Legò il suo nome a quello del Nancy e del Saint-Étienne, divenendo il giocatore-
emblema per entrambi i club, nonché della Juventus e della nazionale francese, di
cui è stato tra i principali artefici dei rispettivi successi degli anni 1980.[2]
Terminò la carriera a 32 anni, dopo aver conquistato numerosi trofei tra cui un
campionato francese, due campionati italiani e, ad eccezione della Coppa UEFA,
pressoché tutte le competizioni confederali all'epoca vigenti,[3][4] divenendo al
contempo cannoniere della Serie A ininterrottamente dal 1983 al 1985. Con la
nazionale transalpina ottenne piazzamenti di rilievo nelle competizioni
internazionali del decennio 1976-86, tra cui la vittoria del campionato d'Europa
1984 dove inoltre primeggiò nella classifica marcatori con 9 reti, che ne fanno il
migliore realizzatore in una singola edizione del torneo, e il terzo posto al
campionato del mondo 1986.
Steven George Gerrard (pron. ˈstiːvɨn ˈdʒɛrɑrd; Whiston, 30 maggio 1980) è un
allenatore di calcio ed ex calciatore inglese, di ruolo centrocampista, tecnico
dell'Aston Villa.
Ha esordito in Premier League nel 1998 e a livello internazionale nel 2000 con la
maglia dell'Inghilterra, tra i suoi trofei più importanti figurano le vittorie in
Champions League 2004-2005 e in Coppa UEFA 2000-2001. Dal 2003 al 2015 è stato il
capitano del Liverpool, club in cui ha militato sin dalle giovanili, per poi
trasferirsi ai Los Angeles Galaxy con i quali ha concluso la carriera alla fine del
2016. È primatista di reti (41) con il Liverpool nelle competizioni UEFA per club.
[3]
Il 29 dicembre 2006, per meriti sportivi, venne nominato dalla regina Elisabetta
membro dell'Ordine dell'Impero Britannico.[4]per i migliori giovani calciatori di
Francia. Allo stadio di Colombes c'era un vento cane. Non riuscii a toccare e a
giocare un solo pallone buono. Mi offrirono un biglietto per andare sulla Senna in
battello e uno per andare a vedere la Torre Eiffel. Gli altri ragazzi rimasero allo
stadio a giocare al calcio, a me consigliarono di fare il turista.»
Il giocatore fallì il provino nel concorso finale dei migliori giovani del 1969, ma
riuscì a farsi notare durante una partita di Coppa Gambardella dimostrando, all'età
di sedici anni, di essere un giocatore brillante, tanto da attirare le lusinghe
della rivale di quel match, il Metz 2. La prima volta rifiutò lo stage de
présélection offerto dal club granata; partecipò al secondo provino, dove però fu
scartato dopo essergli stata riscontrata una capacità polmonare molto bassa e
un'insufficienza cardiaca.[32]
Nancy
Platini nel 1975
Bocciato a Metz, lo richiedono il Sochaux, il Sedan e i belgi del Charleroi, ma
decide di andare al Nancy e nel settembre 1972 firma un contratto con Les chardons
(guadagnando 6.000 franchi al mese, più o meno 1,2 milioni di lire), iniziando a
giocare con la squadra riserve, dove conosce Jean-Michel Moutier, giovane portiere;
i due diventano rapidamente amici. Si fa notare con la seconda squadra segnando una
tripletta contro l'ASCA Wittelsheim. Grazie alle sue prestazioni, presto arriva in
prima squadra: il 2 maggio 1973 contro il Nîmes (vinta 3-1), all'età di diciassette
anni, indossando la maglia numero undici. In questa stagione segna 2 gol in 5
partite, contro il Sedan e l'Olympique Lione (vinta 4-2). Nella seconda annata,
1973-74, sigla solo 2 reti in 21 presenze e il Nancy retrocede per differenza reti.
[33] L'anno seguente, sempre con la stessa squadra, vince il Groupe Sud della
Division 2 e la finale di categoria contro il Valenciennes, vincitore del Groupe
Nord. Sempre in quest'annata il giocatore si fa notare con i suoi 17 gol in 33
partite di campionato, portando la sua squadra ai quarti della Coupe de France,
realizzando 13 marcature in 8 turni.
L'annata seguente alza da capitano la Coppa di Francia, dopo aver segnato il gol
con cui, nella finale del Parco dei Principi, il Nancy batte il Nizza per 1-0.[35]
La stagione 1978-1979, l'ultima con il club della Lorena, è travagliata: ritenuto
responsabile del fallimento ai Mondiali di Argentina 1978 dove la Francia era
uscita al primo turno, battuta dai padroni di casa e dall'Italia, rispettivamente
la vincitrice e la quarta classificata, viene fischiato dal pubblico; inoltre,
nella trasferta di Saint-Étienne si procura una triplice frattura del malleolo che
lo costringe a un'assenza dai campi di sei mesi.[36] Con 127 gol (in 215 partite,
media 0,59 gol a partita), Platini è comunque il migliore cannoniere nella storia
del Nancy.
Saint-Étienne
Il mancato approdo all'Inter
A fine anni 1970 Platini era già stato vicino all'approdo nel campionato italiano.
Nel febbraio 1978 il giocatore arriva a Milano in compagnia del dirigente
dell'Inter, Sandro Mazzola,[37] per firmare un precontratto.[38] Tuttavia il
francese non può raggiungere la Serie A nell'immediato per via del blocco agli
ingaggi verso gli stranieri,[37] sicché il club lombardo lo lascia libero di
trasferirsi nel frattempo al Saint-Étienne[39] dove rimane fino al 1982.
Arrivato in scadenza di contratto con les Verts, tuttavia, Platini si accorda con
la Juventus; il presidente interista Ivanoe Fraizzoli, stancatosi del lungo tira e
molla, aveva infatti definitivamente rinunciato al fantasista:[39] «avevo firmato
[...] ma le frontiere, dopo, sono rimaste chiuse. Quando le hanno riaperte [e] ho
potuto venire alla Juventus, per onestà ho chiamato l'Inter [...]: "ho dato la mia
parola quattro anni fa a voi, se mi volete sono sempre disposto". Mi hanno detto
che avevano già preso due giocatori e che, dunque, ero libero di fare quello che
volevo».[40]
Totalizza 145 partite e mette a segno 82 gol con la maglia del Saint-Étienne,
vincendo un titolo francese nel 1981, il decimo e, finora, ultimo del club.
Juventus
«L'ho preso per un pezzo di pane, diciamo che ci abbiamo aggiunto molto caviale, ma
se l'è meritato.»
(Gianni Agnelli[45])
1982-1983: capocannoniere della Serie A
Platini contribuisce quindi alla positiva seconda parte di stagione della Juventus,
seconda in Serie A dietro alla Roma scudettata. Realizza due dei tre gol con cui i
bianconeri s'impongono 3-0 nella finale di ritorno della Coppa Italia, dopo i tempi
supplementari, al Comunale di Torino sull'emergente Verona, ribaltando così lo 0-2
subìto nella finale di andata al Bentegodi di Verona e aggiudicandosi il trofeo. In
campo europeo, il francese permette ai bianconeri la vittoria contro i danesi
dell'Hvidovre e, in semifinale, contro i polacchi del Widzew Łódź, arrivando così a
giocarsi la Coppa dei Campioni nella finale di Atene, dove tuttavia la squadra
torinese viene battuta dall'Amburgo.
Invece in campo europeo, vince la prima e unica Coppa delle Coppe della sua
carriera, con 2 gol in 8 partite, battendo in finale 2-1 i lusitani del Porto. In
Coppa Italia termina con 3 gol in 7 partite, ma i bianconeri escono agli ottavi per
mano della rivelazione Bari, formazione di Serie C1 poi sorprendente semifinalista
dell'edizione.
Michel conquista il suo primo Pallone d'oro nel 1983, battendo con 110 preferenze
lo scozzese Kenny Dalglish, del Liverpool campione d'Europa, che raccoglie 26
preferenze.
ntra inoltre nella ristretta cerchia dei calciatori con almeno 1000 presenze in
carriera ed è l'unico italiano insieme a Gianluigi Buffon a farne parte.