Edificio residenziale per la zona di Vialba / 1985-1991 /
Aldo Rossi con G. Braghieri, G. Ciocca Edificio residenziale per la zona di Vialba / 1985-1991 / A. Rossi con G. Braghieri, G. Ciocca
via Adele Zoagli, 1, Milano
Novecento da diversi interventi di sviluppo bucati da misurate finestre quadrate a urbanistico che lo hanno trasformato verande in ferro e vetro, contrapponendo “Come in molti altri progetti una periferia nord di Milano, rappresenta per naturalmente in un laboratorio sperimentale internamente appartamenti di 80 mq a grande colonna segna l’angolo dell’edificio l’architetto milanese la precisa scelta urbana di architettura a partire dalle Case minime coppie di appartamenti di 60 mq circa. costituendo al tempo stesso un elemento di ridisegno dell’isolato come concreta per gli sfrattati realizzate nel 1937, alla casa La costruzione vera e propria, a distanza di riconoscibilità urbana che ha numerosi possibilità di valorizzazione del rapporto tra INCIS progettata da Franco Albini tra il 1950 di qualche anno, rinuncia in parte a questa riscontri nell’edilizia milanese” (1). la città e la casa. L’intero quartiere, dal 1869 e il 1953 in via Orsini o ancora al progetto chiarezza tipologica, mantenendo l’angolo appartenente al comune di Musocco, uno dei INA casa Vialba I coordinato dall’architetto monumentale e i soli setti in mattoni faccia Il complesso residenziale posto a definire quarantatré piccoli comuni che circondavano Pietro Lingeri tra il 1957 e il 1964. In questo a vista e alternando blocchi di appartamenti la cortina edilizia di via Zoagli, nel quartiere Milano e annesso alla città lombarda solo senso l’edificio rossiano, progettato a metà di intonaco giallo a sistemi di risalita in Vialba o Villa Alba – villaggio bianco – nella nel 1923, è stato interessato nel corso del degli anni Ottanta, segue la vocazione ferro e vetro. sperimentale del quartiere immaginando L’unità della strada e la chiarezza vista generale dell’edificio con in evidenza la grande colonna d’angolo (foto di marco introini) la riproposizione dell’isolato, la regola narrativa, quasi didascalica, tra interno urbana propria della città ottocentesca, nel ed esterno governano tutte le soluzioni recupero dell’identità della strada come di progetto fino alla realtà costruita luogo privilegiato della città pubblica e luogo rifiutando qualsiasi elemento decorativo. di affaccio della residenza; non un isolato Unica eccezione è data dall’angolo, compatto, una corte chiusa, ma una sorta segno dell’incrocio fra le strade, che di quinta teatrale, una scena che affaccia accoglie l’accesso al giardino interno e ai alla strada raccogliendo la vita più intima, percorsi di distribuzione alle abitazioni; la domestica, di tutti. sproporzionata colonna bianca, memoria Nessuna contrapposizione o gerarchia di una mattina lungo il Canal Grande a è ricercata tra la facciata posta su via Zoagli Venezia dove Rossi riscopre la colonna del e quella appartenente ad un giardino Filarete e l’implicita idea di frammento, costruito dal ripiegarsi dello stesso edificio si mostra come unico riferimento residenziale, non un fronte principale e uno monumentale dell’intera composizione che, retrostante ma al contrario, come in altri pur nella sua muta decorazione, diviene progetti di Rossi, i due fronti assecondano centro compositivo dell’intera costruzione ognuno con la propria coerenza la natura planimetrica. dell’affaccio, più urbano verso la città, e più Claudia Tinazzi popolare, con lunghi ballatoi all’interno. I primi disegni di progetto, più chiari ed (1) Aldo Rossi, Edificio residenziale in zona Vialba, 1985 in: Alberto espressivi nella composizione tipologica Ferlenga (a cura di), Aldo Rossi. Architetture. Opera completa 1959- dell’edificio, alternano blocchi di mattoni 1987, Electa, Milano 1988.