Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
R I V I STA DI FILOLOG IA
E AN TI C HITÀ E G E E
© COPYRIGHT BY FABRIZIO SERRA EDITORE, PISA · ROMA
Per uso strettamente personale dell’autore. È proibita la riproduzione e la pubblicazione in open access.
For author’s personal use only. Any copy or publication in open access is forbidden.
Rivista annuale · A Yearly Journal
Marie-Louise Nosch (København) · Oswald Panagl (Salzburg) · Anna Panayotou (Lef kosia)
Jean-Claude Poursat (Clermont-Ferrand) · Françoise Rougemont (Paris)
Carlos Varias Garcia (Barcelona) · Maria Vlazaki (Chania) · Yannis Tzedakis (Athina)
Frederik M. J. Waanders (Amsterdam) · Peter Warren (Bristol)
Per uso strettamente personale dell’autore. È proibita la riproduzione e la pubblicazione in open access.
For author’s personal use only. Any copy or publication in open access is forbidden.
PASIPHAE
R I V I S TA DI F ILO LO GIA
E A NTI CH ITÀ EGEE
© COPYRIGHT BY FABRIZIO SERRA EDITORE, PISA · ROMA
XV
(2 021)
PIS A · RO MA
FABRIZ IO SE RRA E DITO RE
MMXXI
Per uso strettamente personale dell’autore. È proibita la riproduzione e la pubblicazione in open access.
For author’s personal use only. Any copy or publication in open access is forbidden.
pasiphae.libraweb.net · www.libraweb.net
*
Amministrazione e abbonamenti
Fabrizio Serra editore
Uffici di Pisa : Via Santa Bibbiana 28, I 56127 Pisa,
*
Autorizzazione del Tribunale di Pisa n. 30 del 28 dicembre 2001
Direttore responsabile : Lucia Corsi
A norma del codice civile italiano, è vietata la riproduzione, totale o parziale (compresi estratti, ecc.),
di questa pubblicazione in qualsiasi forma e versione (comprese bozze, ecc.), originale o derivata,
e con qualsiasi mezzo a stampa o internet (compresi siti web personali e istituzionali, academia.edu, ecc.),
elettronico, digitale, meccanico, per mezzo di fotocopie, pdf, microfilm, film, scanner o altro,
senza il permesso scritto della casa editrice.
Under Italian civil law this publication cannot be reproduced, wholly or in part (including offprints, etc.),
in any form (including proofs, etc.), original or derived, or by any means : print, internet (including personal
and institutional web sites, academia.edu, etc.), electronic, digital, mechanical, including photocopy, pdf, microfilm,
film, scanner or any other medium, without permission in writing from the publisher.
*
Proprietà riservata · All rights reserved
Copyright 2021 by Fabrizio Serra editore, Pisa · Roma.
Fabrizio Serra editore incorporates the Imprints Accademia editoriale,
Edizioni dell’Ateneo, Fabrizio Serra editore, Giardini editori e stampatori in Pisa,
Gruppo editoriale internazionale and Istituti editoriali e poligrafici internazionali.
*
issn print 1974-0565
e-issn 2037-738x
Per uso strettamente personale dell’autore. È proibita la riproduzione e la pubblicazione in open access.
For author’s personal use only. Any copy or publication in open access is forbidden.
SOMMARIO
actes du colloque international
« l ’ écriture entre mésopotamie, égypte et égée
discours d ’ ouverture
Gianni Canova, Rettore dell’Università IULM, Milano 19
Gianni Puglisi, Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Università IULM,
Milano 20
Giovanna Rocca, Pro-Rettore alla Ricerca dell’Università IULM, Milano 21
Leopoldo Gamberale, già Direttore del Dipartimento di Studi Greco-Latini, Italiani,
Scenico-Musicali, Sapienza Università di Roma 22
Anna Sacconi, Sapienza Università di Roma 24
Mario Negri, Università IULM, Milano 25
communications
Boris Alexandrov, From Sign to Sound : Orthographic Evidence on the Prosody of Akkadian
Prepositions 29
Maria Giovanna Biga, The Diffusion of Cuneiform Writing in Syria in the Third Millennium
BC 49
Grégory Chambon, Écrire et (se) représenter les nombres en Mésopotamie 63
Matilde Civitillo, R.E.A.D.I.N.G. Cretan Hieroglyphic inscriptions on seals 83
Stefano de Martino, The Origin of the Hittite Cuneiform and the Invention of the Hiero-
glyphic Luwian Writing 109
Jean-Marie Durand, L’objet-tablette cunéiforme 117
Giulio M. Facchetti, Sematogrammi nelle scritture lineari, fra iconismo e fonetismo. Aspetti
teorici e definitòri 127
Georgia Flouda, Alessandro Greco, Paleografia e grafologia. I primi risultati di uno studio
integrato sulle tavolette in lineare B di Knossos (The pa-i-to epigraphic project) 141
Georgia Flouda, Alessandro Greco, Erika Notti, The pa-i-to epigraphic web project,
www.paitoproject.it 165
Louis Godart, Anna Sacconi, I supporti della scrittura e i noduli a base piatta nel mondo egeo 169
Michaël Guichard, Histoire de l’écriture cunéiforme : la formation de la cursive paléo-babylo-
nienne 173
Erik Hallager, The Minoan Roundel - its function, seals and inscriptions 189
Mario Negri, « Che cosa ci diranno queste tavolette ? » : prime indagini negli archivi roveretani
Per uso strettamente personale dell’autore. È proibita la riproduzione e la pubblicazione in open access.
For author’s personal use only. Any copy or publication in open access is forbidden.
8 sommario
Alessandro Roccati, La visione del linguaggio come riferimento per l’origine e lo sviluppo
della scrittura in Egitto 241
Glenn M. Schwartz, Non-Cuneiform Writing at Third-Millennium Umm el-Marra, Syria :
et tablettes 279
© COPYRIGHT BY FABRIZIO SERRA EDITORE, PISA · ROMA
Per uso strettamente personale dell’autore. È proibita la riproduzione e la pubblicazione in open access.
For author’s personal use only. Any copy or publication in open access is forbidden.
SEMATOGRAMMI NELLE SCRITTURE LINEARI,
FRA ICONISMO E FONETISMO.
ASPETTI TEORICI E DEFINITÒRI
Giulio M. Facchetti
Abstract · Sematograms in linear scripts, between iconicity and phoneticity. Theory and definitions · The wide-
spread occurrence of sematograms in the Cretan Linear scripts is of utmost relevance for the study of
the writing systems of the ancient Mediterranean and the overall history of writing. In fact, Linear A and
© COPYRIGHT BY FABRIZIO SERRA EDITORE, PISA · ROMA
Linear B are non-sematographic writing systems, but they are clearly phonographic, syllabic type systems ;
in this context, the sematographic resource develops flourishingly, as an auxiliary system in accounting
texts, within which it is included for the purpose of “short writing”, aimed at simplifying the process of
recording vast amounts of information ; such information was related to well-defined economic and legal
relationships among the citizens of the ancient, Minoan and Mycenaean, palatial society. This special fea-
ture of Linear A and B is oftentimes underestimated by those who are not deeply acquainted with such
writing systems ; nevertheless, it is a peculiar aspect of great theoretical significance, even more so in light
of the further characteristics observed in the adaptation process from the Minoan system to the Myce-
naean one. Focusing on A and B sets of sematograms, considered separately, it is worth pointing out that
the classification procedures necessarily stem from a preliminary analysis of the graphic expression plan,
which, in turn, requires a primary bipartition between the level of iconic and phonographic operativity. In
a few, rare instances, the two levels overlap, thus enabling us to shed major light on the origin of the syllabic
(Minoan) writing system, clearly of an acrophonic nature. Some particularly meaningful case studies will
be showcased and some important issues concerning the usefulness of the sematographic repertoire of
Linear A and B will be touched upon ; particular emphasis will be placed on the hermeneutics of the texts,
both prior to (e.g. in terms of document classification, i.e. topic identification), and after the decipherment
of Linear B.
Keywords · Linear B, Linear A, Writing Systems, Writing Theory, Syllabic Script, Sematograms.
ni) nelle scritture lineari A e B dell’antico Egeo. Come è noto la scrittura lineare A è un sistema
creato per trascrivere una lingua indigena di Creta (usualmente indicata come “minoico”), la
lineare B è invece l’adattamento della lineare A alla trascrizione di una nuova lingua, il greco
miceneo. Nel primo caso si ebbe la creazione di un nuovo sistema di scrittura improntato ad hoc
per la lingua minoica, nel secondo caso si ebbe un processo di copia – e adattamento – di modello
preesistente. 1
Per uso strettamente personale dell’autore. È proibita la riproduzione e la pubblicazione in open access.
For author’s personal use only. Any copy or publication in open access is forbidden.
128 giulio m. facchetti
A causa dello scarsissimo livello di decifrabilità dei segni fonetici, e per il rapporto di cogna-
zione parallela o indiretta (rispetto alle scritture lineari), escludiamo dalla presente trattazione il
caso del geroglifico cretese, per quanto il sistema di impiego dei sematogrammi riveli caratteri
assimilabili rispetto all’organizzazione testuale degli archivi A e B.
Di fronte alla presenza di un rilevante repertorio sematografico (sia in lineare A sia in B), 2
specialmente rivolgendoci a specialisti di scritture di altre grandi civiltà dell’Età del Bronzo (orien-
talisti, egittologi ecc.), è opportuno dare il massimo rilievo al fatto che il sematogramma nelle
scritture dell’Egeo ha una funzione ben diversa rispetto ai segni sematografici nelle scritture cu-
neiformi o geroglifica egiziana.
Tale differenza non è facilmente intuibile e definibile, in prospettiva teorica e con il dovuto
rigore, da parte di chi non abbia conoscenza diretta dei sistemi lineari A e B ed equivoci inversi
potrebbero insorgere perfino in micenologi ignari del funzionamento delle grandi scritture sema-
© COPYRIGHT BY FABRIZIO SERRA EDITORE, PISA · ROMA
Al primo gruppo appartengono tutti i più antichi sistemi di scrittura (ed oggi ancora il cinese
e il giapponese) : esso si caratterizza per l’impiego essenziale e sistematico in ogni genere di
testo, oltre che di fonogrammi (propri, come appena detto, di tutte le scritture come da noi
definite), anche di sematogrammi. Nelle scritture sematografiche il sematogramma è impie-
gato largamente (in misura peraltro proporzionalmente variabile da scrittura a scrittura) in
qualsiasi testo, assieme a fonogrammi trascriventi altre porzioni dello stesso testo o usati come
“complementi fonetici”, trascriventi cioè parti del significante fonico della parola codificata dal
sematogramma.
Nei sistemi del secondo gruppo, le scritture fonografiche, la trascrizione dell’enunciato avvie-
ne pressoché esclusivamente tramite fonogrammi, mentre i sematogrammi hanno un impiego
assolutamente non essenziale né estensivo, bensì marginale e limitato, per lo più, a certe tipologie
testuali. Si considerino, ad esempio, nel nostro sistema di scrittura alfabetico, i sematogrammi
rappresentati dalle cifre numeriche : essi possono comparire nei testi o essere sostituiti da fono-
grammi : in genere la trascrizione fonetica è segno di maggior accuratezza, salvo che per le date ;
2 Per maggiori dettagli sulle differenze organizzative dei due repertori sematografici, rimando all’intervento di Erika
Notti, all’interno del presente volume (vedasi anche, nello specifico, Marazzi 2016, p. 149 e passim, su cui torneremo tra
poco). 3 Facchetti 2009, cap. i e bibliografia ivi citata.
Per uso strettamente personale dell’autore. È proibita la riproduzione e la pubblicazione in open access.
For author’s personal use only. Any copy or publication in open access is forbidden.
sematogrammi nelle scritture lineari, fra iconismo e fonetismo 129
sematografici come le cifre è assolutamente prevalente : si tratta però di tipi di testo molto parti-
colari.
L’importanza di tali considerazioni teoriche di natura tipologica e il mantenimento di un’impo-
stazione tassonomica nell’analisi delle forme di scrittura 4 consente di fornire un modello esplica-
tivo semplice dei tratti di differente impiego delle unità sematografiche in diversi sistemi.
L’ignoranza di questi dati classificatori può causare fraintendimenti di notevole portata.
Si ricorderà come Arthur Evans, visto il gran numero di sematogrammi evidentemente indivi-
duabili combinatoriamente sulle tavolette, in base alla struttura testuale e al dato iconico dei gra-
femi, impostasse i suoi tentativi di decifrare la lineare B sull’erroneo presupposto che anche nelle
parole della lineare B potessero comparire componenti sematografiche, quali, per es., i determi-
nativi : tali sarebbero stati il segno della “doppia ascia” per “sacro” e il segno del cosiddetto “trono
con scettro” per “reale” (oggi sappiamo trattarsi, rispettivamente, dei sillabogrammi per a ed o). 5
© COPYRIGHT BY FABRIZIO SERRA EDITORE, PISA · ROMA
Nell’identico errore (non tener conto del carattere di scrittura fonografica e non sematografica
delle scritture lineari A e B, ma lo stesso vale per il geroglifico cretese, come è eruibile combinato-
riamente, a prescindere dalla leggibilità) sono incorsi autori, non attendibili ma talora pubblicati
in sedi di prestigio, 6 o perfino colleghi in testi rilevanti sul geroglifico cretese. 7
Un altro esempio illuminante di come questi fraintendimenti si possano propagare anche in
testi scientifici è rappresentato dalla stupefacente analisi (leggibile in una monografia dedicata da
un linguista docente universitario al tema della scrittura) concernente le parole micenee per “ra-
gazzo” e “ragazza”, e (trascritte [KO-wo] e [KO-wa]), come sequenze risultanti “dalla
combinazione di un logogramma <KO> e da due sillabogrammi (<wa> e <wo>) per differen-
ziare il genere”. 8
Chiunque abbia una minima competenza di lineare B sa bene che un simile uso dei semato-
grammi non si riscontra affatto in quella scrittura e, soprattutto, sa bene che in questi due gruppi
il segno . non è affatto il sematogramma per “ragazzo”, ma semplicemente il fonogramma
(sillabogramma) per la sillaba ko.
I sematogrammi che compaiono dunque in lineare B (come in lineare A, del resto) sono posti
sempre in conclusione di gruppi di sillabogrammi, come annotazione chiarificatrice complemen-
tante o complementata. Ciò si capisce ancor meglio se si considera che nei testi non ammini-
strativi in lineare A (la lineare B, per inadeguatezza, più o meno consapevole, non poteva essere
efficacemente utilizzata fuori dall’ambito archivistico) la presenza dei fonogrammi è pressoché
esclusiva.
Ecco perché, come detto, le scritture lineari A e B, sul piano tipologico, si possono reputare
scritture fonografiche a tutti gli effetti (più precisamente scritture fonografiche sillabiche).
In sintesi perciò diremo che la lineare B è una scrittura sillabica risultante da un adattamento
imperfetto (sia sul piano del repertorio dei grafemi che su quello delle regole ortografiche) di un
modello preesistente (la lineare A). L’adozione della scrittura lineare B per notare il miceneo è
stata un’operazione limitata alle necessità contabili-amministrative dell’organismo centralizzato
palaziale : lo stesso sistema scrittorio è rimasto imperfetto, inadeguato per trascrivere un testo
greco in contesti diversi dalle notazioni archivistiche : in questo caso la cultura micenea, scelse,
per una sua particolare sensibilità, di continuare a “puntare” sull’antichissima tradizione orale
4 Una tassonomia simile a questa è contenuta in Sampson 1985 (logographic systems / phonographic systems ; la mia defi-
nizione di “scrittura” coincide con la superiore categoria dei glottographic systems di Sampson e ne esclude i sematographic
systems, piuttosto inquadrabili come prescritture o protoscritture) ; diverse impostazioni in Gelb 1963 e in De Francis
1989. Critiche ai modelli tassonomici in Harris 1986, 1995, 2000 : il problema di concepire la scrittura come un insieme di
singoli segni, invece che come segni funzionanti in un sistema, e la definizione troppo allargata o sfuggente del concetto
stesso di “scrittura” conducono a risultati non condivisibili ; della complessa questione ho trattato, in parte, nel capitolo i
di Facchetti 2009 ; qui torneremo sul punto solo nella misura in cui ciò sarà utile alla presente trattazione.
Per uso strettamente personale dell’autore. È proibita la riproduzione e la pubblicazione in open access.
For author’s personal use only. Any copy or publication in open access is forbidden.
130 giulio m. facchetti
per la trasmissione del suo sapere più sacro e venerato, restando così ancora per lunghi secoli una
cultura fondamentalmente testualizzata. 9
we cannot blame the Mycenaeans for not thinking up the alphabet. Writing for the Mycenaeans – at last
the writing which is preserved today – was to keep accounts, and Linear B was an efficient and convenient
system for this purpose, … it could have been used effectively for ‘higher’ literate purposes of the sort
represented in the Hittite corpus : ritual texts, legal texts, even official letters.
Un articolo di una firma eminente in campo micenologico (Duhoux 2000) ha sviluppato all’estre-
mo questa tendenza, arrivando a conclusioni addirittura paradossali, affermando che “il n’ya pas
la moindre raison positive de penser que le l(inéaire) A était, lui, mieux adapté à noter sa langue
que ne l’était le l(inéaire) B à noter le grec” (p. 47) e che, sotto determinati aspetti, il sistema di
scrittura della lineare B era “non pas inférieur, mais supérieur” alla lineare A (p. 48) e “incompa-
rablement supérieur” al sistema del sillabario cipriota classico (p. 46). In Facchetti 2002, cui ri-
mando, c’è un esame dettagliato di queste affermazioni che prendono per prove di inaccuratezza
dei dati ulteriori che dimostrano invece la superiore adeguatezza della lineare A e del sillabario
cipriota classico, rispetto alla lineare B, nel notare le lingue soggiacenti.
Sharypkin 2010 accetta le mie critiche a Duhoux, aggiungendo alcune sue precisazioni, e tut-
tavia conclude (p 220) :
Nonostante queste obiezioni – fatte da G. Facchetti e da me – vorrei sottolineare che in linea di principio
Y. Duhoux ha ragione quando caratterizza il livello dell’adeguatezza della lineare B alla notazione di testi
greci come approssimativamente uguale a quella del sillabario cipriota classico, ma questo livello è deter-
minato non soltanto dal grado della fedeltà fonologica della scrittura micenea sillabica (che è veramente
insufficiente) ma dall’uso di segni sematografici e soprattutto da fattori pragmatici e sociali.
Un più recente e articolato esempio di contestazione del carattere di “scrittura imperfetta” della
lineare B è rappresentato da Marazzi 2016 (significativamente intitolato Lineare B : sistema notazio-
nale inadeguato o sistema scrittorio strategico ?). In questo come in altri lavori Marazzi fornisce una
Insomma, sempre per seguire la vulgata, il sistema scrittorio Lineare B apparirebbe quale sistema sillabo-
grafico “incompiuto”, poco originale e certamente inadatto e incapace a esprimere la realtà linguistica gre-
ca contemporanea (glotticamente, beninteso !) ; in un certo senso perciò “primitivo”, rispetto al “moderno”
(ma in fondo già aristotelico e poi fondamentalmente saussuriano) concetto glottico di scrittura che richie-
de quale sua funzione preminente e qualificante quella di esprimere attraverso il segno grafico in forma più
fedele possibile e secondo un rigido schema biplanare di tipo dizionariale gli elementi fonici della lingua
9 Per l’opposizione tra culture testualizzate e grammaticalizzate, v. Lotman-Uspenskij 1973 ; Eco 1975.
Per uso strettamente personale dell’autore. È proibita la riproduzione e la pubblicazione in open access.
For author’s personal use only. Any copy or publication in open access is forbidden.
sematogrammi nelle scritture lineari, fra iconismo e fonetismo 131
parlata. Vedremo che tale assunto poco ha a che fare con l’effettiva funzionalità e capacità del fenomeno
scrittorio (e, nello specifico della Lineare B), le cui caratteristiche, al di là di qualsiasi concezione evoluzioni-
stica incentrata sulla fedeltà della resa glottica dell’ambiente linguistico nel quale trova applicazione, vanno
misurate non solo secondo una visione “integrata”, pertinente all’atto scrittorio in sé, ma al contempo
anche in relazione alle specifiche strategie messe in atto per la comunicazione del flusso informativo.
In merito Marazzi precisa dunque che la lineare B si sostanzia in un tipo di “letterarietà” stretta-
mente connessa con le necessità di una comunicazione “estremamente settoriale e specialistica”
(l’asserzione è ribadita in vari punti : cfr. pp. 153 s., 156, 157, 158, 164, 175). 10
Dunque, semplificando al massimo, secondo questa impostazione non sarebbe corretto defini-
re “scrittura imperfetta” (o simili) la lineare B, perché, tenuto conto degli aspetti grafici comple-
mentari (sematogrammi), dei moduli di mise en page, e dei dati di contesto (rete organizzativa di
scribi e archivi), l’effetto comunicativo voluto (“comunicazione specialistica”) era raggiunto con
© COPYRIGHT BY FABRIZIO SERRA EDITORE, PISA · ROMA
1. Nessuno ha mai dubitato che la lineare B fosse pienamente funzionale limitatamente allo scopo
“to keep accounts” (v. per es. Palaima-Sikkenga 1999 e Facchetti 2002, passim), dunque sottolinea-
re il carattere di “comunicazione specialistica” della lineare B è utile, senza necessità di insisterci
soverchiamente, come se fosse oggetto di discussione ;
3. La possibilità (teorica) di impiegare la lineare B per redigere testi più complessi e articolati (testi
rituali, legali, lettere ufficiali ecc. è un’affermazione priva di fondamento (che emerge in varia
misura negli autori esaminati fin qui a titolo esemplificativo, e in altri) e deriva proprio dalla non
piena e chiara consapevolezza del carattere fondamentalmente incompiuto del sistema scrittorio
della lineare B.
Per illustrare meglio il punto 3 vedremo per esempio che Marazzi 2016 (che per alcune asserzioni
si fonda forse troppo all’impostazione teorica di Roy Harris, non priva di criticità) afferma (p. 153)
che per la lineare B
le regole che sottendono alla sua significazione glottica, privilegiano la disambiguazione semantica dei
gruppi di segni sillabici che vanno a formare il patrimonio lessematico, tralasciando di marcarne (sem-
pre glotticamente) le caratteristiche morfosintattiche ; non esistono quindi editti, composizioni storiche o
trattati nella specifica “letterarietà” testimoniata dai documenti su tavoletta d’argilla in Lineare B, e ciò a
prescindere, contrariamente a quanto spesso erroneamente si è voluto affermare, dalle possibilità testuali
cui il sillabario B, in quanto sistema notazionale fonetico a base sillabica, sarebbe stato in grado di dar vita ;
dà luogo a un’esplicita morfosintassi, che appare interamente demandata sia all’organizzazione diagram-
matica dello scritto, sia alle implicite conoscenze di chi è preposto in un dato momento, in uno specifico
10 Il tipo di comunicazione specialistica cui ci si riferisce era finalizzata « to keep accounts », secondo la semplice for-
mulazione di Palaima, Sikkenga 1999. Secondo Marazzi 2016, poi, quando si dice che « la Lineare B è scrittura finalizzata
alle pratiche economico-amministrative dei centri di potere micenei si afferma qualcosa di pericolosamente inesatto » (p.
153, nt. 12). Premesso che è innegabile l’utilità e l’importanza di una ricostruzione dettagliata dei precisi tipi di rapporto
effettivamente registrati tramite il sistema archivistico miceneo (comunque operando su archivi più o meno gravemente
incompleti), mi sembra esagerato stigmatizzare un’espressione iperonimica come « pratiche economico-amministrative »,
Per uso strettamente personale dell’autore. È proibita la riproduzione e la pubblicazione in open access.
For author’s personal use only. Any copy or publication in open access is forbidden.
132 giulio m. facchetti
ufficio (di una sottintesa ditta), alla stesura del testo (e d’altra parte, anche il destinatario possiede tutte le
conoscenze per un’adeguata integrazione, lettura e comprensione del messaggio).
L’allusione a “possibilità testuali” del sillabario lineare B di più ampia portata (rispetto alle mere
notazioni contabili) “contrariamente a quanto spesso erroneamente si è voluto affermare” non
risulta compatibile con la (giusta) constatazione che una grande parte della morfosintassi resta
implicita, e non solo con riferimento a ruoli semantici inespressi, cioè sottintesi, ma, palesemen-
te, anche riguardo dall’omissione di marche morfologiche fondamentali, a causa del deficiente
sistema di notazione (repertorio di grafemi composto da sillabe aperte implicante, per esempio,
la mancata trascrizione di -s, -i, -n in fine di sillaba e di parola).
Nella stessa prospettiva Sharypkin 2010, commentando Duhoux 2000 asserisce :
Inoltre, l’autore ha ignorato nella sua analisi i segni ideografici e numerici che assumono funzioni molto
© COPYRIGHT BY FABRIZIO SERRA EDITORE, PISA · ROMA
importanti in testi della lineare B, in generale, e nella tavoletta Ta 641, in particolare. Come si sa bene, i se-
gni ideografici non esistevano nel sillabario cipriota classico. A differenza di quello, la lineare B non era una
scrittura sillabica per eccellenza. L’uso degli ideogrammi facilitava la lettura e la comprensione delle parole
scritte con sillabogrammi, colmando le debolezze della scrittura (p. 219) … Devo nondimeno sottolineare
che capisco bene e condivido l’idea principale di Y. Duhoux, che potrei a mia volta esprimere nel modo
seguente : ciascuna scrittura umana non è perfetta dal punto di vista ideale se questo ideale è inteso come
una trascrizione fonologica (p. 220) … Per concludere, vorrei sottolineare che non esiste una sola risposta
alla questione se l’una o l’altra scrittura sia perfetta o no, questo riguarda anche le scritture sillabiche gre-
che. Lo stesso sistema grafico può essere perfetto e adatto e nello stesso tempo imperfetto e poco adatto.
Perfetto per es. per chi scrive e non perfetto per chi legge (o al contrario), comodo per i nativi che usano la
loro propria lingua e scomodo per gli stranieri che imparano questa lingua, ecc. Anche la lineare B, essendo
ai suoi tempi uno strumento perfetto del controllo statale, senza nessun dubbio, corrispondeva pienamente
ai sui scopi. Ma la stessa scrittura è per noi largamente imperfetta – essa presenta uno stato linguistico che
potremmo designare come status interpretandus (p. 224).
In sintesi, da queste frasi emerge una certa esitazione nel respingere integralmente la tesi di
Duhoux 2000, e comunque nell’accettare consapevolmente lo status di “scrittura incompiuta”
della lineare B : in realtà la riflessione è in parte compromessa dalla mancanza di una netta e utile
definizione di scrittura “perfetta” o “compiuta”. Questa carenza altera la lettura degli elementi
disponibili, non consente un piano riconoscimento del dato statistico comparativo inoppugnabile
emergente dalla lineare A (v. infra) né di spiegare chiaramente perché il sillabario cipriota classico
sia sprovvisto di repertorio sematografico. Inoltre, facendo oscillare il concetto di “perfetto” tra
“perfezione ideale” (che non connoterebbe nessuna “scrittura umana”) e “perfezione del control-
lo statale” che sarebbe del tutto applicabile alla lineare B, si annulla completamente l’utilizzabilità
delle categorie antonimiche “scrittura perfetta (o compiuta)” / “scrittura imperfetta (o incom-
piuta)”, dissolvendo uno strumento essenziale per la classificazione e l’analisi teorica dello status
del sistema di notazione miceneo (cfr. l’espressione sibillina “a differenza [del sillabario cipriota
classico] la lineare B non era una scrittura sillabica per eccellenza”).
Per uso strettamente personale dell’autore. È proibita la riproduzione e la pubblicazione in open access.
For author’s personal use only. Any copy or publication in open access is forbidden.
sematogrammi nelle scritture lineari, fra iconismo e fonetismo 133
Delineiamo, a questo punto, 11 i requisiti basilari di un sistema scrittorio, che lo definiscono
come tale, distinguendolo da esperienze prescrittorie o non scrittorie :
2. relazione fissa tra segni scrittòri e forme linguistiche della lingua notata ;
senso stretto e totalmente estranea alla pittografia e alle esperienze prescrittorie in generale.
Importa inoltre porre in rilievo che una scrittura vera e propria si connota anche per la capa-
cità di notare adeguatamente qualsiasi enunciato della lingua soggiacente : altrimenti si è in
presenza di “scritture imperfette”, vale a dire fasi primordiali di sistemi di scrittura sorti ex novo
o ex nihilo (le protoscritture) o di adattamenti imperfetti di modelli preesistenti (ad esempio la
lineare B).
Il livello di ambiguità della scrittura può riguardare vari fenomeni attinenti il piano della nota-
zione.
I. Ipodifferenziazione grafica 12
Nell’alfabeto latino arcaico il fonogramma <C> era impiegato per notare /k/ e /g/, e il fatto
è notoriamente spiegabile tenendo conto che tale sistema scrittorio era risultante da successivi
adattamenti (a lingue diverse di modello preestistente : alfabeto consonantico fenicio/cananeo >
alfabeto greco > alfabeto etrusco > alfabeto latino arcaico). La corrispondenza originaria di tale
grafema, in relazione biunivoca con /g/, venne perturbata nella fase di adattamento alla trascri-
zione della lingua etrusca, in cui il tratto subfonematico di sonorità non era pertinente.
Come è noto nel repartorio grafematico del sillabario cipriota classico le serie sillabiche per le
occlusive sono impiegate per trascrivere, rispettivamente, sorda, sonora e aspirata, p- (per /p/,
/b/, /ph/) ; t- (per /t/, /d/, /th/) ; k- (per /k/, /g/, /kh/). Rispetto a questo sistema in lineare B
c’è una situazione in parte analoga, anche se meno ipodifferenziata : p- (per /p/, /ph/) ; 13 t- (per
glese sin, con /s/- ; raisin, con -/z/- ; vision, con -/ʒ/-.
11 Per una discussione dettagliata su questa prospettiva definitoria rimando a Facchetti 2009, p. 100.
12 Nei processi di creazione di sistema scrittorio, ex novo o per copia (e adattamento) di modello preesistente, può veri-
ficarsi, per varie ragioni, il caso contrario di iperdifferenziazione grafica, in cui vengono notati anche tratti subfonematici
non pertinenti (ad es. in latino arcaico <C> ~ <K> per [c] ~ [k], allofoni posizionali di /k/). L’iperdifferenziazione non
costituisce in sé un elemento cagionante ambiguità scrittoria.
13 Per la serie labiale esiste una questione di più complessa definizione, per cui qui mi limito a rinviare a Melena 1987
e Witzcak 1993.
14 Fenomeni di polifunzionalità e polifonia coinvolgono essenzialmente le scritture sematografiche, in cui, per ragioni
connesse alla storia del sistema scrittorio, vari sematogrammi, in contesti differenti, possono rappresentare concetti diffe-
renti oppure essere usati come fonogrammi con letture differenti.
Per uso strettamente personale dell’autore. È proibita la riproduzione e la pubblicazione in open access.
For author’s personal use only. Any copy or publication in open access is forbidden.
134 giulio m. facchetti
te” (nel senso di “incompiute”). La loro caratteristica comune, come accennato, è di difettare
nell’ambito del primo requisito impiegato per la definizione di “scrittura”, vale a dire che, tramite
questi sistemi imperfetti, non è possibile trascrivere in modo sufficientemente adeguato, o non
ambiguo, qualsiasi enunciato, ma soltanto alcuni tipi di enunciato.
Il primo tipo di scritture imperfette è costituito dalle cosiddette “protoscritture” o “scritture in
formazione”, termine su cui mi sono diffuso più tecnicamente in Facchetti 2009, cui rinvio.
Un secondo tipo di “scrittura imperfetta” è, poi, costituito dai casi di mancato perfezionamento
del processo di copia d’idea o di modello scrittorio preesistente, proprio come la lineare B, raro
esempio di scrittura imperfettamente adattata, nel senso che il primo requisito (possibilità di
notazione sufficientemente non ambigua) non è stato pienamente realizzato per la trascrizione
del greco nel processo di adattamento del modello preesistente (cioè la lineare A, che era invece
adeguata per la trascrizione della lingua “minoica” soggiacente).
Per la lineare B diremo che l’inadeguatezza a notare in modo sufficientemente non ambiguo
qualsiasi tipo di testo deriva non dalla carenze sul piano dell’ipodifferenziazione, ma su quello
dell’ellissi grafica che, in fase notazionale (mancata trascrizione della coda di sillaba e, per es., di
-s, -i, -n in fine di parola), comporta l’omissione di marche morfologiche fondamentali che avreb-
bero reso ingestibile il tentativo di dipanare la rete di ambiguità (ricostruzione delle funzioni sin-
tattiche, riconoscimento di lessemi omografi ecc.) in sede di prima decodifica di ipotetici lunghi
testi extra-archivistici.
che dal fatto che tali testi sarebbero stati “liberi” dagli ausilii disambiguanti specifici sviluppati
nella notazione dei documenti contabili-amministrativi : schemi/moduli ricorrenti ; contesto
stenografica.
Soltanto chi non ha idea di quale sia il preciso impiego dei sematogrammi nelle scritture vera-
mente sematografiche (cuneiforme, geroglifica egiziane, cinese, ecc.) può fantasticare circa un
possibile uso estensivo di sematogrammi in lineare B, fuori dai documenti contabili, per scrivere
lunghi testi.
15 L’iperrapresentazione grafica consiste, al contrario, in notazioni di elementi grafici senza corrispondenti fonici. Ta-
lora si tratta di ausili grafici che disambiguano, nello scritto, casi di omonimia (ad es. francese -e, -s o -nt, non più letti,
evidenti residui di fasi linguistiche precedenti in cui morfemi di genere, numero e persona verbale erano formalmente
distinti anche nel parlato, prima di ridursi a zero a causa del mutamento linguistico). Le categorie dei determinativi e dei
complementi fonetici delle scritture sematografica rientrano in questa fattispecie, quantunque essi servano a disambiguare
non solo casi di omonimia, ma, più frequentemente, casi di polifunzionalità o polifonia di specifici grafemi. Il fenomeno
dell’iperrapresentazione grafica riduce l’ambiguità delle notazioni fonografiche, e in esso rientra gran parte dell’uso dei
sematogrammi della lineare B.
Per uso strettamente personale dell’autore. È proibita la riproduzione e la pubblicazione in open access.
For author’s personal use only. Any copy or publication in open access is forbidden.
sematogrammi nelle scritture lineari, fra iconismo e fonetismo 135
La lineare B, come la lineare A, il sillabario cipriota e la nostra scrittura alfabetica, apparten-
gono alla categoria delle scritture fonografiche, in cui un certo insieme (più o meno ampio e
variegato) di sematogrammi può essere usato in testi specialistici in funzione complementare/
stenografica. Dunque, lo ribadiamo, non basta che una scrittura contenga sematogrammi perché
possa essere definita sematografica (altrimenti lo sarebbe anche la nostra che in certi contesti si
serve di <1, 2, +, =, #> ecc.), ma tali sematogrammi devono essere usati sistematicamente in
ogni tipo di contesto (fondamentalmente per trascrivere parole o radici lessicali).
Tale definizione, basata su una categorizzazione pragmatica, ma rigorosa, dei sistemi di scrit-
tura, è semplice, in conclusione, ed ha il pregio (anche rispetto ad altre tassonomie più celebrate
o “di moda”) di far emergere in controluce, con grande nettezza, i caratteri della peculiare natura
della scrittura lineare B e del ruolo che in essa svolge il repartorio sematografico, anche in con-
fronto con la lineare A e il sillabario cipriota classico.
© COPYRIGHT BY FABRIZIO SERRA EDITORE, PISA · ROMA
Quale prova positiva di questa effettiva indaguatezza (anche teorica) della lineare B a scrivere
ogni genere di testo (e non solo quelli contabili) daremo ai micenologi, e, specialmente, ai non
micenologi ?
Non è assolutamente necessario impegnarsi a costruire tabelle con confronti statistici speri-
mentali, che, richiedendo conoscenze tecniche sul funzionamento della lineare B sarebbero limi-
tate a chi ha pratica di micenologia (e in quest’ambito al numero più ristretto di chi ha altrettanto
interesse e conoscenze di teoria dei sistemi di scrittura).
Le prove di tale indeguatezza derivano da tre gruppi di dati :
16 Salvo forse un caso comunque di trascurabile estensione. Rimando ai dati presentati in Facchetti 2002, p. 141
sg., dato che le più recenti scoperte non hanno mutato la situazione : « I circa 6000 testi in LB (per la precisione 5904,
tavolette tebane comprese, secondo Bartonek 2003, p. 30) fino ad oggi riscoperti sono praticamente tutti di carattere
archivistico e contabile (le formule stereotipate delle iscrizioni dipinte su vaso non modificano l’asserzione), mentre in
LA (ci rifacciamo ai dati di GORILA 5, p. 126 sg., integrati da Owens 1997 [che aggiunge 55 nuove epigrafi, delle quali 8
tavolette, 11 tra noduli-sigilli-rondelle e 36 documenti non amministrativi]. Il totale di 1427 documenti di GORILA 5 è così
aumentato a 1482), si dispone di sole 326 tavolette contro ben 125 testi di carattere non amministrativo. Il dato è eclatante
e non impressiona di meno perfino se ai documenti amministrativi si assommano i 1031 noduli, sigilli e rondelle (anche
se in questo caso si tratta nella spesso di semplici sigle o segni isolati). Indipendentemente da ogni questione di decifra-
bilità, la più naturale e piana interpretazione di questi rimarchevoli dati consiste nel vedervi il riflesso di una maggiore
adeguatezza della LA per la notazione del minoico (in cui si potevano dunque scrivere anche documenti non contabili,
che risultavano molto ben comprensibili senza ideogrammi o schemi archivistici di supporto) rispetto alla LB per il greco
miceneo. Questa interpretazione è corroborata dall’ovvia constatazione (che nessuno si è mai sognato di contestare)
che la LA è il risultato di una creazione ad hoc per la lingua minoica, mentre la LB palesemente non è altro che un mero
adattamento (con qualche ritocco al repertorio grafematico) del sillabario minoico alla trascrizione del greco. Tali rifles-
sioni sono implicite nella molto fondata supposizione (che è poi un corollario della maggior adeguatezza della LA) che la
lingua minoica “may perhaps have resembled the Polynesian type, consisting mainly of open syllables, final consonants
being either absent or at least non significant, after the pattern of hula hula or kia ora, rather than that of κνώψ or Σφίγξ ”
Per uso strettamente personale dell’autore. È proibita la riproduzione e la pubblicazione in open access.
For author’s personal use only. Any copy or publication in open access is forbidden.
136 giulio m. facchetti
te per testi non contabili, di diversa natura, anche di notevole estensione (es. tavola bronzea
di Idalion). Come la lineare B il sistema cipriota trascrive una varietà di greco (lingua ricca di
sillabe chiuse e complesse). Il sillabario cipriota classico ci offre una prova concreta di come il
raggiungimento del grado di adeguatezza di una scrittura in senso proprio venga ottenuto con
l’introduzione di espedienti ortografici 17 in grado di cancellare gli effetti dell’ellissi grafica, che
colpisce la lineare B.
Di fronte a questi dati il rasoio di Occam impone : non ci sono (estesi) testi non amministrativi in
Lineare B perché la sua inadeguatezza notazionale (specialmente l’ellissi grafica, deficit di gravità
oggettivamente riscontrabile) ne avrebbe compromesso l’intellegibilità.
Contestare questa conclusione, asserendo che la lineare B avrebbe “teoricamente” potuto es-
sere adeguatamente impiegata per testi non amministrativi (eventualmente, o piuttosto necessa-
riamente, sorretta da speciali, quanto chimerici, nuovi sematogrammi, per superare le deficienze
© COPYRIGHT BY FABRIZIO SERRA EDITORE, PISA · ROMA
Per uso strettamente personale dell’autore. È proibita la riproduzione e la pubblicazione in open access.
For author’s personal use only. Any copy or publication in open access is forbidden.
sematogrammi nelle scritture lineari, fra iconismo e fonetismo 137
controllate) nei palazzi minoici ; nella maggiore frammentarietà degli archivi superstiti (per esem-
pio, a differenza di Hagia Triada e Zakro, l’archivio di Khanià conserva tavolette con segmenti
descrittivi di di una certa lunghezza : KH 5 ; 7 ; 10 ; e anche Festo ha restituito una tavoletta, PH 6,
composta solo da (5) parole, senza sematogrammi) ; una classe di scribi micenei saldamente an-
corata alla notazione specialistica/esclusiva del sistema palaziale (che era l’unico tipo di impiego
della lineare B), rispetto a una più vasta, e meno specializzata/esclusiva diffusione dell’uso della
scrittura in ambito minoico.
Spiegazioni analoghe servono a giustificare la maggiore estensione e la più complessa organiz-
zazione dei sematogrammi B rispetto agli A. 18
Del numero elevato e dell’impiego ricorrente dei sematogrammi B non si dà conto suppo-
nendo che la scrittura micenea fosse semi-sematografica (qualunque cosa possa intendersi con
espressioni simili), ma rammentando che essa limitò il suo uso alla sola funzione contabile-ammi-
© COPYRIGHT BY FABRIZIO SERRA EDITORE, PISA · ROMA
nistrativa, in cui l’insieme di elementi sematografici ausiliari svolgeva un ruolo chiave. In lineare
B troviamo poi enunciati descrittivi, con gli opportuni sematogrammi, e in contesti e moduli
determinati, perché in tal modo si temperava l’ambiguità derivante dall’inadeguatezza della no-
tazione fonetica e perché comunque la scrittura serviva solo lì.
Concentrandoci sugli insiemi dei sematogrammi A e B, separatamente considerati, osservia-
mo che le procedure di classificazione si sviluppano necessariamente da una previa analisi del
piano dell’espressione grafica, comportante una bipartizione primaria tra livello di operatività
iconica e livello di operatività fonografica. In alcuni rari casi i due livelli si sovrappongono e que-
sta specificità ci consente di aprire fondatamente uno scorcio sul momento genetico del sistema
scrittorio sillabico (minoico), palesemente di natura acrofonica.
I sematogrammi iconici (ossia disegni riconoscibili dal ductus, come figure umane, teste di
equini, o suini, tipi di piante, armi, vasellame ecc.) e aniconici sono anzitutto serviti, prima della
decifrazione della lineare B, come filtro per il raggruppamento delle tavolette micenee in sot-
togruppi omogenei (marcati da apposite sigle). Tale procedura permetteva di avere un’idea del
topic testuale della maggior parte delle tavolette anche prima della scoperta di Ventris. Per gli
archivi in lineare A, di assai minore vastità, non si è ricorsi a un simile sistema di etichettatura
delle tavolette, tuttavia anche l’ermeneusi dei testi minoici di natura contabile è grandemente
agevolata dalla presenza di sematogrammi.
I sematogrammi veri e propri (sia A sia B) si distinguono tra iconici e non iconici.
Il discrimine non è completamente rigoroso, e (per alcuni segni) la classificazione potrebbe
variare a seconda di valutazioni personali o nuove conoscenze acquisite.
In lineare B, per esempio, non c’è dubbio che un gruppo di segni sematografici, come *100
(VIR), *102 (MULier), *104 (CERVus), *105 (EQUus), *108 (SUS), *201 (TRIpus), *206 (HYDria), *208
(PATera), *209 (AMPHora), *212 (SITula), *215 (CALix), *230 (HASta), *231 (SAGitta), *234 (GLAdius),
243 (ROTA), possano essere unanimemente considerati iconici, nella misura in cui il loro ductus
figurativo consente una piana identificazione dell’oggetto referente.
In altri casi, come i segni per bovino (*109), grano (*120), olive (*122), fichi (*175), o per carro
con (*240) o senza (*241) ruote, il tratto iconico è di minore evidenza e può essere considerato
confermabile in una certa direzione interpretativa solo in virtù di confronti con postulati antece-
denti più iconici della tradizione scrittoria egea nel suo complesso (ci si riferisce specialmente al
geroglifico cretese) o in conseguenza ai dati emersi dopo la decifrazione.
C’è poi un gruppo di sematogrammi certamente aniconici, come quelli per ovino (*106), capri-
no (*107), bronzo (*140), oro (*141).
In lineare A la situazione è in parte analoga : iconismo certo per alcuni segni come quelli indican-
ti personale (*100-*102), suino (*85), vasellame (*400-*418), ruota (*77) ; riconoscibile con il supporto
di elementi confermatori aggiuntivi, come i segni per bovino (*23), grano (*120), orzo (*121), olive
(*122), fichi (*30). Ugualmente rappresentato un gruppo di sematogrammi (identificabili in base
al confronto con la lineare B) certamente aniconici, come quelli per ovino (*21) e caprino (*22).
Per uso strettamente personale dell’autore. È proibita la riproduzione e la pubblicazione in open access.
For author’s personal use only. Any copy or publication in open access is forbidden.
138 giulio m. facchetti
Pare che già in lineare A sia stato introdotto un sistema per differenziare, se necessario, il gene-
re naturale degli armenti, tramite la composizione tra elemento sematografico e sillabogramma
pa (per il genere maschile) oppure ti (per il genere femminile). Il tema pone dei punti di comples-
sità che non possiamo sviluppare qui, comunque, qualora questa impostazione si confermasse
come corretta, allora non sarebbe troppo temerario ipotizzare che la lingua “minoica” abbia con-
tenuto vocaboli per “maschio” e “femmina” inizianti, rispettivamente, con la sillaba pa e con la
sillaba ti. Tale espediente di differenziazione è recepito e diffusamente impiegato nei documenti
in lineare B.
La composizione tra sematogramma e segno sillabico era usuale per specificare una caratte-
ristica della merce registrata (vari sottotipi di bestiame, di cereali, di tessuti ecc.). Un esempio
chiaro è rappresentato, in lineare B da SUS+SI, laddove si è pressoché certamente abbreviazione
di gr. σίαλος “porco ingrassato” (è attestata anche la versione micenea, si-a2-ro, cioè sihalos).
© COPYRIGHT BY FABRIZIO SERRA EDITORE, PISA · ROMA
Si tratta di composizioni tra due o più sillabogrammi che trascrivevano la parola indicante
specifiche derrate ; per la lineare B, di cui conosciamo la lingua soggiacente, il fenomeno è effi-
cacemente illustrato da alcune fattispecie : ME+RI (cioè μέλι) “miele” ; A+RE+PA (cioè ἄλειφαρ)
“unguento”.
Questi monogrammi non sono, a rigore, annoverabili tra i sematogrammi, quantunque siano
usati, nelle strutture testuali contabili, in modo del tutto analogo ai sematogrammi.
Si tratta di veri e propri casi di stenografia, tramite i quali si risparmia spazio sulla tavoletta e
si economizza il tracciato, riducendosi la dimensione dei caratteri od offrendosi la possibilità di
condividere aste o tratti in comune tra più segni.
In lineare A il fenomeno dei monogrammi è molto più esteso che in lineare B, essendosi in
tal modo preservato un numero considerevole di termini vocabolariali minoici, relativi ad aree
semantiche circoscritte, talora delimitanti un significato preciso (v. Facchetti-Negri 2003, p. 70 ss.).
Un caso rimarchevole è costituito dal monogramma lineare B MA+RE “lana”, che rappresenta,
con ogni verosimiglianza, una sopravvivenza di lineare A MA+RU i cui contesti appoggiano un
significato “lana” (la sostituzione RU/RE è giustificata da somiglianza formale tra i due sillabo-
grammi e disattenzione degli scribi micenei per i quali il monogramma non era più leggibile in
termini di espressione linguistica corrente ; la parola minoica doveva suonare circa mallu, dato che
che effettivamente raffigura una piantina di fichi, era anche impiegato come fonogramma per
notare la sillaba ni. Ora, noi sappiamo, da una glossa, che il termine minoico per “fichi” era cir-
ca nikule ; 19 questa constatazione ci fornisce dunque uno spaccato sul processo di creazione del
sillabario minoico : il tracciato grafico, più o meno iconico o stilizzato, di un oggetto della real-
tà venne impiegato per trascrivere la sillaba iniziale della parola minoica che indicava l’oggetto
stesso (principio acrofonico della creazione dei sillabogrammi della lineare A). Un ragionamento
Per uso strettamente personale dell’autore. È proibita la riproduzione e la pubblicazione in open access.
For author’s personal use only. Any copy or publication in open access is forbidden.
sematogrammi nelle scritture lineari, fra iconismo e fonetismo 139
analogo si deve fare per il sillabogramma mu, usato anche come sematogramma, iconico, di “bo-
vino” (la parola minoica soggiacente, iniziante per mu-, ci è ignota, ma doveva, come si capisce,
essere di natura onomatopeica) o per il sillabogramma au, usato anche come sematogramma,
iconico, di “suino”.
La complessità della questione sta nel fatto che il collegamento tra grafema e impiego sema-
tografico è fondato sia su un riferimento acrofonico alla prima sillaba della parola minoica desi-
gnante l’oggetto, sia su un iconismo effettivo o virtuale/originario (anche i segni aniconici per
“ovino” / sillaba qi e “caprino” / sillaba bi ( ?), per cui vale lo stesso ragionamento, devono essere
stati creati in base a stilizzazioni di caratteri formali del referente, che risultavano originariamente
leggibili).
Il problema teorico di inquadramento tassonomico si pone specialmente per la lineare A, dato
che in lineare B, il mutamento della lingua, spezza di fatto il fondamento acrofonico dell’impiego
© COPYRIGHT BY FABRIZIO SERRA EDITORE, PISA · ROMA
sematografico (infatti il catalogo ufficiale del segnario della lineare B presenta, comprensibilmen-
te, una doppia numerazione per questi grafemi, a seconda dell’impiego come sillabogramma o
come sematogramma ; il sematogramma miceneo dei “fichi” è poi effettivamente connotato da
segno della ruota per ka, il segno della testa di felino per ma).
Quanto alla leggibilità della lineare A rinviamo a trattazioni approfondite (Facchetti-Negri
2003, pp. 29-64). Aggiungeremo in più che l’inadeguatezza e l’imperfezione della lineare B, ri-
confermata e ridimostrata con rigore e in dettaglio nel presente contributo, è una prova positiva
ulteriore che il modello preesistente (la lineare A) è stato adottato per una nuova lingua (il mice-
neo), con fonotassi ben diversa dal minoico, con minimi adattamenti, comportanti alcuni ritocchi
all’apparato dei sillabogrammi, e recependo pressoché in toto le norme ortografiche vigenti in
lineare A (es. regolare trascrizione dei dittonghi in -u ; regolare omessa trascrizione dei dittonghi
in -i, nonché di code sillabiche come -n, -s, -r), la cui operatività non comprometteva l’adeguata
notazione della lingua minoica (a sillabe prevalentemente aperte), mentre invece ostò al perfezio-
namento di un’appropriata notazione della lingua micenea (ricca di sillabe chiuse e complesse).
L’insieme dei sematogrammi in lineare B svolge un ruolo ancora più importante rispetto alla
lineare A, 20 cooperando, assieme ad altri fattori testuali e contestuali non meno decisivi, ai pro-
cessi di disambiguazione dell’incompiuta scrittura micenea nell’impiego specialistico, e limitato,
dell’attività contabile palaziale.
Nota bibliografica
Bartonek A., Handbuch des mykenischen Griechisch, Heidelberg 2003.
Chadwick J., The Decipherment of Linear B, Oxford 1967.
Consani C., “Regole grafiche, contesto e tipologia scrittoria. Considerazioni sull’ortografia dei testi in
lineare B e delle iscrizioni cipriote classiche”, Studi Classici e Orientali, 31, 1981, pp. 205-225.
20 L’ampliabilità potenziale del repertorio sematografico nelle scritture lineari, con l’introduzione di nuovi segni iconi-
ci, con finalità stenografiche o esplicative, non collide con il requisito n. 3 di § 3 (convenzionalità dei segni e sistema chiuso),
applicato alla definizione di scrittura, perché, come più volte ribadito, la risorsa sematografica, nelle scritture lineari A e
B, è un elemento complementare rispetto al nucleo grafematico effettivo, costituito dai sillabogrammi. Solo l’imperfetto
adattamento della lineare B giustifica il ruolo quasi indispensabile di tale risorsa, in funzione disambiguante, in quella
scrittura in sé imcompleta.
Per uso strettamente personale dell’autore. È proibita la riproduzione e la pubblicazione in open access.
For author’s personal use only. Any copy or publication in open access is forbidden.
140 giulio m. facchetti
Consani C., Negri M. (in collaborazione con F. Aspesi e C. Lembo), Testi minoici trascritti. Con interpretazi-
one e glossario a cura di Carlo Consani, Roma 1999.
Del Freo M., La scrittura lineare B, in Manuale di epigrafia micenea. Introduzione allo studio dei testi in lineare
B, 1, edd. M. Del Freo, M. Perna, Padova 2016, pp. 123-166.
De Francis J., The Diverse Oneness of Writing Systems, Honolulu 1989.
Duhoux Y., “Le linéaire B : una sténographie de l’âge du bronze”, Ziva Antika, 50, 2000, pp. 37-57.
141-147.
Facchetti G. M., Scrittura e falsità, Roma 2009.
Gelb I. J., A study of Writing, Chicago 1963.
Godart L., L’invenzione della scrittura dal Nilo alla Grecia, Torino 2006.
Godart L., Olivier J.-P., Recueil des inscriptions en linéaire A, 1-5, Paris 1976-1985.
© COPYRIGHT BY FABRIZIO SERRA EDITORE, PISA · ROMA
within and among Writing Systems, edd. P. Cotticelli-Kurras, A. Rizza, Wiesbaden 2016, pp. 143-179.
Melena J. L., On Untransliterated Syllabograms *56 and *22, in Tractata Mycenaea. Proceedings of the Eighth
International Colloquium on Mycenaean Studies, held in Ohrid, 15-20 September 1985, edd. P. H. Ilievski, L.
Crepajac, Macedonian Academy of Sciences and Arts, Skopje 1987, pp. 203-232.
Palaima Th. G., Sikkenga E., “Linear A > Linear B”, in Meletemata : Studies in Aegean Archaeology Pre-
sented to Malcolm H. Wiener as he enters his 65th year, edd. Ph. P. Betancourt, M. H. Wiener, Liège 1999,
pp. 599-608.
Polidoro P., Umberto Eco e il dibattito sull’iconismo, Roma 2012.
Sampson G., Writing Systems : A Linguistic Introduction, Stanford 1985.
Sharypkin S., “Alcune riflessioni sull’adeguatezza dii una scrittura largamente disadeguata”, Pasiphae, 3,
2009 [2010], pp. 216-224.
Ventris M., Chadwick J., Documents in Mycenean Greek, Cambridge 1956.
Witczak K. T., “A b-series in Linear B”, Kadmos, 32, 1993, pp. 162-171.
Per uso strettamente personale dell’autore. È proibita la riproduzione e la pubblicazione in open access.
For author’s personal use only. Any copy or publication in open access is forbidden.
comp osto in car atte r e s e r r a d a n t e d a l l a
fabrizio serr a e d i t or e , p i s a · r oma .
s tamp ato e r i l e g a t o n e l l a
tip og rafia di ag n an o, a g n a n o p i s a n o ( p i s a ) .
*
Gennaio 2021
(cz 2 · fg 3)
© COPYRIGHT BY FABRIZIO SERRA EDITORE, PISA · ROMA
www.libraweb.net
Per ricevere, tramite E-mail, periodicamente, la nostra newsletter/alert con l’elenco
delle novità e delle opere in preparazione, Vi invitiamo a sottoscriverla presso il nostro sito
Internet o a trasmettere i Vostri dati (Nominativo e indirizzo E-mail) all’indirizzo :
newsletter@iepi.it
*
Computerized search operations allow bibliographical retrieval of the Publishers’ works
(Online journals, journals subscriptions, orders for individual issues, series, books, etc.)
through the Internet website :
www.libraweb.net
If you wish to receive, by E-mail, our newsletter/alert with periodic information
on the list of new and forthcoming publications, you are kindly invited to subscribe it at our
web-site or to send your details (Name and E-mail address) to the following address :
newsletter@iepi.it
Per uso strettamente personale dell’autore. È proibita la riproduzione e la pubblicazione in open access.
For author’s personal use only. Any copy or publication in open access is forbidden.