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E così,
tu – come si dice – hai tagliato la corda.
In realtà, tu eri – come si dice – un disadattato
e alla fine te ne sei persuaso
anche se da sempre lo eri stato: Un disadattato.
Ma Elsa stessa non dà troppo peso ai suoi “radi versi”. In una nota
all’edizione del 1958 specifica che queste poesie sono solo “un’eco, o, se si
voglia, un coro” delle sue prose. Alibi contiene in effetti versi già
pubblicati in Menzona e Sortilegio e L’isola di Arturo. Così come le
poesie de Il mondo salvato dai ragazzini del 1968 saranno strettamente
correlate al romanzo La storia. In un certo senso le raccolte poetiche
sono laboratorio dei romanzi ma per quanto la poetessa li consideri
corollari sono capaci di vita propria e rappresentano un aspetto più
intimo della sua scrittura.
In ogni caso la lingua poetica di Elsa Morante cerca uno spazio nuovo e
una voce chiara lontano dagli ermetismi e dalle avanguardie. Torna alle
cose, non è mai avulsa dal contingente, la sua è poesia del presente. Anzi
è convinta che lo scrittore sia “un uomo a cui sta a cuore tutto
quanto accade”. Lo dice nel saggio Pro e Contro la bomba atomica che
pur affrontando un tema angosciante consegna un messaggio di
ottimismo: l’arte si assume il compito di combattere l’irrealtà restituendo
la realtà attraverso la trasformazione poetica.