Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
SOMMARIO
STUDI E RICERCHE
Alessandro Cont, L’uomo di corte italiano: identità e comportamenti
nobiliari tra XVII e XVIII secolo.......................................................... » 94
Luca Lo Basso, «Marte e il piccolo principe». Giovanni Antonio Sauli e
Onorato II di Monaco tra guerra navale e commercio di opere d’arte » 120
Gaetano La Nave, Un’eredità imperiale nel Mediterraneo della Guerra
fredda. La crisi di Gibilterra dalla «Dichiarazione Castiella» al refe-
rendum (1965-1967).................................................................................. » 142
NOTE
Giovanni Romeo, L’Inquisizione romana e l’Italia nei più recenti sviluppi
storiografici ................................................................................................ » 186
RECENSIONI
P. Desideri, Saggi su Plutarco e la sua fortuna, raccolti a cura di Angelo
Casanova (Ph. A. Stadter) ....................................................................... » 205
G. Arena, Il farmaco e l’unguento. La produzione di Priene fra Elleni-
smo e Impero (G. Squillace).................................................................... » 209
Costantino prima e dopo Costantino/Constantine before and after Con-
stantine, a cura di Giorgio Bonamente, Noel Lenski, Rita Lizzi Te-
sta (A. Pellizzari) ...................................................................................... » 212
P. Porena, L’insediamento degli Ostrogoti in Italia (P. Tedesco)............... » 221
U. Roberto, Roma capta. Il sacco della città dai Goti ai lanzichenecchi
(A. Marcone)............................................................................................. » 229
‘Almum Studium Papiense’. Storia dell’Università di Pavia, vol. I, Dalle
origini all’età spagnola, tomo 1, Origini e fondazione dello ‘Studium
generale’, a cura di Dario Mantovani (G. Guderzo) ............................ » 232
T. Plebani, Un secolo di sentimenti. Amori e conflitti generazionali nella
Venezia del Settecento (R. Loretelli)....................................................... » 245
Illuminismo e protestantesimo, a cura di Giuliana Cantarutti e Stefano Fer-
rari (E. Salerno) ........................................................................................ » 255
P. Briant, Alexandre des lumières. Fragments d’histoire européenne (A.
Marcone).................................................................................................... » 266
M. García-Arenal - G. Wiegers, Un hombre en tres mundos: Samuel
Pallache, un judío marroquí en la Europa protestante y en la católica
(M.A. Visceglia)......................................................................................... » 270
Avventure dell’obbedienza nella Compagnia di Gesù. Teoria e prassi fra
XVI e XIX secolo, a cura di F. Alfieri e C. Ferlan (P. Giovannucci) » 279
U.J. Seetzen, Tagebuch des Aufenthals in Konstantinopel und des Reise
nach Aleppo 1802-1803; U.J. Seetzen, Tagebuch des Aufenthalts in
Aleppo 1803-1805 (G. Bonacina)............................................................. » 288
L’Istituto celebra i 150 anni dell’Unità d’Italia, «Annali dell’Istituto ita-
liano per gli studi storici», XXVI, 2011; L’Istituto Italiano per gli studi
storici dal 1997 al 2012, a cura di Marta Herling (G. Busino) ........... » 304
ducale presso le corti di Vienna, Monaco, Dresda e Parma, segretario di Stato e in-
fine ministro e consigliere di Stato.
2
Tra l’altro, Conti è cugino di Francesco II d’Este, duca di Modena e Reggio,
in quanto le rispettive madri Anna Maria e Laura Martinozzi sono tra loro sorelle.
Diverse lettres de compliments di François-Louis ai parenti modenesi Rinaldo, Fran-
cesco II e Cesare Ignazio d’Este, inviate dal 1674 al 1703, si trovano in ASMo, ASE,
Cancelleria, Sezione estero, Carteggi con principi esteri, Fuori Italia, Francia, b.
1565/10.
3
Cfr. G. Galasso, L’Italia una e diversa nel sistema degli stati europei (1450-
1750), nel volume dello stesso autore e di L. Mascilli Migliorini, L’Italia moderna
e l’unità nazionale, Torino, UTET, 1998, pp. 1-492; A. Spagnoletti, Le dinastie ita-
liane nella prima età moderna, Bologna, Il Mulino, 2003; B.A. Raviola, L’Europa
dei piccoli stati: dalla prima età moderna al declino dell’Antico Regime, Roma, Ca-
rocci, 2008. Si aggiungano i volumi Il Piemonte come eccezione? Riflessioni sulla «Pied-
montese exception», a cura di P. Bianchi, Torino, Centro Studi Piemontesi, 2008; Eli-
sabetta Farnese principessa di Parma e regina di Spagna: atti del Convegno interna-
zionale di studi: Parma, 2-4 ottobre 2008, a cura di G. Fragnito, Roma, Viella, 2009;
La corte estense nel primo Seicento: diplomazia e mecenatismo artistico, a cura di E.
Fumagalli e G. Signorotto, Roma, Viella, 2012.
4
AST, Corte, Materie politiche per rapporto all’interno, Lettere di particolari, P,
m. 65, Giacinto Antonio Ottavio Provana di Druent a Vittorio Amedeo II di Savoia,
Torino 22.X.1713.
96 alessandro cont
5
Per le parole riportate: ASP, Carteggio Farnesiano e Borbonico Estero, Spagna,
b. 132, fasc. 1723, s.n., Antonio del Giudice duca di Giovinazzo e principe di Cel-
lamare, a Francesco Farnese, Madrid 27.IX.1723.
6
La citazione è tratta da AST, Corte, Materie politiche per rapporto all’interno,
Lettere di particolari, V, m. 7, Carlo Francesco Valperga di Masino a Vittorio Ame-
deo II di Savoia, Milano 14.VI.1701.
7
L’espressione citata proviene da ASP, Carteggio Farnesiano e Borbonico Estero,
Spagna, b. 132, fasc. 1714, c. 16v, Filippo V di Spagna alla suocera Dorotea Sofia di
Neuburg duchessa di Parma, Madrid 8.X.1714. Peraltro, va rimarcato, il ducato di
Savoia (dal 1713 regno di Sicilia e dal 1720 regno di Sardegna), i ducati padani di
Parma, di Mantova e di Modena, nonché il granducato di Toscana costituiscono pur
sempre gli anelli di una rete di stati e di case regnanti tra loro imparentate ben più
vasta, che include anche il principato (dal 1664 ducato) in possesso dei Cybo Mala-
spina a Massa, il ducato di Mirandola governato dalla famiglia Pico sino al 1708, il
ducato della linea dei Gonzaga di Guastalla, nonché i principati di Bozzolo e di Ca-
stiglione retti, fino al 1708, da altri due rami cadetti dei Gonzaga.
8
Fra i contributi più recenti, utili per valutare lo stato dell’arte e per offrire
spunti comparativi a livello europeo, cfr. J. Duindam, Vienna e Versailles, 1550-1780:
le corti di due grandi dinastie rivali, trad. di Marta Monterisi, Roma, Donzelli, 2004
(ed. orig. Cambridge, Cambridge University Press, 2003); P. Merlin, Nelle stanze
del re: vita e politica nelle corti europee tra XV e XVIII secolo, Roma, Salerno, 2010.
l’uomo di corte italiano 97
9
Per ricordare solo alcune tra le opere recenti più significative, cfr. G. Guer-
zoni, Le corti estensi e la devoluzione di Ferrara del 1598, prefazione di M. Cattini
e M.A. Romani, Modena, Archivio storico, Assessorato alla cultura e beni culturali,
2000; Vivere a Pitti: una reggia dai Medici ai Savoia, a cura di S. Bertelli e R. Pa-
sta, Firenze, L.S. Olschki, 2003; L’affermarsi della corte sabauda: dinastie, poteri, éli-
tes in Piemonte e Savoia fra tardo medioevo e prima età moderna, a cura di P. Bian-
chi e L.C. Gentile, Torino, Zamorani, 2006; Le donne Medici nel sistema europeo
delle corti: XVI-XVIII secolo: atti del Convegno internazionale, Firenze-San Dome-
nico di Fiesole, 6-8 ottobre 2005, a cura di G. Calvi e R. Spinelli, 2 v., Firenze, Po-
listampa, 2008; The politics of space: European courts: ca. 1500-1750, a cura di M.
Fantoni et alii, Roma, Bulzoni, 2009; Centros de poder italianos en la Monarquía Hi-
spánica (Siglos XV-XVIII), a cura di J. Martinez Millan e M. Rivero Rodriguez, 3
v., Madrid, Ediciones Polifemo, 2010; Le strategie dell’apparenza: cerimoniali, politica
e società alla corte dei Savoia in età moderna, a cura di P. Bianchi e A. Merlotti, To-
rino, Zamorani, 2010; La caccia nello Stato sabaudo, a cura di P. Bianchi e P. Passe-
rin d’Entrèves, I: Caccia e cultura (secc. XVI-XVIII), Torino, Zamorani, 2010; La
corte e lo spazio: trent’anni dopo, a cura di M. Fantoni, Roma, Bulzoni, 2012; La
Corte en Europa: Política y Religión (Siglos XVI-XVIII), a cura di J. Martínez Mil-
lan, M. Rivero Rodríguez e G. Versteegen, 3 v., Madrid, Polifemo, 2012; The Court
in Europe, a cura di M. Fantoni, Roma, Bulzoni, 2012; Le tavole di corte tra Cin-
quecento e Settecento, a cura di A. Merlotti, Roma, Bulzoni, 2013.
10
Nell’impossibilità di rendere conto di tutti i contributi, ci si limita a una se-
lezione con particolare riguardo ai testi usciti negli ultimi anni che si occupano più
diffusamente dei contesti degli stati dinastici italiani: C. Donati, L’idea di nobiltà in
Italia: secoli XIV-XVIII, Roma-Bari, Laterza, 1988; A. Spagnoletti, Stato, aristo-
crazie e Ordine di Malta nell’Italia moderna, Roma, École française de Rome, Bari,
Università degli studi, 1988; D. Frigo, Principe, ambasciatori e Jus Gentium: l’am-
ministrazione della politica estera nel Piemonte del Settecento, Roma, Bulzoni, 1991;
F. Angiolini, I cavalieri e il principe: l’Ordine di Santo Stefano e la società toscana
in età moderna, Firenze, Edifir, 1996; A. Merlotti, L’enigma delle nobiltà: stato e
ceti dirigenti nel Piemonte del Settecento, Firenze, Olschki, 2000; R. Sabbadini, La
98 alessandro cont
grazia e l’onore: principe, nobiltà e ordine sociale nei ducati farnesiani, Roma, Bul-
zoni, 2001; B.A. Raviola, Il Monferrato gonzaghesco: istituzioni ed élites di un mi-
cro-stato (1536-1708), Firenze, Olschki, 2003; F. Angiolini - J. Boutier, Noblesses
de capitales, noblesses périphériques: les dynamiques des élites urbaines dans le grand-
duché de Toscane (XVIe-XVIIIe siècles), in Le nobiltà delle città capitali, a cura di
M. Boiteux et alii, Roma, Università degli studi Roma Tre-Croma, 2009, pp. 51-75;
A. Bianchi, Al servizio del principe: diplomazia e corte nel ducato di Mantova 1665-
1708, Milano, Unicopli, 2012; P. Bianchi, Sotto diverse bandiere: l’internazionale mi-
litare nello Stato sabaudo d’antico regime, Milano, Angeli, 2012. Si vedano anche i
bilanci di M.A. Visceglia, Claudio Donati storico della nobiltà, in «Società e Sto-
ria», 129, luglio-settembre 2010, pp. 563-583; D. Frigo, Politica e diplomazia: i sen-
tieri della storiografia italiana, in Sulla diplomazia in età moderna: politica, economia,
religione, a cura di R. Sabbatini e P. Volpini, Milano, Angeli, 2011, pp. 35-59.
11
Sul miglioramento della posizione politico-militare dell’imperatore Giuseppe I
grazie alla sua presa di possesso del ducato di Mantova durante la Guerra di Suc-
cessione Spagnola (1707) si esprime anche il bibliotecario cesareo Giovanni Benedetto
Gentilotti, in un Parere inviato ad anonimo intorno al 1708. Cfr. Archivio Storico
della Casa Natale «A. Rosmini» di Rovereto, Archivio della famiglia Gentilotti, fasc.
4.3.1.
l’uomo di corte italiano 99
12
Cfr. G. Signorotto, Dall’Europa cattolica alla «crisi della coscienza europea», in
Religione cultura e politica nell’Europa dell’età moderna: studi offerti a Mario Rosa da-
gli amici, a cura di C. Ossola et alii, Firenze, Olschki, 2003, pp. 231-249; S. Andretta,
L’arte della prudenza: teorie e prassi della diplomazia nell’Italia del XVI e XVII secolo,
Roma, Biblink, 2006; G. Signorotto, Il declino dell’Europa cattolica e il cammino della
modernità, in «Dimensioni e problemi della ricerca storica», 1, 2011, pp. 5-38.
13
ASMn, AG, ser. F.II.8, b. 2817, fasc. VIII, c. 39r, da Mantova 16.IX.1690.
14
Cfr. A. Musi, Stato e relazioni internazionali nell’Italia spagnola, in Origini
dello Stato: processi di formazione statale in Italia fra medioevo ed età moderna, a
cura di G. Chittolini et alii, Bologna, Il Mulino, 1994, pp. 133-143; Spagnoletti, Le
dinastie italiane, cit., pp. 13-90; Andretta, L’arte della prudenza, cit., p. 45. È inte-
ressante ASMn, AG, ser. E.XXI.3, b. 791, fasc. 1667: diversi, Giovanni Paolo della
Chiesa a Francesco Tinti, Genova 27.VIII.1667. Inoltre, cfr. ASMo, ASE, Cancelle-
ria, Sezione estero, Carteggio ambasciatori, Italia, Firenze, b. 74, fasc. 12, Giovanni
Giuseppe Cremona a Rinaldo d’Este, Firenze 6.VII.1728.
100 alessandro cont
Sul piano più propriamente culturale, però, una sorta d’identità no-
biliare italiana probabilmente si fortifica anche nella temperie umani-
stico-cavalleresca e cattolico-romana nonché nelle amicizie intracetuali
che la classe dirigente coltiva nell’ambito dei collegi, delle accademie
e delle paggerie dell’Italia centro-settentrionale15.
L’umanità che interagisce e si dibatte nelle corti dei principi ba-
rocchi della Penisola, soggetta a norme disciplinanti e alle meccaniche
informali del potere, manifesta ed enfatizza questi caratteri e occasio-
nalmente li esaspera. Nondimeno, l’incombenza di una volontà sovrana
che è regolatrice delle gerarchie, o per contro la constatazione del suo
parziale fallimento tra carenze istituzionali e rilassatezze ‘morali’, non
crea una convergenza unanime delle nobiltà verso le regge italiane.
La corte è senz’altro inospitale per quei feudatari castellani, quale il
friulano «in ogni cont e pur e sclet» Ermes Colloredo, che non tolle-
rano limitazioni alla loro libertà di autogestione16. In altro ambiente,
quello urbano e patrizio di Bologna, è invece il professore d’onore conte
Guido Pepoli a non comprendere come mai «un cavagliero… di gran
15
In merito a collegi, accademie e paggerie italiani cfr. G.P. Brizzi, La formazione
della classe dirigente nel Sei-Settecento: i seminaria nobilium nell’Italia centro-setten-
trionale, Il Mulino, Bologna, 1976; J. Boutier, L’«Accademia dei Nobili» di Firenze:
sociabilità ed educazione dei giovani nobili negli anni di Cosimo III, in La Toscana
nell’età di Cosimo III: atti del convegno, Pisa-San Domenico di Fiesole (FI), 4-5 giu-
gno 1990, a cura di F. Angiolini et alii, Firenze, Edifir, 1993, pp. 205-224; M. Turrini,
Il ‘giovin signore’ in collegio: i gesuiti e l’educazione della nobiltà nelle consuetudini del
collegio ducale di Parma, Bologna, CLUEB, 2006; P. Bianchi, Una palestra di arti ca-
valleresche e di politica: presenze austro-tedesche all’Accademia Reale di Torino nel Set-
tecento, in Le corti come luogo di comunicazione: gli Asburgo e l’Italia (secoli XVI-
XIX)/Höfe als Orte der Kommunikation: die Habsburger und Italien (16. bis 19.
Jahrhundert), a cura di M. Bellabarba e J.P. Niederkorn, Bologna, Il Mulino, Berlin,
Duncker & Humblot, 2010, pp. 135-153; A. Cont, Servizio al principe ed educazione
cavalleresca: i paggi nelle corti italiane del Seicento, Parte prima, in «Studi secenteschi»,
52, 2011, pp. 211-256; Parte seconda, in «Studi secenteschi», 53, 2012, pp. 141-180; Il
collegio dei nobili di Parma: la formazione della classe dirigente (secoli XVII-XIX), a
cura di A. Mora, Parma, MUP, 2013; A. Cont, Educare alla e attraverso l’amicizia:
precettori e governatori nella società nobiliare italiana del Seicento, in Itinerari del sa-
pere: figure e modelli di precettori nell’Europa moderna (secoli XV-XIX), Atti del con-
vegno di studi, Scuola Normale Superiore di Pisa, «Annali di storia dell’educazione e
delle istituzioni scolastiche», n. monogr., 2013, pp. 83-103. Sulla coiné culturale in senso
lato scaturita dalla civiltà delle corti rinascimentali italiane si vedano i numerosi studi
di Amedeo Quondam, fra cui segnalo A. Quondam, Tutti i colori del nero: moda e
cultura del gentiluomo nel Rinascimento, Costabissara, Colla, 2007.
16
Cfr. G. Benzoni, Colloredo, Ermes, in Dizionario Biografico degli Italiani,
XXVII, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1982, http://www.treccani.it/enci-
clopedia/ermes-colloredo_(Dizionario-Biografico)/
l’uomo di corte italiano 101
17
ASMn, Archivio Arrigoni, b. 33, fasc. 3, Guido Pepoli a Pompeo Arrigoni,
Bologna 4.VII.1685.
18
Cfr. rispettivamente ASMo, ASE, Cancelleria, Raccolte e miscellanee, Carteggi
e documenti di particolari, b. 1313, Orazio Sessi di Rolo a Francesco II d’Este, s.l.
28.X.1689; Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Ms. Gal. 162, cc. 86-87r, Bruto
Annibaldi della Molara a Vincenzo Viviani, Firenze 9.IV.1663.
19
Per le citazioni cfr. rispettivamente Archivio Roero di Guarene, Lettere di
Traiano Andrea Roero della Vezza, s.n., alla moglie Lucrezia Delfina nata Tana, Alba
16.X… (inizio sec. XVIII); AST, Corte, Real casa, Cerimoniale, Cariche di corte, m.
1, n. 12, Atto del giuramento prestato nelle mani di Vittorio Amedeo II di Savoia
da Amedeo Alfonso dal Pozzo marchese di Voghera per la carica di «gran veneur, o
sia gran cacciatore», Moncalieri 17.XI.1682.
20
Cfr. ASFi, Miscellanea Medicea, 33, ins. 3, c. 64r, Fabio Colloredo a Ferdi-
nando II de’ Medici, con rescritto del 10.IX.1659.
21
Cfr. ASRE, Archivio dell’Opera Pia Conservatorio della Concezione, Carte
della famiglia Scaruffi, Carteggio (1539-1727), m. 139/42-3, Alessandro Anguissola a
Rinaldo d’Este senior, Roma 2.III.1670.
102 alessandro cont
22
Cfr. A. Cont, Ascanio Gonzaga di Vescovato (1654-1728): dalla spada al pa-
storale, parte I: La spada, in «Atti e Memorie», Accademia Nazionale Virgiliana di
Scienze Lettere ed Arti, Nuova serie, 75, 2007, p. 182 nota 221; Id., Servizio al prin-
cipe, cit., parte II, pp. 143-144.
23
Cfr. ASMn, AG, ser. F.II.8, b. 2816, fasc. IX, c. 45r, a Ferdinando Carlo Or-
sati, Mantova 15.XI.1687. In altra circostanza, commentando il banchetto che ha te-
nuto per il matrimonio del figlio, Varano si dichiara soddisfatto «d’essermi non dirò
distinto, ma segnalato, e d’aver fatto onore al grado, ch’io ho, di servitore dell’Altezza
Sua e soddisfatto alle parti della mia condizione». Cfr. ASMn, AG, ser. F.II.8, b. 2815,
fasc. I, c. 1bis r, a Ferdinando Carlo Orsati, Mantova 20.I.1685. Per le cariche rive-
stite a Mantova da Giuseppe Varano cfr. L.N. le Tonnelier de Breteuil, [Le prince
de Mantoue et sa cour] [1684], in «Le magasin de librairie», 12, 1860, p. 288; [P. Litta],
Ottoboni di Venezia; Varano di Camerino, Milano, Giulio Ferrario, 1834, tav. IV.
24
Cfr. C. Cottafavi, L’ordine cavalleresco del Redentore, Mantova, R. Accade-
mia Virgiliana, 1935; Angiolini, I cavalieri e il principe, cit.; P. Bianchi, La corte dei
Savoia: disciplinamento del servizio e delle fedeltà, in I Savoia: i secoli d’oro di una
dinastia europea, a cura di W. Barberis, Torino, Einaudi, 2007, pp. 139-140; Raviola,
Il Monferrato gonzaghesco, cit., pp. 408-413. Per una ricostruzione comparativa e di
lungo periodo è utile Cavalieri: dai Templari a Napoleone, a cura di A. Barbero e A.
Merlotti, Milano, Electa, 2009: ampio catalogo della mostra allestita presso la Reggia
di Venaria (28 novembre 2009-2 maggio 2010). Cfr. inoltre AST, Corte, Materie po-
litiche per rapporto all’interno, Lettere di particolari, D, m. 22, Giovanni Girolamo
D’Oria del Maro a Carlo Giuseppe Vittorio Carron di San Tommaso, Torino 21.II.1678;
T, m. 1, fasc. 1696-97: Tana (marchese) governatore e comandante generale in Savoia,
nn. 32 e 34, Carlo Giambattista Tana d’Entracque a Vittorio Amedeo II di Savoia e
a Carlo Giuseppe Vittorio Carron di San Tommaso, Chambéry 5.I.1697.
25
Cfr. Bianchi, La corte dei Savoia, cit., in partic. pp. 156-161.
l’uomo di corte italiano 103
26
AST, Corte, Materie politiche per rapporto all’interno, Lettere di particolari,
P, m. 65, Giacinto Antonio Ottavio Provana di Druent a Vittorio Amedeo II di Sa-
voia, s.l. 9.X.1684. Cfr. altresì ivi, a Carlo Emanuele II di Savoia, ricevuta il 4.V.1671.
Il conte Giacinto Antonio Ottavio Provana di Druent (1652-1727) è dal 1680 genti-
luomo di camera e primo scudiere del duca di Savoia. Arrestato nel 1682 per com-
plicità in una congiura di palazzo volta a esautorare la duchessa reggente Maria Gio-
vanna Battista, è liberato quattro anni più tardi. La restituzione alla grazia sovrana è
completa nel 1690, allorché Vittorio Amedeo II lo crea gran mastro della guardaroba.
27
Cfr. AST, Corte, Materie politiche per rapporto all’interno, Lettere di parti-
colari, V, m. 7, Carlo Francesco Valperga di Masino a Vittorio Amedeo II di Savoia,
Milano 20.V.1701. Anche il conte Carlo Francesco Valperga conte di Masino (ca.
1656-1715), come Provana di Druent, diviene gentiluomo di camera e primo scudiere
del duca di Savoia nel 1680. La posizione di amante di Madama Reale Maria Gio-
vanna Battista tuttavia gli costa, irreparabilmente, la disgrazia sovrana con la salita al
potere di Vittorio Amedeo II nel 1684. Per le sventure del conte di Masino cfr. M.
Grosso - M.F. Mellano, Su una vicenda di Carlo Francesco Valperga conte di Ma-
sino, nel volume degli stessi autori Spunti e profili nella storia del Piemonte nei se-
coli XVII e XVIII, Torino, Pietro Ramondini, 1961, pp. 73-81.
28
«Tanti, e tanti uomini grandi … vendettero la propria libertà per comperare a
prezzo tanto rigoroso quelle dignità nelle corti, che la formassero [la nobiltà] più il-
lustre»: Mantova, Biblioteca Comunale Teresiana, ms. 683 (F.II.29), A. Gonzaga di
Vescovato, Pareri cavallereschi, sec. XVII, Parere XXXX, p. 385.
104 alessandro cont
29
Archivio di Stato di Verona, Archivio Malaspina, b. LXXVI, n. 1061, Asca-
nio Andreasi a Ippolito Malaspina, Mantova 3.VI.1694.
30
Cfr. rispettivamente [P. Litta], Gonzaga di Mantova, Milano, Giulio Ferra-
ris, 1835, IV, tav. XIX; A. Manno, Il patriziato subalpino: notizie di fatto storiche,
genealogiche, feudali ed araldiche desunte da documenti, secc. XIX-XX, vol. XXI, p.
91, http://www.vivant.it/pagine/patri.php. A riguardo dell’alleanza tra le case Gon-
zaga e Canossa cfr. pure ASRE, Archivio Turri (Canossa), m. 50, Testamento di Bar-
bara Rangoni Canossa, Reggio 23.X.1685. Per le espressioni citate cfr. invece AST,
Corte, Materie politiche per rapporto all’interno, Lettere di particolari, D, m. 23, Gio-
vanni Battista D’Oria di Cirié a Carlo Giuseppe Vittorio Carron di San Tommaso,
Mantova 27.XI.1687.
31
ASMn, AG, ser. F.II.8, b. 2815, fasc. II, c. 673r, da Mantova 24.IX.1685.
l’uomo di corte italiano 105
32
Cfr. J.C. Waquet, La corruzione: morale e potere a Firenze nei secoli XVII e
XVIII [1984], trad. di M.P. Lunati Figurelli, Milano, Mondadori, 1986; Frigo, Prin-
cipe, cit.; G. Tocci, Il ducato di Parma e di Piacenza tra Sei e Settecento, in Elisabetta
Farnese, cit., pp. 13-30; A. Cont, «Sono nato principe libero, tale voglio conservarmi»:
Francesco II d’Este (1660-1694), in «Memorie scientifiche, giuridiche, letterarie», Acca-
demia Nazionale di Scienze Lettere e Arti di Modena, ser. 8, 12, 2009, 2, pp. 407-459;
Id., Servizio al principe, cit.; Bianchi, Al servizio del principe, cit. Le parole citate pro-
vengono da ASFi, Archivio Mediceo del Principato, filza 1084, c. 181r, Bruto Anni-
baldi della Molara a Cosimo III de’ Medici, Ancona 18.XI.1673. Cfr. anche ASMo,
ASE, Cancelleria, Raccolte e miscellanee, Carteggi e documenti di particolari, b. 449,
Fermo Antonio Crotti a Rinaldo d’Este, Carceri della cittadella di Reggio 28.VIII.1691;
b. 1311, Ernesto Sessi di Rolo a Francesco II d’Este, Casa 14 e 15.II.1688.
33
Frigo, Principe, cit., p. 9.
34
Cfr. G. Santini, Lo Stato Estense tra riforme e rivoluzione: lezioni di storia
del diritto italiano, ed. riveduta e ampliata, Milano, Giuffrè, 1987, p. 44; D. Frigo,
L’affermazione della sovranità: famiglia e corte dei Savoia tra Cinque e Settecento,
in «Familia» del principe e famiglia aristocratica, a cura di C. Mozzarelli, Roma, Bul-
zoni, 1988, I, in partic. pp. 295-308; Id., Principe, cit., pp. 119-166; C. Stango, Le
corti ducali (1630-1675), in Storia di Torino, IV: La città fra crisi e ripresa (1630-1730),
a cura di G. Ricuperati, Torino, Einaudi, 2002, pp. 503-511, http://www.museoto-
rino.it/resources/pdf/books/145/files/assets/common/ downloads/publication.pdf; M. Gen-
tile, La corte di Maria Giovanna Battista, ivi, pp. 513-524; H. Chauvineau, Nella
camera del granduca (1590-1660), in Vivere a Pitti, cit., pp. 69-108; Id., La cour des
Médicis (1543-1737), in Florence et la Toscane XIVe-XIXe siècle: les dynamiques d’un
État italien, a cura di J. Boutier et alii, Rennes, Presses universitaires de Rennes, 2004,
p. 292, http://www.storiadifirenze.org/pdf_ex_eprints/16-Chauvineau_ La_cour.pdf; A.
Cont, Ascanio Gonzaga di Vescovato, cit., pp. 182-191; Id., Servizio al principe, cit.
106 alessandro cont
35
Cfr. ASOB, AFFB, Sez. III: Wicardel di Fleury, Beaufort e Trivero, fald. 5,
fasc. 139, Donazione di un palazzo a Torino fatta da Cristina di Francia a France-
sco Giuseppe Wicardel di Fleury e Beaufort, Torino 9.VI.1657; G. Maggiali, Rag-
guaglio delle nozze delle maestà di Filippo Quinto, e di Elisabetta Farnese nata prin-
cipessa di Parma re cattolici delle Spagne…, Parma, Stamperia di S.A.S., 1717, p. 51.
Cfr. inoltre Merlotti, L’enigma delle nobiltà, cit., p. X; Id., Patriziato, «nobiltà ci-
vile», feudalità: le declinazioni del ceto dirigente monregalese fra Sei e Settecento, nel
volume curato dallo stesso autore Nobiltà e Stato in Piemonte: i Ferrero d’Ormea:
atti del convegno Torino-Mondovì, 3-5 ottobre 2001, Torino, Zamorani, 2003, pp.
105-106.
36
Cfr. ASMo, Archivio camerale, Camera ducale estense, Contabilità e uffici par-
ticolari, Bolletta dei salariati, n. 189, cc. 10r, 115r, 116r (per i Molza); [P. Litta],
Strozzi di Firenze, Milano, Giulio Ferrario, 1839, II, tav. XIV; Manno, Il patriziato
subalpino, cit., XXX, pp. 24-33; G. Fiori, Scotti, in Le antiche famiglie di Piacenza
e i loro stemmi, Piacenza, TEP, 1979, p. 392; O. Guaita, Villa Strozzi a Begozzo,
Firenze, Cesati, 1993, pp. 13-20; C. Melloni, Il Ceto dirigente Modenese dal XV
al XVIII secolo: composizione e dinamiche sociali, in Al Governo del Comune: tre-
milacinquecento modenesi per la Comunità locale dal XV secolo ad oggi, a cura di
M. Cattini, Modena, Archivio storico, Assessorato alla cultura e beni culturali, 1996?,
p. 63 (per la rappresentanza dei Molza nel consiglio della città di Modena); V. Pin-
chera, Lusso e decoro: vita quotidiana e spese dei Salviati di Firenze nel Sei e Set-
tecento, Pisa, Scuola Normale Superiore, 1999.
37
Cfr. ASMo, ASE, Cancelleria, Sezione estero, Carteggi con principi esteri, Ita-
lia, Firenze, b. 1161, n. 136, Ferdinando de’ Medici a Rinaldo d’Este, Firenze 10.V.1710.
l’uomo di corte italiano 107
38
Cfr. F. Martelli, «Nec Spes Nec Metus»: Ferrante Capponi, giurista ed alto
funzionario nella Toscana di Cosimo III, in La Toscana nell’età di Cosimo III, cit.,
pp. 137-163; Merlotti, L’enigma delle nobiltà, cit., in partic. pp. 5-6, 9. A propo-
sito della militanza di Carlo Maria Vialardi nell’esercito cesareo cfr. ASMn, AG, ser.
E.II.3, b. 502, fasc. 1666-1675: diversi, n. 21, Annibale Gonzaga a Carlo Maria Via-
lardi, Vienna 2.VI.1668. Nel contributo di Bianchi, Al servizio del principe, cit., pp.
156-162, si analizzano alcuni aspetti dell’attività di casa Vialardi in campo politico e
diplomatico alle dipendenze del duca di Mantova. Per ulteriori notizie cfr. ASMn,
Documenti patrii raccolti da Carlo d’Arco, nn. 214-220, C. d’Arco, Annotazioni ge-
nealogiche di famiglie mantovane…, sec. XIX, VII, pp. 296-298.
39
Cfr., a titolo esemplificativo, Biblioteca Estense Universitaria di Modena, ms.
D.1.7 (Camp. 1201), G. Franchini, Cronaca modonese: preceduta da diverse notizie
storiche della città di Modena dalla sua fondazione in avanti…, ms., sec. XVIII, I,
pp. 356-359, 470-471; ASP, Casa e Corte Farnesiana, ser. II, b. 33, fasc. 2, minuta di
attestato di Tommaso Saladini, vescovo di Parma, relativo alla celebrazione del ma-
trimonio di Francesco II d’Este con Margherita Maria Farnese, [1692] (da cui la ci-
tazione); ASRE, Archivio dell’Opera Pia Conservatorio della Concezione, Carte della
famiglia Scaruffi, Carteggio (1539-1727), m. 139/42-3, Alfonso Scaruffi allo zio An-
tonio, Modena 22.II e 30.VII.1698. Sul tema dello spettacolo nelle corti italiane del
Barocco cfr. G. Cirillo - G. Godi, Il trionfo del Barocco a Parma nella feste far-
nesiane del 1690, presentazione di P.L. Pizzi, saggi di G. Marchetti e G.N. Vetro, s.l.,
Banca emiliana, 1989; Musica in torneo nell’Italia del Seicento, a cura di P. Fabbri,
Lucca, Libreria musicale italiana, 1999; A. Jarrard, Architecture as performance in
seventeenth-century Europe: court ritual in Modena, Rome, and Paris, Cambridge-
New York, Cambridge University Press, 2003; Feste barocche: cerimonie e spettacoli
alla corte dei Savoia tra Cinque e Settecento, a cura di C. Arnaldi di Balme e F. Va-
rallo, Cinisello Balsamo (MI), Silvana, 2009; E. Fumagalli, Duchi e granduchi: re-
lazioni diplomatiche e artistiche tra Modena e Firenze (1600-1658), in La corte estense,
cit., pp. 327-337.
40
Cfr. A. Merlotti, Una «muta fedeltà»: le cerimonie di baciamano fra Sei e
Ottocento, in Le strategie dell’apparenza, cit., p. 111.
108 alessandro cont
41
Cfr. ASP, Casa e Corte Farnesiana, ser. II, b. 33, fasc. 12, Relazione della vi-
sita fatta dal serenissimo signor duca di Parma in Cremona alla maestà del cattolico
re Filippo V, ms., [1702].
42
Cfr. A. Cont, Sotto tutela: il sovrano bambino in Italia (1659-1714), in «Ri-
vista storica italiana», 2, 2012, pp. 565-566. Per le parole citate cfr. ASFi, Archivio
Mediceo del Principato, filza 1084, c. 769r, Cosimo III de’ Medici a Bruto Annibaldi
della Molara, Villa dell’Ambrogiana 25.XI.1673.
43
Cfr. ASMn, AG, ser. F.II.8, b. 2815, Appendice al fasc. II, c. 3, frammento di
lettera, senza firma e indirizzo, [1685]; b. 2816, fasc. IV, c. 3r, Romualdo Vialardi a
Ferdinando Carlo Orsati, Mantova 11.I.1686; AST, Corte, Materie politiche per rap-
porto all’interno, Cerimoniale, Venezia, m. 3, fasc. 4, Relatione succinta del viaggio
in Ittalia fatto nell’anno 1687 dal gloriosissimo Vittorio Amedeo II duca di Savoia,
prencipe di Piemonte, re di Cipro ecc., ms., [1687].
44
Cfr. M. Fantoni, La corte del Granduca: forme e simboli del potere mediceo
fra Cinque e Seicento, Roma, Bulzoni, 1994, p. 65; Merlotti, Una «muta fedeltà»,
cit., p. 102. Le citazioni, riferite alle residenze mantovane del marchese Odoardo Va-
lenti Gonzaga e di Ferdinando Sordi, vengono da ASRE, Archivio Turri (Canossa),
m. 69/I, [Nota delle principali famiglie di Mantova], ms., prima metà del sec. XVIII.
l’uomo di corte italiano 109
Tra Sei e Settecento una nobiltà quale quella fiorentina, dal passato
sovente bancario e mercantile, ravvisa nella reggia granducale uno spa-
zio istituzionale e sociale attraverso cui attingere a una cultura ari-
stocratica elegante e cavalleresca45. Proiettando quindi la dimensione
della corte sin dentro le loro dimore, nel 1713 il marchese Riccardi,
il duca Strozzi, il marchese Giugni e il duca Salviati compiono tra
loro quasi una gara festosa per intrattenere degnamente con ricevi-
menti e balli il principe ereditario Federico Augusto di Sassonia nel
corso del suo soggiorno a Firenze46.
La più praticabile informalità e disinvoltura nei rapporti con il
monarca che è consentita da simili circostanze conviviali costituisce
tuttavia uno degli elementi che favoriscono la costruzione di fortune
individuali e familiari. Fortune che sono altrimenti condizionate dai
filtri dell’apparato istituzionale e dalle remore frapposte da una rigida
etichetta visualizzata, per esempio, nell’enfilade delle anticamere di Pa-
lazzo Pitti a Firenze e di Palazzo Reale a Torino47. A motivo di sa-
gaci raccomandazioni, di un talento dispiegato pubblicamente, talora
approfittando della venalità di determinate cariche o comunque delle
maggiori opportunità di contatto tra sovrano e sudditi entro stati ter-
ritoriali dalla ridotta estensione geografica, nell’Italia delle dinastie re-
gnanti si offrono concreti presupposti che consentono a un numero
selezionato di individui dalla nascita non particolarmente altolocata di
assicurarsi ruoli di rilievo nelle corti principesche.
Non necessariamente questi personaggi dalle eccezionali vicende
biografiche conoscono bene il Cortigiano di Castiglione, si ispirano ai
Consigli cavallereschi di Birago, si commuovono ascoltando Corneille
e Racine o si edificano leggendo Francesco di Sales. Piuttosto, Gio-
vanni Battista Truchi a Torino e Francesco Feroni a Firenze riescono
45
Cfr. Angiolini - Boutier, Noblesses de capitales, cit., pp. 70-75.
46
Cfr. ASMo, ASE, Cancelleria, Sezione estero, Carteggio ambasciatori, Italia,
Firenze, b. 72, fasc. 20, Ippolito Antonio Bagnesi a Rinaldo d’Este, Firenze 24.I, 7,
14, 21.II.1713.
47
Cfr. Fantoni, La corte del Granduca, cit., pp. 51-76; S. Bertelli, Palazzo
Pitti dai Medici ai Savoia, in La Corte di Toscana dai Medici ai Lorena: atti delle
Giornate di studio, Firenze, Archivio di Stato e Palazzo Pitti, 15-16 dicembre 1997,
a cura di A. Bellinazzi e A. Contini, Roma, Ministero per i beni e le attività cultu-
rali. Direzione generale per gli archivi, 2002, pp. 21-22, http://www.archiviodistato.fi-
renze.it/nuovosito/fileadmin/template/allegati_media/libri/corte_toscana/Corte_Ber-
telli.pdf; S. Tofani, Composizione e cerimoniale della corte medicea (1650-1670), in
Vivere a Pitti, cit., pp. 117-124; P. Cornaglia, Il teatro della corte e del cerimoniale:
il Palazzo Reale di Torino, in Le strategie dell’apparenza, cit., pp. 147-166. Inoltre,
cfr. Sabbadini, La grazia e l’onore, cit., pp. 207-213.
110 alessandro cont
48
Cfr. A. Magnaguti, Sordi, in Enciclopedia storico-nobiliare italiana: famiglie
nobili e titolate viventi riconosciute dal R. Governo d’Italia, compresi: città, comu-
nità, mense vescovili, abazie, parrocchie ed enti nobili e titolati riconosciuti [1928-
1936], rist. anastatica, Sala Bolognese (BO), Forni, 1981, VI, p. 378; P. Benigni, Fran-
cesco Feroni: da mercante di schiavi a burocrate nella Toscana di Cosimo III. Alcune
anticipazioni, in La Toscana nell’età di Cosimo III, cit., pp. 165-183; Id., Feroni, Fran-
cesco, in Dizionario Biografico degli Italiani, XLVI, Roma, Istituto della Enciclope-
dia Italiana, 1996, http://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-feroni_(Dizionario_Bio-
grafico)/; A. Bruschi, Giuliano Dami: aiutante di Camera del granduca Gian Ga-
stone de’ Medici, Firenze, Opus libri, 1997. Su Truchi cfr. C. Rosso, Uomini e po-
teri nella Torino barocca (1630-1675), in Storia di Torino, cit., pp. 38-46; e la voce di
P. Bianchi, Levaldigi, Giovanni Battista Truchi conte di, in Dizionario Biografico de-
gli Italiani, LXIV, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2005, http://www.trec-
cani.it/enciclopedia/giovanni-battista-truchi-conte-di-levaldigi_(Dizionario_Biografico)/.
49
Cfr. ASMo, ASE, Cancelleria, Raccolte e miscellanee, Carteggi e documenti di
particolari, b. 259, fasc. 13, Giuseppe Calvi a Foresto d’Este, Parma 11.VIII.1693. Sulla
figura di Calvi cfr. G. Drei, Calvi, in Enciclopedia storico-nobiliare italiana, cit., II,
p. 250; Cirillo e Godi, Il trionfo del Barocco a Parma, cit., pp. 139, 157-160, 224.
50
Cfr. F. Amadei, Cronaca universale della città di Mantova [sec. XVIII], ediz.
integrale, III, Mantova, C.I.T.E.M., 1956, p. 746; [L. Gualtieri], Vita di Gio. Ga-
stone I settimo ed ultimo Granduca della r. Casa de’ Medici: con la Lista dei Prov-
visionati di Camera, dal volgo detti Ruspanti [sec. XVIII, ediz. 1886], rist. anastatica,
Bologna, Forni, 1968.
l’uomo di corte italiano 111
51
Cfr. ASMo, ASE, Cancelleria, Sezione estero, Carteggio ambasciatori, Italia,
Firenze, b. 74, fasc. 13, Giovanni Giuseppe Cremona a Rinaldo d’Este, Firenze
15.III.1729. Inoltre, ivi, b. 74, fasc. 12, allo stesso, Firenze 7 e 21.XII.1728; fasc. 13,
Firenze 4 e 29.I, 8.II, 29.III, 3 e 24.V, 14.VI, 5.VII, 2, 16, 23, 30.VIII, 11.X, 6.XII.1729.
52
ASMo, ASE, Cancelleria, Sezione estero, Carteggio ambasciatori, Italia, Fi-
renze, b. 74, fasc. 12, Giovanni Giuseppe Cremona a Rinaldo d’Este, Firenze 7.XII.1728.
53
La citazione è tratta da AST, Corte, Materie politiche per rapporto all’interno,
Lettere di particolari, M, m. 65, Françoise Guillet de Monthoux Wicardel de Fleury
a Carlo Emanuele II di Savoia per la liberazione dal carcere del figlio Francesco Giu-
seppe Wicardel di Fleury e Beaufort, s.l. 7.I.1666.
54
Cfr. AST, Corte, Real casa, Tutele reggenze e luogotenenze generali, m. 5, fasc.
9, [J.M. De Lescheraine?], Mémoires de la régence de Marie Jeanne Baptiste duchesse
mère de Savoie et de la continuation de son gouvernement depuis la majorité du duc
son fils jusqu’à son mariage, ms., [1704-1705], pp. 43-49, a proposito di Giovanni Bat-
tista Truchi (1617-1698), dal 1673 primo presidente delle finanze e capo del consiglio
delle finanze e del consiglio delle fabbriche e fortificazioni del duca di Savoia. In me-
rito a prudenza e dissimulazione nelle corti d’Italia tra XVII e XVIII secolo cfr. Frigo,
Principe, cit., p. 277; Andretta, L’arte della prudenza, cit., pp. 63-104.
55
ASMo, ASE, Cancelleria, Sezione estero, Carteggi con principi esteri, Italia,
Firenze, b. 1161, nn. 44-46, Ferdinando de’ Medici a Rinaldo d’Este, Poggio a Caiano
29.X.1697 (da cui la citazione), Firenze 12.XI e 12.XII.1697.
112 alessandro cont
56
Cfr. ASMo, ASE, Cancelleria, Sezione estero, Carteggio ambasciatori, Italia,
Firenze, b. 74, fasc. 13, Giovanni Giuseppe Cremona a Rinaldo d’Este, Firenze 2 e
9.VIII.1729.
57
Cfr. ASP, Carteggio Farnesiano e Borbonico Estero, Spagna, b. 132, fasc. 1714,
c. 39r, da Madrid 31.XII.1714.
58
Cfr. ASMn, AG, ser. F.II.8, b. 2817, fasc. VI, c. 2, Ferdinando Cavriani a Fer-
dinando Carlo Orsati, Mantova 23.VI.1690; ASP, Carteggio Farnesiano e Borbonico
Estero, Spagna, b. 132, fasc. 1717, n. 8, Tiberio Carafa a Francesco Farnese, Girona
7.IX.1717. Inoltre cfr. P. Bianchi, Al servizio degli alemanni: militari piemontesi nel-
l’Impero e negli stati tedeschi fra Sei e Settecento, in Italiani al servizio straniero in
età moderna, a cura di Id. et alii, Milano, FrancoAngeli, 2008, p. 64; S. Tabacchi,
La Santa Sede, Alberoni e la successione di Parma, in Elisabetta Farnese, cit., p. 215.
Per le politiche nuziali delle stirpi regnanti dell’Italia d’età moderna si rimanda, tra i
molti studi, a Spagnoletti, Le dinastie italiane, cit., pp. 159-223; Id., Intrecci ma-
trimoniali tra Asburgo e casate principesche italiane tra XVI e XVIII secolo, in Le
corti come luogo di comunicazione, cit., pp. 17-37.
59
L’espressione citata proviene da ASP, Carteggio Farnesiano e Borbonico Estero,
Spagna, b. 132, fasc. 1716, c. 16r, Giulio Alberoni a Giovanni Francesco Bonomi,
Aranjuez 27.IV.1716.
l’uomo di corte italiano 113
60
Cfr. ASMo, ASE, Casa e Stato, Corte, b. 462, fasc. 1683-1688, Memoria della
nascita del prencipe di Galles figlio del re d’Inghilterra, e de’ corrieri spediti a Sua Al-
tezza Serenissima con tale avviso, ms., [1688]; ASP, Carteggio Farnesiano e Borbonico
Estero, Spagna, b. 133, fasc. 29, c. 9r, Giuseppe Maria Scotti di Vigoleno a Dorotea
Sofia di Neuburg, Siviglia 27.VII.1731; Cont, Educare alla e attraverso l’amicizia, cit.
(per Arrigoni). Forse deve essere un poco attenuato il giudizio espresso da A. Bian-
chi, Una rivalità di lungo periodo: i rapporti politico-diplomatici tra gli Este e i Gon-
zaga, in La corte estense, cit., p. 367. Giovanni Francesco Arrigoni (1670-1720), ac-
cettato nel 1685 come paggio dell’imperatrice vedova Eleonora Gonzaga d’Austria,
rientra a Mantova nel 1718 ormai fregiato del grado di generale di battaglia cesareo.
Invece Giovanni Corridori nel 1688 risulta ricoprire il posto di «paggio di camera del
re» Giacomo II d’Inghilterra, consorte della modenese Maria Beatrice d’Este. Cadetto
della prestigiosa famiglia dei marchesi Scotti di Vigoleno, il conte Giuseppe Maria ot-
tiene nel 1730 un colonnellato nelle truppe del re Filippo V di Spagna con la pro-
spettiva d’impiego onorevole presso la corte di Don Carlos in Italia.
61
Cfr. ASP, Carteggio Farnesiano e Borbonico Estero, Spagna, b. 132, fasc. 1716,
c. 28, Giulio Alberoni a Giovanni Francesco Bonomi, El Pardo 15.VI.1716.
62
Cfr. [A. Frizzi], Memorie storiche della nobile famiglia Bevilacqua, Parma,
Reale stamperia, 1779, passim; [P. Litta], Bevilacqua di Verona, Milano, Giulio Fer-
rario, 1852, tavv. V-VII; F. Calvi, Storia e genealogia della famiglia Trotti, in F. Ba-
gatti-Valsecchi et alii, Famiglie notabili milanesi: cenni storici e genealogici [1875-
1885], rist. anastatica, Bologna, Forni, 1969, I, tav. IV; C. Facchinetti Pulazzini,
Paleotti Lanzoni, in Enciclopedia storico-nobiliare italiana, cit., V, pp. 49-54.
63
Cfr. ASMn, AG, ser. F.II.8, b. 2817, fasc. X, c. 256, Clara Isabella Pallavicino
a Ferdinando Carlo Gonzaga-Nevers, Tabiano 9.XII.1690.
114 alessandro cont
64
Cfr. AST, Corte, Materie politiche per rapporto all’interno, Lettere di parti-
colari, V, m. 7, Carlo Francesco Valperga di Masino a Carlo Giuseppe Vittorio Car-
ron di San Tommaso, Milano 20 e 24.V, 3 e 10.VI.1701, 1 e 26.V, 15.XII.1702, 23.VI,
24.IX.1703, Masino 9.X.1703.
65
Cfr. ASMo, ASE, Cancelleria, Raccolte e miscellanee, Carteggi e documenti di
particolari, b. 449, Fermo Antonio Crotti a Rinaldo d’Este, Cremona 10 e 18.V.1692,
Villa Rocca 1.VII.1692. La citazione proviene da Archivio Storico del Castello di Ma-
sino, m. 856, fasc. 11406, Pirro Maria Gonzaga di Vescovato a Carlo Francesco Val-
perga di Masino, Milano 10.IX.1697.
66
ASMo, ASE, Cancelleria, Raccolte e miscellanee, Carteggi e documenti di par-
ticolari, b. 276, lettera a Cesare Ignazio d’Este, Mantova 25.X.1691.
67
Cfr. ASMn, AG, ser. E.XXI.3, b. 791, fasc. 1683: diversi, Luca Spinola a un
personaggio non identificato della corte mantovana, Genova 28.VI.1683; ASMo, ASE,
Cancelleria, Raccolte e miscellanee, Carteggi e documenti di particolari, b. 449, Fermo
Antonio Crotti a Rocco Lorenzotti, Reggio 14.XII.1688; ASMo, ASE, Cancelleria,
Sezione estero, Carteggi con principi esteri, Italia, Firenze, b. 1161, nn. 153-154, Gian
Gastone de’ Medici a Rinaldo d’Este, Firenze 7.XII.1733 e 5.I.1734. Sul tema in ge-
nere cfr. Spagnoletti, Stato, cit., p. 153; B.A. Raviola, Servitori bifronti: la nobiltà
del Monferrato fra Casale, Mantova e Torino, in L’affermarsi della corte sabauda,
cit., pp. 481-505; R. Sabbatini, La successione Farnese e le «turbolenze dell’Italia»
nelle relazioni dei diplomatici lucchesi, in Elisabetta Farnese, cit., p. 250.
l’uomo di corte italiano 115
68
Cfr. ASMn, AG, ser. E.XXI.3, b. 791.
69
Ivi, fasc. 1695: diversi, da Genova 24.I.1695. Ma cfr. anche, per contrasto, ivi,
fasc. 1707: diversi, Giovanni Battista Centurione a un personaggio della corte man-
tovana (il segretario di Stato Giuseppe Torri?), Genova 12.III.1707.
70
Cfr. Frigo, Principe, cit., pp. 41-42, 170; R. Musso, I feudi imperiali delle
Langhe tra Impero e Stato di Milano, in I feudi imperiali in Italia tra XV e XVIII
secolo: atti del Convegno di studi Albenga-Finale Ligure-Loano, 27-29 maggio 2004,
a cura di C. Cremonini e R. Musso, Roma, Bulzoni, 2010, pp. 67-120; B.A. Ra-
viola, Un complesso intreccio di giurisdizioni: i feudi imperiali del Monferrato gon-
zaghesco, ivi, pp. 175-198.
71
Archivio Carpegna - Scavolino, vol. Istromenti, n. 4, c. 362, Testamento del
conte Mario Carpegna figlio del conte Tomaso rogato li 3 giugno 1661. Per conte-
stualizzare cfr. T. di Carpegna Falconieri, I feudi imperiali ai confini fra Toscana
e Stato Pontificio (secoli XV-XVIII), in I feudi imperiali, cit., pp. 433-450.
72
Cfr. ASFi, Miscellanea Medicea, 33, ins. 3, c. 62r, Ferdinando Montichieri (?)
a Ferdinando II de’ Medici, con rescritto del 18.III.1650; Archivio Storico Civico di
Milano, Archivio Visconti di Saliceto, cart. 6, fasc. 2, n. 11, Ranuccio II Farnese a
116 alessandro cont
s. 11, 21, 1999, in partic. pp. 244-250; Tofani, Composizione e cerimoniale, cit., pp.
111-112; Bianchi, La corte dei Savoia, cit., p. 158.
76
Cfr. ASMo, ASE, Cancelleria, Raccolte e miscellanee, Carteggi e documenti di
particolari, b. 564, fasc. 13, in partic. Carlo Foschieri al fratello Guido, Moncalieri
10.X.1682, a Francesco II d’Este, con rescritto del 3.XI.1690, e a Rinaldo d’Este, To-
rino 26.II.1718 e 15.VIII.1733.
77
Cfr. ASMo, ASE, Cancelleria, Sezione estero, Carteggio ambasciatori, Italia,
Firenze, b. 74, fasc. 12, Giovanni Giuseppe Cremona a Rinaldo d’Este, Firenze
21.XII.1728; [Gualtieri], Vita di Gio. Gastone I, cit., pp. 27-28, 120.
78
Cfr. ASMn, AG, ser. F.II.7, b. 2335, Carlo Maria Vialardi a Bailardino Noga-
rola, Monaco di Baviera 4.IV.1685 (minuta), e a Ferdinando Carlo Gonzaga-Nevers,
Monaco di Baviera 13.IV.1685; ser. F.II.8, b. 2816, fasc. XI, cc. 16v, 54, Giuseppe Va-
rano di Camerino a Ferdinando Carlo Orsati, Venezia 5.III.1688, Mantova 6.XI.1688;
ASMo, ASE, Cancelleria, Raccolte e miscellanee, Carteggi e documenti di particolari,
b. 564, fasc. 13, Carlo Foschieri a un personaggio non identificato della corte mo-
denese, Torino 31.XII.1707, e a Rinaldo d’Este, Torino 13.VI.1711. Inoltre cfr. Bian-
chi, Al servizio degli alemanni, cit., pp. 62-70. Per la citazione riportata nel testo cfr.
ASP, Carteggio Farnesiano e Borbonico Estero, Spagna, b. 132, fasc. 1716, c. 19r,
Guillaume Daubenton a Dorotea Sofia di Neuburg, Aranjuez 6.V.1716.
79
«Il est assez beau de visage, à la tête belle, des cheveux cendrés, grands; mais
pour moi, je ne lui trouve pas la taille agréable; il ne paroît pas avoir beaucoup d’e-
sprit»: A.M.L. d’Orléans Montpensier, Mémoires [sec. XVII], Paris, Fontaine, 1985,
II, p. 79.
118 alessandro cont
80
Cfr. ASOB, AFFB, Sez. III: Wicardel di Fleury, Beaufort e Trivero, fald. 27,
fasc. 746, Patenti dell’imperatore Leopoldo I a favore di Francesco Giuseppe Wicar-
del di Fleury e Beaufort, s.l. 2.I.1692. Un profilo di Wicardel e della sua famiglia è
offerto da L. Gatto Monticone, E. Oberti e A. Zonato, Archivio Storico della
Famiglia Falletti di Barolo e famiglie collegate (1066-1906), t. II: Sezioni III-VII,
Cooperativa Culturalpe, Settembre 2012, inv. dattiloscritto consultabile presso l’O-
pera Barolo – Palazzo Barolo di Torino, pp. 33-34.
81
Cfr. ASOB, AFFB, Sez. III: Wicardel di Fleury, Beaufort e Trivero, fald. 2,
fasc. 66, copie dell’atto rogato a Vienna il 13.II.1693. Nondimeno, cfr. altresì ivi, fasc.
67, Rinuncia fatta da Ercole Giuseppe Ludovico Turinetti di Prié e da Eleonora di
San Martino di Parella Königsegg all’incarico di esecutori testamentari di Francesco
Giuseppe Wicardel di Fleury e Beaufort, Vienna 1.VIII.1693.
82
Cfr. D‘Arco, Annotazioni genealogiche, cit., II, p. 37 (per i marchesi Guidi
dei conti di Bagno); V, pp. 312-321 (per i marchesi Ballati Nerli); V. Spreti, Spreti
(Ramo di Baviera), in Enciclopedia storico-nobiliare italiana, cit., VI, pp. 453-457.
83
Sulle polisemie di «patria» e «fedeltà» nel sec. XVII cfr. R. Villari, Per il re
o per la patria: la fedeltà nel Seicento, Roma-Bari, Laterza, 1994; E. Irace, La no-
biltà bifronte: identità e coscienza aristocratica a Perugia tra XVI e XVII secolo, Mi-
lano, Unicopli, 1995; Patria und Patrioten vor dem Patriotismus: Pflichten, Rechte,
Glauben und die Rekonfigurierung europäischer Gemeinwesen im 17. Jahrhundert, a
l’uomo di corte italiano 119
Abstract
Tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo il servizio cortigiano pre-
stato ai principi secolari italiani offre molteplici opportunità di prestigio e
potere per gli uomini nobili della Penisola. In particolare, l’impiego a corte
risente dell’etica militare-cavalleresca che accomuna i duchi di Savoia (poi re
di Sardegna), Mantova, Parma e Modena e il granduca di Toscana alle anti-
che aristocrazie dei loro stati. Le più importanti cariche cerimoniali, politi-
che, militari e diplomatiche sono conferite prevalentemente a gentiluomini di
consolidata nobiltà e titolari di feudi. Tuttavia, l’esercizio ancora in larga mi-
sura personale e patrimoniale dell’autorità monarchica consente anche la no-
tevole ascesa a corte di alcuni homines novi: giuristi, finanzieri o avventu-
rieri. D’altra parte, la frequentazione e i contatti con le corti di stati diversi
è favorita dai rapporti dinastici tra casate sovrane, dalle parentele in ambito
nobiliare, dai vincoli di vassallaggio e dalla presenza di istituti educativi come
i collegi, le accademie cavalleresche e le paggerie.
In the late XVII and early XVIII century the courtier service rendered
to the Italian secular princes offers many opportunities of prestige and power
for the noble men of the Peninsula. In particular, the courtly employment
is influenced by the military-knightly ethic that unites the Dukes of Savoy
(later Kings of Sardinia), Mantua, Parma and Modena and the Grand Duke
of Tuscany to the ancient aristocracies of their states. The most prominent
ceremonial, political, military and diplomatic charges are conferred mainly
to gentlemen of consolidated nobility and holders of fiefs. However, the still
largely personal and patrimonial exercise of the monarchical authority also
allows the remarkable rise at court of some homines novi: lawyers, finan-
ciers or adventurers.. On the other hand, the attendance and the contacts
with the courts of different states is favored by the dynastic relations between
ruling houses, by the kinship among the nobility, by the bonds of vassalage
and by the existence of educational institutions such as colleges, knightly
academies and pageries.