Log. intervistato-> Noi siamo un gruppo di persone che hanno deciso di lavorare
insieme e siamo un centro accreditato dell’Umbria. A noi si rivolgono i genitori
direttamente, ma lavoriamo solo privatamente anche perché la richiesta era già tanta
prima della pandemia, con la pandemia i centri pubblici sono letteralmente scoppiati.
Noi siamo un'equipe eterogenea, nel senso che c'è un responsabile sanitario che è una
psichiatra, un neuropsichiatra infantile, 3 psicologhe psicoterapute, e uno è psicologo
ancora senza specializzazione. Ci sono alcuni psicologi che hanno una formazione di
carattere neuropsicologico e hanno un orientamento cognitivo comportamentale come
stesso viene anche, come dire, spesso i bambini ADHD vengono orientati nel fare delle
terapie di carattere più cognitivo comportamentale, ma abbiamo anche una psicologa
che ha un orientamento diverso, cioè che offre un approccio più dinamico- relazionale, e
abbiamo visto comunque anche come all'interno di situazioni molto complesse, come
sia importante anche l’interfacciarsi di queste due diverse modalità. Siamo sei
logopediste, una terapista della neurovisione e anche c'è una, per esempio, terapista
della neurovisione, per esempio laddove ci sono anche delle problematiche di carattere
funzionale legate anche a stati di soprattutto dal punto di vista attentivo-visivo, poco
funzionale, certe volte ci possono essere anche, come dire degli aspetti legati anche alla,
ma chiaramente non è questa la la la priorità, nel senso che questo è un aspetto che ci
può essere in alcuni bambini che hanno accanto alla ADHD, per esempio, delle
problematiche di carattere disprattico o disprassico. Certe volte ci sono delle comorbilità
con della disprassia e quindi può tornare utile anche il ruolo del terapista della
neurovisione laddove ci sia un'importante compromissione anche a livello oculo
motorio. C'è una terapista TNPEE, cioè una terapista della neuropsicomotricità. Ecco, la
nostra equipe è così composta.
2) Ed. intervistatore-> Quale target di età si rivolge a voi?
Log. Intervistata-> Si rivolgono a noi sia genitori che hanno avuto l'indicazione da
parte della scuola, quindi genitori, che magari hanno avuto la conferma dei loro dubbi
rispetto alle difficoltà che il bambino può mostrare sia rispetto agli apprendimenti, ma
anche rispetto all' autoregolazione in vari contesti. Inoltre, si rivolgono sul consiglio di
un pediatra. Comunque sia molte persone, giungono a noi di iniziativa propria
personale, che però, chiaramente, allora in quel caso devono aver percepito a livello
personale il fatto che ci possa essere una difficoltà di vario genere.
Log. Intervistata-> E’fondamentale, nel senso che le varie figure che intervengono
in primo luogo si devono parlare, ma è importante che ci siano più figure. Ognuno di
noi vede il proprio specifico e limitarsi al proprio specifico, nel caso in cui, per esempio,
che ho una formazione da logopedista e se mi limitassi a guardare soltanto l'aspetto più
legato all’attenzione ma anche al disturbo dell’apprendimento che in genere è
comunque comorbilità. Anche se semplicemente guardassimo a quella che è la sfera
puramente neuropsicologica non sarebbe assolutamente esauriente, perché comunque
questi bambini vanno a scuola, si devono relazionare in vari contesti e per loro
relazionarsi, autoregolarsi all'interno di una relazione veramente difficile, perché
faticano ad inibire tutte quelle che sono le loro pulsioni da certi punti di vista, quindi di
fronte ad ogni stimolo, loro reagiscono e non sempre la reazione è opportuna, ma può
essere anche inadeguata rispetto alla situazione, rispetto al contesto, e quindi questo fa
si che è assolutamente importante lavorare su più fronti e lavorare in primo luogo con il
bambino, ma è importante lavorare con i genitori, con la scuola, con, per esempio, se
pratica un’attività sportiva collaborare con l'allenatore proprio perché ci deve essere un
gruppo che, in qualche modo, va all'unisono nella stessa direzion, altrimenti se ognuno
cerca di andare nella direzione che chi viene al momento, senza che ci sia una regia
pensata comune, è molto difficile ottenere dei risultati. Questa è la nostra esperienza,
insomma, quindi cerchiamo, per quanto possibile, di far sì che ci sia sempre e una
comunicazione tra le varie parti, tra i vari ruoli professionali, proprio perché
sicuramente pensando proprio al bene del bambino e della famiglia, perché spesso le
famiglie con soggetti ADHD, laddove soprattutto il disturbo è abbastanza pervasivo,
sono nelle famiglie che scoppiano, nel senso che diventa molto difficile gestire la
situazione. I genitori spesso vengono coinvolti in percorsi di parent training, che sono
percorsi di carattere psico-empativo, e questo va affrontato in gruppo con persone che
presentano situazioni simili da un punto di vista dell’espressività del disturbo, però c’è
anche da considerare il fatto che spesso quello che è il parent training nel senso
semplice e stretto, non è sufficiente comunque per contenere anche tutte le ansie, ma
anche tutte le frustrazioni che ruotano attorno al bambino che presenta certe
caratteristiche, quindi, spesso, se si vuole dare anche una risposta con un respiro un po'
più ampio rispetto a quello che è il semplice parent training, ci può essere anche una
terapia familiare, per esempio, che coinvolge tutte le figure. Questo, chiaramente, non
avviene in gruppo, ma chiaramente questa diventa la terapia per la famiglia, per le
singole famiglie.
5) Ed. intervistatore-> Perché più il disturbo ADHD è così frequente negli ultimi
anni?