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Ferdinando Maria Balsano 

nacque a Roggiano il 18 settembre 1826 da D. Vincenzo Balsano di anni 50, di


professione medico ed allora sindaco di Roggiano, e da D. Maria Teresa Coppola, di anni 39, di professione
civile.

Fu filosofo, scrittore e letterato, i genitori furono i suoi primi maestri nell’insegnamento della virtù cristiana,
della bontà, dell’amore, della castità e dell’onestà. Fu un grande erudito il cui obiettivo era quello di saper
portare i giovani sulla strada del dovere, dell’onore e dell’autodisciplina.

Ricevette i primi insegnamenti in Cassano Ionio dal Prof. Francesco La Terza da Mormanno e prima ancora
dal maestro Don Gregorio da Policastrello . In seguito si istruì con la critica letteraria e la storia civile, con il
prof Paladino.

Successivamente nel 1842, si inserì nel rinnovato pensiero moderno con studi di critica letteraria e di storia
civile, sostenendo che il pensiero filosofico era poggiato su basi metafisiche con le teoria del Rico, del
Rosmini e del Gioberti.

Nel 1847 si inserì nel mondo della teologia, penetrando nelle anguste dimore della chiesa, meditando le
pagine di S. Agostino e di S. Tommaso.

L’otto dicembre del 1856, fu nominato arciprete di Roggiano, festeggiato ed osannato da tutto popolo.

Ma c’era bisogno di un nuovo fermento di idee e di oratoria per l’emancipazione necessaria nel campo del
pensiero, e, fondendo il religioso al civile, proruppe , uno dei primi in Calabria, in una voce robusta e
suasiva nei discorsi Sacri intorno alla vita di San Francesco di Paola , nella fatale Cosenza negli anni 1859-
1863, affermando: “ bastano i tribunali della Terra , la violenza stessa, il disordine, un’altra ingiustizia
faranno scontare le iniquità non espiate; e quando l’opera degli uomini non sia sufficiente, le forze della
materiale natura compiranno l’opera della giustizia ; involgeranno nei loro formidabili rovesciamenti il
superbo edificio della colpa; parleranno al mondo il linguaggio terribile della vendetta di Dio”.

Fu un valido predicatore, letterato e uomo politico di sentimenti liberali seppe conciliare la fede cattolica
con l’amor di Patria. Ebbe una intensa attività culturale e pubblicò molto. Propugnò negli scritti e nelle
opere l’Unità e l’Indipendenza. Una delle sue frasi più celebri diceva: «Non vi aspettate da me colpevoli
indulgenze, le quali fomentino la turpe inerzia e la stolta superbia degli ignoranti e dei corrotti. Non licenze
né privilegi per nessuno. Degni della mia benevolenza, e di quella dei nostri valorosi maestri, vi renderanno
i modi urbani e cortesi, l’amoroso e ragionevole ossequio a quanti avranno cura della vostra intellettuale e
morale educazione, e la obbedienza, eguale per tutti, a quelle norme cui sono state sommesse le scuole da
voi frequentate». Sparì tristemente nel 7 novembre 1869 a Cosenza. Lasciando tutte le sue opere più
celebri come: Riforma Cattolica, Stab. del Vaglio, Napoli 1851, La dottrina Cattolica e Libertà del pensiero
pubblicato nel Calabrese di Cosenza verso la fine del 1861, Tipografia dell’indipendente, Cosenza 1864.

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