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perepollo per tuttiMichel François Platini (Jœuf, 21 giugno 1955) è un dirigente

sportivo, allenatore di calcio ed ex calciatore francese, di ruolo centrocampista.

Legò il suo nome a quello del Nancy e del Saint-Étienne, divenendo il giocatore-
emblema per entrambi i club, nonché della Juventus e della nazionale francese, di
cui è stato tra i principali artefici dei rispettivi successi degli anni 1980.[2]
Terminò la carriera a 32 anni, dopo aver conquistato numerosi trofei tra cui un
campionato francese, due campionati italiani e, ad eccezione della Coppa UEFA,
pressoché tutte le competizioni confederali all'epoca vigenti,[3][4] divenendo al
contempo cannoniere della Serie A ininterrottamente dal 1983 al 1985. Con la
nazionale transalpina ottenne piazzamenti di rilievo nelle competizioni
internazionali del decennio 1976-86, tra cui la vittoria del campionato d'Europa
1984 dove inoltre primeggiò nella classifica marcatori con 9 reti, che ne fanno il
migliore realizzatore in una singola edizione del torneo, e il terzo posto al
campionato del mondo 1986.
Steven George Gerrard (pron. ˈstiːvɨn ˈdʒɛrɑrd; Whiston, 30 maggio 1980) è un
allenatore di calcio ed ex calciatore inglese, di ruolo centrocampista, tecnico
dell'Aston Villa.

Giocatore di caratura mondiale, è considerato da molti uno dei centrocampisti più


forti della storia del calcio.[2]

Ha esordito in Premier League nel 1998 e a livello internazionale nel 2000 con la
maglia dell'Inghilterra, tra i suoi trofei più importanti figurano le vittorie in
Champions League 2004-2005 e in Coppa UEFA 2000-2001. Dal 2003 al 2015 è stato il
capitano del Liverpool, club in cui ha militato sin dalle giovanili, per poi
trasferirsi ai Los Angeles Galaxy con i quali ha concluso la carriera alla fine del
2016. È primatista di reti (41) con il Liverpool nelle competizioni UEFA per club.
[3]

In Nazionale vanta la partecipazione ai campionati d'Europa del 2000, del 2004 e


del 2012, nonché al campionato del mondo 2006, al campionato del mondo 2010 e al
campionato del mondo 2014.

Il 29 dicembre 2006, per meriti sportivi, venne nominato dalla regina Elisabetta
membro dell'Ordine dell'Impero Britannico.[4]per i migliori giovani calciatori di
Francia. Allo stadio di Colombes c'era un vento cane. Non riuscii a toccare e a
giocare un solo pallone buono. Mi offrirono un biglietto per andare sulla Senna in
battello e uno per andare a vedere la Torre Eiffel. Gli altri ragazzi rimasero allo
stadio a giocare al calcio, a me consigliarono di fare il turista.»

Grazie anche all'ambiente sportivo famigliare (Francesco gestisce il Caffè dello


Sport, mentre Aldo allena il Jovicienne), Michel coltivò il suo amore per tutti gli
sport, soprattutto quello che lo appassionava di più: il calcio.[30] A undici anni,
Platini trova un posto nelle giovanili dell'AS Jœuf, il Jovicienne, di cui il padre
è allenatore.[31] Nel giorno del debutto, 1º settembre 1966, segna due gol
all'Homécourt. Su consiglio del padre, si concentrò nell'affinamento di
fondamentali quali l'anticipo e le punizioni di prima.

Il giocatore fallì il provino nel concorso finale dei migliori giovani del 1969, ma
riuscì a farsi notare durante una partita di Coppa Gambardella dimostrando, all'età
di sedici anni, di essere un giocatore brillante, tanto da attirare le lusinghe
della rivale di quel match, il Metz 2. La prima volta rifiutò lo stage de
présélection offerto dal club granata; partecipò al secondo provino, dove però fu
scartato dopo essergli stata riscontrata una capacità polmonare molto bassa e
un'insufficienza cardiaca.[32]

Nancy
Platini nel 1975
Bocciato a Metz, lo richiedono il Sochaux, il Sedan e i belgi del Charleroi, ma
decide di andare al Nancy e nel settembre 1972 firma un contratto con Les chardons
(guadagnando 6.000 franchi al mese, più o meno 1,2 milioni di lire), iniziando a
giocare con la squadra riserve, dove conosce Jean-Michel Moutier, giovane portiere;
i due diventano rapidamente amici. Si fa notare con la seconda squadra segnando una
tripletta contro l'ASCA Wittelsheim. Grazie alle sue prestazioni, presto arriva in
prima squadra: il 2 maggio 1973 contro il Nîmes (vinta 3-1), all'età di diciassette
anni, indossando la maglia numero undici. In questa stagione segna 2 gol in 5
partite, contro il Sedan e l'Olympique Lione (vinta 4-2). Nella seconda annata,
1973-74, sigla solo 2 reti in 21 presenze e il Nancy retrocede per differenza reti.
[33] L'anno seguente, sempre con la stessa squadra, vince il Groupe Sud della
Division 2 e la finale di categoria contro il Valenciennes, vincitore del Groupe
Nord. Sempre in quest'annata il giocatore si fa notare con i suoi 17 gol in 33
partite di campionato, portando la sua squadra ai quarti della Coupe de France,
realizzando 13 marcature in 8 turni.

Nella stagione 1976-1977 raggiunge il quarto posto in campionato — il migliore


piazzamento dal passaggio al professionismo del club, avvenuto nel 1967 —, giocando
tutte le partite di campionato (38) e mettendo a segno 25 gol, arrivando così
secondo nella classifica marcatori, dietro all'argentino Carlos Bianchi. In
quest'annata Platini subisce un infortunio nell'incontro vinto 4-1 contro il Laval,
in cui peraltro aveva messo a segno una tripletta; ritorna in campo due settimane
dopo. A fine stagione firma il suo primo contratto da giocatore professionista, che
lo lega al Nancy per altri due anni. Nel 1977 arriva terzo nella classifica del
Pallone d'oro, dietro al danese Allan Simonsen e all'inglese Kevin Keegan.[34]

L'annata seguente alza da capitano la Coppa di Francia, dopo aver segnato il gol
con cui, nella finale del Parco dei Principi, il Nancy batte il Nizza per 1-0.[35]
La stagione 1978-1979, l'ultima con il club della Lorena, è travagliata: ritenuto
responsabile del fallimento ai Mondiali di Argentina 1978 dove la Francia era
uscita al primo turno, battuta dai padroni di casa e dall'Italia, rispettivamente
la vincitrice e la quarta classificata, viene fischiato dal pubblico; inoltre,
nella trasferta di Saint-Étienne si procura una triplice frattura del malleolo che
lo costringe a un'assenza dai campi di sei mesi.[36] Con 127 gol (in 215 partite,
media 0,59 gol a partita), Platini è comunque il migliore cannoniere nella storia
del Nancy.

Saint-Étienne
Il mancato approdo all'Inter
A fine anni 1970 Platini era già stato vicino all'approdo nel campionato italiano.
Nel febbraio 1978 il giocatore arriva a Milano in compagnia del dirigente
dell'Inter, Sandro Mazzola,[37] per firmare un precontratto.[38] Tuttavia il
francese non può raggiungere la Serie A nell'immediato per via del blocco agli
ingaggi verso gli stranieri,[37] sicché il club lombardo lo lascia libero di
trasferirsi nel frattempo al Saint-Étienne[39] dove rimane fino al 1982.

Arrivato in scadenza di contratto con les Verts, tuttavia, Platini si accorda con
la Juventus; il presidente interista Ivanoe Fraizzoli, stancatosi del lungo tira e
molla, aveva infatti definitivamente rinunciato al fantasista:[39] «avevo firmato
[...] ma le frontiere, dopo, sono rimaste chiuse. Quando le hanno riaperte [e] ho
potuto venire alla Juventus, per onestà ho chiamato l'Inter [...]: "ho dato la mia
parola quattro anni fa a voi, se mi volete sono sempre disposto". Mi hanno detto
che avevano già preso due giocatori e che, dunque, ero libero di fare quello che
volevo».[40]

Alla scadenza del contratto, si trasferisce al Saint-Étienne, la squadra più


titolata in patria.
L'obiettivo dell'acquisto di Michel era vincere una coppa europea ma, nonostante
qualche acuto, come la vittoria per 6-0 contro gli olandesi del PSV al Geoffroy
Guichard nel 1979, o quella sui tedeschi d'Occidente dell'Amburgo (5-0) al
Volksparkstadion nel 1980 e, sempre nella stessa stagione, il 7-0 sia al Geoffroy
Guichard che al Magnum Areena contro i finlandesi del KuPS, il Saint-Étienne non
supera mai i quarti di finale.

In campionato, invece, il fantasista vince il torneo del 1981. In quest'annata è


dura la lotta contro il Nantes, che non molla Les Verts fino all'ultima di
campionato giocata contro il Bordeaux, dove Platini si rivela fondamentale: al 25'
apre le marcature con un tiro-cross rasoterra, e al 41' raddoppia con un colpo di
testa; Bernard Lacombe, a 10' dal termine, accorcia le distanze, firmando il 2-1.
[41] In Coupe de France sigla 5 reti in 10 presenze, raggiungendo la finale contro
il Bastia, persa per 2-1.[42]

La stagione seguente, l'ultima con il club della Loira, arriva secondo in


campionato, dopo una dura lotta contro il Bordeaux e il Monaco. Quest'ultimo club,
alla 32ª giornata diventa primo in classifica, resistendo poi agli attacchi di
Sainté e Girondins assicurandosi il quarto titolo all'ultima giornata, vincendo di
misura in casa contro lo Strasburgo. Platini arriva terzo nella classifica dei
cannonieri (22 gol), dietro all'argentino Delio Onnis (29 gol) e al polacco Andrzej
Szarmach (24 gol).[43] Nella stessa annata il Saint-Étienne arriva in finale della
Coupe de France contro il Paris Saint-Germain, dove Platini ha un ruolo
fondamentale: dapprima al 76' risponde al ciadiano Toko che al 58' aveva siglato il
vantaggio parigino, e poi al 99' porta la sua squadra in vantaggio: all'ultimo
minuto del secondo tempo supplementare, Rocheteau ristabilisce la parità, mettendo
a segno il 2-2 e portando la sfida ai tiri di rigore, dove il PSG vince 6-5.[44] In
Coppa dei Campioni i Verdi si fermano al turno preliminare, a opera dei tedeschi
d'Oriente della BFC Dynamo.

Totalizza 145 partite e mette a segno 82 gol con la maglia del Saint-Étienne,
vincendo un titolo francese nel 1981, il decimo e, finora, ultimo del club.

Juventus
«L'ho preso per un pezzo di pane, diciamo che ci abbiamo aggiunto molto caviale, ma
se l'è meritato.»

(Gianni Agnelli[45])
1982-1983: capocannoniere della Serie A

Da destra: gli juventini Brio, Platini, Cabrini e Tardelli in campo per la


semifinale di andata della Coppa dei Campioni 1982-1983 contro il Widzew Łódź.
Nel 1982 si trasferisce in Italia, prelevato dalla Juventus pochi giorni dopo la
conclusione dell'acquisto del polacco Zbigniew Boniek; questa scelta, avallata
personalmente dal patron bianconero Gianni Agnelli (il quale era riuscito a farsi
lasciare il giocatore dal RC France, di proprietà del "collega" Jean-Luc Lagardère,
con cui stava per firmare),[46] obbliga la società torinese a privarsi
dell'irlandese Liam Brady, a causa della norma che all'epoca permetteva la presenza
in una squadra di Serie A di massimo due stranieri.[47] Il cartellino di Platini
viene pagato 250 milioni di lire.[47] L'esordio con i bianconeri avviene nella
partita di Coppa Italia pareggiata 1-1 contro il Catania, il 18 agosto 1982. Il suo
primo gol arriva contro il Cesena. Inizialmente non è in buona condizione,[26] ma
nel girone di ritorno dell'annata 1982-1983 le sue prestazioni vanno in crescendo
e, con 16 gol, è capocannoniere del campionato;[26] allo stesso tempo si sviluppa
l'intesa con Boniek, che il talento francese serve con aperture, lanci lunghi e
passaggi filtranti.[26]

Platini contribuisce quindi alla positiva seconda parte di stagione della Juventus,
seconda in Serie A dietro alla Roma scudettata. Realizza due dei tre gol con cui i
bianconeri s'impongono 3-0 nella finale di ritorno della Coppa Italia, dopo i tempi
supplementari, al Comunale di Torino sull'emergente Verona, ribaltando così lo 0-2
subìto nella finale di andata al Bentegodi di Verona e aggiudicandosi il trofeo. In
campo europeo, il francese permette ai bianconeri la vittoria contro i danesi
dell'Hvidovre e, in semifinale, contro i polacchi del Widzew Łódź, arrivando così a
giocarsi la Coppa dei Campioni nella finale di Atene, dove tuttavia la squadra
torinese viene battuta dall'Amburgo.

1983-1984: vittoria della Coppa delle Coppe

Una famosa immagine di Platini, vanamente contrastato dall'avellinese Vullo nel


campionato 1983-1984.
Nell'annata successiva inizia con una doppietta nella prima di campionato contro
l'Ascoli, vinta 7-0.[48] In questo torneo segna un maggiore numero di gol: 20 in 28
presenze, cifra con cui vince il duello a distanza per il titolo di capocannoniere
con il brasiliano Zico (19 reti), giunto quell'anno in Italia nelle file
dell'Udinese. A fine stagione, grazie anche al bottino sottoporta di Platini, la
Juventus vince il campionato italiano, il primo per il francese.

Invece in campo europeo, vince la prima e unica Coppa delle Coppe della sua
carriera, con 2 gol in 8 partite, battendo in finale 2-1 i lusitani del Porto. In
Coppa Italia termina con 3 gol in 7 partite, ma i bianconeri escono agli ottavi per
mano della rivelazione Bari, formazione di Serie C1 poi sorprendente semifinalista
dell'edizione.

Michel conquista il suo primo Pallone d'oro nel 1983, battendo con 110 preferenze
lo scozzese Kenny Dalglish, del Liverpool campione d'Europa, che raccoglie 26
preferenze.
ntra inoltre nella ristretta cerchia dei calciatori con almeno 1000 presenze in
carriera ed è l'unico italiano insieme a Gianluigi Buffon a farne parte.

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