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Relatore Candidata
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Indice
Introduzione………………………………………………………………………………..
Conclusioni………………………………………………………………………………….
Bibliografia………………………………………………………………………………….
Sitografia…………………………………………………………………………………….
Ringraziamenti………………………………………………………………………………
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Introduzione
Questo approccio appare in forte contrasto con l’economia tradizionale, che vede le
Richard Thaler, economista statunitense conosciuto come uno dei padri fondatori
il funzionamento dei mercati ed anche le strategie di marketing seguite dalle imprese per
attrarre i consumatori.
Applicando queste idee ai mercati finanziari, Thaler ha dato vigore allo studio della finanza
comportamentale.
Che studia come i nostri investimenti finanziari e persino le crisi finanziarie possono essere
investimento.
E’ un approccio descrittivo che parte dall’ipotesi secondo la quale gli individui non sono
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quanto tali questa disciplina fornisce gli strumenti per risolvere i principali errori in cui
possiamo imbatterci.
aiutare gli individui a prendere decisioni migliori, ed anche ai governi per prendere
Gli eventi verificatisi negli ultimi anni si sono dimostrati pericolosi e inaspettati testimoni.
Il comportamento umano sfugge ormai da quelli che sono i calcoli edonistici delle teorie
servire a difendere gli individui da loro stessi, o meglio difenderli dalle interpretazione
In questo lavoro cercherò di analizzare vari aspetti riguardanti questa nuova disciplina, ma
In particolare come questa nuova materia si presti per poter essere applicata in vari campi
La buona psicologia in campo economico e finanziario può avere molte ricadute sul piano
della formazione di chi gestisce il risparmio e sul tipo di organizzazione e strutture in cui i
Prima di parlare di quello che sarà il fulcro della tesi, ho ritenuto doveroso dedicare almeno
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secolo, in particolare due delle scuole fondamentali, quella classica e quella neoclassica, le
quali hanno portato un contributo vitale alle teorie e al pensiero economico odierno.
e vedremo come quest’ultima possa influenzare, e come questa sia di rilevante importanza
Ai giorni d’oggi la figura del consulente risponde alle più svariate esigenze da parte da un
cliente.
la sua ‘data di nascita’ nel 1776, anno di pubblicazione della Ricchezza delle nazioni di
Adam Smith.
Smith chiaramente non è stato uno dei primi economisti a parlare di economia e sviluppare
teorie economiche poiché fin dall’antichità (Aristotele, Platone), sono state elaborate
riflessioni teoriche sui fatti economici (si pensi al Mercantilismo, alla Fisiocrazia).
Queste hanno subito mutevoli variazioni nel corso del tempo, soprattutto per quanto
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Con l’affermarsi della scuola classica, gli economisti adottano una metodologia di studio
basata sulla convinzione che il fulcro della disciplina debba riguardare i meccanismi di
Partendo dal presupposto che l’analisi condotta sia consapevole che la società è strutturata
in classi e che la dimensione storica, sociale e istituzionale non sia separabile dalla
Attraverso questo approccio, ciò che assume particolare rilevanza non è il comportamento
dei singoli agenti, quanto quello delle classi sociali prese nel loro insieme.
Altresì l’analisi marginalista sviluppata dalla scuola neoclassica, si fonda su una duplice
convinzione:
che ogni individuo massimizzi una data funzione-obiettivo, dati i costi (monetari e di
tempo).
Nel corso della storia del pensiero economico abbiamo avuto diverse interpretazioni
La razionalità strumentale è dunque definita sia come quel set di azioni e di comportamenti
che appagano al meglio gli obiettivi della persona, sia come quell’atto indirizzato a rendere
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massima la soddisfazione ricavata dal raggiungimento di tali obiettivi, considerati come i
I neoclassici ribadiscono che non intendono approfondire temi o ambiti dove non vi può
essere una certa osservabilità e misurabilità, mantenendo una certa distanza dalla
psicologia di tutti i tipi, dichiarando che l’economia dovrebbe fare riferimento a teorie e
metodi scientifici, rifiutando l’idea che l’introspezione psicologica sia un mezzo per fare
“Per quanto egoista lo si possa supporre, l’uomo ha evidentemente nella sua natura
alcuni principi che lo inducono a interessarsi alla sorte degli altri e che gli rendono
Adam Smith è uno dei più importanti precursori della scuola classica, nonostante le sue
teorie nascano in un periodo ancora lontano da quello che è il nostro modo di intendere
l’economia oggi. Su molti aspetti da lui trattati soprattutto nella sua opera “Teoria dei
individuali, sembra voler anticipare quelli che saranno gli studi successivi, da cui poi si
discosterà la scuola neoclassica, prendendo le distanze dalla psicologia con lo sviluppo del
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Adam Smith è uno dei primi sostenitori del liberismo economico ed in particolare del
Lo ricordiamo per uno dei contributi più importanti alla storia del pensiero economico, “La
l’equilibrio nel modo migliore possibile, senza ricorrere ad alcun intervento pubblico
esterno.
Secondo Smith, ogni operatore economico agisce sul mercato mosso esclusivamente dal
sulle decisioni degli operatori, agisce come una "mano invisibile" che genera un continuo
700.
L’economia classica nasce alla fine del 1700 in un periodo di profondi cambiamenti
fisiocrazia.
La scuola classica è stata una delle prime a caratterizzarsi come una vera e propria dottrina
economica.
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Similmente a quanto affermato sinora per Smith, per gli economisti classici è necessario
che lo Stato non intervenga nelle decisioni economiche, questi economisti ritengono che lo
Stato debba esercitare la propria sovranità senza intervenire nelle questioni economiche,
quindi che si limiti ad esempio a: rimuovere gli ostacoli al libero scambio, assicurare la
difesa del territorio e la giustizia e occuparsi della gestione delle opere pubbliche.
È bene sottolineare che il sistema economico analizzato da Smith e dagli altri autori
Gli economisti classici hanno ispirato pensieri economici attuali come la “Scuola
Adam Smith è considerato il padre della scuola classica, ma è stato affiancato dalle idee e
teorie di altri economisti classici; come David Ricardo, Jean-Baptiste Say e Tomas Robert
Malthus.
Jean-Baptiste Say è considerato uno degli economisti smithiani, riprende le teorie di Smith,
Say adotta un approccio scientifico alla teoria economica, secondo l’economista il sistema
economico.
In una tale situazione possono verificarsi recessioni, causate ad esempio dal crollo della
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Altro apporto fondamentale alle teorie economiche classiche, lo dobbiamo a David
Ricardo.
sviluppo dei temi affrontati nell’indagine sulla natura e nella causa della “Ricchezza delle
nazioni” di Smith.
Ricardo svolge le sue analisi partendo dal punto in cui si era interrotto Smith.
Nel complesso gran parte degli autori dell’economia classica sono oggi privi di idee utili
per capire come procedere al fine di risolvere la crisi o elaborare modelli economici, i più
mercati. Questo è un altro degli elementi critici dell’economia classica che, a differenza di
caratteristiche non possono essere previste ma solo “sperimentate” ovvero osservate dopo
che il sistema ha cambiato stato e si sono manifestate condizioni diverse dalle stesse
La scuola classica è stata nei vari anni oggetto di molte critiche da parte degli economisti,
macroeconomia moderna e ispiratore del New Deal durante la crisi economica del 1929.
Keynes segue un approccio diverso rispetto a quello adottato dagli economisti finora;
studia il sistema economico nel suo complesso da un punto di vista macroeconomico e non
Egli ritiene necessario che lo Stato intervenga, in modo tale da aumentare l’occupazione e
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Considerato il salvatore del sistema capitalistico, critica la legge degli sbocchi di Say,
La teoria keynesiana afferma invece che la domanda aggregata, ossia la spesa complessiva
globale.
In altri termini, non è l’offerta che crea la domanda ma viceversa la domanda crea l’offerta.
veniva risolto attraverso la riduzione dei salari e la conseguente assunzione nel mondo del
Keynes afferma invece che gli imprenditori non assumono nuovi lavoratori se il mercato
In una situazione di sottoccupazione, con domanda scarsa Keynes ritiene che lo Stato
globale per compensare la carenza della domanda delle famiglie e delle imprese (settore
privato).
Fu uno dei primi a mettere in discussione la teoria tradizionale, la quale assumeva che i
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Keynes introduce questo concetto per cercare di spiegare il comportamento che spinge
motivazione alla base di ciò, la convinzione di poter aver successo, senza necessariamente
aver effettuato tutte le analisi e indagini economiche che lo porterebbero a prendere una
Le politiche keynesiane sono state applicate in molti paesi dagli anni Trenta ( si pensi al
New Deal del presidente Roosevelt negli Stati Uniti) alla fine degli anni Sessanta del
La scuola neoclassica, anche detta “scuola marginalista”, nasce e si diffonde alla fine
I principali economisti che vi appartengono sono detti “neoclassici”, dove tale termine
deriva dalle vicinanze e affinità con la precedente scuola classica, di cui i neoclassici si
considerano eredi.
I tre padri fondatori del neoclassicismo – William Stanley Jevons, Carl Menger, e Léon
Walras – segnarono l’inizio di quella che in seguito sarebbe stata chiamata “rivoluzione
marginalista”.
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Gli economisti neoclassici sono vicini al pensiero classico e anche essi sostengono la
nell’economia fatta eccezione per alcune funzioni sociali quali la sicurezza interna , la
Si discostano invece dagli economisti classici per l’approccio allo studio dei fatti
economici.
I principali problemi della vecchia scuola provengono dalle critiche ideologiche avanzate
Alcune delle quali mettono in seria crisi l'intero impianto della teoria classica.
I neoclassici elaborano una nuova teoria del profitto, della distribuzione e del valore, del
In tal modo le analisi appaiono più sofisticate nonostante mantengano un limite, sebbene
con questa analisi le misure siano scientificamente più precise, risultano più astratte e
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prescinde dal considerare aspetti di tipo istituzionale, ma esaminando solo il
La validità delle teorie è legata alle condizioni, le quali, essendo caratterizzate da una bassa
Infatti le teorie sono tanto più vicine alla realtà, cioè sono in grado di spiegare fenomeni
L’aspetto che più ci interessa della scuola neoclassica riguarda la cosiddetta “razionalità
strumentale”.
calcolatore, una macchina perfetta in grado di valutare senza errori le informazioni a sua
disposizione.
Tali informazioni sono complete e totali, a significare, in altre parole, che questo individuo
Il merito degli studi pioneristici di Herbert Simon (1955), o di Jon Elster (1979), è quello
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Il cervello umano comincia a essere trattato per quello che è: un organo con precisi limiti
L’economia neoclassica prende le distanze dalla psicologia con lo sviluppo del concetto di
maggior parte del tempo a valutare le diverse possibilità esistenti per poi scegliere
nostro migliore interesse, saper scegliere di fronte a tutte le opzioni che ci troviamo di
fronte.
Fortunatamente ciò non sempre accade, ecco perché entra in scena l’economia
comportamentale.
Con questo approccio non si presuppone che le persone siano macchine perfette, ma si
osserva come queste si comportano nella realtà, e queste osservazioni spesso ci portano
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L’economia comportamentale, cogliendo quella che è la fragilità umana, cerca di trovare
una maniera più efficace e realistica per aiutare le persone ad evitare le tentazioni,
Meglio comprendiamo ciò che influenza i nostri comportamenti e meglio possiamo gestire
In questo modo potremmo prendere decisioni migliori, anche se non diventeremo mai
perfetti.
Esempio. Vi è stato offerto un abbonamento alla vostra rivista preferita, e vi sono state
ha optato per la soluzione più economica, mentre solo il 32% ha preferito la seconda
Il test successivamente è stato ripetuto su un gruppo analogo, aggiungendo però una terza
assolutamente cambiare.
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In realtà quando il test è stato ripetuto su un gruppo analogo i risultati si sono dimostrati
Solo il 16% ha scelto la prima alternativa, nessuno studente la seconda che non aveva
Perché ?
Questo fenomeno può essere definito “effetto esca”, l’esca (nel nostro caso la terza
giudizio.
Nel corso del tempo, le varie teorie economiche si sono servite di regole universalmente
valide, utilizzando schemi tendenzialmente rigidi e non conformi alla complessità della
realtà umana.
L’obiettivo fondamentale che si sono posti gli economisti della teoria decisionale è stato
psicologia.
è arricchire la concezione dell’uomo con nozioni che derivano dalla psicologia cognitiva.
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Detto in termini semplicistici, come noi individui utilizziamo le informazioni a nostra
L’economia comportamentale si afferma negli anni ‘70 del novecento negli Stati Uniti.
Uno dei primi studiosi a prendere le distanze dalle teorie classiche, distaccandosi dalla
teoria economica strettamente legata allo studio dell'individuo come homo oeconomicus,
Herbert Simon economista psicologo e informatico, per primo coniò il termine “razionalità
limitata”, secondo cui quando un individuo si trova di fronte ad intraprendere una scelta, la
sua razionalità è limitata da diversi fattori, quali: le informazioni che questo possiede, i
limiti cognitivi della sua mente e il tempo di cui dispone nel prendere una decisione.
Gli individui non possono comportarsi come agenti razionali, proprio a causa della loro
limitatezza cognitiva rispetto alla complessità delle informazioni e dell’ambiente nel quale
operano.
Secondo l’economista i “decisori” non hanno le capacità e le risorse per arrivare alla
soluzione ottimale, il decisore viene definito da Simon “satisficer”, ovvero qualcuno che
La conseguenza è che il decisore spesso giunge a conclusioni che possono essere sbagliate
o incoerenti rispetto alle preferenze, ottenendo così soluzioni che non massimizzano la
Simon, formulando per primo questo concetto, aprì la strada ad un nuovo approccio alla
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La nuova disciplina dell’Economia Comportamentale nasce come tentativo di adattamento
della concezione di razionalità limitata agli studi neoclassici, i quali invece prevedono un
Uno dei maggiori contributi all’economia comportamentale lo dobbiamo al lavoro dei due
psicologi e ricercatori Daniel Kahneman e Amos Tversky, i cui studi si sono focalizzati sui
mostrando quanto siamo diversi dall’homo oeconomicus razionale descritto dai classici.
A partire dal 1974, i due psicologi pubblicarono molti lavori scientifici, su una nuova
Dallo studio emerse che vi sono apparenti anomalie e contraddizioni osservabili nel
Nel 1979 pubblicarono il loro lavoro “ Decision Making Under Risk” che usava tecniche di
psicologia cognitiva per spiegare una serie di anomalie documentate nel processo
Secondo questo studio, le persone non ragionano proprio in termini statistici e razionali,
Le euristiche non sono altro che scorciatoie mentali, che permettono di costruire un’idea su
Tuttavia la loro analisi era fortemente incentrata sui processi di decisione in condizione di
rischio e di incertezza. In particolare, durante il loro studio emerse che durante tali processi
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a quelle condizioni (rischio e incertezza) vi sono spesso errori sistematici e bias cognitivi,
che inevitabilmente violano gli assunti della teoria della scelta razionale.
Sempre nello stesso anno i due psicologi daranno alla vita una nuova teoria , “The Prospect
Theory” teoria fondamentale che segnerà una svolta nell’economia comportamentale, che
Teoria del punto di vista (Prospect theory): anche chiamata “Teoria dell’avversione al
rischio”.
Questa teoria rappresenta il frutto del lavoro dei due ricercatori Daniel Kahneman e Amos
Tversky alla fine degli anni settanta del Novecento, i quali svolsero degli esperimenti
Un punto essenziale del modello descrittivo risiede nel fatto che gli individui sono avversi
del soggetto nei confronti del rischio e dai guadagni previsti per ciascuna opzione.
In genere, gli individui scelgono l’opzione più rischiosa solo nel caso in cui il valore atteso
La teoria del prospetto mostra che le preferenze su due versioni di uno stesso problema
possono essere addirittura rovesciate a seconda della diversa formulazione delle opzioni.
Per cercare di spiegare meglio la Teoria del prospetto, ho riportato un chiaro esempio che
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(“Finanza comportamentale. Psicologia delle scelte”)
Esempio.
Per combattere il contagio le autorità sanitarie hanno proposto due programmi alternativi.
Frame positivo.
- Nel programma B c’è una probabilità su tre che 600 persone saranno salvate, mentre due
Di fronte alla scelta, il 72% delle persone intervistate ha optato per il programma A
(opzione certa), preferendo si salvare con certezza 200 persone piuttosto che rischiare di
Supponiamo adesso che le stesse autorità sanitarie abbiano proposto questi altri due
programmi alternativi.
Frame negativo.
- Nel programma D c’è una probabilità su tre che nessuno morirà e due su tre che tutte le
Di fronte a tale scelta il 78% delle persone intervistate ha optato per il programma D
(opzione a rischio).
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Le due coppie di opzioni A e B, C o D, salvare 200 vite significa che 400 devono morire, e
sia in B che in D, accettare una probabilità su tre di salvare tutti, significa accettare due
probabilità su tre che tutti muoiano. Qualunque sia la scelta, la logica dovrebbe essere la
stessa. Come mai, allora, tendiamo a preferire A a B ma facciamo la scelta contraria con C
e D. Nel frame positivo le conseguenze sono esposte come vite salvate rispetto alle perdite
Questo esempio chiarisce il fatto che quando ci troviamo di fronte ad una scelta, in
particolare a scelte che implicano delle perdite, come in questo caso, la vita di alcune
persone, tendiamo a rispondere in modo differente rispetto a delle scelte che prevedono dei
Questo perché la nostra mente, il nostro modo di pensare ritiene che la sofferenza legata ad
una perdita sia indubbiamente più dolorosa rispetto alla gioia di un guadagno.
Noi, come ogni individuo posto di fronte ad una scelta, in particolare una scelta con esiti
positivi, cerchiamo di andare a colpo sicuro (salvare 200 persone), mentre abbiamo la
E’ chiaro che il modo in cui vengono formulate le domande è fondamentale ai fini di una
scelta, non è detto infatti che due scelte apparentemente uguali, lo siano anche da un punto
di vista psicologico.
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2) Le persone preferiscono eventi positivi di valore minore e con probabilità maggiore agli
“Non c’è nulla di più pericoloso della ricerca di modalità di investimento razionali in un
Sono le parole del grande economista John Maynard Keynes, che abbiamo già citato come
Questa scienza è rivolta a tutti gli individui, riguarda persone comuni, i singoli investitori
Le scelte di cui stiamo parlando, vengono normalmente operate da tutti gli individui.
- consumare tutto il reddito disponibile oppure risparmiare (in vista di scopi futuri oppure
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Tutti sono infatti accomunati da alcune peculiarità che nei momenti di grande difficoltà dei
mercati, ci danno la sensazione che i mercati stessi non si muovano su modalità di tipo
strettamente razionale.
I primi passi di questo approccio di studio furono mossi proprio in uno dei più famosi
momenti di crisi del Novecento, la Grande Depressione che si originò dal crac della borsa
Specialmente in momenti di crisi è più effettiva la sensazione che il mercato non si muova
Già all’epoca della crisi del’29, Keynes mise in difficoltà la teoria classica, quindi l’ipotesi
secondo la quale si credeva che i mercati avessero un efficienza intrinseca, le scelte dei
Keynes fu uno dei primi economisti a ritenere inesatto questo approccio; le scelte che ogni
investitore compie, sono basate su una serie di informazioni subottimali, non sono
Le persone scelgono anche in ambito economico e finanziario in base a degli slanci vitali,
“E quali sono quei meccanismi che si muovono dentro di noi quando ci troviamo
non è possibile, ne per gli investitori professionali, ne per le persone comuni che si trovano
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Risulta necessario fare delle semplificazioni, cercare di applicare dei filtri, i cosiddetti filtri
cognitivi, cercare di trattenere alcune informazioni, sapendo che non abbiamo tutte le
informazioni possibili per fare una determinata scelta, avremmo un numero limitato di
informazioni.
Questo chiaramente comporta dei rischi, dovuti a scelte legate ad aspetti del nostro modo
di essere, essenzialmente legati quindi a dei limiti, ad esempio limiti che fanno parte della
è solo un approccio tecnico quello che il consulente finanziario deve avere, ma deve
Il compito del consulente finanziario è quello di aiutare le persone a fare delle scelte di
investimento che siano più possibile efficienti e corrette. Per riuscirci non basta conoscere
tratti caratteriali degli investitori è sicuramente una delle parti più importanti del lavoro del
consulente.
premesse.
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Chi è il consulente finanziario e sopratutto perché riveste un ruolo così importante ai giorni
d’oggi.
E’ una figura professionale nuova, introdotta con la direttiva europea MIFID del 2007.
Più nello specifico nella Direttiva di livello 1 viene definito il servizio di consulenza in
E’ chiaro che si tratta di una definizione riduttiva, influenzata da una visione della finanza
rilevanti.
munito di apposito mandato, a condizione che l’impresa di investimento per la quale opera
richiesti per poter accedere all’Albo dei promotori finanziari, senza ulteriori oneri.
Per poter prestare il servizio di consulenza, la Direttiva prevede una preventiva valutazione
In realtà la figura del consulente esisteva già di fatto prima dell’entrata in vigore della
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Il cambiamento verificatosi non è stato solamente da un punto di vista terminologico,
bensì più ampio, non è rimasta solamente una modifica nella denominazione, quanto
Per molto tempo il promotore (venditore) finanziario, promuoveva, come dice la parola
Il grado di complessità, però, nel corso del tempo è aumentato e questo modo di operare è
Come vedremo più approfonditamente nei prossimi paragrafi di questo capitolo, la finanza
probabilmente è l’unico aspetto della finanza che può essere trasferito anche al consulente
finanziario.
Il rapporto con il cliente infatti, con le sue reazioni, con i suoi stati d’animo può e deve
generare del valore aggiunto solo se letto ed interpretato da una persona competente.
Ma ciò non basta, perché oltre a questo è sempre più importante una reale conoscenza del
mercato, delle sue dinamiche, degli strumenti ed una diversa velocità di esecuzione.
Siamo nell’era della modernità, dobbiamo mantenere comunque alcuni principi del passato
In questo paragrafo, esaminerò inoltre la natura del triangolo che si forma tra un
che intercorre tra il portafoglio del cliente, i suoi bisogni e il rapporto di delega al
consulente.
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Tale armonia si basa sui seguenti aspetti:
1) il consulente instaura una relazione di fiducia con il cliente, dal momento che ha una
2) il consulente costruisce il portafoglio del cliente nel modo più opportuno, attenendosi
dei mercati, motivo per cui è sempre soddisfatto del suo consulente.
CONSULENTE
CLIENTE PORTAFOGLIO
nonostante ciò, nella realtà dei fatti è difficile che ci sia sempre questo equilibrio ideale.
equilibrio armonico tra consulente, cliente e portafoglio, sia puramente ipotetica, nella
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Il buon consulente “defocalizza” il cliente dai costi di gestione del portafoglio e gli illustra
Questo vuol dire cercare di costruire, insieme al cliente, il portafoglio quanto più equilatero
Lo stesso deve fare il cliente, cercando di “defocalizzarsi” dagli effetti immediati (costi) e
interrogandosi su quello che lui veramente vuole, così da poter rendere esplicite le sue
esigenze specifiche.
Il triangolo, come rappresentazione sintetica del rapporto tra il cliente e il suo consulente,
tra il consulente e il portafoglio del cliente, e tra il portafoglio e modo del cliente di
rappresentarsi il suo portafoglio, rappresenta soltanto uno schema riduttivo che semplifica
conseguenza il ruolo del consulente diviene il perno e la leva su cui puntare al crescere
Finora abbiamo parlato della situazione ideale di perfetta armonia tra il consulente, il
Nella realtà sarebbe più opportuno rappresentarla con un triangolo scaleno (un triangolo
Per quanto concerne ad esempio il rapporto tra consulente e cliente, la relazione (la
lunghezza del lato del triangolo) può essere influenzata da una maggiore o minore delega
al consulente.
Possiamo avere deleghe quasi totali da parte del cliente nei confronti del suo consulente,
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Queste tuttavia, rappresentano il presupposto purché si sia instaurata un’ottima
Viceversa potremmo ipotizzare di avere un altro triangolo con una “base” corta, il
segmento che unisce il consulente al portafoglio del cliente, in questo specifico caso una
maggiore comprensione da parte del cliente, delle scelte fatte dal consulente per il suo
portafoglio.
In conclusione, se il cliente viene seguito nelle sue scelte, è opportuno che chi lo segue
La figura del consulente, ad oggi, non può ignorare la finanza comportamentale, poiché
Il cliente deve essere guidato con tatto, ed in determinati contesti è necessario svelargli la
natura dei suoi stessi meccanismi cognitivi, qualora questi si rivelino controproducenti.
In questo modo il cliente potrà rendersi conto e apprezzare realmente il lavoro svolto dal
opportuni.
Dopo aver dato una definizione di consulente finanziario è necessario capire quale sia il
suo ruolo e perché quest’ultimo sta assumendo nel corso del tempo così tanta importanza.
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Come abbiamo già accennato la finanza comportamentale gioca un ruolo fondamentale,
per questo un buon consulente non dovrebbe fermarsi alla conoscenza delle regole che
Il compito del consulente è quello di aiutare i suoi clienti a superare due sostanziali
difficoltà: la prima è quella di facilitare la conoscenza dei mercati finanziari, che come
Descritto in questi termini la questione sembra facile, nella realtà non lo è affatto.
La scelta riguardante la soluzione a noi più adatta che risponda concretamente alle nostre
Nonostante ciò, un buon consulente deve saper destreggiarsi in mezzo alle principali
Si parla per lo più di “bias” ed è compito della finanza comportamentale quello di trovare
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I “bias” non sono altro che dei costrutti fondati su percezioni errate, basati su pregiudizi o
ideologie, questi errori cognitivi ricorrono nella vita di tutti i giorni, ed impattano sulle
Le “euristiche” al contrario dei bias, non sono altro che dei procedimenti mentali intuitivi e
I bias sono particolari euristiche, usate per esprimere dei giudizi, su aspetti di cui non
abbiamo esperienza a noi non noti, per tale motivo si traducono in pregiudizi.
Gli errori comportamentali sono di due tipi: cognitivi, che riguardano essenzialmente il
Quindi nel caso in cui un soggetto abbia un pensiero preformato su un qualsiasi argomento,
tutte le informazioni che andranno a contrastare questa sua credenza, automaticamente avrà
un peso minore, al contrario quando entrerà in contatto con delle informazioni che
valore del nostro gruppo a scapito di persone che, in realtà, non conosciamo.
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Troviamo poi il bias di ancoraggio, secondo cui nel prendere una decisione, abbiamo la
informazioni, il bias dello status quo, che riguarda in generale la nostra resistenza al
Questi bias riguardano situazioni concrete e reali, in cui ci imbattiamo nella vita di tutti i
La mia analisi vuole rivolgersi ai principali errori in ambito finanziario, ovvero si sofferma
1) Avversione alla perdita: una perdita pesa circa due volte un guadagno dello stesso
ammontare.
Quindi non è vero come ipotizza la finanza tradizionale, che decidiamo in base
Nell’area dei guadagni siamo tendenzialmente avversi al rischio, mentre invece se stiamo
investire in titoli italiani, rispetto agli altri titoli presenti sul mercato.
Questo però rappresenta un problema dal momento in cui investendo, nel nostro caso in
titoli italiani, significa che sto investendo solo nell’1.5% della capitalizzazione mondiale,
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dal momento che il mercato italiano rappresenta una piccola percentuale rispetto al
mercato mondiale.
Questo errore è dettato dalla cosiddetta “familiarità”, quello che percepiamo come
familiare, lo reputiamo come migliore o più sicuro, e questo ci porta a non diversificare
Questo bias colpisce la maggior parte dei professionisti, i quali ritenendosi soggetti esperti,
Molto spesso, non serve conoscere le fondamentali regole che muovono i mercati, quanto
Elemento saliente per il consulente finanziario è capire il cliente con il quale si relaziona.
L’errore più grave in cui il consulente può cadere è quello di sostituire il proprio profilo di
L’asset allocation, (che rappresenta il modo con il quale si decide in che modo distribuire le
risorse fra diversi i possibili investimenti) viene cioè implementata sulla base delle
credenze, delle aspettative, dei timori, dell’età e della propensione al rischio del
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consulente, e non del cliente. Anche senza accorgersene, il consulente percepisce l’insieme
1) Herding Behavior (“il comportamento da gregge”): come si evince dal termine, questo
Per il consulente questa distorsione si manifesta nel momento della scelta di prodotti, come
ad esempio fondi da proporre ai clienti, i quali preferiscono ciò che il consulente gli
propone.
Nonostante questa distorsione sia mitigata dal fatto che ad oggi i portafogli vengono creati
investimento che rappresenta il leader del gruppo (colui che ha il portafoglio più grande)
Altre volte invece ciò che influenza le scelte non è altro che la tendenza del momento.
dovrebbe concentrarsi sul proprio operato senza affezionarsi a singoli prodotti o a società
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2) Auto-attribuzione: Questo errore è un tratto tipico del cliente e tende ad attribuire a sé
Questo bias lo ritroviamo anche nella figura del consulente, il quale ha la tendenza ad
addossare ad altri il suo operato negativo, come ad esempio una caduta dei mercati o scelte
politiche.
Mentre per quanto riguarda andamenti positivi del portafoglio derivanti da una sua
Anche in questo secondo caso, un buon consulente deve porsi come obiettivo principale le
propensione a prendere decisioni basandosi sulle prime informazioni trovate. Per esempio,
riferimento a cui mentalmente ci ancoriamo, anche se esso non rappresenta il vero valore
della cosa oggetto della contrattazione, ed ogni prezzo inferiore ci sembrerà un prezzo più
ragionevole.
Sono comuni frasi del tipo “il mercato è salito troppo… a breve storna!” oppure “siamo ai
Queste affermazioni sono legate ad un errata percezione dei numeri, dei grafici e delle
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Inoltre i consulenti più anziani, affidandosi troppo alla loro personale esperienza danno per
La soluzione in questo caso non dovrebbe basarsi su singoli cicli o singole fasi di mercato,
Inoltre data la sua posizione dovrebbe intervenire ogni qualvolta il cliente manifesti errori
riguarda tanto la conoscenza dei mercati e del mondo finanziario propri del consulente
comportamentale e di tutti quegli aspetti psicologici legati alla finanza in cui un soggetto
investitore può imbattersi, e soprattutto come questa conoscenza, possa fare la differenza
nella gestione sia del portafoglio che del suo proprietario, cioè il cliente, il quale è spesso
3.1 Le emozioni
Per molto tempo, quando si prediligeva l’individuo come essere puramente razionale in
senso economico, gli errori in cui il singolo poteva imbattersi, aveva come causa le
emozioni.
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Le emozioni portavano fuori strada.
In realtà questa assunzione è vera ma pone delle limitazioni, non è vero infatti che
I principali errori o distorsioni in cui un individuo può cadere possono essere per lo più
cognitivi od emotivi.
Sono molti gli errori emotivi, cioè quelli dettati dalle emozioni.
Le emozioni hanno origine al livello dell’inconscio ed è stato calcolato che quasi il 95%
dei nostri pensieri e delle nostre emozioni sia presidiato dalla materia inconscia, al di fuori
Quando i mercati salgono e i prezzi sono troppo alti, dovremmo essere guardinghi, mentre
aggressivo, per sembrare più potenti e incutere a loro volta paura, oppure tenere un
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Per quanto attiene a ciò che stiamo trattando, le spinte evolutive del mercato attuale
abituale, la paura nasce poiché temono condizioni penalizzanti da parte di altri concorrenti.
Nel caso invece un cliente non sia abituale ma potenziale, la paura può manifestarsi nel
non essere in grado di ottenere un appuntamento con quest’ultimo, oppure non scegliendo
La rabbia analogamente alla paura, ha una funzione adattiva che predispone però il
cliente, per motivi puramente commerciali, dei prodotti che non riteniamo adatti per
quest’ultimo.
riusciamo a trovare una determinata soluzione per un determinato cliente, o quando una
trattativa ha avuto un esito negativo, o ancora quando non riusciamo a instaurare un buon
Tale stato d’animo dovrebbe spronarci nel ricercare nuove strategie, sicuramente più
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Il rammarico agisce non solo a posteriori, quando ci pentiamo, ma addirittura anche ex-
Per chiarire questo sentimento riporto un chiaro esempio sviluppato da Clarke, Krase e
Statman (1994):
Avete giocato al lotto gli stessi numeri, ogni settimana per un mese. Non
sorprendentemente, non avete vinto. Un amico vi suggerisce una serie diversa di numeri.
Cambiate numeri ?
In realtà la probabilità di vincita degli altri numeri è uguale a quella iniziale. Nonostante
Nel caso in cui decida di non cambiare i numeri, continuando quindi a giocare con i vecchi,
e quelli suggeriti dall’amico, siano proprio i numeri che escono, qui saremo in presenza di
compiere.
Nel caso contrario in cui decida di cambiare ai nuovi numeri, e in questo caso vincano i
In questo caso il rimpianto è più forte del primo. Abbiamo fatto un investimento cognitivo
Il rimpianto tende a concentrarsi sulle cose che non abbiamo fatto, ma che in realtà
Soffriamo molto meno con il rimpianto da omissione che con quello da commissione.
Dovremmo cercare di evitare di avere rimpianti troppo dolorosi, andando orgogliosi delle
decisioni prese.
Ma che rapporto intercorre tra i vari tipi di rimpianto e le varie scelte di investimento ?
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I due studiosi Shefrin e Statman nel 1985 cercando di rispondere a tale quesito, hanno dato
Questo effetto è legato al modo in cui gli investitori tendono a trattare i guadagni e le
Gli investitori hanno la tendenza a realizzare guadagni più rapidamente delle perdite.
In particolare svariate ricerche hanno dimostrato come questa strategia risponda a esigenze
Spesso gli individui non sanno decidersi a liquidare un investimento in perdita e senza
Una possibile soluzione a questi problemi potrebbe essere: quello di usare il prezzo di
In finanza ciò che realmente rileva sono le performance future, non quelle passate. Nel
Esperimento:
Questo esperimento è stato rivolo a cento consulenti, a cui è stato chiesto di provare a
proiettarsi in questo scenario, immaginandosi nei panni di uno dei loro clienti.
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Siete un consulente, provate ad immaginare una situazione in cui il vostro cliente vuole
Per fare questo deve vendere il titolo A o il titolo B che è già in suo possesso.
Il titolo B ha perso il 20% da quando è stato comprato. Quali dei due titoli preferite ?
I titoli su cui si è guadagnato spesso continuano a salire, mentre non seguiranno la stessa
Le “euristiche” di cui abbiamo già parlato, dopo aver esaminato i bias, rappresentano delle
Come abbiamo visto queste ricorrono nella vita di tutti i giorni, inconsciamente.
Sono molto utili perché è come se tutte le informazioni disponibili venissero ridotte a
poche.
- cognitive
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- euristiche
- di inquadramento o framing
Si verifica nel caso in cui voglia investire su un determinato strumento in scala giornaliera
o in un mese.
investimento.
2) Framing edonistico: rappresenta per certi versi il nostro modo di costruire una sorta di
contabilità mentale, l’intenzione è quella di non voler vedere cose che potrebbe rattristarci,
Il framing edonistico rappresenta una sorta di conseguenza alla nostra immane fragilità.
Questo tipo di errore si verifica ad esempio quando dobbiamo distinguere dal denaro che
abbiamo guadagnato con successo e duro lavoro, da quello ad esempio ottenuto con la
3) L’accanimento: “Vendi guadagna e pentiti!” È il detto di Borsa più famoso nel nostro
Paese, si riferisce, infatti, agli stati d'animo spesso contrastanti degli operatori economici.
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Questo errore solitamente ci porta a rischiare di più di quanto preventivato nella nostra
mente.
Così facendo è come se avessimo un mancato guadagno, non ancora realizzato che ci porta
Il nostro modo di essere, molto spesso nasconde aspetti positivi e ci porta a compiere
decisioni errate, poiché il risultato delle nostre azioni non rispecchia ciò che ci eravamo
prefissati.
and the good feeling doesn't last as long as the bad. Not even close”.
Il concetto di avversione alla perdita venne introdotto da Kahneman e Tversky nel loro
lavoro pionieristico sulla Teoria del prospetto (1979) e si riferisce al valore emotivo più
alto che si associa alle perdite rispetto a quello associato a guadagni di uguale entità
Per capire meglio di cosa si tratta possiamo considerare il seguente esperimento di scelta, a
A.Ho una probabilità del 50% di guadagnare 200 euro e una probabilità del 50% di
perdere 100 euro.
B.Ho una probabilità del 100% di guadagnare 50 euro.
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In entrambi i casi il rendimento atteso è di 50 euro, ma gran parte delle persone sarà più
Questo spiega perché ad esempio molti investimenti vengono mantenuti troppo a lungo
Questo comportamento è simile a chi nel gioco d’azzardo perde considerevoli somme di
denaro, perché chiaramente non riesce a fermare il gioco subito dopo che si è verificata una
perdita.
In particolare possiamo distinguere due tipologie di inerzia: una correlata a bias di tipo
cognitivo, come ad esempio il bias dello status quo, come abbiamo già detto rappresenta la
tendenza da parte degli individui a preservare lo stato attuale delle cose piuttosto che
rischiosi.
Nei mercati finanziari, gli investitori che detengono asset finanziari rischiosi richiedono un
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Questa porta tendenzialmente a strategie che prevedono un allocazione del portafoglio che
In alcuni individui la percezione della perdita è due volte e mezzo più acuta rispetto a
In caso di perdite gli investitori percepiscono un dolore maggiore rispetto al piacere che un
guadagno determina.
Questo effetto segna negativamente l’investitore a tal punto che le perdite vengono vissute
Da un punto di vista umano è razionale che la perdita abbia un peso maggiore rispetto al
Conclusioni
excursus storico, le teorie che hanno caratterizzato il pensiero economico a partire dalla
scuola classica fino ad arrivare ad epoche recenti per finire con la nascita dell’Economia
Comportamentale.
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Questa nuova disciplina, come abbiamo visto, presenta diverse applicazioni da un punto di
vista pratico ed ha permesso lo studio di nuovi fenomeni, che in passato erano rimasti
Questa può essere applicata ad un’immensità di campi, in particolare, nel mondo della
clienti, non essendo questi, in molti casi, esperti di finanza, al fine della costruzione di
portafogli ottimali, ponendosi come fine ultimo quello di creare un interconnessione tra
finanza classica e gli individui, siano questi consulenti o clienti, i quali dovrebbero iniziare
Vorrei quindi concludere questa mia breve analisi con una frase del famoso economista
Keynes, il quale ha posto, in controtendenza con le teorie dell’epoca, le basi di quella che
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Bibliografia
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Richard H.Thaler, Cass R.Sunstein. “La spinta gentile, La nuova strategia per migliorar le nostre
Francesco Priore “Il mercato…che non c’era, I protagonisti del mercato finanziario italiano dal 1960.”
(2014)
Paolo Legrenzi “Psicologia e investimenti finanziari. Come la finanza comportamentale aiuta a capire
Barbara Alemanni “Finanza comportamentale, scoprire gli errori che fanno perdere denaro”. (2015)
Cesare Armellini, Luca Mainò, Giuseppe Romano “La guida del Sole 24 Ore alla
Mario Salomi “Biases. Errori cognitivi, affettivi e relazionali della vita quotidiana” (2016)
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Sitografia
https://www.stateofmind.it/tag/economia-comportamentale/
https://www.ilsole24ore.com/
https://www.borsaitaliana.it/homepage/homepage.htm
https://it.wikipedia.org/wiki/Finanza_comportamentale
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emotivita-influisce-sugli-investimenti
https://www.economiacomportamentale.it/2017/07/27/cosa-sono-i-bias-cognitivi/
https://www.ted.com/talks/dan_ariely_our_buggy_moral_code
https://it.wikipedia.org/wiki/Finanza_comportamentale
http://www.finanzacomportamentale.it/finanza-comportamentale
http://www.ascosim.it/public/17_Ric.pdf
https://www.lumsa.it/sites/default/files/pdf/Linciano_Consulenza_finanziaria_AGE_2012.p
df
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Ringraziamenti
Ai miei genitori: vera forza motrice della mia esistenza. Ai loro sacrifici.
A mia sorella. Alla parte razionale di me. Alla sua forza . Alla sua presenza costante.
Grazie.
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