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consiste in un insieme prestabilito di decisioni attraverso le quali l'impresa definisce gli obiettivi di
medio/lungo periodo e predispone un piano di azioni per realizzarli
Organizzazioni profit oriented: le scelte strategiche sono finalizzate alla creazione di valore economico.
Tuttavia, affinché una strategia raggiunga gli obiettivi è necessario che le scelte compiute siano in armonia
con l'ambiente esterno e il sistema produttivo
Le strategie possono essere distinte a seconda dell'ambientazione degli obiettivi da perseguire del grado di
coinvolgimento e dal periodo preso in considerazione.
E pertanto vengono individuati tre livelli strategici:
1. Le strategie di corporate, che coinvolgono l'intera struttura organizzativa aziendale e abbracciano
un orizzonte temporale di lunga durata
2. Le strategie di business, riguardano le singole divisioni aziendali e ASA(area strategica di affari),
impegnati nei mercati in cui l'impresa opera.
comprendono un orizzonte temporale di media durata e costituiscono gli strumenti con cui si
realizzano le scelte di corporate.
3. Le strategie funzionali si riferiscono alle singole funzioni aziendali e rappresentano l’ultimo livello di
definizione delle strategie
La Strategia di corporate
Riguarda le macro scelte imprenditoriali e le azioni da compiere sia in ambito competitivo, sia in ambito
sociale. Si tratta di decisioni che riguardano la mission che intende realizzare.
Queste si distinguono in:
1. strategie di sviluppo, sono attuate ogni volta vi sia l’esigenza di aumentare la capacità produttiva o
le dimensioni aziendali. Tale strategia possono essere effettuate attraverso:
1. la concentrazione, ossia l’impresa aumenta gli investimenti in un solo settore di attività,
quindi concentra le proprie risorse potenziando un singolo business.
2. strategia internazionale
E’ una strategia usata dalle aziende di dimensioni medio-piccoli. Infatti queste imprese non avendo
molte risorse finanziarie, difficilmente riescono ad aprire filiali all’estero. Questo tipo di strategia è
usata per la vendita di prodotti standardizzati.
3. strategia multinazionale
Si intende che le imprese hanno un'alta autonomia perché hanno un basso controllo, quindi
concedono autonomia alle aziende collocate all’estero. In questo caso si ha un forte decentramento
delle attività quali la produzione. E una strategia utilizzata dalle prime multinazionali americane.
4. strategia transnazionale
riguarda le imprese di grandi dimensioni ma si differenzia dalla strategia globale per la distribuzione
delle diverse funzioni della filiera produttiva (ossia il decentramento) in modo selettivo in vari Paesi.
Lo scopo si questa strategia è di riuscire a coniugare vantaggi competitivi di costi dai vari Paesi,
infatti sfruttano le risorse dei vari paesi.
Le imprese Multinazionali
operano in più Paesi effettuando investimenti diretti all’estero attraverso filiali o società controllate. Per
determinare le dimensioni in base alle quali un'impresa può essere definita multinazionale vengono utilizzati i
dati relativi ai flussi di investimenti diretti esteri. Questi sono rilevabili dalle statistiche sulla bilancia dei
pagamenti (schema che registra le transazioni economiche di un Paese aventi per oggetto lo scambio tra
residenti e non residenti di beni, servizi ecc.)
Perciò un’'impresa è multinazionale se ha investito almeno il 10% delle azioni ordinarie di aziende estere.
E’ il compito della funzione produzione progettare e gestire i processi di fabbricazione ,le quali dovranno
adattare la produzione in relazione agli obiettivi propri della strategia di business prescelta .
le imprese possono ritenere come la chiave del successo nella competizione la leadership di
costo ,cioè produrre a costi più bassi rispetto a quelli delle imprese concorrenti tendendo a
ottimizzare lo sfruttamento della propria capacità produttiva. Le strategie che consentono la
realizzazione di tali obiettivi sono :
just in time ,basato sul principio di produrre solo quando viene richiesto ,quindi viene
richiesto riduzione dei tempi per la preparazione degli impianti e attrezzi e di lead
time .
lay-out ,ovvero accorpare in uno stesso reparto le attrezzature necessarie creando
UTE.
flessibilità produttiva ,come ad esempio le cartiere che utilizzano gli stessi
macchinari ,sono in grado di produrre più varietà di carta
time to market , che consiste nel ridurre l’intervallo di tempo dalla fabbricazione al
lancio sul mercato nel periodo più breve
Oggigiorno il massimo livello di efficienza si realizza attraverso la smart factory
(smart production ,smart services, smart energy)
oppure ritenere una leadership-differenziazione ,che facilitano la nascita di nuovi prodotti e di nuovi
mercati e concentrano la loro attenzione
sul miglioramento delle caratteristiche qualitative dei prodotti
sullo sviluppo di nuovi prodotti che incorporano un maggior contenuto tecnologico
alcune imprese ricorrono a strategie rivolte a distinguere il proprio prodotto facendo
leva sul sevizio a esso abbinato ,come le garanzie e assistenze tecniche
La pianificazione strategica è un processo con il quale si stabiliscono gli obiettivi da realizzare nel medio e
lungo periodo e si indicano le strategie ritenute più appropriate per il loro raggiungimento.
(la pianificazione è essenziale per stabilire, sia pure a grandi linee, gli obiettivi da realizzare e le strategie
con cui si intende agire)
La pianificazione strategica prende in considerazione l'organizzazione aziendale nella sua globalità e
coinvolge tutte le aree strategiche d'affari (ASA) e tutte le funzioni generatrici di valore in un periodo di tempo
medio/lungo.
Essa non elimina i rischi legati all'incertezza del futuro, ma consente al management di avere sotto mano
una "bussola d'orientamento” che lo guida sul cammino da percorrere, rendendo le attività aziendali più
razionali e coordinate tra loro, indirizzate al raggiungimento di obiettivi comuni.
Pur essendo un processo unitario, la pianificazione strategica si svolge gradualmente, attraverso fasi tra
loro concatenate, seguendo un percorso dal generale al particolare:
A. si interpreta l'andamento futuro del mercato e dell'ambiente sociale (attività di previsione);
B. si predispone la strategia a livello corporate (la mission, la vision, l'orientamento strategico) e si
delineano i macro obiettivi (traguardi finali) da realizzare(strategia intenzionale);
C. si analizzano le risorse di cui l'impresa dispone, valutando le possibilità di successo rispetto agli
obiettivi che ha intenzione di realizzare;
D. si elabora un piano strategico con cui vengono descritte e rese note le scelte di fondo (che cosa
l'impresa intende conseguire, in che cosa vuole eccellere) e le linee guida per realizzarle
(strategia deliberata);
E. si elaborano piani aziendali coerenti con gli obiettivi strategici da realizzare (pianificazione
aziendale).
Perché si deve interpretare l'ambiente esterno?
L'ambiente esterno all'impresa è caratterizzato da molteplici variabili che non possono essere controllate né
modificate direttamente dall'impresa e che, peraltro, sono in continua evoluzione. Si tratta della cultura e
degli stili di vita delle per persone, dell’andamento macroeconomico , dell'andamento demografico della
legislazione e del regime politico dello Stato dove l'impresa e già presente o intende entrare.
Tale ambiente influenza la redditività aziendale con intensità diversa a seconda del settore e dei mercati
in cui l'impresa agisce, condizionando di fatto anche l'ambiente competitivo (il mercato dove l'impresa
opera).
Il successo è garantito dalla massimizzazione della redditività del capitale di rischio investito dagli azionisti,
espressa dal ROE; altre invece ritengono di aver raggiunto il successo quando riescono a 'soddisfare
completamente le attese di tutti gli stakeholder, realizzando un equilibrio tra le diverse aspettative; altre
ancora fissano come traguardo indicativo di performance di successo l'internazionalizzazione, la crescita
delle dimensioni aziendali ecc.
Anche nei mercati in cui l'impresa agisce coesistono più attori e più variabili che
cambiano rapidamente, imponendo alle imprese di "giocare d'anticipo" proget-
tando precisi piani strategici e pianificando le azioni per sfruttare le opportunità
oppure per fronteggiare le minacce.
Il modello più frequentemente utilizzato per analizzare l'ambiente competitivo (ideato da Michael
Porter) individua in qualsiasi mercato la coesistenza di cinque forze competitive (variabili) che costituiscono
fonti di opportunità o di minacce di cui ogni impresa deve tener conto.
Quali analisi vengono condotte nell'ambiente interno?
L'analisi dell'ambiente interno consiste nell'individuare le risorse e le competenze di cui l'impresa dispone
allo scopo di valutare i punti di forza e di debolezza dell'organizzazione.
Tale analisi è di solito condotta in relazione al posizionamento di mercato ricercato, ed è indirizzata
a comprendere le leve strategiche e i fattori critici che invece devono essere migliorati.
In particolare, attraverso l'analisi dell'ambiente interno, il management deve essere in grado di
scoprire che cosa l'impresa sa fare bene, ciò che non è in grado di fare in modo adeguato, quali
sono i suoi punti deboli e come possono essere superati.
Qual è il contenuto del piano strategico?
Il piano strategico è un documento formale (scritto) che riassume le analisi svolte sia nell'ambiente
esterno, sia nell'ambiente interno, indicando le strategie deliberate a livello corporate e di business
per un periodo di tempo medio/lungo. Con tale documento si passa, in pratica, dalla strategia
intenzionale alla strategia formalmente decisa.
Le indagini compiute vengono sintetizzate usando una metodologia definita SWOT analysis, che
consente di evidenziare, anche visivamente, i rapporti tra l'impresa e l'ambiente.
I fattori di successo interni vengono espressi in termini di punti di forza (strengths) e punti di
debolezza (weaknesses), da porre in relazione con le opportunità (opportunities) e le minacce
(threats) dell'ambiente esterno.
Qual è il contenuto di un piano aziendale?
Il piano strategico viene reso operativo attraverso la pianificazione aziendale.
La pianificazione aziendale è il processo con il quale si stabiliscono le azioni e gli strumenti che
consentono la realizzazione della strategia aziendale.
La pianificazione, costituita da interventi tra loro coordinati e decisi a livello di vertice strategico,
consente di raggiungere gli obiettivi prefissati, risolvere anticipatamente i problemi, definire le
attività da effettuare, individuare i responsabili dei vari compiti e le risorse da utilizzare.
La pianificazione è sintetizzata nel piano aziendale, un documento che si articola in
più parti, come esamineremo nel dettaglio nel modulo dedicato ai piani aziendali.
Le scelte compiute nella fase di pianificazione aziendale vengono concretizzate
attraverso la programmazione annuale e la conseguente redazione del budget.
La programmazione è il processo che individua le azioni da attivare in un pe-
riodo di tempo solitamente pari a un anno, indicando le risorse da impiegare e
definendo i compiti dei vari responsabili.
Quali sono le fasi e gli strumenti del controllo di gestione?
I processi di pianificazione e programmazione vengono attentamente monitorati, confrontando i
dati effettivi con quelli programmati per individuare gli eventuali scostamenti, le cause che li hanno
originati e le azioni da intraprendere per correggerli (se sfavorevoli) o consolidarli (se favorevoli).
Il controllo permette di verificare periodicamente la convenienza delle alternative prescelte e, in
caso di necessità, di realizzare programmi nuovi e più adeguati.
controllo richiede un monitoraggio continuo:
dell'ambiente esterno, per conoscere le tendenze generali dell'ambiente economico,
politico e sociale e dei settori di interesse dell'azienda, quali i mercati di acquisto delle
materie prime e dei servizi, i mercati di sbocco, l'orientamento della concorrenza ecc.;
dell'ambiente interno, per valutare i risultati ottenuti grazie alla ricerca, all'esperienza e
alla professionalità delle persone che operano nell'azienda.
Il controllo di gestione (o controllo direzionale) è il processo mediante il quale i
responsabili dell'azienda si assicurano che le risorse vengano acquisite e impiegate in
modo efficiente ed efficace per conseguire gli obiettivi definiti nella fase di pianificazione
strategica.
Quindi, la pianificazione fissa gli obiettivi strategici e li formalizza attraverso i piani a medio/lungo
termine; successivamente il controllo di gestione, mediante la programmazione di breve periodo e
il controllo dell'attività svolta, deve garantirne il raggiungimento.
Gli elementi del controllo di gestione sono evidenziati di seguito.
Quali relazioni intercorrono tra pianificazione, programmazione e controllo?
Il controllo consente di guidare l'azienda verso gli obiettivi fissati mediante la pianificazione di
medio/lungo termine e la programmazione di breve periodo.
Tra pianificazione, programmazione, gestione e controllo si crea un circuito logico, che consente di
assumere le decisioni più opportune.
La pianificazione strategica definisce gli obiettivi che consentono di generare valore ed
esplicitano le modalità con cui ogni funzione aziendale, ogni unità operativa e ogni business deve
agire per raggiungerli. L'attività di controllo e valutazione delle performance si focalizza su tali
obiettivi, sul loro grado di realizzazione, sulle correzioni da adottare affinché vengano conseguiti.
Il controllo di gestione può pertanto essere realizzato sotto forma di:
controllo operativo, che interviene sulle operazioni compiute dai dipendenti al fine di
assicurare l'efficiente utilizzo delle risorse;
controllo direzionale, che informa sulle prestazioni dei manager a capo di una divisione,
di una funzione o di una unità operativa;
controllo strategico, che informa il management aziendale sul rapporto con i clienti,
sull'organizzazione del personale, sulle attività di ricerca e sviluppo,sulla posizione
competitiva dell'impresa sul mercato.
Come si attua il controllo di gestione?
Il controllo di gestione non rappresenta soltanto uno strumento di verifica dei risultati dell'impresa,
ma anche una fonte di nuove informazioni che permettono di influenzare i risultati aziendali
favorendo il miglioramento continuo.
Il controllo di gestione consente quindi l'applicazione di:
- meccanismi di feed-back (controllo retroattivo), con cui si confrontano dati consuntivi e
obiettivi programmati o standard prestabiliti e si assumono decisioni per migliorare la
programmazione e l'attività futura. In questo caso si privilegiano strumenti di controllo
tecnico-contabili da applicare in momenti prestabiliti da parte del controller, quali l'analisi
degli scostamenti e il budgetary control;