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Kouros è un giovane uomo nudo, in posizione stante, nudo; e questo serve per valorizzare la perfezione del

corpo. Testa eretta, braccia lungo ai fianchi, gamba sinistra leggermente in avanti. Kore è una giovane donna
vestita con un lungo chitone (tunica) e un himation (mantello). La veste ha la funzione di indicare il ruolo
della donna nella società greca. Testa eretta, piedi uniti e un braccio lungo i fianchi. Queste 2 statue posso
indifferentemente raffigurare divinità, eroi o semplici uomini e donne. Il termine Kouros identifica un
giovane durante il periodo dello sviluppo fisico e mentale, seguendo il principio fondamentale della civiltà
Grecia kalos kagathos (bello e buono), quindi l’uomo ideale. Inoltre, un’altra caratteristica era il sorriso
arcaico che simboleggiava anche la bellezza interiore.
Viene divisa in: dorica, ionica e attica.
La scultura dorica si sviluppa tar il 7 e 6 secolo nel Peloponneso. Caratteristiche: forme semplici e squadrate
e proporzioni massicce. Un complesso di grande potenza e solidità.
Kleobi e Bitone: coppia di kouroi, a polimede di Argo. Sono 2 fratelli. La storia: 2 giovani figli della
sacerdotessa di Hera, trainano il carro per farla arrivare puntuale; la dea riconosce questo dono e gli dona la
eterna giovinezza. Le 2 statue sono tozze nella classica posizione eretta. Le teste sono squadrate e le
capigliature sono abbondanti. 2 occhi a mandorla e il sorriso arcaico. Queste sono state scolpite per essere
viste di fronte, infetti se vengono guardate dal lato perdono la loro espressività.
La scultura attica si sviluppa nel 6 s. soprattutto ad Atene. Si tenta di armonizzare meglio la forma del corpo,
per trovare un maggiore equilibrio.
Moschophoros (portatore di vitello) infatti porta sulle spalle un vitello. Le braccia dell’uomo e le zampe
dell’animale formano una grande x. Non è completamente nudo ma indossa la chalina molto aderente che
evidenzia la muscolatura e la perfezione del corpo. La testa del vitello ruota frontalmente. La testa dell’uomo
è ovoidale con un’acconciatura ondulata e una barbetta sul mento, tutti i particolari anatomici sono
raffigurati con molta accuratezza.
La scultura ionica attinge alla scultura orientale, con maggiore raffinatezza, uso di proporzioni più dolci e
slanciate e una più ampia libertà compositiva.
Kouros di Milo, giunta a noi integra. È completamente nudo e la stessa posa della scultura dorica. La testa è
più gracile e il corpo porta una forma più dolce che la fa apparire più snella e nonostante sia più bassa dei k e
b. i capelli sono acconciati in modo da formare delle treccioline.
Hera di Samo, imponete kore che però è giunta a noi acefala, cioè senza testa. La statua è stante con una
forma cilindrica, con il chitone che lascia scoperti i piedi. Il braccio destro è posto lungo il fianco e quello
sinistro si pensa che stesse reggendo qualcosa. Nel complesso a statua richiama molto alle colonne ioniche
per le pieghettature verticali sul chitone.
Con Pericle la capitale dell’Attica venne dotata di importanti complessi edilizi ecc…
Dopo le guerre persiane si avvia un processo che conduce a un mutamento dello stile nella statuaria. Si è
soliti chiamare questo stile Severo. è chiamato così per il tipico sorriso delle statue. Caratteristiche: testa
piccola con capigliatura a ciocche morbide, volto tondo e bocca carnosa, muscolatura tridimensionale, spalle
rotonde, gambe allungate, arcata epigastrica resa ad arco di cerchio.
Efebo di Kritios, in marmo, giunta a noi grazie agli Ateniesi che la seppellirono. Rotazione della testa e si
appoggia su una gamba quindi anche il fianco tende ad inclinarsi. Sempre lasciata inalterata la frontalità del
busto.
Zeus di Capo Artemisio, così chiamato perché è stato rinvenuto dai fondali del mare ca. in bronzo che
permette una maggiore libertà compositiva. È bilanciata, piede davanti ben saldo a terra quello dietro solo la
punta. Braccia sollevate quasi a croce, nonostante la posizione in cui è stata scolpita non presenta nessuna
tensione per l’azione che sta per compiere. Le orbite dgli occhi ora sono vuote e dovevano essere di un altro
materiale. Infine questa statua è possibile osservarla sia frontalmente che lateralmente.
Si realizza un modello in argilla rinforzato internamente da un’anima in metallo. Il
modello in argilla viene ricoperto da uno strato di cera. Il
modello viene racchiuso in grande involucro, in argilla, detto stampo. Nello
stampo vengono ricavati canali per lo scolo della cera fusa e per gli sfiati. Scaldando la
forma, la cera fonde e viene eliminata (persa) attraverso i canali. Al posto della cera
viene introdotto attraverso opportune aperture il bronzo fuso. Rompendo la forma esterna viene
messa allo scoperto la scultura, quindi viene ripulita dai residui della fusione rifinita nei particolari.
Auriga di Delfi, Sotade, in bronzo, faceva parte di un gruppo scultoreo ma a noi è giunto solo questo. Auriga
è colui che guida i carri, in questo caso era per raffigurare una vittoria. Ha il corpo racchiuso in un chitone
che è fittamente pieghettato, con i piedi scoperti. È leggermente volto verso sinistra. Gli occhi erano in pietra
e vetro; inoltre ha un leggero incurvamento all’indietro del busto che accompagna il gesto di tirare i cavalli.
Inizia così la scultura classica della Grecia, raggiunge altissimi risultati sul piano tecnico e sul piano estetico;
si risolvono definitivamente i problemi posti dalla statuaria arcaica.
Bronzi di Riace, indicati come Bronzo A e Bronzo B (agelada il giovane o mirone) ( alcamene il vecchio);
A: raffigura un giovane uomo con barba riccia e sarebbe stato un guerriero solo che lo scudo e le armi sono
andate perdute. Il busto è eretto è saldamente appoggiato a terra e si appoggia sulla gamba destra infatti il
fianco tende ad inclinarsi; l testa è rivolta verso destra. B: è nella stessa posizione ma il bacino è più inclinato
e la testa ha solo una leggera torsione. Tutti e due hanno gli occhi in pietra e avorio e le labbra e i capezzoli
sono in rame; il bronzo A ha i denti in argento. Si pensa che questi due fossero 2 condottieri della tragedia
sette contro Tebe.
Discobolo, (lanciatore del disco) copia romana in marmo, il busto si mostra frontale e un grande arco viene
formato dal braccio destro sollevato pronto a lanciare e quello sinistro appoggiato sul ginocchio creando un
effetto a molla perché viene proprio raffigurato nel momento di massima tensione per effettuare il lancio.
Mirone va alla ricerca del movimento, con un volto senza espressione (severo), muscolatura ben definita. Un
unico punto di vista, frontale.
Fidia fu il maggiore rappresentante della scultura classica greca, allievo di Agelada il giovane di argo e egia
dia Atene. Rispetto a Policleto dona alle statue una maggiore libertà espressiva.
Apollo Parnopio (che allontana le cavallette), copia romana, collocata in prossimità del Partenone. Forse
reggeva in mano un ramo di alloro o una cavalletta, e nell’altra un arco, è in posizione stante, l’appoggio è
sulla gamba sinistra però i piedi sono comunque tutti appoggiati a terra, così che il fianco non si solleva di
molto. La testa è incorniciata da una corona di riccioli e il viso è più espressivo.
Amazzone ferita, ottiene un equilibrio grazie all’appoggio sulla gamba destra e dall’asta con la rotazione del
braccio destro che la afferra. La gamba sinistra è flessa in avanti senza nessun peso.

Partenone
Nel 447 ac gli architetti Ictino e Callicrate iniziano con la costruzione del Partenone con la supervisione di
Fidia. È dedicato ad Athena Parthènos, Atena Vergine. È di ordine dorico, periptero, octastilo. La cella è
divisa in tre navate. Nel naos era accolta la statua crisoelefantina di Athena. Sul lato posteriore della cella si
apre un altro ambiente largo quanto il naos con un soffitto a cassettoni, chiamato parthenon, e in esso le
vergini ateniesi tessevano per poi offrire il lavoro alla dea. Nel tempio le correzioni ottiche sono numerose,
lo stilobate presenta una convessità la cui freccia è di circa 6 cm in corrispondenza della facciata e di 11 sui
lati maggiori. Questo incurvamento serve a contrastare l’effetto ottico che avrebbe fatto sembrare concave
tutte le linee orizzontali. Anche le colonne sono inclinate verso l’interno, perché se fossero state
perfettamente verticali sarebbero apparse come sgradevolmente inclinate verso l’osservatore. I
due frontoni erano ornati da raffigurazioni mitologiche e anche da 92 metope con i seguenti temi:
gigantomachia est, centauromachia sud, amazzonomachia ovest, ilioupersis nord.
Fregio ionico della cella lungo circa 160 m e rappresentava sia la solenne processione delle Panatenee sia le
gare con i cavalli che si svolgevano nei giorni successivi. Frontone
occidentale, in questo si rivela tutta la grandezza artistica di Fidia. Era rappresentata la mitica gara tra Atena
e Poseidone per il possesso dell’Attica. Frontone orientale,
meglio conservato, era rappresentata la nascita di Atena, già completamente armata, dalla testa di Zeus; da
quel momento la sapienza e la saggezza avrebbero fatto la prima comparsa sul mondo; appunto perché lei era
la dea della saggezza e della sapienza.

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