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Troviamo due premesse metanarrative (La metanarrazione riguarda

genericamente un'opera letteraria nella quale per necessità stilistiche


interviene l'autore all'interno dello stesso testo che va componendo. Si verifica
così una narrazione che assume come proprio oggetto l'atto stesso del
raccontare, così da sviluppare un romanzo nel romanzo) e filosofiche.

La prima premessa funge da spiegazione del perché Mattia Pascal avesse deciso di
raccontare la sua storia e quindi la nascita del romanzo: la sua storia era assai più strana
e diversa da tutte le altre. Mattia Pascal descrive brevemente il suo ruolo da bibliotecario
e come ha ottenuto l’impiego a seguito della morte del conte Boccamazza che aveva
lasciato in eredità al comune tutti i suoi libri nella speranza che i cittadini si
acculturassero. Ciò non avvenne e Pascal ottenne il lavoro. Spiega che questo libro, da
lui scritto, deve rimanere in quella puzzolente ed infestata chiesetta sconsacrata per 50
anni dopo la sua terza ed ultima morte. La prima per errore e la seconda da spiegare.
Nella prima premessa il narratore allude alla stranezza della sua storia infatti, un giovane
signore, parlando in prima persona, dice di chiamarsi Mattia Pascal e ha deciso di
raccontare la sua storia personale perché reputa il suo caso “assai più strano e diverso”, e
“perché serva da ammaestramento a qualche curioso lettore, […], che per avventura,
capitasse in questa biblioteca, a cui io lascio questo mio manoscritto con l’obbligo che
nessuno possa aprirlo se non dopo la mia terza, ultima e definitiva morte. “Giacché, per
il momento, io sono morto, sì, già due volte, ma la prima per errore, e la seconda…
sentirete”. (pag. 34).

Nella seconda scardina il romanzo tradizionale affermando che quel romanzo


non si può più scrivere e a giustificazione di questo chiama in causa Copernico,
con la famosa espressione MALEDETTO SIA COPERNICO, perché dimostrandoci
che la terra non sta immobile al centro dell’universo, ma gira intorno al sole, in
un universo infinito costituito da infiniti mondi, ci ha rivelato la nostra
solitudine e irrilevanza di atomi infinitesimali nel contesto di un universo
infinito. Quindi anche i romanzi non possono più essere scritti come avveniva
tradizionalmente, non possono più raccontare i fatti, piccoli o grandi, della vita,
perché non ce ne importa più niente visto che siamo su “un granellino di sabbia
impazzito che gira e gira e gira senza saper perché”
Già con la cornice e le premesse capiamo che Pirandello non vuole raccontarci
una storia realistica, ma una storia filosofica, in cui più che i fatti contano i
significati universali e paradossali.
Nella Seconda Premessa il
narratore-protagonista
descrive la sua visione del
mondo moderno, aiutando e
guidando il lettore verso la
giusta inquadratura
filosofica del romanzo e,
dunque, delle vicende da lui
raccontate. Questa
seconda premessa, inserita
“a mo di scusa” dall’autore,
si divide
principalmente in due parti:
nella prima, l’autore
introduce il reverendo
Elogio
Pellegrini, suo collega -
mentore, nonché amico, a
cui affiderà la custodia del
manoscritto una volta
terminato e colui che ha
coltivato in Mattia la
passione
ed il gusto letterario.
Entrambi lavorano nella
biblioteca comunale, sorta
in
una “chiesetta sconsacrata”,
dentro la quale il
protagonista ha deciso di
risorgere per vivere una vita
al di fuori delle convenzioni
sociali, rintanandosi
così, nell’abside di questa,
riservato al bibliotecario, a
leggere e, ora, a
scrivere. La biblioteca
appare piena, impolverata, e
per alcuni versi
trascurata, divenendo
allegoria della crisi della
figura dell’intellettuale,
destinato ad essere
emarginato dalla società in
modo definitivo. Nella
seconda parte della
premessa, racconta di un
momento di confidenza con
l’amico reverendo, durante
il quale, aggredisce
Copernico, spiegando che,
con l’affermazione delle sue
teorie, ha demolito, non solo
le certezze
tradizionali dell’individuo
ma, anche la sicurezza e la
fierezza che,
nell’antichità, mostrava nei
confronti di se stesso.
L’uomo moderno, che
oramai, risulta
definitivamente
decentralizzato da una Terra
che ora appare
come “un’invisibile
trottolina”, non è più
stimolato nel raccontare la
propria
storia, che paragonata alla
realtà infinita dell’universo,
risulta privata del suo
valore originario.
Nella Seconda Premessa il
narratore-protagonista
descrive la sua visione del
mondo moderno, aiutando e
guidando il lettore verso la
giusta inquadratura
filosofica del romanzo e,
dunque, delle vicende da lui
raccontate. Questa
seconda premessa, inserita
“a mo di scusa” dall’autore,
si divide
principalmente in due parti:
nella prima, l’autore
introduce il reverendo
Elogio
Pellegrini, suo collega -
mentore, nonché amico, a
cui affiderà la custodia del
manoscritto una volta
terminato e colui che ha
coltivato in Mattia la
passione
ed il gusto letterario.
Entrambi lavorano nella
biblioteca comunale, sorta
in
una “chiesetta sconsacrata”,
dentro la quale il
protagonista ha deciso di
risorgere per vivere una vita
al di fuori delle convenzioni
sociali, rintanandosi
così, nell’abside di questa,
riservato al bibliotecario, a
leggere e, ora, a
scrivere. La biblioteca
appare piena, impolverata, e
per alcuni versi
trascurata, divenendo
allegoria della crisi della
figura dell’intellettuale,
destinato ad essere
emarginato dalla società in
modo definitivo. Nella
seconda parte della
premessa, racconta di un
momento di confidenza con
l’amico reverendo, durante
il quale, aggredisce
Copernico, spiegando che,
con l’affermazione delle sue
teorie, ha demolito, non solo
le certezze
tradizionali dell’individuo
ma, anche la sicurezza e la
fierezza che,
nell’antichità, mostrava nei
confronti di se stesso.
L’uomo moderno, che
oramai, risulta
definitivamente
decentralizzato da una Terra
che ora appare
come “un’invisibile
trottolina”, non è più
stimolato nel raccontare la
propria
storia, che paragonata alla
realtà infinita dell’universo,
risulta privata del suo
valore originario.
Nella Seconda Premessa il
narratore-protagonista
descrive la sua visione del
mondo moderno, aiutando e
guidando il lettore verso la
giusta inquadratura
filosofica del romanzo e,
dunque, delle vicende da lui
raccontate. Questa
seconda premessa, inserita
“a mo di scusa” dall’autore,
si divide
principalmente in due parti:
nella prima, l’autore
introduce il reverendo
Elogio
Pellegrini, suo collega -
mentore, nonché amico, a
cui affiderà la custodia del
manoscritto una volta
terminato e colui che ha
coltivato in Mattia la
passione
ed il gusto letterario.
Entrambi lavorano nella
biblioteca comunale, sorta
in
una “chiesetta sconsacrata”,
dentro la quale il
protagonista ha deciso di
risorgere per vivere una vita
al di fuori delle convenzioni
sociali, rintanandosi
così, nell’abside di questa,
riservato al bibliotecario, a
leggere e, ora, a
scrivere. La biblioteca
appare piena, impolverata, e
per alcuni versi
trascurata, divenendo
allegoria della crisi della
figura dell’intellettuale,
destinato ad essere
emarginato dalla società in
modo definitivo. Nella
seconda parte della
premessa, racconta di un
momento di confidenza con
l’amico reverendo, durante
il quale, aggredisce
Copernico, spiegando che,
con l’affermazione delle sue
teorie, ha demolito, non solo
le certezze
tradizionali dell’individuo
ma, anche la sicurezza e la
fierezza che,
nell’antichità, mostrava nei
confronti di se stesso.
L’uomo moderno, che
oramai, risulta
definitivamente
decentralizzato da una Terra
che ora appare
come “un’invisibile
trottolina”, non è più
stimolato nel raccontare la
propria
storia, che paragonata alla
realtà infinita dell’universo,
risulta privata del suo
valore originario.
Nella Seconda Premessa il
narratore-protagonista
descrive la sua visione del
mondo moderno, aiutando e
guidando il lettore verso la
giusta inquadratura
filosofica del romanzo e,
dunque, delle vicende da lui
raccontate. Questa
seconda premessa, inserita
“a mo di scusa” dall’autore,
si divide
principalmente in due parti:
nella prima, l’autore
introduce il reverendo
Elogio
Pellegrini, suo collega -
mentore, nonché amico, a
cui affiderà la custodia del
manoscritto una volta
terminato e colui che ha
coltivato in Mattia la
passione
ed il gusto letterario.
Entrambi lavorano nella
biblioteca comunale, sorta
in
una “chiesetta sconsacrata”,
dentro la quale il
protagonista ha deciso di
risorgere per vivere una vita
al di fuori delle convenzioni
sociali, rintanandosi
così, nell’abside di questa,
riservato al bibliotecario, a
leggere e, ora, a
scrivere. La biblioteca
appare piena, impolverata, e
per alcuni versi
trascurata, divenendo
allegoria della crisi della
figura dell’intellettuale,
destinato ad essere
emarginato dalla società in
modo definitivo. Nella
seconda parte della
premessa, racconta di un
momento di confidenza con
l’amico reverendo, durante
il quale, aggredisce
Copernico, spiegando che,
con l’affermazione delle sue
teorie, ha demolito, non solo
le certezze
tradizionali dell’individuo
ma, anche la sicurezza e la
fierezza che,
nell’antichità, mostrava nei
confronti di se stesso.
L’uomo moderno, che
oramai, risulta
definitivamente
decentralizzato da una Terra
che ora appare
come “un’invisibile
trottolina”, non è più
stimolato nel raccontare la
propria
storia, che paragonata alla
realtà infinita dell’universo,
risulta privata del suo
valore originario.
Nella Seconda Premessa il
narratore-protagonista
descrive la sua visione del
mondo moderno, aiutando e
guidando il lettore verso la
giusta inquadratura
filosofica del romanzo e,
dunque, delle vicende da lui
raccontate. Questa
seconda premessa, inserita
“a mo di scusa” dall’autore,
si divide
principalmente in due parti:
nella prima, l’autore
introduce il reverendo
Elogio
Pellegrini, suo collega -
mentore, nonché amico, a
cui affiderà la custodia del
manoscritto una volta
terminato e colui che ha
coltivato in Mattia la
passione
ed il gusto letterario.
Entrambi lavorano nella
biblioteca comunale, sorta
in
una “chiesetta sconsacrata”,
dentro la quale il
protagonista ha deciso di
risorgere per vivere una vita
al di fuori delle convenzioni
sociali, rintanandosi
così, nell’abside di questa,
riservato al bibliotecario, a
leggere e, ora, a
scrivere. La biblioteca
appare piena, impolverata, e
per alcuni versi
trascurata, divenendo
allegoria della crisi della
figura dell’intellettuale,
destinato ad essere
emarginato dalla società in
modo definitivo. Nella
seconda parte della
premessa, racconta di un
momento di confidenza con
l’amico reverendo, durante
il quale, aggredisce
Copernico, spiegando che,
con l’affermazione delle sue
teorie, ha demolito, non solo
le certezze
tradizionali dell’individuo
ma, anche la sicurezza e la
fierezza che,
nell’antichità, mostrava nei
confronti di se stesso.
L’uomo moderno, che
oramai, risulta
definitivamente
decentralizzato da una Terra
che ora appare
come “un’invisibile
trottolina”, non è più
stimolato nel raccontare la
propria
storia, che paragonata alla
realtà infinita dell’universo,
risulta privata del suo
valore originario.

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