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RU BRICH E DVD

Basta guardarla

C ontinuando la nostra esplorazione del


recente panorama home video italia-
no, val la pena di dedicare il giusto spazio
anche a un’iniziativa varata lo scorso di-
cembre da Mustang Entertainment e lan-
ciata con il marchio La cineteca di Gianni
Canova. Si tratta in sostanza di una colla- Fra i film che hanno sensibilmente be- proprio in questi ultimi anni è stata al cen-
na che, attraverso l’espediente del “nome neficiato di questo upgrade va segnalato tro di una diffusa rivalutazione, ha in effet-
in ditta”, intende esplicitare fin da subito in particolare Basta guardarla (1970) di Lu- ti le proprie radici nella stagione d’oro del-
una forte impronta curatoriale, che si tra- ciano Salce, ripubblicato solo in DVD, ma la nostra commedia, anche se trova poi
duce poi esemplarmente in una brandiz- con un nuovo master digitale che pone fi- sbocco attraverso la frequentazione dei ge-
zazione del prodotto. nalmente rimedio a una precedente edizio- neri e delle forme più disparate (si pensi so-
Gianni Canova, nella sua duplice veste ne di infima qualità. L’intreccio del film, lo a El Greco, 1965, e Colpo di stato, 1968).
di accademico e personaggio pubblico, pre- ricalcato su quello tipico dei backstage mu- Una poliedricità che si è tradotta talvolta in
sta infatti il proprio volto per introdurre e sical, segue l’ascesa di una ingenua ragaz- alcuni risultati discontinui e infelici (Slalom,
commentare ciascun film proposto, pas- za ciociara nel mondo dello show business La pecora nera), ma che più spesso ha im-
sando in esame con competenza il cinema nostrano, fra avanspettacolo di provincia pedito alla critica di cogliere a pieno la gran-
italiano dagli anni 50 agli anni 90. Questa e teatro popolare di rivista. dezza di opere personali e innovative.
formula, pur nella sua evidente semplicità, Al di là dei primi due fortunati Fantoz-
è un’evergreen che accompagna da sempre zi, è impossibile oggi sopravvalutare il con-
l’home video, garantendo appunto una tributo del regista all’evoluzione della
“personalizzazione” dell’oggetto editoriale. commedia degli anni 60 e 70. In questo
Basta pensare del resto al successo riscos- senso, si potrebbe anzi arrivare a definire
so nel corso dei decenni da iniziative come Salce come l’unico vero Autore (con la
le preistoriche VHS della serie I classici di maiuscola) capace di confrontarsi frut-
Oreste del Buono” o più recentemente dal- tuosamente con i meccanismi della com-
le preziose edizioni in DVD curate da Vieri mediaccia degli anni 70, assimilandoli in
Razzini per la sua Flamingo Video. Un se- una poetica e in uno sguardo personali.
gnale che ci conferma come ancora oggi, in Senza nulla togliere a importanti episo-
epoca di audiovisivo espanso, la figura del di nelle carriere di Luigi Comencini (Mio
critico mantenga in fondo una sua funzio- Dio, come sono caduta in basso!, 1974) e Al-
ne rilevante, se non come arbiter elegantia- Tenendo sicuramente a mente il Dino berto Lattuada (Le farò da padre..., 1975),
rum almeno come anfitrione. Risi di Straziami ma di baci saziami (1968), il cinema di Salce è infatti quello che più
Pur coltivando un certo eclettismo nel- il racconto di Basta guardarla adotta i co- consapevolmente accetta la volgarità e la
la selezione, la collana ha proposto fino- dici comunicativi e l’immaginario delle faciloneria della sua epoca, trasformando
ra una selezione di classici consacrati al classi sociali più umili (fotoromanzo, can- questi ingredienti in strumenti critici ed
culto cinefilo, da Profondo rosso (Blu-ray) zoni neomelodiche), svelandoci la faccia espressivi. Un discorso che proprio in Ba-
a Pasqualino Settebellezze (Blu-ray e più arretrata e meno scolarizzata dell’Italia sta guardarla si esplicita nel fatto che il re-
DVD), da Lo sceicco bianco (DVD) a Boro- di fine anni 60, in cui i miti del boom si so- gista, in veste di attore, ritaglia per sé il
talco (Blu-ray). vrappongono a quelli di una società conta- ruolo del comico Farfarello, concentrato
dina ormai anacronistica e agonizzante. caricaturale dei lazzi e degli ammiccamen-
Il quadro che ne esce, per quanto incorni- ti della commedia più becera. Una carat-
ciato da una comicità spesso irresistibile, terizzazione profondamente amara, so-
è di una desolazione e una disperazione prattutto perché nel film il personaggio
pressoché totali. Questa vena amara, in viene proposto come icona vincente di
cui la satira sociale sconfina in un discor- successo e benessere (un po’ quello che
so esistenziale, è un tratto caratteristico accadrà poi con l’altrettanto indigesto geo-
del cinema di Luciano Salce fin dai tempi metra Calboni nella saga di Fantozzi). Una
di opere anomale e singolari come La cuc- dichiarazione di poetica di quelle che sol-
cagna (1962) e Le ore dell’amore (1963). La tanto i veri autori sanno permettersi.
vena multiforme del regista/attore, che Simone Starace

numero 142/143 · luglio-ottobre 2020 63

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