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Luciano Burattin, 3076638

CLEAM 8 2019/2020
CLEAM 3 2020/2021
Seminari di Business Ethics e Responsabilità Sociale (cod. 30011), A.A. 2019-20
Esame da non-frequentanti

EATALY VS. WHOLE FOODS

INTRODUZIONE:

Eataly e Whole Foods sono entrambi due catene di punti vendita specializzate nella vendita e
distribuzione di generi alimentari.
Eataly è una società multinazionale specializzata nella vendita e distribuzione di generi
alimentari italiani nata nel 2004, fondata dal proprietario di Unieuro Oscar Farinetti,
pubblicamente associata allo slogan «La vita è troppo breve per mangiare e bere male».
Opera in paesi quali: Italia, Stati Uniti, Brasile, Germania, Svezia, Turchia, Francia,
Giappone, Corea del sud, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Arabia Saudita, Russia e Canada, oltre
che ad avere ristoranti a bordo di 5 navi da criocera della flotta MSC crociere (due a bordo
della MSC Preziosa, altri due a bordo della MSC Divina e infine uno a bordo della MSC
Meraviglia).
La società è controllata per il 40% da Farinetti, per il 40% da alcune cooperative del sistema
Coop (Coop Liguria e Coop Alleanza 3.0) e per il 20% dal fondo di investimento Tamburi
Investment Partners.

Whole Foods Market è una società alimentare statunitense con sede ad Austin, in Texas; che
opera come rivenditore di alimenti naturali e prodotti biologici.
L'azienda, oltre a realizzare dei supermercati con prodotti di origine controllata e naturale
(Organic), offre all'interno di alcuni dei suoi supermercati un servizio di takeaway di alimenti
pronti.
Nel marzo 2019, la società gestiva 500 supermercati negli Stati Uniti, in Canada e nel Regno
Unito; il 16 giugno 2017 Amazon annuncia l'acquisizione di Whole Foods Market per 13.7
miliardi di dollari.
Successivamente la società cresce grazie alla strategia di sviluppo della piattaforma e-
commerce, strategia che fortifica e accelera il percorso di internazionalizzazione della società,
che nel luglio del 2019 porta i suoi prodotti anche in Italia, acquistabili tramite Amazon
Prime.
Strategia che ha portato la società nel 2020 ad aprire un punto vendita, nei pressi del
lungomare di Brooklyn (a Industry City, presso il campus industriale e commerciale a Sunset
Park), che dall’esterno sembra un tipico store Whole Foods Market, ma che non è aperto al
pubblico, ma si tratta di un e-commerce di generi alimentari.
“La consegna di cibo è tuttora una delle attività in più rapida crescita di Amazon”, afferma il
gruppo in una dichiarazione ufficiale. Sottolineando che negli Stati Uniti grazie a questo
mercato sono stati assunti centinaia di nuovi lavoratori; “Siamo entusiasti di aumentare
l’accesso al grocery online con questo genere di servizio”.
Richiesta crescente anche in conseguenza dell’emergenza sanitaria da Covid-19; che ha
portato Amazon nei mesi scorsi a trasformare temporaneamente alcune sedi di Whole Foods
in negozi solo online. In questo caso, però, il negozio sarà permanentemente solo online.

CSR:

Eataly riassume il suo codice etico con le “Quattro R di Eataly”: Rispetto, Responsabilità,
Rinascimento e Rete (figura 1).
Con Rispetto evidenza un duplice impegno: Il Rispetto verso la Terra Madre, la quale
racchiude in sé i 4 elementi fondanti della natura: il suolo con i suoi vegetali, l'acqua, l'aria e
gli animali.
Eataly sostiene l'agricoltura, la pesca e l'allevamento nelle forme compatibili con il benessere
dell'ambiente in cui viviamo, collaborando e promuovendo fornitori che condividono con loro
la stessa sensibilità.

“Promuovere per noi significa prediligere i fornitori che producono nel rispetto dell'ambiente
e spronare altri fornitori alla conversione verso la medesima direzione”, afferma il fondatore
Oscar Farinetti, nel suo messaggio introduttivo al codice etico dell’azienda.
Eataly si impegna contro l'inquinamento del suolo, dell'aria e dell'acqua attraverso un piano
per la graduale riduzione dei rifiuti, oltre che differenziandoli e favorendone il riciclo.
“Ogni qualvolta sia possibile riduciamo la plastica, mettendo in vendita prodotti i cui
contenitori rispettino l'ambiente, e acquistiamo, per i servizi, prodotti di riuso e costruiti con
materiali riciclati” afferma nuovamente il fondatore.
Eataly considera essenziale, inoltre, il Rispetto verso le persone, siano essi collaboratori,
offrendo loro vantaggi aggiuntivi se paragonati al contratto nazionale di categoria, cercando
continuamente di migliorare il luogo di lavoro, sia in termini ambientali che di relazioni,
favorendo la crescita professionale dei collaboratori sulla base di criteri meritocratici;
fornitori, cercando di concordare insieme prezzi per i loro prodotti, che tengano conto
dell'impegno profuso nel crearli, offrendo tutta l'assistenza possibile per migliorarne la qualità
e la descrizione, nonché la realizzazione di packaging riciclabili e ecosostenibili; o clienti,
offrendo un ampio assortimento di prodotti di qualità eccellente, creati nel rispetto della
Natura, al prezzo più conveniente possibile, in un ambiente bello, sano e pulito.

Eataly sente forte la responsabilità verso il Paese che rappresenta nel mondo, sostenendo che
l’'Italia del cibo trova le sue origini identitarie nella biodiversità che contraddistingue questo
paese.
Con biodiversità si fa riferimento a quella agricola, dovuta alla particolare configurazione
geografica della nostra penisola e allo storico spirito di orgoglio distintivo delle tradizioni
regionali, provinciali e degli 8.000 Comuni che la compongono. Questa biodiversità agricola
rende unica l'enogastronomia italiana, per varietà di piatti e di vini che propone.
Eataly si è data il compito di rappresentare questo valore al meglio, in Italia e in tutto il
mondo. Per farlo propongono una cucina semplice e riconoscibile, senza forzature e
stravolgimenti di una materia prima di alta qualità.

Con Risarcimento, invece, il fondatore vuole lanciare il seguente messaggio:


“La cucina non è l'unico elemento di eccellenza del nostro Paese. L'Italia è anche tra i primi
paesi al mondo per Patrimoni dell'Umanità Unesco, per quantità e qualità di beni artistici, per
l'artigianato in vari ambiti, come la moda, i mobili, la manifattura creativa e di precisione”.
Eataly è dunque convinta che l'Italia sia, in una sola parola, “Ilpiùbelpaesedelmondo”.
“Non abbiamo deciso noi di nascerci, tuttavia, dobbiamo sentire il dovere di farci perdonare
tanta fortuna” è dichiarato all’interno del loro codice etico.
Eataly intende promuovere e contribuire ad un nuovo rinascimento italiano, introducendo
tutto il necessario per raccontare le meraviglie italiane nel mondo, promuovendo il turismo
internazionale verso l'Italia, in particolare verso i meravigliosi luoghi della provincia,
favorendo il sorgere di una “voglia d'Italia” e non solo nel campo agroalimentare.
Gli Eataly nel mondo devono rappresentare la bellezza italiana in tutte le sue forme: i
paesaggi, l'arte e la manifattura, collaborando attivamente con gli Enti e le Associazioni che di
questo si occupano. Inoltre, Eataly sente il compito di favorire il nuovo rinascimento italiano
attraverso il risorgere di sentimenti umani positivi tra gli italiani stessi, come la fiducia,
l'orgoglio e un sano patriottismo, ben lungi dall'isolazionismo, dai quali non si può
prescindere se desideriamo il bene del nostro Paese.
In Eataly si sostiene che per ottenere questo risultato sia utile studiare profondamente la
storia, le tradizioni e la cultura (non solo enogastronomica) italiana, raccontandola con
orgoglio al mondo.
“Lo dobbiamo fare con rigore, bellezza ma anche con umiltà, nell'assoluto rispetto dell'altrui
orgoglio nazionale e con una manifesta disponibilità alla collaborazione, all'accoglienza,
all'integrazione e all'interazione tra i popoli e le Nazioni. Cerchiamo e cercheremo sempre più
di collaborare con partner stranieri che, nel voler cogliere le opportunità di business legate al
cibo italiano, siano tuttavia consapevoli delle basi fondanti e imprescindibili di Eataly”
sostengono nel loro codice etico.

Con Rete Farinetti si riferisce all’Italia agricola e del cibo che è costituita da una moltitudine
di micro, piccole e medio/piccole aziende. Questa frammentazione, che per alcuni osservatori
costituirebbe un fattore negativo, deve invece essere vista come la vera forza distintiva del
nostro Paese, nonché la conseguenza inevitabile della biodiversità dei territori.
“Siamo tuttavia consapevoli delle difficoltà legate a questa nostra meravigliosa particolarità:
la prima consiste nella fatica delle piccole aziende ad assolvere alle pratiche della burocrazia,
in particolare riguardo all'esportazione; la seconda è rappresentata da una certa reticenza da
parte delle piccole imprese italiane a mettersi insieme, a fare rete”.
Eataly, fin dal primo giorno, ha messo intorno a un tavolo le piccole aziende di alta qualità
italiane, aiutandole su vari fronti: burocrazia, esportazioni, marketing, packaging. Ha gettato
le basi per creare una Rete, sia analogica che digitale, dove connettersi sia con Eataly stessa
che tra loro.
“In pratica abbiamo ideato una sorta di Blockchain, cioè una struttura condivisa, molto prima
che questo nome diventasse di moda. Negli anni questa idea di struttura condivisa, che noi
preferiamo chiamare rete anziché catena, si è affinata diventando sempre più una realtà e
un'opportunità. In futuro questa rete dovrà perfezionarsi ed entrare completamente in azione,
anche aprendosi ai nostri clienti, in modo che questi ultimi possano connettersi direttamente
con i nostri fornitori, dialogare con loro, ricevere e fornire informazioni. L'intermediazione di
Eataly dovrà essere leggera e autorevole allo stesso tempo. Ciò a cui puntiamo è una rete
molto efficiente destinata a supportare i produttori, i clienti e Eataly stessa in un percorso che
porta alla qualità, all'informazione, al miglioramento costante e al superamento degli ostacoli
burocratici” afferma Farinetti a tal proposito, esprimendo quale siano la sua visione e progetti
futuri.

Per quanto riguarda il codice etico di Whole Foods appare importante iniziare con questa loro
citazione:
“Our purpose is to nourish people and the planet. We’re a purpose-driven company that
aims to set the standards of excellence for food retailers. Quality is a state of mind at
Whole Foods Market”, il che significa testualmente: Il nostro scopo è nutrire le persone e il
pianeta. Siamo un'azienda orientata allo scopo che mira a fissare gli standard di eccellenza per
i rivenditori di generi alimentari. La qualità è uno stato d'animo a Whole Foods Market.
Con tali parole l’azienda presenta la propria missione, ovvero nutrire le persone e il pianeta,
adottando l’eccellenza come metro di misura.
Difatti, WFM si pone come azienda molto attiva nel settore della sostenibilità, con elevati
standard di qualità, tanto da affermare nel proprio sito: “Living well begins with eating well,
that's why there are no artificial flavours, colours, preservatives or sweeteners in any of the
food we sell. If you want to know what goes into the products you buy, our standards make it
easy, because if it doesn't meet the standards, we won't sell”, ovvero: Vivere bene inizia con il
mangiare bene, ecco perché non ci sono aromi, coloranti, conservanti o dolcificanti artificiali
in nessuno dei cibi che vendiamo. Se vuoi sapere cosa succede nei prodotti che acquisti, i
nostri standard lo rendono facile, perché se non soddisfa gli standard, non lo vendiamo.
Come si può notare dalle parole sopra riportate, la società è fiera dei propri standards di
qualità e sostenibilità, riconosciuti da terzi tanto da essere elogiata persino
dall’organizzazione Greenpeace che ha posizionato WFM tra le prime nel “Greenpeace’s
Supermarket Seafood Ranking”.

La visione di Whole Foods Market di un futuro sostenibile implica che le prossime


generazioni vivranno in un mondo che valorizza la creatività umana, la diversità e la scelta
individuale. Le imprese sfrutteranno risorse umane e materiali senza svalutare l'integrità
degli ecosistemi individuali o del pianeta.
Whole Foods Market, sta iniziando ad implementare questa nuova visione del futuro
cambiando l’approccio verso le relazioni che intercorrono tra l’approvvigionamento di
cibo, l'ambiente e l’impresa stessa. In particolare, WFM promuove:
- Holistic thinking in a conventional World (Pensiero olistico in un mondo
convenzionale): La missione è di offrire alimenti di altissima qualità, meno elaborati,
più saporiti e conservati naturalmente.
La società ritiene che il movimento verso un futuro sostenibile sia necessario e inevitabile.
Proprio per questo motivo, l’azienda sta dando l'esempio nel contesto che conosciamo
attraverso la vendita di alimenti biologici e prodotti naturali, nonché mediante l’utilizzo di
pratiche commerciali sostenibili ed etiche.
- Holistic actions for a sustainable World (Azioni olistiche per un mondo sostenibile):
WFM ha una visione del futuro e una strategia per implementare la propria visione.
La società si impegna nel cambiare concretamente, in una prospettiva a lungo termine,
sia il business sia l’approccio al cibo, alla salute e all'ambiente.
- “Healthy foods and healthy products begin at the source” (Cibi sani e prodotti sani
iniziano alla fonte): WFM sostiene l'agricoltura biologica da più di 20 anni. Oltre a
comunicare ai consumatori le proprie preoccupazioni in merito agli ormoni e agli
antibiotici aggiunti, l’impresa collabora con allevatori e produttori per sviluppare e
acquistare prodotti alternativi che non facciano uso di pratiche ormonali io
antibiotiche.
Inoltre, WFM lavora per educare i propri clienti sull’importanza della sicurezza alimentare e
adotta elevati standards di qualità per rassicurare il consumatore.
- Education and public participation (Istruzione e partecipazione pubblica): L’azienda è
molto attiva nell’educazione alimentare dei consumatori; ma allo stesso tempo anche
nel sociale, così da supportare lo sviluppo verso un futuro più sostenibile.
- Regulation, enforcement and accountability (Regolamento, applicazione e
responsabilità): Oltre ad essere il principale rivenditore di alimenti biologici, WFM
contribuisce alla formulazione di standard biologici attraverso la partecipazione nel
National Organic Standards Board.
Questo approccio pratico consente di rappresentare la propria visione di un futuro sostenibile
nella definizione, costruzione e applicazione di normative e regolamenti sostenibili.

Entrambe le aziende possiedono una forte volontà di trattare la terra con rispetto, Eataly nella
scelta dei fornitori, privilegiando coloro che condividono la missione di salvaguardare il
pianeta e cercando di ridurre i rifiuti; Whole Foods al contempo collabora con il Global
Animal Partnership, organizzazione senza scopo di lucro che cerca di promuovere il benessere
degli animali d'allevamento valutando gli standard di benessere di vari prodotti di animali
d'allevamento, per certificare le animal welfare practices dei produttori mediante
l’implementazione di standard di valutazione costituiti da diversi steps:
1. No crates;
2. No cages;
3. No crowding;
4. Enriched environment;
5. Enhanced outdoor access;
6. Pasture centered;
7. Animal centered, all physical alterations prohibited/ entire life on same farm.

Whole Foods ha, come Eataly, a cuore il riciclo dei rifiuti e si impegna in questo senso
tramite attività quali:
- Stampa e imballaggio utilizzando carta riciclata
- Compostaggio per ridurre i rifiuti in discarica
- Car pooling e supporto al trasporto pubblico per i membri del team
- Nessuna busta di plastica monouso alla cassa dal 2008
- Sistemi di raccolta dell'acqua piovana a scopo non consumabile
- Sacchetti della spesa riutilizzabili a prezzi convenienti
- Piatti e posate riutilizzabili nelle nostre sale da pranzo
- Legno, mattoni e altri materiali di recupero nella costruzione
- Riciclaggio di cartone, cartone, carta, vetro, plastica e metallo
Riuscendo ad ottenere grazie al suo impegno la certificazione Zero Waste Business Council
Certification, certificazione riconosciuta alle aziende che riescono a dirottare almeno il 90%
dei loro rifiuti dalle discariche e dagli inceneritori in modo da poter rendere le risorse
riutilizzabili.

Per quanto riguarda opere di filantropia, Whole Foods, oltre che l’impegno volto alla guerra ai
rifiuti, anch’essa filantropica, collabora con l'organizzazione Food Donation Connection,
associazione benefica privata americana che si pone l’obiettivo di collegare ristoranti e società
di servizi alimentari interessate a donare il cibo in eccesso ad agenzie di servizi sociali locali
che a loro volta lo distribuiscono, Whole Foods Market dona ogni anno milioni in cibo
deperibile e non deperibile a banche, alimentari locali e alle agenzie di soccorso alimentare in
tutti gli Stati Uniti a favore dei bisognosi.
Supporta piccoli imprenditori in giro per il mondo, principalmente donne, con l’associazione
Whole Planet Foundation, associazione che eroga micro-prestiti a sostegno di imprenditori
che hanno, generalmente, poche risorse e difficoltà ad accedere ai servizi finanziari.
Inoltre, a supporto dei piccoli produttori locali ha sviluppato un programma a sostegno dei
produttori che intervengono nella propria food value chain, tramite prestiti a tassi di interesse
particolarmente vantaggiosi per i suddetti.
I produttori locali sono, in aggiunta, il fulcro del modus operandi di Eataly, che vede in loro la
sua forza e il suo elemento distintivo.
Eataly, infatti, predilige prodotti locali e di stagione, che vende in quantità limitate e a prezzi
relativamente elevati, supportando così il lavoro e la tradizione dei piccoli produttori dei vari
luoghi.

Eataly, in particolare con la sua politica di rispetto verso il pianeta, porta avanti diversi
progetti per migliorare le condizioni di diverse specie biologiche e non solo.
“Dal latino "respicere", rispetto è "guardare di nuovo": da qui l'espressione "avere riguardo"
per qualcuno”, con questo slogan (figura 2) Eataly sostiene vari progetti, tra cui: “Bee the
future”, per la salvaguardia delle api; “Seminiamo la biodiversità”, Un progetto per aiutare le
piccole aziende e i contadini a proteggere le varietà a rischio di estinzione e sensibilizzare il
grande pubblico; “10.000 orti in Africa”, progetto con il quale sostengono che per aiutare le
popolazione più povere non basta donare loro del cibo; e altri tra cui “Una cena così non la
puoi perdere”, progetto in cui Eataly è l'unico sostenitore privato a finanziare una parte
importante del progetto che allungherà la vita al Cenacolo di Leonardo Da Vinci.
Alcuni progetti di Eataly, tra cui “10.000 orti in Africa” sono fatti in collaborazione con Slow
Food, ente no-profit che non si tratta semplicemente di un collaboratore, bensì di molto di più.
Nel sito ufficiale di Eataly, nella sezione collaboratori, si trovano le seguenti parole:
“Slow Food Italia, associazione no profit riconosciuta a livello internazionale che ha tra i
propri fini la difesa della biodiversità alimentare e l'educazione al gusto, ha accettato il ruolo
di consulente strategico di Eataly, individuando in questo progetto una forma moderna e
innovativa di distribuzione alimentare da affiancare ai progetti di filiera corta che
l'associazione sostiene in tutto il mondo”.
Per questo i compiti di Slow Food nei confronti di Eataly possono essere riassunti in due ruoli
fondamentali: l'indicazione dei potenziali futuri fornitori, identificati mediante adeguati criteri
di selezione, e la collaborazione nell'ideazione dell'attività formativa e della cura dei contenuti
del materiale didattico.
Slow Food Italia partecipa al progetto di Eataly augurandosi che questa esperienza possa
aprire la strada per altre analoghe iniziative ispirate alla filosofia del “buono, pulito e giusto”
nell'alimentazione quotidiana.
Si sottolinea che la partecipazione di Slow Food Italia nel progetto di Eataly, non ha alcun
intento speculativo (data la natura di Slow Food Italia come associazione no profit) e che il
simbolo della chiocciolina compare e comparirà solo per le attività gestite direttamente
dall'associazione o negli spazi dedicati ai Presìdi”.

CONFRONTO, CRITICHE E GIUDIZIO:

Entrambe le Aziende cercano di attrarre nuovi clienti attraverso l’utilizzo del marketing
sociale, ovvero, oltre che proporti un prodotto ti propongono la missione che vogliono portare
avanti.
Per fare un esempio pratico riporto parte dell’articolo a favore della campagna “Bee the
future”:
“Proprio nella giornata di giovedì 20 maggio, in tutti gli Eataly d'Italia e online potrai fare una
spesa speciale a favore delle api e dare il tuo personale contributo: il 10% del valore della tua
spesa infatti sarà devoluto a iniziative di riforestazione urbana”.

Sostengo, nonostante reputi ammirevole l’impegno sociale che entrambi queste due società
portano avanti, che un punto di debolezza di Whole Foods risieda nel fatto che le sue opere
benefiche risultano molto difficili da conoscere per i non residenti degli StatiUniti, in quanto
la schermata d’accesso al sito americano risulta bloccata per i consumers Europei.
Appare infatti la scritta “You have reached wfm.com which is intended for customers in the
United States. For customers in the EU, please visit the UK website” (figura 4).
Aprendo il sito UK non si riescono a trovare, come invece risulta possibile fare per Eataly, le
informazioni riguardo alle campagne portate avanti e agli obiettivi futuri nonostante si riesca a
trovare in un link con il nome di “green mission” un riassunto delle informazioni riguardo la
loro politica (figura 5).
Non riuscire a trovare tutte le informazioni aggiornate per coloro che non si trovano negli
Stati Uniti, come Eataly fa con la parte di notizie (figura 3), ritengo sia un punto critico, in
quanto rende più difficile far conoscere le sue campagne attive a possibili interessati.
Reputo dunque utile aggiungere nel loro sito UK e qualora non sia presente anche nel sito
USA, un report di risultati raggiunti e una sezione di notizie, in modo da aggiornare i clienti
sulle varie attività portate avanti.
Allo stesso modo Eataly, nella sezione notizie riporta solamente notizie relative ai punti
vendita italiani e nel loro sito eataly.com la sezione notizie è presente, sebbene sia presente
una sezione magazine in cui tuttavia non sono riportate le loro campagne a favore di ambiente
e animali (figure 6 e 7).

Eataly è un’azienda multinazionale per i punti vendita più di quanto non lo sia con le sue
attività benevole, che nonostante non esclusivamente portate avanti nel territorio italiano si
vedono in esso concentrate per la maggioranza; dovrebbe quindi cercare di essere
multinazionale a 360 gradi cercando di portare benessere secondo le sue visioni un po’in tutti
gli stati in cui sbarca, ad esempio negli USA, in modo da farsi conoscere come azienda che
porta benessere ovunque vada.
Nel sito di Whole Foods (almeno in quello UK) non si trova, come invece si trova nel sito di
Eataly italiano un file riportante il loro codice etico, file che bisognerebbe aggiungere sia nei
siti di Whole Foods che nel sito eataly.com, in modo da farsi percepire come eticamente
trasparenti verso il pubblico, utile soprattutto quando si vede nella condotta etica un proprio
punto di forza.
Un punto di debolezza comune alle due aziende risiede nell’assenza nei loro siti di modelli e
standard cui l’impresa fa riferimento (es. ISO 14001, EMAS, ecc.).
Ritengo utile aggiungere in entrambi i siti un documento di sostenibilità con riportati questi
dati.
In suddetto documento ritengo utile aggiungere, in maniera chiara e visibile tutti gli obiettivi
futuri, indicando l’orizzonte temporale in cui si vogliano raggiungere, in modo che i
consumatori si possano ritenere maggiormente coinvoltiti nelle campagne portate aventi dalle
aziende, e allo stesso tempo che tramite queste campagne e questi obiettivi si possano attrarre
nuovi clienti legati dallo stesso sentimento per l’ambiente.

Oltre alla parte ambiente bisogna analizzare anche la parte relativa ai dipendenti e all’
ambiente di lavoro; parte in cui si trovano aspre critiche rivolte ad entrambe le aziende.
Riguardo Eataly le principali critiche riguardano la coerenza con la filosofia dell’impresa nel
voler aiutare e dare mercato ai piccoli artigiani italiani oltre che le modalità di assunzione e la
tipologia di contratti di lavoro stipulati.
Prendiamo ora in considerazione alcune critiche che riassumono le suddette questioni.
La prima è una critica fatta da un ex studente dell’Università enogastronomica di Pollenzo
(Tokyo Cervigni), il cui titolo è “Logiche di distruzione del made in Italy”.
Tokyo Cervigni scrive: “Tre parole ridondavano nella comunicazione di Eataly all’inizio,
dette dalla persona che si autodefiniva un nuovo messia del mangiare bene a poco prezzo:
gestire il limite. Le ho sempre adorate perché sapevo sin dall’inizio, nonostante la mia
immaturità, si trattasse di una mirabolante cazzata. Poco meno di sei anni dopo, quello che era
il leitmotiv della crociata di Farinetti per una democratizzazione dell’alta gastronomia è
sotterrata da Eataly aperti ovunque e con logiche espansionistiche degne di una
multinazionale. Eataly rappresenta tutto l’opposto di quanto insegnatoci in tre anni di
Università di Scienze Gastronomiche. Non rispetta gli artigiani nei loro tempi e nelle logiche
di produzione. Oscar ha fatto bene all’immagine dell’Italia nel mondo quanto male ai
produttori con cui lavora. In pochi anni è diventato proprietario di buona parte dei brand che
vende nei suoi supermercati, duplicando il suo guadagno e distruggendo le logiche del grande
artigianato”.
Con queste parole l’autore intende esprimere che l’immagine che traspare della sua azienda
non è in linea con le reali dinamiche interne, le quali consisterebbero nell’acquisire le piccole
imprese artigianali, che il fondatore sostiene aiutare in vari fronti, trasformando gli artigiani in
suoi dipendenti e trasformando le logiche di produzione artigianale in modo da poter
soddisfare le nuove quantità richieste.
Per quanto riguarda le critiche tra dipendenti e azienda Tokyo Gervigni sostiene che:
“All’apertura di un supermercato, i colloqui di lavoro di Eataly durano dai 30 secondi ai
due minuti. Qualsiasi sia il posto, c’è così poco tempo per organizzare l’offerta ad una
domanda tanto grande e con tanto hype (entusiasmo) che basta avere mani in più, poco
ci frega del cervello”.
Oltre alle critiche riguardo le modalità di assunzione non mancano quelle riguardanti gli steps
successivi del rapporto, critiche che identificano Farinetti come un uomo che ha creato un
impero sul precariato.
Egli, infatti, è accusato di fare un utilizzo massiccio di contratti a tempo determinato e stage,
oltre che offrire stipendi bassi.
Eataly è stato protagonista, inoltre, di due giorni di sciopero (30 e 31 agosto 2014) causati
dalla grossa mole di licenziamenti avvenuti in un punto vendita a un anno dalla sua apertura.
In tale punto vendita, aperto a dicembre 2013, sono avvenuti licenziamenti per una
percentuale pari al 50% circa dei dipendenti, dovuti anche alle accuse volte precedentemente,
come l’abuso di contratti a tempo determinato e di stage.
Giuseppe Cazzato, In una fonte ANSA, datata 30 agosto 2014 sottolinea che “meno del 10%
dei dipendenti Eataly sono stati assunti direttamente dall’azienda e che, essendo la maggior
parte dei dipendenti precari, all’interno del negozio non si ha la rappresentanza sindacale e la
direzione si rifiuta di ascoltare i lavoratori”.
La risposta di Eataly non tarda ad arrivare e nello stesso anno pubblica un manifesto intitolato
“Adesso basta!” in cui intende difendersi e fare chiarezza portando dati alla mano, dati come
ad esempio quello della percentuale di dipendenti assunta a tempo indeterminato, pari all’
80% in tutti gli stores aperti da minimo 3 anni.

Come per Eataly non mancano le critiche anche per Whole Foods nel rapporto con i
dipendenti; il fondatore John Mackey, infatti, nonostante il suo passato da hippy, si è sempre
distinto per il suo sostenimento al movimento radicale libertario, partecipando attivamente a
dibattiti sulla rivista ideologica “Reason” in cui non nasconde la sua ostilità nei confronti dei
sindacati, che arriva a definire “parassiti”.
Successivamente all’acquisto da parte di Amazon sembra che non si voglia cambiare
direzione, secondo quanto riferisce The Guardian, appunto, Amazon, come già in passato
Walmart e Target, avrebbe inviato ai team leader di Whole Foods un video della durata di 45
minuti per istruirli sulle tecniche da adottare per evitare che i dipendenti si uniscano in sigle
sindacali.
Con l’ingresso di Amazon non solo non si cambia rotta, ma i dipendenti lamentano un netto
peggioramento delle condizioni lavorative.
Diversi quotidiani Americani riportano le interviste anonime fatte ai suddetti, e da queste
emerge come la loro impressione, senza mezzi termini, è che Jeff Bezos vorrebbe trasformarli
in robot, costringendoli a turni più pesanti, compiti meccanici, con incarichi e mansioni
intercambiabili. Una procedura che sembrerebbe concepita per rendere più semplici i
licenziamenti, anche di massa, nonché ridurre i salari.

Appare evidente che le due diverse realtà sono aspramente criticate per il loro modo di trattare
i dipendenti, di conseguenza ritengo utile osservare tramite il sito Indeed.com quali sono le
recensioni lasciate da parte degli ex dipendenti verso le due società.
Eataly, con 544 recensioni ottiene una media dei punteggi assegnati di 3,2 su 5 e così
distribuiti nelle diverse categorie:
- 3,0 equilibrio tra lavoro-vita privata
- 3,0 stipendi e benefit
- 2,8 stabilità e promozioni
- 2,7 direzione
- 3,3 cultura aziendale
La media di 2,8 su 5 riscontrata in stabilità e promozioni è indice del fatto che le critiche
rivolte all’uso spropositato di contratti a tempo determinato e di stage probabilmente non sono
così infondate come invece si sostiene nel manifesto “Adesso basta!” (Immagine 7).
Con il punteggio di 3,0 su stipendi e benefit risulta evidente come le accuse di bassi salari
trovano riscontro nella percezione da parte degli ex dipendenti, che se letto assieme al valore
di 3,0 su 5 di equilibrio tra lavoro-vita privata indica che sono pagati poco per lavorare tanto.
Questi punteggi non sembrano rispecchiare la politica esplicitata nel loro manifesto di
Rispetto verso le persone inteso nel senso dei dipendenti in cui affermano di lavorare
costantemente per cercare di migliorare le condizioni di lavoro.
Allo stesso tempo Whole Foods, con 12.016 recensioni, trova un punteggio medio più alto,
pari a 3,7 su 5 e vede attribuiti i punteggi medi delle diverse categorie come segue:
- 3,6 equilibrio tra lavoro-vita privata
- 3,7 stipendi e benefit
- 3,4 stabilità e promozioni
- 3,2 direzione
- 3,7 cultura aziendale
Nonostante i dati di Whole Foods risultino molto più incoraggianti e attrattivi per nuovi
potenziali lavoratori incrociando i valori trovati emerge un valore comune particolarmente
negativo per due imprese che vantano una politica etica eccellente; in entrambi i casi si trova
infatti come punteggio più basso quello relativo alla direzione, valore che si discosta di ben
0,5/5 dalla media in entrambe (2,7 su una media di 3,2 in Eataly e 3,2 su una media di 3,7 in
Whole Foods)
È da ritenersi, dunque, non solo utile ma fondamentale per la coerenza con l’immagine che
queste due imprese vogliono avere migliorare anzi tutto quel punto, puntando ad ottenere
punteggi opposti; il valore della direzione, infatti, deve alzarla la media e non abbassarla,
puntando ad ottenere almeno 0,4/5 o meglio 0,5/5 punti sopra la media delle altre categorie, in
modo da avere un riscontro coerente con l’immagine che vogliono avere.
CONCLUSIONI:

Le due aziende si mostrano come fiere sostenitrici del voler vivere in un mondo più sano,
portando rispetto all’ ambiente e alla terra che ci ospita cercando di evitare sprechi, trattando
nella maniera più sostenibile possibile i rifiuti, ponendo particolare attenzione al
confezionamento dei loro prodotti tramite l’utilizzo dei giusti materiali e tramite
l’implementazione di steps metodologici studiati ad hoc da ciascuna delle due imprese.
Oltre alla questione dei rifiuti entrambe hanno a cuore quella del benessere e della presenza
degli animali, sia lanciando campagne direttamente come nel caso di “Bee the future”
promossa da Eataly sia, in entrami i casi, appoggiando enti benefici esistenti, come ad
esempio Slow Food sostenuta da Eataly e il Global Animal Partnership con cui collabora
Whole Foods.
Oltre alle specie animali e vegetali queste due aziende hanno entrambe a cuore le fasce più
povere della popolazione, ad esempio africana supportata da Eataly e Slow Food; oltre che la
stessa popolazione americana supportata da Whole Foods tramite la collaborazione con
l’associazione Food Donation Connection.
Reputo ammirevole come queste due realtà si impegnino concretamente per fare del bene a
tutte le categorie sopra citate, ritengo in oltre, come affermato in precedenza, che dovrebbero
promuovere maggiormente le loro campagne, ad esempio tramite appositi link in tutte le
versioni dei loro siti web, in modo da poter sviluppare una comunità di clienti e consumatori
che non solo sono attenti al mangiar bene, che voglio vedere trasparenza riguardo a quali
prodotti sono classificati come OGM, dove sono prodotti, da chi ecc.; ma legata anche dalla
stessa visione ecologica del mondo, dalla stessa sensibilità verso le campagne portate avanti.
Perché, per fare un esempio concreto, se è vero che ad oggi non sono presenti punti vendita
fisici di Whole Foods in Italia, è altrettanto vero che tramite lo sviluppo del canale e-
commerce che hanno portato avanti negli ultimi anni, ora raggiungono tramite Amazon anche
la popolazione italiana, popolazione che presenta, come le altre popolazioni, al suo interno
una percentuale più o meno grande di individui che hanno a cuore gli argomenti che Whole
Foods sostiene e vorrebbero partecipare anche loro agli stessi progetti, ad esempio sostenendo
Whole Foods e acquistando i suoi prodotti tramite Amazon.
Lo stesso vare per Eataly, che dovrebbe portare avanti più campagne nei pasi in cui approda
(tenendo sempre attive le campagne in Italia) e rendere le informazioni relative a tali opere
facilmente accessibili non sono agli attuali consumatori ma anche ai potenziali.
Per quanto riguarda il rapporto con i dipendenti, invece, entrambe le aziende dovrebbero
cambiare rotta, trasformando la valutazione ottenuta nella categoria direzione da categoria con
il peggior punteggio al loro “Fiore all’occhiello”, perché in due aziende che vedono il vertice
aziendale così impegnato in attività benefiche e umanitarie appare particolarmente
controsenso vedere tra le valutazioni di migliaia di ex dipendenti la direzione come fattore
critico.
Le due aziende dovrebbero quindi formare sotto questo punto di vista i vari dirigenti,
sostituendo i video su cosa fare per evitare che i dipendenti si uniscano in sindacati, come nel
caso di Whole Foods, con seminari e corsi su come rendere migliori le condizioni di lavoro
dei dipendenti di ogni livello, ascoltandoli e cercando di migliorare assieme, come Eataly
sosterrebbe di fare nel loro codice etico ma che purtroppo non si riflette nella realtà, almeno
per ora.
Per concludere ritengo quindi che la conoscenza e l’espansione delle politiche etiche di
entrambi queste due società debbano andare di pari passo con la loro internazionalizzazione,
quando si arriva a portare i propri prodotti in un altro stato bisogna portare con loro almeno la
conoscenza delle campagne che si sostengono acquistandoli, per poi successivamente creare
alcune campagne anche a favore delle problematiche che quello stato st affrontando.
Per la questione dipendenti, invece, in entrambi ritengo sia presente un ampio margine di
miglioramento, anche se più marcato in Eataly che vanterebbe di cercare continuamente di
migliorare le condizioni di lavoro ma, stando ai fatti riportati da Indeed.com, ad oggi manca
di coerenza.
EATALY CODICE ETICO:
(Figura 1)

EATALY E IL RISPETTO: MANIFESTO INIZIALE DEL SITO IN CUI


RIPORTANO I PROGETTI AMBIENTALI E SOCIALI CHE STANNO PORTANDO
AVANTI
(Figura 2)
CAMPAGNE PROMOSSE DA EATALY OGGI:
(Figura 3)
COME APPARE IL SITO WHOLE FOODS SE NON TI TROVI NEGLI STATI
UNITI:
(Figura 4)

LINK PRESENTI NEL SITO wholefoods.uk


(Figura 5)
LINK PRESENTI NEL SITO eataly.it
(Immagine 6)

LINK PRESENTI NEL SITO eataly.com


(Immagine 7)
“ADESSO BASTA!”:
(Immagine 8)
FONTI:
https://it.wikipedia.org/wiki/Eataly
https://it.wikipedia.org/wiki/Whole_Foods_Market
https://retailinstitute.it/whole-foods-market-sbarca-in-italia-su-amazon/
https://www.foodweb.it/2020/09/amazon-lancia-il-primo-store-whole-foods-tutto-online/
https://media.eataly.net/media/wysiwyg/eataly_chi_siamo_codice_etico.pdf
http://tesi.luiss.it/24801/1/696021_VECCHI_CARLO.pdf
https://wholeplanetfoundation.org/who-we-support/
http://www.portaledellasostenibilita.it/welcome/eccellenza-e-sostenibilita-ambientale-del-
made-in-italy-due-facce-della-stessa-medaglia/
https://www.eataly.net/it_it/mondo-eataly/chi-siamo/eataly-e-il-rispetto
https://www.eataly.net/it_it/mondo-eataly/partner
https://zwia.org/zero-waste-business-certification/
https://core.ac.uk/download/pdf/79618716.pdf
https://www.corriere.it/Primo_Piano/Economia/2007/03_Marzo/19/imprenditore_biologico_u
sa.html
https://www.foodweb.it/2018/10/whole-foods-amazon-non-piace-dipendenti/
https://it.indeed.com/cmp/Whole-Foods-Market/reviews?fcountry=CA
https://it.indeed.com/cmp/Eataly/reviews?fcountry=ALL

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