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LIVIA E

TRIREMI

AUGUSTO
LE NAVI GRECHE
I FUNERALI
L’ATTENTATO CHE
CAMBIÒ LA STORIA

DEI FARAONI

LA COPPIA IMPERIALE
LE STREGHE E
L’INQUISIZIONE
SARAJEVO, 1914

DANTE
VIAGGIO NELL’INFERNO DEL “SOMMO POETA”
N. 151 • SETTEMBRE 2021 • 4,95 E
10151

SETTE SECOLI DI ETERNITÀ


periodicità mensile
- esce il 21/08/2021 - poste italiane s.p.a spedizione in abbonamento postale d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n° 46)
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9 772035 878008
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NELL’ILLUSTRAZIONE DI
GUSTAVE DORÉ LUCIFERO,
INTRAPPOLATO NEL GHIACCIO,
DIVORA I TRADITORI GIUDA,
BRUTO E CASSIO. 1883 CIRCA.

26 L’ultimo viaggio dei faraoni 6 ATTUALITÀ


I funerali dei faraoni consistevano in diversi rituali volti ad 8 PERSONAGGI STRAORDINARI
assicurare la reincarnazione del sovrano nell’aldilà. DI ELISA CASTEL Louisa May Alcott
L’autrice di Piccole donne con i suoi
40 Triremi, l’invincibile flotta greca romanzi ha fornito modelli di libertà
e di emancipazione femminile.
Le polis greche si servirono delle triremi, le navi da guerra spinte
da 170 vogatori disposti su tre file, per estendere i propri domini 14 EVENTO STORICO
nel Mediterraneo orientale. DI ARTURO SÁNCHEZ SANZ Il viaggio della Polaris
Nel 1871 una spedizione alla volta
52 Livia e Augusto, la coppia imperiale del Polo Nord mantenne gli
Stati Uniti con il fiato sospeso.
Per oltre mezzo secolo Livia governò a fianco di Augusto, rivestendo
il ruolo di moglie e consigliera. DI ESTEBAN BÉRCHEZ CASTAÑO 20 VITA QUOTIDIANA
L’arte di profumarsi
Nell’Europa dell’Età moderna le
64 L’Inferno di Dante fragranze di origine animale erano
L’averno dantesco offre uno spaccato della realtà storica del particolarmente apprezzate.
“sommo poeta”. DI MATTEO DALENA E ALESSANDRA PAGANO
112 GRANDI SCOPERTE
Castillo di Huarmey
82 L’Inquisizione in Spagna Nel 2012 gli archeologi
Il tribunale del Sant’Uffizio fu scettico davanti hanno rinvenuto in Perù
alle accuse di stregoneria ed emise poche ma i resti di uno splendido
esemplari condanne a morte. DI MARINA TORRES ARCE mausoleo preincaico.
118 STORIA VISUALE
96 L’attentato di Sarajevo Dust Bowl
Il 28 giugno 1914 il bosniaco Gavrilo Princip Enormi nubi di polvere
coprirono il sud degli Stati
assassinò l’arciduca Francesco Ferdinando, erede
Uniti nel decennio 1930.
al trono di Austria-Ungheria. DI JOSEP MARIA CASALS
126 LIBRI E MOSTRE
PRIMA PAGINA DI LA DOMENICA DEL CORRIERE. PRIMI DI LUGLIO DEL 1914.
STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 3
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NATIONAL GEOGRAPHIC SOCIETY,
NATIONAL GEOGRAPHIC TELEVISION
SARAJEVO, 1914

Pubblicazione periodica mensile - Anno XIII - n. 151


L’ATTENTATO CHE
CAMBIÒ LA STORIA

I FUNERALI PRESIDENTE
DEI FARAONI RICARDO RODRIGO
TRIREMI
EDITORA
Editore: RBA ITALIA SRL
LE NAVI GRECHE

LE STREGHE E ANA RODRIGO


L’INQUISIZIONE
LIVIA E via Gustavo Fara, 35 DIRECTOR GENERAL CORPORATIVO
AUGUSTO
LA COPPIA IMPERIALE
20124 Milano JOAN BORRELL
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DANTE
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SETTE SECOLI DI ETERNITÀ Direttore generale: ANDREA FERDEGHINI
VIAGGIO NELL’INFERNO DEL “SOMMO POETA” DIRECTORA DE MARKETING
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JONES, JENNIFER LIU, ROSSANA STELLA

4 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


IN
ED
ICO
LA

Gli speciali di
Storica National Geographic
in edicola questo mese

Speciale Storica Mitologia


TESEO
Nel quinto numero della collezione, le prime
imprese di uno dei più celebrati eroi della mitologia
greca. In edicola dal 5 agosto. Prezzo ¤9,95.

Speciale Storica
LE GUERRE MONDIALI
Un volume dedicato al periodo storico che va dalla
fine della Belle Époque alla crisi economica, dalla
nascita dei regimi totalitari alla Seconda guerra
mondiale. In edicola dal 24 agosto. Prezzo ¤9,95.

Speciale Storica Archeologia


CITTÀ DELL’ANTICO
MESSICO
Due dei siti archeologici più importanti del Messico,
Monte Albán e Xochicalco, ricostruiti per voi in 3d.
In edicola dal 26 agosto. Prezzo ¤9,95.
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CONNESSA AI COMPLESSI
FUNERARI DELLA CULTURA DSKC,
NELL’AREA DI ZÙÙNHANGAJ, IN
MONGOLIA NORD-OCCIDENTALE.
PROGETTO ARCHEOLOGIA DELLA PASTORIZIA

ARCHEOLOGIA
PROGETTO ARCHEOLOGIA DELLA PASTORIZIA

Pastori dell’Età del


bronzo in Mongolia
Un team internazionale di archeologi indaga sulla vita dei
pastori nomadi dell’Età del bronzo nelle steppe mongole

A
lla fine dell’Età del mente esemplari di equini tucky (Stati Uniti) e di Oulu
bronzo, compre- di sesso femminile e di gio- (Finlandia), e che è finanzia-
FINORA LE RICERCHE sa tra il 1200 e il vane età. Proprio dai com- to dalla Fondazione Palarq. Il
archeologiche svolte 700 a.C., sono plessi DSKC ha preso nome progetto è iniziato nel 2018
nella steppa mongola apparsi in Mongolia dei la cultura nomade studiata e mira a comprendere la de-
non hanno preso complessi funerari ceri- dal Progetto di archeologia mografia, la mobilità e le reti
in considerazione
gli spazi domestici. moniali noti come Deer della pastorizia in Mongo- regionali che collegavano le
Gli scavi di questi Stone Khirigsuur Complex lia, diretto da Natalia Égüez, tribù nomadi della Mongo-
ambienti forniranno (DSKC), di cui facevano par- dell’Università spagnola di lia in quel periodo.
nuove informazioni te alcuni tumuli detti Horse La Laguna, a cui partecipano Nei prossimi due anni il
per comprendere Head Mounds (monticel- dei ricercatori dell’Istituto progetto punta anche a get-
meglio il periodo e li testa di cavallo), dove gli catalano di archeologia clas- tare nuova luce sulle origi-
contestualizzare i archeologi hanno trovato i sica di Tarragona, dell’IMF ni e lo sviluppo delle prime
cambiamenti nella
vita quotidiana delle crani e gli zoccoli di alcuni (un’istituzione spagnola per società pastorali nomadi e
popolazioni della equidi lì sepolti. Dagli studi la ricerca nel campo delle di- sulla complessità monu-
cultura DSKC. è emerso che queste cultu- scipline umanistiche) e delle mentale dei paesaggi cul-
re impiegavano prevalente- università del Western Ken- turali delle steppe.

6 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


DANTE
E LA MINIATURA A
BOLOGNA AL TEMPO
DI ODERISI DA GUBBIO E
FRANCO BOLOGNESE
28 maggio | 3 ottobre 2021
Museo Civico Medievale Info e orari:
via Manzoni 4 | Bologna www.museibologna.it/arteantica
info: +39 051 2193916 / 2193930
museiarteantica@comune.bologna.it | www.museibologna.it/arteantica
Musei Civici d’Arte Antica @MuseiCiviciBolo
PERSONAGGI STRAORDINARI

Louisa May Alcott,


la piccola grande donna
Grazie ai suoi romanzi di successo, per oltre centocinquant’anni la scrittrice
statunitense ha fornito modelli di libertà e di emancipazione femminile

L
a vigilia di Natale, in una se- impieghi pur di provvedere ai bisogni

Scrittrice rata resa triste dalla partenza


del padre per il fronte, quattro
della famiglia: non aveva conosciu-
to, anche per sua scelta, la leggerezza
di successo sorelle si confidano le proprie dell’adolescenza, i balli in società e le

e militante amarezze dovute a povertà,


privazioni e guerra. Poi s’incoraggia-
aspirazioni tipiche delle donne dell’e-
poca: divenire mogli e madri“perfette”.
1832 no a vicenda, si rallegrano e infine si Mesi più tardi, nel maggio 1868,
abbandonano all’«atmosfera di pace Niles s’impegnò a pubblicare un ma-
Louisa May Alcott casalinga che pervadeva ogni cosa». noscritto filosofico del padre, l’e-
nasce a Germantown,
dal pastore calvinista Chi non ha presente il famoso in- ducatore calvinista Amos Bronson
Amos Bronson Alcott e cipit di Little Women (Piccole donne) Alcott, a patto che lei consegnasse il
dall’attivista Abigail May. di Louisa May Alcott, romanzo che romanzo. Devota alla felicità familiare,
ha segnato generazioni di lettrici e Louisa cedette e cominciò a guardarsi
1862 lettori? Chi non si è immedesimato attorno in cerca d’ispirazione. Trovò
nella giudiziosa Meg, nella ribelle Jo, spunto per le protagoniste del suo li-
Durante la Guerra
di secessione Louisa nella dolce Beth o nella frivola Amy? bro proprio all’interno di casa Alcott.
lavora come infermiera Il destino del libro venne scritto Nel romanzo, la sua famiglia sarebbe
presso l’Union Hospital nell’autunno 1867, quando il direttore divenuta la famiglia March, e le quat-
di Georgetown.
della casa editrice Roberts Brothers, tro sorelle avrebbero in parte assunto
Thomas Niles, chiese alla trentacin- i caratteri delle quattro figlie di Bron-
1868 quenne Louisa May Alcott, un’abile son Alcott. Non solo: con le dovute
L’editore Thomas Niles ma non ancora affermata autrice, di differenze, alcuni episodi personali
convince Louisa a scrivere accantonare le sue fiabe per bambi- finirono per permeare la storia delle
Piccole donne. In cambio ni e d’ideare un romanzo rivolto alle ragazze March: Meg, Jo, Beth e Amy.
pubblicherà un libro
filosofico del padre. ragazze. Alcott prese tempo, giacché Ecco quindi pronta l’ossatura di Pic-
non si sentiva all’altezza. Bambina vi- cole donne, che nell’arco di un anno
vace e intra- segue le avventure delle sorelle tra
1875 prendente, amori, scoperte e sogni. Il romanzo
Louisa May Alcott ben presto sarebbe divenuto il primo di una saga
partecipa al Congresso aveva do- nella quale Beth purtroppo muore e
delle donne a Syracuse
(New York), dove si batte vuto cercare le altre tre giovani seguono cammini
per il voto femminile. i più svariati diversi: Meg si dedica alla famiglia, Jo

1888
Muore probabilmente
Niles promise di pubblicare
a causa del mercurio il libro del padre purché Louisa
somministratole per curare
il tifo contratto all’ospedale scrivesse Piccole donne
ALAMY / ACI

di Georgetown.
COPERTINA DELL’EDIZIONE DI PICCOLE DONNE DI ROBERTS BROTHERS. BOSTON, 1869.

8 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


IL DILEMMA
DI CONVOLARE
A NOZZE
TRANNE UN’AVVENTURA euro-
pea con Ladislas Wisniewski,
che forse ispirò la figura di
Laurie Laurence, Louisa May
Alcott visse sempre dedita alla
scrittura e alla famiglia, senza
pensare al matrimonio, all’e-
poca unica alternativa per le
donne. In una lettera raccontò
a un’amica che avrebbe prefe-
rito che Jo, il suo alter ego in
Piccole donne, rimanesse nubi-
le, ma gli editori erano contra-
ri, così come le lettrici, che la
volevano moglie dell’abbiente
Laurie. Per questo introdusse il
professor Bhaer, con cui Jo con-
trae delle nozze poco confor-
miste, segnate dagli interessi
in comune e dall’uguaglianza.
LA ROMANZIERA LOUISA MAY ALCOTT

BRIDGEMAN / ACI
IN UNA FOTOGRAFIA SCATTATA NEGLI ANNI
OTTANTA DEL XIX SECOLO.

alla scrittura e all’educazione e Amy no le nozze di Meg. La terza, Elizabeth, All’appello manca la secondogenita,
all’arte. Ma come s’intreccia alla fin- morì tredicenne di scarlattina e l’ul- Louisa, che avrebbe ritratto sé stessa
zione la realtà dell’autrice? tima, May, diventò una nota pittrice, e le proprie aspirazioni in Josephine,
seppur eclissata dalla fama della sorel- Jo, la sorella più ostinata. Al pari di
Le sorelle Alcott la maggiore. In Europa May conobbe Louisa, Jo coltiva il sogno di affermarsi
Nata nel 1832 a Germantown, in Penn- un ricco uomo d’affari svizzero, che come scrittrice. Quanto Alcott annotò
sylvania, l’autrice era la seconda delle sposò nel 1878 e dal quale poco dopo sul proprio diario nel 1846 potrebbe
quattro figlie di Amos Bronson Alcott ebbe una figlia, soprannominata“Lulu” riferirsi benissimo al suo personaggio:
e di Abigail May, attivista per i diritti Nieriker. Quando l’ultima delle sorelle «La gente pensa che sono strana e sel-
delle donne e abolizionista, che co- Alcott morì per febbri puerperali, la vaggia [...] Non ho parlato con nessuno
stituì per loro un modello. La primo- bambina raggiunse le zie a Concord, dei miei progetti futuri, ma riusciran-
genita, Anna, seguì un cammino più nel Massachusetts. E all’amata Lu- no». Jo s’innamora, ricambiata, del
tradizionale e andò in sposa all’attore lu una Louisa ormai celebre ma pur ricco Laurie Laurence, eppure prefe-
dilettante John Pratt – alcuni episodi sempre schiva avrebbe dedicato i suoi risce evitare un legame convenzionale
del suo matrimonio ricordano da vici- ultimi racconti. pur d’inseguire le proprie ambizioni a

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 9


PERSONAGGI STRAORDINARI

ORCHARD HOUSE, la casa


familiare di Louisa May
Alcott, dove la scrittrice
compose Piccole donne.
BRIDGEMAN / ACI

Fotografia senza data.

New York. Ancora una volta il diario zia facoltosa. Anche questa decisio- mise in pratica i dettami del trascen-
di Louisa aiuta a ricostruire le scelte ne sembra rispondere a una vicenda dentalismo, un movimento secon-
di Jo: «Mi piace la sensazione di essere autobiografica dell’autrice: nel 1834, do il quale l’individualismo, inteso
indipendente e, sebbene la mia non quando Louisa era ancora una bam- come continuo miglioramento di sé
sia una vita facile, è libera e mi piace». bina, Bronson Alcott si trasferì con la stessi, si coniuga con la coscienza di
A New York Jo conosce il professor famiglia a Boston per aprire la Temple una fratellanza universale e l’unione
Friedrich Bhaer, con il quale fonda un School, un centro fondato sulla libera con la natura. Tali principi, uniti a
istituto scolastico a Plumfield, la te- espressione e sulla responsabilizza- quell’aspirazione a un bene superiore
nuta che le ha lasciato in eredità una zione degli studenti. L’educatore vi predicata dal calvinismo, sono tra gli
insegnamenti della scuola di Jo
e probabilmente modellarono
pure il percorso di Louisa.

PICCOLE DONNE AL CINEMA Verso l’emancipazione


La scrittrice si era divisa tra
LA FAMIGLIA MARCH comparve sul grande schermo il lavoro di governante e isti-
in diversi film di successo. Nel 1933 George Cukor tutrice, la cura della famiglia,
adattò la saga scegliendo Katharine Hepburn per il nonché ovviamente la stesura
ruolo di Jo. Il film sottolineava l’ottimismo e le se- di numerose storie educative
rene rinunce delle ragazze. Nella versione del 1949 per bambini e ragazzi, spesso
l’accento è posto invece sul servizio militare. Il lato pubblicate con lo pseudonimo
femminista emerge nei film del 1994 e del 2019. di A.M. Barnard. La sua vita,
LOCANDINA DELLA PRIMA VERSIONE DI PICCOLE DONNE, 1933. segnata dall’intenso lavoro e
dalle ristrettezze economiche,
ALAMY / ACI

10 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


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Dante Alighieri

Il diritto reca
il profilo del poeta,
coronato di alloro
e coperto secondo
l’uso medievale.

Al rovescio il sole, che illumina con i raggi


dieci piccole stelle, un cielo nuvoloso
e un focolaio di fiamme ardenti,
rispettivamente allegorie del paradiso,
del purgatorio e dell’inferno.
Argento 835 | Peso gr. 11 | Diametro mm. 29

Coniato dalla Zecca Italiana per il 700° anniversario della nascita


L’argento del Sommo Poeta
Correva l’anno 1965, quando l’Istituto Questa affascinante e simbolica moneta
Poligrafico e Zecca di Stato volle celebrare viene offerta, nuova fior di conio e in perfette
con una bella moneta in argento condizioni qualitative, a soli € 25,00
il VII centenario della nascita di Durante (più un piccolo contributo per spese di
di Alighiero degli Alighieri. spedizione), in cofanetto con certificato
di autenticità.
Cronologicamente fu il secondo conio
commemorativo italiano dopo quello del 1961
per il centenario dell’unità d’Italia, un prestigio Come ordinare
tutt’altro che trascurabile tanto che la moneta La prenoti subito telefonando (011.557.6340)
circolò per pochissimo tempo e fu ben presto inviando una email (info@collectorclub.it)
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PERSONAGGI STRAORDINARI

UN SACRIFICIO
NECESSARIO
NEL ROMANZO DI ALCOTT la fa-
miglia March patisce ristret-
tezze a causa della Guerra di
secessione. Una volta, affin-
ché la madre possa andare a
trovare il padre, Jo decide di
sacrificare il suo unico tesoro,
i capelli, facendoseli tagliare
per poi venderli (all’epoca
i capelli erano usati per le
parrucche). La sorella Meg le
chiede: «Non ti è dispiaciuto
quando ha iniziato a taglia-
re?». Jo risponde: «No. Non
sono pentita; ma devo con-
fessare che mi ha fatto una
strana impressione vedere i
cari vecchi capelli lì sul tavo-
lo […] Era quasi come se mi
avessero amputato un braccio
o una gamba».

BRIDGEMAN / ACI
JO TAGLIA I CAPELLI. INCISIONE DELL’ARTISTA
HAROLD COPPING. 1868.

migliorò grazie al grande successo di In una lettera del 4 settembre 1873 aveva prestato servizio come infermie-
Piccole donne, che nel suo diario definì affermò: «Mi piace aiutare le donne ra a Georgetown, dove contrasse il tifo.
«il primo uovo d’oro del brutto ana- a essere sé stesse, e questo è, a mio Il medicinale a base di mercurio usato
troccolo». Raggiunta una certa stabilità parere, il miglior modo di risolvere la per curarla probabilmente ne procurò
economica, s’impegnò di più nel socia- questione femminile». Nelle sue opere la morte, avvenuta a cinquantacinque
le: lottò per l’abolizione della schiavitù permise ad altre donne d’inseguire i anni. Le sopravvissero Jo, Meg, Beth e
e iniziò a collaborare con l’importante propri sogni, immaginare alternative e Amy, un segno indelebile nella storia
periodico femminista Woman’s Jour- preferire un amore sincero al raggiungi- della letteratura e delle donne.
nal. Partecipò pure al Congresso del- mento di un più alto status sociale. Ma AMARANTA SBARDELLA
le donne di Syracuse (New York) nel le sue eroine non dimenticano il pros- SCRITTRICE E TRADUTTRICE

1875, battendosi per il diritto di voto simo, soprattutto nei momenti di diffi-
alle donne, che ottenne a Concord per coltà, come nella Guerra di secessione Per TESTI
Piccole donne
saperne Louisa May Alcott.
la prima volta durante l’elezione del americana. Louisa conosceva bene tale di più Einaudi, Torino, 2019.
comitato di una scuola locale. realtà perché per alcuni mesi, dal 1862,

Regine
LA VERA STORIA AL FEMMINILE
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Lucrezia Borgia, Anna Bolena, Caterina de' Medici,
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12 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


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PALATINO 313
Dante Poggiali
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E’ decorato da 37 miniature di ispirazione giottesca e da preziose


iniziali istoriate, realizzate nella bottega di Pacino di Buonaguida nel XIV secolo.
Contiene gran parte del Commento AUTOGRAFO di “Jacopo”, figlio di Dante.
Quasi ogni chiosa è segnata dalla sigla: “Ja”, Jacopo Alighieri.
Noto come “Dante Poggiali” dal nome dell’editore e bibliofilo Gaetano Poggiali che
lo acquistò per utilizzarlo nella sua edizione della Commedia del 1807.
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LA POLARIS intrappolata
NÓMADAS. A inicios del siglo XVII,
nei ghiacci durante
el francés il ritorno
Jacques Callot grabó
dalla spedizione
estampas muypolare.
realistas de
Olio dicomitivas
William Bradford. 1875. gitanos.
y campamentos
Taubman Museum of Art,
Roanoke (Stati Uniti).

Alla deriva nell’Artico:


l’odissea della Polaris
I sopravvissuti alla spedizione di Charles Francis Hall, che salpò verso il Polo Nord
nel 1871, percorsero quasi tremila chilometri su lastre di ghiaccio prima di essere salvati

A
lla fine della Guerra di se- Il prescelto per guidarla fu Char- dimostrato di non avere nemmeno
cessione (1861-1865), gli les Francis Hall, che negli anni pre- particolari doti per il comando.
Stati Uniti avevano biso- cedenti si era fatto notare grazie a Il governo statunitense gli conse-
gno di recuperare l’unità e due spedizioni nell’Artico. Il suo gnò un rimorchiatore a vapore usato
l’orgoglio nazionali. Per riuscirci non entusiasmo era palese, tanto che nella guerra appena conclusasi, che
vi era niente di meglio di una grande affermò: «In parecchi credono che venne rinforzato e battezzato per
impresa che riempisse le pagine dei io abbia uno spirito avventuriero e l’occasione USS Polaris. Hall sarebbe
giornali e la cui eco risuonasse in tut- un cuore audace, ed è per questo che salpato alla guida di un equipaggio
to il globo. O almeno questo è quanto vado al Polo Nord. Non è così [...] La di diverse nazionalità. Assieme a lui
dovette pensare il presidente Ulysses zona dell’Artico è la mia casa. L’amo viaggiava il tedesco Emil Bessels,
S. Grant quando decise di sponsoriz- profondamente». Tuttavia Hall pos- medico e capo della squadra scien-
zare una spedizione che avrebbe rag- sedeva scarse conoscenze in ambito tifica incaricata, tra le altre cose, di
giunto il traguardo in cui molti aveva- marinaro – di professione infatti era realizzare studi astronomici e os-
no fallito: la conquista del Polo Nord. giornalista – e in seguito avrebbe servare la traiettoria e la velocità dei

14 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


EVENTO STORICO

IN VIAGGIO
VERSO IL
POLO NORD OCEANO
ARTICO
PRIMA DELLA POLARIS la rotta GR
verso il Polo Nord era stata 2 OE
NL
esplorata da altre imbarca- 1
AN
DI
zioni che erano passate per A
la zona nord-ovest della Gro-
enlandia e avevano risalito la
baia di Baffin 1 . Nel 1852 il
britannico Edward Inglefield
scoprì che il canale di Smith
2 era navigabile. Tra il 1853
e il 1855 lo statunitense Eli-
sha Kent Kane risalì il canale
fino a che il ghiaccio bloccò la
nave a 78º N; un’incursione a
piedi portò lui e i suoi al record
TAUBMAN MUSEUM OF ART, ROANOKE, VIRGINIA

New York
di latitudine, 81º N. Al ritorno
Kane fu accolto negli Stati Uniti
come un eroe. Nel 1861 un al- Polaris (1871)

ALAMY / CORDON PRESS


tro nordamericano, Isaac Israel Rotta di andata
Latitudine massima
Hayes, raggiunse gli 80º N. raggiunta

ghiacciai. Hall fece salire a bordo an- assistente navigatore, scrisse: «Al- tro lo scafo, era un passo in più verso
che una coppia d’inuit e la loro figlia cuni membri dell’equipaggio sono l’ignoto. Il giorno prima di superare
adottiva. Il 29 giugno 1871 la Polaris sempre pronti a disobbedire, e se il canale di Smith e affacciarsi sull’o-
partì dal molo Brooklyn Navy Yard Hall pretende che si faccia qualcosa, ceano Artico, Hall scrisse sul diario:
di New York. Un mese più tardi già non lo faranno di sicuro. A bordo ci «La Polaris si congeda dalla civiltà.
navigava a sud della costa occiden- sono due fazioni, se non tre». Che Dio ci aiuti». Quando il 2 set-
tale groenlandese e, dopo una forte tembre (secondo altre versioni, il 30
tempesta, superava il Circolo polare Verso l’ignoto agosto) raggiunse gli 82º 16’, la nave
artico, a 66º 33’ di latitudine nord. L’imbarcazione si stava avvicinando divenne l’imbarcazione che aveva
A Prøven Hall ingaggiò Suersaq, un alla latitudine massima sino a cui si navigato più a nord nella storia. Gra-
esploratore e cacciatore esperto na- erano spinti i viaggiatori preceden- zie al clima miracolosamente mite di
tivo della Groenlandia, che portò con ti. Ogni nuovo miglio percorso, quell’anno, Hall e i suoi erano or-
sé la moglie e i tre figli. in quelle acque disse- mai a soli ottocento chi-
Man mano che procedevano ver- minate di lastre di lometri dalla meta.
so nord, i marinai divenivano sem- ghiaccio alla deri- Eppure l’equipag-
pre più impazienti e insofferenti nei va, che spin- gio era diviso: alcuni
confronti di Hall. George E. Tyson, gevano con- volevano andare
avanti, mentre al-
tri pensavano fos-
Durante i viaggi nell’Artico se una follia. Dal
Hall comprese l’utilità di poter canto suo, Hall era
incerto. Alla fine
contare sull’aiuto degli inuit
/ ALBUM

la corrente fece in-


BRITISH LIBRARY

dietreggiare l’imbar-
HALL IN COMPAGNIA DI DUE INUIT NEL PRIMO VIAGGIO NELL’ARTICO (1860-1862). cazione senza che se

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 15


EVENTO STORICO
BERTRAND RIEGER / GTRES

CANALE DI SMITH. In questa zona a nord della baia di Baffin la Polaris andò a sbattere contro un iceberg
e una parte dell’equipaggio finì alla deriva su una lastra di ghiaccio.

ne accorgessero. Decisero quindi queste spedizioni Hall iniziò a sen- diario: «Hanno così fine gli ambiziosi
di fermarsi in una piccola baia nella tirsi male: era debole, aveva nausea e progetti del povero Hall». Dal canto
parte nord-occidentale della Gro- febbre. Dopo alcuni giorni cominciò suo, Bessels confessava freddamen-
enlandia, a 81º 38’ N, in una fonda a delirare. Sebbene il dottor Bessels te: «La sua morte è quanto di meglio
che Hall chiamò Thank God Harbor, gli avesse diagnosticato «paralisi potesse accadere alla spedizione».
per passare lì l’inverno e riprendere e apoplessia», si trattava forse di
il viaggio verso il Polo in primavera. un’embolia cerebrale. Hall morì la Alla deriva
Le settimane seguenti Hall e l’e- notte dell’8 novembre 1871. Il giorno In realtà, invece di placare gli ani-
quipaggio si dedicarono a esplorare dopo l’intero equipaggio partecipò mi, il decesso del comandante peg-
i dintorni sulla slitta. Durante una di al corteo funebre. Tyson annotò sul giorò la situazione. Il nuovo capo,
Sidney O. Budington, permise che
i marinai bevessero, rubassero ci-
bo, giocassero a carte e litigassero di
AVVELENATO? continuo nella fredda e oscura notte
groenlandese. I ghiacci mantennero
intrappolata la Polaris fino all’estate
HALL MORÌ con la convinzione che qualcuno avanzata. Il 12 agosto 1872 la moglie
l’avesse avvelenato. Nel 1968 il suo corpo di Suersaq diede alla luce un bambi-
venne riesumato e le analisi dimostrarono no, che chiamarono Charles Polaris.
che nelle sue ultime settimane aveva ingeri- Quasi fosse di buon auspicio, quello
to una grande quantità di arsenico, che all’e- stesso giorno il ghiaccio si ruppe e la
poca era però usato anche come medicina.
nave poté riprendere la navigazione,
IL CORTEO FUNEBRE DI HALL. INCISIONE DEL 1880.
ma non verso il Polo Nord, bensì ver-
so sud, di ritorno a casa. Una volta
DEA / SCALA, FIRENZE

16 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


KANAGA
AFRICA TOURS
EVENTO STORICO

SOPRAVVIVERE su lastre
di ghiaccio. Una volta il
ghiaccio si ruppe mentre
i naufraghi riposavano in
una tenda improvvisata.
Illustrazione del 1876.

BIBLIOTECA AMBROSIANA / DEA / GETTY IMAGES


morto Hall, infatti, nessuno voleva intrappolati su una lastra di circa sei loro un’odissea. Quando la nave s’in-
proseguire l’avventura, e meno di chilometri di circonferenza. Almeno cagliò, la smantellarono e con i resti
tutti Budington. Un altro membro però avevano delle provviste – se- costruirono due piccoli natanti con
dell’equipaggio dichiarò: «[Budin- condo le parole di Tyson, «il minimo cui si misero in viaggio verso sud.
gton] pensava che l’intera impresa di cui ha bisogno il corpo umano per Vennero recuperati il 23 giugno 1873
fosse una maledetta stupidaggine». non soccombere» – nonché scialup- da una baleniera vicino a capo York,
Tuttavia il viaggio di ritorno non pe, fucili e lampade a olio. Se riu- nel nord-ovest della Groenlandia.
fu affatto facile. La Polaris dovette scirono a sopravvivere d’inverno, a Nonostante il fallimento della
farsi strada attraverso la banchi- quaranta gradi sotto lo zero, fu grazie missione, i sopravvissuti della Po-
sa, tra venti fortissimi e tempeste agli inuit, che cacciarono e costrui- laris si erano resi protagonisti di uno
di neve. Il 15 ottobre la nave andò a rono igloo per il gruppo. dei viaggi artici più straordinari della
sbattere contro un immenso iceberg. storia. Rimaneva la tristezza per una
Nel timore che l’imbarcazione po- Salvataggio in extremis sola vita persa: quella dell’esplora-
tesse affondare, l’equipaggio iniziò Il 22 aprile 1873 Tyson annotò sul tore innamorato dell’Artico che non
a scaricare le provviste su una lastra diario: «Non abbiamo niente da aveva la stoffa da leader.
di ghiaccio. Quando capirono che si mangiare; è tutto finito». Per fortu-
FRANCESC BAILÓN
era trattato di un falso allarme e che na il 30 aprile, dopo sei mesi e mez- ANTROPOLOGO. SPECIALISTA DI CULTURA INUIT
la Polaris aveva subito pochi danni, zo di spostamenti senza meta nello
era ormai troppo tardi. stretto di Davis, vennero salvati dal-
L’iceberg si spaccò e la nave, con la nave Tigress sulle coste del Labra- Per SAGGI
Deserto di ghiaccio
saperne Fergus Fleming.
parte dell’equipaggio, cominciò ad dor. Avevano percorso circa 2.900 di più Carocci, Roma, 2006.
allontanarsi irrimediabilmente dagli chilometri passando da una lastra di Al canto delle balene
altri diciannove uomini, tra i quali ghiaccio all’altra. I quattordici mem- Massimo Maggiari.
Giunti, Firenze-Milano, 2018.
le due famiglie inuit, che rimasero bri rimasti sulla Polaris vissero pure

18 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


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V I TA Q U OT I D I A N A

Profumi,
dall’igiene
alla seduzione
In Età moderna i profumi erano usati per prevenire i contagi
e i cattivi odori e per migliorare l’attrattiva personale

O
ggi il profumo è consi- dole perianali dell’animale omonimo,
derato per lo più una so- conosciuto anche come civetta afri-
stanza liquida utilizzata cana. Erano particolarmente richiesti
per conferire un odore anche l’ambra grigia – una secrezio-
gradevole ad ambienti o persone. ne dell’intestino del capodoglio – e
Tuttavia questo significato differi- il muschio animale, che proviene da
sce da quello che aveva secoli fa. In una ghiandola del cervo muschiato
alcuni testi del XVII secolo, come maschio. Queste sostanze potevano
per esempio il Tesoro de la lengua ca- essere usate sui capelli e sui vestiti,
stellana di Sebastián de Covarrubias, ed erano anche molto apprezzate per
era definito così: «Pastiglia odorosa, profumare i guanti e altri indumenti
o simile, che quando viene messa sul di pelle come i farsetti – delle specie
fuoco emana un fumo odorifero, da di camicie imbottite maschili – e i
cui prende il nome. E da cui deriva- bustini. Venivano anche utilizzate per
JEANNE D’ALBRET acquista
no anche profumare, profumato, e elementi del corredo domestico come
nel negozio del profumiere
profumiere». In epoca moderna la scatole, vassoi, scrigni e fiaschette. René i guanti avvelenati
parola profumo rimandava quindi a che, secondo la leggenda,
sostanze non esclusivamente liquide Profumi d’Italia provocheranno la sua morte.
e aveva una relazione più diretta con L’ambra grigia era molto ricercata per- Olio di P.C. Comte. 1858.
ALAMY / ACI

il concetto di “fumo”. ché permetteva di fissare l’aroma e di


Per tutta l’Età moderna ebbero metterlo in risalto. Negli inventari
enorme popolarità i profumi di ori- delle persone benestanti è comune
gine animale. Tra questi va ricordato trovare farsetti e guanti di ambra. Dal tori di accessori di questo genere: lì
lo zibetto, una sostanza grassa dall’o- XV al XVIII secolo la Spagna si anno- infatti la moda dei guanti profumati
dore acuto che si estrae dalle ghian- verava tra i principali Paesi produt- era particolarmente radicata. Lo scrit-
tore Lope de Vega, per esempio, li cita
in diverse sue opere affermando che
emanavano un odore inconfondibile:
LUSSO PROFUMATO «Perché indossi guanti d’ambra, che
lasciano sospetti al tuo passaggio?»,
I GUANTI di ambra erano considerati di per sé scrive in La Dorotea (1632).
una sorta di profumo, come emerge dall’af- Naturalmente c’erano anche di-
fermazione di Ero, la figlia del governatore di versi profumi di origine vegetale. Il
Messina nell’opera di William Shakespeare mastice di Chios, una resina arborea
Molto rumore per nulla: «Senti che buon pro- ricavata dal lentisco – un arbusto
fumo questi guanti, me li ha mandati il conte». sempreverde tipico della macchia
BR
IDG
EM

GUANTI IN PELLE CON MERLETTO AL TOMBOLO IN ORO. 1600 CIRCA. mediterranea –, era usato per pro-
AN
/A
CI

fumare i tessuti e l’acqua potabile.


Il segreto dei
In Italia la profumeria raggiunse
guanti profumati
un notevole sviluppo nel corso del IN SPAGNA guantai, profumieri e fabbricanti di pelli per
Rinascimento. Il libro De’ secreti del guanti facevano parte di una stessa corporazione le cui or-
reverendo donno Alessio Piemontese,
dinanze furono approvate a Madrid nel 1674. Ognuno di loro
pubblicato nel 1555 dal poligrafo Gi-
rolamo Ruscelli, è considerato il primo aveva una funzione ben definita. I guantai confezionavano
trattato europeo di profumeria. La fio- i guanti e i profumieri fornivano ministro durante il regno di
rentina Caterina de’Medici, moglie di le ESSENZE necessarie ad aro- Carlo II, c’è una voce dedicata
Enrico II, introdusse in Francia i guanti matizzarne le pelli. Il processo esclusivamente ai «guanti di
profumati e l’abitudine di tenere in era laborioso e richiedeva l’uso AMBRA e di Roma», che furono
tasca delle boccette di profumo. Portò di sostanze come il muschio, valutati dal guantaio di camera
inoltre a Parigi l’acqua della regina, la l’acqua di fiori d’arancio, l’ace- di sua maestà. Secondo il servi-
fragranza creata espressamente per to, l’ambra grigia e l’olio di man- tore reale, questo capo d’abbi-
lei dai frati domenicani di Firenze a dorle. Nell’inventario di Fer- gliamento valeva l’astronomica
partire dal bergamotto, un agrume nando de Valenzuela (1677), cifra di circa settemila reales.
giallo dalla forma simile a un’arancia.

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 21


V I TA Q U OT I D I A N A
ALAMY / ACI

UN PROFUMIERE estrae gli aromi di diverse piante nel suo laboratorio. Incisione del 1790.

Nella capitale francese andò con lei il che le epidemie fossero favorite dai mune, il profumo era diventato un
suo profumiere e astrologo, Renato cattivi odori; perciò si fumigavano metodo per proteggersi dal fetore che
Bianco, chiamato René Le Florentin, gli interni delle abitazioni bruciando pervadeva gli ambienti chiusi.
che ottenne un grande successo com- piante aromatiche.
merciale con la sua bottega sul Pont Si diffuse anche l’uso del cosiddet- Luigi XIV, il re profumato
Saint-Michel. La leggenda narra che, to pomo d’ambra, un ciondolo sferico Nel 1693 Simon Barbe, il profumiere
per ordine della stessa Caterina, Bian- traforato, generalmente in oro o in di Luigi XIV, pubblicò il trattato Il pro-
co s’incaricò dell’assassinio di Jeanne argento, che conteneva sostanze aro- fumiere francese, in cui spiegava i vari
d’Albret, la regina di Navarra, con un matiche dai presunti effetti benefici modi per estrarre le fragranze dei fiori
paio di guanti avvelenati. contro la peste. I proprietari di questi e creare composizioni olfattive d’ogni
Ai profumi si attribuivano raffinati gioielli, rappresentativi di tipo. Barbe riferisce che gli aromi più
anche virtù medicinali, in un alto status sociale, li indossavano richiesti erano fiori d’arancio, rosa,
particolare la capacità di pre- intorno al collo o alla vita e se li avvi- noce moscata, nardo e gelsomino. Le
venire le malattie contagio- cinavano spesso al naso in pubblico. sue raccomandazioni pratiche inizia-
se. A partire dall’epoca della Inoltre, in un periodo storico in cui vano con l’uso del sapone profuma-
peste s’impose la credenza farsi il bagno non era una pratica co- to, un prodotto così apprezzato che
Jean-Baptiste Colbert, ministro delle
finanze del re sole, fece venire appo-
Luigi XIV era «delicatamente sitamente degli artigiani da Venezia
per produrlo in Francia. Nel suo trat-
profumato»; dai suoi abiti tato, Barbe descrive Luigi XIV come
emanava l’«acqua degli angeli»
BRIDGEMAN / ACI

«il sovrano più delicatamente profu-


mato». Alla sua favorita, madame de
POMO D’AMBRA IN ORO CON PIETRE PREZIOSE. 1600 CIRCA. Montespan, piacevano le fragranze

22 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


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UNA DONNA profuma


la stanza nell’Allegoria
dell’olfatto, di Jean
Raoux. 1730 circa.
Museo Puškin, Mosca.

FINE ART / ALBUM


di particolare intensità, tanto che il un successo clamoroso grazie alle sue profumiere, Jean-Louis Fargeon – che
sovrano finì per sviluppare un’avver- virtù tonificanti e rinvigorenti. Farina migliorò i processi di distillazione
sione ai profumi, che incolpava delle battezzò il suo profumo con il nome e fabbricazione per selezionare gli
sue emicranie. In Lettera di un sicilia- della città tedesca in cui lavorava. Co- aromi più appropriati per ogni occa-
no, del 1693, il genovese Gian Paolo me lui stesso affermò, aveva creato sione – collaborò con il parrucchiere
affermava: «Da quando al sovrano «una fragranza che mi ricorda le mat- personale della regina, Léonard, alla
non piacciono i profumi, devono es- tine di primavera in Italia, i narcisi con creazione di unguenti profumati al
sere odiati da tutti. Le dame fingono fiori radiosi e le zagare dopo la pioggia. gelsomino, così come con la sua sarta,
di svenire alla sola vista di un fiore». Mi rinfresca e mi stimola al contempo la famosa Rose Bertin, che profuma-
Ormai anziano, Luigi XIV amava solo i sensi e l’immaginazione». va i fiori di stoffa che cuciva sugli abi-
l’acqua di fiori d’arancio, con la quale ti. Non sorprende che tra i cortigiani
profumava persino le fontane della Gli odori di Versailles si dicesse che, al suo passaggio, Maria
sua reggia. La sostanza veniva estratta Nel XVIII secolo i profumi impregna- Antonietta lasciasse sempre un deli-
dalle arance amare dell’Orangerie, il vano ormai le corti di tutto il vecchio cato aroma di primavera.
giardino d’inverno di Versailles. continente. In Francia, Luigi XV e ma- BÁRBARA ROSILLO
Questi esempi dimostrano come dame de Pompadour dimostrarono STORICA DELL’ARTE

le forti fragranze di origine animale una grande passione per gli aromi. Il
furono a poco a poco abbandonate a sovrano componeva fragranze, mentre Per SAGGIO
Profumi. Un viaggio attorno
favore di più delicati aromi floreali. Il la sua favorita appoggiava la fabbrica saperne al mondo degli odori, della
di più profumeria, della memoria
profumo era ormai usato per sedur- di Sèvres, dove si producevano boc- Paola Bottai.
re. È in questa fase che entrò in gioco cette di profumo. Qualche anno più De Agostini, Milano, 2021.
ROMANZO
un italiano, Giovanni Maria Farina tardi anche la regina Maria Antoniet- Il profumo
(1685-1766). Fu proprio lui il creato- ta dimostrò un grande entusiasmo per Patrick Süskind.
Longanesi, Milano, 2010.
re dell’acqua di Colonia, che ottenne cosmetici, unguenti e fragranze. Il suo

24 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


EMILIO
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FUNERALI ALLA CORTE EGIZIA

LA MORTE
DEL FARAONE
IL SOVRANO D’EGITTO AL
COSPETTO DELLE DIVINITÀ
In questo affresco presente nella
tomba di Thutmose IV, nella Valle
dei Re, le divinità accolgono il
faraone nell’aldilà. La dea Hathor
e gli dei Anubi e Osiride gli porgono
l’ankh, simbolo della vita, affinché
possa rinascere. Sotto, amuleti
funerari. Museo egizio, Torino.

Quando un sovrano spirava era


sottoposto a un lungo processo che iniziava
con la mummificazione e terminava con
la sepoltura. Davanti alla tomba si
celebravano gli ultimi rituali affinché
FOTO: DEA / SCALA, FIRENZE

il faraone potesse raggiungere


serenamente l’aldilà
L a residenza era in silenzio, i cuori erano in lutto, le
due grandi porte erano suggellate, i cortigiani stavano
con la testa sulle ginocchia, il popolo era in lamento».
In tal modo il testo Le avventure di Sinuhe descrive
la reazione alla morte del faraone Amenemhat I, avvenuta nel
«terzo mese della stagione invernale, il giorno sette» del trentesi-
mo anno del suo regno (1910 a.C. circa). Il dolore del popolo egizio
si rinnovava ogni volta che un sovrano mo- al fiume. Qui il corpo veniva purificato con
riva. Da allora, infatti, si spalancavano un l’acqua del Nilo, dopodiché veniva spostato
vuoto provvisorio di governo e un inter- nel laboratorio di mummificazione, in cui
mezzo angosciante per l’intero Paese, visto per settanta giorni era sottoposto a diversi
che alla dipartita del re si bloccava l’ordine trattamenti. La mummificazione aveva lo
del cosmo, che si sarebbe ricostituito solo scopo di far acquisire al cadavere l’aspetto
all’incoronazione del successore. di un essere ancora vivo, in modo che il ka,
Era inoltre un periodo di lutto, in cui la la forza vivente, potesse riconoscere il “sup-
corte si dedicava ai preparativi per la tumu- porto”fisico cui era appartenuto, nutrendosi
lazione del faraone. L’addio al sovrano sa- quindi delle offerte che gli avrebbero con-
rebbe culminato in una grande processione sentito di superare la morte.
funebre, durante la quale la sua mummia Una volta disidratata, la mummia veniva
sarebbe stata trasportata fino alla tomba, avvolta in bende di lino e in un sudario e poi
dove avrebbe riposato in eterno. Nel Nuovo introdotta nella bara, con sopra la masche-
regno – il lasso di tempo cui si riferiranno i ra funeraria. Durante l’ultima notte di per-
paragrafi seguenti –, il tragitto iniziava nel manenza nel laboratorio il sacerdote-lettore
palazzo reale di Tebe e terminava presso la –“colui che porta il rituale”– recitava a voce
sepoltura che ogni faraone si era già fatto alta alcune liturgie magiche. Era una sorta di
costruire nella Valle dei Re. veglia, ripetuta ogni ora, in cui si rivolgevano
diversi scongiuri a più divinità affinché quella
SCIENCE SOURCE / AGE FOTOSTOCK

Nel laboratorio di mummificazione notte proteggessero la mummia.


Dopo il decesso, il cadavere del monarca ve- Nelle lunghe ore di veglia i sacerdoti
niva trasportato durante una prima proces- esorcizzavano il male scongiurando: «Non
sione dal palazzo reale a un edificio vicino entrare in questa stanza sacra dove si trova

ROTOLO DI LINO PROVENIENTE


DAL DEPOSITO D’IMBALSAMAZIONE

L’ARTE 2532-2503 a.C.


DI TUTANKHAMON NELLA VALLE
DEI RE. MET, NEW YORK.
BRIDGEMAN / ACI

Durante il regno di Micerino


DI MORIRE e nella tomba di Debeheni è
rappresentato per la prima

IN EGITTO volta un funerale; compaiono


danzatori e officianti.
PROCESSO DI MUMMIFICAZIONE
Il disegno ricrea le fasi finali del
processo d’imbalsamazione di
Tutankhamon. Un sacerdote con la
maschera del dio Anubi legge il rituale
mentre gli imbalsamatori bendano il
corpo, frapponendo amuleti tra le garze.

1955-1920 a.C. 1550-1069 a.C. 1479-1425 a.C. 1336-1327 a.C.


In Le avventure di Sinuhe A questo periodo risale Con Hatshepsut e Il trasporto della mummia
il successore del defunto il Libro dei morti. Thutmose III i sacerdoti reale e la cerimonia di
Amenemhat I concede a Nel primo capitolo funerari rivestono tale apertura della bocca sono
Sinuhé una bella tomba sono descritti i riti e i carica perché membri rappresentati nella tomba
con un corredo. partecipanti ai funerali. di famiglie influenti. di Tutankhamon.

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 29


DOBLE 7

I DEVOTI SERVITORI
DEL DIO
ANCHE SE PER CONVENZIONE chiamiamo sacerdoti quegli officianti PROCESSIONE
che intervenivano nel culto funerario o nei riti per gli dei, sarebbe più FUNEBRE
corretto denominarli servitori. In Egitto non esisteva un’istituzione A destra, scena
religiosa che funzionava come settore indipendente dal resto dello dalla tomba del
stato. Difatti i sacerdoti – o, appunto, servitori – visir Ramose
erano una sorta di funzionari privilegiati. Tale con portantini
carica era riservata alle famiglie influenti e chi la che reggono un
letto funerario,
ricopriva lavorava nell’amministrazione pubbli- arche, una sedia
ca. Una parte di loro veniva assegnata ai templi e vasellame.
funerari fondati dai faraoni. I numerosi edifici
dipendevano dal grande santuario di Amon a SACERDOTE
Karnak, ma avevano ciascuno un proprio orga- FUNERARIO
LAIS
N-GRAND PA

nico, che si preoccupava di mantenere il culto A sinistra,


e le offerte riservati al monarca. A tale scopo, i frammento di
pittura murale
F. RAUX / RM

templi ricevevano esenzioni fiscali e potevano

ORONOZ / ALBUM
rinvenuto a
contare su generose donazioni in perpetuo,
Deir el-Medina.
ovvero per l’eternità. Mostra un
sacerdote sem.
Musée du
Louvre, Parigi.

Osiride! Non permettere che il disastro [una Nel corteo figuravano pure altri sarcofagi
seconda morte, stavolta definitiva] accada di dalle dimensioni maggiori in cui sarebbe
nuovo». All’alba la mummia del faraone face- stata introdotta la bara con la mummia una
va ritorno al palazzo dove, in segno di affetto, volta trasportata all’interno della tomba.
le donne l’adornavano con ghirlande di fiori, Su una lettiga più piccola viaggiavano poi i
simbolo di rinascita. In quel momento aveva vasi canopi, in cui riposavano le viscere del
inizio il funerale vero e proprio, una lunga e defunto mummificate a parte. Questi con-
complessa processione durante la quale si tenitori erano protetti dal dio canide Anubi,
succedevano diverse cerimonie che si con- divinità legata alla necropoli e alla mummi-
cludevano con la deposizione della mum- ficazione del defunto.
mia nella tomba e il banchetto funebre. Gli
imbalsamatori avevano già adagiato le spo- Corredi incredibili
glie del sovrano in una Un gruppo di portantini reggeva il corredo
bara antropomorfa, che, nel sepolcro, avrebbe tenuto compagnia
ossia dalla forma al faraone. Nessun abitante dell’Egitto poteva
umana, che veniva competere con il faraone in numero e qualità
riposta in un ca- di rituali funebri e di oggetti presenti nel cor-
tafalco o baldac- redo, realizzati dai migliori artigiani. In que-
chino e collocata sto modo il sovrano poteva tenere con sé per
DEA / SCALA, FIRENZE

su un appoggio l’eternità tutti gli elementi a lui necessari.


che ne facilitava Sarebbe impossibile descrivere qui nel
il trasporto. dettaglio l’infinità di manufatti presenti nel
corredo di un regnante. La tomba di Tutan-
khamon può essere presa come esempio di
MASCHERA FUNEBRE tale sfarzo e, sebbene probabilmente il gio-
IN ORO DI TUIA,
RITROVATA NELLA SUA vane faraone possedesse un corredo davvero
AKG / ALBUM

TOMBA NELLA VALLE ricco – l’unico, tra l’altro, giunto integro ai


DEI RE. MUSEO EGIZIO,
IL CAIRO. nostri giorni –, anche la dotazione di altri
IL CORTEO FUNEBRE
Il disegno evoca la processione che accompagnò il faraone Tutankhamon
fino alla sua tomba, costruita in precedenza nella Valle dei Re. Qui il
sovrano fu inumato con un ricco corredo funerario. L’illustrazione s’ispira
a una pittura presente nella camera funeraria del faraone stesso,
che mostra il trasporto del sarcofago su un baldacchino.

Familiari.
Parenti e
congiunti Scrigno
accompagnano canopico.
la comitiva Nel cofanetto
funebre fino sono riposti
al luogo di i vasi canopi,
sepoltura. con le viscere
mummificate
del faraone.

Sacerdote sem. Questi sacerdoti


funerari sono vestiti con una
pelle di leopardo e compiono
i riti davanti alla tomba.
Prefiche. Le donne sono
state pagate per piangere
e lamentarsi a voce alta
per la morte del faraone.
Portantini. Una lunga processione
di servitori accompagna il corteo
funebre portando cassepanche,
vasellame e altri oggetti lussuosi
che costituiscono il corredo funerario.

Baldacchino. La bara con la


mummia del defunto è collocata
su un baldacchino, e l’insieme
è disposto su un supporto che
viene trainato fino alla tomba.
ILLUSTRAZIONE: SOL 90 / ALBUM
MUSICA PER FAR
RINASCERE IL DEFUNTO
NELL’ANTICO EGITTO l’arte musicale non era considerata un semplice
TAVOLA
intrattenimento, e si credeva piuttosto che consentisse di congiun- DI OFFERTE
gersi alle divinità. Nei riti mortuari agiva come elemento magico La pittura a
che, assieme alla danza, stimolava la destra raffigura
rinascita del defunto e la sua comuni- la regina
cazione con gli dei. Grazie alle decora- Nefertari davanti
zioni di tombe private rinvenute a Tebe al pasto allestito
nella sua
ovest si conosce oggi il tipo di musicisti
tomba perché
che prendeva parte ai funerali e accom- possa nutrirsi
pagnava il banchetto che ne segnava la nell’aldilà.
conclusione. Nelle rappresentazioni gli
artisti suonano diversi strumenti a cor- MUSICA NELLA
da, tra cui due tipi di arpa, e anche liuti SEPOLTURA
e lire. Compaiono pure strumenti a fiato, Il bassorilievo

DEA / SCALA, FIRENZE


come oboi o flauti, e altri a percussione, della mastaba di
Leteya a Saqqara
come sistri, tamburi, tamburelli, cembali
(XIX dinastia)
e una sorta di nacchere. mostra un
musicista chino
mentre suona
un flauto.

sovrani del Nuovo regno doveva contempla- il sacerdote-lettore, che agiva invece in rap-
re ogni sorta di beni di lusso. Tra gli oggetti presentanza del dio Thot, conoscitore di li-
di uso quotidiano comparivano tessuti, letti, turgie e d’incantesimi. Anche altri sacerdoti
scatole, sedie, fiori, bestiame, unguenti, vi- prendevano parte al corteo: i più importanti
no, maschere, vestiti, pelli esotiche, statue si coprivano con pelli di leopardo, vere o fin-
e perfino uccelli e pesci destinati al sacri- te, che gli conferivano simbolicamente il po-
ficio, proprio come durante le cerimonie tere e ne palesavano il ruolo magico. Accanto
celebrate in vita. Non mancava- a loro sfilava il visir – la “mano destra” del
no ovviamente gli amuleti e gli regnante, che assolveva i compiti di governo
ushabti, statuette che avrebbe- del Paese –, altri nobili della corte e membri
ro magicamente preso vita al della famiglia reale, come le seconde mogli e
posto del defunto non appena i figli. Nel gruppo sfilavano pure alcuni de-
Osiride gli avesse chiesto di gli imbalsamatori intervenuti per dare una
assolvere i compiti del mondo nuova vita al faraone.
ultraterreno. Alcuni uomini appartenenti alla sfera più
intima del defunto – nei testi giunti a noi
La processione sono nove, emblemi della pluralità – tiravano
In testa alla comitiva funebre il supporto con sopra la bara. Se però questa
si trovava il successore del re, era troppo pesante, si ricorreva a corde e a
che svolgeva il ruolo di sacerdote buoi. Mentre il corteo avanzava, si purificava
sem ed era l’officiante principale. la strada con del latte. Seguivano i portantini
Si credeva che incarnasse Horus, con il corredo, mentre altre persone tenevano
figlio del dio dell’inframondo in mano foglie di papiro e di loto. Li accompa-
Osiride, a cui veniva associato il gnavano servitori, musicisti, cantanti e bal-
re defunto. Accanto a lui procedeva lerine che eseguivano danze sacre, e perfino
A, FIRENZE

SPL / AGE FOTOSTOCK

alcuni degli artigiani che avevano scolpito le


USHABTI O STATUETTA FUNERARIA DEL FARAONE
JOSSE / SCAL

RAMSES IV, SCOPERTO NELLA SUA TOMBA DELLA


statue del faraone perché questi potesse esse-
VALLE DEI RE. MUSÉE DU LOUVRE, PARIGI. re riconosciuto nelle sue rappresentazioni nel
ALL’INGRESSO
DELLA TOMBA
A destra, un
sacerdote
svolge il rito di
apertura della
bocca davanti al
defunto mentre
i servitori
trasportano
il corredo.

BALLERINE
MUU
A sinistra,
bassorilievo
della tomba di
Renni a el Kab
in cui si vedono
due ballerine
muu, con il
tipico copricapo,
davanti a un
giardino funebre.
ELISA CASTEL

caso in cui la mummia si fosse deteriorata. A la Valle dei Re. Tutte le imbarcazioni segui-
fianco della bara si collocavano due dei per- vano quella principale, con a bordo la bara e
sonaggi femminili più importanti: la vedova la mummia reale, che era rimorchiata da un
e un’altra donna, che incarnavano le dee Iside altro natante o trainata dalla riva. Altre chiat-
e Nefti. Entrambe accentuavano smorfie di te trasportavano il corredo e le offerte. Una
dolore e intonavano canzoni funebri e magi- volta giunti sull’altra sponda, si procedeva
che. Erano loro a guidare il gruppo costituito a deporre il carico. I sarcofagi del faraone e i
dalle prefiche, donne di diversa età che si tra- canopi erano trasportati fino alla tomba nella
mandavano il ruolo da madre a figlia. In più Valle dei Re grazie a delle lettighe, che si sno-
tombe aristocratiche sono raffigurate mentre davano in mezzo al deserto mentre i servitori
alzano le braccia in segno di dolore, si gettano reggevano a spalla il corredo e le offerte.
la polvere sulla testa e piangono; a volte sono
Soste obbligate
ACQUERELLO DI JEAN-CLAUDE GOLVIN, MUSÉE DÉPARTEMENTAL ARLES ANTIQUE © JEAN-CLAUDE GOLVIN / ÉDITIONS ERRANCE.

in compagnia di uomini, anch’essi dall’aria


afflitta. Assieme a loro cammina- La processione non giungeva direttamente
vano dei cantanti, che alla tomba, ma faceva almeno ventuno so-
esortavano il fara- ste per portare a termine i riti che avreb-
one a rinascere e bero garantito la sopravvivenza del faraone
chiedevano agli dei nell’aldilà. Li presiedeva il sacerdote-lettore,
di accoglierlo come che leggeva un papiro. Durante le funzioni
IS
A
PAL

un loro pari. si bruciava l’incenso in recipienti speciali,


AND
-GR

Il corteo saliva perché si credeva che le divinità avrebbero


N
RM

su una ridotta flot- gradito il fumo, mentre le forze maligne se


ta di grandi barche e ne sarebbero tenute lontane. Tra i rituali vi
attraversava il Nilo in erano libagioni purificanti con l’acqua sacra
direzione della sponda del Nilo e il latte, conservato in vasi preposti
occidentale, dove si trovava a tale scopo. I sacerdoti assegnati ai funerali
invocavano l’aiuto degli dei perché questa
PREFICA. STATUETTA DI TERRACOTTA fase era la più importante e delicata per l’im-
DIPINTA CHE RAPPRESENTA UNA DI
QUESTE DONNE. LOUVRE, PARIGI. mortalità del defunto.
DOBLE 7
PANORAMICA DEL WADI
PRINCIPALE DELLA VALLE
DEI RE CON L’ACCESSO
AD ALCUNE TOMBE.

KENNETH GARRETT
Quando la comitiva era ormai vicina al- occidentale di Tebe. Parte di queste leccor-
la tomba entravano in scena due ballerine nie era consumata in un sontuoso banchetto
muu, che rappresentavano incarnazioni degli nel corso del quale i membri del corteo e i
antenati, davano il benvenuto al corteo e familiari, agghindati con le vesti migliori,
concedevano l’autorizzazione ad avanzare. celebravano il felice “approdo” del defunto
Nei funerali la musica e la danza erano fon- nell’aldilà. Non era un pasto comune e faceva
damentali per la rinascita del defunto. parte delle tappe finali del funerale. Data la
sua importanza, richiedeva sacrifici propi-
Davanti alla tomba ziatori di animali, libagioni e fumigazioni
All’ingresso della sepoltura, che sarebbe con incenso, come avveniva in quasi tutti
stata la casa terrena del re e il luogo del suo i rituali dell’antico Egitto. Una parte delle
eterno riposo, si compivano gli ultimi rituali offerte era collocata nella tomba perché gli
e si pronunciavano le “glorificazioni”, ossia egizi credevano che i defunti avessero bi-
lodi del faraone scomparso. Il rito più rile- sogno d’idratarsi e nutrirsi al pari dei vivi.
vante era la cerimonia di apertura degli occhi Una volta che i sacerdoti della necropoli
e della bocca, che serviva a ravvivare i sensi e avevano sigillato la sepoltura, i componenti
le pulsioni che il defunto aveva avuto in vita del corteo abbandonavano la Valle dei Re,
– in particolare la vista, il gusto e il sesso – certi che il faraone avrebbe superato con
perché potesse utilizzarli nell’oltretomba. successo il giudizio finale e che si sarebbe
A questo punto s’introduceva la bara con goduto la nuova vita nell’aldilà.
la mummia negli altri sarcofagi trasportati ELISA CASTEL
dal corteo. Assieme al sacerdote-lettore e EGITTOLOGA

al sacerdote sem, alcuni uomini adagiavano


poi la bara più grande all’interno di un ul- Per SAGGI
La vita oltre la morte
timo sarcofago di pietra, già presente nella saperne Maria Cristina Guidotti (a cura di).
di più Pacini, Pisa, 2013.
camera funeraria. La morte come tema culturale
DEA / AGE FOTOSTOCK

Nel sepolcro erano già state deposte pure Jan Assmann. Einaudi, Torino, 2002.
Il libro dei morti egiziano
grandi quantità di cibo e di bevande, prepa- Pietro Testa. Harmakis, Montevarchi, 2018.
rate nelle cucine dei templi sparsi sulla riva

38 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


CAMERA FUNERARIA
DI AMENHOTEP II
Vi risalta il grande
sarcofago in granito
del faraone, posto
sotto il livello del
pavimento. Le pareti
sono ricoperte da testi
funebri che aiutano
il re a raggiungere
serenamente la sua
meta nell’aldilà.
I L P OT E R E N AVA L E D E L L A G R EC I A

TRIREMI
Le principali città dell’antica Grecia
avevano a disposizione flotte belliche composte
da decine di triremi. Ogni imbarcazione era
spinta dalla forza bruta di 170 rematori
L’OLIMPIA
Ricostruzione di una
trireme dell’antichità,
l’Olimpia. Realizzata nel
1987 dall’ingegnere navale
John Francis Coates,
solcò il Mediterraneo
per sperimentare il sistema
di navigazione di queste
navi da guerra.
MIKE ANDREWS / BRIDGEMAN / ACI
C R O N O LO G I A

Navi per
il controllo
dei mari
700 a.C.
I rilievi del palazzo di
Sennacherib a Ninive
mostrano le prime immagini
di triremi, una corinzia
e l’altra fenicia.

535 a.C. circa


Nelle acque della Corsica
ha luogo la battaglia di Alalia,
il primo scontro navale
tra triremi di cui si hanno
testimonianze.

493-492 a.C.
Temistocle diviene arconte
eponimo di Atene e ne
promuove lo sviluppo navale
e commerciale. Ha inizio la
trasformazione del Pireo.

480 a.C.

C
Vittoria della flotta greca
contro l’armata persiana nella UN’ANTICA hi è padrone del mare diviene
BIREME padrone di tutto». Molto pri-
battaglia navale di Salamina
(golfo Saronico), durante la Un cratere risalente ma che Cicerone pronuncias-
Seconda guerra persiana. al 735-720 a.C.
venne decorato se queste parole i greci l’ave-
con questa scena in vano già capito fin troppo
429 a.C. cui campeggia una bene. Nel V secolo a.C. Atene mobilitò ogni
Negli scontri di Patrasso nave a due file di mezzo per trasformare il Pireo nel porto mi-
e di Naupatto l’armata remi. Rappresenta
litare più importante della Grecia. I suoi
ateniese sconfigge quella forse il rapimento
spartana malgrado di Elena da parte edifici non avevano nulla da invidiare allo
l’inferiorità numerica. del troiano Paride. splendore dei templi centenari, perché ven-
DAVID PARKER / SPL / AGE FOTOSTOCK nero progettati per ospitare la maggiore ar-
405 a.C. mata del mondo ellenico. Nelle darsene ri-
La flotta spartana guidata posavano non meno di trecento triremi, le
da Lisandro sbaraglia quella navi da guerra più famose dell’antichità.
ateniese nella battaglia La trireme fu il frutto del continuo
di Egospotami, nello stretto
progresso della tecnologia
dei Dardanelli.
navale greca. Nell’Iliade
376 a.C. Omero menziona delle im-
La nuova armata
barcazioni dette triacóntere o
ateniese, diretta pentecontere a seconda del nu-
da Cabria, batte gli mero di rematori utilizzati (trenta
ALAMY / ACI

spartani al termine o cinquanta), come pure biremi con


dello scontro di Nasso. due file di vogatori. Ma fu a partire dagli inizi
OCCHIO DI UNA TRIREME.
MUSEO ARCHEOLOGICO DEL PIREO. del VII secolo a.C. che l’esperienza, applicata

42 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


allo sviluppo tecnico, favorì la comparsa di un mi principali, la Salaminia e la Paralo, navi di
modello di nave decisamente più avanzato: CONTROLLO bandiera della flotta particolarmente curate,
DI UNA NAVE
la trireme, termine derivato dal greco trieres, a cui si ricorreva per missioni diplomatiche o
Seduto a poppa
che ne indicava le tre file di remi. Tali navi della trireme, il rituali, come per esempio quella di traspor-
erano concepite dai greci come esseri viventi trierarca osserva tare gli atleti ateniesi che ogni quattro anni
dalla natura in parte sacra. Per questo rice- come il pilota partecipavano alle Olimpiadi.
vevano un nome, quasi sempre femminile. maneggia i due Se custodite adeguatamente, potevano ri-
grandi remi
I caratteristici occhi, collocati su entrambi i manere in servizio tra i venti e i venticinque
articolati
lati della prua, o prora, servivano per trovare che governano anni prima di essere smantellate o vendute
“la strada nel mare”, le gru che spuntavano la nave. come“eccedenze di guerra”, anche se ci furono
dallo scafo erano le “orecchie” e le vele le “ali”. casi d’imbarcazioni che resistettero fino a
ottant’anni. Il loro costo di fabbricazione
Navi resistenti era molto elevato, corrispondente a più
Più rapide e stabili delle imbarcazio- di un talento – ovvero seimila dracme,
ni precedenti, le triremi avevano di- circa ventisei chili d’argento. Per questo
verse funzioni a seconda dello stato motivo le navi nemiche
di conservazione in cui si trovavano. erano un ambito bottino
Quelle più recenti veniva- di guerra. Anche mante-
no tenute per le batta- nere l’equipaggio – che pote-
glie, mentre le più dan- va arrivare a contare finanche
neggiate si utilizzavano duecento uomini – era molto
per mansioni come la ri- dispendioso, giacché i salari
cognizione e il trasporto. mensili prevedevano l’esbor-
GES
MA

Ad Atene c’erano due trire- so di un altro talento.


YI
TT

E
/G
T ER
OT
J. P

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 43


LA TRIREME,
PADRONA Gabbia
L’albero di maestra
reggeva un’enorme vela

DEI MARI
quadra, la gabbia, bianca
e di canapa o lino. Per
alleggerire il peso della
nave, prima di ogni
battaglia l’albero era
Era la nave per eccellenza dell’antichità: lasciato nel porto.
oltre ai greci, la usarono altri popoli del
Mediterraneo come i fenici, i cartaginesi
o i romani. Le caratteristiche erano molto
simili, tranne che per alcuni elementi.

DATI TECNICI
Artimone
Lunghezza: 36-40 metri Questa vela minore
Larghezza massima: 3,5-6 metri era collocata vicino
alla prua e facilitava
Peso: 46 tonnellate il controllo della
Equipaggio: 200 membri di cui direzione. Durante
170 rematori (per ogni lato della la battaglia rimaneva
nave, 31 rematori al livello superiore, smontata nella stiva
per poter essere usata
27 al medio e 27 all’inferiore)
in caso di fuga.
Velocità massima: 16,7 km/h

Coperta
La trireme di tipo
catafratto poteva
contare su una coperta
per proteggere i rematori
da precipitazioni e
proiettili. In quella afratta
invece la fila superiore
remava a cielo aperto.

Sperone
L’embolos era una
struttura di quasi
500 chili ricoperta
di bronzo. Non serviva
solo per caricare,
ma anche per ridurre
l’impatto delle onde
sulla prora.
ILLUSTRAZIONE: SOL 90 / ALBUM

Chiglia
Era in legno di quercia, perché dalla sua resistenza
dipendeva l’integrità della nave, e si prolungava
fino alla prua per sorreggere lo sperone.
Poppa
La parte superiore era costruita a forma
incurvata verso l’interno della trireme,
quasi fosse la coda di uno scorpione.

Corridoio
Si estendeva lungo la coperta
centrale, sopra i rematori.
Accoglieva il primo ufficiale, i
nostromi e il capo dell’equipaggio.

Timone
Due remi di
dimensioni maggiori
e situati a poppa
fungevano da timoni.
Li governava il pilota
o kybernetes.

I REMATORI
I tre livelli erano sfalsati su entrambi i lati
così da migliorare la stabilità della nave.
I talamiti si collocavano alla base dello
scafo e pativano le condizioni peggiori;
al livello intermedio si trovavano gli
Remi
La lunghezza zygiti e al superiore i traniti, obbligati
dei remi di solito a svolgere uno sforzo maggiore per
era di 4,5 metri. via della posizione soprelevata.
GOLFO SARONICO
Nelle sue acque ebbe
luogo la battaglia di
Salamina nel 480 a.C.,
tra greci e persiani.
Le triremi svolsero un
ruolo fondamentale
per la vittoria greca.

LA DURA VITA DEL REMATORE

LA FORZA MOTRICE La massima autorità a bordo era il trierarca,

N
il capitano, scelto tra i cittadini più abbienti
el 1987 l’architetto navale John Francis Coates e per svolgere l’incarico per un anno. Il trie-
alcuni accademici dell’Università di Cambridge
rarca doveva pagare di tasca propria parte
hanno deciso d’imbarcarsi sulla riproduzione di
del costo della campagna. Era al comando di
una trireme classica, l’Olimpia. La nave ha solca-
to le acque del Mediterraneo onorando la sua fama, ma i altri cinque ufficiali: l’ipotrierarca o secondo
170 rematori hanno raggiunto la velocità massima di nove ufficiale, il pilota o cibernete (kybernetes),
il prorèta o ufficiale di prora e sorveglianza
nodi solo per cinque minuti. un’ora non avevano più for-
(prorates), il comandante dei rematori (keleu-
Pur trattandosi di professio- ze. Senza dubbio la prepa-
stes) e il tesoriere (pentecontarchos). C’erano
nisti, hanno riscontrato in- razione, l’allenamento e l’e-
numerevoli difficoltà nel co- sperienza dei greci erano di anche una decina di marinai e qualche mi-
ordinarsi. Non solo: quando gran lunga superiori. Si può litare (dieci opliti e quattro arcieri). Il resto
l’Olimpia ha dovuto affron- solo lontanamente immagi- dell’equipaggio, cioè 170 uomini, era costi-
tare raffiche contrarie che nare l’incredibile sforzo che tuito dai rematori.
arrivavano perfino a 25 no- gli antichi rematori delle tri- Si calcola che nella flotta ateniese ci fos-
di (46 km/h), con il mare in remi impiegavano per ore in sero più di 50mila vogatori. In pochi erano
burrasca e onde altissime, i piena battaglia. Non a caso schiavi o stranieri, visto che la maggior parte
talamiti – i rematori della fila erano molto apprezzati per di loro apparteneva alla classe dei teti, cioè
più bassa – non riuscivano le loro straordinarie qualità e dei cittadini dalle poche risorse e incapaci
a vogare. Gli altri, posti ai li- perché nell’armata ne erano di affrontare i costi richiesti per combatte-
velli intermedio e superiore, necessari a migliaia, e rice-
re da soldati. Lo sviluppo dell’armata come
hanno mantenuto il ritmo vevano un salario che ben si
con immensa fatica, e dopo accordava alle loro fatiche.
grande baluardo della democrazia ateniese
durante il V secolo a.C. consentì a questa
classe sociale di esercitare una maggiore in-

46 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


BRIDGEMAN / ACI
UN UOMO DISTRIBUISCE IL
RANCIO TRA I REMATORI DI
UNA NAVE. GLI UOMINI NON SI
SPOSTAVANO NÉ PER MANGIARE
NÉ PER DORMIRE.

PIETRO CANALI / FOTOTECA 9X12

fluenza sull’aristocrazia. Non è un caso che a Alla fine, come offerta, si spargeva una cop-
quell’epoca i cittadini ateniesi iniziassero a DOPPIA pa di vino sulla prua e sulla poppa.
FUNZIONE
considerare i loro capitani come “timonieri” Durante il viaggio i rematori seguivano
Tutte le triremi
che guidavano “la nave dello stato”. avevano sulla
gli ordini del keleustes, che venivano im-
prua speroni partiti a voce alta o colpendo un ceppo con
Un equipaggio disciplinato come questo, una mazza. Quando lo strepito del mare o
La partenza della flotta, al comando di uno o conservato della battaglia ne impediva l’ascolto si ri-
più ammiragli (strategoi), era un evento im- nel Museo correva all’aulos, uno strumento a fiato ad
archeologico del
portante per la città. Grazie all’allenamento Pireo. Servivano ancia doppia con cui si segnava il ritmo della
e alla disciplina, i membri dell’equipaggio per assaltare vogata. I rematori stessi si coordinavano tra
si disponevano ai loro posti con una velo- il nemico e di loro grazie a canti tradizionali e i casi di
cità straordinaria – in soli trenta secondi, anche per ammutinamento erano rarissimi: per questo
ridurre l’impatto
in base a una simulazione moderna – e ve- motivo l’equipaggio della trireme avrebbe
delle onde.
rificavano poi il corretto funzionamento reagito gettando in mare qualsiasi keleustes
delle attrezzature, degli strumenti e che avesse provato a usare la frusta.
delle armi. Aveva quindi ini- Visto il faticosissimo lavoro al
zio una cerimonia religiosa quale erano sottoposti, era
che avrebbe assicurato il favore necessario che i remato-
degli dei durante la nuova traver- ri fossero nutriti e idratati a
sata. Un sacerdote era incari- sufficienza. La loro dieta
cato di celebrare il sacrificio includeva pesce in sala-
degli animali prima che il trierar- moia, torte salate d’avena, vino,
ca intonasse una preghiera e un formaggio, verdure e circa sette
inno in onore delle divinità. K. LIVADAS / GETTY IMAGES litri d’acqua al giorno.

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 47


Kybernetes o pilota

Rematori

Keleustes, il comandante
dei rematori che con il
flauto ad ancia doppia
dà il ritmo di vogata
PETER CONNOLLY / AKG / ALBUM
CARICA E
ABBORDAGGIO
SULLO SFONDO DELL’ISOLA DI SALAMINA e del
promontorio di Cinosura, centinaia d’imbarcazioni
combatterono in uno spazio ridotto durante la
celebre battaglia navale della Seconda guerra
persiana (480 a.C.). Una trireme greca completa
la manovra per assaltare una nave persiana
conficcando lo sperone nel fianco destro, o di
tribordo, e distruggendo buona parte dei remi.
I nemici ricorrono a frecce e giavellotti per
difendersi dagli aggressori prima che la nave
precipiti in fondo allo stretto.

Opliti
MASSACRO NAVALE
Quando una nave veniva
affondata, i soldati che cadevano
in acqua morivano annegati
o trafitti dalle frecce delle
imbarcazioni nemiche, come
accadde a Salamina nel 480 a.C.

SOMMOZZATORI E SABOTATORI

ABILI E CORAGGIOSI Con i loro corpi possenti occupavano quasi

L
tutta la nave, e quindi non rimaneva spazio
e battaglie navali non si svolgevano solo sulla super- per immagazzinare cibo o per dormire. Per
ficie, ma anche sotto. Dal IX secolo a.C. gli eserciti
questo motivo la navigazione delle triremi si
dell’antica Grecia potevano affidarsi a sub profes-
limitava alle ore diurne, e di notte si attracca-
sionisti. Molto famoso era Scilla di Scione, vissuto
intorno al 500 a.C., che secondo Erodoto sott’acqua riu- va in cerca d’approvvigionamento e riposo.
sciva a coprire la distanza di un chilometro e mezzo. Con
Nel fragore della battaglia
l’aiuto della figlia Hydna, cadevano in acqua durante
Il momento cruciale degli assalti nel corso
Scione si aprì il cammino le operazioni di stivaggio.
delle battaglie navali era quello in cui veni-
tra gli scafi e tagliò le anco- Oltre a ciò, raccoglieva-
re delle navi persiane che no frutti di mare, alghe o vano usati come arieti i famosi speroni pre-
avevano attaccato la Grecia. spugne, collaboravano alla senti sulla prua. In tal modo si squarciava il
Aiutò inoltre a coprire la ba- costruzione di ponti e porti fianco, o murata, della nave nemica. La ca-
ia di pali per impedire che o intervenivano nella ripa- rica avveniva alla massima velocità, intorno
le imbarcazioni nemiche si razione e nella pulizia degli a nove nodi (16,7 km/h), e richiedeva l’uso
avvicinassero. Va ricordato scafi. La pressione a eleva- di tutte le abilità e l’esperienza del pilota.
che questi palombari non te profondità provocava lo Se la nave nemica riceveva un impatto di-
agivano solo in combatti- scoppio del timpano, e in retto, per lei non c’erano più speranze, ed
mento: erano assunti an- molti risalivano sanguinan- erano pochissimi i membri dell’equipaggio
che per recuperare il bottino do dalle orecchie e dalla che riuscivano a salvarsi, anche perché la
delle navi naufragate vicino bocca (emottisi). Per questo
maggior parte di loro non sapeva nuotare.
alla costa o le eventuali parti motivo di solito preferivano
del carico di una nave che forarsi il timpano da soli.
Negli scontri tra navi la cifra delle vittime
era davvero elevata, ma tra le cause dei di-
sastri potevano esservi anche le intemperie.

50 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


DEA / SCALA, FIRENZE
PRISMA / ALBUM

Per i greci, annegare era la morte peggiore, delle missioni, mentre i marinai e i remato- MORTO IN
perché i defunti non avrebbero mai ricevuto ri si sbrigavano a chiedere lo stipendio, che COMBATTIMENTO
una degna sepoltura e non avrebbero potuto in molti dilapidavano in osterie e bordelli. Questa stele
funeraria di un
raggiungere l’aldilà. Per tale ragione gli stra- Quando i romani conquistarono la Mace- giovane chiamato
tegoi al comando della flotta erano obbligati donia nel 168 a.C., si sorpresero nello scoprire Demokleides,
a recuperare i cadaveri e a salvare i soprav- un’antica trireme, dimenticata in un arsenale che morì in una
vissuti della propria fazione, pena la morte. da circa settant’anni. Quel relitto, che ricor- battaglia navale,
lo ritrae con
Quando l’imbarcazione si arrendeva, ai dava la fine di un’epoca in cui le armate greche
un’espressione
rematori catturati si proponeva a volte di erano state padrone del Mediterraneo, riuscì a malinconica
cambiare armata. In altre occasioni, invece, solcare di nuovo le acque. Non stupisce quindi davanti alla prua
venivano buttati giù dal parapetto o gli veniva l’adozione da parte di Roma di tale modello della nave. Museo
mozzato il pollice perché non potessero più di nave rapida e resistente per fondare su di archeologico
nazionale, Atene.
remare o brandire un’arma, o potevano diven- essa il proprio dominio marittimo.
tare schiavi o essere abbandonati sulle coste. ARTURO SÁNCHEZ SANZ
UNIVERSITÀ COMPLUTENSE (MADRID)
Di ritorno a casa
All’inizio dell’inverno decine di triremi face- Per SAGGI
Atlante delle navi greche e romane
vano ritorno ad Atene navigando assieme a saperne Filippo Avilia. IRECO, Formello, 2003.
di più
tartarughe marine, banchi di tonni o branchi Uomini navi e idee nel Mediterraneo
Filippo Avilia. Quasar, Roma, 2020.
di delfini che saltavano davanti alle prue. La La guerra nella Grecia antica
loro compagnia era di buon auspicio perché Jean-Pierre Vernant (a cura di).
Raffaello Cortina, Milano, 2008.
di solito aiutavano i naufraghi a raggiugere Le grandi battaglie dell’antica Grecia
Andrea Frediani.
la costa. All’arrivo, ogni nave era riparata e Newton & Compton, Roma, 2017.
pulita. I trierarchi presentavano il rapporto

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 51


LIVIA E
AUGUSTO
COPPIA IMPERIALE
Nel 38 a.C. Ottaviano, il futuro Augusto,
sposò una ragazza di nome Livia Drusilla.
Per i cinquant’anni successivi i due sarebbero
rimasti ai vertici del nascente impero romano
LIVIA E LA VENDEMMIA
Nel 1858 Cesare Dell’Acqua dipinse
quest’olio in cui immaginava una
festa della vendemmia nella villa
che Livia (al centro della scena)
possedeva a Prima Porta. Il quadro
è conservato nel castello di
Miramare, a Trieste.
DAGLI ORTI / AURIMAGES
D opo aver sconfitto i responsabili dell’assassinio
di Giulio Cesare, il suo pronipote ed erede Ot-
taviano divenne a poco più di vent’anni l’uomo
forte di Roma. Solo Marco Antonio ne sfidò il
dominio dall’Oriente, dove si era stabilito con la sua amante e
alleata Cleopatra. Ma nel 31 a.C., con la loro morte, Ottaviano
divenne il primo imperatore di Roma con il nome di Augusto.
Poco prima, nel 39 a.C., nella vita priva- Tiberio Claudio Nerone non era un ostacolo.
ta di quel giovane patrizio si era verificata Secondo Tacito, «la strappò al marito, non
una svolta decisiva. All’età di ventiquattro si sa se contro la volontà di lei».
anni Ottaviano si era già sposato due volte.
Prima con Clodia, una ragazza prossima alla Dagli scandali alla virtù
pubertà che ripudiò subito, «ancora illibata A peggiorare le cose, quando Ottaviano si
e vergine», secondo quanto tramandato dal fidanzò con Livia lei era incinta di sei mesi
suo biografo Svetonio, e poi con Scribonia, del suo secondo figlio, Druso (il suo primo-
che sposò per ragioni puramente politiche. genito, Tiberio, aveva all’epoca tre anni). A
Dieci anni più anziana di lui e due volte ve- Roma si diceva che il figlio fosse stato in
dova, la seconda moglie non suscitò mai un realtà concepito in adulterio dal futuro im-
affetto profondo nel futuro imperatore, che peratore. «I più fortunati hanno figli in tre
non esitò a divorziare da lei il giorno stesso mesi», era il commento sarcastico che girava
in cui la donna partorì la loro figlia Giulia. tra le malelingue. Nonostante la gravidanza,
Secondo Svetonio la separazione fu do- i pontefici non si opposero alla celebrazione
vuta al fatto che Ottaviano fosse «stufo dei del matrimonio. Il bambino nato pochi mesi
suoi costumi corrotti», ma la vera ragione dopo sarebbe cresciuto nella casa del padre.
di tale decisione fu probabilmente un’al- Nell’antica Roma le nobildonne si sposa-
tra donna che entrò nella sua vita in quello vano giovani, mettevano al mondo dei figli,
stesso momento: Livia Drusilla, una ragaz- organizzavano la servitù nello svolgimento
za di diciannove anni bella, intelligente e delle faccende domestiche, mantenevano
dalla forte personalità. Tacito racconta che intatta la loro castità e vegliavano sull’onore
appena Ottaviano la vide «ne fu colpito» e della famiglia. All’epoca la politica era una
decise di sposarla. Il fatto che Livia fosse questione prettamente maschile. Livia ne
SCALA, FIRENZE

coniugata con un ari- era consapevole: sapeva che per far sì che la
stocratico di nome sua discendenza governasse Roma doveva

C R O N O LO G I A

VIVERE 38 a.C.
Dopo aver divorziato da
27 a.C.
Ottaviano è proclamato
AL SERVIZIO Tiberio Claudio Nerone,
sposato nel 43 a.C., Livia
imperatore e prende il
nome di Augusto. Livia

DI ROMA contrae matrimonio


con Ottaviano.
viene esaltata dalla
propaganda ufficiale.
BNF
/ RM
N-G
R

DP
AN

AL
A IS
ROVESCIO DI UNA MONETA D’ORO CONIATA IN EPOCA AUGUSTEA. BIBLIOTHÈQUE NATIONALE DE FRANCE, PARIGI.
4 d.C. 14 d.C. 29 d.C.
Dopo la morte dei suoi eredi Augusto muore all’età Livia muore a Roma a COPPIA IMPERIALE.
IN QUESTO RILIEVO
e non avendo discendenza di 76 anni. Nel suo 86 anni, in contrasto con DELL’ARA PACIS DI
con Livia, Augusto nomina testamento adotta Livia, il figlio Tiberio. Nel 41 d.C. ROMA, LIVIA È AL
suo successore Tiberio, che entra così a far viene divinizzata dal nipote, CENTRO, TRA AGRIPPA
(A SINISTRA) E IL FIGLIO
il figlio della moglie. parte della gens Iulia. l’imperatore Claudio. TIBERIO. AUGUSTO
È RAFFIGURATO NEL
PANNELLO OPPOSTO.
Un’impertinenza statue di Livia – a volte con gli attributi della
dea Cerere, simbolo di prosperità e fertili-
rimasta impunita tà – e fece coniare delle monete su cui la
moglie appariva con i tratti caratteristici di

S
Giunone. Questa era la dea del matrimonio
I RACCONTA CHE DURANTE IL BANCHETTO seguito alle
loro nozze Livia fosse sdraiata accanto a Ottaviano, nonché consorte di Giove, del quale Augusto
suo novello sposo, quando un giovane si avvicinò al- era rappresentante in terra in virtù del suo
la coppia e, con modi più impertinenti che spiritosi, ruolo di supremo legislatore. L’imperatore
chiese alla donna: «Cosa ci fai qui, se tuo marito è là?», in- concesse alla moglie persino privilegi e onori
dicando Tiberio Claudio Nerone, l’ex consorte dal quale la fino ad allora riservati agli uomini. In questo
donna aveva divorziato per sposare Ottaviano. Il commento modo Augusto e Livia stabilirono il modello
non ebbe conseguenze, ma non sarebbe accaduto lo stesso di famiglia imperiale che avrebbero seguito
se quell’osservazione fosse stata fatta qualche anno più tardi, i loro successori e le classi alte dell’impero.
quando Livia era diventata per i romani un esempio di virtù.
Costumi esemplari
La rilevanza di Livia come moglie dell’impe-
ratore è testimoniata dal suo ruolo di prota-
CLODIA AUGUSTO LIVIA TIBERIO gonista in un episodio prodigioso tipico del-
(63 a. C .-14 d. C .) (58 a. C .-29 d. C .) CLAUDIO
SCRIBONIA
NERONE la cultura romana. Si diceva che pochi giorni
dopo essersi sposata, Livia avesse visitato
la residenza che possedeva a Prima Porta,
vicino a Veio, e improvvisamente un’aqui-
la (l’uccello di Giove, signore degli dei) volò
sopra di lei e le lasciò cadere in grembo una
GIULIA TIBERIO DRUSO gallina bianca che teneva nel becco un ra-
(39 a. C .-14 d. C .) (42 a. C .-37 d. C .) (38-9 a. C .)
metto di alloro, pianta simbolo d’immorta-
lità. Livia allevò la prole della gallina e piantò
il rametto che secondo Cassio Dione avrebbe
MATRIMONI E DISCENDENTI DI AUGUSTO E LIVIA. messo radici e generato un bosco, da cui fu-
rono a lungo prelevati i ramoscelli per cele-
brare i trionfi imperiali: «Livia era stata così
destinata ad accogliere in seno il potere di
mostrarsi davanti al popolo e a suo marito Ottaviano e a guidarlo in tutti i suoi atti».
come madre e moglie esemplare. E così fece: Anche se lo storico suggerisce che Livia
s’impose come perfetta matrona e model- arrivò a dominare il marito, in realtà la donna
lo di comportamento. Mentre altri mem- si limitò a stargli accanto in un privilegiato
bri della famiglia imperiale alimentavano secondo piano. Gli cuciva le vesti, lo accom-
i pettegolezzi e la cronaca scandalistica di pagnava nei suoi viaggi e si faceva vedere al
Roma, Livia si mostrò sempre, come afferma suo fianco sul palco del circo. Augusto s’in-
Tacito, «una donna di irreprensibile mora- tratteneva con lei in lunghe conversazioni
lità, una madre severa, una moglie sollecita in cui, confidando nella sua discrezione, le
e gentile ben oltre quanto ci si potesse at- raccontava importanti segreti; e si diceva che
tendere da una nobildonna romana». prendesse persino appunti per non dimen-
L’imperatore, per l’amore che provava per ticare le osservazioni della moglie.
lei o per l’immagine solida del loro matri- Eppure l’imperatore non si sforzò mai di
monio che voleva trasmettere allo scopo di rimanerle fedele. A Roma la sua passione per
rafforzare la sua politica, fece tutto il pos- le donne sposate era notoria, nonostante il
sibile per metterla in buona luce agli fatto che nel 18 a.C. lui stesso avesse pre-
HERCULES MILAS / ALAMY / ACI

occhi dei romani e contribuì a sentato in senato la lex Iulia, che prevedeva
farne una donna di stato. Or- l’istituzione di un processo contro le donne
dinò per esempio che fossero che si macchiavano di adulterio. Ma una cosa
STOCK

STATUA DI LIVIA collocate in tutta la città delle era promulgare leggi e un’altra governare con
A. EASTLAND / AGE FOTO

PROVENIENTE DA
PAESTUM. MUSEO
ARQUEOLÓGICO
NACIONAL, MADRID.
LA LUSSUOSA VILLA DI LIVIA
Questo affresco raffigurante un
giardino lussureggiante con uccelli
decorava una delle pareti della villa
di Livia a Prima Porta, chiamata Ad
gallinas albas in riferimento al prodigio
che si raccontava sull’imperatrice.
Museo nazionale romano, Roma.
TEMPIO DEDICATO AD
AUGUSTO E LIVIA NELLA
CITTÀ DI VIENNE, IN
GALLIA, ERETTO ALL’INIZIO
DEL I SECOLO D.C.

lasciare che il marito facesse ciò che voleva


senza intromettersi, per non dare adito a
maggiori scandali. Se si dà retta a Svetonio,
gli procurò persino delle fanciulle da deflo-
rare. Una volta, quando Augusto era ormai
morto, qualcuno le chiese come fosse riu-
scita a influenzare così tanto l’imperatore,
e lei rispose: «Facendo senza problemi tutto
quello che mi chiedeva, senza interferire nei
suoi affari né pretendere di partecipare ai
suoi passatempi passionali».
Oltre a essere un esempio di moralità, una
buona matrona romana aveva il compito di
assicurare la discendenza della famiglia del

ACQUERELLO JEAN-CLAUDE GOLVIN. MUSÉE DÉPARTEMENTAL ARLES ANTIQUE © JEAN-CLAUDE GOLVIN / ÉDITIONS ERRANCE
marito. Nel caso dell’imperatore questo era
ancora più importante. Augusto voleva evi-
tare l’incertezza che era seguita alla morte
di Giulio Cesare – scomparso senza lascia-
re un legittimo erede diretto – e puntava a
designare un successore della sua famiglia,
la gens Iulia, possibilmente suo figlio.

Senza la sospirata discendenza


Livia, che quando si era sposata con Augusto
aveva già due figli, sembrava destinata ad
assolvere a questo dovere senza problemi.
Ma il bambino generato dalla coppia impe-
riale morì a pochi giorni dalla nascita e Livia
non rimase più incinta. Poiché era dovere di
ogni nobile matrona mettere al mondo degli
eredi, Augusto avrebbe potuto ripudiarla,
ma per qualche motivo – forse per amore –
l’esempio. In una lettera riportata da Sveto- la tenne al suo fianco e preferì cercare altri
nio, Marco Antonio raccontava storie sca- modi per procurarsi una discendenza, prin-
brose sul suo rivale, come per esempio che cipalmente attraverso i nipoti che gli aveva
nel mezzo di un banchetto si fosse portato in dato Giulia (la figlia avuta con la seconda
camera da letto una donna che era accanto al moglie Scribonia). Due dei tre nipoti ma-
marito, un ex console, a cui la “restituì” poco schi morirono però in giovane età e il terzo
dopo «con le orecchie rosse e i capelli fu mandato in esilio a causa del suo carattere
spettinati»; o che i suoi amici avevano violento e insensato.
l’abitudine di spogliare madri di fami- Ad Augusto rimase allora la sola opzione
glia in sua presenza, per esibirle come di nominare suo successore il figlio maggiore
se fossero una mercanzia. I difenso- di Livia, Tiberio. Invece Druso, il suo figlio
ri di Augusto, invece, lo scusavano minore, era morto nel 9 a.C. La sua scompar-
dicendo che commetteva questi sa fu un dramma personale che Livia aveva
adulteri per una ragione politica, superato cercando conforto nella filosofia,
ovvero per scoprire più facil- a dimostrazione della forza del suo caratte-
mente i piani dei suoi avversari re; nelle parole di Seneca, «appena lo depo-
BUM
PRISMA / AL

attraverso le rispettive mogli. se nella tomba, vi depose insieme anche il


Preoccupata per l’immagi- proprio dolore». Livia ottenne che Augusto
RICCARDO AUCI

ne della famiglia ma soprattut- desse in sposa a Tiberio sua figlia Giulia. Il


to per la propria, Livia preferiva matrimonio si sarebbe rivelato un disastro.
L’IMPERATORE TIBERIO.
STATUA PROVENIENTE
DA PAESTUM. MUSEO
ARQUEOLÓGICO
NACIONAL, MADRID.
LA CASA DI ROMA
Sul Palatino sono stati scoperti
i resti di una domus, o casa, che è
stata attribuita a Livia perché il suo
nome appare inscritto su un tubo
di piombo nel tablino, o studio.
Nella foto, la stanza a sinistra del
tablino, sobriamente decorata.
La morte sospetta Tiberio. Secondo alcune ipotesi, avrebbe
provato ad avvelenare lo stesso Augusto al
di Augusto crepuscolo della sua vita, temendo che vo-
lesse cambiare il proprio testamento e no-

A
minare suo successore Agrippa Postumo, il
UGUSTO MORÌ il 19 agosto del 14 d.C., quando si trovava
figlio più giovane di Giulia, invece di Tiberio.
nella sua villa di Nola, vicino a Napoli. Cassio Dione
riporta la voce secondo la quale Livia lo uccise facen- Ma tutte queste voci non sono sostenute da
dogli mangiare dei fichi avvelenati presi da un albero prove e sembrano generate dalle opinioni
da cui Augusto amava raccogliere personalmente i frutti. Questa tendenziose delle fonti classiche quando
storia è ritenuta per lo più una falsità diffusa più tardi da alcuni trattano le figure delle donne potenti, co-
storici. Lo scrittore Anthony Everitt, invece, nella sua biografia me avviene per Messalina o Agrippina. È
dell’imperatore pubblicata nel 2006, propone un’interpretazione altamente improbabile che Livia avesse pia-
alternativa. Dopo un periodo in cui la sua salute peggiorava e sen- nificato o portato a termine qualsiasi atto
tiva la morte avvicinarsi, Augusto ebbe un leggero miglioramento criminale contro Augusto o i suoi familiari.
e probabilmente pensò di rimettere in discussione la scelta di
nominare suo successore Tiberio. Per evitare contrattempi Livia Un matrimonio divinizzato
avrebbe deciso che sarebbe stato meglio affrettare la morte del
Augusto morì all’età di settantasei anni.
marito. Secondo
Everitt, la scelta
Avrebbe speso le sue ultime parole per la
di Livia andrebbe moglie, alla quale avrebbe detto: «Addio,
inquadrata nel Livia, non dimenticare mai il nostro matri-
contesto del «cu- monio». Questa frase è stata interpretata
po senso del do- come una prova del fatto che tra Augusto e
vere che caratte- Livia ci fossero amore genuino e devozione
rizzava la cultura reciproca, a differenza di ciò che avveniva di
politica romana». solito nelle relazioni tra le persone di alto li-
gnaggio, che tendevano a sposarsi principal-
LIVIA OSSERVA mente per interessi politici e sociali.
IL MARITO AUGUSTO
SUL LETTO DI MORTE. Nel suo testamento l’imperatore lasciò a
INCISIONE.
GETTY IMAGES

Livia un terzo del patrimonio familiare e la


adottò come figlia. Lei cambiò il suo nome in
Giulia Augusta e divenne una sacerdotessa
ufficiale del culto di Augusto deificato. Era
ALTARE L’unico figlio della coppia morì in giovane infatti riuscita a far divinizzare il marito pa-
DEDICATORIO età; poi Tiberio lasciò Roma, forse per allon- gando profumatamente un senatore affinché
Su questo altare
tanarsi dagli adulteri della moglie. Qualche giurasse di aver visto Augusto ascendere al
Augusto è raffigurato
al centro con il anno dopo Livia riuscì a fare in modo che cielo subito dopo la cremazione. Morì quin-
bastone di augure, Augusto lo richiamasse in città e lo nomi- dici anni dopo il consorte, a ottantasei anni,
affiancato da Livia nasse suo successore. La continuità della e fu sepolta nel mausoleo di Augusto.
e dal nipote Gaio. dinastia, ora chiamata Giulio-Claudia, era Alcuni anni dopo fu divinizzata per ordine
Galleria degli Uffizi,
Firenze. ormai garantita. Dopo Tiberio avrebbero re- del nipote Claudio, che disprezzava intensa-
gnato il pronipote di Augusto, Caligola, il ni- mente. Poche coppie nella storia sono state
pote Claudio e il trisnipote Nerone. capaci di lasciare un’impronta così profonda
Tutti questi intrighi di palaz- – sebbene colma di torbidi aspetti umani –
zo spinsero molti a considerare sul futuro di un popolo come quella di Livia
Livia una donna senza scrupo- e Augusto nella storia di Roma.
li, capace di qualsiasi cosa pur di ESTEBAN BÉRCHEZ CASTAÑO
assicurare la successione di suo FILOLOGO

figlio Tiberio al governo di Roma.


Si diceva addirittura che avesse Per SAGGI
Livia
SCALA, FIRENZE

usato il veleno per sbarazzarsi dei saperne Lorenzo Braccesi. Salerno, Roma, 2016.
BRIDGEMAN / ACI

di più Augusto, braccio violento della storia


pretendenti al trono imperiale che Luca Canali. Bompiani, Milano, 2011.
avrebbero potuto rivaleggiare con
TRE DEE IN UNA
Questo cammeo romano in sardonica
raffigura Livia con una corona turrita sul
capo come la dea Cibele; con un covone
di grano in mano come Cerere; e con una
spalla scoperta come Venere. L’imperatrice
osserva un busto di Augusto deificato.
Kunsthistorisches Museum, Vienna.
LIVIA,
LA MADRE
DI ROMA
IN NUMEROSE STATUE che la raffigurano,
Livia appare vestita come una matrona.
Spesso inoltre viene ritratta con gli
attributi della dea Cerere-Fortuna.
Nell’opera presentata in questa pagina
e conservata presso il museo del
Louvre, l’imperatrice è rappresentata
con un mazzo di spighe e papaveri nella
mano destra, e una cornucopia (corno
dell’abbondanza) nella sinistra; è vestita
con un chitone (abito greco stretto
sotto il seno) e un himation, o mantello,
con cui si copre la testa. Assimilata alla
dea dell’agricoltura e al contempo alla
Fortuna, la moglie di Augusto esprimeva
così il suo ruolo femminile nella sfera
domestica e simboleggiava il benessere
dello stato, garantito dal governo del
marito. La dea Cerere insegnava agli
uomini a coltivare la terra ed era quindi
considerata la madre del genere umano;
allo stesso modo, Livia era menzionata
in alcune iscrizioni di monete come la
genetrix orbis, “madre del mondo”.

CERERE BORGHESE.
STATUA DI MARMO DI 2,5
METRI DI ALTEZZA. PRIMA
METÀ DEL I SECOLO D.C.
MUSÉE DU LOUVRE, PARIGI.
HERVÉ LEWANDOWSKI / RMN-GRAND PALAIS
DANTE
SETTECENTO ANNI D’INFERNO

Nell’oltretomba descritto nella sua opera più


famosa, la Commedia, il “sommo poeta”, di cui ricorre
il settecentenario della morte, relegò personaggi
della Firenze del suo tempo, costruendo uno spietato
ritratto della realtà storica in cui visse
I MONDI DI DANTE
Nella tavola Dante col libro della
Commedia, tre regni e la città di Firenze,
il poeta indica con la mano destra i tre
regni ultraterreni: in basso l’inferno, al
centro il purgatorio e in alto il paradiso.
Domenico di Michelino, 1465. Cattedrale
di Santa Maria del Fiore, Firenze.
SCALA, FIRENZE
ALAMY / ACI

EDIZIONE DELLA COMMEDIA CURATA DA LUDOVICO DOLCE. SI TRATTA


DELLA PRIMA OPERA A STAMPA IN CUI COMPARE L’ATTRIBUTO DIVINA,
AGGIUNTO AL TITOLO ORIGINALE DA GIOVANNI BOCCACCIO. 1555.

B
ella, la madre di Dante Alighieri,
sognò «di essere sotto un altissi-
mo alloro […] e quivi si sentia par-
torire uno figliolo, il quale nutri-
candosi solo delle orbache, le quali
dallo alloro cadevano […] le parea divenisse
un pastore […] le parea vederlo cadere. E nel
rilevarsi non uomo più, ma uno paone li vedea
divenuto». Il racconto di Giovanni Boccaccio
era allegorico: le bacche indicavano la cultura
di cui si era“nutrito”Dante, l’alloro rimandava
alla gloria poetica, la caduta alla sua morte e la
trasformazione in pavone alla fama che le sue
opere gli procurarono. Tra queste, la più nota
è di certo la Commedia, la cui stesura è inti-
mamente connessa alla vita politica del poeta.
Dante Alighieri nacque a Firenze nel mag-
gio del 1265 sotto il segno zodiacale dei ge-
melli, come ricorda lui stesso nel Paradiso. Il
suo vero nome era Durante, ma non lo usò
mai, secondo Filippo Villani – un cronista del C R O N O LO G I A 1265
UN UOMO
XIV secolo – perché a Firenze a quel tempo Durante Alighieri,
passato alla storia come
si era soliti usare i diminutivi. Era figlio di Dante, nasce nel mese
Alighiero – un uomo d’affari e molto pro-
babilmente anche usuraio – e di Bella, che
FIGLIO DEL di maggio a Firenze.
Figlio di Alighiero e

si ritiene appartenesse alla potente famiglia SUO TEMPO Bella, rimane presto
orfano di madre.

66 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


PALAZZO VECCHIO,
LA SEDE DEL GOVERNO
La costruzione del
palazzo dei Priori,
com’era noto all’epoca
l’edificio, ebbe inizio nel
1299 e terminò nel 1314.
Dante fu eletto priore
di Firenze per il bimestre
15 giugno-15 agosto 1300.
MICHELE FALZONE / AWL IMAGES

1290 1300 1302 1318 1321


Un lutto improvviso Bonifacio VIII indice il Alla fine del 1301 i guelfi Dante decide di stabilirsi Il 13 o il 14 settembre
segna la vita del poeta: primo giubileo. In questo neri s’impossessano a Ravenna, il cui signore il “sommo poeta” si
Beatrice Portinari, sua stesso anno Dante di Firenze. Il 27 gennaio era Guido Novello da spegne in Romagna,
fonte d’ispirazione e ricopre la carica di priore 1302 Dante viene Polenta. Qui tiene forse «quella dolce terra»
donna amata, muore. ascritto all’arte dei condannato all’esilio una cattedra di poesia e di cui racconta nel
Dante inizia a lavorare medici e speziali della e in seguito a morte di retorica e termina la XXVII canto dell’Inferno.
alla Vita Nuova. città di Firenze. in contumacia. stesura della Commedia. È sepolto a Ravenna.
MINIATURA
CHE RAFFIGURA
BRITISH LIBRARY / BRIDGEMAN / ACI

LA CACCIATA DI
DANTE DA FIRENZE.
XIV SECOLO. BRITISH
LIBRARY, LONDRA.

L’ESILIO: LA CHIAVE fiorentina degli Abati. La donna morì quan-


do Dante era piccolo e il padre, già avanti con
DELL’OPERA l’età, si risposò con una donna di nome Lapa
da cui ebbe almeno un figlio, che chiamarono
NEL GENNAIO 1302 il podestà Cante de’ Gabrielli di Gub-
Francesco. Dante aveva certamente anche una
bio apre un’inchiesta contro i guelfi. Dante è accusato di
sorella di nome Gaetana, detta Tana. I genitori
baratteria, concussione e opposizione al pontefice, per
del poeta non vengono mai menzionati nelle
cui è condannato in contumacia a due anni di esilio e in
seguito a morte. È in questo momento cruciale della sua sue opere, mentre nel Paradiso il fiorentino
vita che, secondo alcuni, Dante accetta la sua condizione parla di Cacciaguida, un suo trisavolo che sa-
di peccatore e inizia a comporre la Commedia. Incarna rebbe stato nominato cavaliere dall’impera-
quindi il cosiddetto everyman del teatro popolare me- tore Corrado III durante le crociate.
dievale britannico: un uomo qualunque che lotta contro
Famoso anche in vita
i vizi. Per respingere il male Dante deve anzitutto cono-
scerlo: così l’Inferno diventa una sorta di catalogo delle A differenza di tanti altri uomini del suo tem-
malvagità; il Purgatorio rappresenta l’accettazione del po, su Dante sappiamo molte cose, sia perché
peccato e la preparazione all’espiazione; il Paradiso mo- le raccontò lui stesso nelle sue opere, sia per-
stra i benefici che si otterrebbero nel seguire la retta via. ché, essendo un personaggio noto quando era
FRANCESCO IACOBELLI / AWL IMAGES

ancora in vita, le informazioni sulla sua figura che vedeva appunto i guelfi filopapali con- MARTE A FIRENZE
abbondano. Secondo alcuni studi ottocenteschi trapposti ai ghibellini filoimperiali. Nell’Inferno
soffriva di attacchi di epilessia, che spieghereb- Nel 1277, quando Dante aveva circa dodici Dante cita la
statua perduta
bero i frequenti mancamenti descritti nell’In- anni, la famiglia combinò il suo matrimonio
di un guerriero
ferno. Questa tesi però non ha mai trovato parti- con Gemma, una ragazza appartenente alla anticamente posta
colari riscontri tra gli esperti. Sono invece noti potente famiglia fiorentina dei Donati. Le su ponte Vecchio,
i suoi problemi alla vista, che cercava di curare nozze si celebrarono tra il 1283 e 1285. Eppu- che ricordava
stando al buio e con sciacqui di acqua fresca. re il poeta era innamorato di un’altra. Ogni come il dio greco
fosse stato il
Secondo diverse fonti, Dante aveva un primo maggio a Firenze si celebrava l’arrivo patrono della
brutto carattere e si scaldava facilmente so- della bella stagione con banchetti e musica in Firenze pagana.
prattutto nelle discussioni di politica. Si rac- tutta la città. Le donne e gli uomini festeggia-
conta, per esempio, che quando era esule in
Romagna montava su tutte le furie contro
chiunque parlasse male della fazione che lui Pare che Dante avesse un brutto carattere,
sosteneva, quella dei guelfi. Il fiorentino ave-
va molto a cuore questo schieramento, per il che si scaldasse nei diverbi, soprattutto
quale prese parte alla battaglia di Campaldino, se si parlava male dei guelfi bianchi
STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 69
Dio
circondato
dai nove
cerchi
angelici

Primo immobile vano separatamente, ma ciò non valeva per i


bambini. Fu così che nel 1274 Dante vide per
la prima volta Beatrice (Bice) Portinari, con
indosso uno sgargiante abito rosso. Lei ave-
va circa otto anni, lui nove. «D’allora innanzi
dico che Amore segnoreggiò la mia anima»,
avrebbe affermato in seguito nella Vita Nuo-
I nove cieli va, sebbene dopo quel primo incontro in-
fantile i due non si videro più, se non diversi
anni più tardi. Nel ritrovarla il fiorentino capì
che il suo amore era immutato. Quando poi
la donna morì prematuramente nel 1290,
forse dando alla luce il suo pimo figlio, per
elaborare il lutto Dante si promise di scrive-
re un’opera per «dicere di lei quello che mai
non fue detto d’alcuna». È il poeta stesso ad
annunciare questo proposito nelle ultime ri-
Purgatorio ghe della Vita Nuova, e diversi studiosi hanno
visto, in questa dichiarazione d’intenti, un
Terra chiaro riferimento alla Commedia. Secon-
do altri, invece, l’opera in questione sarebbe
Inferno piuttosto un testo andato perduto.
Dante Alighieri fu molto attivo politica-
mente e nel giugno 1300 fu eletto priore, la più
Gerusalemme
importante magistratura cittadina. Firenze
PIANO SCHEMATICO DEL però era sull’orlo di una guerra civile. Il partito
MARY EVANS / SCALA, FIRENZE

PARADISO VISITATO DA DANTE dominante, quello dei guelfi, si era scisso in


E BEATRICE. MARY EVANS
PICTURE LIBRARY, LONDRA. due fazioni, i bianchi e i neri. I primi – cui il
poeta era affine – difendevano la libertà della
città, mentre i secondi appoggiavano le mi-
re di Bonifacio VIII, desideroso d’ imporre il
proprio dominio sulla Toscana. Pur cercando
IL NUMERO PERFETTO di rimanere neutrale, il fiorentino tentò di
contrastare i maneggi del pontefice e, quando
i guelfi neri presero il potere nell’autunno del
NELLA COMMEDIA il numero tre rimanda alla trinità cri-
1301, fu accusato di «baratteria, frode, falsi-
stiana formata da padre, figlio e spirito santo. Dante
tà, dolo, malizia, inique pratiche estorsive,
attraversa tre regni assieme a tre personaggi: Virgilio,
Beatrice e san Bernardo. L’opera è scritta in terzine inca- proventi illeciti, pederastia». La condanna a
tenate di endecasillabi e divisa in tre cantiche, ognuna cinquemila fiorini di multa, all’interdizione
composta da 33 canti (l’Inferno ne ha 34, forse per rag- dai pubblici uffici e all’esilio perpetuo e poi a
giungere il numero 100). Prima di addentrarsi nei nove morte lo costrinsero ad abbandonare Firenze
cerchi dell’inferno (tre al quadrato), Dante s’imbatte e a rifugiarsi a Ravenna. Sarebbe morto tra il
in tre fiere; al suo interno attraversa tre fiumi e incontra 13 e il 14 settembre del 1321 senza mai riuscire
Cerbero – il cane a tre teste – e Lucifero, dotato di tre a fare ritorno nella sua amata città.
volti. Al purgatorio si accede salendo tre gradini, ci sono L’esilio, la sua esperienza in politica e la vita
sette cornici, ma insieme all’antipurgatorio e al paradiso da esule avevano mostrato a Dante una società
terrestre si arriva a nove. Il paradiso ha nove cieli più caotica, violenta e corrotta, in cui l’impera-
l’empireo: qui Dante ha la visione della trinità, composta tore si disinteressava dell’Italia e la Chiesa
da tre cerchi di uguale grandezza e diverso colore. perseguiva il potere temporale anziché la cura
SUGGERIMENTI PER QUALCHE CITAZIONE O ANEDDOTO IN EVIDENZA?

MARY EVANS / SCALA, FIRENZE

delle anime. Fu allora che il poeta immaginò non ha mai smesso di affascinare. Il fiorentino SU PONTE
un viaggio nei tre regni dell’oltretomba, nel fece proprie le esperienze infernali di perso- VECCHIO
quale si proponeva di esplorare la sofferenza naggi come Orfeo, Teseo ed Ercole tramandate Il preraffaellita
Henry Holiday
dell’inferno, il pentimento del purgatorio e dalla tradizione classica e nella sua opera river- immagina così il
l’ascensione verso Dio del paradiso così da sò le conoscenze di tutta la vita. Alcuni testi secondo incontro
ritrovare la «dritta via» e mostrarla agli uo- – come l’Eneide di Virgilio, il De Repubblica di tra Dante e
mini nel suo poema. Secondo Boccaccio, dopo Cicerone, il De Babilonia civitate infernali di Beatrice. Olio su
l’esilio di Dante Gemma Donati aveva trova- Giacomino da Verona, ma pure l’Apocalisse tela. 1883. Walker
Art Gallery,
to in un baule i primi sette canti dell’Inferno, di Giovanni, la Seconda lettera ai Corinzi di Liverpool.
la prima delle tre cantiche della Commedia. Paolo e il pensiero dei padri della Chiesa – ne
Tuttavia è più probabile che il poeta vi abbia influenzarono il carattere profetico, l’impian-
messo mano solo dopo aver lasciato Firenze. to teologico e lo stile poetico, contribuendo
a definire la struttura e il senso dell’opera.
Un principio ordinatore Se per i suoi predecessori l’inferno era un
Il viaggio che il “sommo poeta” racconta nella indistinto carnaio nel quale le anime era-
Commedia inizia con la discesa agli inferi tra no collocate in maniera piuttosto casuale,
fiamme, demoni e castighi eterni, un topos che Dante adottò dal pensiero di san Tommaso

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 71


Nell’antinferno
gli ignavi sono
condannati a
correre nella
I Limbo nebbia, dietro
I dannati attendono a un vessillo
che Caronte li irraggiungibile,
trasporti sull’altra punti da vespe
sponda del fiume e mosconi.
Acheronte. Coloro che
non hanno conosciuto
Dio, e che quindi non II Lussuriosi
meritano l’inferno Chi si è fatto dominare
vero e proprio, dalle passioni nella
trascorreranno morte è trascinato
l’eternità nel primo senza sosta da una
cerchio. bufera eterna.

III Golosi IV Avari e prodighi


Cerbero, il mitologico Qui Dante colloca i
cane a tre teste, sorveglia colpevoli di due peccati,
il terzo cerchio, quello condannati a spingere
dei golosi. I dannati sono enormi massi. Quando si
immersi in una fanghiglia scontrano tra loro si urlano
nauseabonda e frustati contro e poi riprendono il
da una pioggia incessante. loro peregrinare incessante.
V Iracondi e accidiosi VI Eretici
I primi si colpiscono eternamente In questo cerchio si trovano
a vicenda mentre, sotto la i capi delle sette eretiche
superficie della palude Stige, e i loro seguaci. Giacciono in
gli accidiosi – iracondi che non tombe di pietra infuocate,
hanno dato sfogo alla rabbia – soffrendo in proporzione
fanno gorgogliare l’acqua alla dottrina in cui
con i loro mormorii. credevano in vita.

VII Violenti
Centauri e arpie dominano
il settimo cerchio, suddiviso
in tre gironi: violenti contro
CERCHI DI il prossimo, contro sé stessi
e contro Dio. A ciascuno
corrisponde una
FUOCO E punizione diversa.

GHIACCIO VIII Malebolge


«Dinanzi a me non fuor cose create È il cerchio più strutturato,
/ se non etterne, e io etterno l’unico con un nome
proprio, composto da dieci
duro. /Lasciate ogne speranza, bolge una più terrificante
voi ch’intrate». Queste parole dell’altra. Qui Dante relega
ammoniscono chiunque si appresti i fraudolenti, coloro che
ingannano chi non si fida.
a varcare la soglia dell’inferno
dantesco. In compagnia di Virgilio
il “sommo poeta” si addentra in
una spirale di castighi eterni in cui IX Traditori
All’inferno si gela. E nel
i dannati soffrono le conseguenze ghiaccio creato dal battito
delle loro azioni terrene. Il viaggio terrificante delle ali di
di Dante è una presa di coscienza Lucifero sono intrappolati
i traditori di chi si fida: dei
della sua condizione di peccatore, parenti, della patria, degli
il primo passo verso la redenzione. ospiti e dei benefattori.
ILLUSTRAZIONE: SANTI PÉREZ
d’Aquino un principio ordinatore: non tutti
i peccati erano uguali. La natura e la gravità
del peccato designavano la collocazione di
ciascuna anima nell’inferno e la relativa pena
da scontare per l’eternità. Per effetto della
“legge del contrappasso” (dal latino contrap-
passum,“soffrire contro”) al comportamento
tenuto dal peccatore in vita corrispondeva
una pena, antitetica oppure analoga, nell’ol-
tretomba. Ad esempio gli indovini (XX canto,
VIII cerchio) vengono puniti per antitesi: se
da vivi avevano spinto la propria testa troppo
in avanti per prevedere il futuro, nell’inferno
hanno il viso rivolto all’indietro e sono co-
stretti a camminare in quella direzione. Per
analogia, invece, venivano puniti i lussuriosi
(V canto, II cerchio): da vivi erano guidati dal
turbinio dei sensi, mentre ora sono trascinati
dalla bufera infernale.

Scenari danteschi
Il “sommo poeta” è mosso dall’intento morale
di condurre gli uomini alla rettitudine e alla sal-
vezza. Per far ciò ha bisogno di mostrare tutto il
male, mettendolo in scena in un unico luogo fi-
sico e reale dove ogni elemento, orrendo e ostile,
DAGLI ORTI / SCALA, FIRENZE

è parte di una complessa macchina del terrore.


Per la definizione di tale contesto, in suo soc-
corso viene la tradizione della ribellione a Dio da
parte dell’invidioso e superbo angelo Lucifero.
Questi, dopo essere stato sconfitto dall’arcan-
gelo Michele, precipitò fino al centro della Terra
dotato di sembianze mostruose. Impattando I CENTAURI SUL nale o delle terre emerse) e ha il proprio centro
sulla crosta terrestre, il principe del male diede FLEGETONTE nella città di Gerusalemme. Nell’emisfero op-
vita a una voragine dalla forma di un grande cono Illustrazione posto (meridionale o delle acque) sorge inve-
del XII canto
rovesciato diviso in cerchi concentrici, sul cui rinvenuta in un ce la montagna del purgatorio, il secondo dei
fondo, nel punto più lontano dalla grazia di Dio e manoscritto del regni ultraterreni, a sua volta sormontato dai
agli antipodi rispetto alla città di Gerusalemme, 1450-75. Arnesto nove cieli del paradiso. «Nel mezzo del cam-
regna enorme e incontrastato. Pidi. Biblioteca min» della sua vita, Dante si ritrova dunque
Per configurare il proprio oltretomba Dante Trivulziana, smarrito in una selva oscura, al di sotto della
Milano.
fa riferimento al sistema cosmologico tole- quale si cela l’accesso agli inferi, divisi in nove
maico. In tale prospettiva la voragine infernale cerchi concentrici e tre diverse zone: antinfer-
è situata nell’emisfero boreale (o settentrio- no, alto e basso inferno. Terre brulle e franose,
antri, paludi, strapiombi, lingue di fuoco e
acque morte danno vita a scenari spavento-
Terre brulle e franose, antri, paludi, si e fortemente simbolici. Lo stesso sistema
fluviale dell’averno è metafora di un’uma-
strapiombi, lingue di fuoco e acque morte nità addolorata e piangente. Acheronte, Sti-
danno vita a scenari spaventosi e simbolici ge, Flegetonte e Cocito deriverebbero infatti

74 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


da un unico fiume originatosi dalle lacrime za dell’inferno di Dante (1588) Galileo Galilei
sgorganti dall’enorme statua del gran Veglio ipotizzò che la profondità dell’inferno supe-
a Creta, che simboleggia la civiltà umana cor- rasse le 3.245 miglia. Dante e Virgilio non le
rotta dal peccato. Attraverso i fiumi, le lacrime percorsero seguendo una linea retta, pertanto
versate giungono in forma di spirale nel punto la distanza coperta fu in teoria maggiore. Con-
più basso dell’inferno a formare il lago Cocito, siderando il numero di ore trascorse nel regno
le cui acque ghiacciate intrappolano Lucifero, infernale, è possibile calcolare che i due proce-
origine e destinazione del male. devano a una velocità superiore ai 200 km/h.
Nell’inferno il tempo non esiste, eccetto Ma in un viaggio voluto da Dio, funzionale
per Dante che è un vivente. Dal tramonto di alla rieducazione di un’anima prossima alla
venerdì 8 aprile 1300 (o 25 marzo secondo perdizione, tali parametri non valgono nulla.
un’altra teoria) quando il poeta si perde nella
selva fino al momento in cui Dante e Virgilio Dannati e carcerieri
si trovano davanti a Lucifero, la sera di sabato Per popolare quel regno malefico fatto di «aere
9 aprile 1300 (o 26 marzo), trascorrono circa senza stelle», privato cioè della luce della grazia
ventiquattro ore. In Due lezioni all’Accade- di Dio, Dante ricorre a personaggi della mito-
mia fiorentina circa la figura, sito e grandez- logia classica e della demonologia medievale.

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 75


Le creature mostruose rappresentano la bestia-
lità del peccato, ma in generale il loro ruolo è
quello di sorvegliare e redarguire i dannati o fa-
vorire il transito dei due illustri viandanti. Sulla
«trista riviera» del fiume Acheronte (canto III,
antinferno) sta Caronte, il nocchiero infernale
«con gli occhi di bragia», che batte col remo le
anime che si attardano nell’oltrepassare la «riva
malvagia». Per Dante, Caronte non è altro che
una delle antiche divinità pagane, false e bugiar-
de, cui spetta il compito di carcerieri dell’im-
menso oltretomba. Poco prima d’incontrare il
demone-traghettatore dalla folta barba bianca,
Dante e Virgilio s’imbattono in una schiera di
«anime triste di coloro che visser sanza‘nfamia
e sanza lodo». Sono gli ignavi, che nelle tante
vicissitudini della vita non seppero scegliere.
Per effetto del contrappasso ora sono costretti
a correre nudi, perseguitati da vespe e mosconi
nel tentativo di afferrare una bandiera volante,
emblema di una causa per la quale avrebbero
dovuto battersi in vita.

Peccatori illustri
BONIFACIO VIII INAUGURA
IL PRIMO GIUBILEO. COPIA DI Tra gli ignavi Dante afferma di riconoscere
UN AFFRESCO DI SAN GIOVANNI
LATERANO OPERA DI JACOPO «l’ombra di colui che fece per viltade il gran
GRIMALDI. BIBLIOTECA rifiuto». In tale figura si è portati a riconoscere
AMBROSIANA, MILANO.
Pietro da Morrone, il monaco eremita che nel
SCALA, FIRENZE

1294 venne eletto papa col nome di Celestino V.


Dopo una vita di solitudine e silenzio, il ponte-
fice si trovò invischiato in insostenibili intrighi
di potere che lo portarono a rinunciare al soglio

ANCHE I PAPI TROVANO pontificio. Dietro questa scelta ci fu probabil-


mente la regia del cardinal Caetani, poi eletto
POSTO ALL’INFERNO papa col nome di Bonifacio VIII, sostenitore
occulto della fazione dei guelfi neri che prese il
NEL SUO AVERNO Dante non risparmia nemmeno i pon-
potere a Firenze nel 1301 e che successivamente
tefici. Nel III canto, tra i pusillanimi, si trova «colui che
fece per viltade il grande rifiuto», identificato proba- costrinse Dante all’esilio.
bilmente in Celestino V, che nel XIII secolo rinunciò al A guardia del secondo cerchio (canto V) si
pontificato. Tra gli eretici c’è Anastasio II, papa dal 496, trova Minosse, orribile e ringhioso. L’antico
colpevole di essere troppo conciliante con Fotino, un re di Creta noto per il suo forte senso di giu-
vescovo suo contemporaneo che aveva posizioni consi- stizia è ora un demone incaricato di valutare i
derate eretiche. Tra i simoniaci (coloro che mercificano peccati che gravano sulle anime e decretarne
i beni spirituali come le indulgenze) Dante profetizza l’esatta collocazione nell’inferno. La crea-
l’arrivo del suo grande nemico Bonifacio VIII – ancora tura avvolge la propria coda intorno a sé un
in vita al momento del viaggio immaginario del poeta numero di volte corrispondente a quello del
–, che trascorrerà l’eternità nello stesso girone di Cle- cerchio cui è destinato il dannato. Congeda-
mente V, definito da Dante «un pastor sanza legge», tisi da Minosse, Dante e Virgilio giungono in
troppo impegnato a sostenere il re di Francia, Filippo II. un luogo oscuro dove risuonano lamenti di
WHITE IMAGES / SCALA, FIRENZE

dolore. Proprio in quel momento una «bu- un cane verso le anime dei golosi immerse GLI AMANTI
fera infernal» trascina, solleva e percuote nel fango prima di dilaniarle e divorarle. Dalla DANNATI
alcune anime. Sono i «peccator carnali», o melma si solleva uno dei tanti peccatori di In questa incisione
Gustave Dorè
lussuriosi, coloro che da vivi non seppero gola che si presenta: «Voi cittadini mi chia- ritrae Paolo e
controllare il turbinio delle passioni e ora maste Ciacco: per la dannosa colpa de la gola, Francesca, due
sono sballottati da una tempesta perenne. come tu vedi, a la pioggia mi fiacco». Incal- tra i dannati più
Fra loro Dante nota due anime che «’nsieme zato dal poeta con domande sulla situazio- famosi dell’opera,
vanno, e paion sì al vento esser leggieri»: so- ne politica di Firenze, Ciacco profetizza che abbracciati e
trasportati dal
no Paolo Malatesta e Francesca da Rimini, gli dopo un breve predominio dei guelfi bianchi vento infernale.
amanti uccisi da Gianciotto, il marito di lei. Il trionferanno i neri grazie all’appoggio di papa
racconto delle sofferenze di Francesca turba Bonifacio VIII; che in città i giusti si contano
Dante al punto di farlo piangere di compas-
sione e poi perdere i sensi.
Nel terzo cerchio (canto VI), sotto una «‘Nsieme vanno, e paion sì al vento esser
pioggia eterna, fredda e opprimente si ma-
terializza Cerbero, altra belva mostruosa e leggieri»: così il “sommo poeta” descrisse
vorace che con le sue «tre gole» latra come il castigo degli amanti Paolo e Francesca
STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 77
sulla punta delle dita ma nessuno li ascolta,
mentre le tre «faville» che hanno infiammato
i cuori generando discordia sono superbia,
invidia e avarizia.
A guardia del IV e V cerchio (VII e VIII can-
to) stanno altre due creature subumane. Pluto
e Flegias sono i demoni-guardiani posti ri-
spettivamente a guardia degli avari e dei pro-
dighi e degli iracondi o accidiosi. Nel primo
caso si tratta di anime costrette a spingere
macigni in direzioni opposte e a insultarsi
quando si scontrano con gli altri dannati. La
loro colpa fu quella di non aver avuto misura
nell’accumulare (avari) o sperperare il denaro
(prodighi) e fra di loro si scorgono molti eccle-
siastici la cui figura è però rovinata dal pecca-
to. Nella palude Stigia sono immersi invece gli
iracondi, che si sbranano l’un l’altro, o gli acci-
diosi, coloro i quali vissero passivamente. Nel
bel mezzo della traversata della palude sulla
veloce imbarcazione del nocchiero Flegias, un
dannato sporco di fango chiede in malo mo-
do a Dante perché egli che è vivo si trova nel
regno dei morti. Il poeta vi riconosce Filippo
Argenti, fiorentino appartenente alla famiglia
degli Adimari e alla fazione dei guelfi neri, no-
WHITE IMAGES / SCALA, FIRENZE

to al tempo per la sua prepotenza e arroganza.


Dante si rivolge a lui apostrofandolo «spirito
maledetto» e alla reazione del dannato che
tenta di rovesciare la barca, Virgilio lo ricaccia
nel fango. Allora altri dannati si accaniscono
su Argenti, che si strappa le carni a morsi.
Nella città infernale di Dite (VI cerchio, L’ETERNITÀ piene, e trascorrano altrettanti mesi, il poeta
canto X) all’interno di tombe scoperchiate DEI TRADITORI avrà contezza di «quanto quell’arte pesa», cioè
patiscono gli eretici. Da uno dei sepolcri in- Nell’illustrazione di quanto sarebbe stato difficile far ritorno a
di Gustave
fuocati emerge Farinata degli Uberti, fioren- Doré Lucifero,
Firenze dall’esilio del 1302.
tino della fazione dei ghibellini, che si trova intrappolato nel
in questo remoto angolo dell’inferno perché ghiaccio, divora Dinanzi a Lucifero
subì un processo postumo per eresia. Dopo i traditori Giuda, La mostruosità sta per raggiungere il proprio
una lunga discussione sugli antichi dissapori Bruto e Cassio. apice sul fondo dell’inferno. Nel Cocito, un
1883 circa.
tra le rispettive famiglie e fazioni, Dante rice- lago ghiacciato per effetto del vento freddo
verà per bocca dell’esule Farinata un’inattesa prodotto dalle ali di Lucifero, vengono puni-
profezia. Prima che vi siano cinquanta lune ti coloro i quali in vita tradirono persone che
si fidarono del prossimo. Quattro zone con-
centriche prendono infatti il nome da Caino,
«Conviensi dipartir da tanto male» disse Antenore, Tolomeo e Giuda Iscariota, consi-
derati rispettivamente traditori dei parenti,
Virgilio a Dante. E insieme iniziarono il lungo della patria, degli ospiti e di Dio. Nella quarta
cammino verso il pentimento e la salvezza zona, la Giudecca, dal nome di colui che voltò le

78 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


spalle a Cristo, si raggiunge il punto più basso Davanti a questa creatura terrificante si
dell’inferno dove Lucifero si staglia davanti a conclude il viaggio di Dante nell’inferno.
Dante e Virgilio in tutta la sua mole. Virgilio lo sprona a proseguire: «Conviensi
«Lo‘mperador del doloroso regno» fuorie- dipartir da tanto male», afferma la sua guida.
sce dal ghiaccio da metà del petto, è enorme E così, aggrappandosi al pelo di Lucifero e ri-
e orribile. «Oh quanto parve a me gran mara- discendendone il corpo fino alle anche, i due
viglia / quand’io vidi tre facce a la sua testa!», iniziano il lungo cammino di risalita verso il
esclama Dante inorridito, mentre osserva le pentimento e la salvezza.
smisurate ali di pipistrello gelare il Cocito con MATTEO DALENA, STORICO E GIORNALISTA
i loro battiti, intrappolando i dannati destina- ALESSANDRA PAGANO, STORICA DELL’ARTE

ti all’ultimo cerchio. Le tre bocche masticano


Giuda insieme a Bruto e Cassio, i traditori di Per SAGGI
Dante
saperne Alessandro Barbero.
Cesare, mentre i sei occhi piangono copiose di più Laterza, Roma-Bari, 2020.
lacrime che vanno a mescolarsi alla «san- Dante. Il romanzo della sua vita
Marco Santagata. Mondadori, 2017.
guinosa bava». Il principe delle tenebre è la Guida alla Divina Commedia. Inferno
rappresentazione della massa bruta del male Gianfranco Bondioni.
Ghisetti e Corvi Editori, Milano, 1990.
nella sua massima espressione.

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 79


XV CA NTO
«[...] Quell’ingrato popolo maligno / che
discese di Fiesole ab antico, / e tiene
ancor del monte e del macigno, / ti si farà,
per tuo ben far, nimico». Tra i sodomiti
Dante colloca il suo antico maestro,
Brunetto Latini, che gli predice l’esilio. Con
il “ben far” Latini si riferisce alla condotta
irreprensibile tenuta da Dante mentre
ricopriva cariche pubbliche, in contrasto
con le accuse mossegli dai suoi concittadini.

1
XXXI I CA NTO
Tra i traditori della patria è relegato il conte
Ugolino della Gherardesca, nobile pisano
dapprima affine ai ghibellini e poi passato
dalla parte dei guelfi. Il dannato, mentre
addenta il cranio dell’arcivescovo Ruggieri
degli Ubaldini, racconta a Dante di come,
rinchiuso nella torre della Muda di Pisa
assieme ai suoi figli considerati colpevoli
di tradimento, secondo la leggenda si cibò
dei loro corpi per sopravvivere.
FOTO: 1. PRISMA / ALBUM; 2. GRANGER / AURIMAGES; 3. WHITE IMAGES / SCALA, FIRENZE

3
DANNATI
XI X CA NTO
«Se’ tu già costì ritto,
Bonifazio?», chiede a Dante

ILLUSTRI
uno dei dannati. A parlare
è il pontefice Niccolò III, che
il “sommo poeta” condanna

ALL’INFERNO a trascorrere l’eternità tra i


simoniaci, immerso in una
fossa a testa in giù. Costui,
scambiando la voce del
Dante usa i dannati per esprimere opinioni in merito fiorentino per quella di
alla politica o alla società del suo tempo, oppure per Bonifacio VIII, gli chiede
auspicare eventi futuri. È il caso di tre personaggi se fosse già arrivato per
prendere il suo posto nella
i cui castighi sono illustrati nelle opere dell’artista
buca. Al momento del
Gustave Doré: Brunetto Latini, papa Niccolò III viaggio di Dante, nel 1300,
e il conte Ugolino della Gherardesca. Bonifacio VIII è acora vivo.

2
LUISA RICCIARINI / BRIDGEMAN / ACI
LA STREGONERIA
E
L’INQUISIZIONE
Anche se la stregoneria era considerata opera
del diavolo, l’Inquisizione spagnola guardava con sospetto
le accuse di questo genere ed emetteva poche sentenze
capitali contro le presunte seguaci del demonio
MU
SEO
SEF
AR

STREGHE DA INCUBO
A sinistra, un dipinto di Francisco
Goya raffigurante un gruppo di streghe
che pratica diversi malefici. Museo
Lázaro Galdiano, Madrid. Sopra,
emblema del Sant’Uffizio.
M. A. OTSOA DE ALDA / AGE FOTOSTOCK

T
VISTA DELLA ra il XV e il XVIII secolo in tutto serie d’interrogatori e indagini che culminava
VALLE DI BAZTAN il continente europeo si verifica- in un processo e poteva portare a dure condan-
In questa regione rono periodiche ondate di caccia ne, inclusa la morte sul rogo.
del nord della
Navarra si alle streghe. Tutto iniziava con la Nelle comunità rurali c’erano sempre state
trovano i paesi diffusione di voci su presunte adu- persone ritenute depositarie di conoscen-
di Zugarramurdi nanze notturne di uomini e donne – soprat- ze magiche. Potevano essere guaritrici che
e Urdax, al centro tutto donne – che si riunivano in qualche luo- offrivano pozioni dai presunti effetti mira-
dell’episodio
go appartato per stringere patti con il diavolo. colosi, o indovini che proponevano consigli
di stregoneria
represso Si diceva che le fattucchiere potessero volare su questioni amorose o procuravano amuleti
dall’Inquisizione di notte e che possedessero doti magiche per protettivi. Pratiche di questo tipo coesisteva-
nel 1610. mezzo delle quali eseguivano malefici. Quan- no senza grandi problemi con i riti della reli-
do i sospetti aumentavano o veniva formulata gione ufficiale, anche se in alcuni casi erano
un’accusa concreta le autorità, spesso su ri- classificate come superstizioni. Fu a partire
chiesta della gente del luogo, avviavano una dal XII-XIII secolo che i teologi comincia-

1370 1526 1550

C R O N O LO G I A Adeguandosi alla dottrina Un consiglio di teologi Un inviato del Sant’Uffizio


STREGHE del papato, i tribunali
di Castiglia iniziano a
riunitosi a Granada approva
una serie di requisiti
generale censura le azioni
dell’Inquisizione di Barcellona,
A PROCESSO perseguire la stregoneria
come crimine di eresia.
rigorosi relativi all’indagine
dei casi di stregoneria.
che aveva bruciato sul rogo
cinque presunte streghe.

84 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


rono a porre in relazione la stregoneria con Si andava consolidando l’idea che la strega
il demonio, nella convinzione che quest’ul- e lo stregone fossero delle persone che face-
timo intervenisse direttamente nel mondo vano patti con il diavolo, eseguivano malefici,
materiale, e a ritenere che fosse in atto una erano realmente capaci di volare, frequenta-
cospirazione di seguaci del diavolo mirante a vano riunioni, o sabba, e potevano persino
rovesciare le fondamenta dell’ordine cristia- trasformarsi a piacimento in altre creature.
no. Nel 1326 papa Giovanni XXII, nella bolla Alla diffusione di queste idee contribuivano
Super illius specula, definì la stregoneria co- i sermoni dei preti e dei frati, e la stessa at-
me una forma di eresia, il che significava che tività dei tribunali secolari ed ecclesiastici.
doveva essere perseguita con tutto il rigore Allo stesso tem-
che meritavano i nemici di Dio. Nel 1484 il po vennero scritti
pontefice Innocenzo VIII ribadì questa po- numerosi tratta-
sizione. Il crimine di stregoneria venne così ti teologici sulla
inscritto nel diritto civile ed ecclesiastico. demonologia, la

1614 1750

Dopo gli eventi di Nella prima metà STREGA VOLANTE.


Zugarramurdi, il Consiglio della del XVIII secolo DISEGNO DELL’ARTISTA
suprema Inquisizione emette l’Inquisizione di Logroño OLANDESE CORNELIS
SAFTLEVEN. RIJKSMUSEUM,
un regolamento che pone fine istruisce circa 50 AMSTERDAM.
alla caccia alle streghe. processi per stregoneria. ALBUM
FALSE ACCUSE

STREGHE
INFANTICIDE?

U
n esempio dell’atteggiamento moderato del
Sant’Uffizio verso le accuse di eresia è offerto
da un caso che arrivò all’Inquisizione di Tole-
do nel 1591. Il vicario o giudice episcopale di
Alcalá de Henares aveva arrestato diverse donne accu-
sate di aver ucciso dei bambini. Una di loro era Juana
Izquierda, una vedova di 60 anni. Sotto tortura aveva
confessato di essere stata morto in loro compagnia».
«una notte in un’alcova», All’andata si era «librata in
dove si erano unite «14 o aria a una mano di distan-
15 streghe e alcuni uomi- za dal suolo» mentre al ri-
ni» che l’avevano cosparsa torno era «rimasta sui suoi
di unguento e poi portata stessi piedi». Portata da-
con loro in mezzo ai cam- vanti al Sant’Uffizio, Juana
pi, dove avevano «ballato «negò di essere stata una
e cantato borbottando tra strega e disse che tutto ciò
i fumi di zolfo». Un’altra che aveva confessato al
notte l’avevano trascina- vicario di Alcalá era stato
ta «con la forza a casa di per paura dei tormenti».
un maniscalco che era il Gli inquisitori la condanna-
padre di un bambino poi rono ad alcune penitenze.

CAGP / PHOTOAISA

ARTI “scienza” che permetteva di riconoscere i della stregoneria. Altri autori invece, come
STREGONESCHE segni del diavolo e che veniva applicata so- Heinrich Cornelius Agrippa, Ulrich Müller,
Sopra, prattutto alle streghe. Uno dei più influenti Samuele Cassini e Johann Wier, erano scetti-
un’illustrazione dal
trattato Sulle streghe fu il Malleus maleficarum (Il martello delle ci sull’efficacia dei malefici e rituali attribuiti
e le donne indovine, streghe), che fu ristampato una trentina di alle streghe e criticavano le persecuzioni e i
del giurista tedesco volte tra il 1486, anno della prima edizio- processi messi in atto contro di loro.
Ulrich Müller ne, e la metà del XVII secolo. I suoi autori,
(o Molitor),
l’inquisitore tedesco Kramer e lo svizzero Dibattito teologico
pubblicato all’inizio
del XVI secolo. Sprenger, offrivano una guida per identifi- Anche in Spagna, nel corso di tutto il
care le streghe e istruire i relativi processi. XVI secolo, teologi come Alonso Fernández
Nella seconda metà del XVI secolo le opere de Madrigal, Martín de Castañega, Pedro
di autori come Lambert Deneau, Jean Bodin, Ciruelo, Francisco de Vitoria o Francisco
Nicolas Remy o del gesuita belga Martin An- Suárez svilupparono una dottrina demono-
toine del Rio contribuirono in modo decisivo logica che può essere considerata mista. In
a porre le basi della credenza dell’esistenza altre parole, accettavano l’esistenza effettiva
delle streghe e sostenevano che alcune volte
i voli e gli eventi portentosi loro attribuiti
potevano essere reali, ma allo stesso tempo
Nel 1526 i teologi invitarono ritenevano che nella maggior parte dei casi
alla prudenza nel giudicare si trattasse solo d’inganni o fantasticherie.
i casi di stregoneria Per questo consigliavano ai giudici di pro-
cedere con la massima cautela quando si
OPUSCOLO IN CATALANO SU UN CASO DI STREGONERIA IN FRANCIA. trattava di determinare ciò che era accaduto
J. BEDMAR / PHOTOAISA

in ogni singolo caso.


PAOLO GIOCOSO / FOTOTECA 9X12

L’atteggiamento dell’Inquisizione spagnola ogni tribunale e che, prima di condannare chi TOLEDO, CITTÀ
nei confronti della stregoneria seguì questa si rifiutava di confessare o era relapso (recidi- INQUISITORIA
linea. Nel 1526, dopo il proliferare di pre- vo), fosse necessario consultare il Consiglio Gli episodi di
stregoneria che
sunti episodi di tale crimine sui monti della della suprema Inquisizione. l’Inquisizione di
Navarra che aveva portato all’esecuzione di Toledo giudicò
più di trenta persone, l’inquisitore generale Streghe possedute dal diavolo nel XVI e nel XVII
Alonso Manrique convocò un consiglio di Dopo le disposizioni del 1526 i giudici in- secolo si conclusero,
nei casi più gravi,
teologi a Granada per discutere la questione. quisitoriali tendevano a respingere le accuse
con fustigazioni
Con una stretta maggioranza di sei a quattro di stregoneria o a concludere i processi con e qualche anno
l’assemblea concluse che, in certe occasioni, i assoluzioni e pene minori. Ciononostante, di esilio.
voli notturni con cui le streghe partecipavano nel 1548 l’Inquisizione di Barcellona perseguì
alle riunioni sacrileghe erano reali. Tuttavia, trentatré donne per crimini di stregoneria
considerato che tali fatti erano complessi da e cinque di loro furono condannate al rogo
trattare, i teologi emisero dieci istruzioni su in un autodafé – proclamazione della sen-
come gli inquisitori dovessero muoversi in tenza da parte dell’inquisitore – tenutosi
casi del genere. Secondo quanto decisero, l’anno seguente. In precedenza il magistra-
venne richiesto ai giudici di procedere a un’a- to aveva consultato i giudici del tribunale
nalisi approfondita dei fatti per determinare di Barcellona e nove prelati per sapere se le
se erano reali o potevano essere attribuiti a fattucchiere avessero realmente le facoltà
fantasie e inganni diabolici. Si stabiliva anche demoniache loro attribuite, ed essi avevano
che nessuno potesse essere arrestato o con- risposto all’unanimità che potevano esse-
dannato sulla sola base della confessione di re possedute corporalmente dal diavolo e
altri presunti rei, che le sentenze dovessero «commettere i malefici e causare le mor-
essere concordate da tutti gli inquisitori di ti confessate», e dovevano quindi essere

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 87


PEDRO DE VALENCIA

COSE IMPOSSIBILI
DA CREDERE

P
edro de Valencia era un prestigioso umanista
dell’Estremadura che all’inizio del XVII secolo
godeva della fiducia del re Filippo III. Quando
scoppiò lo scandalo delle streghe di Zugarramur-
di, scrisse un lungo discorso per l’inquisitore generale
Bernardo de Sandoval in cui confutava la credenza che
le streghe fossero agenti del diavolo. Ecco come Pedro de
Valencia definiva le confes- recati in sogno potevano
sioni delle imputate nell’au- essere spiegate, secondo
todafé di Logroño del 1610: lui, solo con l’effetto alluci-
«Casi sognati e che non nogeno degli unguenti che
sono mai accaduti nel mon- prendevano o come una
do reale né sono mai stati sorta di alienazione men-
scritti se non in poemi o tale: «Bisogna esaminare
libri di favole per divertire se i detenuti conservano la
e spaventare i bambini e la loro capacità di giudizio o
gente volgare». Le testimo- l’hanno persa perché sono
nianze sulla celebrazione di demoniaci o malinconici o
assemblee notturne con il disperati». L’unica punizio-
diavolo alle quali le streghe ne che contemplava era la
e gli stregoni si sarebbero fustigazione.

ORONOZ / ALBUM

PEDRO «adeguatamente castigate». Ma quando il importante ebbe luogo il 7 e l’8 novembre del
DE VALENCIA Sant’Uffizio venne a conoscenza dell’ac- 1610 a Logroño. Furono accusate di stregone-
Nato a Zafra nel caduto, ordinò un’indagine che portò alla ria ventinove persone, la maggior parte delle
1555 e morto a
Madrid nel 1620, destituzione dell’inquisitore di Barcellona. quali abitava a Zugarramurdi e a Urdax; sei di
Pedro de Valencia L’episodio più grave di caccia alle streghe queste furono consegnate al braccio secola-
fu un rinomato in cui fu coinvolta l’Inquisizione fu quello re per essere bruciate sul rogo, mentre altre
studioso di accaduto nella valle di Baztan all’inizio del cinque vennero“bruciate in effigie”in quanto
letteratura classica
XVII secolo. La lotta alla stregoneria portata erano già morte. Per il tribunale inquisitoriale
e della Bibbia.
Qui sopra è visibile avanti dal giudice Pierre de Lancre nella vi- le accuse erano provate e i responsabili ave-
il suo ritratto. cina regione francese di Lapurdi ebbe delle vano commesso i crimini su incitazione del
ripercussioni anche sugli abitanti del nord diavolo. Le confessioni indotte dalle stesse
della Navarra. Le prime accuse arrivarono al autorità ecclesiastiche portarono a migliaia
tribunale di Logroño nel 1609 e portarono di denunce. Nell’area basco-aragonese si era
all’incriminazione di decine di persone, così scatenata un vera e propria psicosi collettiva.
come alla celebrazione di vari autodafé. Il più
Setta demoniaca
L’azione del tribunale di Logroño rompe-
va con la linea moderata dell’ultimo mezzo
Dopo il 1549 l’Inquisizione secolo. Due degli inquisitori che avevano
della Catalogna non giustiziò promosso i processi del 1609 erano con-
più nessuna fattucchiera vinti che gli accusati facessero parte di una
setta molto più ampia di streghe e stregoni,
STREGA BRUCIATA A DERNEBURG (GERMANIA) NEL 1555. «incentrata sull’apostasia della nostra santa
fede e sull’adorazione del demonio».
GRANGER / AURIMAGES
JUAN CARLOS MUÑOZ / FOTOTECA 9X12

D’altro canto il terzo inquisitore che firmò done con ogni mezzo la diffusione. In questo STREGHE CHE
le sentenze del 1610 non era d’accordo con modo si sarebbe evitata la propagazione di NON APPAIONO
le condanne dei suoi colleghi. Era Alonso voci e la creazione di un clima di panico col- Durante l’ispezione
della valle di Baztan
Salazar Frías, il più famoso avvocato del- lettivo. Come scrisse l’inquisitore Salazar, due assistenti
le streghe della Spagna moderna, anche se «la dissimulazione genera tranquillità». In dell’inquisitore
non l’unico. Nel 1611, dopo una lunga visita seguito a questi rapporti, l’istanza suprema Salazar passarono
nelle zone di Zugarramurdi e Urdax, Salazar ordinò la sospensione dei processi ancora in una notte nel luogo
dove si sarebbe
scrisse dei rapporti profondamente critici e corso presso il tribunale di Logroño e volle
dovuto celebrare
scettici sulla procedura inquisitoria. L’uma- concedere una sorta di riparazione alle vit- un sabba e non
nista Pedro de Valencia si espresse in termini time, ordinando la rimozione dei sambenitos videro nessuno.
simili nel Discorso sulle storie di streghe e (abiti penitenziali) esposti nella chiesa, in
sui fatti riguardanti la magia che presentò quanto ritenuti disonorevoli per i familiari.
all’inquisitore generale.
Questi rapporti critici ispirarono nuo- La fine delle persecuzioni
ve istruzioni che la direzione inquisitoriale I requisiti probatori stabiliti nel 1614 rese-
pubblicò nell’agosto del 1614. In esse, senza ro la stregoneria un’eresia molto difficile
negare la reale possibilità di voli e riunioni da provare per l’Inquisizione. Si evitarono
notturne di streghe, si stabiliva la necessità così altre condanne a morte come quelle del
di un’analisi critica delle prove e delle testi- 1610, ma ciò non impedì che in Spagna si
monianze, e la non validità delle confessioni continuassero a verificare episodi di caccia
ottenute con l’uso della tortura e della co- alle streghe simili a quelli registrati in altri
ercizione. L’Inquisizione aggiungeva anche Paesi europei. La stregoneria era un crimine
un’altra raccomandazione: mantenere il si- di giurisdizione mista, cioè se ne poteva-
lenzio sui fatti attribuiti alle streghe, evitan- no occupare sia i tribunali ecclesiastici sia

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 89


3

PITTURA E STREGONERIA ella prima metà del XVII secolo gli episodi di
caccia alle streghe ispirarono molti pittori che

UN SABBA rappresentarono i sabba. L’olio qui sopra è


dell’artista olandese Frans Francken il Giovane e appar-
tiene a una serie sullo stesso soggetto realizzata nel-

INFERNALE la prima decade del secolo. Si ritiene che si riferisca a


un caso reale, quello di una donna di Strasburgo che fu
1
2

LA CUCINA DELLE STREGHE.


OLIO DI FRANS FRANCKEN
IL GIOVANE. BAYERISCHEN
RMN-GRAND PALAIS

STAATSGEMÄLDESAMMLUNGEN,
NEUBURG.

bruciata ad Anversa nel 1603. Nel dipinto appaiono di- alcune in volo su delle scope 3, mentre altre due passano
versi elementi caratteristici delle storie fantastiche che per il camino 4. Diverse donne rivolgono preghiere a un
circolavano sui rapporti intrattenuti dalle fattucchiere demone appollaiato su un tripode 5, mentre accanto
con i demoni. Due giovani donne sembrano prepararsi a loro altre preparano una pozione in un calderone 6,
a giacere con il diavolo 1. Una vecchia strega sta appli- per la quale potrebbero aver usato gli strani ingredienti
cando un unguento sulla schiena di una giovane 2, per che l’artista mostra in primo piano, tra cui un rospo e un
consentirle di volare. Attraverso la finestra se ne vedono mostro con un occhio solo 7.
L’INQUISIZIONE ROMANA

ROMA SEGUE
L’ESEMPIO SPAGNOLO

I
n Italia l’Inquisizione romana dimostrò la stessa mo-
derazione di quella spagnola nel trattare la stregone-
ria come un’eresia. Nella sua Storia dell’Inquisizione
(1974) Henry Charles Lea evidenzia a tal proposito
le raccomandazioni date ai giudici dall’organo supremo
dell’Inquisizione romana, nelle quali viene prescritta
una procedura «ampiamente basata sulle istruzioni
dell’Inquisizione spagnola pio, Gregorio XV emanò
del 1614». Così, l’uso della una bolla, la Omnipotentis
tortura era limitato e non dei, che aggravava le pene
poteva essere accolta la contro le streghe e gli stre-
testimonianza di coloro goni: se i loro atti avevano
che affermavano di essere causato una morte (per
stati a un sabba, perché esempio, di un bambino),
la si considerava frutto di sarebbero stati consegna-
un’illusione. Curiosamente ti al braccio secolare per
erano i papi i più convinti essere giustiziati, mentre
dell’esistenza della strego- chi aveva provocato lesioni
neria e della necessità di personali o danni ai raccolti
punirla con la massima se- e al bestiame avrebbe rice-
verità. Nel 1623, per esem- vuto l’ergastolo.

DEA / ALBUM

ESECUZIONE quelli civili. Nella penisola iberica, come nel delle alte corti reali permise di frenare, e in
DI UNA STREGA resto d’Europa, furono le corti secolari a di- molti casi di bloccare completamente, queste
L’olio di Francisco mostrarsi più attive e feroci nella repressio- persecuzioni collettive. In ogni caso, a partire
Goya riprodotto
sopra illustra ne di tale crimine. Anche se l’Inquisizione dal 1630, i processi di massa diminuirono in
l’animosità che la ne rivendicava la giurisdizione esclusiva, tutto il territorio spagnolo.
figura della strega molti episodi sfuggivano al suo controllo.
poteva suscitare Tra il 1614 e il 1622, nel principato di Ca- La gente accusa
tra la popolazione.
talogna si scatenò una dura persecuzione, Nonostante questo declino, l’Inquisizione
Alte Pinakothek,
Monaco di Baviera. portata avanti da cacciatori di streghe “pro- continuò a intervenire nei casi di strego-
fessionisti”, sacerdoti creduloni e autorità ci- neria in quanto li considerava crimini di
vili, e che si tradusse in esecuzioni collettive superstizione. Ancora nel luglio del 1700
ordinate dai tribunali locali. Anche in altre l’inquisitore generale esortava i colleghi
regioni spagnole le autorità civili condan- di Logroño a dedicarsi con particolare at-
narono diverse donne al rogo con l’accusa di tenzione alla persecuzione e al castigo del-
stregoneria. L’intervento dell’Inquisizione e le streghe e delle fattucchiere presenti in
quella zona, dopo
che erano arrivate
denunce da parte di
Nel 1700 l’inquisitore famiglie «colpite da
generale sollecitò un malefici a causa di
intervento contro le streghe alcuni incantesimi
attribuiti a queste
CACCIA ALLE STREGHE A SALEM (MASSACHUSETTS) NEL 1693. persone». Tra il 1700
e il 1750 il tribunale
PEABODY ESSEX MUSEUM / BRIDGEMAN / ACI
NATALINO RUSSO / FOTOTECA 9X12

di Logroño istruì una cinquantina di pro- procedere. Poco dopo tre uomini, spaccian- VISTA DI
cessi per sospetti di stregoneria. Eppure la dosi per giudici, rapirono le due donne e, per LOGROÑO
riluttanza dell’Inquisizione a intervenire in costringerle a confessare di essere streghe e Il tribunale
dell’Inquisizione
casi del genere non era sempre ben accolta a rivelare i nomi delle loro complici, le sotto- stabilito a Logroño
dalle comunità locali. Nel 1735 gli abitan- posero a vari tipi di maltrattamento e tortura, tra il 1570 e il 1820
ti della cittadina di Limpias, in Cantabria, tra cui gettarle in una fossa con le mani e i aveva giurisdizione
denunciarono alcune compaesane per stre- piedi legati e fingere di seppellirle vive. su Navarra, Paesi
Baschi, La Rioja e le
goneria, ma l’Inquisizione di Logroño si ri- Episodi come questo rivelano che nel
province di Burgos
fiutò di perseguirle. Il parroco, il giudice XVIII secolo la credenza nella stregoneria e Cantabria.
e le autorità municipali espressero il loro era ancora profondamente radicata nella
disappunto, considerando che la punizione vita quotidiana della gente comune, per
di quelle donne sarebbe servita da esempio quanto non sia facile individuare i casi quan-
alle altre e sottolineando quanto fosse «im- do questi non venivano registrati da tribu-
portante per il bene pubblico emendare lo nali come quelli dell’Inquisizione.
scandalo» che avevano provocato. MARINA TORRES ARCE
In alcune occasioni erano gli stessi abitan- STORICA

ti del luogo a fare pressione sulle presunte


streghe per costringerle a incriminarsi. A Per SAGGI
Caccia alle streghe
Bilbao, nel 1704, le monache del convento saperne Marina Montesano. Salerno, Roma, 2012.
di Santa Clara denunciarono all’Inquisizio- di più La caccia alle streghe in Europa
Brian P. Levack. Laterza, Roma-Bari, 2012.
ne di Logroño María de Arteaga e sua figlia Calibano e la strega. Le donne,
María de Telleche, con l’accusa di praticare il corpo e l’accumulazione originaria
Silvia Federici.
la stregoneria e di provocare malattie e altri Mimesis, Sesto San Giovanni (MI), 2015.
mali, ma il tribunale non trovò motivi per

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 93


EMBLEMA
DELL’INQUISIZIONE
SPAGNOLA.
DOCUMENTA / ALBUM

L’INQUISIZIONE
INDAGA SU
UN SABBA
Nel 1609 l’Inquisizione ordinò l’interrogatorio dei testimoni
in merito all’episodio delle streghe di Zugarramurdi
per verificare la credibilità delle loro versioni

uando nel 1609 si sep- lative alle riunioni notturne e ai - Si ungono per andare alle sud-
pe delle prime retate di malefici che vi si realizzavano. A dette riunioni? In che parti?
presunte streghe nel- questo scopo inviarono un meti- - Sono sicure di andare fisicamen-
la valle di Baztan, i capi dell’In- coloso questionario all’Inquisi- te a tali riunioni, o si addormenta-
quisizione di Madrid ordinarono zione di Logroño, di cui qui sotto no con l’unguento, e tali cose s’im-
l’esame delle testimonianze re- si presenta un estratto. primono nella loro immaginazione
o fantasia?
Domande da porre alle
imputate e ai testimoni L’inquisitore Alonso de Salazar
nelle questioni di Frías percorse per otto mesi un
ERICH LESSING / ALBUM

stregoneria ampio territorio tra Navarra,


- In che giorni si tenevano i loro Guipúzcoa e Álava, interrogan-
incontri? do più di 1.800 persone alle qua-
- Quanto tempo vi rimanevano? li pose le domande prescritte dal
- A che ora andavano e torna- tribunale supremo. I risultati con-
vano? fermarono i suoi sospetti sulla to-
- Mentre erano lì, o andavano, tale mancanza di fondamento del-
o tornavano, sentivano orolo- le storie sui sabba e sugli incontri
gi, campane o cani o galli dal con il diavolo. La sua conclusio-
luogo più vicino? ne fu: «Non ho trovato certezze
- Erano vestite o nude? Dove la- e nemmeno indizi da cui dedur-
sciavano vestiti? Li ritrovavano re alcun atto di stregoneria real-
nello stesso posto o altrove? mente e fisicamente avvenuto in
- Quanto tempo impiegavano per termini di partecipazione a sabba,
andare dalle loro case al luogo del- assistenza a essi, danni o altri ef-
INQUISITORE. le riunioni? fetti a cui si fa riferimento».
DETTAGLIO DI UN
DIPINTO DI JEAN-PAUL
LAURENS. XIX SECOLO.
SABBA DELLE STREGHE
RAPPRESENTATO DAL
TEDESCO HANS BALDUNG
GRIEN. INCISIONE SU
LEGNO. 1510.

HERBERT BOSWANK / RMN-GRAND PALAIS


PRIMA DELLA TRAGEDIA
L’arciduca e sua moglie lasciano
il municipio di Sarajevo; sarebbero
stati assassinati poco dopo a
bordo dell’auto su cui stanno
per salire, come ricostruito sulla
prima pagina di La Domenica
del Corriere d’inizio luglio.
LOOK AND LEARN / BRIDGEMAN / ACI

1914
ATTENTATO
A SARAJEVO
L’OMICIDIO CHE CAMBIÒ LA STORIA
La mattina del 28 giugno 1914
un gruppo di giovani bosniaci
assassinò a Sarajevo l’arciduca
Francesco Ferdinando, erede
della Corona d’Austria-Ungheria,
e sua moglie Sophie Chotek.
STEFANO BIANCHETTI / GETTY IMAGES

L’evento segnò l’inizio della


Prima guerra mondiale
SARAJEVO IN UNA
FOTO SCATTATA
INTORNO AL 1914.

Lungofiume Appel

Municipio

ALAMY / ACI

SARAJEVO, IL PONTE LATINO


DI SARAJEVO E, SULLA
LA CAPITALE DESTRA, L’ANGOLO
DOVE PRINCIP SPARÒ

DELLA BOSNIA
ALL’ARCIDUCA.

D a quando nel 1878 la Bosnia era passa-


ta sotto il controllo austro-ungarico, gli
Asburgo avevano trasformato Sarajevo in una
vetrina dell’efficienza della loro amministrazione:
non scomparvero né i bazar né le moschee, ma
fu costruita una nuova città con tribunali, scuo-
ELVIS BARUKCIC / GETTY IMAGES

le, un altro municipio e un tram elettrico prima


della stessa Vienna. La Miljacka fu incanalata
e dotata di un ampio viale sulla sua riva nord, il
lungofiume Appel, costeggiato da nuovi edifici.
Qui sarebbe avvenuto l’attentato.
N
ella soleggiata mattina di domenica 28 giugno
1914 i destini di due uomini s’incrociarono
tragicamente a Sarajevo, la capitale della
montagnosa provincia balcanica della
Bosnia-Erzegovina. Niente avrebbe po-
tuto far presagire che le loro strade un giorno si sareb-
bero incontrate. Uno, l’arciduca Francesco Ferdinando,

I
/ AC
MY
ALA
era l’erede cinquantenne dell’impero au- di Francesco Giuseppe in un momento in
stro-ungarico e possedeva un’immensa cui l’impero cominciava ad affrontare una
fortuna; l’altro, il diciannovenne Gavrilo crisi esistenziale. Il sovrano governava uno
Princip, era figlio di un postino e proveniva stato diviso tra Austria e Ungheria, territori
da un’umile famiglia di contadini della regio- che, a parte il monarca, avevano in comune
ne. Non aveva risorse economiche ed era de- solo i ministeri della guerra, degli affari esteri
terminato a sferrare un colpo alla monarchia e delle finanze. Questa fragile unità, basata FRANCESCO
austro-ungarica, che sei anni prima aveva sul dominio politico di austriaci e magiari GIUSEPPE I
annesso la Bosnia-Erzegovina, per scuoterne sugli altri popoli che abitavano l’impero, era In 25 anni
l’imperatore
le fondamenta e risvegliare la coscienza degli minacciata dall’ascesa del nazionalismo sla-
assistette al
slavi, fossero essi serbi, croati o bosgnacchi vo, in particolare della Boemia a nord e della suicidio del
(bosniaci musulmani), incitandoli alla rivolta Serbia a sud. Quest’ultima aveva trasformato figlio Rodolfo,
contro gli occupanti. Quel colpo fu l’omici- la Bosnia-Erzegovina in una polveriera. all’omicidio della
dio dell’arciduca. Per capire le radici di questa situazione bi- moglie Sissi e a
quello del nuovo
sogna tornare indietro di quasi quarant’an- erede, Francesco
Le ragioni di un attentato ni, quando la vittoria dell’impero russo su Ferdinando.
Francesco Ferdinando non era inizialmente quello ottomano, unita a una grande rivolta
destinato al trono, e nemmeno a vivere a lun- dei popoli balcanici sottomessi ai turchi – a
go: per un certo periodo si temette che potes- cui parteciparono anche il nonno e il padre
se morire di tubercolosi. Invece sopravvisse di Princip – permise a Bulgaria, Romania,
alla malattia, al figlio dell’anziano imperatore Montenegro e Serbia di ottenere l’indipen-
Francesco Giuseppe – suo cugino Rodolfo, denza. I leader serbi coltivavano il sogno di
erede al trono, si suicidò per amore – e al una grande Serbia che includesse nei suoi
suo stesso padre, fratello dell’imperatore, che confini tutti gli slavi dei Balcani sotto la sua
era l’erede diretto in linea di successione e egemonia. Questo ideale aveva però subito
morì di febbre tifoide nel 1896. L’arciduca un duro colpo nel 1908, quando l’Austria-
divenne così inaspettatamente il successore Ungheria aveva annesso la Bosnia-Erzegovina,

C R O N O LO G I A
Marzo Maggio-giugno 28 giugno Ottobre
IL COLPO Gavrilo Princip La Mano Nera, A Sarajevo Si celebra il
concepisce l’idea un’organizzazione Princip uccide processo per
CHE di assassinare ultranazionalista l’arciduca l’attentato.
SCOSSE l’erede alla
Corona austro-
serba, offre il
suo appoggio
Francesco
Ferdinando
Princip è
condannato
L’EUROPA ungarica. a Princip. e sua moglie. all’ergastolo.

UN’EDIZIONE STRAORDINARIA DEL BOSNISCHE POST DI SARAJEVO RACCONTA DELL’ATTENTATO IL GIORNO STESSO.
ELVIS BARUKCIC / GETTY IMAGES
AUSTRIA

UNGHERIA

ROMANIA

Bosnia-Erzegovina
SERBIA

THE PRINT COLLECTOR / AGE FOTOSTOCK

IL PROGETTO LA MONARCHIA
DEL DANUBIO

POLITICO La mappa qui sopra,


stampata nel 1902,

DELL’ARCIDUCA
mostra l’impero
austriaco e il regno
d’Ungheria; la

F rancesco Ferdinando progettava di mo-


dificare il dualismo della monarchia
austro-ungarica inglobando gli slavi su un piano
Bosnia non è ancora
stata annessa.

di parità con gli austriaci e i magiari per evitare L’AQUILA


che l’esplosione del nazionalismo slavo distrug- IMPERIALE
gesse l’impero. Questo schema, noto come tria- Emblema della
lismo, era osteggiato da gran parte delle élite monarchia dualista,
l’aquila bicipite
austriache; dagli ungheresi, che avrebbero visto
stringe negli artigli
diminuire il loro peso nei processi decisionali GES lo scettro, la spada
IMA
dell’impero; e dalla Serbia, che aspirava a unifi- GE
/G
ET TY
e il globo, simboli
ITA
care tutti gli slavi dei Balcani sotto la sua egida. HER del potere.
formalmente ancora ottomana, ma che degli
accordi internazionali avevano posto sotto la
tutela dell’impero dal 1878. Su quel territo-
rio, la cui popolazione era composta da bo-
sgnacchi, croati e circa il 43 per cento di serbi
– come la famiglia di Princip – si proiettava-
no le ambizioni della Serbia, che aveva con-
siderato l’annessione un affronto. La furiosa
reazione nazionalista suscitata dall’evento
portò, nel 1911, alla fondazione dell’organiz-
zazione Unificazione o Morte, meglio co-
nosciuta come Crna Ruka – Mano Nera – e
guidata dall’ufficiale Dragutin Dimitrijević, MEMBRI DELLA
RESISTENZA SERBO-
nome in codice Apis, un uomo che aveva una BOSNIACA TRA
profonda influenza sull’esercito. Lo scopo CUI ŽERAJIĆ.
ALAMY / ACI

della Mano Nera era l’unificazione di tutti i


serbi con ogni mezzo necessario.
D’altra parte l’annessione aveva suscitato
grande riprovazione anche nella stessa Bo- BOGDAN ŽERAJIĆ, IL MARTIRE
snia-Erzegovina. Princip, che nel 1907, a tre-
dici anni di età, aveva lasciato il suo villaggio DOPO AVER FALLITO l’attentato contro il governatore Varesanin ed
natale per andare a studiare a Sarajevo, capi- essersi suicidato nel 1910, Žerajić, membro della Giovane Bosnia,
tale della provincia, provò un’indignazione fu sepolto in una tomba senza nome a Sarajevo. Ma il luogo della
sepoltura divenne ben presto una meta di pellegrinaggio per i gio-
che si sarebbe trasformata in rabbia a causa
vani ribelli bosniaci: sia Gavrilo Princip sia Nedeljko Čabrinović lo
delle precarie condizioni di vita della popo-
visitarono la notte prima dell’attentato.
lazione contadina, alla quale lui stesso ap-
parteneva (sei dei suoi fratelli erano morti da
bambini), e della mancanza di diritti politici.
Come lui, centinaia di giovani si opponevano
al dominio coloniale austro-ungarico e aspi- A Sarajevo Princip divorava letteratura ri- UN TRIONFO
ravano a passare all’azione. Molti facevano voluzionaria (socialista, anarchica, nazio- SERBO
parte della Giovane Bosnia, una costellazio- nalista) e partecipava alle manifestazioni Questa medaglia
d’oro commemora
ne di gruppi che promuoveva la resistenza studentesche contro il dominio straniero, la vittoria della
contro le autorità asburgiche. pur mantenendo sempre un carattere chiuso e Serbia sugli
solitario. Man mano che il suo interesse per la ottomani nella
L’azione diretta politica cresceva i suoi voti calavano, mentre Prima guerra
Per molti membri della Giovane Bosnia la i professori, consapevoli delle sue inclina- balcanica (1912).
violenza costituiva uno strumento legittimo zioni politiche, lo maltrattavano. Nel 1912 fu
con cui rispondere all’oppressione, e fu pro- espulso e decise di andare a completare la
prio l’atto violento di uno di loro che avreb- sua formazione a Belgrado: fu proprio lì
be segnato la strada poi seguita da Princip. che il giovane ribelle divenne un as-
Il 15 giugno 1910 il ventiquattrenne Bogdan sassino. La Serbia era ormai il centro
Žerajić sparò cinque colpi al governatore della del panslavismo balcanico e il rifu-
Bosnia-Erzegovina sul Kaiser-Brücke (ponte gio di tutti i perseguitati in Bosnia;
dell’Imperatore), sul fiume Miljacka, nel cen- Belgrado era una calamita capace di
tro di Sarajevo. Non riuscì però a ucciderlo e attirare a sé decine di giovani che
con l’ultimo proiettile si suicidò. Žerajić di- vi si trasferivano per studiare e per
venne per Princip un esempio della devozione poter esprimere liberamente le pro-
I
AC
Y/
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AL
alla causa della liberazione della Bosnia. prie aspirazioni politiche. Molti di loro ILI
C/
N
GA
DRA
MAPPA DELLA
CITTÀ DI SARAJEVO
PUBBLICATA IN
GERMANIA NEL 1906.

2
1 4
3

SHUTTERSTOCK

IL VIALE IL VEICOLO DEGLI

DEGLI
ARCIDUCHI GIRA VERSO
IL LUOGO DOVE PRINCIP
LI STA ASPETTANDO.

ASSASSINI
L a comitiva dell’arciduca doveva tran-
sitare necessariamente per il lungo-
fiume Appel, il viale dove si erano appostati
Princip e i suoi compagni. La visita iniziò con
una breve sosta alla caserma militare della
città 1, per poi proseguire lungo la Miljacka
fino al municipio 2. Gli arciduchi subirono
il primo attentato 3 accanto al ponte della
STR / GETTY IMAGES

Cumurija; poi, dopo aver lasciato il municipio,


sarebbero caduti davanti al ponte Latino 4,
vittime dei proiettili di Princip.
si arruolarono come combattenti irregolari
nelle Guerre balcaniche del 1912 (contro gli
DRAGUTIN
DIMITRIJEVIĆ L’OMBRA
IN UNA FOTO
ottomani) e del 1913 (contro la Bulgaria), dalle
quali la Serbia uscì con il doppio di popola-
SCATTATA
INTORNO
OSCURA
zione e di territorio.
AL 1900.
DI APIS
Princip, che aveva provato ad arruolarsi nel
1912 ma era stato respinto a causa della sua NEL 1914 Dragutin Dimitrijević
debole costituzione, andò a vivere a Belgrado aveva ancora in corpo i tre pro-
con molti altri studenti ed ex combattenti iettili che lo avevano colpito nel
bosniaci delle due guerre precedenti. Fu allora 1903, quando lui e altri militari
che gli si presentò l’occasione di dimostrare avevano assassinato e mutilato
l’impopolare re Alessandro I
chi era veramente, al di là dell’immagine di
e sua moglie per mettere sul
«un tipo completamente rovinato dallo stu- trono Pietro I Karad¯ord̄ević.
dio smodato della letteratura» che gli altri Da allora i cospiratori erano
avevano di lui. Come avrebbe detto agli inve- diventati un potere de facto
stigatori dopo l’attentato: «Fingevo di essere all’interno dello stato ser-
una persona debole, anche se non lo ero». bo, ancor più dopo aver
fondato nel 1911 la Mano
Il complotto Nera, il cui primo obiettivo
A metà marzo del 1914 Princip era seduto in dopo le Guerre balcaniche
uno dei caffè dove si riunivano studenti ed era la liberazione (o, in altre
ex combattenti di origine bosniaca, in com- parole, l’annessione alla Serbia)
della Bosnia-Erzegovina. Qui
pagnia del suo amico Nedeljko Čabrinović,
l’organizzazione incoraggiava
che gli mostrò un ritaglio di giornale appe-
l’attività di guerriglia contro gli
na ricevuto. L’articolo annunciava che l’e- austro-ungarici.
ALAMY / ACI

rede alla Corona asburgica avrebbe visitato


Sarajevo il 28 giugno, dopo aver supervi-
sionato le manovre militari che lì avrebbero
avuto luogo quello stesso mese. Princip con-
cepì immediatamente il piano di attentare dei capi dell’organizzazione. Apis avrebbe in L’ARMA
alla vita del futuro imperatore. seguito affermato che tutta la congiura era DI PRINCIP
Per riuscirci aveva bisogno di complici, opera della Mano Nera, di cui anche Princip La Browning FN
Modèle 1910
armi, denaro e della copertura necessaria avrebbe fatto parte. Ma gli obiettivi politici semiautomatica,
per entrare clandestinamente in Bosnia della società (l’unificazione degli slavi del sud prodotta in Belgio,
dalla Serbia. Scelse quindi due compagni sotto l’egemonia serba) erano molto diversi era in dotazione
serbo-bosniaci residenti a Belgrado: lo stu- da quelli di Princip, che credeva in uno stato agli ufficiali serbi;
oggi quest’arma è
dente Trifko Grabež e lo stesso Čabrinović, in grado di accogliere serbi, bosgnacchi e
conservata presso
che lavorava come tipografo. A tutto il resto croati su un piano di parità. il museo di storia
avrebbe provveduto la Mano Nera. Non fu Ciganović procurò ai rivoltosi sei bombe e militare di Vienna.
però l’organizzazione a pianificare l’attentato, quattro pistole, insegnò loro a sparare in un
come spesso si afferma: essa si limitò a dare bosco e mise a disposizione i soldi per coprire
appoggio a un complotto caratterizzato dal le spese del viaggio fino a Sarajevo. Princip,
dilettantismo, di cui la cosa più sorprendente Grabež e Čabrinović lasciarono Belgrado il
è che sia andato a buon fine. 28 maggio. Grazie all’appoggio della Ma-
A fornire le armi a Princip fu Milan Ci- no Nera poterono contare sulla
ganović, un ex combattente serbo-bosniaco complicità dei doganieri
legato alla Mano Nera che, per effettuare la serbi per attraversare
consegna, poté contare sull’acquiescenza del la Drina, il fiume che
AL
AM

comandante serbo Vojislav Tankosić, uno costituiva il confine


Y/
AC
I
LA CITTÀ DOVE TUTTO È COMINCIATO
Sarajevo è stata vittima di un terribile assedio
tra il 1992 e il 1996, durante la Guerra di
Bosnia. Il vecchio municipio visitato dagli
arciduchi è stato distrutto dalle bombe
e ricostruito al termine del conflitto.
KEMAL BECIREVIC / GETTY IMAGES
L’ATTENTATO
RAFFIGURATO
DAL PITTORE FELIX
SCHWORMSTÄDT.

LEEMAGE / GETTY IMAGES

OMICIDIO A
BRUCIAPELO
Q uando l’auto degli arciduchi si fermò da-
vanti a Princip, questi era circondato dalla
folla e decise quindi di non gettare la bomba che
aveva alla cintura. Estrasse invece la pistola e
sparò due volte quasi a bruciapelo. Il primo pro-
iettile colpì l’arciduca alla giugulare. Il secondo
attraversò la portiera dell’auto e penetrò nell’ad-
dome dell’arciduchessa, recidendole l’arteria
gastrica. L’arciduca riuscì ancora a sussurrare
alla moglie: «Sophie, Sophie! Non morire! Vivi
UHA / GETTY IMAGES

per i nostri figli!».

L’ARRESTO DI PRINCIP IN UNA FOTO PESANTEMENTE RITOCCATA.


con la Bosnia; sull’altra sponda dei conta-
dini serbo-bosniaci li aiutarono a raggiun-
gere Tuzla attraverso i campi. Lì presero un
treno con cui arrivarono in città il 4 giugno.
In precedenza Princip aveva scritto al suo
vecchio amico Danilo Ilić, che viveva nella
capitale bosniaca ed era un membro della
Giovane Bosnia, chiedendogli di trovare altri
complici per garantire il buon esito dell’atten-
tato. A maggio Ilić reclutò altre tre persone:
un falegname bosniaco musulmano di circa
ventisei anni, Muhamed Mehmedbašić, che
era già stato coinvolto in un complotto della I CURIOSI SI
ACCALCANO
Mano Nera per uccidere il generale Potiorek,
BPK / SCALA, FIRENZE

DAVANTI AL BUCO
DELLA BOMBA
allora governatore della Bosnia-Erzegovina, DI ČABRINOVIĆ.
e due studenti: Cvjetko Popović, di diciotto
anni circa, e Vaso Čubrilović, di diciassette.
Il 14 giugno Ilić andò a ritirare le armi che
Princip aveva affidato a un uomo d’affari di CON L’AIUTO DELLA FORTUNA
Tuzla. Con il passare del tempo però stava
iniziando ad avere dei dubbi in merito all’at- IL SUCCESSO DEI CONGIURATI non fu dovuto alla loro esperienza
tentato: temeva che avrebbe causato grandi nell’utilizzo delle armi. Princip, Čabrinović, Mehmedbašić e Grabež
sofferenze ai serbi sottoposti al dominio avevano ricevuto solamente un addestramento di base nell’uso delle
pistole. Danilo Ilić aveva insegnato a Popović e Čubrilović a sparare
austro-ungarico, e che l’azione politica fosse
all’interno di un tunnel e gli aveva fornito altre due pistole la notte
più efficace del terrorismo. Ne discusse con
prima del crimine. Nessuno dei sei aveva dimestichezza con le bombe.
Princip, ma alla fine decise di andare avanti
con il piano per non lasciare da solo l’amico.
Domenica 28 giugno il sole splendeva a
Sarajevo. Francesco Ferdinando e sua moglie,
la contessa Sophie Chotek, incinta del quarto to in Bosnia. Quando il corteo di sei veicoli UNA GRÄF & STIFT
figlio, avrebbero partecipato a un ricevimento passò davanti a Mehmedbašić, il primo dei DECAPPOTTABILE
Il veicolo su cui
in municipio e poi visitato il museo locale. congiurati, questi pensò di avere un poliziotto
viaggiavano gli
Sarebbero arrivati a Sarajevo da Ilidza, una vi- dietro di sé e non estrasse la sua bomba. Lo arciduchi
cina località termale. Il programma prevedeva fece invece Čabrinović, che la lanciò contro apparteneva
che il corteo che li accompagnava percorres- lo stulphut, il copricapo con le piume ver- al conte Harrach,
se due volte il lungofiume Appel, un ampio di dell’arciduca che era nella terza macchi- che era con loro.
Oggi è conservato
viale parallelo alla Miljacka, il corso d’acqua na. L’ordigno colpì la capote arrotolata della presso l’Heeres-
che divide in due Sarajevo: prima per andare geschichtliches
dalla stazione al municipio e poi da lì al museo. Museum di Vienna.
I sei uomini armati – Mehmedbašic´,
Čubrilović, Čabrinović, Popoviić, Princip e
Grabež – si misero in agguato lungo il viale,
mescolandosi alla folla che acclamava gli arci-
duchi. Per mostrare la vicinanza della Corona
al popolo bosniaco, il percorso non era stato
transennato dall’esercito e le autorità locali
avevano mobilitato solo 150 poliziotti. La IAN G
. DA G N
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ALAM
possibilità di un attentato era nell’aria e aveva Y / AC
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spinto la contessa ad accompagnare il mari-


IN CARCERE
Princip e Čabrinović,
insieme ad altre persone
coinvolte, vengono portati
nell’aula del tribunale
dove quattro mesi dopo
si sarebbe svolto il
processo per l’attentato.
MAIDUN COLLECTION / ALAMY / ACI
vettura e cadde a terra, esplodendo al passag-
gio dell’auto successiva e ferendo diverse per-
sone. Erano le 10:10 del mattino. Le macchine
accelerarono e gli altri congiurati non fecero
in tempo a estrarre le armi. Čabrinović cercò
di fuggire attraverso la Miljacka (in estate, il
fiume era quasi a secco), dove però fu arre-
stato. Tentò d’ingoiare la capsula di cianuro
che tutti loro avevano con sé per suicidarsi
in caso di arresto, ma riuscì solo a provocarsi
delle bruciature alla bocca e alla gola.
Nonostante il fallito attentato, l’arciduca
non volle mostrarsi spaventato e partecipò SEAN GALLUP / GETTY IMAGES

al ricevimento in municipio con la moglie.


Si decise però di modificare l’appuntamento
successivo: alle 10:45 , invece di entrare in città
per andare al museo, la coppia imperiale per-
corse il lungofiume Appel fino all’ospedale per
visitare i feriti dell’attentato. Ma nessuno in- UNA CAPPELLA ALLA MEMORIA
formò del cambio di programma il conducente
dell’auto in testa al corteo, che quindi lasciò il I RESTI DI PRINCIP, morto in una prigione austro-ungarica, furono por-
lungofiume come inizialmente previsto. E lì, tati a Sarajevo nel 1920 per essere sepolti ufficialmente in una tomba.
all’angolo con Appel, accanto al muro del Café Nel 1939 vennero trasferiti nella cappella dove riposano ancora oggi
insieme a quelli di Trifko Grabež, Nedeljko Čabrinović, Danilo Ilić e
Moritz Schiller, c’era Princip che aspettava
altre sei persone che li aiutarono a raggiungere Sarajevo. Si trovano
pazientemente il passaggio delle macchine,
qui anche i resti dell’uomo che li aveva ispirati, Bogdan Žerajić.
secondo quanto pubblicamente annunciato.
Potiorek gridò all’autista di fare retromar-
cia, una manovra di una certa complessità
che richiedeva d’invertire le cinghie di tra-
smissione dell’auto. Princip non esitò e sparò bašić e Ilic´, che fu impiccato. Čabrinovic´ e IL RIPOSO
due proiettili: uno all’arciduca e uno diretto Princip morirono in prigione di tubercolosi. DEFINITIVO
a Potiorek, che però colpì all’addome l’ar- Non si può affermare che l’attentato fu la La cappella che
ospita i resti di
ciduchessa. Gli arciduchi risultarono feriti causa della Prima guerra mondiale. A preci- Princip e di altri
mortalmente: Francesco Ferdinando era stato pitare il conflitto fu la decisione dell’Au- congiurati si
colpito alla giugulare, anche se chi gli stava stria-Ungheria di usare l’omicidio come trova nel cimitero
intorno non se ne rese conto perché il sangue pretesto per attaccare la Serbia, nel tentativo di San Marco,
gli scorreva sotto l’uniforme; e Sophie aveva di porre fine al suo ruolo di agitatrice tra gli a Sarajevo.
una lesione all’addome. Morirono nel giro di slavi del sud. Ciò mise in moto il sistema di
pochi minuti. Princip ingoiò il cianuro, ma alleanze delle potenze europee, il cui auto-
anche nel suo caso gli provocò solo brucia- matismo trascinò l’Europa nel più terribile
ture. Si puntò allora la pistola alla testa, ma conflitto conosciuto fino a quel momento.
gli venne strappata di mano dalla folla. JOSEP MARIA CASALS
Tutti i partecipanti all’attentato e colo- STORICO

ro che li avevano aiutati in Bosnia – tranne


Mehmedbašić, che riuscì a fuggire e si rifugiò Per SAGGI
I sonnambuli. Come l’Europa
saperne arrivò alla Grande guerra
in Montenegro – sarebbero stati arresta- di più Christopher Clark. Laterza, Roma-Bari, 2013.
ti. Ma la legge impediva di applicare la pena Una mattina a Sarajevo.
28 giugno 1914
capitale ai minori di vent’anni. Gli unici a David J. Smith. LEG Edizioni, Gorizia, 2014.
superare quell’età erano il fuggiasco Mehmed-
UNA RETE
D’INTRIGHI
E COMPLOTTI
A
ll’indomani dell’attentato sorse la questione di
quanto sapesse il governo serbo del complotto.
Sembra certo che il primo ministro Nikola Pašić
fosse a conoscenza del piano e, tra l’altro, cercò di
avvertire l’Austria-Ungheria tramite Jovan Jovanovic,
l’ambasciatore serbo a Vienna, che il 21 giugno incontrò
Leon Bilinski, il ministro delle finanze austro-ungarico.
Ma il suo avvertimento fu molto ambiguo: disse che
forse qualche coscritto bosniaco delle truppe imperiali NIKOLA PAŠIĆ, PRIMO MINISTRO
SERBO, NEL 1904 CIRCA.
avrebbe potuto «caricare una pallottola nel fucile o CI
/A
nella pistola invece di una cartuccia a salve». Bilinski ALA
MY

non diede alcuna importanza all’osservazione e si


limitò a dire: «Speriamo che non succeda niente».

2 I L G OV ERNO S ERB O
A giugno, l’esecutivo guidato da Nikola Pašić
(sopra), già allertato del complotto, ordinò alle guardie
di frontiera in Bosnia di fermare qualsiasi traffico di
armi ed esplosivi, ma era troppo tardi: Princip, Grabež
e Čabrinović erano già in Bosnia.

4 LE I NDAGI NI
Le indagini austro-ungariche non dimostrarono
che il governo serbo fosse coinvolto nell’omicidio o in
Gavrilo
Princip
che misura fosse a conoscenza del piano, né chiarirono
il ruolo della Mano Nera nella vicenda. Misero però
in luce l’intervento rilevante di Ciganović e Tankosić.
L’EMBLEMA
DELLA MANO
NERA ERA
IL TESCHIO
CON LE TIBIE
INCROCIATE.

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HOT
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ROGER VIOLLET / AURIMAGES

1 A BELGRA D O
Nella foto si possono vedere Princip (a destra)
e Trifko Grabež (a sinistra) con l’ex combattente delle
3 L A M A NO NERA
L’organizzazione probabilmente non pianificò il
complotto, ma si limitò a fornire appoggio per realizzarlo.
guerre balcaniche Djuro Sarac a Belgrado. Sarac, un ex Si era infiltrata così profondamente nell’esercito e nella
studente serbo-bosniaco, era una guardia del corpo del polizia serba da vanificare i tentativi del governo Pašić
comandante Voja Tankosić, leader della Mano Nera. d’impedire il transito di armi e terroristi in Bosnia.

FOTO DEL PROCESSO PER


L’OMICIDIO DEGLI ARCIDUCHI.
INIZIÒ IL 12 OTTOBRE, DURÒ
STR / GETTY IMAGES

11 GIORNI E VIDE 25 IMPUTATI,


TRA ESECUTORI E COMPLICI.
GRANDI SCOPERTE

La tomba
intatta delle
58 donne wari
Nel 2012 gli archeologi hanno rinvenuto a Castillo de Huarmey,
in Perù, i resti di uno splendido mausoleo del periodo preincaico

I
wari erano un popolo dell’area e agli effetti deva-
preincaico la cui capi- stanti delle piogge torren-
P E RÙ
tale, anch’essa nota ziali provocate dal fenome-
Castillo de
come Wari, si trovava Huarmey no climatico di El Niño
nella regione di Ayacucho, LIMA (responsabile di perturba-
in Perù. Proprio da lì pian Wari zioni nelle aree del Pacifi-
piano si espansero nell’in- co centro-meridionale e
tero territorio andino, in orientale) hanno contribu-
quello che alcuni studiosi ito a ridurre il sito in uno
considerano il primo im- stato deplorevole.
pero delle Ande. visitò il posto, ma dovette

ROBERT CLARK / NATIONAL GEOGRAPHIC IMAGE COLLECTION


Uno dei rinvenimenti ben presto abbandonarlo a Compare il mausoleo IL MAUSOLEO.
L’archeologo Roberto
più importanti che riguar- causa di un focolaio di pe- La situazione non ha certo Pimentel controlla
dano questa cultura ebbe ste bubbonica. Da allora gli i n t i m o r i to i l p o l a c c o un rinvenimento
luogo, però, a circa 850 archeologi parvero dimen- Miłosz Giersz né il peru- nell’intricato sistema
chilometri a nord di Wa- ticare la zona; sfortunata- viano Roberto Pimentel, di costruzioni a
ri, nella regione di Ánc- mente i saccheggiatori– o che nel 2010 hanno inizia- Castillo de Huarmey.
ash. In questa zona arida huaqueros – non fecero al- to a scavare nella zona.
situata sulla costa deser- trettanto. Con i loro scavi Entrambi sapevano che,
tica del Perù un’équipe illegali (huaqueos) provoca- anche dopo la rimozione
polacco-peruviana scoprì rono parecchi danni, so- dei detriti, le possibilità
il primo mausoleo wari prattutto a partire dal 1970, di trovare qualche luogo Il sito di Castillo de Huar-
intatto, in un sito archeo- quando un terremoto por- intatto erano minime, ep- mey comprende un grande
logico oggi noto come Ca- tò alla luce diversi preziosi pure non si sono fatti edificio dedicato al culto
stillo de Huarmey. resti attirando ancor di più prendere dallo sconforto, degli antenati, detto mau-
Nel 1919 l’ar- l’attenzione dei ladri. La lo- confidando nel potenziale soleo, un’ampia necropoli
cheologo peruvia- ro intensa attività, unita al- del sito. Il tempo avrebbe e una zona residenziale. Il
no Julio C. Tello lo sfruttamento agricolo premiato la loro tenacia. mausoleo si trova sulla ci-
ROBERT CLARK / NG IMAGE COLLECTION

VII-XI secolo 1970 2010 2012


Periodo di occupazione Un terremoto colpisce Nasce il Proyecto Gli archeologi del
del mausoleo e il sito archeologico e de Investigación PIACH scoprono una
dell’area residenziale lascia allo scoperto Arqueológica camera funeraria
Castillo de Huarmey alcuni dei suoi Castillo de intatta con un ricco
da parte dei wari. involucri funerari. Huarmey (PIACH). corredo all’interno.

UN CAPO WARI SEDUTO SU UNA ZATTERA. CERAMICA RINVENUTA AL CASTILLO DE HUARMEY.


MUMMIE NATURALI
IL CLIMA SECCO della costa desertica peru-
viana è un valido alleato per gli archeolo-
gi, perché i materiali organici come legno
o tessuti, che altrove si deteriorano, qui si
ma di una collina. Scavato apre una serie di nicchie conservano bene. Inoltre i corpi si mum-
parzialmente nella roccia, dove si collocavano gli og- mificano in modo naturale, e in tal modo è
era una struttura rettango- getti cerimoniali. La sala possibile recuperare perfino la pelle.
lare dalla particolare ma- divenne la protagonista
BRACCIO MUMMIFICATO NATURALMENTE AL CASTILLO DE HUARMEY.
gnificenza, con una faccia- delle campagne di scavi del
ta esterna dipinta di rosso. 2012, quando sopra il pa-
Oggi si conserva soltanto vimento fu scoperto un in-
la parte inferiore delle mu- sieme di mattoni crudi es-
ra, che tracciano uno spazio siccati al sole dalla forma
labirintico con più di venti trapezoidale. Questi copri-
locali al suo interno. vano una camera sotterra-
ROBERT CLARK / NG IMAGE COLLECTION

Al centro di tale trama nea al di sotto della quale si


architettonica è presente nascondeva un reperto stra-
una sala presieduta da una ordinario: la prima tomba
sorta di bancale simile a un collettiva mai rinvenuta
trono, sulle cui pareti si di personaggi appartenuti

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 113


GRANDI SCOPERTE

Una signora
2
potente
i resti del personaggio
principale del sito Castillo de
Huarmey appartengono a una
3 donna, il cui ceto elevato risulta
1 evidente dalla qualità degli oggetti
che l’accompagnarono nel viaggio
verso l’aldilà. Anche vestiti e
accessori rivelano uno status
superiore. Indossava abiti di ottima
4 fattura e il lliclla, o scialle, legato
con un tupu (spilla) di metallo 1.
Fu sepolta con indosso tre paia di
6 orecchini 2, inequivocabili simboli
di potere nelle Ande, di solito di
appannaggio maschile. Dietro la
6 schiena nascondeva una scatola
5 di vimini 3 che conteneva utensili
da tessitura in oro e altri oggetti
di lusso. Le braccia presentano
tatuaggi geometrici 4 e, prima che
fosse inumata, il suo volto venne
adornato con il cinabro – o solfuro
di mercurio –, un pigmento rosso
vermiglio di origine idrotermale.

ILLUSTRAZIONE: FERNANDO G. BAPTISTA / NATIONAL GEOGRAPHIC IMAGE COLLECTION

all’élite wari. La sepoltura I corpi erano stati inumati se, e la quinta parte è com- potente, con un ruolo po-
fu ritrovata intatta. in posizione china, seduti, posta da adolescenti. I resti litico importante, e lo di-
La camera funeraria era ed erano avvolti in uno delle wari furono così se- mostra il fatto che fu inu-
formata da un vasto spazio scialle di tessuto bicolore polti: le tre camere piccole mata assieme a tre paia di
e da tre modeste stanze la- (bianco e verde) tenuto as- e laterali accoglievano don- orecchini ad anello, simbo-
terali. Nella parte centrale sieme da una maglia spes- ne di classe sociale più ele- li del potere nel mondo an-
vennero scovati sessanta- sa. Il buono stato di con- vata; in quella centrale è dino e generalmente asso-
quattro “involti” funerari e servazione delle spoglie ha stata rinvenuta la cosiddet- ciati all’élite maschile.
numerose offerte di note- rivelato un’ulteriore sor- ta dama principale, una
vole qualità, che rivelavano presa: nello studiare i cada- donna di circa sessant’anni, Sepolture d’élite
l’alto status veri ci si è accorti che sono sepolta accanto agli oggetti Nella stanza a nord-est so-
degli indivi- tutti femminili: apparten- più ricchi di tutto il sito. no state scoperte una don-
dui lì sepolti. gono a donne di età diver- Era di sicuro una signora na di più di cinquant’anni e
un’adolescente tra i tredici
e i quindici anni, mentre in
N
LECTIO

Tutti i corpi erano femminili; per la quella a sud-est riposava


E COL

un’altra donna di età com-


IMAG

maggior parte corrispondevano a donne


/ NG

presa tra i trentacinque e i


adulte, e per un quinto ad adolescenti
CLARK

quarant’anni. Tutte loro


RT
ROBE

hanno riposato per secoli


SANDALO IN PELLE CON RESTI DI DECORAZIONE POLICROMA. nel sepolcro sigillato.
1 Frammento
di tessuto con
rappresentazioni
antropomorfe.

6  Bottiglie
gemelle che
vennero
sepolte avvolte
in un tessuto.

2 
Orecchino tubolare in oro con la 5 
Quero (coppa cilindrica)
raffigurazione di una creatura alata. scolpito in pietra.

FOTO: ROBERT CLARK / NATIONAL GEOGRAPHIC IMAGE COLLECTION

Assieme ai loro resti, ne- mostra che le donne face- Il tutto venne poi ricoper- trambi portarono fedel-
gli scavi sono stati rinvenu- vano parte della cerchia to con uno strato spesso un mente a termine la missio-
ti più di 1.300 oggetti tra i abbiente dello stato wari. metro e costituito da tren- ne, visto che lì sono stati
quali figurano elementi di Dagli esami è emerso ta tonnellate di pietrisco. rinvenuti da Giersz e Pi-
ogni sorta: gioielli, armi, pure che non tutti i corpi Qui venne posta una trave mentel più di mille anni
utensili per tessere e reci- vennero inumati nello lunga 1,17 metri. dopo: custodivano la tomba
pienti in ceramica, metallo stesso momento: la tomba delle donne più ricche del-
e pietra intagliata. I mate- rimase aperta per un certo Guardiani eterni la zona. Ci saranno altri
riali sono di notevole qua- periodo, e lo tradisce la In ultima istanza seppelli- guardiani dell’eternità che
lità e, all’epoca, alcuni erano presenza di uova di serpen- rono altre due persone, an- aspettano gli archeologi a
considerati di lusso: con- ti e pupe di mosche e sca- ch’esse sacrificate. In que- Huarmey? Solo il tempo
chiglie rosse di Spondylus rafaggi tra i fagotti con le sto caso si trattava di un potrà svelarlo.
(importate dall’Ecuador), salme e perfino nei crani uomo e di una donna di
ARIADNA BAULENAS I PUBILL
ossidiana, turchese e me- delle defunte. Una volta classe inferiore, che dove- ISTITUTO DI CULTURE AMERICANE ANTICHE
talli preziosi (oro e argento completata la sepoltura, la vano essere i guardiani del- (BARCELLONA)

con leghe di rame). L’anali- zona venne sigillata. I wari la tomba, funzione alla
si dei cadaveri ha confer- riempirono lo spazio con quale furono destinati in Per saperne di più
mato che le persone lì uno strato di pietre, terra e vita quando gli venne am- SAGGI
I regni preincaici
sepolte non dovettero pati- fango, su cui lasciarono le putato il piede sinistro af- e il mondo inca
re malattie gravi nel corso spoglie di sei adolescenti, finché non potessero venir Laura Laurencich Minelli (a cura di).
Jaca Book, Milano, 2007.
della propria vita, e ciò di- sacrificate per l’occasione. meno al loro compito. En-

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 115


GRANDI SCOPERTE

Il mausoleo di una principessa wari


il mausoleo a Castillo de Huarmey fu venne eretto il resto dell’edificio, che in-
costruito tenendo sempre come punto clude altre sepolture di persone di rango
di riferimento la tomba sotterranea delle inferiore 3. I wari inumavano i loro morti
donne dell’élite 1, una camera parzial- in spazi vincolati ai luoghi di residenza, sta-
mente scavata nella roccia della collina. bilendo una stretta relazione tra la vita e la
Al di sopra si edificò una sala del trono 2 morte. Nel caso del Castillo de Harmey, il
dotata di un bancale su cui si realizzavano palazzo si trovava ai piedi della collina, e i
riti e con nicchie nelle pareti in cui proba- defunti venivano trasportati in processione
bilmente si collocavano i fagotti funerari fino all’ultima dimora, come illustrato nella
durante la cerimonia. Attorno alla sala ricostruzione a destra 4.

4
2

Tomba collettiva. Aveva


58 fagotti funerari; di questi,
54 si trovavano nella camera
principale e altri quattro nelle
tre laterali (a , b , c ). In una
di queste (b ) venne rinvenuta
la dama principale. Sopra lo
strato di terra, pietre e fango
con cui si sigillò l’insieme
vennero deposti i corpi di sei
adolescenti sacrificate.

ILLUSTRAZIONE: FERNANDO G. BAPTISTA / NATIONAL GEOGRAPHIC IMAGE COLLECTION

3 c

a
STORIA VISUALE

Dust Bowl,
la natura si ribella
negli Stati Uniti
La maggiore e più lunga catastrofe naturale registrata
negli Stati Uniti fu il cosiddetto Dust Bowl (conca di polvere),
che colpì con particolare veemenza gli stati dove si
estendono le Grandi pianure – Colorado, Kansas,
New Mexico, Texas e Oklahoma
QUANDO LE PRATERIE RIMASERO SENZA ERBA
All’inizio del XX secolo le Grandi pianure videro una diminuzione
della vegetazione che un tempo aveva alimentato le ormai scomparse
mandrie di bisonti e più tardi gli allevamenti di bovini, la cui carne stava
calando di prezzo. I contadini decisero di sfruttare le loro terre con la
coltivazione intensiva del grano, attratti dal suo crescente valore di
mercato (soprattutto a causa della richiesta da parte dei contendenti
della Grande guerra) e dall’inedita abbondanza di piogge che negli anni
venti si registrarono in quelle terre semi-aride. Ma tra il 1930 e il 1940
ci fu una lunga serie di periodi di siccità. Il terriccio inaridito, ormai
privo delle radici dell’erba che trattengono il suolo e l’umidità, si
trasformò in polvere e questa fu trasportata dai forti venti primaverili
della regione, dando luogo a tempeste di sabbia simili a quella visibile
PHOTOQUEST / GETTY IMAGES

in questa istantanea, scattata nel maggio del 1936 vicino a Lamar,


in Colorado. Eventi di questo genere si susseguirono con frequenza
sempre maggiore: se nel 1932 furono 14, nel 1933 se ne contarono 38.
STORIA VISUALE

LA TERRA DELLA DESOLAZIONE


Sugli abitanti delle pianure si abbatté un’apocalisse. La polvere
distruggeva i raccolti, danneggiava gli artefatti umani – arrivando
a scrostare anche la vernice delle auto – e provocava lesioni agli
animali penetrando negli occhi, nello stomaco e nelle vie respiratorie.
Anche gli esseri umani potevano ammalarsi, per esempio
di polmonite o di “febbre della valle”, una patologia causata da un
fungo presente nel terreno e disperso con le particelle in sospensione.
Sciami di cavallette divoravano le piante. Il cibo scarseggiava e si
diffondevano la malnutrizione e il rachitismo. Tutto era ricoperto da
montagne di polvere: nel dicembre del 1935 fu stimato che nell’anno
in corso si erano riversati sulle pianure del sud ben 850 milioni di
tonnellate di terra. Questa immagine del 13 maggio 1936 mostra
PHOTOQUEST / GETTY IMAGES

un’automobile, dei macchinari agricoli e una fattoria semisepolti


a Dallas, nello stato del South Dakota, in quelle vaste praterie
senz’alberi che erano le Grandi pianure.
STORIA VISUALE
IN FUGA DALLA CATASTROFE
La siccità e le tempeste di polvere, che si susseguirono con frequenza
fino al 1936, significarono la morte per migliaia di famiglie già colpite
dalla Grande depressione, la devastante crisi economica che era
scoppiata nel 1929. Gli agricoltori non potevano pagare i mutui e i
prestiti con cui avevano comprato i macchinari agricoli nel decennio
precedente; i braccianti persero il lavoro. Circa 2,5 milioni di persone
furono costrette a trasferirsi, e in più di 250mila abbandonarono le
Grandi pianure. Molte di loro partirono alla volta di in una California
senza polvere, nella cui prospera agricoltura speravano di trovare
lavoro come stagionali. È il caso di questi due uomini che trasportano
i loro miseri averi lungo la strada per Los Angeles, in un’istantanea
scattata il primo marzo 1937. La fotografa Dorothea Lange ha
BETTMANN / GETTY IMAGES

incluso nell’inquadratura una pubblicità della compagnia ferroviaria


Southern Pacific: «La prossima volta scegli il treno. Rilassati». Quanti
di quei migranti potevano permettersi di acquistare il biglietto?
STORIA VISUALE
I RIFUGIATI DEL DUST BOWL
«Sono un rifugiato del Dust Bowl, / solo un rifugiato del Dust Bowl».
Così inizia Dust Bowl Refugee, una delle canzoni più conosciute
di Woody Guthrie, che fu costretto a lasciare il suo stato natale,
l’Oklahoma, in cerca di lavoro all’età di 19 anni, prima di diventare
un famoso cantante folk. Nel suo album Dust Bowl Ballads, registrato
nel 1940, Guthrie avrebbe inserito questa canzone e l’altrettanto
famosa Do Re Mi, un avvertimento ai migranti delle Grandi pianure
sulle difficoltà che li attendevano in California. Il cantante era
uno delle migliaia di okies, come venivano definiti questi migranti,
venissero o meno dall’Oklahoma. Molti caricarono tutti i loro
averi su automobili sgangherate e partirono alla volta di un futuro
incerto nei campi della California di cui cantava Guthrie; qui era
diretta anche questa famiglia di contadini colpiti dalla siccità
fotografati da Dorothea Lange ad Abilene, Texas, nell’agosto del
1936. Nel suo romanzo Furore, pubblicato nel 1939, lo scrittore
statunitense John Steinbeck rappresentò magistralmente tramite
l’esperienza dei Joad la straziante odissea di queste famiglie
che si ritrovarono sulla strada.
DOROTHEA LANGE / GETTY IMAGES

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L I B R I E M O S T R E A CURA DI MATTEO DALENA

STORIA SOCIALE genere all’insegna dell’aut/

Quando l’eterosessualità
aut: maschile e femminile,
anzi maschile o femminile».
Nel XIX secolo tutto ciò che

era l’unica scelta possibile


non è conforme alla visione
della coppia coniugale ete-
rosessuale viene confinato
nell’illecito e nel patologi-

D
eve essere chiama- tano la più alta affermazio- co. Le sessualità non ripro-
ta la levatrice ad at- ne della differenza, la stori- duttive come la pederastia
testare il tuo sesso, ca Maya De Leo dedica un vengono studiate dai me-
che non può essere desun- saggio in cui indaga l’eredi- dici legali nei processi per
to dal tuo aspetto e dal tuo tà storica delle componenti sodomia e oltraggio al pu-
atteggiamento» recita una oggi racchiuse nell’acroni- dore: «Si tratta di materiale
satira del 1733. In un’altra mo LGBTQ+ (lesbian, gay, che concorre a fare del ses-
dello stesso periodo s’iro- bisexual, transgender, que- so penetrativo eterosessua-
nizza: «Oggi una figlia e do- er) che vanno oltre il «rigi- le l’unica attività sessua-
mani un figlio! Dimmi, al do binarismo di genere». Per le ammissibile, indicatore
nostro prossimo incontro, l’autrice tali categorie sono il di “sanità” mentale, oltre-
Maya De Leo questo ragazzo femminile, frutto di un’esigenza socia- ché di “salute” fisica, de-
QUEER. STORIA questa ragazza mascolina, le «che riorganizza le cono- mandando alla medicina e
CULTURALE DELLA
COMUNITÀ LGBT+ darà o riceverà un bacio?». scenze scientifiche acquisite alla nascente psichiatria il
Einaudi 2021; Alla comunità queer, com- nel XVII secolo in materia compito di rintracciare le
272 pp., 14 ¤ posta cioè da tutte quelle di sessualità e riproduzio- cause dei comportamenti
soggettività che rappresen- ne in un nuovo sistema di “devianti”».

ILLUSTRATI

L’ULTIMO IMPERO ROMANO nizzato per celebrare l’arrivo


in famiglia di un nuovo nato.
NELLE MANI DI “RAGAZZINI” Dopo una serie d’insalate a
SECONDO LO STORICO André Piganiol l’impero ro- base di verdure cotte e cru-
mano fu «assassinato» dai barbari. In revisione del de, si passa a una sublime
“mantra” storiografico che ne attribuiva la respon- «anatra arrosto che viene
sabilità alle invasioni di popolazioni che gravavano accolta con un grido di gioia
sulle frontiere si pone lo storico Arnaldo Marcone. Nel da parte del giovane che l’ha
476 d.C. il potere imperiale era assai debole perché cacciata» adoperando una
«retto spesso da ragazzini sotto la tutela delle madri fionda. Seguono diverse altre
che si appoggiavano a uomini forti come Stilicone, portate: orate, tonni e frutti di
Bonifacio, Ezio» spiega l’autore. L’impero era «ridotto Accademia italiana mare accompagnati da salse
della cucina
ormai a una piccola parte della precedente estensione, e focacce calde. Infine arriva
(disegni Federico Pietrobon,
affidata a truppe germaniche testi Marco Madoglio) il turno dei dolci: torte a base
mercenarie, potenzialmente STORIA DELLA CUCINA di uva, prugne, melagrane;
agguerrite, ma fedeli in prima ITALIANA A FUMETTI frittelle di farina, frutta secca
istanza ai loro comandanti». Bolis 2021; 208 pp., 14 ¤ e mele; schiacciate con uva,
Odoacre, che depose Romolo formaggi con miele, frutta
Augustolo, era uno di questi. «TUTTO È PRONTO, manca secca e fresca. Un testo a fu-
Arnaldo Marcone solo il segnale […] Che il metti curato dall’Accademia
L’ULTIMO ANNO DELL’IMPERO. banchetto abbia inizio. Clap italiana della cucina ripercor-
ROMA: 476 D.C. Clap». Il battito delle mani di re la storia delle tavole della
Salerno, 2021; 176 pp., 11.99 ¤ un capofamiglia etrusco dà penisola dal V secolo a.C.
inizio al sontuoso pasto orga- fino al XX.

126 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


PHOTO BY ANDREA MARTIRADONNA. © ALL RIGHTS RESERVED DOTDOTDOT
ATLANTE FARNESE.
II SECOLO D.C., COPIA ROMANA
DA ORIGINALE GRECO. MUSEO
ARCHEOLOGICO NAZIONALE,
NAPOLI. SALA OTTAGONA
DELLA DOMUS AUREA, ROMA.

ARTE ROMANA l’artista riuscì a riproporne

I tesori di Nerone
i motivi fondamentali nella
Stufetta del cardinal Bibbiena
(1516): un piccolo ambien-

studiati da Raffaello
te al terzo piano del palaz-
zo apostolico in Vaticano o
la Loggetta dello stesso car-
dinale (1516-1517). Animali
In alcune sue opere l’artista rinascimentale s’ispirò immaginari, motivi fitofor-
agli stucchi e ai marmi della Domus Aurea dell’imperatore mi, arpie, strumenti musica-
li, vasi con perline, palmette

A
partire dal 1480 un zioni di antiche abitazioni dopo la morte dell’impera- sono solo alcune delle raffi-
gruppo di pittori si romane. Gli artisti pensa- tore e al suo posto sorsero gurazioni della Domus Aurea
calò a più riprese nel- vano infatti di ammirare le altri edifici come il Colos- che rivivono in una mostra
le “viscere” di colle Oppio a rovine e gli affreschi delle seo e le terme di Traiano. dagli apparati interattivi che
Roma per ammirare quelle terme di Tito, che invece si Nel 1496 i sistemi decorativi ripercorre le fasi della sco-
che a prima vista sembrava- rivelarono essere quelli della presenti negli ambienti sot- perta di un corpus pittori-
no grotte. Pinturicchio, Fi- Domus Aurea, la fastosa reg- terranei dell’originaria Do- co assurto a nuova vita.
lippino Lippi, Luca Signorelli gia fatta costruire da Nerone mus Aurea presero il nome
e poi Pietro Perugino, San- dopo l’incendio del 64 d.C. di “grottesche”. Ma la logica RAFFAELLO E LA DOMUS
dro Botticelli e Domenico La residenza neroniana, un di tali raffigurazioni sareb- AUREA. L’INVENZIONE
Ghirlandaio, armati di tor- trionfo di stucchi, pitture, be stata studiata e compresa DELLE GROTTESCHE
ce e di curiosità, gettarono marmi colorati, rivestimen- solo due decenni più tardi da Domus Aurea, Roma
fino al 7 gennaio 2022
uno sguardo su quelle che ti in oro e pietre preziose, Raffaello Sanzio. Grazie alle
raffaellodomusaurea.it
credevano essere le decora- fu volutamente dimenticata sue competenze antiquarie

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 127


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ULISSE, UN RE
DELL’ETÀ DEL
BRONZO
SEBBENE Ulisse sia un
personaggio mitologico
protagonista dell’Iliade e
dell’Odissea di Omero, le
sue avventure rimandano
a una civiltà esistita
sicuramente: quella
micenea, sviluppatasi nella
Grecia dell’Età del bronzo.
NATIONAL GALLERY OF VICTORIA, MELBOURNE / BRIDGEMAN / ACI

Nelle sue opere dunque


il poeta greco tramanda
antichi echi di questa
civiltà, che prende il nome
dal metallo di cui erano
fatti le armi e gli oggetti
più preziosi dell’epoca.

Di cosa morivano i faraoni?


L’IMPERATORE CLAUDIO Ramses V contrasse il vaiolo e Tutankhamon prese
CONQUISTA LA BRITANNIA la malaria: l’analisi delle mummie dei sovrani rivela
che soffrivano delle stesse malattie dei loro sudditi.
NEL 43 D.C. l’imperatore Claudio si
lanciò senza indugi in una folle quanto Il mausoleo di Alicarnasso
ambiziosa impresa militare: la conquista
Mausolo, il satrapo persiano di Alicarnasso, ordinò
della Britannia. Qualche di costruire una sontuosa tomba che divenne una
decennio prima Giulio Cesare delle sette meraviglie del mondo antico.
aveva provato a occupare quel
territorio, ma alla fine era
stato costretto a rinunciare. Bosch, il pittore dei sogni
Claudio, incoraggiato L’universo fantastico di Hieronymus Bosch offre un
dal successo delle riflesso fedele della morale religiosa centroeuropea
prime spedizioni, partì dell’inizio dell’Età moderna.
alla volta dell’isola
e diresse una Santa Sofia, il gioiello dell’impero
campagna che La basilica che Giustiniano ordinò di costruire nel 532
culminò con la divenne il simbolo di Bisanzio per oltre un millennio,
vittoria schiacciante dei fino a quando, nel 1453, fu convertita in una moschea.
romani, anche se la reale
sottomissione del territorio Le tante facce di Cristoforo Colombo
si sarebbe verificata La sua figura, a lungo dimenticata dopo la morte,
decenni più tardi. nel XIX ebbe diverse interpretazioni: abile marinaio,
vittima di re egoisti, evangelizzatore convinto.
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