Rickel
Ronald T. Brown
Disturbo da Deficit di
Attenzione/Iperattività
nei bambini e negli adulti
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il consenso scritto dell’Editore. Fanno eccezione le pagine per le
quali nella presente opera è data autorizzazione a fotocopiare.
Ringraziamenti
Abbiamo un debito con molte persone che ci hanno supportato e assistito nella creazione
di questo lavoro. Il contributo di Rachel Goldsmith e di Victor Rubino è stato inestimabile e
fondamentale per poter completare il volume.
Annette U. Rickel
Ronald T. Brown
1.1. Terminologia
1.2. Definizioni
Disattenzione
a) spesso non riesce a prestare attenzione ai particolari o commette errori di
distrazione nei compiti scolastici, sul lavoro, o in altre attività;
b) spesso ha difficoltà a mantenere l’attenzione sui compiti o sulle attività di
gioco;
c) spesso non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente;
d) spesso non segue le istruzioni e non porta a termine i compiti scolastici, le
incombenze, o i doveri sul posto di lavoro (non a causa di comportamento
oppositivo o di incapacità di capire le istruzioni);
e) spesso ha difficoltà a organizzarsi nei compiti e nelle attività;
f) spesso evita, prova avversione, o è riluttante a impegnarsi in compiti che
richiedono sforzo mentale protratto (come compiti a scuola o a casa);
g) spesso perde gli oggetti necessari per i compiti o le attività (ad esempio,
giocattoli, compiti di scuola, matite, libri, o strumenti);
h) spesso è facilmente distratto da stimoli esterni;
i) spesso è sbadato nelle attività quotidiane.
1.3. Epidemiologia
1.3.1. Prevalenza
È stato stimato che l’ADHD è un disturbo diffuso in una percentuale variabile Dal 3 al 5% dei
tra il 3 e il 7.5% della popolazione dei bambini in età scolare (a seconda della fonte bambini in età
presa in considerazione), ovvero ogni anno da 1.4 a 3 milioni di bambini in età scolare soffre di
ADHD
scolare soffrono di questo disturbo (Barkley, 2006). In generale, circa il 5% della po-
polazione statunitense in età scolastica soddisfa i criteri dell’ADHD (American Psy-
chiatric Association, 2000). I tassi di prevalenza variano frequentemente a seconda
delle fonti prese in considerazione (caregiver, insegnanti) e gli studi sull’incidenza
del disturbo conducono a risultati differenti a seconda del livello di precisione dei
criteri diagnostici. In uno degli studi più meticolosi condotto alla Mayo Clinic a
Rochester (Minnesota), che includeva anche una diagnosi clinica e una documen-
tazione medica e scolastica di supporto, St. Sauver et al. (2004) sono giunti alla
conclusione che il 7.5% dei bambini in età scolare del distretto soffriva di ADHD.
Alcuni esperti sostengono che i tassi di incidenza del disturbo potrebbero anche es-
sere maggiori di quelli individuati (Barkely, 2006), in quanto con grande probabilità
un gran numero di bambini e adolescenti affetti da ADHD non riceve un supporto
adeguato per tale patologia.
1.3.2. Sesso
L’ADHD è più L’ADHD è un disturbo che si presenta più frequentemente nei maschi che nelle
comune tra i femmine con rapporti variabili da 2:1 a 6:1 (Biederman, Lopez, Boellner e Chandler,
maschi che tra le 2002). Tuttavia, sebbene l’ADHD sia più comune nei ragazzi, è nelle ragazze che
femmine
può avere manifestazioni più gravi. Alcuni autori hanno postulato che, poiché le
femmine non mostrano gli stessi problemi di condotta o di indisciplina che si ri-
levano in maniera evidente nei soggetti di sesso maschile, ciò potrebbe, almeno in
parte, spiegare il numero ridotto di invii delle ragazze ai centri di salute mentale
(in altre parole il loro comportamento non è di disturbo agli altri). In anni recenti
c’è stato un significativo aumento della prevalenza dell’ADHD tra i soggetti di sesso
femminile che alcuni esperti hanno attribuito a una più attenta identificazione
degli specifici sottotipi del disturbo, in particolare del sottotipo con disattenzione
(Barkley, 2006).
1.3.3. Età
Prefazione.......................................................................................................... 5
Ringraziamenti.................................................................................................. 6
4. Il trattamento................................................................................................ 36
4.1. Metodi di trattamento....................................................................... 36
4.2. Meccanismi di azione........................................................................ 51
4.3. Efficacia e prognosi............................................................................ 53
4.4. Varianti e combinazione dei trattamenti.......................................... 56
4.5. Problemi che si possono incontrare nel corso del trattamento........ 62
5. Casi clinici..................................................................................................... 65
6. Letture di approfondimento......................................................................... 70
7. Bibliografia.................................................................................................... 72