Luigi XIV intervenne anche in ambito religioso: in linea con il suo indirizzo assolutista, considerava infatti ogni minoranza un pericolo per l'unità del Regno di Francia. Divenne quindi il principale protettore della Chiesa cattolica, ponendola però sotto il suo controllo diretto e avocando a sé il diritto di nominare i vescovi. Nel 1685, con l'editto di Fontainebleau, revocò definitivamente l'editto di Nantes, che concedeva libertà di culto ai protestanti; circa 200.000 ugonotti riuscirono tuttavia a espatriare, in gran parte diretti verso la Prussia. Luigi XIV cercò inutilmente di impedire l'esodo, consapevole che la perdita di una componente della società così produttiva e dinamica avrebbe determinato un grave danno per l'economia francese. Non meno duro fu l'accanimento contro i giansenisti, un movimento interno alla Chiesa cattolica fondato dall'olandese Cornelis Jansen (latinizzato in Giansenio, 1585-1638), che aveva pericolosi punti di contatto con il luteranesimo per le sue posizioni sul ruolo della Grazia nella salvezza dell'anima, sull'importanza dell'interiorità della fede e per l'opposizione a ogni formalismo esteriore nelle pratiche del culto. Luigi XIV poté contare sull'appoggio dei gesuiti nell'opera di persecuzione dei giansenisti, che culminò nel 1712 con la distruzione del monastero di Port-Royal, centro ideologico del movimento giansenista.
Scienza e cultura nella Francia del Re Sole
Al centro della politica del Re Sole vi fu anche l'interesse per lo sviluppo delle imprese scientifiche. I suoi esperti consiglieri avevano compreso infatti l'importanza di promuovere la ricerca scientifica e l'innovazione tecnologica per il ruolo strategico che queste avevano nell'accrescere la ricchezza e il potere dello Stato. Per questo motivo, nel 1666 fu fondata a Parigi l'Accademia Reale delle Scienze, che accolse i migliori matematici, astronomi, medici del continente. Con generosi finanziamenti, Luigi XIV diede a questi scienziati la possibilità di proseguire le loro ricerche. Gli investimenti profusi dalla monarchia servirono inoltre per organizzare concorsi a premi nei diversi campi del sapere e per proteggere con brevetti le nuove invenzioni. Un grande valore propagandistico ebbe anche il mecenatismo del re nei confronti di artisti e letterati. Servendosi di loro, Luigi XIV aveva la possibilità di creare una “cultura di Stato" che aumentava il prestigio del regno. In questo "secolo d'oro" della letteratura francese brillarono il tragediografo Jean Racine (1639-1699) e il commediografo Jean-Baptiste Poquelin detto Molière (1622-1673). Poco spazio trovarono invece le voci dissenzienti, sottoposte a controllo e censura.
Le guerre di Luigi XIV
Per consolidare il proprio potere e la propria fama, Luigi XIV perseguì anche una politica estera aggressiva e di potenza: particolari sforzi furono rivolti all'ampliamento della dotazione bellica del regno: furono costruite decine di fortezze per presidiare i confini settentrionali e orientali della Francia; inoltre, l'esercito fu decuplicato, arrivando a contare l'incredibile cifra di 400.000 effettivi, e fu organizzata una temibile marina da guerra. Per sostenere un esercito così numeroso, per cinquant'anni il Re Sole aumentò a dismisura la pressione fiscale, che gravò soprattutto su contadini e commercianti, e le coscrizioni militari. l primo scontro voluto da Luigi XIV fu la guerra di devoluzione (1667-1665), combattuta per conquistare le Fiandre spagnole, sulle quali il Re Sole avanzava pretese dinastiche per via del suo matrimonio con la figlia di Filippo IV di Spagna, Non avendo ricevuto la dote che gli era stata promessa con le nozze, Luigi XIV si senti autorizzato a occupare quella ricca regione di confine. Alla Francia si contrappose una grande coalizione formata da Spagna, Inghilterra, Svezia, Province Unite: la pace di Aquisgrana (1668) riconobbe a Luigi XIV la sola regione di Lille A questo conflitto segui la guerra d'Olanda (1672-1678), in cui la Francia si contrappose all'Impero tedesco, alla Spagna, alle Province Unite e alla Prussia. Dopo aver invaso le Province Unite, che per difendersi ricorsero alla misura estrema di allagare i propri territori, con la pace di Nimega (1678) Luigi XIV ottenne la Franca Contea. Dieci anni più tardi si scatenò un altro conflitto: durante la guerra della Lega di Augusta, detta anche "guerra della grande alleanza" o "guerra del Nove anni" (1688-1697), la Francia fu battuta da una grande coalizione costituita da Austria, Spagna, Svezia, Inghilterra, Savoia, Province Unite e alcuni principati tedeschi; fu costretta a ritirarsi da molti territori acquisiti negli anni precedenti e a fare ampie concessioni ai suoi avversari, ma ottenne la regione di Strasburgo. Il conflitto che ebbe maggiori conseguenze sugli equilibri politici europei fu, all'inizio del secolo successivo, la guerra di successione spagnola (1701- 1714), combattuta per decidere se - a seguito della morte senza eredi di Carlo II - il trono di Madrid dovesse andare agli Asburgo d'Austria, oppure ai Borbone. Si impose il candidato del Re Sole, suo nipote Filippo V di Borbone, seppur con l'obbligo di non unire i due regni. Nonostante le casse dello Stato fossero state svuotate dai lunghi anni di guerra, alla morte di Luigi XIV, nel 1715, nessuno poteva disputare alla Francia il primato politico nel continente europeo.