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3 Percezione e categorizzazione* Tntroduzione fecondo una leggenda che circola fra gli studios’ di percesione, qui Be decennio fa (si cca allinizio della ricerca in inteligenze attiicia Byun professore del sar assegnd a uno studente una tesina il cul jento era la progettazione di un sistema di visione. In quel pe d riteneva che i problemi “diflicill” fossero quelli che avevano fare con il ragionamento: per esempio risolvere problemi i we a scacchi. La costruzione entori (Salvo rari cas stupore e interes Poi tendiamo a prendere la percezione come un dato di tito. Invece, come il malcapi di processi di aria complessiti, is riesce 4 risolvere i che ecinvolgone diversi: da quello percettiva itudio della percezione & di conseguenza un‘impresa in } cui contribuiscono ricercato nue fis dalla riuscire a integrare tutti te, la ricerca nelle rth di Tries « PROCESS CoNIEIVr ari si limita spesso a un particolare livello di analisi o a jone fra livell, Questo dunque & quanto viene fatto in que , dove lo studio della percezione viene affrontato dal pun- ‘dei rapporti con un altro tipo di capacita. cognitiva, la categotizzazione. Lo scopo 2 quello di mostrare come i meccanismi ediante i quali noi veniamo a sapere sul mondo che ci ‘non sono processi di registrazione atc agli organi di senso, ma possono vere e proprie forme di categorizza- zione, ossia come mediante i quali i sistemi percettivi sele- zionano ¢ raggruppano informazioni diverse allinterno di uguali cate gorie di rappresentazione o risposta. Nel capitolo vengono esainit tre caratteristiche della per che esibiscono questa. propri Vequivelenca percettva fra stimoli fsicamente diversi, a correlazione fra stimolo ditale e perceto, ¢ \a conversione dal continuo al discreto nel riconoscimento, Tutte © tre queste proprieta possono essere consi rate delle forme di categorizzazione, anche se a livelli diversi, In le tre propriet applicano, grosso modo, ai tre livelli in cui viene solitamente scomposto il p) i caratteristiche elementari proprie- ta degli ogget, ¢ il riconoscimento in cui entra in gioco la rappre- sentazione nella memoria, Come vedremo, con dovizia di ese pparageafi successivi Prima di cominciare, due parole sullapproccio adowato, Nell af- frontare i rapporti fra percezione e categorizzazione, il capitolo si si- in maniera impreci- = nel senso che hon vengo 5 aes domande sui process biel iologici del percepire, ma nemmeno sullespetienza co- we dellatto di percepice sembra essere una conseguenza inebadise, La sek di smudlre 1 process perce in stato, incl pendentemente dal loro supporto fisico, € coerente con una delle as- sunzioni foudamentali dellinteligenza artificiale classca e della psico- logia cognitiva. Nella terminologia di David Marr (1982), qu ‘assuncione dell'indipendenza fra algoriono (il processo astratto at verso il quale d sistema “risolve” un determinato problema percett v0) e smplementazione (il supporto fisico del processo, che pud essere tuna rete di neuroni, una simulazione su computer di una rete di euroni o anche un meceanismo completamente diverso da quello nevronale) ‘Una parabola del flosofo Daniel Dennett illustra bene la dis zione fra algoritmo e implementazione, e la maniera di procedere della psicologia cognitiva. Supponete di dover scoprire una spia che sta passando informazioni segrete dal Pentagono (Dennett lavora ne- ali Seati Uniti) a una potenza nemica. Un maniera di scopr dove escono le informazion & quella di fornice isematicamente le condizioni e le circostanze, @ pos cstruire il percorso delle civ? dove vengono come vengono passate di mano, chi ha il eompito di sche- anizzazione. Ora questo. pprocesso pud essere portato a termine senza sapere, nemmeno per tun istante, quale mezzo fisico veniva usato per porta i ni segrete, Forse si tr radio, forse di lettere cifrate 0 di dischetti per computes. In og core il sostrat strati fisici utilizzati per il trasporto per l'elaborazione de mazioni segrete non t necessatio: se Vindagine & stata s) iusto metodo, @ comunque possibile giungere a conclusioni comrette e affidabili sulla struttura del processo di trasmissione ed elaborazio- nie (Dennett, 1995, p. 360). evitare di occuparci dellesperienza cosciente d cepire va intesu invece come un tentativo di limitare il campo, dei problemi di mag- sse per la scienza cognitiva (per una rassegna di una vasta sma di posizioni contemporance, cfr. Searle, 19938; 1993b). Con- siderare, tuttavia, Topinione di Watt sogettiva tivo della ne [1 Mi 7 agli organi indipendente dalla fenomenclo 30 di informazioni_ dat ‘quamo processo necessario per accettata (cfr. Neisser, 1976; Gibson, 1979). Nell'ambito di questo approccio tea ‘pon & quello cost © come si tiesce a determinare che questa automobile & proprio quella ciato parcheggiata questa mattina ~ pur essendo mutate le ime tridimensionale, dato che adesso ci sono 0 da un'altta direzione, ¢ le caratteristiche della luce riflessa stamaitina era nuvoloso mente adesso c'® il sole). Vediamo dunque tre linee di sttaceo a problemi come que- sto 22 Lrequivalenza percettiva Stimoli diversi dal punto di vista fisico possono risultare equivalenti ta perceitivo. Questa & una forma di eategorizzazio so che un insieme di situasioni stimolanti diverse vergono i farto ragaruppate in un'unica categoria di risposta. Un caso limite delequivalenza percettiva & il metanerisoo, in cui stimok diversi 1i- sultano non solo equivalenti rispetio 2 una dimensione, ma addirittu- ra del tutto indistinguibili, Lo studio delle situazioni in cui si osserva ‘equivalenza fornisce important’ informazioni sul fanzionamento dei sistemi percettvi, uti anche per la ciagnosi di patologie agli organi di senso, Inolie, ko studio del'equivalenza perceuiva rappresenta tuna delle maniere di comprendere due aspetti fondamentali della percezione: la determinazione relazionale e la distinzione energia-in- formazione. 2.2.1. L'audiogramma Consideriamo il caso dellintensita petcepita di un suono, Nella ps ma anche in acqua si vibrazione delle melecok con quantita fisiche_ semy sono Ia frequenza e Yampiezza di co nello spazio. Durante il prop ibravione. Immaginate della vibrazione, i te superiore della riG. 2.1. Sull’asse delle x cil tempo. Sull'asse delle y, la pressione. La linea tratteggiate rappresenta la pressione normale, Rispetto a questo valor, il propagarsi della vibra. tione produce aumenti 0 ridusioni di pressione. L'escursione fra il valore massima e minimo, Poxae-Posin, & Vampiezza dellonds, L’am- TL suono © lsudiogranma di un ascotatore medio KRALL fe # ee ° fappresentazione dei limiti della sensibilita alla variazione spaziale ce (tecnicamente detto contrasto) in Furzione della frequenza Notate che le conclusioni sono analoghe a quelle che abbin- | m0 tratto a proposito dello una sonoro, Esiste una gam- is ittura geometrica della iva allocchio convoglia informazione sulla modulazione di Al di fuori di questa gamma, la e & percettivamente equivalente a un campo cmogenco. soglia per il contrasto non & costante ma varia con la fre- quenza spaziale, anche qui seguendo una curva che assomigla allin- circa a una U rovesciata, quenza Lanax 2.2.3. Equivalenza © metamerismo | Nei due exempi considerati, le curve rappresentano stimoli descrivibi- Ii fisicamente con frequenze e ampiezze diverse, ma equivalenti dal | Punto di vists dellinensica o del contrast percepiti. Attenzione pe- 5 istinguibili, Nel primo esempio, tutti i nel senso che cortispondono tutti rena rilevabil rispetto alla dimensione intensita percepita. a bassa frequenza vengono comunque percepiti come si, € quelli ad alta frequenza come suori acuti. Ne] secondo punti della curva sono equivalenti nel senso che cor- con contrasto appena distinguibile da un campo coli a bassa frequenza spaziale venpono c k Lmin Spatio € un punto impor: tantissimi casi, il sistema percettivo tratta come equivalent spetto a una dimensione stimoli che restano comunque distinguibil petto ad altre risultano noa solo equivale Tn queste situazioni i parla quello del metamerisino ‘zea d'onda, (Lmax-Lmin)/(Lmax+Lmin) eae carterisneo. dota una ra. ‘Frequenza spaziale (cil “angolo visio) Fame Canptel Reson (os 'intera immagine viene prodotta modificndo le radiazioni emesse i tre fosfori che compongono ogni clemento luminoso (0 pixel) del- shermo. 24 Perché otudiare le sinusoidi? Le U rovesciate dell’andiogramma e della funzione di sensibilita al contasto rappresentano due descrizioni, molto succinte ed cleganti, della risposta da parte del sistema pereettiva 4 stimoli che vai wono la codifica di prio per il proposito di misurare le caratteristiche della risposte del stema, Nel caso dello stimolo uditive, infatti, stiamo parlando di un lurettanco curiosa, © an le, modulazione regolare delineensita della huce tispetto a una delle ddimensioni dello spazio. La s are questi stimoli non @ sr) arbitraria, ¢ riflette una sirategia di ricerca molto comune nel- smbito della scienza della percezione: la costruzione di situazioni imolanti rappresentative ma il pitt possibile semplici, in modo che sia possibile variare la proprieea fisica di interesse in m: lata, Nel nostro caso le sinuseidi, rispetto a una dime spazio oppure rispetto al tempo, sono proprio lz maniera piit sempli- ce di far variare frequenza e ampiezaa, ma sono anche rappresentati- ve. Il teorema di Fourier garantisce infatti che qualsiasi segnale (suo. smagine, semplice 0 complesso che sia) pud essere rappresen- tato come una somma di component sinusoidal (per ulterior’ infor- :mazioni sulle implicezioni del ceorema di Fourier nella percezione dei reticoli sinuscidali, oft. Casco, 1992). Dunque attraverso lo studio tem della nots prodota dell equivalenza percettiva fre stimoli che numero di dimensioni € in maniera cont informazioni imporianti su come il nostto sistema percettivo codifica, a livello periferico, V'nformazione disponibile. Per esempio, studian- do il metamerismo cromatico & possibile inferire che il n tema visivo & éricromatico, vale a dire che lo spettro visibile viene campio- rato da tre classi distinte di fotorecettori per la visione diurna, do i sensibilita spettrale diversa. Analogamente, studiando la sensibilita al contrasio con stimoli presentati in zone diverse del c sno Jungo un limitato perficie della retina 2.2.5. La determinazione relazionale e la distinzione energia informazione Attraverso lo studio dei limiti della sensibil ‘fettuato utilizzando ioni stimolanti molto ben controllate come quelle desctitie qui, & possibile apprezzare una proprieta fondamentale della percezione. Come abbiamo visto sia nel caso dello spettrogtamma sonoro sia in quello della se al contrasto, la risposta del sistema viene valu: ‘aia non tispetio a una quantita assoluta (la pressione, nel caso del wvono o Tenergia luminosa nel caso dela luce), ma rispeito a una variazione, La determinazione relazionale (in termini di variazioni) ‘a percetiiva @ un principio generale, che vale per tutte le di senso. Nel caso di un senso temporule, come Pudito, che fa variabile importante sia la variazione della pressione rispetto al tempo sembra scontato. Non altrettanto scontato & l'analogo nel caso Un po’ a causa dell’anatomia e della fisiologia della reti- fa, © un po’ a causa di cattive letture, tutti noi abbias vec idea che astomiglia abbastanza a un fotometzo, uno strumento che misura Tintensita assoluta della luce Per convincervi che il nostto occhio registra k tensiti, non » considerate il segucrte eg ‘Immaginate slera con un buco da una parte, in ma icra da poicrvi inscrire la cesta. La sfera deve essere ci materiale tun ambiente isce la testa ampo totale” 1¢ spaziale. La cosa sor rendente @ che in queste condizioni, contrariamente 2 quanto ci si aspetterebbe in base al modello del forometro, si ha esperienza di una sorta di cecita paradossale, che pud essere anche q\ procedure opportune. Ad esempio, diventa praticamen formulare giudizi sullintensita effettiva certo senso, una situazione analoga a «a rispetto allorecchio. La pressione del tempo, e quindi non costitaisce uno stimalo per ‘mente, un Ganzfeld non presenta variazioni di intensita luminosa ri spetto allo spazio, © 0 Quando ci si chiede che cosa costituisea uno stimolo per un siste ima petcettivo si presuppone, implicitamente, una distinzione molto importante: quella fra enexgia ¢ informazione. Come abbiamo visto ne! nostri esempi, il processo della percesione chi i alcune propriet® di erazione di un materiale con la luce) a un mezzo Varia o i fotoni). In questa maniera le proprieti del sniera regolare, dalle proprietd delloggeto fi: wa che rende disponibile Vinformazione che da un sistema percettivo, Perd non tutte le pro- ni noi possiamo misurare l'energia huminosa riflessa da un oggeto al di fuori dello spettro visibile o la pressione esercitata dal moto brow- niiano dele molecole, Queste propricta del mezzo, tuttavia, non pos- sono essere raccolte da un sistema percettivo come quello di cui sia cosa costiisea informazione per un sistema percettivo & necessario prendere in considerazione il rapporto iste fra il mondo fisico, il mezzo potenzialmente ink le caratteristiche del Lo studio del zap porto fra questi tre lvell, allo scopo di definite Vinformazione poten Imente disponibile per un sistema percettivo, costituisce In base approccio ecolegico alla percesione sviluppato da James J. Gibson 50, 1966, 1979). 2.2.6. Che cos'@ un odorante? Per capite quanto sia importante definire cosa costituisce informazio- ne € cost no, consideriamo ancora un esempio, Secondo uno dei [grandi ricercatori nel campo della percezione olfattiva, Trygg Eng (1982), uno degli ostacoli allo sviluppo della comprensione dell’ Pee. proprio il fatto che non siamo ancora tiusciti a definire con pre- ne che cosa sia un odorante, vale a dire quali sostanze hanno f pet noi ¢ quali no. Non che non ne sappiamo assolutamente inte, beninteso. Ad esempio, & chiaro che una sostanwa, per poter essere un odorante, deve essere volatile & s sue molecole non pocrebbero raggiungere potrebbero sciogliersi nella mucosa che ricopre i recettori per le so- ¢ chimiche cui risponde il nostro olfatto, Fra tutte le sostanze ia, ve ne sono mokte che non aleune sono addiritea , alcune di queste han: ttamente uguali a quelle di soscanze odorant, salvo per una rifles- done simmetrica rispetto aun asse. Una molecola rappresenta inc riflessa dellalra, in parole povere, Ma per il sistema @ solo una delle due convoglia informazione sulla presenza di una certa sostanza nell’ ambiente proptieta percepite degli oggetti tendono a correlare etd fisiche, non con le proprieti della stimolaxione di grandezza di un oggetio. Le pro nibile alforgano di senso, misurare te rapporto fra oggetto distale, caratreristiche del mez- € catatteristiche dell’ organo di senso stesso, vengono invece chia- f€ proprieta prosiivali. Un esempio di proptietd prossimale @ Tan spetio a un punto di vista, Nocace angolo visivo dipende dalla grandezea delloggetto, ma anche la distanza fra lope parlare e nel senso che un gran numero di stimolazioni prassimali alla stessa proprieta percepita, la quale corrisponde Wsta volta a una sola proprieta distale. Nel casw del paragrafo prece- € la sua proiezione pros ma in quel caso da un punto di vista prossimale coincidono. e potete fare an- dio, Scegfiete un in quest 1. Fra la mia testa e lo , ¢ lo schermo ha una cer ta grandezza perce ‘© meno come le mie ‘mani aperte messe colo, di un comput gherei le brac Se ora mi alzo e « dlistanza dalla mi go lo schermo, per, questo continua ad avere pil meno sempre la stessa grandezza percepita. Continuo a vederlo rans de pid © meno come le mic mani aperte, ©. Noa potrei afer ‘ma sono sicuro che satei in grado di scegliere i giuste per contenetlo, Che un osse come quesic, s¢ ot pensiamo bene, non cambiano die con un mondo relativamente stabile, to & che se qualcuno, a nostra Fessere chiamata éndcterminacione radiale (clr. Geri dimostea ima piuttosto accurata della grandexza he in condizioni in cui aspettative, ricardo, 1a possono exclusi. Ora, questo rappeesenta un problema piuttosto inte nie, se si prende in considerazione come la luce forn B informazione sulla grandezza fisica dlloggeto ine & quella rappeesentate in izata una caratterstica della visione che fema percet ndeterminazione radiale, e che la grandezca fi mpio di una proprieta generale anch'essa valida per tutti gli organi di senso: lazione fra oggeito distale © pereetto. La grandezza percep to, almeno in base a mento di un osservatore, disiale, misurata con opportune proc Jindeterminezione radiale esern fous 23 fone tadiale, Superfci diverse per grandezza ¢ forma ¢ incinatione possono praiettare ugualicontorad sulla retina nto, " colore. Il caso della forma, che riprendo n: uceessivo, & immediatamente comprensibile osservando ancora la F1G. 2.3. Super: fici che hanno diversa forma ma anche diversa inclinazione ello spa _ o possono produrre identiche proiezioni sulla retina. Eppure gene- talmente noi siamo in grado di distinguere fra rombi frontoparalleli ¢ Tnoltre, come vedremo nel pan. 2.3.3. La formu tridimensionale di un oggetio ‘Un esempio molto famoso, ¢ particolarmeme efficace, di come il si- Sema percettivo combini informazioni nello spazio e nel tempo per “Superare Tindeterminazione locale é la stance distorta inventata da Adalbert Ames ¢ Princeton (Ittelion, 1952), $i trtta di uno spazio hiuso, proprio come una vera e propria camera d’appartamento, do- ‘ato di una porta attraverso la quale & possibile entrare e di finte sulle pareti. Al conerario di una norm la camera di Ames ba una pianta dora a adi uguali dimensioni, posti spioncino, appaione di Ho cercato di rappresentare 16. 2.4. Immaginate uguali, La differenza di grandezaa rappresenta- ancl disegno cortisponde grosso modo alla diffecenca di grandezza repita quando questi due cilindsi vengono messi nella stanza di ima. Una variante, molto divertente, della stessa illusione si ottiene indo una persona entra nella stanza e cammina da una parete al rnel senso trasversale rispetto alla linca a, Come avrete winato, la persona appare ingrandirsi o rimpiccolirs! Ai Ames eon la posizione di sppaione i dus oggett quand sponeino marcaco dala freccia I © posizione nello spazio delle pareti_ della "stanza e degli oggetti presenti in essa. Dato che, in queste condizioni, Te soluzione a cui artiva ® quella di una stanza 4 pianta cettangolare, | uguali dal punto di vista distale vengono i ressa distanza dal punto di vista. Ma poiché i costispon- | denti angoli visivi sono diversi, ecco che oagetti appaiono di Biscies granceraa Un esperimento di Gebringer ed Engel Tusione della camera distorta dipeni buire una grand dispone relativamente alle relazioni spaziali pre- i nella stanza. Utilizzando una camera sit rogettata vente guande da consentie , questi due ticercatori hanno chiesto a un gruppo i scegliere, fra un gruppo di ogge ai foc ianaa, quello che aveva grandezza uguale a quella di un ogget- st presentato al suo interno, La procedura, che consente di oite it misura valida della grandezza percepita de Dove sta il truco? La posizione dello spioncino, la forma delle pareti ¢¢ quella delle finte finestre sono studiate in modo che, dal pusto di vista obligato, la parete di fondo sembri formare an, con le pareti laterali, Come se la stanza avesse una rettangolare, Se vi & chiaro il concetto di indeterminazione radiale, dovteste avere capito come si pud ottenere questo risulteto, Una su perficie rettangolare, orientata nello sp: limensionale, proicita su una superficie bidimensionale proprio dei trapezi. Quindi possi bile, con qualche calcolo € un po’ di pazienza, progettare e costruire tuna stanza a pianta trapezoidale, in modo tale che, quando questa venga osservata da uno specifica panto di vista, la proiezione delle superfici sottese a quel punto di vista diventi identica alla proiezi delle pareti di una stanza normale, Tecnicamente, si tratta di un caso i equivalenca proiette«: un traperio pud essere la proiezione di inf nite superfici vatiamente orientate nello spazio. Molte di queste sono trapezi, ma aleune sono proprio dei rettangoli, e quando un osserva tore guarda dallo spioncino vede proprio delle pareti rettangolari I. porto ¢ una benda sopra un occhio, Nella seconda condizione, la snda veniva rimossa in maniera che i soggetti potessero osservare la con duc ccchi, Nella tetza condizione, la benda veniva indo: 'a di nuovo, ma il supporto per la tesia ven consentire al muovere la testa. Infine, nella quarta wa veniva rimossa, ~ondizioni consentono al soggetto di acquisire sempre ugziore informazione riguardo alle relazioni spazial presenti nella wa: nella prima condizione, queste sono limitate agli indici pro- hc ha oscil fre in termini principio 5. Bisogperebbe chieds rae infinite possi 4 questo punto, per quale motive il pro quella che comsponde ai retangol. Secondo tivo sareboero incomporsti dei vin scape le due iovexpreadiont sono erat! in axa rasegna di Hae stimolazione prossimale e cisultati per cosa che & owviamente falst se si considerano fatti come I ssimativa invariance della grandezea perc za: Ma cosi ci ritroviamo nella poco desides logica di rifiutare speuici presen formazioni prov viste ai due exrore di quasi quarta condizione, seconds ¢ terza su livell intermedi. 2.3.4. Costanza 0 correlazione? distanza, Questo un dato gna dimenticare che wizione di ricerca, la tendenza alla corelazione fea ¢ pereestive viene chiamata costanca percettiva. FB ne- indire della percezione abbin tavione della grandezea & perlomeno suffici , perché lo srovera utilizzato in tante cagectl. 1 notte A monografie specialistiche, ¢ anche perché sottolines un fatto impor tivo non ci dice solamente che Foggetto non ha cambiato invarianza del percetto in presenza di uninvarianza joni: almeno in un certo senso, ci die ancl le, e a dispesto di una variazione in una quantita fra oggetto di la nozione di costanza ha anche conseguenze golineare questo aspetto, di cui la pena spendere qualche parola. Innanzit A terz> motivo & perd forse quello pid non & per- tante: Ia rela nell'oggerto ale, Tuttav fetta ~ si tatta, el, di una tendenza, che fra Paltro dipende dalle condizioni di osser varione. Come ho deito precedentemente, @ evidente che in con zioni natural, € quindi in presenza di informazione sovrabbondan 10 suflicientemente buona da consenti i. Ma questo non significa che non ci pos: icolari, Pensate al caso dit un -gorio, che spesso acquista jormale” visto sotto ls luce tre motivi per cui, seconda ‘anno cosi, Come potete sservazione che abbiamo fu ic Ia prestando attenzione non alla grandezza dell'og, sivo da esso a correlazione & per controllire le nostre sano essere errori, in condizioni pa ale. Dopo avere la costanza, infatti, ben tentazione di spiegarci che esiste an- della costanza ‘, da rifiutare, secondo la quale i) 14 prossimale, non con quella dista "opwet grado di apprezzare i mutamenti nello de, La prima capacita ha la funzione di consentitc di miclusioni sugli ogyetti del mon serve a darei informazioni sulfatto percetto le, Secondo 2.3.5. La quantita percepita di un odorante tale nella stimolazione (cfr. quanto detto nel ran. 2.2.4), ma senza he vi sia esplorazione attiva li questa sezione, consideriamo ancora un‘interes a percezione visiva della grandezza di un oggetto iva della quantita di un odorante, Attraverso di rilevare la presenza di cente sostanze nel rcavare una certa impressione sulla loro jciamo «C’2 un debole odore |i base per uno schema generale azione distale effet: annusando Varia, noi prossimale di sostanza allepitelio olfativo (Laing, 1983; Teghtsoonian, 1d, Bergland, 1978) a causa della maggione 0 1 1a corre: mente nuove possibilita appresentazioni di aspetti del mondo. a hema & testimoniata non sclo dalla ade quanti di rcerche che vi fanno rierimento, ma anche dal olo che esso ha avuto, ¢ anc nella sviluppo di modell: com- della robotica (per una di- ft, Savini, 1994). Nel modelli che si occapano dela ricostruzione del jensionale dé r i ormezione med na di elaborsz ‘Teghtsoonian, Bergh rminore forza con varia con la variazione prossimale. 2.3.6. La percezione come process attivo Liesempio discusso nel paragralo precedente & dimostrazioni che il funzionamento ortimale rie quando un soggetto ha la possibilica di biente che lo circonda. Peasate ad esempio ringer ed Engel. Ma, ripeto, gli studi sul ruolo delfesplorazione ar liscreto il nostro sistema di claborazione passa da tin dlfiaformarone + une cei n agar de Yunque il riconoscimento implica una vera e propria categorizza. ne percettiva (Hamad, 1987), L’evidenza a favore di un passaggio {una rappresentazione continua a una discreta si basa sul confton: iffa due tipi di prestazione, la disctiminazione BIO€ proprio. Storicamente, i primi dati coerenti c eaxio alla rappresentazione discreta sono em discrimi stessi te contro il palmo de (1962) ba trovato che la pecentuale ci discriminazioni cotrette @ di > gli oggetti vengono semplic vengono premuti co il 70% di discriminasioni corrette), ung le una forma di vatiazione tem: poraneamente ruotati condizione in cui si rende iconoscimento di mate »¢ in altsi ambiti come Ii- musicale, sempre in ambito ac

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