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ESEMPIO DI PROGETTAZIONE E3
1. Generalità pag. 4
2. Analisi dell’utenza ai fini delle scelte impiantistiche pag. 5
3. Parametri di progetto pag. 6
4. Calcolo dei carichi termici estivi ed invernali: analisi dei risultati pag. 9
5. Scelta della tipologia di impianto pag. 10
6. Individuazione dei trattamenti termofisici pag. 13
7. Selezione dei terminali d’impianto pag. 19
8. Sistema di distribuzione, ripresa ed espulsione dell’aria –
dimensionamento dei canali pag. 27
9. Selezione del condizionatore centrale pag. 35
10. Dimensionamento delle reti idriche di alimentazione del circuito
ventilconvettori, radiatori, batterie pag. 44
11. Dimensionamento centrale termica e frigorifera pag. 52
12. Sistema di regolazione dell’impianto pag. 60
2
Indice delle tabelle
3
1 GENERALITÀ
- il rinnovo dell'aria negli ambienti senza necessità di aperture periodiche delle finestre,
particolarmente fastidiose nella stagione invernale;
- il controllo della purezza dell'aria immessa, tramite adeguata filtrazione dell'aria esterna,
aspetto particolarmente importante nelle aree urbane a causa dell'inquinamento atmosferico
presente;
4
2 ANALISI DELL'EDIFICIO AI FINI DELLE SCELTE IMPIANTISTICHE
L'edificio nel quale é previsto di realizzare l'impianto é situato in pianura in una località a 45
gradi di latitudine nord ed e caratterizzato da una forma ad L con il braccio verticale orientato a
Nord.
La costruzione si sviluppa su due piani fuori terra destinati ad uffici ed un piano seminterrato
destinato ad autorimessa e locali tecnici.
L'involucro edilizio é realizzato con struttura portante a pilastri e travi in calcestruzzo con pareti
di tamponamento in muratura, tramezzature in laterizio e copertura piana.
Il dettaglio delle caratteristiche termofisiche delle principali strutture edilizie impiegate per la
realizzazione dell'edificio é riportato nell'allegato 1; i valori di trasmittanza unitaria ivi risultanti
sono stati utilizzati nelle successive elaborazioni.
La suddivisione dei locali ai vari piani e la relativa numerazione identificativa é riportata nelle
tavole grafiche allegate.
5
3 PARAMETRI DI PROGETTO
Vengono assunte a base di calcolo le condizioni tipiche di Padova (in particolare riferite al mese
di Luglio per la situazione estiva) e cioè:
Le condizioni termico igrometriche da utilizzare come dati di progetto vanno fissate tenendo pre-
senti tutta una serie di fattori che determinano, secondo quanto indicato dalle ricerche di Fanger
la sensazione di benessere ambientale, quali il tipo di attività svolta mediamente nell'edificio
(attività sedentaria d'ufficio), la temperatura media radiante (tmr) delle superfici che racchiudono
i vari ambienti (nel caso in esame stante la tipologia delle murature e la non eccessiva quantità di
superficie vetrata si può ritenere che la temperatura media radiante sia molto prossima alla tem-
peratura ambiente), il tipo vestiario degli occupanti e la velocità dell'aria negli ambienti.
Nella situazione estiva, si ritiene pertanto accettabile mantenere una temperatura interna di 26 °C
con una umidità relativa variabile dal 40% al 60%, considerando che le persone abbiano vestiti
leggeri (0,5 Clo) e la velocità dell'aria non superi i 0,15 m/s.
Nella situazione invernale, in presenza di persone con un vestiario più pesante (1,2 Clo) la tem-
peratura interna dovrebbe essere di circa 21 °C. Dato però che a termini di legge é imposto il
valore di 20 °C, non é possibile superare questo limite e pertanto si é costretti consigliare, even-
tualmente un adeguamento del vestiario (1,5 Clo).
Presenza di persone
Nei singoli locali é prevista la presenza di persone in proporzione a circa 1 persona ogni 8 m²
salvo specifiche esigenze per i locali di riunione.
Ai fini delle considerazioni che si andranno ad effettuare di seguito e tenendo conto di quanto
espresso riguardo al rinnovo dell'aria, si ricorda che una persona che svolga attività sedentaria
produce, nelle condizioni termico-igrometriche estive previste circa 65 Watt di calore sensibile e
70 Watt di calore latente.
Nella stagione invernale il carico latente prodotto da ciascuna persona é di circa 45 W, mentre
quello sensibile è di 90 W. Il calore sensibile non è comunque considerato ai fini del calcolo.
Il ricambio dell'aria nei locali adibiti ad ufficio o assimilabili, sarà garantito dall'impianto di aria
primaria.
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La quantità di aria di rinnovo immessa nei singoli locali può essere valutata in relazione al nume-
ro di persone presenti nei singoli ambienti e/o al loro volume e destinazione.
Un supporto normativo specifico é dato dalla norma UNI 10339 da cui è tratta la tabella 1.
I valori riportati nella colonna "Caso A" si applicano ai locali nei quali é vietato fumare.
I valori riportati nella colonna "Caso B" si applicano ai locali nei quali é consentito fumare e ai
locali nei quali vengono svolte attività sportive o assimilabili.
Per i locali in cui è consentito fumare, necessita fare riferimento alla legge 16/01/2003 n° 3
art. 51 (G.U. 20/01/2003) e successiva modifica nella legge n° 306 del 31/10/2003 e al
D.P.C.M. 23/12/2003.
Valori tipici di tassi di ricambio dell'aria derivati dalla pratica progettuale corrente sono raccolti
nella tabella 2.
7
Si fa osservare che l'adozione di una portata di rinnovo pari a 25 m3/h per persona, in locali di
altezza consueta (2,8 m) adibiti ad uffici e caratterizzati da indici di affollamento medio corri-
spondenti a 8 m² per persona, equivale ad un ricambio di 1,1 Vol/h. Con una tale portata, per
controbilanciare i carichi sensibili e latenti generati dal singolo occupante, é necessario che que-
sta aria sia immessa in ambiente con un differenziale di temperatura di circa 8 °C e con un dif-
ferenziale di umidità specifica pari a circa 3,3 gr/kg a.s.
Nei locali in cui é previsto esclusivamente il riscaldamento invernale ed in quelli in cui non
viene immessa direttamente aria primaria, é stata considerata una infiltrazione naturale di aria
dall'esterno pari a 0,5 Vol/h.
Per tutte le superfici vetrate é prevista la presenza di schermi interni (veneziane o tende) di
colore chiaro, in grado di garantire un coefficiente di ombreggiamento (shading factor) pari a
0,54.
Livello di rumorosità
All'interno degli ambienti considerati il livello di pressione sonora valutato con filtro in banda A
(Lp(A)) non dovrà superare il valore di 38-43 dB(A), in relazione al tipo di ufficio.
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4 CALCOLO DEI CARICHI TERMICI ESTIVI ED INVERNALI :
ANALISI DEI RISULTATI
Il calcolo dei carichi termici estivi (locale per locale e massimo contemporaneo dell'intero
edificio) é stato effettuato mediante il programma MASTER di AERMEC basato sull'impiego
delle differenze di temperatura equivalenti e dei fattori di accumulo dei carichi radiativi dovuti
all'irraggiamento solare e all'illuminazione.
I risultati riepilogativi dei calcoli sono raccolti nei tabulato 2 dell'allegato 2. (pag. 74)
Analizzando questi risultati, congiuntamente alla pianta dell'edificio é possibile evidenziare come i
locali sui lati ovest ed est dell'ala nord abbiano il massimo carico termico estivo rispettivamente
alle ore 17 e alle ore 9.
Per l'ala est dell'edificio invece i carichi massimi si verificano rispettivamente alle ore 15 per il
lato nord e alle ore 14 per il lato sud.
Come rilevabile dal tabulato 2 dell'allegato 2, nel suo complesso l'edificio ha il carico frigorifero
massimo contemporaneo per dispersioni sensibili pari a 47613 W, che si verifica alle ore 16; alla
medesima ora il carico latente risulta di 10052 Watt.
La variabilità del carico é essenzialmente legata al modificarsi nell'arco della giornata del contri-
buto della radiazione solare incidente sulle diverse pareti ed al progressivo cambiamento della
temperatura esterna.
L'effetto dei carichi dovuti alle persone ed alle dispersioni elettriche é invece considerato costante
nell'arco della giornata.
Il calcolo dei carichi termici invernali é stato effettuato mediante il programma MASTER di
AERMEC basato sulla norma UNI 7357/74 per il calcolo delle dispersioni termiche con le verifi-
che previste dalla legge 10/91 (vedi legge 373/76 e successivi decreti di attuazione) per quanto
riguarda i coefficienti volumici di dispersione dei singoli locali e dell'intero edificio.
I risultati riepilogativi dei calcoli sono raccolti nel tabulato n. 1 dell'allegato 2. (pag. 68)
9
5 SCELTA DELLA TIPOLOGIA DI IMPIANTO
- della non elevata quantità di superfici vetrate per cui non vengono a determinarsi, nelle varie
stagioni, situazioni critiche nei riguardi delle dispersioni di calore o delle rientrate per
irraggiamento solare;
- che non sono disponibili nell'edificio spazi tecnici e passaggi sufficienti per la realizzazione di
un impianto a tutta aria;
si indirizza perciò la scelta impiantistica verso un impianto a ventilconvettori a due tubi con aria
primaria e inversione stagionale del ciclo di funzionamento.
L'impianto di aria primaria svolge le funzioni di ricambio dell'aria negli ambienti, di filtrazione
dell'aria esterna, di pressurizzazione dell'edificio e di controllo dell'umidità relativa media interna.
A questo proposito si riporta in figura 1 il diagramma teorico delle temperature dell'acqua inviata
ai ventilconvettori e dell'aria primaria al variare della temperatura esterna.
Il concetto espresso da questo schema é quello di avere disponibili due fluidi antagonisti, in grado
di poter raffreddare o riscaldare gli ambienti a seconda delle necessità.
Nel ciclo invernale i ventilconvettori sono alimentati con acqua calda e dovranno essere in grado
di far fronte, nei singoli locali, al carico di dispersione verso l'esterno maggiorato del carico di
raffreddamento dovuto all'immissione di aria esterna in condizioni di temperatura inferiore a
quella interna di progetto.
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Fig. 1
Nel ciclo medio stagionale la temperatura dell'acqua di alimentazione dei ventilconvettori viene
abbassata ad un valore di 13 °C; nelle condizioni di progetto normalmente previste, lo scambio di
calore fra batteria del terminale ed aria ambiente avviene in forma esclusivamente sensibile, senza
operare la deumidificazione, che rimane compito dell'aria primaria.
Quest'ultima viene inviata in ambiente, possibilmente post-riscaldata, fino a temperatura ambiente.
In effetti, anche se teoricamente possibili, situazioni di necessità di riscaldamento dei locali nelle
medie stagioni sono piuttosto inconsuete, specialmente se si tiene conto della presenza di carichi
interni dovuti alle persone ed alla presenza di apparecchiature elettriche che dissipano calore in
ambiente.
Tanto più che nei periodi medio stagionali che vanno da metà aprile alla fine di maggio e da Set-
tembre a metà ottobre la temperatura interna può essere fatta variare fra i 20 °C e i 26 °C senza
alcun pregiudizio per le condizioni di benessere ambientale ed a maggior ragione si possono
accettare fluttuazioni dal 40% al 60% nel valore dell'umidità relativa. Conserva invece notevole
importanza l'assicurare il ricambio e la purezza dell'aria immessa all'interno dell'edificio.
Nel ciclo estivo sia l'aria primaria che l'acqua di alimentazione della batteria dei ventilconvettori
sono caratterizzate da potere raffreddante e contribuiscono, assieme, a fare fronte al carico frigori-
fero dell'ambiente.
Di questo fatto si deve opportunamente tenere conto nella selezione dei ventilconvettori.
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Si osservi inoltre come l'aria primaria viene immessa costantemente a temperature inferiori a
quelle dell'ambiente e questo fatto comporta la necessità, da parte del progettista, di una attenta
valutazione del posizionamento e del tipo di dispositivo di immissione da adottare, al fine di
evitare reclami da parte degli utenti causati da fastidiose correnti d'aria.
Nei vari locali saranno installati terminali ventilconvettori del tipo verticale a pavimento
alimentati con un impianto a due tubi e con regolazione di temperatura effettuata tramite
termostato ambiente agente sul ventilatore del ventilconvettore e commutazione estiva/invernale.
Nei servizi igienici saranno invece installati radiatori per funzionamento in solo riscaldamento,
dotati di valvola termostatica di regolazione.
Tra le funzioni affidate all'aria primaria, come già anticipato, vi é anche quella di assicurare un
certo livello di pressurizzazione degli ambienti per evitare (o ridurre) così le infiltrazioni di aria
esterna non trattata.
Normalmente si utilizza l'aria ripresa dai locali permanentemente occupati per garantire anche la
ventilazione di corridoi e servizi (in particolare se questi ultimi sono ciechi).
Considerando che una parte della portata d'aria immessa, corrispondente a circa 0,5 Vol/h
dell'intero edificio, venga utilizzata per la pressurizzazione, la rimanente sarà aspirata attraverso i
gruppi dei servizi che, nel caso in esame, sono posti ai lati del vano scala centrale di ciascun
piano.
La ripresa dell'aria dei singoli ambienti avverrà facendo fluire per depressione l'aria verso i
corridoi centrali e verso i servizi tramite griglie di transito applicate sulle porte o più
semplicemente sollevando le medesime rispetto al pavimento. Nell'uno come nell'altro caso si
consiglia di verificare che la velocità dell'aria in corrispondenza al transito non superi il valore di
1,0 m/s, riferita alla sezione netta di passaggio.
La portata di aria estratta dai servizi verrà espulsa all'esterno mediante due ventilatori del tipo per
installazione diretta su canale (uno per ciascuna colonna di servizi), aventi funzionamento
indipendente da quello della centrale di trattamento dell'aria primaria, in modo da assicurare
sempre la ventilazione di questi locali.
La rimanente parte di aria verrà aspirata tramite apposite griglie installate nei corridoi e ad una
rete di canalizzazioni facente capo a due ventilatori del tipo a torrino, installati in copertura ed
adeguatamente afonizzati.
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6 INDIVIDUAZIONE DEI TRATTAMENTI TERMOFISICI DELL'ARIA
PRIMARIA
Si tratta ora di individuare i trattamenti che l'aria esterna dovrà subire per poter essere inviata in
ambiente alle condizioni previste e individuate dal diagramma di figura 2.
Funzionamento estivo
Per ottenere questo risultato é necessario disporre di uno scambiatore del tipo a batteria alettata, in
grado di raffreddare e deumidificare l'aria esterna.
Il fattore di by-pass é definito come rapporto fra la massa di aria che attraversa la batteria senza
subire alcuna trasformazione e la massa totale di aria transitata e dipende dalle caratteristiche
costruttive della batteria (quali il numero di ranghi, il diametro e la disposizione dei tubi, il passo e
la forma delle alette) e dalla velocità di attraversamento della batteria da parte dell'aria.
Superfici molto estese e velocità di attraversamento molto basse consentono un intimo contatto
dell'aria con la batteria e quindi maggiori probabilità che si possa ottenere aria uscente a
condizioni corrispondenti a quelle medie della superficie della batteria.
A titolo orientativo valga la tabella 3 qui di seguito riportata, valida per batterie con geometria
sfalsata (quinconce) 60 x 30 mm, con tubazione da 5/8" di diametro e passo delle alette 2,5 mm.
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Fig. 2
14
Fig. 3
15
Detta inclinazione cresce man mano che si passa da trattamenti di solo raffreddamento sensibile,
caratterizzati da modeste differenze entalpiche fra le condizioni di ingresso e uscita dell'aria dalla
batteria, a trattamenti che comportano notevole deumidificazione, caratterizzati da rilevanti
differenze entalpiche.
Viene formulato qui di seguito un criterio di massima per valutare la fattibilità di determinati
trattamenti, (in particolare quelli di raffreddamento e deumidificazione), in relazione alla
temperatura dell'acqua refrigerata disponibile oppure per determinare quest'ultimo parametro in
funzione delle condizioni che si vogliono ottenere in uscita dalla batteria:
- per trattamenti con deumidificazione molto ridotta o nulla e pertanto con salti entalpici ridotti,
(tipici dei trattamenti a tutto ricircolo di aria ambiente), la temperatura media della batteria di
scambio sarà intermedia fra quelle di ingresso e uscita dell'acqua refrigerata;
- per trattamenti con deumidificazioni non molto elevate caratterizzati da salti entalpici medi
(tipici dei trattamenti con percentuali di aria esterna inferiori al 30%) la temperatura media
della batteria di scambio sarà di 0,5 ÷ 1,5 °C inferiore a quella della temperatura di uscita
dell'acqua refrigerata;
- per trattamenti con elevata deumidificazione, caratterizzati da salti entalpici rilevanti (tipici dei
trattamento con elevato tasso di aria esterna) la temperatura media della batteria di scambio
sarà di 0,5 ÷ 1,5 °C superiore alla temperatura di uscita dell'acqua refrigerata.
Noto il calore latente da asportare (10052 Watt), si deve fissare un valore di umidità specifica
dell'aria immessa in ambiente che sia ottenibile con il fluido refrigerante disponibile e nelle
condizioni operative della batteria di raffreddamento e deumidificazione.
Noto il valore dell'umidità specifica del punto (A) ambiente (26 °C con 55% U.R.), che
corrisponde a 11,7 gr/kg a.s., si determina immediatamente la portata di aria necessaria in
funzione del differenziale di umidità specifica disponibile di 2,5 gr/kg a.s.:
In termini di ricambio aria complessivo tale portata d'aria, arrotondata a 4850 m3/h, corrisponde a
circa 1,34 Vol/h mentre in termini di ricambio per persona, equivale a circa 35 m3/h per persona,
superiore al valore minimo richiesto dalla normativa di 25 m3/h per persona.
Noto il valore dell'entalpia corrispondente all'aria esterna nelle condizioni di progetto (E) si può
calcolare inoltre la potenza frigorifera (Pf) massima necessaria in base alla relazione:
Pf = Waria x 1,2 x (he - hu) = 4850 x 1,2 x (16,9 - 8,4)/0,86 = 57523 Watt
16
Fissato in 4 °C il salto termico dell'acqua refrigerata nella batteria, consegue una portata d'acqua
necessaria di 12367 l/h (3,43 l/s).
Risulta così:
Ai fini del calcolo di questa potenza non si é tenuto conto del contributo fornito dal calore
generato dal motore elettrico del ventilatore della centrale di trattamento dell'aria.
Funzionamento invernale
Anche in questa situazione l'aria esterna oltre che a provvedere al ricambio, ha il compito di
equilibrare il contenuto igrometrico dell'ambiente controbilanciando gli apporti di calore latente
dovuto agli occupanti.
Dato però che nelle condizioni di progetto il contenuto di umidità specifica dell'aria esterna é di
molto inferiore a quello previsto in ambiente, sarà necessario comunque umidificare l'aria.
A tal fine il sistema maggiormente utilizzato nelle applicazioni civili é quello dell'umidificazione
per saturazione. Questo processo é assimilabile ad una trasformazione termodinamica di tipo
adiabatico e comporta il raffreddamento sensibile dell'aria per compensare il calore latente di
vaporizzazione dell'acqua assorbita dall'aria.
Il sistema di umidificazione é caratterizzato inoltre da una ben precisa efficienza, definita come il
rapporto fra l'incremento di umidità specifica effettivamente ottenuta e quello massimo teorico
corrispondente a portare l'aria in condizioni di saturazione (sul diagramma psicrometrico tale ef-
ficienza può essere definita dal rapporto dei seguenti DC/DS di figura 3).
Quando, come nel caso in esame, si prevede già la presenza di una batteria di post-riscaldamento
per il funzionamento estivo, si utilizza la medesima batteria posta a valle del sistema di
umidificazione per effettuare anche il post-riscaldamento invernale dell'aria, al fine di immetterla
in ambiente in condizioni tali da non dare luogo a fastidi agli occupanti a causa della temperatura
eccessivamente bassa.
Si fissa in 16 °C la temperatura di immissione dell'aria in ambiente.
Nel caso in esame viene impiegato un sistema di umidificazione del tipo con superficie evaporante
alveolare irrorata, caratterizzato da un efficienza del 60% e alimentazione di acqua mediante
ricircolo con pompa e reintegro da acquedotto.
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Note le condizioni di ingresso dell'aria esterna invernale (E) e dell'ambiente (A), si fissa il valore
dell'umidità specifica dell'aria in uscita dall'umidificatore in base al differenziale di umidità
specifica richiesta per bilanciare il carico latente generato dalla presenza delle persone che, in
inverno, é stato calcolato in 6031 Watt e in base alla portata d'aria prevista di 4850 m3/h comporta
un differenziale di 1,75 gr/kg a.s..
Fissata la temperatura dell'acqua entrante in batteria in 75 °C, la portata di acqua calda necessaria
per il preriscaldamento si calcola considerando il salto termico nella batteria, che normalmente é
di 15 °C (ma può variare da 10 °C a 20 °C in relazione a esigenze specifiche).
Si può così individuare sul diagramma psicrometrico il punto “C” di uscita dell'aria dal sistema di
umidificazione, pari a 14 °C e calcolare la potenza per il post-riscaldamento dell'aria fino al valore
di 16 °C, previsto per l'immissione in ambiente (punto I) :
W (post-riscaldamento invernale) = (3395 x 0,86) / (75 - 60) = 195 l/h (0,054 l/s)
W (post-riscaldamento estivo) (11882 x 0,86) / (75 - 60) = 681 l/h (0,19 l/s)
Risulta pertanto confermato essere più vincolante, ai fini del dimensionamento della batteria di
post-riscaldamento, il caso estivo.
18
7 SELEZIONE DEI TERMINALI DI IMPIANTO
Tutti questi parametri sono fra loro più o meno strettamente collegati; analizziamoli uno ad uno.
a) - Potenzialità
Come già accennato, ai ventilconvettori di un impianto con aria primaria viene assegnato
essenzialmente il compito di controbilanciare i carichi sensibili dispersi nell'ambiente o in esso
generati.
Nel selezionare i vari modelli si deve tenere in considerazione che l'aria primaria é immessa in
condizioni di temperatura diverse da quelle ambientali e anch'essa può apportare o sottrarre carico
sensibile all'ambiente.
Pertanto, una volta individuato il carico termico sensibile di ogni ambiente, si procede ad
identificare la quota di esso da attribuire ai ventilconvettori.
Definita con "ta" la temperatura ambiente, "Wa" la portata di aria primaria immessa in ambiente,
"tai" e "tae" le temperature di immissione dell'aria primaria nel ciclo invernale nel ciclo estivo,
"Qd" e "Qs" i valori massimi del carico per dispersione invernale e del carico sensibile estivo, è
possibile determinare i valori minimi di potenzialità termica invernale "Q'i" ed estiva "Q'e" dei
ventilconvettori in base alle relazioni:
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Tabella 4 - Potenza frigorifera e termica richiesta ai ventilconvettori.
Lo- Portata Pot. frigorif. App. frigorif. Pot. frigorifera Potenza Apporto Potenza
ca- aria sensibile Aria primaria sensibile termica frigorifero termica
le primaria locale (estate) ventilconvettori locale aria primaria ventilconvettori
(inverno)
N° m3/h W W W W W W
1 500 3320 1050 2270 4494 700 5194
2 70 1418 147 1271 721 98 819
3 110 2256 231 2025 704 154 858
4 0 2360 0 2360 1486 0 1486
5 560 2047 1176 871 4646 784 5430
6 0 0 0 0 217 0 169
7 0 0 0 0 221 0 135
8 0 0 0 0 52 0 135
9 0 0 0 0 52 0 32
10 0 1252 0 1252 1242 0 1242
11 280 2799 588 2211 1737 392 2129
12 0 1252 0 1252 1242 0 1242
13 0 0 0 0 434 0 300
14 0 0 0 0 39 0 24
15 0 0 0 0 39 0 24
16 0 0 0 0 39 0 24
17 160 1993 336 1657 1572 154 1726
18 70 1247 147 1100 862 154 1016
19 100 1700 210 1490 1905 154 2059
20 0 647 0 647 430 0 430
21 0 579 0 579 570 0 570
22 70 1914 147 1767 1614 98 1712
23 0 0 0 0 145 0 89
24 0 0 0 0 219 0 165
25 110 1094 231 863 869 154 1023
26 180 2034 378 1656 1364 252 1616
27 180 1270 378 892 1306 252 1558
28 180 1318 378 940 1621 252 1873
29 430 2705 903 1802 2706 602 3294
30 0 176 0 176 359 0 263
31 0 2312 0 2312 1206 0 1206
32 430 1809 903 906 3956 602 4544
33 0 0 0 0 181 0 137
34 0 0 0 0 304 0 226
35 0 0 0 0 72 0 53
36 0 0 0 0 72 0 53
37 0 864 0 864 944 0 944
38 280 2788 588 2200 1229 392 1621
39 280 1195 588 607 944 392 1336
40 0 901 0 901 943 0 943
41 0 0 0 0 348 0 226
42 0 0 0 0 54 0 40
43 0 0 0 0 54 0 40
44 0 0 0 0 54 0 40
45 430 3823 903 2920 3892 602 4480
46 0 1220 0 1220 1232 0 1232
47 140 1336 294 1042 1693 196 1889
48 70 986 147 839 559 98 657
49 220 2299 462 1837 2131 308 2439
50 0 176 0 176 263 0 263
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b) - Temperatura del fluido termovettore
Naturalmente sia nel funzionamento estivo che in quello invernale si dovranno identificare le
rispettive condizioni del fluido termovettore che alimenta il ventilconvettore.
La temperatura di ingresso del fluido, é uno dei fattori determinanti per poter definire la potenza
termica scambiata dal ventilconvettore.
- un aumento della temperatura dell'acqua refrigerata riduce sia la potenza sensibile che quella
latente scambiata dal ventilconvettore nel funzionamento estivo; in particolare, quando la
temperatura di alimentazione dell'acqua, é tale che la temperatura media superficiale della
batteria di scambio eguaglia o supera quella di rugiada dell'aria entrante, si annulla
completamente la potenza scambiata sotto forma latente e non si verifica alcun fenomeno di
deumidificazione.
(Questa prerogativa viene sfruttata negli impianti con aria primaria per limitare al solo calore
sensibile lo scambio di calore del ventilconvettore con l'ambiente);
- un aumento della temperatura dell'acqua calda incrementa la potenzialità termica resa dal
ventilconvettore nel funzionamento invernale; oltre certi valori (indicativamente di 60-65 °C)
vengono tuttavia a determinarsi alcuni fenomeni negativi, quali la tostatura del pulviscolo
dell'aria, la tendenza alla stratificazione dell'aria calda, l'umidità eccessivamente bassa dell'aria
uscente dal ventilconvettore, la tendenza alla pendolazione della temperatura in ambiente, che
sconsigliano il funzionamento in tali condizioni.
Questo parametro determina, a parità di temperatura del fluido entrante, la temperatura media
della batteria e quindi incrementi della portata sono sempre favorevoli all'aumento della potenza
resa, fatti salvi i limiti di perdita di carico della batteria.
É evidente infatti che l'incremento di portata ha una ripercussione immediata sul dimensionamento
della rete delle tubazioni e su quello delle pompe di circolazione dell'impianto ed in definitiva sul
costo finale dello stesso.
In senso opposto invece diminuzioni della portata d'acqua possono essere vantaggiose ai fini della
riduzione dei costi di impianto fin tanto che non comportino diminuzioni tali di resa da portare alla
scelta di modelli di ventilconvettori di taglia superiore. Ovviamente queste situazioni vanno
valutate caso per caso.
Questo parametro ha una influenza apprezzabile sull'entità della potenza termica resa e, nel
funzionamento in fase di raffreddamento, anche sulla ripartizione fra le componenti sensibile e
latente della potenza scambiata.
Nel passaggio dalla velocità massima alla minima la resa termica si riduce indicativamente del
35%.
21
Molto rilevante é l'influenza di questo parametro sulla rumorosità di funzionamento del
ventilconvettore, con variazioni del livello di potenza sonora emessa, nel passaggio dalla minima
alla massima velocità, di 12 - 17 db(A) a seconda dei modelli.
e) - Rumorosità
Il livello di rumorosità del ventilconvettore deve essere compatibile con la destinazione d'uso
dell'ambiente in cui esso va installato; si devono pertanto tenere presenti le indicazioni riportate in
tabella 5 avendo cura di selezionare la velocità di rotazione nominale del ventilconvettore in
funzione del risultato da ottenere, determinando così la portata d'aria dell'apparecchio e di
conseguenza anche la sua resa. In molti casi il fattore determinante di scelta diviene proprio la
rumorosità e da essa derivano di conseguenza tutte le successive scelte (si pensi ad esempio al
dimensionamento di ventilconvettori per camere di albergo di lusso).
Le diverse modalità di installazione dei ventilconvettori possono avere influenza sulle prestazioni
finali dell'impianto oltre che sulla scelta di altri componenti, quali ad esempio quelli relativi al tipo
di regolazione.
Il ventilconvettore può infatti essere installato verticalmente a parete (in vista o mascherato, in
versione da incasso), oppure orizzontalmente a soffitto (in vista o in versione da incasso).
Con la prima modalità di installazione possono essere utilizzate indifferentemente, sia regolazioni
di tipo termostatico ad azione ON/OFF (termostato agente sull'attacco e stacco del ventilatore), sia
regolazioni con valvola servocomandata, ad azione ON/OFF o modulante, agente sulla portata di
acqua entrante nella batteria del ventilconvettore.
22
Unica avvertenza é, nel caso di regolazione ON/OFF, di utilizzare sensori di temperatura posti in
ambiente e non sonde installate in aspirazione al ventilconvettore al di sotto della batteria in modo
che evitare che, a ventilatore fermo, l'aria a contatto della batteria attraversata dall'acqua
refrigerata "cada" sopra il sensore impedendo la ripartenza del ventilconvettori.
La seconda modalità di installazione é tipica di edifici ristrutturati, con zone centrali utilizzate per
l'installazione in controsoffitto dei nuovi impianti e quindi con mandata e ripresa dell'aria
effettuate a soffitto; in questo caso é comunque preferibile adottare la regolazione con valvola,
ON/OFF o modulante, che assicura costantemente il flusso d'aria in ambiente, particolarmente
importante nel funzionamento invernale per evitare fenomeni di stratificazione. In ogni caso é
sempre consigliabile installare il sensore di temperatura in ambiente a quota di circa 1,4 m dal
pavimento.
Passando ora alla selezione dei singoli ventilconvettori, si farà riferimento alla documentazione
tecnica degli apparecchi AERMEC serie FCX, disponibile anche su supporto magnetico, grazie
alla quale é possibile individuare esattamente le rese dei vari modelli nelle varie possibili
condizioni di funzionamento.
La procedura di selezione dei singoli modelli destinati ai vari ambienti non segue quasi mai un
andamento univoco ma procede con successivi aggiustamenti e talvolta modifiche delle ipotesi, in
modo tale da conseguire la congruenza del risultato rispetto alle esigenze, mantenendo tuttavia
uniformità di condizioni di alimentazione per i singoli ventilconvettori.
In corrispondenza alle condizioni interne di riferimento, che sono fissate in una temperatura a
bulbo secco di 26 °C con una umidità relativa del 55%, con una temperatura a bulbo umido di 19,6
°C ed una temperatura di rugiada di 16,2 °C é sufficiente alimentare il circuito ventilconvettori per
ottenere uno scambio di calore praticamente solo sensibile.
In ogni caso dovrà comunque essere predisposta una rete di scarico della condensa per fare fronte
a situazioni, quali quelle di messa a regime dei locali o di momentaneo aumento dei carichi latenti
interni, che potrebbero comunque determinare la formazione di condensa sulla batteria del
ventilconvettore.
Viene poi fissato il funzionamento dei ventilconvettori normalmente alla velocità media o minima,
condizioni queste mediamente accettabili per quanto concerne i limiti imposti dalla rumorosità
degli apparecchi e salvo verifica da effettuare caso per caso.
L'ultimo parametro che rimane da fissare per procedere alla selezione del modello di
ventilconvettore da installare é la portata di acqua di alimentazione.
Partendo dall'assunto che detta portata deve risultare la minore possibile compatibilmente con la
potenza richiesta, un criterio di dimensionamento può essere quello di fissare portate tali da dare
luogo ad un salto termico massimo fisso ed uguale per tutti i ventilconvettori, ove il termine fisso
si intende riferito al funzionamento estivo a carico massimo.
23
Questa soluzione determina una diversificazione notevole delle portate di acqua da prevedere per i
singoli mobiletti e quindi la necessità di effettuare, per ciascun locale una selezione differenziata
per ciascuna diversa potenzialità richiesta.
Dal punto di vista dell'impegno progettuale questa strada anche se formalmente corretta,
raramente viene applicata; si preferisce per quanto possibile, fissare in partenza le portate di acqua
per i singoli modelli di ventilconvettori, verificando poi le rese fornite ed intervenendo
eventualmente ad aumentare la portata d'acqua in quelle situazioni in cui un tale incremento
consente ad esempio di raggiungere la potenza richiesta senza necessità di selezionare un modello
di ventilconvettori di taglia superiore.
La portata d'acqua che possiamo definire di primo tentativo, può essere fissata in modo tale da
dare luogo ad un salto termico dell'acqua, nelle condizioni di progetto, pari a circa 5-6 °C: questo
valore corrisponde a quello normalmente adottato nella prassi progettuale di questo tipo di
impianto.
Operando con questo criterio si può innanzi tutto stabilire, per ciascun modello di
ventilconvettore, la resa "nominale nelle condizioni di progetto" da confrontare con quella
richiesta. A titolo esemplificativo si riporta la tabella 6 valida per il funzionamento estivo.
Condizioni di riferimento:
Nella quasi totalità degli impianti di questo tipo per ovvie considerazioni di semplificazione e di
costo si impiegano le medesime pompe di circolazione sia per il funzionamento estivo che per
quello invernale e, trascurando l'incremento di portata dovuto alla minore densità e quindi alla
minore perdita di carico del circuito idraulico funzionante con acqua calda, si può considerare che
nelle due situazioni, estiva ed invernale, nella rete dei ventilconvettori sostanzialmente circoli la
stessa portata di acqua.
24
Per poter stabilire quale debba essere la temperatura invernale dell'acqua di alimentazione del
circuito ventilconvettori é necessario individuare, per ciascuna delle scelte di abbinamento
modello ventilconvettore/portata acqua già effettuate, quale deve essere la temperatura minima
dell'acqua che garantisce una potenza termica almeno pari a quella richiesta nel locale in cui
l'apparecchio é installato.
Fra tutti i valori di temperatura risultanti si sceglierà ovviamente quello massimo, lasciando alla
regolazione termostatica il compito di modulare nel tempo, con l'attacco e stacco del ventilatore, la
potenza erogata in ambiente.
Risulta così che la temperatura minima necessaria é di 39 °C, come risulta dalla tabella 7 che
sintetizza i dati di partenza ed i risultati delle selezioni effettuate.
25
Tabella 7 - Riepilogo dei risultati del dimensionamento dei ventilconvettori
Lo- Terminale Pot. frigorif. Pot. frigorif. Portata Potenza Potenza Temperatura
cale sensib. richiesta sensibile resa acqua termica richiesta termica resa acqua calda
N° N° x Mod. W W l/h W W °C
1 6 x FCX21 2270 3918 6 x 200 5194 7464 37
2 1 x FCX41 1271 1252 1 x 350 819 2921 < 35
3 1 x FCX80 2025 2376 1 x 500 858 5560 < 35
4 1 x FCX80 2360 2376 1 x 500 1486 5560 < 35
5 5 x FCX21 871 3435 5 x 250 5430 6650 38
6 (#) - - - 217 (#) -
7 (#) - - - 221 (#) -
8 (#) - - - 52 (#) -
9 (#) - - - 52 (#) -
10 1 x FCX41 1252 1252 1 x 350 1242 2921 < 35
11 2 x FCX41 2211 2504 1 x 350 2129 5842 < 35
12 1 x FCX41 1252 1252 1 x 350 1242 2921 < 35
13 (#) - - - 434 (#) -
14 (#) - - - 39 (#) -
15 (#) - - - 39 (#) -
16 (#) - - - 39 (#) -
17 2 x FCX31 1657 1786 2 x 250 1726 3780 < 35
18 1 x FCX41 1100 1108 1 x 250 1016 2714 < 35
19 2 x FCX31 1490 1672 2 x 200 2059 3656 < 35
20 1 x FCX21 647 653 1 x 200 430 1244 < 35
21 1 x FCX21 579 653 1 x 200 570 1244 < 35
22 2 x FCX31 1767 1786 2 x 250 1712 3780 < 35
23 (#) - - - 145 (#) -
24 (#) - - - 219 (#) -
25 1 x FCX31 863 893 1 x 250 1023 1890 < 35
26 2 x FCX31 1656 1786 2 x 250 1616 2780 < 35
27 1 x FCX31 892 893 1 x 250 1558 1890 < 35
28 2 x FCX21 940 1306 2 x 200 1873 2488 38
29 3 x FCX21 1802 2679 3 x 250 3308 3990 39
30 @ 176 - 359 - -
31 1 x FCX80 2312 2478 1 x 600 1206 5766 < 35
32 5 x FCX21 906 3265 5 x 200 4558 6220 38
33 (#) - - - 181 (#) -
34 (#) - - - 304 (#) -
35 (#) - - - 72 (#) -
36 (#) - - - 72 (#) -
37 1x FCX31 864 893 1 x 250 944 1890 < 35
38 1x FCX60 2200 2157 1 x 650 1621 4345 < 35
39 1x FCX31 607 893 1 x 250 1336 1890 36
40 1x FCX31 901 893 1 x 250 943 1890 < 35
41 (#) - - - 348 (#) -
42 (#) - - - 54 (#) -
43 (#) - - - 54 (#) -
44 (#) - - - 54 (#) -
45 5 x FCX21 2920 3265 5 x 200 4494 6220 < 38
46 1 x FCX41 1220 1191 1 x 300 1232 2874 < 35
47 2 x FCX21 1042 1306 2 x 200 1889 2448 < 35
48 1 x FCX31 839 836 1 x 250 657 1828 < 35
49 3 x FCX21 1837 2061 3 x 250 2439 3990 < 35
50 1 x FCX21 176 653 1 x 200 263 1244 < 35
(*) valore minimo necessario; (#) solo riscaldamento con radiatori; @ solo predisposizione.
26
8 SISTEMA DI DISTRIBUZIONE, RIPRESA ED ESPULSIONE DELL'ARIA
PRIMARIA - DIMENSIONAMENTO DELLA RETE DI CANALIZZAZIONI
Da essa infatti dipende la definizione di molti aspetti tecnici dell'impianto, che a loro volta hanno
riflessi tutt'altro che trascurabili sui costi di installazione e di gestione dell'impianto stesso.
La scelta più ovvia, e cioè quella che minimizza i percorsi delle canalizzazioni, va ad esempio
verificata rispetto i problemi di rumorosità degli impianti e dell'eventuale costo della
insonorizzazione delle apparecchiature.
L'aria primaria trattata centralmente deve essere immessa in ambiente in condizioni di temperatura
differenti rispetto all'aria presente nel locale (normalmente più fredda sia in estate che in inverno)
e con velocità tale da assicurare la distribuzione in tutte le zone dell'ambiente.
Il sistema di distribuzione dell'aria é destinato a garantire l'immissione della portata d'aria prevista
con una velocità adeguata e una direzione del flusso d'aria tale da ottenere una efficace
miscelazione dell'aria immessa con l'aria ambiente, senza correnti e in maniera da conseguire la
maggior uniformità di temperatura nelle zone occupate.
La differenza di temperatura tra i vari punti di uno stesso ambiente non dovrebbe mai essere
superiore a 1,5 °C mentre la differenza di temperatura tra vari ambienti condizionati dovrebbe
essere inferiore a 2,5 °C.
La velocità dell'aria ideale per il benessere delle persone negli ambienti condizionati é compresa
tra 0,1 e 0,3 m/s (0,3 m/s é la velocità dell'aria che può sollevare un foglio di carta leggera posato
su una scrivania).
Una serie di esperienze condotte in merito ha poi rilevato che una variazione della velocità
dell'aria di 0,07 m/s produce sulla sensazione di benessere lo stesso effetto di una variazione di 0,5
°C di temperatura.
La sensazione di benessere é influenzata anche dalla direzione del flusso d'aria, infatti é
confermato che un flusso d'aria diretto verso il viso é ben tollerato, se non gradito; i flussi d'aria
diretti verso i lati della testa e verso la nuca sono considerati molto fastidiosi; un flusso d'aria
moderatamente discendente risulta più tollerabile di un flusso moderatamente ascendente.
Queste considerazioni di ordine qualitativo vanno tenute presenti nel momento in cui si passa alla
selezione dei singoli dispositivi di distribuzione dell'aria.
A tal fine si ricordano alcuni concetti specificamente legati a quest'ultimo aspetto e cioè:
- il lancio o gittata: cioè la distanza radiale tra il diffusore e la zona, in ambiente, in cui la
velocità del getto raggiunge un determinato valore (normalmente pari a 0,25 m/s); il lancio é
direttamente proporzionale alla velocità di uscita dell'aria dal dispositivo;
27
- il coefficiente di induzione: un getto d'aria immesso con una certa velocità in ambiente
determina il trascinamento in moto nella stessa direzione degli strati di aria, inizialmente
ferma, che circondano il getto stesso. Il rapporto fra la portata totale di aria messa in
movimento grazie a questo effetto e la quantità di aria uscente dal dispositivo di immissione é
detto "coefficiente di induzione". Esso é essenzialmente funzione del valore assoluto della
velocità e dipende anche dalla forma dell'organo di immissione.
Elevato rapporto di induzione è sinonimo di rapida miscelazione dell'aria immessa con quella
ambiente e quindi di differenziali di temperatura contenuti in prossimità delle zone occupate
dalle persone e comporta peraltro, normalmente, un lancio più ridotto;
- la caduta del getto: é definita come la distanza, in senso ortogonale a quello del lancio che il
getto d'aria percorre tra il punto di uscita dal dispositivo e la fine del lancio. La caduta é una
funzione quadratica inversa della velocità e dipende anche dalla differenza di temperatura fra il
getto e l'aria circostante.
Passando ad affrontare il caso in esame si può notare come la distribuzione degli uffici sui due lati
di un corridoio centrale favorisca l'installazione delle condotte di mandata ai vari piani nel
controsoffitto del corridoio, con immissione dell'aria mediante bocchette installate a parete.
Per la loro scelta va considerata la distanza fra la parete del corridoio e la parete esterna, (sulla
quale é normalmente installato il ventilconvettore), selezionando il lancio in modo tale che esso
copra una distanza compresa fra il 50 ed il 75% di quella che separa le apposte pareti.
La caduta del lancio in locali con altezza di circa 3 m, é opportuno che non superi 1 m; con una
velocità dell'aria, alla fine del lancio di circa 0,15 m/s. Le bocchette vanno installate
preferibilmente in modo da sfruttare l'"effetto soffitto" che tende a mantenere il getto d'aria
aderente alla superficie sovrastante.
É opportuno poi che il dispositivo di immissione sia in grado di operare una buona miscelazione
(induzione) dell'aria immessa con quella dell'ambiente.
Nel caso in esame, si seleziona una bocchetta del tipo a doppio ordine di alette caratterizzata dalle
prestazioni indicate in tabella 8.
28
I primi due, che risultano in sostanza concettualmente equivalenti, sono comunemente i più
utilizzati, per le loro relativa semplicità, in impianti a bassa velocità e/o pressione, mentre il terzo
trova maggiore applicazione negli impianti ad alta velocità e/o pressione.
La diversificazione tra impianti ad alta e quelli a media e bassa velocità é stabilita indicativamente
dal limite dei 10 m/s mentre gli impianti ad alta pressione sono quelli che prevedono in partenza ai
canali pressione statiche superiori di 1000 Pa.
Per fare ciò é necessario innanzitutto definire la struttura topologica della rete di canalizzazioni
che, partendo dalla presa di aria esterna, arriva al condizionatore centrale e dal condizionatore
centrale fino al dispositivo di immissione più distante. Il ventilatore della centrale di trattamento
deve sopperire alle perdite di carico di tutta la rete.
Si procede quindi attribuendo ai vari rami di canalizzazione la portata d'aria di competenza in base
alla distribuzione dei dispositivi terminali di diffusione dell'aria, procedendo sempre a ritroso
verso il ventilatore del condizionatore centrale.
La perdita di carico che l'aria subisce nell'attraversamento delle canalizzazioni é da attribuire a due
componenti e precisamente a:
- resistenze distribuite (∆pd) rappresentate dal prodotto della perdita di carico specifica (per
metro di lunghezza) per la lunghezza reale dei singoli tratti a portata costante;
- resistenze concentrate (∆pc) dovute alla presenza, nei tratti di canalizzazioni, di curve,
cambiamenti di sezione, derivazioni e confluenze di vario genere, organi di taratura, dispositivi
di mandata e/o ripresa dell'aria, nonché ogni altro componente impiantistico inserito sul flusso
dell'aria (batterie di scambio termico, filtri, ecc).
Queste perdite sono proporzionali alla componente dinamica del moto dell'aria secondo la
relazione:
Il coefficiente C é fornito da appositi diagrammi e tabelle del tipo di quelle riportate nella figura 6.
29
Figura 4
30
Figura 5
31
Figura 6
32
Altre volte, in alternativa al coefficiente di perdita C di un pezzo speciale, viene utilizzato il
parametro "lunghezza equivalente" (Le), definito come quella lunghezza virtuale che
determinerebbe in un condotto rettilineo a sezione costante attraversato dall'aria con una velocità
fissata, la stessa perdita di carico prodotta dal componente specifico.
É sempre possibile passare dall'una all'altra formulazione della perdita di carico concentrata
mediante la relazione:
Le x ∆pd = χ x C x ( v2/2g )
Si identificano così anche le differenze di pressione, crescenti man mano che ci si avvicina al
ventilatore, con i circuiti meno sfavoriti. Per equilibrare le varie diramazioni della rete di canali,
queste differenze possono essere compensate in diversi modi e precisamente:
- dissipando l'eccesso di pressione in uno specifico organo di taratura (serranda o setto forato);
- aumentando la perdita di carico distribuita nel condotto derivato, il che comporta in pratica il
suo ridimensionamento.
L'affidare la taratura alle sole serrande normalmente a corredo dei dispositivi finali di
distribuzione dell'aria in ambiente, può essere accettabile solo se le differenze di pressione
disponibili fra i dispositivi più favoriti ed quelli meno favoriti é dell'ordine di 20 ÷ 30 Pa.
Con analoghe considerazioni si procede anche per la valutazione della prevalenza del/i
ventilatore/i di estrazione/espulsione dell'aria; nel caso in esame sono stati adottati per lo scopo
due ventilatori centrifughi a torrino, appositamente silenziati, ciascuno dei quali a servizio di uno
dei due bracci dell'edificio.
Questi due ventilatori (TE1 e TE2) funzioneranno contemporaneamente alla centrale di
trattamento dell'aria primaria.
Per l'estrazione dell'aria dei blocchi servizi verranno invece adottati dei ventilatori indipendenti, a
funzionamento continuo, in modo da garantire la ventilazione permanente di questi locali.
33
Tabella 9 Perdite di carico nei canali di mandata
34
9 SELEZIONE DEL CONDIZIONATORE CENTRALE DI TRATTAMENTO
DELL'ARIA PRIMARIA
Nel condizionatore centrale vengono effettuati i trattamenti termofisici dell'aria necessari per
immettere in ambiente aria alle condizioni previste dai diagrammi di figure 2 e 3; ad esso inoltre é
demandato il compito di effettuare la filtrazione dell'aria e di fornirle, tramite il ventilatore,
l'energia per percorrere la rete di canalizzazioni.
Si tratta di una apparecchiatura modulare costituita da più sezioni componibili, in relazione alle
specifiche esigenze, alla successione ed al tipo di trattamento da effettuare nonché allo spazio
disponibile.
Facendo riferimento alla produzione AERMEC serie CAD, si riportano nella tabella 10 le portate
d'aria nominali dei vari modelli di condizionatore centrale al variare della velocità frontale
dell'aria nell'attraversamento delle batterie di scambio termico.
Per la selezione della centrale per l’esempio in esame si è utilizzato il programma di selezione
AerNCT di Aermec, i cui risultati sono rilevabili dalla tabella 13 (pag. 40), da cui si ricava che per
la portata di aria primaria prevista di é adatto il modello NCT7 con velocità di attraversamento di
2,38 m/s.
35
L'adozione di velocità frontale dell'aria sulle batterie superiori a 3 m/s é da prevedersi solo per
trattamenti di raffreddamento esclusivamente sensibile e per il riscaldamento; nel caso di
raffreddamento con deumidificazione le velocità consigliate vanno dai 2,3 m/s ai 2,7 m/s, sia per
favorire la deumidificazione che per evitare fenomeni di trascinamento di gocce a valle della
batteria.
Per il dimensionamento delle batterie di scambio termico, una volta note le potenzialità termiche
richieste e le condizioni operative (vedi paragrafo precedente) si tratta in sostanza di individuarne
il numero di ranghi, le perdite di carico dal lato del fluido termovettore, il contenuto di acqua e la
perdita di carico lato aria.
Una particolare attenzione é necessario porre nella scelta dei filtri da installare all'interno del
condizionatore centrale.
Senza entrare nel dettaglio degli aspetti teorici della filtrazione dell'aria, si ritiene utile ricordare
quali sono i più comuni tipi di filtri utilizzati nel settore della climatizzazione ambientale ed il
campo di applicazione in relazione alla loro efficienza.
Quest'ultima grandezza si definisce come il complemento dall'unità del rapporto fra la quantità di
impurità che riesce ad attraversare il filtro e la quantità totale di impurità presente nel flusso d'aria.
Questo parametro non é però da solo sufficiente a identificare la qualità della filtrazione in quanto
si deve definire anche la dimensione delle particelle trattenute dal filtro.
Esistono pertanto diversi metodi di misura e valutazione delle caratteristiche di un mezzo filtrante.
I più conosciuti sono:
1) metodi ponderali o gravimetrici: adottano per le prove una polvere sintetica di composizione
appropriata e si basano sul confronto fra i pesi di polvere trattenuta e totale.
2) metodi opacimetrici: adottano per la prova direttamente polvere atmosferica e si basano sul
rilievo dell'opacità creata su due mezzi filtranti campione posti a monte e a valle del filtro in
prova e attraversati dalla stessa quantità di aria. Il metodo si applica a polveri di dimensioni da
0,5 fino a 1 micron e si adotta per la valutazione di filtri ad elevata efficienza.
36
Si ricordano fra questi metodi ancora l'ASHRAE 52-76 e il metodo EUROVENT 4/5;
3) metodi alla fiamma di sodio e al D.O.P.: si tratta di metodi di misura fotometrici che
impiegano come agente "inquinante" un aerosol di particelle aventi dimensione ben definita
(circa 0,3 micron). Vengono adottati per la valutazione di filtri ad elevatissima efficienza.
I più comuni filtri adottati nel capo della climatizzazione ambientale sono:
- filtri metallici: caratterizzati da una efficienza ponderale variabile dal 60% all'80% (EU1/EU3
secondo EUROVENT 4/5);
- filtri sintetici acrilici: caratterizzati da una efficienza ponderale dall'85% al 95% (EU3/EU5
secondo EUROVENT 4/5). Sono disponibili sia in celle che in rulli;
- filtri semiassoluti e assoluti: caratterizzati da efficienza di tipo fotometrico variabile dal 95% al
99,999% (EU10/EU14 secondo EUROVENT 4/4).
Nel caso in esame si adotterà un doppio sistema di filtrazione costituito da un banco di filtri
acrilici con funzione di prefiltrazione e protezione del successivo banco di filtrazione del tipo a
tasche rigide.
L'ultima caratteristica del condizionatore centrale da definire é quella riguardante i ventilatori di
mandata e di ripresa/espulsione, per la cui selezione é necessario conoscere la prevalenza statica
utile necessaria all'impianto, data dalla somma della prevalenza statica richiesta per le
canalizzazioni (che é stata precedentemente quantificata) e da quella richiesta per
l'attraversamento dei vari componenti del condizionatore centrale.
Questo secondo termine viene a sua volta quantificato come somma delle perdite di carico dei
singoli componenti che nel caso in esame sommano a 494 Pa:
A carico del ventilatore di mandata si deve pertanto considerare una prevalenza statica comples-
siva di 777 Pa, (dei quali 520 Pa dovuti alla perdite interne al condizionatore, 26 Pa di pressione
dinamica e 231 Pa utili per le canalizzazioni).
37
É opportuno evidenziare che, nella definizione della perdita di carico dei filtri collocati all'interno
del condizionatore centrale, é buona norma tenere conto almeno di un grado di intasamento medio
degli stessi; ciò al fine di evitare, da un lato un dimensionamento antieconomico del gruppo
motoventilante, e dall'altro il pericolo di una drastica riduzione della portata trattata all'aumentare
dell'intasamento dei filtri.
Si può passare ora alla scelta del ventilatore e del relativo gruppo motore-trasmissione. I
diagrammi di selezione dei ventilatori riportano normalmente in ordinata la pressione totale e che
perciò si dovrà sommare ai valori di pressione statica precedentemente calcolati il valore di
pressione dinamica riportato, in corrispondenza alla ascissa della portata d'aria, sul diagramma di
funzionamento del ventilatore.
In realtà una parte di questa pressione dinamica può essere riconvertita in pressione statica
(tramite un adeguato raccordo tra la bocca del ventilatore ed il canale di mandata dell'aria); questa
opportunità viene sfruttata valutando, caso per caso, la quantità di pressione statica ottenibile, e
riducendo di altrettanto quella utile per le canalizzazioni, in modo da individuare più
correttamente il punto di funzionamento del ventilatore. Nel caso in esame, per semplificazione,
non si è tenuto conto di questo possibile recupero.
I ventilatori normalmente impiegati nei condizionatori centrali sono del tipo centrifugo; in
applicazioni specifiche, in particolare nel settore industriale e comunque per situazioni che
prevedono portate d'aria molto elevate, si impiegano anche ventilatori di tipo assiale.
Motivi di contenimento delle dimensioni in altezza delle sezioni ventilanti indirizzano la scelta
della tipologia dei ventilatori centrifughi verso quelli a doppia aspirazione; fra questi una ulteriore
differenziazione va fatta fra ventilatori dotati di pale rivolte in avanti oppure di ventilatori con pale
rivolte all'indietro..
Il tipo a pale in avanti é adatto al funzionamento con portate fino a 90000 m3/h e pressioni
massime dell'ordine di 800 ÷ 1000 Pa; in queste condizioni il rendimento di questi ventilatori si
colloca, come valori massimi, attorno al 70%.
Per entrambi i tipi di ventilatore é comunque importante verificare che il punto di funzionamento
sia il più prossimo possibile a quello di massimo rendimento e collocato in un tratto di curva
caratteristica avente andamento discendente, al fine di ottenere un comportamento stabile del
ventilatore.
Facendo riferimento ai ventilatori disponibili per il condizionatore AERMEC mod. NCT 7, si può
verificare che, nelle condizioni di funzionamento previste per la rete dei canali di mandata, il
punto operativo determina, per i due tipi di ventilatore considerati, i parametri operativi riportati
nella tabella 12:
38
Tabella 12 - Prestazioni di ventilatori
Una volta noti tutti i componenti della centrale trattamento aria é poi immediata l'individuazione
delle dimensioni di ingombro dell'apparecchiatura.
39
Tabella 13 Caratteristiche dei componenti del condizionatore
Data: 14/09/2004
Cliente: Lucio
Progetto: Aria primaria uffici
Riferimento: Aermec E.3
NCT-7 Portata aria = 4850 m3/h
Centrale di Trattamento Aria serie NCT costruita con telaio portante,a ns. esclusivo disegno, in estruso di
lega di alluminio (UNI 6060),angolari costruiti in nylon caricato con fibra di vetro, e pannelli di
tamponamento fissati senza viti ma con eclusivi profili fermapannello.
Le portine apribili su cerniere sono dotate di maniglie autoserranti e di elementi di tenuta incassati
lungo tutto il perimetro. Il basamento dell'unità in robusto profilato di acciaio zincato conferisce la
necessaria rigidità all'intera struttura.
Allestimento : AAP
Superficie esterna : peraluman protetto spessore 0.8 mm
Superficie interna : peraluman spessore 0.8 mm
Spessore pannelli : 50 mm (poliuretano iniettato 40 kg/m3)
SE1F SERRANDA FRONTALE A TUTTA SEZIONE posizionata all'esterno del tipo ad alette contrapposte a
profilo alare completa di perno sporgente e motorizzabile.
Dimensioni serranda : (mm) 930x930
_
E1F SERRANDA FRONTALE A TUTTA SEZIONE posizionata all'esterno del tipo ad alette contrapposte a
profilo alare completa di perno sporgente e motorizzabile.
Dimensioni serranda : (mm) 930x930
BC2.2 BATTERIA DI RISCALDAMENTO Costruita in tubi di rame ed alette di alluminio a pacco, con
geometria P60/30 e passo alette 2.5 mm. Il robusto telaio in lamiera di acciaio zincata ne consente
l'estraibilità su guide.
Dimensioni della batteria (mm) 780x725 - Numero di ranghi 2
Potenza Termica (kW) 59.20
BF8.2S BATTERIA DI RAFFREDDAMENTO Costruita in tubi di rame ed alette di alluminio a pacco, con
geometria P60/30 e passo alette 2.5 mm. Il robusto telaio in lamiera di acciaio zincata ne consente
l'estraibilità su guide.
Dimensioni della batteria (mm) 780x725 - Numero di ranghi 8
Potenza Termica (kW) 59.09
UCP100 UMIDIFICAZIONE CON POMPA DI RICIRCOLO sp. 100 mm efficienza circa 80% del tipo a pacco
irrorato composto da una vaschetta in lega di alluminio forellata posta superiormente ad un pacco di carta
impregnata di resine fenoliche.
La vasca di raccolta dell'acqua in lega di alluminio è del tipo a drenaggio continuo in una piccola vasca
costruita in materiale plastico e dotata di filtro, dispositivo di reintegro automatico a galleggiante, sistema
per il BLED-OFF regolabile e raccorderie di troppo pieno e scarico.
BC1.2 BATTERIA DI RISCALDAMENTO Costruita in tubi di rame ed alette di alluminio a pacco, con
geometria P60/30 e passo alette 2.5 mm. Il robusto telaio in lamiera di acciaio zincata ne consente
l'estraibilità su guide.
Dimensioni della batteria (mm) 780x725 - Numero di ranghi 1
Potenza Termica (kW) 22.56
41
42
Fig. 7
43
10 DIMENSIONAMENTO DELLE RETI IDRICHE DI ALIMENTAZIONE DEI
CIRCUITI VENTILCONVETTORI, RADIATORI, CENTRALI DI TRATTAMENTO
ARIA
Si passa ora al dimensionamento delle reti idriche di alimentazione dei circuiti dei radiatori e dei
ventilconvettori al fine di determinare le caratteristiche delle rispettive pompe di circolazione.
Il criterio di dimensionamento adottato é quello che si basa sull'assegnazione, per i vari tronchi di
rete attraversati da determinate portate di acqua, di diametri della tubazione tali da determinare,
per quanto possibile, perdite di carico costanti per unità di lunghezza.
A tal fine si utilizzano diagrammi del tipo riportato nella figura 17 dai quali é possibile ricavare il
diametro della tubazione e la velocità dell'acqua, una volta fissata la portata in circolazione e la
perdita di carico specifica.
Circa quest'ultimo parametro la pratica progettuale e il confronto fra i costi di realizzazione delle
reti e costi energetici di pompaggio, ha portato a individuare valori ottimali nel campo compreso
fra i 200 ed i 300 Pa per metro.
Il progetto della rete idrica inizia con la stesura del tracciato necessario per raggiungere tutti i
terminali, e già in questa fase é opportuno, per quanto possibile, cercare di equilibrare i vari tratti
di circuito anche, a volte, a costo di un maggior onere in termini di quantità di tubazione da
installare, ricorrendo a soluzioni quali quelle del ritorno inverso o cercando di portare il punto di
suddivisione dei vari circuiti il più possibile vicino al baricentro dei carichi.
Individuato il percorso delle tubazioni, si riparte a ritroso verso la relativa pompa di circolazione,
assegnando ai tratti finali le portate d'acqua precedentemente individuate (vedi capitolo 7) e
cumulando via via le portate d'acqua risultanti dalla confluenza dei vari rami di circuito fino a
individuare la portata totale di ciascun circuito.
Le perdite di carico in un circuito idraulico sono date dalla somma di due fattori: le perdite di
carico distribuite e quelle concentrate.
44
Questi due fattori sono a loro volta proporzionali rispettivamente alla lunghezza reale del circuito
(L) ed alla perdita di carico specifica (∆p/m) secondo la relazione: L x ∆p/m ed alla componente
cinetica definita dalla relazione:
Z x v2/2g
É anche possibile valutare la perdita di carico di un circuito in termini di sole perdite distribuite
introducendo il concetto di lunghezza equivalente (Le), cioè quella lunghezza virtuale di tubazione
rettilinea, di pari diametro, che darebbe luogo alla medesima perdita di carico prodotta localmente
da un accessorio della rete attraversato dalla portata d'acqua prevista.
(∆p/m) x Le = Z x (v2/2g)
Applicando i concetti e la metodologia sopra descritti si ricava, per i singoli rami di ogni circuito,
il valore della perdita di carico; sommando le perdite di carico dei vari rami che compongono i
circuiti di alimentazione dei vari elementi terminali, si individua la perdita di carico totale di
ciascun circuito inteso come l'insieme di tratti di tubazione che, partendo dalle rispettive pompe di
circolazione e tornando alla centrale, raggiungono le singole utenze.
Fra tutti i rami di uno stesso circuito, quello più sfavorito determina la prevalenza della pompa di
circolazione, mentre le singole differenze fra la perdita di carico del ramo più sfavorito e quella
degli altri rami determina la perdita aggiuntiva di bilanciamento che deve essere imposta ai circuiti
più favoriti, per essere certi che il regime di portata d'acqua nell'impianto considerato sia quello
previsto.
Per quanto riguarda il circuito radiatori risulta invece una portata d'acqua di 475 l/h con una
perdita di 37 kPa.
45
Figura 8
46
Figura 9
47
Figura 10
.
48
Figura 11
49
Figura 12 Circuiti ad iniezione
50
Tabella 14 - Circuito ventilconvettori piano terra - lato est
Tronco Diametro Portata Velocità ∆p/m ∆p Bilanciamento
n° ∅ l/h m/s kPa/m kPa kPa
1 MV1 49/54 4500 0,67 0,12 0,74 -
2 MV1 49/54 4500 0,67 0,12 0,73 -
4 A+B 39/44 3300 0,76 0,20 0,96 -
17 A+B 39/44 3300 0,76 0,20 0,96
18 C 1" 1200 0,55 0,17 1,60 -
25 C 1" 1200 0,55 0,17 1,37 -
19 C 3/4 350 0,25 0,06 5,77 6,33
20 C 3/4 350 0,25 0,06 0,86 -
21 C 1" 850 0,39 0,17 1,32 -
24 C 1" 850 0,39 0,09 1,54 -
24 C 1" 850 0,39 0,09 1,54 -
64 C 3/4" 350 0,25 0,06 5,51 4,01
65 C 3/4" 350 0,25 0,06 0,60 -
22 C 3/4 500 0,36 0,11 2,13 6,74
23 C 3/4 500 0,36 0,11 1,24 -
5 A 1" 1250 0,57 0,19 0,78 -
16 A 1" 1250 0,57 0,19 0,30 -
62 A 1/2" 250 0,32 0,13 2,99 8,97
63 A 1/2" 250 0,32 0,13 0,98 -
6 A 1" 1000 0,46 0,12 0,42 -
15 A 1" 1000 0,46 0,12 0,42 -
60 A 1/2" 250 0,32 0,13 2,99 8,13
61 A 1/2" 250 0,32 0,13 0,98 -
7 A 1" 750 0,5 0,08 0,26 -
14 A 1" 750 0,35 0,08 0,26 -
58 A 1/2" 250 0,32 0,13 2,99 7,62
59 A 1/2" 250 0,32 0,13 0,98 -
8 A 3/4" 500 0,37 0,11 0,45 -
13 A 3/4" 500 0,37 0,11 0,38 -
56 A 1/2" 250 0,32 0,13 2,99 6,78
57 A 1/2" 250 0,32 0,13 0,98 -
9 A 1/2" 250 0,33 0,14 0,62 -
12 A 1/2" 250 0,33 0,14 0,62 -
10 A 1/2" 250 0,32 0,13 3,14 5,11
11 A 1/2" 250 0,32 0,13 1,25 -
26 B 1"1/4 2050 0,54 0,12 1,92 -
67 B 1"1/4 2050 0,54 0,12 1,80 -
40 B1 3/4" 350 0,25 0,06 4,68 4,78
41 B1 3/4" 350 0,25 0,06 0,84 -
27 B2 33/38 1700 0,56 0,14 0,23 -
66 B2 33/38 1700 0,56 0,14 0,54 -
42 B2 3/4" 200 0,26 0,09 1,36 7,54
43 B2 1/2" 200 0,26 0,09 0,65 -
28 B2 33/38 1500 0,49 0,12 0,50 -
39 B2 33/38 1500 0,49 0,12 0,51 -
44 B2 1/2" 200 0,26 0,09 1,65 6,23
45 B2 1/2" 200 0,26 0,09 0,65 -
29 B2 1" 1300 0,59 0,20 0,67 -
38 B2 1" 1300 0,59 0,20 0,84 -
46 B2 1/2" 200 0,26 0,09 1,65 4,73
47 B2 1/2" 200 0,26 0,09 0,65 -
30 B2 1" 1100 0,50 0,14 0.49 -
37 B2 1" 1100 0,50 0,14 0,62 -
48 B2 1/2" 200 0,26 0,09 1,65 3,62
49 B2 1/2" 200 0,26 0,09 0,65 -
31 B2 1" 900 0,41 0,10 0.23 -
36 B2 1" 900 0,41 0,10 0,1 -
50 B2 1/2" 200 0,26 0,09 1,79 2,71
51 B2 1/2" 200 0,26 0,09 0,78 -
32 B2 3/4" 700 0,50 0,20 0,75 -
35 B2 3/4" 700 0,50 0,20 0,58 -
52 B2 1/2" 200 0,26 0,09 1,93 1,14
53 B2 1/2" 200 0,26 0,09 0,88 -
33 B2 3/4" 500 0,36 0,11 2,42 0,00
34 B2 3/4" 500 0,36 0,11 1,53 -
51
11 DIMENSIONAMENTO DELLA CENTRALE TERMICA E FRIGORIFERA
Centrale termica
Lo schema di centrale termica proposto prevede l'installazione di una caldaia collegata, mediante
un circuito primario dotato di propria pompa di circolazione (P6), ad un collettore di distribuzione
a cui saranno allacciati i circuiti radiatori e ventilconvettori con collegamento idraulico del tipo a
iniezione ed il circuito di alimentazione delle batterie di riscaldamento e post-riscaldamento delle
centrali di trattamento aria con alimentazione diretta.
In pratica la pompa primaria (P6) provvederà alla circolazione in caldaia ed all'alimentazione delle
portate di acqua calda necessarie a garantire, nelle condizioni di progetto, che l'alimentazione del
circuito radiatori avvenga alla temperatura di 75 °C e quella del circuito ventilconvettori avvenga
alla temperatura, cautelativamente aumentata dai 39 °C minimi richiesti a 40 °C e in condizione di
massima apertura delle rispettive valvole di regolazione.
La potenza termica invernale (Pv) richiesta dal circuito ventilconvettori risulta, in questo caso,
dalla somma dei due termini e cioè la potenza dispersa dalla parte di edificio servita da questo
impianto (calcolata in 50083 Watt) e la potenza per il riscaldamento dell'aria primaria della
temperatura di immissione (16 °C) a quella ambiente (20 °C); ciò determina pertanto il seguente
risultato:
Ptr = 2596 W
Avendo a disposizione acqua prodotta in caldaia a 75 °C, ciò significa che é necessario prevedere
l'iniezione dal circuito primario delle seguenti quantità di acqua calda:
circuito ventilconvettori:
Nota : poiché la temperatura di alimentazione del circuito secondario é pari a quella del primario
la portata di iniezione coincide con quella in circolazione nel secondario.
52
La schematizzazione del funzionamento del circuito di iniezione nelle varie situazioni di carico é
illustrato nella figura 12.
La potenza massima contemporanea richiesta dal circuito delle batterie di preriscaldamento e/o
post-riscaldamento delle centrali di trattamento dell'aria (CTA1) a servizio della sala riunioni
(vedi esempio impiantistico n. 2) e dell'aria primaria per gli uffici (CTA2), risulta pari a:
Ne consegue la necessità di installare un generatore di calore avente una potenza resa congruente
con quella richiesta e comunque non superiore alla potenza massima ammessa dalla normativa. Si
prevede pertanto un generatore da 220 kW.
La portata d'acqua del circuito batterie delle centrali di trattamento dell'aria, dimensionate per un
salto termico sull'acqua di 15 °C risulta di:
Lo schema idraulico proposto prevede l'installazione di una pompa (P5) a specifico servizio del
circuito delle batterie calde della centrale.
[(9000x60)+(1278x36,78)+(475x70,3)]/(9000+1278+475) = 58,69 °C
Il salto termico complessivo caldaia é pertanto di 16,31°C; un tale valore appare elevato potendo
dare luogo a tensione nella caldaia e a scarsa uniformità di raffreddamento della stessa.
É infatti consigliabile fare funzionare i generatori di calore con salti termici compresi fra 10 °C e
15 °C.
Stabilendo pari a 15 °C questo valore, risulta necessario avere a disposizione 12304 l/h di acqua
nel circuito primario di caldaia.
La differenza di portata rispetto ai 10753 l/h necessari ai circuiti di utenza e cioè 1551 l/h saranno
by-passati fra collettore di mandata e collettore di ritorno attraverso un apposito ramo, dotato di
valvola di taratura ed avente una perdita di carico pari a quella delle valvole di iniezione nei cir-
cuiti di utenza.
53
Per il dimensionamento della pompa calda (P6) si dovranno considerare le seguenti componenti
del circuito idraulico:
Utilizzando le tabelle con i coefficienti di perdita (Z) e individuate su cataloghi dei costruttori le
perdite di carico di componenti specifici, quali le valvole di regolazione e la caldaia, si individua
la prevalenza necessaria per la pompa di circolazione (P6) (33 kPa).
Dal punto di vista del circuito idraulico é opportuno fare notare che la prevalenza della pompa
(P5) di circolazione delle batterie calde, dovrà tenere conto, in detrazione, della prevalenza creata
sul collettore di mandata della pompa primaria (P6), necessaria al funzionamento delle due valvole
di iniezione (V1) e (V2); se quest'ultime poi non avessero perdite di carico uguali si dovrebbe
inserire sul circuito di minore perdita una valvola di bilanciamento.
Centrale frigorifera
a) carico frigorifero sensibile calcolato, pari a 47613 W, ridotto del valore corrispondente al
carico frigorifero apportato in ambiente dall'aria primaria entrante a 20 °C, e cioè di:
Anche i livelli di temperatura di utilizzo dell'acqua refrigerata da parte delle utenze non sono tutti
eguali; infatti il circuito di cui al termine a) opera con acqua a 13 °C e salto termico di 2,1 °C
(ritorno a 15,1 °C), risultante dal rapporto fra la potenza massima contemporanea richiesta e la
portata d'acqua prevista di 15200 l/h (la schematizzazione del funzionamento di questo circuito é
riportato in figura 12).
Il circuito di cui al termine b) opera con acqua a temperatura di 7 °C e salto termico di 4 °C, con
una portata d'acqua di 12367 l/h.
54
Il circuito di cui al punto c) opera con acqua a temperatura 7 °C e salto termico di 5 °C, con una
portata d'acqua di 22592 l/h.
La portata di acqua fredda a 7 °C da iniettare nel circuito ventilconvettori si calcola con la rela-
zione:
(37428 x 0,86) / (15,1 - 7) = 3974 l/h
e la temperatura di ritorno al gruppo frigorifero sarà di 12 °C come si può verificare dalla media
ponderata dei vari ritorni.
La scelta del gruppo refrigeratore d'acqua va pertanto effettuata sulla base di questi valori tenendo
presenti comunque anche le seguenti considerazioni:
- nel caso di selezione di gruppi frigoriferi a più circuiti indipendenti si privilegia a volte il fatto
di poter avere a disposizione, in caso di manutenzione o di avaria di un circuito frigorifero del
gruppo, una potenza frigorifera per fare fronte, almeno parzialmente, alle esigenze.
Ovviamente la scelta definitiva va operata dal progettista in accordo con il committente, una volta
valutati costi e benefici dalle varie soluzioni.
Nel caso in esame, ritenendo non molto probabile il verificarsi del massimo affollamento nella
sala riunioni nel periodo pomeridiano estivo si privilegia il risparmio nel costo di realizzazione
dell'impianto selezionando un gruppo frigorifero tipo AERMEC mod. RV0901L, in grado di
erogare una potenza di 217,3 kW, molto vicina al valore richiesto di 225 kW.
Analizzando i dati di funzionamento di questo gruppo (tav. 15) si rileva che, nelle condizioni di
progetto, alimentato da una portata di acqua di 38933 l/h (10,81 l/s) esso da luogo ad una perdita
di carico all'evaporatore di circa 44,98 kPa.
Si deve poi tenere in considerazione la perdita di carico del circuito idrico che collega la centrale
frigorifera con la copertura dell'edificio, ove é installato il gruppo; detta perdita ammonta a circa
25 kPa dovuti a:
55
Tabella 15
DATI TECNICI
Modello: RV0901L
Raffreddamento
Potenzialità frogorifera resa W 217104
Potenza elettrica assorbita totale W 75132
Temperatura aria esterna b.s. °C 32,00
Temperatura acqua in ingresso °C 11,79
Salto termico acqua °C 4,79
Temperatura acqua uscita °C 7,00
Portata acqua l/s 10.81
Perdite di carico scambiatore kPa 44,98
La totale perdita del circuito risulta perciò di 70 kPa, cui deve aggiungersi la prevalenza necessaria
per il funzionamento del circuito di iniezione, che dipende dalla scelta della valvola a tre vie di
iniezione. Selezionando questo componente con una perdita di carico di circa 10 kPa in
corrispondenza della portata massima iniettata di 3974 l/h si può fissare in 68 kPa la prevalenza
della pompa primaria (P1).
Il circuito idraulico di centrale sarà poi completato dalla pompa (P2) di alimentazione delle
batterie di raffreddamento e deumidificazione delle centrali di trattamento dell'aria e dalla pompa
(P3) di alimentazione del circuito dei ventilconvettori.
La pompa (P2) avrà una prevalenza pari a quella corrispondente alle perdite di carico del circuito
batterie fredde (87 kPa) diminuita della pressione disponibile sul collettore di mandata (10 kPa),
necessaria per il funzionamento della valvola di iniezione.
La pompa (P3) avrà una prevalenza pari a quella corrispondente alle perdite di carico del circuito
generale dei ventilconvettori a valle della valvola di iniezione e fino al terminale più
sfavorito (62 kPa).
56
In tutti quei casi nei quali, per ragioni di carattere normativo o di gestione degli impianti, non vi é
la possibilità di fare funzionare la centrale termica nei periodi medio stagionali ed estivo, la
produzione di acqua calda per l'alimentazione delle batterie di post-riscaldamento può essere
effettuata utilizzando il calore disponibile al condensatore del gruppo frigorifero.
Fra le varie possibilità di utilizzo dell'energia presente nel gas frigorifero uscente dal
compressore ed inviato al condensatore, si segnalano:
- l'utilizzo del solo calore sensibile del gas compresso, che subisce un raffreddamento da circa
100 ÷ 120 °C fino alla temperatura corrispondente alla saturazione, in un apposito scambiatore
detto desurriscaldatore; la quantità di calore massima ottenibile da questo sistema é pari a circa
il 18 ÷ 22% del totale calore disponibile al condensatore e la temperatura dell'acqua prodotta é
normalmente dell'ordine di 50 °C;
- l'utilizzo parziale o totale del calore di condensazione mediante veri e propri condensatori di
recupero affiancati a quelli principali del gruppo frigorifero; in questo caso é però opportuno
mantenere più bassa possibile la temperatura dell'acqua calda prodotta (40÷45 °C) onde evitare
di penalizzare eccessivamente la resa del gruppo refrigeratore d'acqua costringendolo ad
operare con pressioni di condensazione più elevate di quelle a cui opererebbe normalmente.
La scelta fra queste due opzioni dipende innanzitutto dalla entità del carico di post-riscaldamento
richiesto .
Se il calore corrispondente al desurriscaldamento é sufficiente, la prima opzione é senza dubbio
preferibile, sia in termini di costo dello scambiatore supplementare che di costo generale di
impianto.
Infatti l'impiego del calore di recupero dal condensatore (o dal desurriscaldatore) del gruppo
frigorifero comporta la realizzazione di una rete indipendente di tubazioni, con relativa/e pompa/e
di circolazione e accessori, per il collegamento delle batterie di post-riscaldamento con il gruppo
refrigeratore d'acqua.
Naturalmente i gruppi frigoriferi previsti per questo tipo di funzionamento dovranno essere
corredati di tutta una serie di organi di controllo della temperature e delle pressioni di
funzionamento, atti a garantire la sicurezza della macchina ed il suo corretto funzionamento come
refrigeratore d'acqua.
Per la definizione completa dei componenti della centrale termica e frigorifera é necessario
dimensionare ora i vasi di espansione chiusi e la valvola di sicurezza.
57
a) contenuti d'acqua delle varie parti costituenti l'impianto, sia per quanto attiene al
funzionamento invernale che estivo. Risultano pertanto i seguenti contenuti:
1) rete radiatori : 60 l
2) rete ventilconvettori : 790 l
3) circuito primario caldo in centrale : 320 l
4) radiatori : 25 l
5) ventilconvettori : 55 l
6) circuito batterie calde CTA : 254 l
7) circuito batterie fredde CTA : 928 l
8) caldaia : 250 l
9) circuito primario refrigeratore d'acqua : 420 l
10) evaporatore del refrigeratore d'acqua : 61 l.
Nel caso in esame, l'altezza idrostatica dell'impianto é, nel caso invernale di 7,0 m
(ventilconvettori del piano primo installati a quota +5,00 e vaso di espansione in centrale termica a
quota -2,00) mentre nel caso estivo é di 10 m (gruppo frigorifero in copertura a quota +8,00 e vaso
di espansione in centrale a quota -2,00).
Risulta così che la pressione iniziale da considerare nel caso invernale é di 2 bar e nel caso estivo é
di 2,3 bar.
c) Si definisce la pressione finale assoluta (Pf) dell'impianto, coincidente con quella cui é tarata
la valvola di sicurezza, dipendente dalla pressione massima di funzionamento dei terminali o
della caldaia oltre che della pressione idrostatica; di solito questo valore é mantenuto nei limiti
di 4-5 bar assoluti (si fissa P = 4,5 bar).
°C 20 30 40 50 60 70 80 90
E 0,001 0,005 0,009 0,013 0,018 0,023 0,029 0,035
58
Si calcola la capacità (V) dei vasi di espansione chiusi secondo la formula:
La capacità dei vasi di espansione effettivamente installati dovrà eguagliare quella calcolata con
una tolleranza del +/- 10%.
Il calcolo del contenuto d'acqua del circuito estivo consente inoltre di valutare la necessità o meno
di prevedere l'installazione di un serbatoio di accumulo, avente lo scopo di ridurre il numero di
accensioni e spegnimenti del refrigeratore, assicurando così una temperatura dell'acqua di
alimentazione all'impianto più costante e salvaguardando i compressori da un eccessivo numero di
partenze orarie. Per evitare questo inconveniente, i costruttori di gruppi refrigeratori d'acqua
equipaggiano le macchine con temporizzatori di avviamento che impediscono partenze ravvicinate
con frequenze superiori a 6 minuti.
Questo tempo é sufficiente per consentire l'equilibratura delle pressioni all'interno del circuito
frigorifero, evitando così stress al motore elettrico del compressore, ma potrebbe essere troppo
lungo per le utenze che, in situazione di carico vedrebbero aumentare la temperatura di mandata
dell'acqua refrigerata.
L'accumulo ha perciò anche una funzione di smorzamento di questo effetto, a vantaggio del
mantenimento delle regolari condizioni di funzionamento dell'intero impianto; di ciò si deve
tenere conto particolarmente nei casi in cui risulta molto ridotta l'estensione dei circuiti idraulici,
come tipicamente avviene per quelli che alimentano solo condizionatori centrali.
Uno dei criteri di verifica della adeguata capacità dell'impianto é quello che fissa un minimo di 20
litri (ottimale 25) di acqua per ogni kW di potenza frigorifera disponibile al gradino più basso di
parzializzazione del refrigeratore d'acqua.
Nel caso in esame il refrigeratore d'acqua é dotato di un compressore di tipo monovite, con di serie
tre gradini di parzializzazione (40 – 71 – 100) rispettivamente con potenze di 88 – 154 – 217 kW;
il contenuto di acqua minimo richiesto per l'impianto é dunque di 1760 litri a fronte di un valore
calcolato di 2254 litri e non si rende perciò necessaria l'installazione di serbatoi di accumulo.
Valvola di sicurezza
Per la scelta della valvola di sicurezza é necessario ricorrere ai cataloghi di costruttori per
selezionare un modello di diametro tale da scaricare, alla pressione relativa di intervento prevista
di 3,5 bar, almeno la potenza termica prodotta in caldaia e cioè 220 kW.
Nel caso in esame si prevede l'installazione di una valvola di diametro nominale 1/2".
59
12 SISTEMA DI REGOLAZIONE DELL'IMPIANTO
Alcuni di questi sistemi di regolazione sono già installati a bordo di apparecchiature come il
generatore di calore ed il gruppo frigorifero per il controllo della temperatura dei fluidi primari
termovettori.
La regolazione della temperatura ambiente come già detto sarà effettuata mediante termostato
agente sull'attacco e stacco del ventilatore dei ventilconvettori.
Nei locali dotati di radiatori la temperatura invernale sarà controllata dalle valvole termostatiche
installate su ciascun corpo scaldante.
Quest'ultima prerogativa si rende necessaria per evitare che si possa avere surriscaldamento dei
locali a causa dell'effetto convettivo creato dal passaggio di acqua calda nella batteria anche a
ventilatore fermo.
Questo effetto risulta particolarmente sensibile nelle mezze stagioni quando il carico termico in
ambiente si riduce notevolmente.
T esterna -5 °C 15 °C
T di mandata 40 °C 30 °C
Per evitare agli utenti sensazioni di freddo specialmente nelle fasi di avviamento dell'impianto é
buona norma prevedere sulla tubazione generale di alimentazione dell'acqua ai ventilconvettori
una sonda di limite di minima temperatura, che inibisce il funzionamento dei terminali al di sotto
del valore impostato (normalmente 25°C); tale sonda andrà disattivata nel funzionamento estivo.
T esterna -5 °C 15 °C
T di mandata 75 °C 30 °C
60
Lo schema di regolazione della centrale di trattamento dell'aria primaria é illustrato nella figura 13
che ipotizza l'impiego di regolazione di tipo elettrico o elettronico.
Funzionamento invernale
Il condizionatore centrale opera con l'intera portata di aria esterna previa serranda di presa tramite
il servocomando (S1), in base ad un programma a tempo.
La temperatura dell'aria in mandata é controllata dalla sonda (T2) posta sulla canalizzazione di
mandata dell'aria ed agente, tramite il regolatore (RE3) sulla valvola (V4) della batteria di
postriscaldamento;
T1 T2 U1 TA ∆P
14 °C 15,7 °C 46%55% - 200 Pa
Funzionamento estivo
Il condizionatore centrale opera con l'intera portata di aria esterna, previa apertura della serranda
di presa tramite il servocomando (S1), in base ad un programma a tempo.
La temperatura di mandata é controllata dalla sonda (T2) ed agente, tramite il regolatore (RE3),
sulla valvola (V4) di regolazione della batteria di post- riscaldamento.
La temperatura di saturazione é controllata dalla sonda (T1) agente, mediante il regolare (RE2)
sulla valvola di regolazione (V2) della batteria di raffreddamento e deumidificazione.
L'umidità relativa é controllata dalla sonda (U1) posta sulla canalizzazione di espulsione dell'aria
ed agente, tramite il regolatore (RE2), sulla valvola di regolazione (V2) della batteria di
raffreddamento e deumidificazione.
T1 T2 U1 TA DP
13 °C 20 °C 55% - 200 Pa
61
Figura 13
62
ALLEGATO 1
63
Sigla della struttura n° 1: STR 101
Descrizione: parete verticale esterna
Parete verticale esterna con isolamento e barriera al vapore
Giacitura: VE struttura verticale rivolta verso l’esterno
64
Sigla della struttura n° 3: PAV 100
Descrizione: pavimento
Pavimento con flusso discendente
Giacitura: PE pavimento rivolto verso l’esterno
65
Sigla della struttura n° 5 SOL 100
Descrizione: solaio interno
Solaio interno isolato con barriera al vapore
Giacitura: SI solaio rivolto verso un locale interno
66
Sigla della struttura n° 7 FIN 4
Descrizione: porta in legno
Porta esterna in legno
Giacitura: VE struttura verticale rivolta verso l’esterno
67
ALLEGATO 2
TABULATI DI CALCOLO
68
DATI DI PROGETTO
Dati generali
Dati geoclimatici
69
N° progressivo locale : 001
N° locale di riferimento : 001
Descrizione del locale : Ufficio ai servizi sociali
Piano di appartenenza: T Categoria di destinazione d’uso : E..2 Zona di appartenenza : 1
Impianto di riscaldamento :1 Impianto di ventilazione meccanica :
Area della superficie (m2) : 79,055 Altezza del locale (m) : 3.4 Vol. netto locale (m3) : 268,787
Temperatura interna locale (°C) : 20
N° ricambi orari d’aria naturali (vol/h) :0 N° ricambi orari d’aria forzati (vol/h) :
Rapporto Area sup. int. Verso est./Vol netto del locale : 0.643
CD max ammesso dalla legge per il locale (W/m3°C) : 0.961
CD effettivi del locale (W/m3°C) : 0.668
70
N° progressivo locale : 002
N° locale di riferimento : 002
Rapporto Area sup. int. Verso est./Vol netto del locale : 0.500
CD max ammesso dalla legge per il locale (W/m3°C) : 0.744
CD effettivi del locale (W/m3°C) : 0.546
71
N° progressivo locale : 051
N° locale di riferimento : 051
Rapporto Area sup. int. Verso est./Vol netto del locale : 0.356
CD max ammesso dalla legge per il locale (W/m3°C) : 0.593
CD effettivi del locale (W/m3°C) : 0.590
72
Riepilogo delle dispersioni
N° loc. Q conduz. N° ric. Q Ventilaz Q totale Superficie Vol. netto
W V/h W W m2 m3
1 4494 0 0 4494 173,0 268,8
2 721 0 0 721 26,4 52,8
3 704 0 0 704 24,5 52,1
4 1486 0 0 1486 51,8 147,1
5 4646 0 0 4646 158,8 267,1
6 169 0,5 48 217 5,0 11,1
7 135 0,5 86 221 5,8 19,7
8 32 0,5 20 52 1,4 4,6
9 32 0,5 20 52 1,4 4,6
10 1242 0 0 1242 54,3 139,5
11 1737 0 0 1737 68,1 178,5
12 1242 0 0 1242 54,3 139,5
13 300 0,5 134 434 10,7 30,7
14 24 0,5 15 39 1,0 3,5
15 24 0,5 15 39 1,0 3,5
16 24 0,5 15 39 1,0 3,5
17 1572 0 0 1572 50,8 101,2
18 862 0 0 862 28,7 59,8
19 1905 0 0 1905 52,0 71,1
20 430 0 0 430 14,7 33,7
21 570 0 0 570 24,4 83,7
22 1614 0 0 1614 44,1 59,8
23 89 0,5 56 145 3,8 12,9
24 165 0,5 54 219 8,4 12,4
25 869 0 0 869 29,8 62,6
26 1364 0 0 1364 42,9 85,7
27 1306 0 0 1306 51,1 106,3
28 1621 0 0 1621 73,5 96,3
29 2706 0 0 2706 111,3 210,5
30 263 0,5 96 359 15,8 22,0
31 1206 0 0 1206 50,8 133,3
32 3956 0 0 3956 151,7 243,6
33 137 0,5 44 181 4,8 10,1
34 226 0,5 78 304 5,8 17,9
35 53 0,5 18 72 1,4 4,2
36 53 0,5 18 72 1,4 4,2
37 944 0 0 944 48,5 127,1
38 1229 0 0 1229 35,0 108,5
39 944 0 0 944 35,9 67,0
40 943 0 0 943 48,5 127,1
41 226 0,5 122 348 10,6 28,0
42 40 0,5 14 54 1,0 3,2
43 40 0,5 14 54 1,0 3,2
44 40 0,5 14 54 1,0 3,2
45 3892 0 0 3892 151,7 243,6
46 1232 0 0 1232 50,8 133,6
47 1693 0 0 1693 73,5 96,2
48 559 0 0 559 20,7 35,0
49 2131 0 0 2131 83,1 157,1
50 262 0 0 262 15,8 22,0
51 42244 0 0 42244 1019.1 2861.1
Totale 94398 17057 111455 3001.9 6773.8
73
ALLEGATO 2
TABULATI DI CALCOLO
74
DATI DI PROGETTO
Dati generali
Ora 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19
T °C b.s. 26.1 27.3 28.5 29.8 31.0 32.3 33.5 34.0 33.5 33.0 32.5 31.4
T °C b.u. 22.0 22.3 22.5 23.0 23.5 23.8 24.0 24.0 24.0 23.8 23.5 23.3
U.R.% 70.3 64.9 60.0 56.6 53.6 49.4 45.7 43.8 45.7 46.4 47.2 50.5
Condizioni di progetto
75
N° progressivo locale :1
N° locale di riferimento 1
Descrizione locale : ufficio ai servizi sociali
Piano di appartenenza : terra
Zona di utilizzazione :1
Superficie in pianta del locale m2) : 79.055
Altezza del locale (m) : 3.4
Superficie disperdente totale (m2) : 93.96
Peso del pavimento (kg/(m2) : 450
Volume netto del locale m3) : 268.8
Carichi interni
N° di persone mediamente presenti :8
Grado di attività (1 – 11) :4
76
N° progressivo del locale: 1
Rientrate di calore alle varie ore del giorno
Rientrate di calore alle varie ore del giorno suddivise in calore sensibile e latente
77
N° progressivo locale :2
N° locale di riferimento :2
Descrizione locale : Copie + archivio
Piano di appartenenza : terra
Zona di utilizzazione :1
Superficie in pianta del locale (m2) : 15.52
Altezza del locale (m) : 3.4
Superficie disperdente totale (m2) : 10.88
Peso del pavimento (kg/(m2) : 450
Volume netto del locale m3) : 52.768
Carichi interni
N° di persone mediamente presenti :1
Grado di attività (1 – 11) :6
78
N° progressivo del locale: 2
Rientrate di calore alle varie ore del giorno
Rientrate di calore alle varie ore del giorno suddivise in calore sensibile e latente
79
N° progressivo locale : 51
N° locale di riferimento : 51
Descrizione locale : sala consiliare
Piano di appartenenza : terra
Zona di utilizzazione :2
Superficie in pianta del locale (m2) : 289
Altezza del locale (m) : 9.9
Superficie disperdente totale (m2) : 932.15
Peso del pavimento (kg/(m2) : 450
Volume netto del locale (m3) : 2861.1
Carichi interni
N° di persone mediamente presenti : 250
Grado di attività (1 – 11) :4
80
N° progressivo del locale: 51
Rientrate di calore alle varie ore del giorno
Rientrate di calore alle varie ore del giorno suddivise in calore sensibile e latente
81
Riepilogo rientrate estive
N° loc. Vol. netto Ora max. Q sens. Q lat. Q tot. R = Qs/Qt
m3 carico (W) (W) (W)
1 268,8 13 3320 558 3878 0.856
2 52,8 13 1418 81 1499 0.946
3 52,1 15 2656 407 3063 0.867
4 147,1 9 2360 326 2686 0.879
5 267,1 15 2047 349 2396 0.854
6 11,1 14 10 21 31 0.311
7 19,7 14 17 38 55 0.311
8 4,6 14 4 9 13 0.311
9 4,6 14 4 9 13 0.311
10 139,5 8 1252 407 1659 0.755
11 178,5 8 2799 244 3043 0.920
12 139,5 8 1352 407 1759 0.768
13 30,7 14 27 59 86 0.311
14 3,5 14 3 7 10 0.311
15 3,5 14 3 7 10 0.311
16 3,5 14 3 7 10 0.311
17 101,2 8 1993 326 2319 0.860
18 59,8 8 1355 326 1681 0.806
19 71,1 9 1700 279 1979 0.859
20 33,7 15 647 387 1034 0.625
21 83,7 14 579 486 1065 0.543
22 59,8 17 2014 326 2340 0.861
23 12,9 14 11 25 36 0.311
24 12,4 14 11 24 35 0.311
25 62,6 17 1094 209 1303 0.839
26 85,7 17 2034 209 2243 0.907
27 106,3 15 1270 140 1410 0.901
28 96,3 14 1318 0 1318 1.000
29 210,5 13 2705 488 3193 0.847
30 22,0 19 176 40 216 0.816
31 133,3 9 2612 576 3188 0.819
32 243,6 18 1809 558 2367 0.764
33 10,1 14 9 19 28 0.311
34 17,9 14 16 34 50 0.311
35 4,2 14 4 8 12 0.311
36 4,2 14 4 8 12 0.311
37 127,1 19 964 407 1371 0.703
38 108,5 18 2864 140 3004 0.954
39 67,0 8 1195 209 1404 0.851
40 127,1 19 1089 407 1496 0.728
41 28,0 14 24 54 78 0.311
42 3,2 14 3 6 9 0.311
43 3,2 14 3 6 9 0.311
44 3,2 14 3 6 9 0.311
45 243,6 8 3823 814 4637 0.824
46 133,6 16 1220 396 1616 0.755
47 96,2 17 1336 0 1336 1.000
48 35,0 17 1181 70 1251 0.944
49 157,1 17 2299 81 2380 0.966
50 22,0 19 176 40 216 0.816
82
Rientrate di calore complessive dell’edificio alle varie ore del giorno,
suddivise in calore sensibile e latente
83
LEGENDA SIMBOLI
CARATTERISTICHE DELLE POMPE
PORTATA
(m3/h)
PREVALENZA
(kPa)
ESEMPI DI CALCOLO IMPIANTISTICO
VALVOLA DI REGOLAZIONE A DUE VIE TERMOMETRO A COLONNA
P1 38.93 68
VALVOLA DI REGOLAZIONE A TRE VIE P
MANOMETRO A QUADRANTE CON RICCIOLO P2 34.96 77
Esempio n. Denominazione
Edificio per uffici
VALVOLA DI TARATURA CON ATTACCHI PIEZOMETRICI
P
MANOMETRO A QUADRANTE PER MISURE DIFFERENZIALI
P3 15.2 70
Impianto a ventilconvettori con aria primaria
VALVOLA DI RITEGNO A BATTENTE 0.5 50
P4
VALVOLA DI RITEGNO A DISCO Tavola
P
TERMOSTATO DI REGOLAZIONE
PRESSOSTATO
P5
P6
9
12.3
72
MANICOTTO ANTIVIBRANTE
T
POZZETTO PER ORGANI DI CONTROLLO
TERMOMETRO A QUADRANTE
V2 20 5.0 15
E3 T0 08/09/04
FILTRO PER GAS V3 10 1.5 15
ELETTROPOMPA A TUBAZIONE
CONTROLLO TENUTA VALVOLE
ELETTROPOMPA A BASAMENTO
VALVOLA DI SICUREZZA
P
GRUPPO DI CARICAMENTO FILTRO A Y
GF - mod. RV 0901L
VALVOLA DIFFERENZIALE DI BY-PASS P = 217,3 kW
CIRCUITO VENTILCONVETTORI
COPERTURA DELL'EDIFICIO
CIRCUITO
BATTERIE
101/108
FREDDE
(34755 l/h) T2
SONDA ESTERNA
CIRCUITO
VENTILCONVETTORI 70/76
(15200 l/h)
CIRCUITO
RADIATORI 3/4"
(475 l/h)
101/108 107/114
CIRCUITO
BATTERIE RET3 RET2
54/60
CALDE
SEPARATORE D'ARIA
(8904 l/h) RET1
2"1/2
T
TRONCHETTO FLANGIATO
64/70 T3
DN65
P5
P
P
T COMMUTAZIONE STAGIONALE
DI FUNZIONAMENTO
A ESTATE : CHIUSO
3/4" INVERNO : APERTO
T
2"1/2 F P6 P4 T2
B ESTATE : APERTO
INVERNO : CHIUSO
1"1/2
F
V2 T1 V1 DISCONNETTORE IDRAULICO
P (12216 l/h)
V3 DALLA RETE 3/4"
2"1/2 ACQUEDOTTO
IC A B
3/4"
3/4" E E 3/4"
p=3.5 bar
P
E
1/2" 1¼" A
B
1¼" ALTRE UTENZE
2"1/2
2"1/2 2" 3/4"
AL CONTATORE DEL GAS
3/4"
A
1¼" T
B 1/2" AL CARICAMENTO 1/2" 3/4" 3/4" 3/4" 3/4"
IMPIANTI
INTERCETTAZIONE
T TS TL RET
GC A
1" 1/2" 1/2"
VASO DI VASO DI
ESPANSIONE ESPANSIONE
2"1/2
2"1/2
P3 P2 DN 100
P1 ANTICORROSIVO
C = 24 l
PIANO INTERRATO
E3 T1 08/09/04
Schema altimetrico
circuito ventilconvettori
(fuori scala)
Montanti
alla CTA2
ESEMPI DI CALCOLO IMPIANTISTICO
Edificio per uffici
Impianto a ventilconvettori con aria primaria
1/2"
250 l/h
(250 l/h) (200 l/h)
E3 T2 08/09/04
1/2" 3/4"
(250 l/h) 200 l/h 400 l/h (200 l/h)
(200 l/h)
3/4"
600 l/h LEGENDA
(250 l/h) Rete alimentazione ventilconvetori
3/4"
500 l/h
1" a,b,...= nodi Rete alimentazione radiatori
850 l/h
, ,...= tratti Rete scarico condensa
(250 l/h)
Venrilconvettore ( identificativo del modello)
(250 l/h)
Radiatore potenza termica secondo UNI 6514/69
1"
750 l/h
950 l/h numero identificativo del locale
(200 l/h)
1"
1" 1100 l/h numero identificativo del tratto di tubazione
950 l/h 3650 l/h
(250 l/h)
1/2"
200 l/h
1/2" C
3/4" A4 A3 A2 A1
350 l/h
(350 l/h)
(250 l/h) (250 l/h) (250 l/h) (250 l/h)
(350 l/h)
B 1/2"
250 l/h
3/4"
350 l/h
1"
1200 l/h
(250 l/h)
C 1 1/4"
2050 l/h (500 l/h)
PARTE DI EDIFICIO
A DIVERSA DESTINAZIONE 1"
850 l/h
3/4" (200 l/h)
500 l/h
(350 l/h)
1/2"
1" (200 l/h)
B1 B2
500 l/h 3/4"
700 l/h
1/2" 33/38 1" 1" 1"
(500 l/h) 350 l/h 1500 l/h 1350 l/h 1100 l/h 900 l/h 1/2"
(200 l/h)
(350 l/h) (200 l/h) (200 l/h) (200 l/h) (200 l/h) (200 l/h)
VIII VII VI V IV III
33/38
1700 l/h
ESEMPI DI CALCOLO IMPIANTISTICO
Edificio per uffici
Impianto a ventilconvettori con aria primaria
Ø25
E3 T3 09/09/04
1/2" 200 l/h
200 l/h
Ø25 1/2"
300 l/h
1/2"
3/4"
450 l/h
1/2"
( 250 l/h) 200 l/h
1/2"
250 l/h
( ) Ø32 Ø25
( 250 l/h)
39/44
(200 l/h ) (250 l/h ) 1/2" 1" 2750 l/h
1/2" 1150 l/h MV1 1 1/2" 3900 l/h
Ø25 Ø32
1" Ø25
300 l/h
1150 l/h
( 200 l/h) (200 l/h) (200 l/h ) ( 200 l/h) (200 l/h)
(650 l/h)
Ø25
1/2"
250 l/h
TUBAZIONI
IN CONTROSOFFITTO
1"
900 l/h
3/4" 1" 3/4" 3/4" 1/2"
250 l/h 900 l/h 650 l/h 400 l/h 200 l/h
Valvola di ventilazione
Valvola di ventilazione
Griglia di ripresa
Valvola di ventilazione
Valvola di ventilazione
Griglia di ripresa
Griglia di ripresa
Valvola di ventilazione
Montante
di ripresa
Griglia di ripresa