità religiosa. La chiesa ucraina era molto vicina come tradizione liturgica alla chiesa
greca, quindi nel caso in cui i libri liturgici fossero stati corretti da Mosca, avvicinandosi anch’essi in
maggior modo alla liturgia greca, a sua volta la vicinanza tra la chiesa ucraina e quella russa sarebbe
stata più evidente. Di fronte a questo cambiamento religioso, una parte della chiesa decise di
ripristinare le tradizioni, correggendo i libri liturgici e alcuni atti, mentre un’altra parte considera le
correzioni introdotte da Nikon come una riforma della fede e si staccano. Scoppia quindi lo scisma,
da un lato chi segue Nikon (in particolare il patriarcato) e dall’altro chi considera ciò un
cambiamento non solo formale, ma sostanziale (i vecchi credenti). C’era inoltre un’idea che si stava
avvicinando l’anno dell’anticristo e questi cambiamenti vennero percepiti come un sintomo. Questo
scisma non si risolverà mai totalmente. A sua volta il gruppo degli scismatici si spezzò in sottogruppi,
i più importanti sono il gruppo dei vecchi-credenti che conservano una struttura con sacerdoti,
mantenendo la possibilità di celebrazione dei sacramenti (Popovcy) e l’altro che resta senza
sacerdoti, facendo saltare la vita sacramentale e perdendo ogni forma di tradizione episcopale (Bes
Popovcy). Uno dei principali rappresentanti dei vecchi-credenti è Avvakum, un sacerdote, che scrisse
un testo sulla sua vita, da cui viene fuori la sua spiritualità. Il paradosso è che in questa vicenda
Nikon, che si serve del potere civile per organizzare la vita della chiesa, nel giro di pochi anni viene
deposto e inviato a riposo in uno dei monasteri, in cui rimase fino alla sua morte nel 1681. Il
paradosso è che nello stesso anno Avvakum muore sul rogo. Entrambi hanno tentato in qualche
maniera di affermare l’identità ecclesiale, da un lato utilizzando il potere civile e quindi snaturandosi,
dall’altra abbiamo una spiritualità eccessiva. Una comunità costretta alla clandestinità per
mantenersi deve trovare una serie di rimedi per far fronte alla persecuzione esterna, diventando
comunità unite che si aiutano, esercitando la loro genialità ad esempio in imprenditoria, non
potendo manifestarla nella produzione di cultura o arte. Vi erano molte famiglie di vecchi credenti
che diventarono grandi imprenditori e mercanti.

• Il 29 ottobre in Russia è il giorno della memoria delle vittime della repressione delle purghe
degli anni ’30, ogni anno il 29 ottobre a Mosca e nelle principali città della Russia vengono
ricordati i nomi di coloro che sono stati trovati negli archivi. Di queste vittime si ricorda il
nome, il patronimico, il lavoro e la data di fucilazione. Quest’anno ci sono persone che alla
fine aggiungono “vergogna eterna”, ciò dimostra come vi sia nell’ultimo anno una crescente
consapevolezza civile. Inoltre, un’altra cosa che dicono tutti è libertà per i prigionieri politici
contemporanei. “Eterna memoria agli innocenti e maledizione al sistema che gli ha
condannati”. Jurij Dmitriev è uno storico di formazione autodidatta ha scoperto la fossa
comune di Sandarmox, in questo corpo rimase l’incavo dove vi furono migliaia di corpi.
Recentemente lo hanno accusato di cose non vere.
• La memoria di Vladimir Bukovskij, morto domenica, è un dissidente dell’epoca sovietica, che
nel 1966 venne esiliato. È importante perché fu al centro di alcuni episodi storici, fu il primo
contro i quali venne usato il sistema dell’arresto e l’invio in un ospedale psichiatrico
(Psichiatria repressiva, si inventavano una malattia che tu dovevi avere e per la quale venivi
rintanato), fu al centro del fenomeno delle letture poetiche in piazza nel 1950, è autore di
diversi libri tra cui “il vento va e poi ritorna”. Dopo la caduta del regime tornò nell’unione
sovietica e fu a capo di alcune inchieste contro i crimini dell’unione sovietica, poi si trasferì in
Inghilterra. È un personaggio molto coraggioso.

I NODI DI VITALE IMPORTANZA NELLA STORIA RUSSA E NELLA SUA CULTURA:

Il Raskol porta con sé una serie di cambiamenti, infatti sottolinea come:

1. L’unità tipica della cultura russa salta. Non si è più capaci di tenere insieme aspetti formali e
aspetti sostanziali, non si capisce che il modo di fare il segno della croce è una forma a cui
dietro possono stare diversi significati. Dopo il 1600 vi è Pietro il Grande che fa una serie di
riforme che riguardano la vita della Russia: fa costruire San Pietroburgo (diventerà capitale
dell’impero), occidentalizzerà la Russia, trasformerà la Russia in un impero, quindi da zar
diventerà imperatore e riformerà la chiesa, ciò è importante perché in Russia tutti erano
credenti e quindi modificherà un elemento fondamentale della vita, più importante anche
dell’aspetto economico. Riforma la vita della chiesa, infatti quando nel 1700 muore il
patriarca Adrian, Pietro decide che non ne verrà eletto uno nuovo. I suoi esperti, che erano
teologi, prepareranno una riforma che verrà messa in atto vent’anni dopo, questa riforma
abolirà il patriarcato e supererà la direttrice patriarcale con quella collegiale, dando il potere
in mano ad un organismo (Santo Sinodo) composto da vescovi scelti dall’imperatore,
coordinati da un funzionario laico, scelto dall’imperatore, chiamato procuratore generale del
santo sinodo. Da questo momento la chiesa ortodossa russa fino alla rivoluzione verrà retta
in questa maniera, che è difficile da considerare canonica. A livello di dirigenza la sua libertà
è gravemente minacciata, ma la gente non sarà in grado di opporsi. Pietro il grande
permette alla Russia di percepire le scoperte occidentali, ad esempio si introducono le
patate, che andranno a sostituire le rape, quest’apertura all’occidente è un fenomeno di
progresso, infatti a partire da Pietro la Russia conosce un processo di progresso rispetto alla
situazione arretrata in cui si trovava prima e i grandi zar del 700 e dell’800 rappresentano i
passi di questo progresso, tra loro:
• Pietro il grande, che inizia questo processo di occidentalizzazione della Russia. Promuove
processi importanti non solo militari e statali, ma anche culturali, infatti fonda accademie, si
compiono i primi passi per le università (1755 nasce l’università di Mosca), nacque
l’accademia della scienza di San Pietroburgo.
• Caterina la grande, che emancipa la nobiltà, permettendogli di avere un ruolo più
significativo, liberandola dallo status di serva dello stato. Inoltre, Caterina corrisponde con gli
illuministi del tempo e con i fratelli Grimm. Un’altra questione importante che riguarda
Caterina la grande è la rivolta di Pugačëv del 1775, è l’ultima grande rivolta contadina
dell’impero russo. Dopo questa rivolta non vi furono più rivolte che minacciarono la
compattezza dell’impero, vi saranno ribellioni locali anche molto sanguinose, ma che non
andranno mai a minacciare la stabilità dell’impero, questo sarà in grado di assorbire ogni
rivolta popolare. Nel 1825 vi fu l’insurrezione dei decabristi, ovvero nobili e ufficiali che nel
dicembre del 1825 fanno un tentativo di insurrezione, che viene rapidamente represso e una
parte significativa di questi vengono condannati all’esilio in Siberia. La loro figura rimase
nella tradizione popolare, in particolare delle loro donne, che seguirono i loro uomini nel
loro esilio e nella loro prigionia in Siberia. Questo è un fenomeno di dedizione e di protesta
nei confronti del sistema zarista
• Alessandro secondo, che dà la libertà ai servi della gleba nel 1861. Dovette affrontare le
guerre napoleoniche. Napoleone nella cultura russa è una figura molto complessa, in quanto
da un lato rappresenta gli ideali della rivoluzione francese, quindi è una sorta di figura
positiva e di modello al quale si ispirano molti nobili. Allo stesso tempo rappresenta
l’invasore, ovvero invade la terra patria, come hanno fatto prima di lui i polacchi e i tatari.
Quindi è un invasore che va schiacciato e che effettivamente venne schiacciato.
• Nicola secondo, che nel 1905 apre il primo parlamento. Il suo regnò iniziò nel 1825, male in
quanto va in parallelo con la rivolta dei decabristi. Il suo regno è un regno di depressione e di
pressione sulla libertà. Nonostante ciò è un periodo di grande sviluppo della cultura, ma
dopo i decabristi cercò di reprimere movimenti di questo tipo. Importante è la terza sezione,
ovvero un prototipo della forma della polizia politica del regime sovietico, con l’obiettivo di
controllare la gente che si era spinta troppo in avanti. Dal punto di vista culturale è
un’esplosione di geni in tutti i campi, ad esempio nel campo letterario vi sono 6 degli autori
più importanti della Russia e vi è la nascita del dibattito tra gli occidentalisti e gli slavofili.
L’apertura all’occidente produsse uno sviluppo molto ampio, la Russia ha degli strumenti per
giudicare il mondo culturale e si apre un dibattito su dove culturalmente la Russia si
posizionava. Ma noi che abbiamo fermato napoleone, noi cosa faremo adesso in Europa?
Nel 1836 un intellettuale russo pubblica una lettera, detta la lettera filosofica di Pietro
Caadaev, che dovrebbe essere la prima delle sei, che però non verranno mai pubblicate
perché l’autore verrà dichiarato pazzo. In questa lettera si chiede cosa ci fanno ancora al
mondo i russi, che fanno parte di un paese arretrato. Ciò fa nascere dei dibattiti, dai quali
nascono a loro volta due direttrici, la direttrice slavofila e quella occidentalista.

L’immagine della Russia di quel tempo era di un paese arretrato e di buzzurri, ma con questi grandi
imperatori la Russia si avviò a grandi passi sulla via del progresso, modernizzandosi e acculturandosi
sempre di più. Ad esempio, la città di Odessa nasce a fine del 1700, come città turca, ma questi
vennero in seguito cacciati dalle armate russe. Le truppe che portano via Odessa ai turchi oltre ad
essere formate da generali russi erano formate da personaggi stranieri di rilievo tra cui, Richelieu,
che si era distinto nella guerra di indipendenza americana, Langeron e De Ribes, fratello
dell’ambasciatore spagnolo che stava a Napoli. È famosa in quanto in questa città venne affondata la
corazzata Potemkin. I turchi vennero scacciati da Odessa da una sorta di internazionale cristiana, una
crociata contro i musulmani. Ciò avvenne perché in quel tempo la circolazione era molto facile,
Richelieu combatté la guerra in America, servì a Odessa e poi tornato in Francia divenne ministro. I
tre in questione si fermano a Odessa a lavorare, costruendo la nuova città e il porto, costruendosi
ciascuno la sua chiesa, quella ortodossa dei russi e quelle cattoliche dei conquistatori. Essendo
inoltre una città commerciale, da dove passa in particolar modo il grano proveniente dall’Ucraina e
dall’Europa, attira gli Ebrei, abili commercianti. Qui vi fu un’importante crescita economica e
demografica, infatti nel 1802 ha 9000 abitanti, nel 1813 sono 35.000 e nel 1892 300.000. Nel giro di
un secolo è la quarta città russa dell’impero e il primo porto, le altre città erano Mosca, San
Pietroburgo e Varsavia, che faceva ancora parte dell’impero russo. Un’espressione ricorrente nei
giornali del tempo che si riferiva a Odessa era “la California russa”, in cui non c’è l’oro ma il grano. Lo
sviluppo in Russia era ineguale e non sempre l’aumento della popolazione andava a pari passo con il
benessere. Questa diffusa ricchezza promosse poi una serie di progressi culturali, ad esempio a
Odessa venne aperto il liceo dedicato Richelieu, che divenne il secondo dell’impero, dopo il liceo di
San Pietroburgo. Questo sviluppo culturale fino ad un certo punto riguardava solo la nobiltà. La
questione di Odessa segna l’inizio delle varie guerre russo-turche che segnarono parte del ‘700 e
tutto l’800. Le loro motivazioni furono:

• Questioni geopolitiche, riguardanti il controllo degli stretti.


• Il modo di rappresentazione dell’ortodossia, infatti Mosca ha la pretesa di rappresentare il
mondo ortodosso e di sconfiggere gli islamici, da qui nasce inoltre una serie di fratellanze tra
Mosca e la Serbia.

Lo storico deve chiedersi sempre perché e tener conto delle diverse interpretazioni di un medesimo
fatto. La circolazione delle persone permette ad un nobile francese, che diventa famoso in Russia e a
cui viene dedicato un liceo, di diventare ministro nel suo paese, permette inoltre ad ognuno di
combattere le “battaglie” che ritiene opportune. Nel 1811 viene inaugurato il liceo di Carskoe Selo,
con l’obiettivo di formare una classe dirigente di persone istruite che potevano gestire al meglio le
questioni del nuovo stato.

LEZIONE DEL 30.10:

Occidentalisti e slavofili sono due correnti che tutt’oggi esistono e hanno un ruolo chiave nelle
dinamiche interne ed esterne della Russia. Pietro Caadaev è il primo che pone il problema del
collocamento della Russia verso occidente o verso i territori slavi. I principali capofila slavofili sono
Aksakov, Chomjakov, Kireevskij, mentre per gli occidentalisti i più importanti sono Belinskij, Bakunin,
Herzen e Granovskij. Questi inizialmente erano tutti amici e facevano parte degli stessi circoli
intellettuali, solo che ad un certo punto divergono su quale debba essere il ruolo della Russia nella
storia del mondo. Queste persone non vanno oltre i limiti, ad esempio gli slavofili amano la loro terra
e le loro tradizioni in modo assurdo, ma non sono nazionalisti, questo concetto verrà introdotto dalle
generazioni successive. Gli slavofili affermarono che la Russia per tornare alla sua grandezza dovesse
tornare alle tradizioni slave, che erano state “abolite” da Pietro e Caterina i grandi, la loro idea
dipende quindi anche dai risultati che queste politiche ebbero. Gli slavofili affermano che bisogna
tornare alle tradizioni tipiche della vita monastica di cui avevano degli esempi precisi, ovvero gli
Starcy (o Starec, che sono i padri spirituali), ovvero i vecchi monaci. I tre autori principali sono:

• Chomjakov, che pensava che bisognasse tornare alle tradizioni di una chiesa ortodossa, che
è un modello per tutti, che ha la caratteristica della conciliazione, (Sobornost), persa dalle
altre chiese, in particolare da quella cattolica. Egli si occupò principalmente di questioni
ecclesiali, il suo libro più importante è “Di chiesa c’è n’è una”, in cui afferma che le chiese si
erigono su due principi contrapposti quella dell’autorità (tipica della chiesa di Roma, che
deve sottostare all’autorità del papa) e il principio di una libertà che diventa arbitrio, tipica
delle chiese protestanti. Gli ortodossi, invece, superano gli eccessi di una direzione e di una
libertà eccessiva, ovvero la Sobornost (che vuol dire sia cattedrale che concilio e il punto del
credo in cui si dice credo in una chiesa santa, unica e cattolica, nel senso dell’universalità).
Ciò funziona?
• Kireevskij (1806-1856) è un filosofo, non scrive trattati di grandi dimensioni, ma afferma che
i Russi, a differenza degli occidentali, hanno un centro unitario della vita che tiene unite fede
e ragione, ovvero la fede ortodossa. (Celostnost). Ciò si può recuperare nella sapienza
credente, tipica della vita monastica. Questo autore è filosofo, si avvicina agli starcy, che si
riunivano nel monastero di Optina, in cui avevano elaborato un pensiero molto interessante.
Questo monastero per tutto l’ottocento fu un punto di ritrovo per l’intelligenza, diventò
fonte di sapienza, in cui si riunirono ad esempio esiliati, prigionieri, monaci e uomini di
cultura. Optina dopo la rivoluzione venne usato come campo di concentramento, come
segno di estrema blasfemia contro la chiesa, ciò che era simbolo di fede diventa simbolo di
morte.
• Aksakov (1817-1870): Era il cronachista del gruppo.

Per gli occidentalisti abbiamo:

• Belinskij, che è il padre della critica letteraria russa. Inventò la critica realista, per lui l’arte ha
una funzione sociale. Gli epigoni ridussero questa critica ad un banale utilitarismo, ovvero
l’arte serve a cambiare il mondo e se non lo fa può essere bruciato. Era un uomo di grande
sensibilità al bello, le sue concezioni filosofiche erano modellate sulla filosofia tedesca della
sinistra hegeliana.
• Granovskij, è uno storico che critica molto la storia civile e della chiesa. Afferma che la Russia
ha un ruolo da svolgere nella storia del mondo, ma lo potrà fare quando supererà una fede
bacchettona (l’occidente).
• Bakunin (1814-1876): è considerato il padre del movimento anarchico. Era un rivoluzionario
in conflitto con Marx, di cui non tollerava il meccanicismo materiale.
• Herzen (alla russa Gercen, 1812-1870): la sua opera più importante è il passato e i pensieri, il
cui tema più importante è la critica dell’autoritarismo, quindi del sistema zarista. Dal 1848 va
in esilio e passa il resto del tempo in Europa occidentale. Nella sua attività all’estero è
importante l’edizione della rivista Kolokol (la campana), che svolse un ruolo importante nella
storia del movimento occidentalista.

Gli Starcy sono monaci che si raccolgono nel diciannovesimo secolo nel monastero di Optina, che sta
nella regione di Kaluga, circa 200 km a sud-ovest di Mosca. È un monastero vecchissimo, fondato nel
quattordicesimo secolo, che conobbe momenti di decadimento, ma che attraverso questo gruppo di
monaci diventò un punto di riferimento per gli intellettuali. I monaci più famosi sono Amvrosik,
Leonid e Makarij. Questi partivano tutti dal monaco Paisij Velickovskij (1722-1794) che viene dalla
zona a confine con la Romania, cerca la sua via monacale, non trovandola, la trovò sul monte Athos,
ovvero la montagna santa. Da lì tornò nell’impero convinto che la via sia quella dei padri della
filocalia, ovvero una raccolta di testi sull’amore del bello, la prima edizione di questa raccolta uscì a
Venezia. Riprese il pensiero di questi padri e raccolse attorno a sé dei traduttori e fa tradurre l’opera
slava in lingue slave moderne, in modo da poterla diffondere. Da qui gli Starcy partono con il
tentativo di recuperare l’unità della chiesa, nello stesso momento però anche a livello civile
corrisponde la mancanza di unità che si manifesta nei primi momenti di opposizione e di crisi
pesanti, sia per lo stato che per i civili, ad esempio la guerra di Crimea, dove la Russia che aveva
conquistato la Crimea (1853-1856) le prese di brutto da una coalizione di occidentali e turchi, grazie
alla collaborazione anche dell’Italia. Questo fu un momento cruciale in quanto mostra che un paese
grande non riesce a mantenere lo sforzo bellico, chi dovette affrontare questo problema fu
Alessandro secondo, che salì al trono nel 1855. Cercò di rispondere a questa situazione, affermando
che la Russia era debole a causa della schiavitù. Un paese in cui esistono degli schiavi non può essere
cristiano. In termini geopolitici, un sistema la cui agricoltura si regge su un sistema servile non
funzionale, l’agricoltura moderna ha bisogno di nuovi sistemi di produzione e di eliminare la
schiavitù della gleba. Da qui partirono le riforme di Alessandro secondo:

• Il tentativo di equiparare il sistema giudiziario russo a quello occidentale, basandolo su


quello anglo-sassone
• L’abolizione della servitù della gleba
• L’introduzione dello Zemstvo, ovvero forme di autonomia e autogestione locale, che
permettono di superare le falle dell’impero nella gestione di un territorio tanto vasto.

Le riforme più importanti di Alessandro II furono:

• Il tentativo di equiparare il sistema della giustizia russo a quello anglosassone


• Introdurre degli organismi di autogoverno locale, che servivano per abituare le persone ad
un principio di sussidiarietà, in quanto lo stato non poteva arrivare ovunque. Queste forme
funzionarono e diedero i loro frutti durante la seconda guerra mondiale.
• Nel 1961 abolì la servitù della gleba, in quanto riteneva che non fosse appropriata ad un
paese in via di sviluppo. Il sistema agrario infatti non riusciva a soddisfare l’intera
popolazione e bisognava quindi modernizzarlo. La Russia aveva crisi alimentari cicliche e ne
avrà fino al 1891. In questo anno vi fu una grande carestia, che causò molti morti, dopo di
questa non vi saranno più carestie, ma la Russia diventò il principale esportatore di grano nel
mercato mondiale. La servitù della gleba fu abolita per motivazioni umanistiche e per
motivazioni economiche. Alessandro II spinto anche dalla sconfitta nella guerra di Crimea
arrivò a questa misura, anche se dal punto di vista burocratico la riforma non fosse pronta.
Infatti, i contadini vennero liberati, ma non si sapeva cosa fare in seguito di loro, di quali
terre e quante avrebbero coltivato etc. I nobili infatti non lasciavano morire i contadini
perché avrebbero perso dei beni che fruttavano a loro volta beni. Per anni la nobiltà venne
indennizzata e questo provocherà una serie di debiti. Per quanto riguarda le motivazioni
economiche la Russia in questo periodo sentiva il bisogno di cambiare il sistema agricolo per
affrontare la crescita demografica, la crescita economica, l’urbanizzazione, la nascita delle
prime grandi industrie e l’approvvigionamento alimentare delle città. La riforma lasciò
aperta una serie di questioni che rendono dura la reazione e la protesta degli ambienti
progressisti, tra cui gli intellettuali e gli studenti, che già si erano risvegliati.

In questo periodo infatti, come nel resto del mondo, gli intellettuali e i giovani dovettero affrontare
anche il problema di uno stato autocratico, in cui non esiste neanche lontanamente l’idea di una
monarchia costituzionale, nonostante la dura realtà questi gruppi iniziarono a chiedere qualche
forma di democrazia, grazie anche alla consapevolezza portata dai contatti con l’estero.

Anche in Russia cominciano a nascere movimenti rivoluzionari, di questi movimenti fece parte anche
un grande scrittore, ovvero Dostoevskij (1821-1881). Infatti, alla fine degli anni ‘40 partecipava ad un
circolo giovanile, in cui si discuteva la letteratura del socialismo utopistico occidentale, che si riuniva
sotto la guida di Petrasevskij (1821-1866), considerato il capo di questo circolo. La terza sezione
riesce ad infiltrare qualche spia nel gruppo, i membri vengono arrestati e condannati a morte
attraverso una sentenza esemplare. Nel 1849 Dostoevskij è già un giovane scrittore, famoso che ha
esordito con il suo romanzo “la povera gente”. Dostoevskij viene condannato a morte, ma la
condanna viene commutata in quattro anni di lavoro forzato in Siberia mentre i condannati sono già
davanti al plotone di esecuzione. L’autore ricorderà per il resto della vita questo episodio. Dopo
questo periodo tornerà nella parte occidentale della Russia e continuerà a pubblicare le sue opere.
Mentre Petrasevskij venne condannato ai lavori forzati a vita, non gli verrà concesso di tornare nella
parte europea della Russia, ma solo di lavorare come avvocato in Siberia.

Cominciarono a fare grandi cose altri gruppi rivoluzionari, tra cui:

• Il gruppo terra di volontà (Zemlja i volja) nato nel 1861. È un’organizzazione segreta che ha
come obiettivo la libertà reale dei contadini e maggiore terra per ciascuno di loro. Ai
contadini infatti era stata data solo una libertà teorica, non avevano libertà effettiva, in
quanto questi dovevano sia ripagare i debiti con i nobili sia comprarsi gli attrezzi per
lavorare. In questo periodo si scavò un abisso tra il potere, che fece delle concessioni e
popolazione. In questo gruppo ha un ruolo importante un critico letterario, che era allievo di
Bielinskij ovvero Michail Cernysevskij, che sviluppa le idee del realismo sociale, alimentato
dalla filosofia idealista tedesca. Si schiera su una posizione di ateismo teorico, a cui arrivò
dopo gli studi in seminario, che avevano la capacità di produrre atei. Ciò è un sintomo della
presenza di problemi interni alla chiesa, in quanto un luogo di formazione della classe
sacerdotale non può produrre atei. L’autore è attivo nel gruppo e diventa famoso per la
pubblicazione del romanzo “Che fare?” (1862-1863), che diventa la bibbia della gioventù
rivoluzionaria, l’idea di fondo del libro è una vita dei giovani interamente dedicata
all’impegno rivoluzionario. Lenin negli anni seguenti quando pubblicherà il programma del
suo partito gli darà lo stesso titolo del romanzo. L’autore verrà arrestato e farà sette anni di
prigione e diciotto anni di esilio, diventando però un mito della gioventù rivoluzionaria. Il
movimento si radicalizzò, dando vita ad una serie di attentati che hanno come bersaglio
comune lo zar Alessandro II. Quello più famoso è quello del 1866.
• Nasce in questo periodo il “nichilismo russo”, ovvero l’idea di annientare la società che non
ha motivazioni per esistere. Inoltre, si diffonde il principio dell’ideologia, ci sono delle idee
nel cui nome si possono eliminare le persone. Un esemplare di questo fenomeno è il
romanzo “Delitto e castigo” di Dostoevskij pubblicato nel 1869. Questo è fondato sull’idea di
un giovane rivoluzionario che ammazza una vecchia usuraia in nome di un’idea. Nel 1872 a
Zurigo viene arrestato il rivoluzionario russo Necaev perché era colpevole dell’omicidio di un
giovane studente che faceva parte di un gruppo di rivoluzionari. Questo viene ucciso perché
si riteneva che potesse tradirli. Questo tema diventerà oggetto del romanzo “i demoni” di
Dostoevskij del 1872. Sempre nel 1872 entrò in circolazione la prima edizione russa del
“Capitale” di Marx. In quest’ambiente le persone cominciarono a compiere atti illegali,
ammazzandosi e facendo attentati.
• Mentre succede ciò nasce anche il populismo nel 1874. I populisti sono giovani universitari o
laureati che decidono di scendere tra la gente e di educarla. Fu un processo di
indottrinamento delle persone delle campagne, alle quali venne insegnato a scrivere, a
leggere, i loro diritti. A questo movimento si dedicò Franco Venturi, studioso italiano, che
cercò di analizzare il movimento nella sua integrità. Venturi fu il primo ad andare a Mosca
dopo la seconda guerra mondiale, con l’obiettivo di aprire il dialogo tra l’unione sovietica e
le altre potenze. Alla fine, non ascoltato da Roma, si dedicò al suo lavoro di storiografo,
analizzando i libri che non appaiono negli schedari, molti sul populismo. Questo movimento
ebbe un esito fallimentare, in quanto i ragazzi che arrivarono nelle compagne vennero
sradicati, in quanto avevano perso di vista l’elemento principale delle campagne, ovvero la
fede. La popolazione delle campagne al posto di ringraziarli, li denunciò anche spesso di cose
che non facevano. Il movimento fallì e il radicalismo aumentò, fino a che
• Nel 1975 nacque la seconda “terra di volontà”, che si strutturò meglio, organizzando le
attività clandestine (attentati) e strutturando la propaganda, consapevole che il primo
gruppo fallì perché era troppo isolato. Nella società cittadina ebbe un effetto molto forte, si
creò l’idea che questa gente qualche motivo dovesse averlo. Nel 1878 Zasulic, uno dei
membri del gruppo, compie un attentato ai danni del capo della polizia di San Pietroburgo,
colpevole di aver fatto picchiare un detenuto perché non si era tolto il cappello per salutarlo.
Zasulic spara al capo della polizia, venne arrestata e processata, ammette le sue colpe e
viene assolta. Ciò ci dà l’idea della mentalità che si era creata nella società russa.
• Nel 1881 viene toccato il culmine di queste attività rivoluzionarie, lo zar Alessandro II cadde
vittima in un attentato guidato da uno dei due gruppi in cui si era diviso il gruppo della terra
di volontà. Il primo gruppo “Narodmaja voljia”, tradotto in la volontà del popolo,
improntato all’attività terroristica, l’altra “Cernyj peredel”, tradotto in ripartizione nera, non
è terroristica e segue la via della propaganda politica tra i contadini con l’obiettivo di arrivare
a chiedere in maniera irresistibile una riforma agraria con la ridistribuzione delle terre. I
primi lanciarono una prima bomba che non colpì l’imperatore, che sceso dalla carrozza
venne ucciso da una seconda bomba da cui venne preso in pieno. Alcuni attentatori vennero
arrestati subito. In questo periodo due intellettuali del tempo Tolstoj e Soloven, che era un
giovane filosofo, cristiano e figlio di intellettuali. Tutti e due scrivono una lettera
indipendente all’erede al trono, in cui affermano che l’attentato è un gesto imperdonabile
ed un crimine, ma secondo le tradizioni cristiane del paese russo, il re non si può permettere
di condannare a morte due cittadini, in quanto la pena di morte venne abolita da Vladimir
nel 1000 e in quanto ciò va contro i principi dell’ortodossia. Nonostante ciò Alessandro III
eseguì la condanna a morte. Da un punto di vista simbolico questo fu un momento
fondamentale, in quanto il paese affermava di essere cristiano ma la tradizione cristiana era
sempre meno presente nella vita degli individui.

In quel tempo la società da un lato voleva condannare in maniera esemplare gli attentati e dall’altro
pensava che dal momento in cui vi erano gli attentati, qualche ragione c’era. A questo proposito
Dostoevskij nel 1873 scrive un testo in cui racconta come funziona una cellula di rivoluzionari. In
questo testo denuncia in modo ferrato i movimenti rivoluzionari. Questo romanzo venne attaccato
da una parte significativa degli intellettuali del tempo in quanto si schiera su delle posizioni
politicamente scorrette. In questo panorama però venne difeso da un altro intellettuale, affermando
che Dostoevskij è riuscito a mostrare quanto sono carogne i rivoluzionari. Infatti, affermò che i
giovani volevano tutto e subito, senza però fare niente. In questo passo Dostoevskij si chiede come si
faccia a pensare che per fare gli attentati si debba essere ignoranti, quando in realtà molti dei
Neceviani erano molto istruiti, intellettuali e scrittori di fama mondiale. In questo periodo si
presentò nella società russa il problema della perdità dell’unità tipica della cultura russa. Il paese si
diceva cristiano ma praticamente non lo era più. Dopo l’attacco allo zar nel 1861 vennero emanate
una serie di misure contro gli ebrei, delineati come capro espiatorio dell’attacco allo zar, visto come
emblema del cristianesimo. Chi avrebbe infatti potuto uccidere il capo del cristianesimo se non
qualcuno in lotta eterna con il cristianesimo? A questo proposito in questi anni si diffuse la zona di
residenza, in russo detta osedlosti, ovvero la zona in cui possono avere residenza stabile gli ebrei.
Sono una serie di provincie al di fuori delle quali gli ebrei non hanno il diritto di risiedere
stabilmente. Si creò così una specie di ghetto allargato, che si trovava in provincie che coprono parte
delle attuali Ucraina, Bielorussia, Polonia e Lettonia. Per questa legge vi erano comunque delle
eccezioni, infatti venivano chiusi gli occhi quando avevi un censimento molto alto, eri un medico, un
militare o un famoso commerciate. Inoltre, si sviluppo la vicenda del numero chiuso negli istituti
superiori di carattere statale, se l’istituto era privato il problema non si poneva. Spesso però gli Ebrei
si organizzavano in scuole autonome, ad esempio a Odessa vi era un istituto economico, messo in
piedi dalla comunità ebraica.

Il posto di Alessandro II venne preso da Alessandro III, che è una figura grigia, in quanto non fu una
buona guida. Nel 1894 sale al trono Nicola II, che si trovò ad ereditare tutta questa situazione. Vi era
infatti un terrorismo diffuso rispetto al quale la società non prende una posizione di opposizione
netta. L’opposizione prende sempre più forma, radicalizzandosi e strutturandosi. In questo periodo
nacquero i primi partiti, non come quelli attuali, tra cui:
• Nel 1898 nasce il partito social-democratico (SD) russo a Minsk, capitale della attuale
Bielorussia. Questo è il partito di Lenin, di rigorosa ispirazione marxista. Questo partito
cercava adesioni nelle città. Utilizza in largo modo la violenza terroristica organizzata e
diretta. Nel 1903, anno del secondo congresso del partito social democratico russo, vi è una
frattura in due ali: da un lato i bolscevichi e dall’altro i menscevichi. I primi la maggioranza
(Lenin) e i secondi la minoranza. Inizialmente i bolscevichi non sono la maggioranza, ma
riescono ad ottimizzare la propaganda, ottenendo la maggioranza.
• Nel 1902 nasce il partito dei socialisti rivoluzionari (SR), di estrema sinistra. Questi in russo
vengono chiamati Esery, sono di ispirazione populista e avevano molta presa nelle
campagne. Anche questo partito fece largo uso della violenza terroristica, ma non fu mai
organizzata, bensì applicata da ciascun gruppo locale a piacimento senza la necessità di
crhiedere l’autorizzazione al centro.
• Il partito costituzionale-democratico è un partito moderato (KD), detti anche i cadetti dalle
due lettere “ka” e “de”. Sono intellettuali e professionisti, tra cui ingegneri, avvocati,
imprenditori. Questo partito voleva una democrazia costituzionale, una costituzione e un
parlamento, elemento fondamentale della vita democratica.

Questi partiti sono gruppi armati, indipendenti dalla direzione politica.

LEZIONE DEL 6.11:

Il 1905 è un momento cruciale per la storia della Russia. I tre partiti ebbero un ruolo fondamentale
nella rivoluzione del 1905 (detta anche piccola rivoluzione). Oltre a questi partiti vi erano delle
formazioni tra cui il Bung e alcuni gruppi di estrema destra, raggruppati nel gruppo generale delle
centurie nere. Questi erano violenti e avevano grossi inquinamenti tra questioni religiose e politiche,
lo scenario religioso veniva utilizzato come strumento politico: il russo ortodosso doveva combattere
ebrei e atei. Il 1905 vede una serie di manifestazioni e movimenti che rispondono all’insoddisfazione
del paese. In questa situazione lo zar Nicola II pensa che un modo per risolvere le questioni interne
sia quello di identificare un nemico esterno che faccia ritrovare ai russi l’unità perduta. Questo
nemico venne identificato nel Giappone, con cui si intraprese una guerra. I giapponesi erano pronti a
trattare prima dello scoppio del conflitto militare, ma Nicola II convinto delle abilità dell’esercito
russo intraprese lo scontro armato. Contro ogni aspettativa del governo russo l’esercito venne
sconfitto sia su terra che su mare. La battaglia navale emblema della vittoria sui russi fu quella di
Tsushima. I russi dovettero arrivare ad un trattato indecoroso. Ciò mise in luce l’impreparazione
militare dei vertici dell’esercito e l’incompetenza del governo. Invece la sollevazione più famosa su
terra fu quella del 9 gennaio del 1905 della “domenica di sangue”. Padre Gapon si presentò al
palazzo di inverno con una serie di petizioni da sottoporre allo zar imperatore, che non essendo
presente, fece reprimere la manifestazione in maniere sanguinosa, furono uccise migliaia di persone.
Lo zar e la chiesa reagirono in modo insensato, morì della gente, ma lo zar perdonò le colpe di chi
aveva manifestato, mentre la chiesa sospese il sacerdote che guidava la rivolta e scrisse una lettera
pastorale in cui ricorda agli scioperanti che chi non lavora non è degno di mangiare. Ciò rovinò la
facciata di Nicola II, facendo crescere in modo violento il movimento, che spingeva sull’abisso tra chi
detiene il potere e chi lo subisce. Queste manifestazioni durarono tutto l’anno, con rivolte anche
molto dolorose, lo zar è costretto a fare i conti con la realtà. Tra il febbraio e l’agosto del 1905 fa una
serie di concessioni, tra cui impegnarsi a concedere la convocazione di una Duma (parlamento) con
funzioni puramente consultive. Quest’apertura non bastò e tra scioperi e disordini si arrivò al 17
ottobre del 1905, giorno in cui lo zar concede i diritti civili (tra cui la libertà di religione) e una Duma
con funzioni legislative. Nonostante ciò gli zar non si sentiranno mai in dovere di consultare la Duma,
che verranno caratterizzate da un comportamento fazioso e inconcludente, concentrandosi su lotte
di potere interne e incapaci di emanare leggi autonomamente. Con la rivoluzione del 1905 si crea
una situazione di stallo e di vuoto di potere, dal quale non si uscirà più. Lo zar concesse la Duma, ma
in questo modo, agli occhi delle forze più conservatrici si delegittimò come forza conservatrice,
infatti non trasmetterà più al suo successore un potere invariato e autocratico, ma con la
concessione della Duma pose fine alla tradizione di passare un potere autocratico e assoluto da
successore a successore. La forza conservatrice non sapeva più cosa conservare. Anche i rivoluzionari
si delegittimarono, in quanto la rivoluzione del 1905 venne guidata dai democratici, quindi i
rivoluzionari pensavano che questi avessero vinto e ottenuto ciò che volevano. Dal 1906 al 1917 la
Duma verrà rieletta e convocata 4 volte, ma solo in un caso completerà il suo mandato. In questo
quadro si inserisce un gruppo di pensatori, di cui facevano parte Berdjaev, Bulgakov, Frank e Struve,
che ricostruirono gli eventi di quei momenti con lucidità. Questi personaggi nacquero tutti attorno al
1870 e morirono attorno al 1950, abbandonarono tutti la fede e diventano marxisti. Sono personaggi
di formazione e specializzazione diversa:

1. Berdjaev è un filosofo.
2. Frank è un filosofo, uscito dall’unione sovietica si occuperà di ontologia e di filosofia politica.
Frank non era cristiano, ma ebreo. Si convertirà al cristianesimo dopo il superamento delle
leggi che discriminavano gli ebrei, in quanto non voleva che si pensasse che si convertiva per
semplificarsi la vita.
3. Struve è un politico, autore del primo manifesto del partito social democratico russo (il
partito di Lenin).
4. Bulgakov era un seminarista, durante la vita di seminarista era diventato marxista e diventò
economista. Ad un certo punto si rese conto che gli schemi di Marx sulla rivoluzione non
rendono giustificabile il processo rivoluzionario.
5. Malia è uno storico che ha insegnato per anni negli stati uniti e nelle grandi università
americane, ad un certo punto pubblicò “la rivoluzione russa e i suoi sviluppi”, storia delle
rivoluzioni del 1905,1917 e delle lotte civili interne alla Russia.

Dopo la rivoluzione del 1909 pubblicano l’antologia “Veci”, in cui fanno un’analisi sulla rivoluzione
del 1905 e sul perché questa sia fallita. Nel 1918 pubblicarono un’altra antologia “Iz glubiny” (dal
profondo), pubblicata dopo la fine della rivoluzione. In quest’opera si fece un’analisi della rivoluzione
del 1917. Dopo la guerra del 1905 Frank approderà ad una posizione cristiana e non violenta, in
quanto gli scontri armati portavano solo alla morte delle persone. Questi pensatori si chiesero quale
sarebbe stato l’esito delle rivoluzioni, se i rivoluzionari avessero continuato a fare la rivoluzione in
questo modo. Tutti gli autori riscoprirono il concetto della persona, intesa come realtà non riducibile
a nulla. Non ci può essere una rivoluzione che venga fatta a danno anche di una sola singola persona.
In questa situazione di vuoto di potere e di delegittimazione, di non individuazione di una via diversa
da quella lotta armata si arrivò alla prima guerra mondiale. La Russia non era meno preparata delle
altre potenze in conflitto, poi scoprirà che nessuna di queste sarà pronta ad affrontare gli eventi
della guerra. La guerra oltre ad avere una durata che nessuno aveva previsto, ha due novità: è la
prima guerra mondiale e la prima guerra totale, ovvero la prima guerra in cui tutta la struttura
economica, industriale, agricola e produttiva sarà impegnata a sostenere lo sforzo bellico. La Russia
sapeva come funzionavano le guerre moderne, in quanto l’ultima che era stata combattuta era la
guerra russo-giapponese. Nonostante ciò la guerra era nuova, ma il paese inizialmente reagì
positivamente, vi fu una serie di manifestazione patriottiche, che mancarono nella rivoluzione del
1905. Con il passare del tempo la guerra si fece drammatica e il patriottismo calò, dissolvendo l’unità
nazionale. La Duma che all’inizio sostenne lo sforzo bellico passò all’opposizione e la famiglia
imperiale divenne il bersaglio della stampa. Il 3 settembre del 1915 lo zar sciolse la Duma, mandando
a casa e privandosi di ciò che poteva essere una valvola di sfogo contro i rumori rivoluzionari. La
guerra riuscì ad unificare le forze politiche all’opposizione e lo zar reagì licenziando un politico dopo
l’altro, privandosi dei suoi collaboratori sinceri.

LEZIONE DEL 12.11:

La rivoluzione del 1917 in realtà sono due, una rivoluzione vera e propria nel febbraio\marzo e la
rivoluzione (colpo di stato) di ottobre\novembre. In questo periodo vi fu un grande studioso della
Russia Pier Pascal, che era cattolico praticante, francese e che durante i giorni della rivoluzione si
convince che si sta realizzando il Magnificat, ovvero il popolo si stava innalzando dalla sua miseria.
Un altro autore invece disse che si stava assistendo al suicidio del popolo russo. Questa rivoluzione
era una novità in quanto non c’era mai stato prima un tale fenomeno. Le rivoluzioni precedenti,
aventi come modello quella francese, avevano come conclusione la ridistribuzione delle forze in
gioco. In questo caso non vi fu la ridistribuzione, in quanto la società civile scomparve. I contadini
vennero privati del loro modo di vita, i nobili vennero abbattuti e in particolare, fin dall’inizio, il
partito comunista è non solo unico, ma ciò in cui si risolve tutta la società civile. Questa è la
differenza fondamentale tra un sistema dittatoriale tirannico e un sistema totalitario. Infatti, il
sistema totalitario non va definito in termini di quantità (controllo su tutte le forze armate, su tutte
le forze politiche) ma di qualità, ovvero un sistema è totalitario quando non pretende di dominare la
realtà, ma di essere lui l’arbitro di ciò che è reale.

Un sistema dittatoriale pretende di avere sulla realtà tutti i diritti, mentre in democrazia il modo di
gestire la realtà si decide attraverso la maggioranza. In un sistema totalitario invece, c’è qualcuno
che dice “la realtà sono io”. Chi si pone fuori da queste linee viene identificato come nemico
oggettivo, che va eliminato. Non è solo un sistema politico ed economico, ma è un sistema
antropologico nuovo, un nuovo modo di vedere la realtà e le persone. Il secondo elemento di novità
è che tutte le rivoluzioni precedenti hanno aggiunto elementi alla concezione dell’uomo, ad esempio
la rivoluzione francese ha scoperto che l’uomo era anche fratellanza, libertà e uguaglianza. Questi
elementi sono aggiunti ad una concezione dell’uomo già precedente. Al contrario, la rivoluzione
russa ha la pretesa di creare un uomo radicalmente nuovo, la cui caratteristica è quella di realizzare
in modo pratico l’ateismo. La rivoluzione vuole creare un uomo nuovo che abbia come obiettivo
mettere in pratica l’ateismo. L’uomo non è più una creatura, non è creato da nessuno. Un esempio è
quello presente nella “il maestro di Margherita” di Bulgakov: Il diavolo arriva a Mosca dopo aver
assistito ad una manifestazione della gioventù comunista del natale del 1922. Sullo striscione che
reggevano questi giovani c’era scritto che “fino al 1922 Maria aveva partorito Gesù, dal 1922
partorirà il giovane comunista”. Bulgakov pensò che ad aver scritto questo striscione fosse stato il
diavolo. In questo libro vi è l’idea di costruire un nuovo giovane (uomo).

La rivoluzione e le sue cause:

Solitamente si dice che la rivoluzione scoppia perché la Russia era un paese arretrato. In quegli anni,
nonostante la Russia non fosse un paese sviluppato, stava facendo grandi progressi. Dal punto di
vista agricolo produceva molto e la Russia esportava grano fino a coprire il 40% dell’impero
commercio mondiale. Quando i raccolti andavano male i Russi riuscivano comunque ad esportare
circa il 10% del grano e non vi erano carestie, le persone non morivano più di fame. Dal punto di
vista dell’industria, l’industria russa non era molto sviluppata, ma aveva un tasso di crescita
impressionante. Ad esempio, le officine Putilov, erano una fabbrica metal meccanica di San
Pietroburgo, producevano materiale ferroviario, cannoni e navi. Questa nel 1911 fa uscire il
cacciatorpediniere (Novik) più veloce del tempo. Dalle Putilov partirono le grandi manifestazioni
operaie che sia nel 1905 che nel 1907 porteranno avanti la rivoluzione. Questi movimenti
chiedevano dei miglioramenti delle condizioni di lavoro, ad esempio la riduzione della giornata di
lavoro a otto ore. La Russia era un paese in fase di modernizzazione, ciò indica che le richieste della
popolazione siano molto più alte di quelle di un paese in stasi. La cultura russa in questo periodo era
affetta da un alto tasso di analfabetismo, ma vi era sviluppo. Nel 1897 era fermo al 21%, mentre nel
1913 era arrivato al 40%. Nonostante ciò alcune delle fortune industriali vennero costruite attorno
all’industria editoriale, Setin era diventato capo di un impero basato sulla stampa. Ciò vuol dire che
in ogni caso la gente leggeva. Inoltre, vi erano molti intellettuali russi che in quel periodo viaggiavano
in Europa, uno vinse il premio Nobel per la medicina, mentre l’altro creò la tavola periodica. Vi era
anche un grande sviluppo in letteratura, musica e arti figurative. Inoltre, gli studenti russi facevano
“Erasmus” in altri paesi europei, ad esempio Pasternak, che fece un dottorato in Germania e
intraprese la sua carriera universitaria lì. Quindi parlare di arretratezza culturale non riguardava la
Russia di quel periodo. La rivoluzione scoppiò in parte per il vuoto che si era creato in quel periodo,
la chiesa era assente e il trono vacante. Vi fu in questo periodo un processo di delegittimazione. In
questo periodo era inoltre diffusa l’idea di un’apocalisse imminente, apocalisse è intesa come
rilevazione, bisognava capire dove l’uomo si stava dirigendo. Vi era la coscienza che stava finendo
un’epoca e che stava iniziando qualcosa che dovesse essere interpretato. Quest’apocalisse, oltre che
dagli artisti, si poteva cogliere nella vita di tutti i giorni: il terrorismo del primo novecento era
qualcosa di diverso. Infatti, il terrorismo ottocentesco aveva obiettivi singoli e mirati (in un secolo
morirono circa 110 persone), mentre dal 1900 al 1917 si ebbero 11mila morti, tra le vittime molti
erano i rappresentanti dello stato, ma vi erano anche vittime scelte a caso per seminare
un’atmosfera di incertezza. Le tecniche che usavano in questo periodo erano le carrozze bomba, gli
attacchi suicidi o le due torri, non avendo tanti aerei, si utilizzavano le mongolfiere. Molti di questi
terroristi erano giovani o addirittura giovanissimi (dai 15 ai 19 anni). Vi sono dei gruppi che si
definiscono “terroristi senza motivo”. Questa violenza contribuì a scavare il vuoto, di autorità, di
legittimazione e di controllo. Lo stato reagì in modi opposti, da un lato infatti vennero emanate le
leggi speciali, mentre dall’altro vi è una connivenza.

La questione della legittimità è una malattia tipica di questa situazione: con la rivoluzione del 1905
viene concesso un parlamento, che poteva essere mandato a casa per decisione dell’imperatore. Da
una parte la concessione della duma è una vittoria dei rivoluzionari, mentre dall’altra è una sconfitta
poiché era una vittoria solo di facciata. Alla prossima rivoluzione, i cadetti non si sarebbero più
potuti presentare come rivoluzionari, in quanto hanno già dato prova della loro scarsa abilità nella
gestione di questa situazione. Anche l’imperatore si delegittimò come forza conservatrice, da un lato
perché concede la Duma e dall’altro perché porta a corte figure come quella di Rasputin, che
introdusse orge e riti mistici. L’altro elemento che aveva fatto sempre da colonna della società russa
era la Chiesa, che in questo periodo si portava dietro un processo di indebolimento, dovuta allo
scisma e alle riforme di Pietro il Grande. La chiesa infatti era apparentemente florido e onnipresente
nella vita degli uomini, ma era ormai incapace di determinare la vita. Ciò si vede in particolare
quando nel 1916 viene tolto l’obbligo nell’esercito della confessione annuale, nel 1917 gli ufficiali
che andavano a confessarsi dal 100% diventò 10%.

Con lo scoppio della prima guerra mondiale l’intero sistema economico venne volto alla produzione
di materiale da guerra. L’agricoltura, nonostante le masse contadine vennero portate al fronte,
continuò a produrre come gli anni precedenti. La crisi veniva quindi dal fatto che dalle campagne alla
città non si riusciva a trasportare i prodotti. Il 21 febbraio del 1917 le officine Putilov chiudono per la
mancanza di carburante, tra i manifestanti iniziarono a circolare slogan politici e il 2 marzo la
monarchia crolla, nacquero invece il comitato provvisorio della Duma e il Soviet di Pietrogrado
(nuovo nome di San Pietroburgo). Il Soviet è un organismo assembleare, autonominato. I Soviet che
nacquero in questo periodo non saranno mai a maggioranza bolscevica, questi resteranno a lungo
una minoranza. Anche nel gennaio 1918, quando ci saranno le elezioni per l’assemblea costituente, i
Bolscevichi prenderanno solo il 24% mentre i socialisti rivoluzionari il 40%. Ciò non preoccuperà
Lenin, in quanto i Bolscevichi avranno già preso il potere nel colpo di stato dell’ottobre del 1917. Il
partito di Lenin non sarà mai il partito dei lavoratori, ma un partito all’avanguardia. Il 2 marzo del
1917 lo zar abdicò, in quanto aveva perso la possibilità della Duma. Questo atto di abdicazione è un
atto che destabilizza ulteriormente la Russia. Lo zar abdicò in favore del fratello, ma ciò per le leggi
non poteva essere fatto. Nicola II non abdicò in favore del figlio poiché questo era malato e Nicola II
non voleva dargli questo fardello. A questo punto anche i generali non sapevano più per cosa
combattere e non sapevano cosa difendere. In questa situazione arrivò Lenin in Russia. Prima di
arrivare in Russia, lui si trovava in esilio in Svizzera. Arrivò in Russia grazie agli aiuti dei tedeschi, che
avevano come obiettivo la chiusura del fronte russo. Lenin arrivò in Russia nell’aprile del 1917 e
pronunciò le tesi di aprile. Queste sono una serie di richieste, in particolare quelle che colpirono
furono:

1. La pace, interessante in particolare per le persone che stavano morendo al fronte.


2. La ridistribuzione delle terre, che introdusse un’altra fonte di crisi nel paese.

Tra l’aprile e l’ottobre del 1917 il governo provvisorio ha una serie di crisi (maggio, luglio e
settembre), ogni volta la sua composizione ha uno spostamento sempre più evidente verso sinistra.
Queste crisi corrisposero ai tentativi falliti dei Bolscevichi di arrivare al potere. In questa situazione la
chiesa era pesantemente assento, ma stava rinascendo progressivamente. Il 15 agosto del 1917,
dopo una lunghissima preparazione, viene aperto il concilio della chiesa ortodossa russa, il primo
dopo duecento anni di assenza. Questo non è solo un affare interno della chiesa, ma era una
questione della società. In questo concilio vennero discusse questione riguardo all’organizzazione
della chiesa ed emersero posizioni all’avanguardia. Tra i problemi discussi in questo concilio c’è
l’utilizzazione del russo moderno nella liturgia. Mentre la chiesa occidentale affronterà questa
questione della lingua nel concilio vaticano II, ben trent’anni dopo. Inoltre, in questo concilio venne
rieletto un patriarca, ponendo fine al periodo sinodale. Il patriarca eletto fu Tichon. Si verificò in
questo periodo il caso Kornilov, il capo di governo Kerenskij che era un socialista rivoluzionario si
convince che sia imminente un colpo di stato controrivoluzionario e ordina a Kornilov di richiamare
da Pietrogrado le truppe che lui stesso aveva chiesto di mandare lì. Kornilov non crede a questo
ordine e disobbedisce. Questo venne considerato un ammutinamento e Kerenskij si convince che
quello è il tentativo rivoluzionario, chiederà quindi aiuto all’unica forza rimasta sul campo: i
Bolscevichi (armata rossa). A questo punto i Bolscevichi cercano di raggiungere i punti nevralgici del
potere, infatti riuscirono a far passare una nozione attraverso cui tutto il potere venne dato ai
Soviet, a questo punto i Menscevichi del presidium presentano le dimissioni e Lenin fa eleggere
come presidente del soviet un suo uomo di fiducia: Trotskij. Nei punti nevralgici si inseriscono de
bolscevichi e il comitato rivoluzionario comincia a porre nei posti di commando di Pietrogrado i suoi
uomini. Il 25 ottobre tutta la città è sotto il controllo dei bolscevichi, Lenin depone il governo
provvisorio e afferma che il potere passa nelle mani dei Soviet. L’azione più simbolica della
rivoluzione è compiuta nella notte tra il 25 e il 26 ottobre, in cui viene intimata la resa dei difensori
del palazzo di inverno. I difensori del palazzo di inverno fuggirono e si scatenò la violenza, che
riguardava solo poche persone. Se infatti nel febbraio erano scese in piazza molte persone, ad
ottobre le decisioni vennero prese tra poche persone. Il potere cadde nelle mani dei Bolscevichi e
subito si capì che stava iniziando qualcosa di nuovo, una serie di decreti scavarono quel vuoto
iniziale. Tra questi:

• Il decreto sulla stampa del 27 ottobre, era talmente liberticida che anche i rivoluzionari più
radicali affermarono che nemmeno lo zar aveva mai minato così tanto la libertà.
• Il 7 dicembre nacque la Ceka, ovvero “la commissione straordinaria per la lotta alla
controrivoluzione e al sabotaggio”. È la polizia politica, che verrà sostituita via via dal Gpu
(22 al 23), dal Ogpu (dal 23 al 34), Nkvd (dal 34 al 41, ovvero il commissariato del popolo per
le questioni interne), Mgb (dal 46 al 53), Mvd (dal 53 al 54) e il Kgb, ovvero il comitato per la
sicurezza statale (dal 54 al 91). La polizia attuale si chiama Fsb, ovvero servizio federale della
sicurezza. Il primo capo della Ceka si chiama Felix Dzerzinskij, era polacco e voleva diventare
prete da bambino. La Ceka è uno strumento di lotta alla controrivoluzione, deve difendere la
rivoluzione. La Ceka non è un tribunale, ma deve battere il nemico, anche se così facendo la
sua spada dovesse cadere sulla testa di innocenti.
• Il 16 luglio del 1918 la famiglia reale viene sterminata a Ekaterinburg.
• L’11 dicembre vennero nazionalizzate tutti gli istituti religiosi e gli istituti di formazione
religiosi
• Il 20 gennaio 1918 vi è “il decreto sulla separazione della chiesa dallo stato”: il decreto di
separazione toglie alla chiesa la personalità giuridica. Due anni dopo Martin Lacis, che era un
lettone, dirà che la questione religiosa non potrà essere considerata una questione privata.
Lacis è tristemente famoso in quanto era uno dei fucilatori più famoso. Iniziò subito una
forma di persecuzione violenta contro i credenti, 28 vescovi vennero fucilati insieme a
diverse migliaia di sacerdoti.
• Venne abolito il valore civile del matrimonio religioso. Inoltre, vi fu una riforma della
famiglia, che venne vista come subordinata al partito, al legame naturale venne sostituito
quello tra il singolo e il partito. Il figlio viene affidato alla società, la persona deve rispondere
al partito. Ciò scatenerà un fenomeno di distruzione della fiducia, non si è più sicuri che i tuoi
parenti siano affidabili. È un’atmosfera di paura che pervaderà tutto il sistema da ora in
avanti. L’esempio tragico è la figura di Morozov, un ragazzino che denunciò il padre per
essersi impossessato del grano del partito. Il papà viene processato e il figlio viene ucciso
perché ha denunciato il padre. Questo ragazzino diventò il mito di come ci si deve
comportare per vincere la rivoluzione. Uno degli effetti di questa vicenda è che i ragazzini
non hanno più un punto di riferimento, la famiglia cessa di essere un punto educativo. Si
diffonde il fenomeno dei “Besprizormye”, ovvero bande di minorenni che rendono la vita
nelle città pericolosa. Ad un certo punto Stalin abbassò l’età per applicare la pena di morte a
dodici anni, in modo da poter risolvere questo fenomeno. D’altro canto, vi erano famiglie
isole o ambiti accademici di studio in cui questa paura non penetrava, non vi erano
tradimenti.

La Russia divenne un paese in cui si eliminavano gli oppositori. Nel gennaio del 1918 vi sono le
elezioni dell’assemblea costituente, qui i Bolscevichi ottennero il 20% mentre i socialisti rivoluzionari
il 40%. Poco prima che l’assemblea si costituisca il partito cadetto viene messo fuori legge dai Soviet
e l’assemblea viene subito sciolta il 5 gennaio. Via via tutti i partiti vennero messi fuori legge e
rimase come partito unico il partito comunista, che nel 1921 nel decimo congresso del partito Lenin
lo definisce come il partito che deve avere un ruolo onnicomprensivo. Nel 1936 il partito viene
definito come il nucleo dirigente di tutte le organizzazioni dei lavoratori sul piano statale e sociale da
Stalin. Nel 1977 verrà promulgata l’ultima costituzione dell’unione sovietica, nell’articolo sei si legge
“che il partito comunista, armato della dottrina marxista, stabilisce la prospettiva generale di
sviluppo della società e la linea della politica interna ed estera dell’unione sovietica”.

LEZIONE DEL 13.11:

Il carattere autoritario costituisce la novità della rivoluzione russa. Si possono indicare tre macro-tipi
di interpretazione:
1. Il modello conservatore, i cui autori più famosi sono Brinton e Timasheff. Ha un’idea ciclica
della storia, il modello della rivoluzione russa è quello francese. La rivoluzione russa inizia
con l’impeto della presa della Bastiglia, vi è il terrore e poi la restaurazione. Allo stesso modo
la rivoluzione russa comincia con la presa del carcere dei popoli, poi il terrore e la
restaurazione sono entrambi associati alla figura di Stalin. Il numero eccessivo di morti della
rivoluzione russa è stata causata dalla sua arretratezza.
2. Il modello liberale, i cui autori sono Miljukov e Seton-Watson. La storia ha un movimento
che può essere reso tramite la retta del progresso, questa linea parte dai livelli bassi e si
avvicina al progresso, all’esito finale. Il progresso di questa linea è incarnato dai grandi
personaggi, Pietro il grande che porta la Russia in Europa, Caterina la grande che libera la
nobiltà, Alessandro II che libera i servi della gleba e Nicola II, che dà il parlamento. Questa
linea del progresso è stata interrotta dallo scoppio della grande guerra, che ebbe effetti
disastranti in Russia a causa della sua arretratezza.
3. Il modello marxista, secondo cui la storia segue la legge dei fenomeni economici. La
rivoluzione scoppia quando è resa necessaria dallo sviluppo economico, quando questo non
è più in grado di reggersi e riprodursi. Le leggi della storia si plasmano sulle leggi
economiche.

Tutto ciò che è avvenuto è stata colpa dello stalinismo, ma perché ha vinto proprio lui con tutte le
possibilità che c’erano? Perché la Russia era un paese arretrato e non vedeva altre applicazioni del
marxismo.

4. La quarta ipotesi non dà la colpa della rivoluzione all’arretratezza russa, ma al vuoto di quel
periodo. In questo vuoto si inserì il marxismo, che aveva in qualche modo bisogno di creare il
vuoto, perché il marxismo è una forma di ateismo e si nutre del vuoto. Finché resta un pezzo
di realtà, questo rimanda a chi l’ha fatta e quindi al problema di Dio. Di tutte le alternative
possibili vinse il marxismo che è radicalmente nichilista, perché ha bisogno del vuoto. Il
concetto di nichilismo venne introdotto da Simon Frank nel 1909. Questo afferma che il
rivoluzionario è infatuato dall’idea di un piano ideale che può cambiare la realtà e va
attutato a tutti i costi. Il piano ideale si deve sostituire alla realtà.

Nella società civile si provò a resistere all’ascesa dei bolscevichi con la violenza attraverso la guerra
civile, iniziata a metà del 1918 e si protrae fino al marzo del 1921. Ci sono diverse forze bianche che
si contrappongono all’armata rossa, che tentarono di vincere ma non ci riuscirono mai per motivi
militari. I bianchi erano infatti in periferia e non riuscirono mai ad unificarsi in un unico esercito. I
rossi sapevano per cosa combattevano, mentre i bianchi no, poiché il sistema zarista era
delegittimato e la casa Romanov era caduta. L’unico principio per cui combattevano i bianchi era
l’odio del nemico. La guerra civile vede manifestazioni di violenza incredibili, anche se è evidente che
il terrore rosso è il primo a muoversi. Al suo interno si sviluppa il fenomeno della guerra sovietico
polacca, che scoppiò nell’aprile del 1920. Il sistema zarista crollò e i vari popoli scelgono
l’indipendenza, tra cui anche i polacchi. Ad un certo punto tra la Polonia e l’Unione sovietica si apre
un contenzioso di confine. I polacchi avanzarono e conquistarono Kiev, l’armata rossa respinse poi gli
eserciti polacchi e nell’agosto del 1920 arrivò fino alle porte di Varsavia. Tutto sembrò perduto, fino
a quando avvenne il “miracolo della bistola”, i polacchi misero insieme una forza reattiva che
rovesciò l’andamento della guerra. Questa fu una guerra di movimento, quindi una guerra moderna.
I polacchi alla fine vinsero e cacciarono i sovietici. Questo momento è interessante in quanto è
determinante per l’esito della guerra civile, dall’altra parte danno una lezione all’armata rossa. In
questa guerra erano coinvolti i vertici del partito, ovvero Trotzki e Stalin. Le due forze sovietiche
rimasero divise, in quanto la prima andò verso nord per esportare, attraverso Danzica, la rivoluzione
in Germania, mentre verso sud per esportarla nei paesi dell’attuale Jugoslavia. Questa non sarebbe
solo una guerra di confine, ma il primo passo per l’esportazione della rivoluzione in tutto il mondo.
Dividendo le forze però le truppe davanti a Varsavia vennero sconfitto e ciò ebbe effetti sugli altri
schieramenti. Entrambi i personaggi coinvolti volevano giocare un ruolo decisivo nell’esito della
rivoluzione, ma essendo sconfitti cercheranno di nascondere questo loro ruolo e di far pagare alla
Polonia della sconfitta. Una parte di ciò che avvenne nel 1939 potrebbe dipendere da questo. In
questo periodo Tuchacevskij fu una delle principali vittime delle purghe di Stalin, in quanto sapeva
tutto ciò che era avvenuto nella guerra sovietico polacca. È una guerra moderna anche perché i
polacchi ebbero nelle loro truppe una squadriglia area di volontari internazionali, di cui fece parte
anche Marion c. Cooper, il produttore di King Kong. (Infatti, uno degli areoplanini che colpisce King
Kong nella scena finale era guidato da Cooper).

La guerra civile finì con due episodi:

1. L’ultima resistenza ai bolscevichi, che non venne dalle forze bianche ma dai marinai rossi
della base di Kronstadt. Alla fine della guerra civile si chiesero se quello che era stato il loro
desiderio fosse stato esaudito e fecero questa rivolta. La rivolta venne repressa nel sangue.
(Febbraio del 1921)
2. Le rivolte contadine della regione di Tambov. Sono contadini che avevano sperato nella
socializzazione delle terre, ai quali si rispose con la nazionalizzazione delle terre. Tambov è a
500km a sud-ovest di Mosca. La rivolta venne repressa nel sangue, infatti Tuchacevskij
utilizzò aerei e gas contro i contadini.

La carestia del 1920 fino al 1922 fu un esito della guerra civile e delle difficoltà climatiche della
Russia. Viene definita una carestia artificiale per il modo in cui viene gestita, il potere centrale fece sì
che la carestia in certi punti diventasse uno strumento di lotta a coloro che si opponevano al
sistema. Questa carestia non venne nascosta, tanto che vennero chiesti degli aiuti dall’estero. La
maggior parte degli aiuti che arrivarono per la popolazione, però, o non vennero distribuiti oppure
vennero utilizzati come materiale sul mercato per ricavare merce pregiata. Nonostante ciò vi furono
degli aiuti gestiti in proprio, ad esempio dal Vaticano. Il vaticano avviò una missione, detta la
missione vaticana del 1921-1922. La chiesa cattolica, infatti, affida ai gesuiti la missione, famosi per
le loro capacità organizzative. A comando di questi gesuiti missionari vi era Walsh, che diventerà
maestro della scuola diplomatica occidentale. Il papa chiede di presentare un programma, ai Gesuiti
fu proibito di fare propaganda, infatti avevano solo l’obiettivo di aiutare le persone, guadagnandosi
la gratitudine della chiesa ortodossa, che a sua volta aveva portato aiuto. Infatti, la chiesa ortodossa
si rese disponibile per vendere i beni di cui era proprietaria per investire in grano e dar da mangiare
alla popolazione. L’unica condizione è quella che non possono essere messe in vendita gli oggetti
usati per l’eucarestia. Lo stato rispose che avrebbe requisito tutto a prescindere, ma le persone
reagirono.

LEZIONE DEL 19.11:

I campi di lavoro:

I campi di concentramento in unione sovietica nascono con l’instaurarsi del regime sovietico, anche
se alcuni esistevano già durante la guerra civile. Questi divennero famosi con la sigla Gulag. Questi
sono diffusi su tutto il territorio dell’unione sovietica, in maniera consistente nella Russia europea. I
campi avevano caratteristiche a seconda di dove si trovavano, a est ad esempio erano famosi per
l’estrazione di minerali. Anche in Siberia i campi erano fondati sull’estrazione del carbone. Le isole
Solovki sono ricordate come il “tumore madre”, in quanto nascono nel 1923 e sono quelle in cui si
sperimentano tutte le tipologie di campo che caratterizzano l’unione sovietica, i campi hanno
principalmente tre funzioni:

• La rieducazione attraverso il lavoro, il lavoro ha una funzione rieducativa, attraverso il lavoro


prende vita la “forgiatura dell’uomo”, ovvero la creazione dell’uomo nuovo. Non si chiamano
più campi di concentramento, ma ITL, ovvero campi di rieducazione attraverso il lavoro.
• Una funzione economica, le miniere e il taglio della legna, erano una delle fonti più vendute
all’estero per ricavare valuta pregiata. Queste attività venivano svolte dai detenuti e vi
furono alcuni paesi che sospesero gli scambi di legna con l’unione sovietica. Le persone
lavoravano in posti in cui nessuno sarebbe mai andato e non venivano pagati, solo
mantenuti in vita.
• Una funzione di eliminazione del nemico, i campi nazisti avevano una differenziazione
precisa tra campi di sterminio e campi di concentramento, in cui le persone aspettavano di
essere eliminati. In unione sovietica, invece, non ci sono dei campi esclusivamente di
sterminio, ma questa di funzione di eliminazione c’era in quelli che oggi sono chiamati “punti
di morte immediata”, ovvero luoghi in cui la gente veniva arrestata, processata rapidamente
senza possibilità di difesa e condannata a morte. Noi lo sappiamo grazie alle fosse comuni,
trovate in molte città dell’unione sovietica, tra cui Mosca, in particolare a Butovo, dove tra il
1937 e il 1938 vennero fucilate e sepolte circa 20.000 persone e Komwunarka, dove ne
furono uccise la metà. Le fosse si scoprirono grazie alla curiosità delle persone, ad esempio
uno studioso di architettura passò a Komwunarka e notò nell’edificio delle finestre strane,
fino a quando sentì degli ufficiali parlare e andò a fare domande, anche scomode, scoprendo
piano piano la verità. A Butovo c’è un museo con annessa una chiesa ortodossa, infatti lì
furono uccisi molti sacerdoti, ad oggi considerati martiri. Altre fosse comuni ci sono a Kiev, in
particolare è famosa quella di Bykovnja, a San Pietroburgo, in particolare a Levasovo e una
famosa è quella di Sandarmoch, che è un boschetto lontano da grandi città in cui furono
fucilate 10.000 persone.

L’esistenza del campo di concentramento non è da solo il segno dell’esistenza di un regime


totalitario, infatti può essere anche dittatoriale o monarchico, lo è quando è combinato con la
giustificazione con cui uccidi la gente, la paura, la memoria e l’ideologia, ovvero la sostituzione della
realtà con la sua interpretazione. Questa ideologia è la lettera che Lenin il 17 maggio del 1922 scrive
al commissario del popolo per la giustizia, in cui gli scrive che nel nuovo codice bisogna inserire un
articolo, in cui si prevedono pene pesanti, anche quella di morte, per chi aiuta oggettivamente la
borghesia mondiale. Ciò era rivolto anche a coloro che avevano i mezzi per farlo, ma che
effettivamente non lo facevano. (Ho i mezzi quindi potrei farlo, quindi non importa quello che fai o
quello che vorresti, ma quello che tu potresti oggettivamente fare). Nel libro sul nazismo di Anna
Arent, intitolato la banalità del male, si spiega come una persona, a seconda delle condizioni in cui si
trova, può agire. Nel 1930 Stalin lancerà un motto, che cita “il lavoro è una questione di onore,
coraggio, gloria ed eroismo”. Questa è una caratteristica che rende interessante il paragone tra i due
sistemi.

Nel 1921 finisce la guerra civile, ma i campi vennero incrementati, quindi non sono solo una
struttura per mantenere un nemico reale, ma per educare. L’educazione, per noi, è tramandare e
dare degli elementi per introdurci in una realtà e per cercare di capirla, nonostante la sua
complessità. In un mondo ideologico, educare vuol dire eliminare il nemico come se fosse un
nemico, cancellando la realtà. Dopo la guerra civile, finì il comunismo di guerra e il paese è colpito da
una grande carestia. Vi è una fase di alleggerimento, facendo partire dal 1921 la nuova politica
economica (Nep). È un momento di presa di respiro del paese, si riaprono le piccole imprese
artigiane e si coltiva la terra a piccoli gruppi familiari. L’inizio degli anni 1920 è un momento di
piccola liberalizzazione economica, ma il controllo ideologico viene incrementato.

La censura:

Nel giugno del 1922 diventa ufficiale il GlavLit, ovvero l’organo che presiede la censura, durerà fino
al 1991. La censura sovietica ha due tipi di diversità:

1. La prima è quantitativa, gli addetti alla censura sovietica erano un numero immenso.
2. La seconda è una differenza qualitativa, infatti nelle altre censure veniva vietato di fare
qualcosa (non devi bestemmiare). Mentre la censura sovietica impone di dire qualche cosa e
il modo in cui ciò va detto. È ciò che verrà codificato come il realismo socialista, ovvero le
arti devono dipingere la realtà dalla sua prospettiva rivoluzionaria.

La censura di stato era:

1.Interna, il buon scrittore sovietico sa che ci sono delle cose che non possono essere dette (ciò che
è politicamente corretto)

2. Redazionale, se allo scrittore è scappata qualche parola che non va usata, la redazione ti avverte.

3. Punitiva, quando il GlavLit si accorge che il testo pubblicato da uno scrittore importante non va
bene, lo scrittore viene arrestato.

4. Strutturale, i libri vendono mandati al macello. Inoltre, venivano ritirati tutti i libri sotto quel
determinato nome, anche se spesso venivano ritirati libri anche di persone che non avevano nulla a
che fare con quello “condannato”.

Nell’edizione della grande enciclopedia sovietica, si parla di Berija, che era il capo della polizia di
stato, di cui si cantano le grandezze. Una volta morto Stalin, lui stesso venne ammazzato e scattò su
di lui la damnatio memorie, ma cosa fai con questo libro, che era famosissimo? Il Glavlit ordinò la
ristampa delle quattro pagine sull’articolo di Berija, che venne sostituito da un articolo sul mare di
Bering e con un po’ di fotografie del mare di Bering e del golfo.

Nel settembre del 1922 vi è l’episodio della “nave dei filosofi”, ovvero l’episodio in cui una fetta di
intellettuali in opposizione al regime vengono espulsi e privati della cittadinanza, tra cui Frank. Nel
caso in cui fossero ritornati, sarebbero stati fucilati appena varcata la frontiera. Perché non vennero
mandati nei campi di lavoro? Ciò non si può spiegare perché l’ideologia è irrazionale e non segue una
logica precisa.

Iniziarono inoltre dei processi dimostrativi, che erano montati senza prove e avevano l’obiettivo di
educare la gente. Nel 1924 muore Lenin ed inizia la fase di successione, con un ampio dibattito su chi
dovesse prendere il potere. Inoltre, in questa fase viene reso noto “il testamento di Lenin”, in cui
Lenin fa una rassegna di coloro che potrebbero succederle e via via li scarta tutti, a causa di alcuni
aspetti caratteriali. Questa fase è caratterizzata da una stabilizzazione del potere e di pulizia, alla fine
della quale gli avversari di Stalin vengono eliminati e questo prende il potere nel 1929, con
l’espulsione di Trotzki e si pone termine alla Nep, iniziando ufficialmente la politica di piano, nel
1929 parte il primo piano quinquennale, che darà vita ad una “non economia”, ovvero che funziona
indipendentemente da qualsiasi legge economica. La politica di piano venne scelta perché vi era
l’idea che il comunismo dovesse giocare un ruolo di piano nelle relazioni internazionali e doveva
esportare la rivoluzione al di fuori della Urss. Il paese si doveva riarmare, avendo armi sempre più
moderne, si doveva industrializzare, vi era la necessità di capitali, che si ricavavano con la vendita
all’estero del grano, della legna e l’oro.

Industrializzazione:

Va di pari passo con la ricerca di capitali, necessari per comprare i macchinari: questi vengono trovati
nella vendita di materie prime, in particolare di prodotti della terra e dei prodotti del lavoro degli
schiavi, sul mercato internazionale. Un altro fenomeno è quello della collettivizzazione, ovvero le
piccole aziende vengono invitate ad entrare in grandi fattorie statalizzate. I contadini, però, fecero
resistenza, ma vennero epurati. Si avviò il fenomeno di dekulizzazione, ovvero i Kulak, contadini
ricchi, vennero contrastati. Chi non partecipava al piano di collettivizzazione, viene epurato, ovvero
allontanato. La dekulizzazione avvenne concretamente attraverso l’eliminazione fisica negli scontri
oppure attraverso l’arresto e la condanna a qualche anno di lager, all’esilio, che colpì non il singolo
Kulak ma anche la sua famiglia e in qualche caso anche tutto il villaggio, che era ritenuto germe di
resistenza. L’esilio avveniva in condizioni invivibili, venivano scaricati lontano da qualsiasi villaggio e
morirono di fame. L’esito è la carestia del 1930 al 1933, considerata artificiale, in quanto non c’è
nessun aiuto da parte del governo, ma si coglie l’occasione per spezzare la resistenza nelle
campagne. Questa carestia colpì in particolare l’Ucraina, Kazakistan, che erano le regioni più
produttive, dalle quali ci si aspettava di più. Questo evento è noto come il “Holodomorg”.
L’occidente era a conoscente di questa carestia, ma non si fece mai niente per migliorare la
situazione. Il 7 agosto del 1932 viene promulgata una legge, nota come “la legge dei 7/8”, in cui
bastava che tu fossi trovato con una modica quantità di grano per essere condannato ai lavori
forzati. In questo periodo scattò anche una nuova campagna antireligiosa, che porterà alla fine degli
anni ’30 alla distruzione di molte chiese, tra cui quella di Cristo Salvatore e rimasero in vita solo 4
vescovi. Si formò anche una chiesa catacombale. Nel 1937 risultò che più del cinquanta percento
delle persone si reputava ancora credente, ma questo non verrà mai reso pubblico, perché:

1. È inaccettabile che dopo 20anni di rivoluzione e di propaganda ateistica ancora così tante
persone si ritengano credenti.
2. Il numero dei censiti è molto più basso rispetto a quelli precedenti e rispetto al tasso di
natalità. Ciò voleva dire che dal censimento precedente a questo vi erano stati troppi morti,
milioni di persone non risultavano.

Nonostante ciò la chiesa del tempo era in crisi, in quanto se da un lato la chiesa aveva prodotto
martiri (quindi era viva), dall’altro ci si chiedeva in cosa credessero le persone, che avevano lasciato
morire i vescovi in campi di lavoro forzato.

Nel 1934 si verificarono:

1. Il primo congresso degli scrittori sovietici, da cui si formò “l’unione degli scrittori”, il cui stile
è il realismo socialista. Lo slogan lanciato l’anno dopo è “La vita è diventata migliore, la vita è
diventata più allegra”.
2. Nel gennaio viene celebrato il diciassettesimo congresso del partito comunista, noto come il
“congresso dei vincitori”, perché il primo piano quinquennale è terminato e si è spezzata la
resistenza nelle campagne. Alla fine del congresso, vengono conteggiati 1225 delegati da
tutta l’unione sovietica, di cui 1108 scomparvero (morti uccisi o fatti sparire). Il comitato
eletto alla fine del congresso ha 139 membri, 89 venero fucilati. È il fenomeno delle purghe,
che colpivano in maniera strutturata tre settori del paese: il partito, la polizia politica e
l’esercito. I morti derivanti da questi settori, però, erano solo il 10% delle condanne ufficiali.
Su 700.00 condanne ufficiali, solo 70.000 provenivano da queste fila, gli altri erano solo
semplici contadini. Le grandi purghe ebbero un culmine nel 1937-1938, ma iniziarono nel
1934, anno in cui venne ammazzato Kirov, delegato ufficiale di San Pietroburgo. L’esercito
venne epurato tra il 1937 e il 1938, vennero uccise 3 marescialli su 5, 10 ammiragli su 10, 8
comandati di corpo d’armata su 10. L’esercito venne decapitato e sostituito dall’armata
rossa. Inoltre, vi fu l’epurazione nella polizia politica, che era NKVD, il cui capo Jagoda viene
sostituito da Ezov, che gestì il momento culmine delle purghe e venne poi eliminato e
sostituito da Berija

LEZIONE DEL 20.11:

Uno degli errori degli storici è quello di rappresentare i gerarchi come psicopatici da rinchiudere, in
quanto così una persona si illude di poter spiegare in modo “caratteriale” tutta la violenza degli anni
venti, che assolutamente non era causata solo dalla personalità di questi soggetti. Davanti all’ascesa
di questi personaggi, bisogna chiedersi chi e perché gli ha dato il potere. Esisteva in questo periodo
l’arresto per cifre, ovvero veniva dato l'ordine di arrestare una certa cifra di persone in un posto
determinato. Ad esempio, fu deciso di arrestare e fucilare un certo numero di persone nelle isole
Solovki, la gente non moriva per logica e razionalità, ma per puro caso. Bulgakov non poté più
stampare niente e scrisse una lettera a Stalin, in cui si lamentava del fatto che lo scrittore senza
libertà non può vivere. Stalin allora gli telefonò e gli diede il lavoro al teatro dell’arte. Gli arresti per
cifra erano eseguiti sulla base dell’irrazionalità. In politica estera, gli anni 1930 si caratterizzano per il
tentativo di accordo per le potenze capitalistiche occidentali, un periodo in cui è respinto ogni
possibile accordo con l’occidente e un periodo in cui si approda al patto di non aggressione con la
Germania nazista, il 23 agosto del 1939 (Patto Molotov-Ribbentrop). Affermare che questo patto fu
la causa della seconda guerra mondiale, è sbagliato. Ciò fu l’occasione per l’unione sovietica e per la
Germania nazista di sentirsi libere, in quanto non avevano paura di una reciproca aggressione. Non
fu quindi la causa immediata e diretta, ma i due fenomeni sono sicuramente legati. Il patto Molotov-
Ribbentrop aveva collegato una serie di protocolli segreti che prevedeva la spartizione dell’Europa in
zone di influenza, l’unione sovietica avrebbe guadagnato la Polonia e l’annessione degli stati baltici
(Bielorussia, Estonia, Estonia, etc.). In Russia non si una l’espressione “Seconda guerra mondiale”,
ma “Grande guerra patriottica”, infatti l’unione sovietica nel 1939 era alleata della Germania. La
tentazione dell’unione sovietica è quella del revisionismo, per cui lo Stalinismo non sarebbe stato
così tragico, c’è una tendenza nella storiografia di regime a fare “grande” la figura di Stalin, che ha ad
esempio industrializzato il paese. Si tende inoltre a diminuire il ruolo delle potenze occidentali nella
lotta al nazismo, come se Stalin lo avesse affrontato da solo. I sovietici nella conquista della Polonia
catturarono alcune migliaia di ufficiali polacchi che ad un certo punto scomparvero e vennero poi
ricercati dal governo in esilio, che sapeva che, nel caso in cui fossero stati ancora vivi, si trovavano
ancora in Unione sovietica. Questi ufficiali vennero fatti sparire perché sarebbero stati i membri
della nuova classe dirigente. Con gli spostamenti di truppe, in cui l’armata sovietica retrocede e le
avanguardie naziste arrivano alla periferia di Mosca (era stato avvisato dalle potenze occidentali, ma
pensava fosse solo un pretesto per spingerlo ad attaccare Hitler). L’armata russa non aveva uno
schieramento difensivo, ma solo uno difensivo, non era preparata a reagire all’invasione tedesca.
Nell’aprile del 1943 nella regione di Smolensk arrivano le truppe naziste e scoprono delle fosse
comuni, dove vennero consumati degli eccidi di dimensioni inimmaginabili. Queste fosse comuni
hanno circa 4.000 cadaveri, che hanno gli indumenti corrispondenti al periodo in cui sarebbero stati
fucilati, erano gli ufficiali e i soldati polacchi che erano spariti. La cittadina in cui vennero ritrovati era
Katyn, questi soldati vennero fucilati prima dell’invasione nazista alla Russia del 1943. L’unione
sovietica negò tutto, accusando la Germania nazista di sfruttare questo evento per propaganda. I
20.000 che vennero arrestati, vennero fucilati in tre punti: Katyn’ (Kozel’sk), poi vicino al vecchio
monastero di Optina, che era stato trasformato in un centro di concentramento, a Ostazhkovo, che
si trova nella provincia di Tver’, al nord, vicino al lago di Seliger e vicino al monastero di San Mil,
Starobel’sk che è vicino a Lugansk in cui vennero trovati circa 3500 corpi. I mancanti vennero uccisi
in luoghi diversi, ne siamo sicuri grazie ai documenti. Per decisione di Kruscev i documenti conservati
negli archivi dovevano essere distrutti, per evitare che questa notizia trapelasse. L’esecutore però si
dimenticò di distruggere il documento in cui gli veniva ordinato di distruggere i documenti
riguardanti alle fucilazione dei 20.000 ufficiali polacchi. Babel, scrittore, venne ucciso dal
personaggio che comandava le truppe dell’Nkvd, ovvero il capitano Blochin, che morì nel 1955 dopo
essere stato obbligato ad andare in pensione. I documenti ci permettono di capire come questo
eseguiva le fucilazioni e come fosse vestito: i colpi venivano sparati alla nuca, con dei guanti di
gomma, una pistola tedesca ed un grembiule. La guerra procedeva e sono importanti due fatti:
l’assedio e la resistenza di Leningrado e la resistenza di Stalingrado. In questo periodo si verifica il
fenomeno della deportazione dei popoli, alcune popolazioni vengono ritenute collaborazioniste con i
nazisti e vengono deportate in campi di concentramento come nemici del popolo. Tra le popolazioni
deportate vi sono polacchi, tedeschi del volvo (contadini molto bravi, russi ma comunque deportati),
popolazioni asiatiche e popolazioni del Caucaso (ceceni), i tatari di Crimea, che vengono deportati in
quanto ritenevano che Hitler fosse meno pericoloso ed odioso di Stalin, questi diventeranno uno dei
gruppi più decisi dell’opposizione e chiederanno di ritornare in patria dopo la destalinizzazione. Una
volta terminata la guerra, i paesi ammessi all’Urss entrano a far parte definitivamente dell’unione
sovietica, tra questi abbiamo Lituania, Estonia e Lettonia. Fino alle metà degli anni ’50 abbiamo una
resistenza interna, infatti gruppi di partigiani combatto contro l’unione sovietica. L’armata rossa
liberò questi paesi dal dominio nazista, ma si macchiò della colpa di arrestare migliaia di persone,
considerate possibili resistenti, e di averle portate nei campi di concentramento. L’Europa voleva
tenere assieme la memoria conflittuale e per questo viene definito il continente della “Memoria
interrogata”. Ad esempio, Andrej Waida realizzò un film su Katyn, in cui testimonia in maniera
interessate il massacro della città, per garantire anche la memoria del padre, che era uno degli
ufficiali polacchi ucciso nella fossa comune di Katyn.

LEZIONE DEL 26.11:

Negli ultimi anni in Russia si è sviluppato un dibattito su chi abbia realmente vinto la seconda guerra
mondiale, infatti vi è la tendenza da un lato a chiamarla la grande guerra patriottica (la prima fu
quella contro Napoleone) e dall’altro vi è la tendenza a ridurre l’importanza dell’occidente nella lotta
al nazismo, a cui viene imputata la colpa di aver aperto troppo tardi il secondo fronte. Importante è
anche considerare il tributo in sangue che la Russia ha dovuto versare per la guerra, infatti sono
morti più di 25 milioni di persone. Ma perché tanti morti? In primo luogo, per le cacce all’ebreo
messe in atto dai nazisti e poi per la caccia al “comunista”, messa in atto sempre dai nazisti. L’armata
rossa veniva mandata al macello, in quanto la guerra era condotta in modo demenziale dalle
autorità. Uno degli esempi di questa dolorosa vicenda è la figura di Andrej Vlasov, generale
dell’armata rossa che aveva dimostrato le sue grandi capacità militari e la sua dedizione alla patria,
in varie battaglie prima dell’accerchiamento della sua armata. Venne fatto poi prigioniero dei nazisti
e cominciò poi a istituire un esercito russo di liberazione, con lo scopo di combattere lo stalinismo,
dal quale si era sentito tradito. Questo esercito però non combatte mai contro altri russi, ma si
scontrò per lo più con i partigiani, alcune sezioni poi di questo esercito combatterono a fianco dei
partigiani nella liberazione di Praga. Vlasov venne poi ucciso, impiccato, nel 1946. Vi sono delle
pagine consacrate a Vlasov nelle isole dell’arcipelago Gulag. Importante da ricordare è anche la
deportazione dei popoli, che era iniziata negli anni delle purghe, ma si fece più intensa negli anni
della seconda guerra mondiale.
Finita la guerra, cominciò la resistenza dei popoli baltici, questi paesi erano stati annessi all’unione
sovietica, in conseguenza del trattato Molotov-Ribbentrop, liberati dall’armata rossa, si sentirono
fatti prigionieri del sistema totalitario russo. Questo fenomeno è rimasto nella duplicità della
memoria: i soldati dell’armata rossa liberarono i paesi baltici dal nazismo, mentre altri fecero
prigionieri la popolazione e la spedì nei campi di lavoro. In questi paesi si aprì un dibattito sul
mantenimento o meno dei monumenti dedicati all’armata rossa. Questa cosa può rimanere nella
memoria come una forma di ricerca di un nemico, trovato nell’armata rossa o può rimanere
ricordando altri fenomeni, come la catena baltica o rivoluzione cantata, del 23 agosto del 1989,
quando il regime sovietico non era ancora caduto, nei paesi baltici si riuscì ad organizzare una catena
umana di circa 2 milioni di persone che per 600km commemorava il patto Molotov-Ribbentrop e
chiedeva il ritorno della libertà, soffocata dal regime sovietico. Le persone che continuarono la lotta
partigiana, che andò avanti fino agli anni ’55, vennero arrestate e imprigionate nei campi di lavoro
sovietici, dove si trovavano i reduci dell’armata rossa. Questo incontro, che diede vita alle fiumane,
ovvero partigiani baltici ed ex soldati dell’armata rossa, portò ad un cambiamento radicale della vita
nei campi. Queste sono persone che avevano appena finito di combattere per la libertà, non si
lasciarono piegare subito dalle imposizioni e fecero saltare alcuni elementi costitutivi dei campi di
concentramento, come la delazione, ovvero il fatto che i detenuti erano divisi. I delatori vennero
fatti fuori, in modo scenico. Nei campi diventò possibile la resistenza, di varie forme, tra cui la
resistenza armata, che portò alla nascita di sollevazioni, che vennero soppresse grazie all’intervento
della polizia politica, in quanto i supervisori del campo non erano in grado di fronteggiarle. Queste
rivolte durarono dalla fine della guerra agli anni ’50. Questo fenomeno rese i campi ingovernabili e
non sostenibili da un punto di vista economico.

La guerra finì e iniziò la guerra fredda, segnata da due discorsi: quello del 9 febbraio 1946 di Stalin,
dove gli alleati ritornano ad essere nemici e il discorso del 15 marzo di Churchill dove viene usato per
la prima volta il termine “Cortina di ferro”.

Tra il 1946 e il 1948 nei paesi di nuova annessione all’unione sovietica si verificò la “terza carestia
artificiale”, così chiamata in quanto venne utilizzata per cercare di piegare la resistenza dei popoli
appena annessi. Questo si può capire dalla statistica, in quanto nelle zone di conquista recente vi è il
tasso di mortalità più altro rispetto agli altri posti.

Sempre dal 1946 iniziò la lotta contro il cosmopolitismo, ovvero la presenza eccessiva di idee di
occidentali all’interno del territorio sovietico. Questo fenomeno venne chiamato anche Zdanovismo,
che deriva dal nome di Zdanov, già noto in quanto aveva fondato il realismo socialismo. Subito dopo
la guerra, si cercò di rimettere a posto le cose nei confronti di chi si era illuso che la guerra potesse
essere un modo di liberazione totale dalle misure repressive del partito comunista, infatti i russi si
erano illusi di poter vivere meglio anche all’interno dell’unione sovietica dopo essersi liberati del
nemico nazista. Zdanov cercò, con il suo talento da critico letterario, cercò di screditare degli autori
che si erano dati alle idee occidentali, tra questi Zoscenko e Achmatova.

In questo periodo appare il fenomeno dell’antisemitismo, che si manifestò ad esempio nella


distruzione del libro commissionato a due grandi autori ebrei Grossman e Ehrenburg, che doveva
documentare i crimini dei nazisti durante i primi movimenti nel paese sovietico. Inoltre, il regista
Michoels, che era riuscito a tenere in vita il teatro ebreo. Il regista venne assassinato nel 1948, in
quanto troppo scomodo. Ciò segnò l’inizio dell’antisemitismo diffuso, che culminerà nel 1953,
quando verrà lanciata l’idea che ci sia nel Cremlino un gruppo di medici, che stanno preparando un
complotto per eliminare degli esponenti del potere e dei dirigenti del partito comunista. A ciò
susseguirono arresti e fucilazioni di questi medici. L’esistenza di questo complotto verrà smentita
dopo la morte di Stalin da Kruscev.
Lysenko era un biologo che si inserì in una controversia scientifica, sostenendo che le difficoltà
presenti nelle campagne sono dovuta alla mancata applicazione della vecchia scienza genetica. I suoi
avversari vennero tutti uccisi, in quanto Lysenko (1898-1976) sosteneva che i caratteri acquisiti da un
organismo sono ereditati da quelli successivi. Questo venne sostenuto da Stalin, entrambi erano
convinti di poter intervenire in qualsiasi modo sulla natura, senza alcun limite. Se le pianure della
siberia sono esposte al vento, tiriamo su delle grandi montagne con l’uso delle bombe atomiche.

Nel 1953 muore Stalin ed iniziò la guerra di successione per sostituirlo, in cui venne ucciso anche
Berjia, capo dell’Nkvd ai tempi Stalin. Berija iniziò a chiudere i campi, in quanto aveva capito che i
campi erano diventati economicamente non redditizi. La cittadina di Salechard è importante in
quanto doveva essere uno dei punti centrali della replica settentrionale della trans siberiana. Due dei
punti fondamentali di questa tratta erano Salechard e Igarka. Questa ferrovia venne costruita dai
detenuti, ma ci si rese presto conto che non si era in grado di mantenerla. In particolare, la
transiberiana aveva dei problemi con il terreno, il permafrost non era in grado di reggere il peso dei
binari.

Nel 1956, nel xx congresso del partito comunista, venne pronunciato il discorso segreto di Kruscev,
che denunciò il culto della personalità di Stalin e le sue uccisioni di massa, le vittime vennero
riconosciute ed attribuite alla personalità paranoica di Stalin. Ciò aprì una falla in un sistema
considerato perfetto, che non commetteva errori o che se lo faceva, questi erano frutto della
propaganda o di deviazioni. In questo contesto si inserirono rivolte anche in posti in cui non vi erano
mai state, come ad esempio i paesi di nuova annessione: Polonia, Germania dell’est e Ungheria
(1956). Inoltre, vi fu un minimo di apertura a manifestazioni internazionali, come quella che si svolse
a Mosca nel 1957, tra il 28 di luglio e l’11 di agosto, ovvero il festival mondiale della gioventù.
Arrivarono in unione sovietica i rappresentati della gioventù di tutto il mondo, ovviamente scelti e
spesso comunisti occidentali. Questi giovani iniziarono a trovarsi nella piazza di Majakovskij, dove
leggevano poesie. Ciò segnò l’inizio di un comportamento autonomo della gioventù, che si riuniva
per coltivare i suoi interessi. Questo fenomeno venne fermato e iniziarono le proteste, i ragazzi
vennero arrestati e subirono pressioni. Nacque così tra i ragazzi l’idea di scrivere le poesie e di
distribuirle tra di loro, fenomeno definito come Editoria (Samizdat). Dall’unione di queste poesie
nacquero le prime riviste clandestine, in cui si pubblicavano le poesie dei ragazzi di piazza
Majakovskij. Questi ragazzi si definirono fenici, potevano essere bruciati quanto volevano ma
sarebbero sempre rinati dalle loro ceneri. Fece parte di questo movimento Gorz’kzij che vincerà poi
un premio Nobel per la letteratura. Attraverso il fenomeno del Samizdat vennero pubblicate opere
che non trovavano spazio nelle riviste ufficiali.

Nel 1958 venne attribuito il premio Nobel della letteratura a Pasternak per il romanzo “Il dottor
Givako”, che doveva uscire nell’unione sovietica, ma che venne bocciato a causa del contenuto
inaccettabile. Il testo arrivo in occidente grazie ad un giornalista italiano, che lo presentò ad un
famoso editore di sinistra, ovvero Feltrinelli, che amava la bellezza e la sapeva percepire. Il libro
venne pubblicato in russo in Italia, diventando l’occasione di una lotta politica e si consegnò il
premio a Pasternak, che era un autore già famoso nei primi anni della rivoluzione. Pasternak fu
costretto a non pubblicare più, vivendo traducendo dall’inglese e dal tedesco. Pasternak rinunciò al
premio, in quanto sapeva che non sarebbe più potuto tornare in unione sovietica.

Nel 1962, sul numero 11 della rivista il mondo nuovo (in russo Novyj mir), venne pubblicato un
racconto di uno sconosciuto autore, che era un professore di matematica alle medie e reduce di
guerra. Venne arrestato in seguito e condannato ad otto anni di campo, perché in alcune lettere dal
fronte aveva criticato il modo di condurre la guerra. Queste lettere vennero intercettate e lui
condannato al lavoro forzato. Una volta tornato a casa, iniziò a scrivere un racconto intitolato “Una
giornata di Ivan” ovvero il racconto di una giornata di un detenuto in un campo staliniano, un
romanzo molto autobiografico. Questo racconto era una denuncia dei campi e in questo momento il
potere aveva appena finito di denunciare Stalin e Kruscev decide di controbattere questa ridiffusione
dello stalinismo, con la pubblicazione di questo racconto. In redazione c’era una segreteria
intelligente, che sapeva perfettamente che se questo testo fosse finito in mano ai membri della
redazione sarebbe finito alla polizia politica e fece in modo che quel testo scivoli sotto, fino a quando
non fosse sicuro che chi ci mettesse le mani sopra fosse Blardoskij, un editore simpatizzante per
questo tipo di testi e lo fece pubblicare sulla più prestigiosa rivista letteraria dell’unione sovietica in
quegli anni. Per la prima volta dopo cinquant’anni dalla rivoluzione, alla verità si poteva far
corrispondere una realtà precisa, ovvero questo romanzo. Le parole tornarono ad avere un
significato oggettivo.

Nel 1964 venne processato Brodskij un giovane poeta e traduttore, arrestato poiché non aveva un
lavoro, con l’accusa di parassitismo. La religione era tornata ad essere una cosa culturalmente
significativa. Fare poesia, amare il bello è un elemento fondamentale di ciò che ci definisce uomini.
L’autore venne condannato.

Nel 1966 vennero processati altri due giovani scrittori, ovvero Sinjavskij e Daniel’. Questi vennero
arrestati perché avevano pubblicato all’estero sotto uno pseudonimo (il primo sotto il nome di
Abram Terc e Arzak). Anche loro facevano parte del Samizdat, ma in più volevano avere un pubblico
più ampio e far diffondere le loro opere. Fecero questo processo perché il fenomeno del Samizdat e
il fenomeno del Tamizdat (libri pubblicati all’estero), si stavano diffondendo in modo irreversibile. La
polizia li accusò per quello che pubblicavano, ma i due trasformarono il processo in un processo alla
letteratura e al modo di intendere la letteratura dal regime, si parlò di cosa vuol dire scrivere e di
cosa fosse la letteratura fantastica. Entrambi vennero condannati ai campi di concentramento, ma
amici e conoscenti assistettero al processo e pubblicarono una raccolta di tutto il dibattito e delle
reazioni che uscirono sui giornali ufficiali e nel Samizdat, questa venne chiamata il Libro bianco sul
caso Sinjavskij e Daniel’. L’autore di questo libro venne condannato nel 1968.

Il 21 agosto del 1968 vi fu l’invasione della Cecoslovacchia da parte dei paesi del patto di Varsavia e
crollò l’immagine umanitaria del socialismo, dando avvio al processo di normalizzazione. In unione
sovietica, però, il 25 agosto del 1968 un gruppo di otto dissidenti manifestarono sulla piazza rossa,
mostrando manifesti con fondamentalmente due scritte: “per la vostra e la nostra libertà” e “per la
libertà della Cecoslovacchia”. I ragazzi vennero arrestati in pochi secondi e condannati, ma questo
gesto verrà ricordato come un gesto con il quale otto ragazzi avevano riscattato l’onore di un intero
paese.

LEZIONE DEL 27.11:

Ginzburg è uno dei personaggi più importanti del dissenso, svolgeva principalmente attività
organizzative. Il caso più significativo è quello di Anastasia Durova, una dipendente dell’ambasciata
francese a Mosca, che aveva origini russe, non aveva rapporti politici con le guardie bianche. Ebbe
l’occasione di lavorare in unione sovietica come interprete in ambasciata e aveva iniziato ad aiutare
con le sue conoscenze a diffondere materiali del Samizdat, in particolare fece uscire con una scatola
di cioccolatini delle opere attraverso un poliziotto di ambasciata. Le persone del Samizdat non si
conoscevano tutti. Il Samizdat esplode a livello di opinione pubblica con questi processi: con
Ginzburg venne condannato anche Galanskov, che morì in un campo di lavoro a causa di una
malattia non curata. Questo era un giovane poeta, famoso per il suo poema “il manifesto umano”. Il
Samizdat, inteso come auto editoria e dissenso, ha inizio negli anni ’60 e durò fino alla fine del
regime. Il dissenso si può categorizzare in tre grandi settori:
1. Dissenso letterario, ovvero il Samizdat. Tra gli autori importanti abbiamo Brodskij,
Solzhenitsyn, Galanskov e Grossman. Il Samizdat sfociò nel Tamizdat, ovvero nella
pubblicazione dei libri all’estero. Queste case editrici si trovavano in diversi luoghi, le più
famose sono la Ymca press e Russkaja Mysl’ (Parigi) e varie editorie tedesche, tra cui quella
di Posev, chiamata Nts. L’origine di queste case editrici era poco precedente alla rivoluzione.
Perché queste case editrici si interessano alla pubblicazione dei libri del dissenso russo? Già
prima della rivoluzione queste case editrici avevano una sezione dedicata ai libri della Russia,
infatti pubblicavano dei libri di argomento religioso. Ymca press pubblicava testi dell’antica
letteratura religiosa o testi della letteratura classica, che non potevano essere pubblicata
perché contro regime. Dal 1974 Ymca press pubblicò tutte le opere di Solzhenitsyn, che fece
la fortuna di questa casa editrice. In questo periodo il direttore di Ymca press era Nikita
Struve, che insegnava letteratura russa alla Sorbona, inoltre era direttore della rivista
“Vestnik RSchD”, ovvero il bollettino del movimento degli studenti cristiani russi. Molte delle
opere del Samizdat venivano tradotte in occidente attraverso vari centri che si occupavano
di documentare la rinascita di un’opposizione in unione sovietica. In Italia esisteva “Russia
cristiana”.
2. Dissenso politico, in particolare con la persona di Andrej Sacharov, che era un fisico di prima
categoria, padre della bomba nucleare sovietica. Verso la fine degli anni ’60 aveva iniziato ad
interrogarsi sul senso della sua operazione, in quanto aveva capito che avrebbe portato alla
catastrofe. Nella sua opera del 1968 esprime alcune osservazioni su come cambiare indirizzo
3per evitare che il suo lavoro portasse alla distruzione. Ciò segna per lui l’inizio della fine, in
quanto verrà emarginato da qualsiasi tipo di ricerca ed inizierà un percorso che lo porterà
all’opposizione, cercando di affermare uno stile di vita diverso da quello proposto dal
regime. Sacharov era un uomo a tutto tondo ed era un accademico (aveva tutti i privilegi).
Nel 1968 chiedeva come condizione affinché la corsa agli armamenti non fosse distruttiva
era Glasnost, ovvero la trasparenza. Essere all’opposizione voleva dire interrogarsi sulla
libertà, non solo di pensiero ma anche di movimento e sulla necessità del rispetto della
legge, lo stato doveva essere il primo a doverle rispettare. Sul primo argomento
l’opposizione si spaccò in due, chi pensava che si potesse viaggiare e trasferirsi e chi pensava
che bisognasse rimanere in patria. La resistenza politica non era violenta, ma agiva entro la
legge. Questa è una delle differenze principali tra i movimenti di opposizione nei paesi
democratici, dove l’opposizione era garantita dalla legge, ma che sfociò sempre nella nascita
di movimenti violenti. Ad esempio, in Italia nella nascita delle brigate rosse. In Russia, ciò
non avvenne mai e non fu determinata dalle circostanze, ma dalla decisione delle persone,
che pensavano che se avessero usato la violenza sarebbero stati uguali a quelli che
combattevano, non è vero che il fine giustifica i mezzi, in quanto la scelta sbagliata dei mezzi
può rovinare la motivazione di quello che facciamo.
3. Il dissenso religioso, che iniziò negli anni ’60 grazie a Eshliman e Jakunin, due sacerdoti. Nel
1960 vengono promulgate dalla chiesa ortodossa una serie di norme per il funzionamento
delle parrocchie, che si plasmano su quelle dello stato. Questi due scrissero una lettera
aperta al patriarca in cui chiedono che queste norme vengano abrogate. Il patriarca sospese
questi due sacerdoti al posto di reagire. Questo episodi segnò l’emergere di una chiesa che si
opponeva al regime, nei paesi orientali le chiese ortodosse erano definite “chiese del
silenzio”, in quanto si pensava che non si opponessero mai al regime, ma ciò non era vero e
questo avvenimento ce lo mostra. Dietro il dissenso religioso c’è un sacerdote che non fu
mai un dissidente, ovvero Aleksandr Men’, che vedeva il cristianesimo come una forma di
libertà. Questo aveva origini ebraiche, diventò sacerdote e morì martire nel 1990.
Il dissenso portò alla luce un umanesimo integrale. Questo movimento diventò importante anche
sulla scena internazionale ed arrivò anche ad alcuni riconoscimenti evidenti, come il premio Nobel
per la letteratura a Solzhenitsyn nel 1970, che non lo rifiutò come Pasternak, pur decidendo di non
uscire dall’unione sovietica, in modo da poter continuare il suo lavoro di documentazione dei campi,
che porterà alla pubblicazione del “L’arcipelago di Gulag” nel 1973 grazie ad Ymca Press.

LEZIONE DEL 3.12:

Reagan, che era salito come presidente tra le risate di molti, caratterista e poco protagonista,
cambiò la storia e le sorti degli stati uniti. Nel 1944 Solzhenitsyn venne cacciato dall’unione sovietica,
ciò non succedeva dall’episodio della nave dei filosofi. Vi erano stati casi, i quali continueranno ad
esserci anche dopo il 1974, di dissidenti che chiesero di uscire dall’unione sovietica e questo gli
venne concesso. Il Kgb riesce ad entrare in possesso di una versione completa “arcipelago Gulag”,
ovvero il testo che Solzhenitsyn scrisse, insieme alle testimonianze di 200 persone, sulle storture
avvenute nell’arcipelago Gulag. Questo si presentava come un saggio (qualcosa di scientifico) di
analisi letteraria, la genialità di questo testo è che tiene insieme l’aspetto testimoniale (la verità) e
l’aspetto di ricreazione artistica (la bellezza). Proprio per questo, il testo ha significato un
cambiamento nella visione occidentale dei campi di lavoro sovietici. Infatti, anche prima della
pubblicazione di questo testo, l’occidente era consapevole di ciò che avveniva in unione sovietica,
ma ciò era stato usato come uno strumento di propaganda (gli stati uniti nella guerra fredda per
annientare l’unione sovietica) e nella fase della distensione la memoria dei campi venne dimenticata
e trascurata. Con Solzhenitsyn l’opposizione politica si slegò dall’uso della violenza. La cultura è
centrata sull’integralità del cuore dell’uomo, che va al di là delle visioni dottrinali e ideologiche.
Solzhenitsyn dopo essere uscito dall’unione sovietica, si recò in Svizzera, dove però non si sentiva al
sicuro e decise di andare negli stati uniti, per tornare poi nella Russia liberata. In questa prima fase,
la sua assistente diventa Irina Alberti. Solzhenitsyn aveva bisogno di qualcuno che facesse da
mediatore tra il suo mondo russo e quello occidentale, che lui non conosceva per niente. Il dissenso
in unione sovietica continua in alte forme, ad esempio Sacharov, che era il rappresentante della
corrente più civile del dissenso, guadagnò nel 1975 il premio Nobel per la pace. Nel 1976, come
corollario degli accordi di Helsinki, nascono in unione sovietica dei gruppi detti “Helsinki”, ovvero dei
gruppi di dissidenti, che lavorano per verificare che gli accordi di Helsinki siano effettivamente
rispettati. Gli accordi prevedevano la garanzia di una serie di libertà, come quella di associazione,
pensiero ed espressione. Molti di questi dissidenti vennero arrestati. Il dissenso si diffuse anche negli
altri paesi dell’est, famosi alcuni personaggi, tra cui il gruppo della Cecoslovacchia, con a capo Havel,
che diventerà il primo presidente della Cecoslovacchia, Patocka e Benda. Nel 1977 qui nacque il
movimento detto “Carta 77” per imitazione dei movimenti “Helsinki”, voleva verificare il rispetto
delle norme che i paesi dell’est dicevano di rispettare sulla carta. Questo movimento venne
attaccato dal sistema, ma questo non potendo più ammazzare in massa la gente, iniziò ad
ammazzare qualcuno per dare l’esempio in maniera eclatante (Fase vegetariana). In questo
momento si diffuse:

• L’uso della psichiatria come strumento di repressione, il dissidente era visto come un malato
mentale. Uno di quelli che testimoniano e vivono sulla propria pelle questa vicenda è
Vladimir Bukowski, che scrisse “il vento va e poi ritorna”.
• Lo scambio di prigionieri, Bukowski venne arrestato e venne messo in un ospedale
psichiatrico, ma venne poi scambiato con oppositori occidentali o spie, in quanto non poteva
essere ucciso. Bukowski venne quindi mandato in Cile, mentre un prigioniero cileno venne
mandato in Unione Sovietica. Nel suo caso lo scambio avvenne con un dirigente del partito
comunista cileno. Lo stesso fenomeno si produsse in Polonia, in Germania e in Ungheria.
In questo periodo il destino dell’impero iniziò ad andare a pari passo con il destino della periferia
dell’impero. Nei paesi dell’est viene marcata la centralità dell’uomo e della libertà. Nel 1976 venne
scritto un articolo “un eroe del nostro tempo” di Patocka, significativo perché la libertà cecoslovacca
era appena stata asfaltata dai Russi, ma Patocka individua come modelli per rinascere Solzhenitsyn e
Sacharov. Nel 1986 in Cecoslovacchia il dissenso si fece risentire, nel frattempo però, vi furono degli
eventi importanti:

1. Le olimpiadi di Mosca
2. La nascita del sindacato di Solidarnosc in Polonia nel 1980, che venne soffocato nel 1981 dal
governo polacco, dichiarando lo stato di assedio e mettendolo fuori legge.
3. La morte di Patocka nel 1977, ma grazie alle sue idee nacque “Carta 77”.
4. La pubblicazione di un altro articolo intitolato “un eroe del nostro tempo” nel 1986, in cui si
polemizza sul fatto che gli eroi del suo tempo, a differenza di quelli di Patocka, fossero
Maradona, che aveva segnato un gol di mano e una tennista ceca, che rispetto alla povertà
diffusa nel paese possedeva sette macchine. Quindi lo scrittore si lamentava del fatto di non
poter sperare in nulla, inoltre ciò mostrava come non vi fossero più persone in grado di
lottare in nome di principi e valori.
5. Nel 1989 cadde il muro di Berlino.

Nel 1979 vi è l’invasione delle truppe sovietiche dell’Afghanistan, mentre nel 1980 vi furono le
olimpiadi. I dissidenti non volevano che queste olimpiadi si verificassero a Mosca, perché se si
fossero fatte a Mosca, il regime avrebbe fatto di tutto affinché il dissenso non le potesse usare come
cassa di risonanza. I dissidenti verranno allontanati dalla capitale in tutti i mille modi possibili,
tramite ad esempio l’esilio o la prigionia. Alcuni paesi occidentali decisero di non partecipare alle
olimpiadi. Questa fase è nota come il “terrore olimpico”, non vi erano più morti, ma le persone
venivano condannate e spedite in esilio. In questa prospettiva del “non permettiamo ai dissidenti di
fare propaganda antisovietica”, Sacharov viene allontanato da Mosca e mandato al confino a Gorki,
una città chiusa, in cui gli occidentali e i turisti non vi potevano andare. Qui Sacharov avrebbe
terminato la sua attività di dissenso che svolgeva a Mosca. Sempre nel 1980 nacque il sindacato
autonomo e libero di Solidarnosc, che è una cosa nuova rispetto al dissenso che vi era finora stato in
unione sovietica, in quanto era un sindacato libero, non più un movimento di élite e di intellettuali,
ma un movimento di popolo, migliaia di persone unite dall’amor di patria, soffocato e un’identità
religiosa, che rivendicavano la loro libertà. Il sindacato, era diventato in unione sovietica, la cinghia
di trasmissione delle direttive del partito, quindi questa invenzione polacca era qualcosa di assoluta
dirompenza, tanto è vero che il sistema decise di reprimerla, esattamente come era stata repressa
l’esperienza cecoslovacca. In questo caso però non venne repressa con i carri armati, perché la
fedeltà delle truppe dell’esercito non era più garantita e la resistenza da parte dei polacchi sarebbe
stata molto dura. In particolar modo, ciò a causa anche della memoria storica della guerra sovietico-
polacca del 1920-1921, in cui i sovietici arrivarono alle porte di Varsavia, ma vennero poi allontanati
e anche per la memoria dei massacri di Katyn, in cui furono uccisi circa 30.000 ufficiali polacchi. La
gestione di questa vicenda fu una repressione interna, che però non porterà al soffocamento del
movimento, il quale si rifarà vivo alla fine degli anni ’80.

Dopo di ciò vi fu un periodo di ritorno allo Stalinismo, che poi invertì nuovamente rotta, in
particolare per tre elementi:

• Nel 1979 viene eletto papa Giovanni Paolo II, che veniva dalla Polonia e conosceva
perfettamente i sistemi comunisti, ma che aveva un modus vivendi di compromesso, la dove
il movimento di Solidarnosc sembrava soffocato, lo rilanciò con una serie di viaggi e di
slogan, tra cui “Non abbiate paura”.
• L’elezione di Reagan, che era fortemente anticomunista. L’epoca della distensione con lui
finì e si entrò nella fase della guerra stellare, gli americani lanciarono l’idea di poter costruire
un sistema di difesa nello spazio contro i missili sovietici, rendendo gli armamenti sovietici
inefficaci. I sovietici dovettero rispondere a questa sfida militare, impiegando molte risorse
economiche, che però non vi erano, a causa della scarsa efficienza dell’economia di piano. In
quel momento però, lo scudo stellare non era realizzabile, quindi Reagan stava bleffando.
• Il dissenso, di fatto era stato spazzato via, infatti numerosi autori vennero allontanati o
espulsi dall’unione sovietica. Ciò nonostante, il dissenso aveva segretamente seminato
alcuni elementi di novità, tra cui la non violenza, aveva mostrato che si poteva resistere e
che si poteva avere una dialettica politica efficace anche senza l’uso della violenza. Ciò
disarmava la risposta dei regimi, infatti questi erano pronti alla repressione di movimenti
violenti, questi non erano preparati al confronto con movimenti di dissenso non violenti.
Venne coniata l’espressione “Le rivoluzioni di velluto”, ovvero dei movimenti di dissenso che
avevano come principio cardine la non violenza e l’evitare spargimento di sangue. Molti
storici del tempo pensavano che la caduta del regime sovietico sarebbe stata accompagnata
dallo spargimento di sangue, ma non fu così, i regimi caddero nell’assoluto silenzio e
nell’assenza di violenza. Le parole d’ordine lanciate dai responsabili del partito comunista in
questo momento di crisi, prodotto dalla Polonia, da Reagan e da un dissenso spazzato via,
ma con il quale il mondo continua a fare i conti, sono quelle di “Ristrutturazione”, Gorbaciov
non vuole porre fine all’esperienza sovietica, ma vuole ristrutturare l’unione sovietica,
“Trasparenza” (glasnost), bisognava rendere pubblici i processi politici e rendere maggiore la
partecipazione popolare alla vita politica. Un episodio negativo, che dimostra la necessità
della trasparenza, è il disastro di Chernobyl, il cui evento per alcuni giorni venne negato,
ritornando al sistema di non trasparenza, che precedeva Gorbaciov. e la “Non violenza”, il
23 agosto del 1989, si verificò l’episodio della catena baltica, due milioni di persone che si
danno la mano, una manifestazione non violenta.

In questo contesto si arrivò al crollo del muro di Berlino, che cadde il 9 novembre 1989, e
all’esplosione graduale dell’impero, via via chiesero l’indipendenza tutti gli stati: all’inizio gli stati
baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) e poi i paesi del patto di Varsavia, tra cui Cecoslovacchia e
Polonia. Nell’agosto del 1991 in unione sovietica venne tentato un colpo di stato per tornare indietro
rispetto alle riforme democratiche di Gorbaciov, che andavano nella direzione di una
democratizzazione e di una liberalizzazione economica, quindi del superamento dell’economia di
piano. Il tentativo del colpo di stato del 19 agosto fallì, ma Gorbaciov venne comunque allontanato
dal potere, a cui salì El’ Cin. Quest’ultimo si trovò di fronte a dei problemi che Gorbaciov lasciò in
sospeso, tra cui:

1. Una crisi dei nazionalisti, che mise in crisi l’unione, in quanto alcuni paesi avevano raggiunto
l’indipendenza nel ’90 mentre altri continuavano a chiederla, nacquero movimenti
nazionalisti più o meno forti, in particolare nel Caucaso, questi movimenti diedero vita alla
Cecenia.
2. Una crisi economica, l’economia non decollò, in quanto non si riuscì a superare l’economia di
piano. Vi fu una crisi economica, che obbligò le persone a tirar la cinghia. Vi furono alcuni
tentativi di ripresa di una libera iniziativa privata, ma questi si rivelarono un crack terribile
che peserà sulla situazione successiva.
3. Una crisi parlamentare, El’ Cin cercò di proporre delle riforme democratiche, che
incontrarono una forte opposizione nel parlamento, che il presidente mise a tacere
prendendo a cannonate il parlamento.
4. Scoppiò la prima guerra cecena, dal 1994 al 1996.
5. Nel 1998 scoppiò una crisi finanziaria, che gettò il paese in una situazione di estrema
difficoltà. Il paese si trovò di fronte a delle scelte decisive: spingere verso una
democratizzazione e decidere di quale tipo e la liberalizzazione economica, che non doveva
avere le caratteristiche di un capitalismo selvaggio. Questa snazionalizzazione dell’industria
determinò la nascita degli oligarchi (nuovi ricchi o nuovi russi), contadini o operai che ebbero
la possibilità di ricavare fondi di investimento o denaro, che gli permisero di comprare
imprese in maniera regolare, più o meno regolare o totalmente irregolare.

Alla fine degli anni ’90 la Russia poteva optare per una democrazia, in cui il governo sarebbe stato
costruito su una base di accordi tra i vari partiti. In quegli anni, infatti, in Russia esisteva una miriade
di partiti e partitelli. El’ Cin avrebbe potuto creare un governo di coalizione, ma avendo la
consapevolezza che le forze in questione non avevano un nucleo dirigente forte ed erano molto
diversi tra loro. Questo governo non avrebbe avuto, però, la stabilità. In alternativa, bisognava far in
modo che la democratizzazione avvenisse con una struttura stabile, che avrebbe avuto il suo
fondamento stabile nell’ex Kgb. Nel 1999 Putin diventa primo ministro, nel 2000 diventò presidente,
nel 2004 la carica venne rinnovata, nel 2008 non viene rinnovata la sua carica perché non si poteva
rinnovare dopo due mandati e diventò presidente il primo ministro, ovvero Mieldediev, presidente
dal 2008 al 2012. Nel 2012 Putin tornò ad essere presidente. Nel 2013 e nel 2014 vi furono due
eventi decisivi, di cui abbiamo ancora i segni:

• Nel 2013 si verificò il Majdan, ovvero la piazza principale di Kiev, dove, quando l’allora
presidente ucraino diede l’idea di voler rinunciare all’adesione all’unione europea in favore
di accordi stringenti con la federazione russa, gruppi di studenti scesero in piazza per
chiedere un’adesione decisa all’unione europea. Queste manifestazioni durarono per tutto il
2013 e finirono negli scontri del Majdan, in cui il governo ucraino venne esautorato.
• Nel 2014 si verificò l’occupazione della Crimea da parte delle truppe russe, che inizialmente
si presentarono come un appoggio alle forze indipendentiste e nazionaliste della Crimea, ma
in verità erano truppe russe che occuparono la Crimea, con la scusa di venire in soccorso
degli abitanti della Crimea, che volevano raggiungere l’autonomia dal governo centrale
ucraino. L’obiettivo di Mosca era però quello di occupare militarmente queste zone dell’ex
Ucraina, che sono ricche di carbone e petrolio.

Potrebbero piacerti anche